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CAPITOLO 4 - IL PROGETTO

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 4 - IL PROGETTO

«Non c’è proprio rimedio, per queste periferie? Buttarle giù non è possibile, questo è poco ma sicuro. E allora? Abbellirle una per una, le casacce? Qualche aggiunta scenografica di cartapesta? Provare con le luci? Verniciarle? Hai voglia! Cotillons per elefanti! Effetti comici e basta. Forse l’unico tentativo che si potrebbe fare è metterci dentro a forza, nel tessuto sfilacciato di questi quartieri, qualche opera: proprio, qualcosa di creativo, un po’ fantastico - qualcosa, anche, di completamente gratuito. Guardate quello che fanno, gli abitanti di queste case, dentro gli appartamenti. Ci mettono quadri e riproduzioni alle pareti, tappetini per terra, vasi, vasetti, cuscini... Cose orrende, il più delle volte. Ma sono appunto qualcosa di gratuito, messo lì per “piacere”. Per ricordare quella cosa improbabile e indefinibile che noi chiamiamo bellezza e di cui ognuno di noi sente, comunque, il bisogno. Sono, questi, investimenti - di soldi e di emozioni - nel simbolico. E, allora, provarci anche fuori, nelle strade, nelle piazze. E non soltanto le sculture (che rischiano di assomigliare troppo spesso alle sculture “moderne” delle vignette umoristiche). Posti dove la gente può fermarsi a parlare, che siano insieme palcoscenici per qualche recita o per i giochi dei bambini - e anche monumenti, da guardare e basta. Cose che funzionino anche come una specie di scandalo visivo. Che si distacchino con violenza dalla ignobiltà dell’ambiente circostante - e che almeno per un attimo facciano sì che la gente prenda le distanze da quelle laide costruzioni in cui deve abitare, che si senta capace di paragonarle ad altro, di giudicarle. Piccole cose assurde - che aiutino a prendere coscienza dell’assurdo che la speculazione e l’idiozia hanno messo in piedi in centinaia di metri cubi di solida costruzione infernale...»

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4.1 Iter progettuale.

La fase vera e propria di elaborazione progettuale, come si può intuire dai precedenti capitoli, è stata preceduta da una lunghissima fase di apprendimento e di studio sul tema trattato e sul luogo in cui è prevista la realizzazione dell'impianto sportivo.

L'analisi del concetto dello sport, e l'evoluzione degli impianti sportivi dalle sue origini sino ai giorni nostri ha permesso il riconoscimento sia delle caratteristiche immutate nel corso del tempo su questa tematiche, che le innovazioni e i cambiamenti che hanno portato lo sport ad essere quello che è oggi, un fenomeno sempre più spettacolarizzato e sempre meno praticato. L'analisi del luogo - termine ben diverso dal termine "sito", che sta ad indicare il lotto edificabile, l'area descrivibile analiticamente in termini geomorfologici e quantitativi, ed anche da "contesto", che sta ad indicare un ambito più vasto, la realtà circostante, costruita e non costruita che comprende l'insieme delle azioni dell'uomo sviluppatesi nel tempo, cioè il paesaggio naturale ed antropizzato - è stata concepita considerando il termine luogo come un contesto fisico, con qualcosa in più rispetto al semplice sito e contesto, in quanto tiene in considerazione non solo del costruito e del non costruito, ma anche le stratificazioni storiche, le regole costitutive, le trasformazioni sociali, politiche e culturali avvenute nel luogo, tentando quindi di riconoscere quello che viene chiamato "genius loci", l'anima del luogo. Ciò non ha significato un adeguarsi passivo alle regole costruttive - peraltro inesistenti - del luogo, ma di stabilire un rapporto e un dialogo costruttivo con un luogo particolare come lo è quello della periferia urbanizzata, al confine dell'abitato costruito, di una città di media grandezza, con i suoi ben noti problemi di bassa qualità edilizia e di sistemazione delle aree comuni.

Solo in un secondo momento si è passati alla fase della progettazione vera e propria, prendendo come punto di partenza il PRG del comune di Pisa, ma ben presto sorpassandolo e stravolgendone le indicazioni di base, in quanto non soddisfacenti alcuni dei requisiti che nel corso della fase preliminare erano venuti fuori, primi fra tutti quello del tentativo di creare un vero centro per la riqualificazione del quartiere, e del rapporto con il costruito esistente.

Dopo aver individuato una forma di base che permettesse sia l'immediata riconoscibilità del complesso sportivo, che l'integrazione delle diverse funzioni necessarie affinché fosse un centro non solo sportivo ma anche per il quartiere, che un rapporto adeguato

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sia con il contesto esistente - edificato e non - che fra gli edifici stessi facenti parte del complesso sportivo, è stata intrapresa uno studio della composizione geometrica e del dettaglio costruttivo che riuscisse a qualificare architettonicamente il progetto.

4.2 Requisiti di un impianto sportivo

Esigenze

Secondo la definizone data dalle norme CONI per l'impiantistica sportiva, "l'impianto sportivo è il luogo opportunatamente conformato ed attrezzato per lo svolgimento dell'attività sportiva". Come esplicazione dei bisogni dell'utenza finale, possono essere definite sette classi di esigenze, tenendo conto dei voncoli che l'ambiente naturale, le leggi e le norme cogenti e le raccomandazioni tecniche pongono all'ambiente costruito:

- Sicurezza: "insieme delle condizioni relative all'incolumità degli utenti, nonchè alla difesa e prevenzione di danni in dipendenza di fattori accidentali, nell'esercizio del sistema edilizio". Un impianto sportivo nel suo complesso deve garantire nel suo complesso adeguate condizioni di sicurezza, riferite in particolare alla sicurezza statica, sicurezza agli incendi ed agli eventi eccezionali, sicurezza all'uso degli spazi, sicurezza nell'uso degli impianti. Il primo e secondo punto vengono soddisfatti, in parte, progettando l'impianto sportivo seguendo le vigenti norme tecniche, e rispettando le norme di sicurezza per la costruzione e l'eservizio degli impianti sportivi, che definiscono numero, larghezza e funzione delle vie di uscita. In ogni caso il soddisfacimento delle condizioni di sicurezza va considerato sin dalla fase di programmazione, al fine di individuare le giuse dimensioni e collocazioni delle diverse unità ambientali:

- Benessere: "insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio adeguati alla vita, alla salute ed allo svolgimento delle attività degli utenti". I requisiti connessi al raggiungimento delle condizioni di benessere riguardano in particolar modo l'intorno termoigrometrico (valori della temeratura, velocità e purezza dell'aria), l'intorno visivo-attenzionale (presenza di luce naturale o illuminazione artificiale), l'intorno acustico (livello sonoro e livello di rumore tollerabile);

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- Fruibilità: "insieme delle condizioni relative all'attitudine del sistema edilizio ad essere adeguatamente usato dagli utenti nello svolgimento delle attività". Le esigenze di fruibilità di un impianto sportivo riguardano essenzialmente i requisiti di dimensionamento delle unità ambientali, la dotazione di attrezzature ed arredi e il rispetto delle normative di accessibilità per persone su rotelle;

- Integrabilità: "insieme delle condizioni relative all'attitudine delle unità e degli elementi del sistema edilizio a connettersi funzionalmente fra di loro";

- Aspetto: "insieme delle condizioni relativealla fruizione percettiva del sistema edilizio da parte degli utenti". L'impianto sportivo dovrà presentare caratteristiche che permettano una facile percezione degli ingressi, divisi tra pubblico ed atleti, dei percorsi, interni ed esterni, della distribuzione degli ambienti e della posizione delle vie di fuga;

- Gestione: "insieme delle condizioni relative all'economia di esercizio del sistema edilizio". Si dovrà progettare il complesso sportivo in modo che, sulla base di un tempo di ammortamento prestabilito, consenta un corretto equilibrio fra le entrate e le uscite. Per questo uno dei requisiti principali della progettazione sarà il rispetto dela polivalenza dell'impianto sportivo;

- Salvaguardia dell'ambiente: "insieme delle condizioni relative al mantenimento e al miglioramento degli stati dei sovrasistemi di cui il sistema edilizio fa parte". La struttura dovrà quindi presentare una forma che si ponga in relazione, e non in contrasto, con l'ambiente circostante, ed in particolar modo con la visuale verso i Monti Pisani. Inoltre sarà preferibile l'utilizzo di materiali riciclabili ed in linea con le tradizioni architettoniche e culturali del luogo.

Funzioni/attività

L'analisi delle attività che gli utenti (atleti, allenatori, personale addetto e pubblico) compiono in un impianto sportivo permette di individuare gli spazi necessari allo svolgimento delle singole attività, la loro possibile aggregazione in gruppi omogenei e la loro organizzazione funzionale.

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E' possibile raggruppare le attività a secoonda delle loro esigenze spaziali: lo spazio non ulteriormente scomponibile riservato ad un dato insieme di attività viene definito unità ambientale. Questa è caratterizzata dallinsieme degli attributi che deve possedere uno spazio fisico per consentire il miglio svolgimento delle attività in essa previste; lo spazio relativo a ciascuna attività prevista viene dimensionato calcolando lo spazio di ingombro delle attrezzature, il loro spazio di uso e lo spazio di relazione.

L'insieme delle unità ambientali funzionalmente omogenee rappresenta un area funzionale, e l'insieme delle diverse aree funzionali nel loro complesso definiscono l'impianto sportivo.

Le aree funzionali principali presenti in un impianto sportivo sono:

1 - Area attività sportiva: E' il cuore dell'impianto, ossia il luogo dove si svolgono le varie attività sportive, ma anche ricreative e culturali, considerando uno degli obiettivi principali dell'opera, cioè la polivalenza. Nella sala di attività sarà previsto principalmente lo svolgimento delle seguenti attività sportive: pallamano, calcetto, pallacanestro, pallavolo, ginnastica e arti marziali. Sarà inoltre consentito lo svolgimento delle attività complementari quali attività culturali, attività ricreative, mostre, spettacoli e concerti;

2 - Area dei servizi di supporto: E' l'insieme delle unità ambientali indispensabili per il corretto funzionamento dell'impianto:

- atrio atleti

- spogliatoio atleti

- spogliatoio arbitri - allenatori - spogliatoio personale

- docce e servizi igienici atleti - sala preatletismo

- sala massaggi - deposito attrezzi - pronto soccorso

- ripostiglio attrezzi di pulizia - uffici amministrativi;

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3 - Area per il pubblico: E' l'insieme delle unità ambientali necessarie a consentire agli spettatori di assistere e partecipare alle manifestazioni sportive, e consiste in:

- atrio pubblico - gradinate - servizi igienici

- biglietteria/guardaroba - informazioni;

4 - Area degli impianti tecnici: E' l'insieme delle unità ambientali e degli impianti necessari a garantire le condizioni microclimatiche di funzionamento dell'impianto: centrale termica, idrica, elettrica ecc.;

5 - Area dei servizi complementari: Anche se non indispensabili per il corretto funzionamento dell'impianto, queste unità ambientali concorrono ad accrescere la qualità globale dell'impianto sportivo, anche nell'ottica di una maggior fruizione da parte del quartiere:

- servizio di ristoro/bar

- luoghi di incontro/sala riunioni - sedi di società sportive

- sala stampa - aula studio

- centro di medicina sportiva.

In base alle unità ambientali previste per ciascuna Area Funzionale, sarà definito e dimensionato l'impianto sportivo. Le caratteristiche distributive dipendono sia dalle diverse aree funzionali che dalle specfiche unità ambientali che compongono le aree stesse. In particolare per stabilire le caratteristiche distributive tra le unità ambientali è opportuno fissare dei criteri che individuino i tipi di relazioni intercorrenti frad i essi, al fine di soddisfare le esigenze legate allo svolgimento delle diverse attività previste nell'impianto. Le principali relazioni funzionali sono:

1 - Contiguità voluta o negata: Riguarda in generale aspetti connessi alle esigenze di sicurezza ( ad esempio contiguità negata fra centrale termica ed ambienti con presenza di pubblico) di fruibilità delle diverse unità ambientali ( ad es. contiguità volute fra sale

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degli spogliatoi e docce) di manutenzione, di trasporto delle attrezzature (ad es. contiguità voluta fra sala di attività e deposito attrezzi).

2 - Accessibilità: accessi selezionati, accessi filitrati da altre unità ambientali. Riguarda in generale aspetti connessi alle esigenze di sicurezza (ad es. Accesso differenziato per atleti e pubblico), di fruibilità delle diverse unità ambientali ( ad es. accesso al locale spogliatoio filitrato da altre unità ambientali), di igiene ( ad es. accesso obbligato dagli spogliatoi all' per impianto natatorio);

3 - Sola visibilità: Riguarda in generale gli aspetti connessi con l'esigenza di sicurezza e di igiene ( ad es. rapporto di sola visibilità tra l'area dell'attività sportiva e l'area riservata al pubblico).

4.3 Caratteri architettonici ed ambientali

Il complesso sportivo è costituito da sette elementi costruiti, aventi ognuno precisa caratterizzazione formale ed architettonica, che insistono su una piazza centrale avente un diametro di 35 metri (v.fig. 4.1)

ü Edificio A - Destinazione di uso: palestra sportiva;

ü Edificio B - Destinazione d'uso: al piano terra locali di servizio, al piano primo museo dello sport;

ü Edificio C - Destinazione d'uso: sala studio;

ü Edificio D - Destinazione d'uso: al piano terra spazio libero (ping pong, biliardo, calciobalilla etc), al piano primo uffici per le società sportive;

ü Edificio E - Destinazione d'uso: bar;

ü Edificio F - Destinazione d'uso: al piano terra ambienti di servizio per i campi sportivi all'aperto, al piano primo un centro di medicina sportiva, una sala polivalente (sala conferenze, sala stampa, auditorium, cineforum etc) e gli uffici amministrativi;

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Sono inoltre previsti

ü Campo polivalente all'aperto ü Campo da calcetto

ü Campo di tennis (2) ü Percorso vita all'aperto

Figura 4.1: Pianta complessiva del lotto

La piazza centrale è data dall'intersezione di tre assi intersecantesi, suggeriti dalla conformazione del luogo e dalla storia insediativa del contesto. L'asse sud-ovest/ nord-est è infatti suggerito sia dall'antico percorso di collegamento, ben visibile nelle piante forniteci dal catasto leopoldino, che univa la città medioevale di Pisa con l'apprezzamento agricolo ora lotto di costruzione dell'impianto sportivo, che dalla posizione del parcheggio, attualmente sottoutilizzato, posto in largo Fortunato Bellonzi. L'asse sud-est/nord-ovest è di nuovo suggerito dall'antico percorso di collegamento appena citato, che dopo aver costeggiato l'area del lotto, proseguiva, con una brusca

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curva, verso il fuime Arno. L'asse nord-sud è invece suggerito dalla presenza, a sud del lotto, della strada di accesso al recente edificio per studenti, nel tentativo di creare una vero e proprio campus universitario autonomo, sul modello dei campus americani ed inglesi. In questo modo si è cercato di creare una piazza che fosse un vero e proprio punto di incontro fra flussi diversi, una piazza "democratica" in grado di ospitare al suo interno non solo edifici compositivamente differenti (v. fig. 4.2), ma anche flussi di persone diverse: dalla direzione sud-ovest il flusso degli abitanti del quartiere e degli utenti normali degli impianti sportivi, dalla direzione sud gli studenti universitari, visti come principali fruitori delle attrezzature sportive, ed infine dalla direzione sud-est il flusso degli atleti e delle persone che prestano servizio nel complesso sportivo. La piazza è progettata con una doppia funzionalità: è dotata di una forza centripeta per gli utenti che si apprestano ad entrare nell'impianto sportivo, visto che tutte le strade portano alla piazza, che diventa quindi luogo di passaggio obbligato per quasi tutte le funzioni da svolgere nell'impianto sportivo; viceversa acquista una forza centrifuga per gli utenfi che vi si trovano, in quanto essa non ha alcun punto "fermo", se non per la pratica dell'arrampicata sportiva, come dimostra la totale assenza di punti di ingresso agli edifici dal versante della piazza, spingendo quindi gli utenti a "passare oltre".

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La conformazione degli edifici è studiata in modo che tre di essi, ovvero gli edifici A, G ed F formino un cono visivo che permetta di valorizzare la vista verso i Monti Pisani (v. fig. 4.2). Il cono visivo trova il suo punto focale nell'edificio di altezza maggiore (18 metri), ovvero la palestra per arrampicata sportiva all'aperto (edificio G), che ha la conformazione di un arco di trionfo, ed attraverso il quale gli utenti, provenienti dall'angolo sud-ovest del lotto, possono progressivamente "scoprire" la visuale dei Monti Pisani.

L'"arco di trionfo" dell'arrampicata sportiva permette anche la correlazione fra gli edifici D ed F, aventi simile conformazione compositive e geometrica, che si "richiamano" attraverso il vuoto lasciato nell'arco dell'arrampicata sportiva (v. fig. 4.3). Anche gli edifici C ed E, aventi fra loro caratteristiche molto simili, richiamano esplicitamente la piazza circolare, sopratutto nella conformazione della copertura, formante un cono avente il vertice in corrispondenza del centro della piazza, e nella conformazione del muro, formante un arco di circonferenza, che da verso la piazza.

Figura 4.3: Via di ingresso sud, “percorso studenti”. A destra l’edificio C, a sinistra l’edificio D, sullo sfondo la parete per l’arrampicata sportiva (edificio G)

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Si stacca da tutti questi edifici "minori" sia per l'uso dei materiali che per la composizione architettonica l'edificio A, il più imponente - anche se non più alto -fra gli edifici, e caratterizzato da una forma della copertura curva, che permette, unitamente all'uso del rame di colore verde nella copertura, di formare un secondo asse prospettico verso i monti pisani, per gli utenti provenienti dall'ingresso collocato a sud-est del lotto. Questi ultimi, infatti. si trovano ad osservare l'edificio A nel suo senso più lungo, perpendicolarmente ad esso, e sono spinti ad innalzare lo sguardo verso l'alto, oltre l'edificio, in direzione dei verdi Monti Pisani, richiamati peraltro dal colore della copertura (v. fig. 4.4).

Figura 4.4: Fronte sud della palestra (edificio A), visto dal “percorso atleti”

L'integrazione fra gli edifici, diversi fra di loro per forme, dimensioni e materiali, avviene su più piani. Un primo piano è rappresentato, come appena spiegato, dal nucleo della piazza circolare, su cui si affacciano tutti gli edifici presenti del complesso sportivo. Un secondo piano è rappresentato dalla riproposizione in tutti gli edifici, ad eccezione degli edifici A e G, dei medesimi materiali costruttivi, ovvero mattone facciavista, elemento in travertino e ampie vetrate, come verrà spiegato nel paragrafo successivo. In particolare, è presente un marcapiano alto 27 cm e sporgente di 5 cm rispetto al piano della facciata, talvolta in mattone facciavista, e talaltra in pietra travertina che, comparendo e

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scomparendo, richiama gli edifici l'uno con l'altro. Gli edifici A e G si richiamano fra loro non solo per l'evidente altezza, molto maggiore rispetto agli edifici aventi rivestimenti in cotto, ma anche nell'uso dei materiali (v. fig. 4.5), in quanto viene utilizzato per entrambi un rivestimento in elementi metallici, di colore grigio.

Figura 4.5: Edifici A e G, dedicati all’attività sportiva

Un terzo piano di integrazione fra gli edifici è dato costante riproposizione di un modulo che, partendo dalla dimensione del mattone facciavista (27 cm, ovvero 26 cm + 0,5 cm di malta per lato) e passando dall'interasse (270 cm, ovvero 27x10 moduli) fra i marcapiani verticali presenti nelle facciate degli edifici, arriva a definire l'interasse (540 cm, ovvero 27x20 moduli) fra gli elementi del porticato presente negli edifici B ed F, e anche l'interasse fra le travi in legno lamellare che fungono da struttura di copertura della palestra (v. fig. 4.6). Un quarto elemento di integrazione fra gli edifici, collegato all'uso del modulo di 27 cm, lo si ritrova nella sequenza delle bucature delle finestre, ma anche nel tipo di bucature di queste. Infatti, a parte le vetrate strutturali che costituiscono un capitolo a se, quasi tutte le finestre presenti nel complesso sportivo sono riconducibili a due tipologie, l'una circolare, avente diametro di 54 cm (27x2 moduli) e coronato da una fascia di mattoni posta di testa (e quindi avente dimensione

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13 cm), sporgente di 5 cm rispetto al piano della muratura, e l'altra rettangolare, con due dimensioni utilizzate, una più piccola di 108 cm per 135 cm (27x4 moduli per 27x 5 moduli) e l'altra più grande di 324 cm per 135 cm (27x12 moduli per 27x5 moduli). Ovviamente, dove si è reso necessario farlo, per rispondere ad esigenze diverse, o per introdurre elementi di asimmetria nel disegno della facciata, non si è esitato ad usare bucature di dimensioni diverse.

Figura 4.6: Edificio F, porticato aperto

L'accessibilità è stata studiata in modo da garantire l'accesso dei mezzi di soccorso in caso di emergenza, sia nel caso di un incendio che di un infortunio di un atleta, permettendo così anche l'accessibilità per i mezzi di trasporto del materiale per le attrezzature sportive. Sono inoltre stati separati i percorsi di accesso all'impianto sportivo, distinguendo fra i percorsi per l'utenza normale, proveniente dal parcheggio posto a sud-ovest del lotto (con una dotazione speciale di parcheggi per disabili nelle immediate civinanze del lotto), e il percorso di accesso per gli addetti ai lavori, provenienti dal parcheggio creato a fianco di via S.Pietro. Da notare come, anzichè seguire le indicazioni del PRG, che prevedeva la creazione di 700 mq di parcheggio, si è preferito creare un parcheggio di soli ??? mq, destinato agli addetti ai lavori, e di

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sfruttare il parcheggio posto in largo Fortunato Bellonzi, di ben 800 mq ed attualmente sottoutilizzato. Questa sistemazione delle vie di accesso permette inoltre, in caso di eventi sportivi di importanza superiore a quella amatoriale, di avere un accessibilità separata fra pubblico, che sfrutta il canale di accessibilità della normale utenza, ed atleti, she sfruttano il canale di accessibilità destinato agli addetti ai lavori.

Particolare attenzione è stato dedicato anche allo studio del verde, sia quello interno al complesso sportivo che quello di separazione fra questo e il contesto circostante. Infatti il verde all'interno del complesso è utilizzato, insieme ai percorsi pedonali e agli spazi liberi, come tessuto connettivo fra i vari elementi costruiti. Il verde è concepito non come un elemento al di fuori dell'impianto sportivo, ma come elemento integrato ad esso: è nel verde che si svolge l'attività del percorso vità, è sul verde che si affacciano le ampie vetrate del bar, quasi a suggerirne il suo utilizzo mentre si fa colazione, è sul verde che si affaccia, in un rapporto di continuità sia visiva che fisica, la superficie finestrata della palestra al coperto.

Il verde - stavolta inteso come pianta ad alto fusto e di folta chiomatura - è utilizzato anche come elemento di separazione con il contesto circostante, ovvero gli edifici e le strade circondanti il lotto, per una serie molteplice di ragioni. Innanzitutto, perchè gli alberi ad alto fusto sono il modo migliore e più naturale per creare una fascia di protezione verde con funzione di filtro non solo acustico, ma anche visivo e di protezione contro l'inquinamento atmosferico creato dalle macchine circolanti nelle vie circondanti il lotto. In secondo luogo, l'altezza degli alberi assolve alla duplice funzione di bilanciare visivamente le dimensioni eccessive e la considerevole presenza degli edifici circondanti il lotto e di garantire la privacy all'atleta che svolge la sua attività nei campi all'aperto. In terzo luogo, il filare di alberi è pensato come unico possibile elemento di dialogo fra il complesso sportivo e gli edifici circostanti: circondando il lotto con un filare di alberi, separazione non netta come quella fornita da un muretto, da una siepe o da una cancellata metallica, si forma una specie di baluardo che utilizza gli alberi come muro difensivo, quasi a sottolineare l'impossibilità di instaurare un dialogo con gli edifici circostanti, ma permettendo al contempo l'accessibilità al lotto. L'unica zona priva di alberi è infatti la zona che fa parte del cono prospettico, non solo per garantire la prospettiva verso i Monti Pisani di cui abbiamo precedentemente parlato, ma anche come segnale di apertura verso l'unico lato con il quale è ancora possibile "parlare architettura" - intendendo quest'ultima parola non necessariamente come architettura costruita – e quindi con la campagna pisana.

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