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Come recuperare un credito da una società

Autore: Redazione | 30/06/2019

Come riscuotere un credito da una Srl, una Snc, una Sas, una Spa, una società semplice, una società in liquidazione o fallita.

Hai un credito nei confronti di una società che non paga ormai da diversi mesi. Non sei il solo: dalle informazioni che hai raccolto, il titolare dell’azienda sta lasciando a

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secco tutti gli altri creditori. Ora, alla sua porta sono in tanti a bussare e temi che qualcuno possa farlo fallire, cosa che renderebbe per te ancora più improbabile ottenere i tuoi soldi. Ti chiedi, dunque, come recuperare un credito da una società.

La risposta è differente a seconda del tipo di società e dello stato in cui essa si trova. Ad esempio, è più facile recuperare un credito da una società in nome collettivo rispetto a una Srl, così come è preferibile che la società non si trovi già in liquidazione o, peggio, in una situazione di fallimento conclamato e dichiarato dal tribunale.

Per ognuna di queste situazioni esistono regole diverse che andremo ad analizzare qui di seguito in modo da stabilire cosa è meglio fare. Valutazione questa che deve tenere conto non solo delle norme giuridiche ma anche dell’opportunità economica: spesso infatti i costi di un’azione legale sono superiori agli stessi benefici che questa può comportare.

Ma procediamo con ordine e vediamo come recuperare un credito da una società.

Chiedere un certificato alla Camera di Commercio

Prima ancora di agire, devi accertarti delle condizioni della società e della sua composizione, del capitale sociale versato e della sua forma giuridica. Puoi ottenere tutti questi dati recandoti (anche virtualmente, con collegamento a internet) alla Camera di Commercio e chiedendo una visura societaria. A tal fine dovrai fornire l’esatta denominazione e la partita Iva con l’indirizzo della sede sociale.

La visura ti dirà innanzitutto il tipo di società in questione. A riguardo esistono due categorie:

le società di persone: la Snc, la Sas, la società semplice. Per queste vige la responsabilità per i debiti del patrimonio sociale e dei soci. Soci che pertanto potranno essere aggrediti dai creditori se la società non presenta attivo;

le società di capitali: la Spa, la Srl, la Sapa. Per queste invece vige la

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responsabilità limitata al solo patrimonio sociale. Con la conseguenza che non potrai mai attivare un pignoramento contro i soci o l’amministratore.

La visura ti dirà anche lo stato in cui si trova la società: se cioè è in liquidazione oppure è già stata dichiarata fallita dal tribunale.

Dalla visura potrai conoscere il nome dei soci e degli amministratori, nonché tutti coloro che rivestono eventuali cariche (ad esempio i revisori). A volte, questi dati possono dire molto: quando si intesta una società a una persona nullatenente, pensionata o straniera si è dinanzi a un prestanome per non far ricadere conseguenze e responsabilità sui “veri” amministratori.

Se chiedi una visura storica potrai anche conoscere tutte le vicende passate che hanno caratterizzato la società come ad esempio eventuali versamenti di capitale sociale.

Visura protesti

Un altro importante certificato che puoi recuperare alla Camera di Commercio è una visura protesti che ti dirà se l’impresa non ha pagato cambiali e assegni.

Anche questo elemento è importante per verificare la possibilità di recuperare il proprio credito.

I bilanci

Tramite connessione alla Camera di commercio puoi, infine, scaricare i bilanci della società che, con la lettura di un buon commercialista, potrebbero dirti quanto floride sono le casse sociali e quante possibilità hai di recuperare il tuo credito.

Come recuperare un credito da una Srl

Se sei davanti a una Srl, così come a una Spa o ad una Sapa, l’unica azione che puoi fare è contro la società stessa e non contro i soci o l’amministratore.

La prima cosa da fare sarà inviare una lettera di diffida con posta elettronica certificata, ossia la Pec (l’indirizzo email certificato della società lo troverai nell’Indice nazionale Ini-Pec). La società deve avere obbligatoriamente una Pec.

Altrimenti puoi usare la raccomandata tradizionale. Nella diffida devi spiegare le

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ragioni del credito e indicare l’importo. Dai 5 giorni di tempo per pagare.

Dopodiché, se non otterrai alcuna risposta, potrai presentare in tribunale un decreto ingiuntivo per il tramite del tuo avvocato. Ma ciò solo a condizione che possiedi una prova scritta del tuo credito (ad esempio un contratto o una fattura).

Se non hai documenti che certificano il tuo diritto, devi fare una causa ordinaria di recupero crediti che però potrebbe richiedere tempo e denaro. Per somme inferiori a 2mila euro l’azione potrebbe essere poco conveniente.

Se, dopo la sentenza, non ottieni il pagamento volontariamente, dovrai fare pignoramento. Dopo aver notificato l’atto di precetto (che è un invito a pagare entro 10 giorni), obbligatorio prima di iniziare l’esecuzione forzata, puoi chiedere al presidente del tribunale di autorizzarti alla consultazione dell’Anagrafe Tributaria, un archivio dell’Agenzia delle Entrate che ti dirà molto della società debitrice: se possiede conti correnti o altri redditi.

In più puoi fare una visura immobiliare all’Agenzia delle Entrate, ufficio del Territorio, per verificare se questa è intestataria di immobili.

Se il pignoramento dovesse risultare infruttuoso, hai un’ultima strada: chiedere il fallimento. Ma anche questa via potrebbe non essere certa. Il fallimento può essere innanzitutto chiesto per crediti non inferiori a 30mila euro. In più la società deve presentare determinate caratteristiche:

aver avuto, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di fallimento (o dall’inizio dell’attività, se di durata inferiore), un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore a 300.000 euro;

aver realizzato (in qualunque modo risulti) nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di fallimento (o dall’inizio dell’attività, se di durata inferiore), ricavi lordi per un ammontare complessivo annuo non superiore a 200.000 euro. Basta aver superato il limite per un solo anno e si diventa assoggettabili al fallimento;

avere un ammontare di debiti anche non scaduti non superiore a 500.000 euro. Quest’ultimo requisito non è necessario che sia presente per i tre esercizi consecutivi, ma è limite previsto per i debiti esistenti all’atto dell’istanza di fallimento.

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Come recuperare un credito da una Sas, una Snc o una società semplice

Il recupero crediti da una società di persone è più facile: difatti, oltre alla garanzia del patrimonio sociale si aggiunge quella dei soci. Significa che, se la società non ti paga, puoi rivalerti contro tutti i soci individualmente: potrai allora pignorare i loro beni, chiedere un accesso all’Anagrafe Tributaria, iscrivere ipoteca sulla casa, bloccare il conto corrente, ecc.

Anche qui la procedura è identica rispetto a quella indicata al precedente paragrafo.

Come recuperare un credito da una società in liquidazione

Le regole non mutano se la società è in liquidazione, con l’unica differenza che al posto dell’amministratore viene nominato un liquidatore incaricato di vendere l’attivo e pagare i creditori. Dovrai allora anticipare la tua azione legale con una richiesta di pagamento indirizzata alla società e alla persona stessa del liquidatore, dandogli un termine di 5 giorni per adempiere.

Le successive mosse sono identiche rispetto a quelle che abbiamo indicato nei paragrafi precedenti.

Come recuperare un credito da una società fallita

Se la società è fallita, devi presentare una domanda di insinuazione al fallimento al Curatore, un professionista cioè nominato dal tribunale con l’incarico di liquidare la società e distribuire il ricavato tra i creditori. Potrai far curare tutta la pratica dal tuo avvocato o potrai gestirla tu stesso. Tieni però conto che tanto prima ti muovi, tanto maggiore è la possibilità di recuperare il credito.

Le variabili sono numerose: la riscossione dipende da quanto attivo c’è nella società e da quanti creditori sono in fila. Di solito, però, una società fallita è perché ha più debiti che crediti. Saranno allora beneficiati i cosiddetti creditori

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privilegiati (lavoratori, titolari di ipoteche, ecc.) rispetto ai creditori chirografari (tutti gli altri).

Appena aperto un fallimento si tiene l’udienza di verifica dello stato passivo che serve a quantificare i debiti. Se ti insinui dopo l’udienza potrai sempre far valere il tuo credito ma non è detto che vi sia ancora attivo per soddisfarti.

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