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L’IMPORTANZA DELLA MULTIFUNZIONALITÀDELLE FORESTE IN EUROPA (1)

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PIA BUCELLA (*)

L’IMPORTANZA DELLA MULTIFUNZIONALITÀ DELLE FORESTE IN EUROPA ( 1 )

L ’ ESIGENZA DI UNA SOLIDA BASE SCIENTIFICA

A SUPPORTO DELLE MOLTEPLICI FUNZIONI CHE LE FORESTE EUROPEE SONO CHIAMATE A SVOLGERE NELL ’ ATTUALE CONTESTO POLITICO

L E FORESTE NELL ’U NIONE E UROPEA

I boschi dell’Unione Europea negli ultimi 60 anni si sono espansi in modo continuo. La superficie forestale è aumentata a un tasso medio dello 0,4% annuo dal 1990 grazie alle opere di rimboschimento, alla colonizza- zione dei terreni abbandonati dall’agricoltura ed alla successione naturale della vegetazione. Pur con significative differenze quantitative e tipologi- che tra gli Stati Membri, ad oggi i boschi dell’UE rappresentano il 4%

delle foreste mondiali. Le foreste e le altre terre boscate occupano rispetti- vamente 158 e 21 milioni di ettari, pari a più del 41% delle terre emerse dell’Unione.

La gran parte dei boschi dell’UE è cresciuta negli ultimi anni anche in termini di provvigione legnosa e di riserva di carbonio. Il tasso di utilizzo delle foreste UE (rapporto tra utilizzo e incremento di massa legnosa) è complessivamente diminuito dal 1950 fino all’inizio di questo secolo. Ad oggi solo il 60-70% dell’incremento legnoso annuo viene utilizzato, pertan- to complessivamente la provvigione è in aumento. Tuttavia, proiezioni recenti prevedono entro il 2020 un aumento approssimativo del 30% dei tassi di utilizzo rispetto al 2010, conseguente all’aumento della domanda di prodotti del legno e agli sviluppi delle bioenergie.

La domanda per il settore forestale non è solo domanda di prodotti legnosi. Le foreste svolgono molteplici funzioni interdipendenti, spesso simultanee e concentrate nello stesso luogo.

Le foreste sono una componente essenziale del paesaggio europeo. In

– L’Italia Forestale e Montana / Italian Journal of Forest and Mountain Environments 69 (3): 161-171, 2014

© 2014 Accademia Italiana di Scienze Forestali

(*) Direttore “Capitale Naturale” alla Commissione europea, Direzione Generale Ambiente.

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Prolusione tenuta in occasione dell’Inaugurazione del 63° Anno accademico dell’Accademia

Italiana di Scienze Forestali tenutasi a Firenze il 3 aprile 2014.

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Europa molte aree montane non sarebbero abitate senza le foreste che pro- teggono infrastrutture, coltivazioni e insediamenti dai rischi del dissesto idrogeologico. Le foreste che svolgono tali funzioni di protezione devono essere gestite in modo mirato per garantire una copertura vegetale stabile e continua.

Le aree forestali svolgono un ruolo fondamentale nella conservazione del paesaggio e della fertilità del suolo: soprattutto nelle zone montane pro- teggono il suolo dall’erosione limitando il dilavamento, riducendo la velo- cità dei venti e si oppongono ai processi di desertificazione nelle zone semiaride.

Le foreste gestite a fini ricreativi (comprese amenità raramente com- mercializzate come la caccia, le attività ricreative, il valore paesaggistico, la raccolta di frutti di bosco e funghi) fanno aumentare il valore delle pro- prietà, incentivano il turismo, danno un contributo allo stato di salute e di benessere dei cittadini e fanno parte del patrimonio culturale europeo.

Le foreste svolgono un ruolo cruciale nella depurazione e nel rilascio di acqua nei corpi idrici superficiali e negli acquiferi del sottosuolo. I suoli forestali tamponano ingenti quantità di acqua, riducendo il rischio di inon- dazioni. Molti Stati Membri sfruttano il ruolo di regolazione delle acque svolto dalle foreste per fornire acqua potabile.

Le foreste figurano tra gli ecosistemi terrestri più ricchi di biodiversità.

Nelle foreste in buono stato di salute e ricche di biodiversità, la complessità permette agli organismi e alle rispettive popolazioni di adattarsi all’evolu- zione delle condizioni ambientali e di conservare la stabilità complessiva dell’ecosistema.

Il recente monitoraggio della biodiversità nelle foreste condotto a livel- lo dell’UE (Progetto BioSoil) ha fornito informazioni armonizzate e compa- rabili sulla ricchezza dei boschi europei. La conservazione della biodiversità (dalla diversità genetica fino al paesaggio) migliora la resilienza delle foreste e la loro capacità di adattamento. I tipi di habitat boschivi e forestali desi- gnati come siti Natura 2000 ricoprono oltre 14 milioni di ettari, cioè quasi il 20% dell’intera rete terrestre Natura 2000.

Le foreste costituiscono un anello essenziale nel ciclo del carbonio per- ché sottraggono CO 2 dall’atmosfera e fungono da serbatoi di carbonio. La crescita arborea si contrappone in questo modo all’aumento delle concen- trazioni di gas serra in atmosfera.

Attualmente l’incremento delle foreste nell’UE è superiore alle utilizza-

zioni. Il territorio forestale funge da serbatoio di carbonio, con un assorbi-

mento netto di CO 2 che compensa il 9% circa delle emissioni di gas serra di

origine industriale nell’UE. Per contro, il degrado delle foreste e/o la con-

versione ad altri usi del suolo possono provocare notevoli emissioni di gas

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serra attraverso la decomposizione della biomassa e la mineralizzazione della materia organica del suolo, o in conseguenza di incendi boschivi.

È importante che le foreste possano fornire materiali rinnovabili ed energia da utilizzare in sostituzione di prodotti e fonti energetiche a mag- giore intensità di carbonio. Tanto maggiore sarà il quantitativo di carbonio conservato nel legno dei popolamenti e nei prodotti del legno e tanto mino- re il ricorso ai combustibili fossili, tanto più diminuirà la concentrazione di gas serra in atmosfera.

Ad oggi la biomassa forestale è la principale fonte di energia rinnovabi- le e rappresenta circa la metà del consumo complessivo di energia rinnova- bile nell’UE. Secondo i piani di azione nazionali per l’energia rinnovabile, la biomassa usata per il riscaldamento, il raffreddamento e l’energia elettri- ca costituirebbe all’incirca il 42% dell’obiettivo di coprire con l’energia rin- novabile il 20% del fabbisogno energetico entro il 2020. Se l’obiettivo sarà raggiunto, la quantità di legno destinata alla produzione energetica nell’UE equivarrà al totale dei prelievi di legno attuali.

Le foreste svolgono una funzione importante per la circolazione atmo- sferica e nel ciclo dell’acqua sulla terraferma e possono anche contribuire a mitigare i problemi legati al clima regionale, alla desertificazione e alla sicu- rezza dell’approvvigionamento idrico. Attualmente le informazioni disponi- bili sull’influenza delle foreste sui fenomeni meteorologici si riferiscono alla sfera internazionale più che europea ma sarebbe auspicabile condurre ricer- che su tali influenze anche in Europa.

Le foreste hanno un valore sociale, poiché portano ampi benefici alla nostra collettività, compresi quelli relativi alla salute umana e alle attività ricreative e turistiche. L’importanza socioeconomica delle foreste è elevata, anche se spesso sottovalutata. Le foreste in Europa contribuiscono allo svi- luppo rurale e danno lavoro a più di tre milioni di persone.

Il legno è tutt’ora la fonte principale del reddito ricavato dalle foreste, sebbene da esse provengano anche numerosi altri prodotti, come il sughe- ro, le resine, i funghi, i frutti a guscio, la selvaggina e i frutti di bosco.

Il 60% delle foreste dell’UE è di proprietà di soggetti privati, il restan-

te 40% è di proprietà dello Stato e di altri soggetti pubblici. I proprietari

di boschi nell’UE sono stimati in 16 milioni, con una superficie media per

proprietà privata di 13 ettari (ma la maggior parte dei lotti privati è infe-

riore ai 5 ettari) contro i 1000 ettari medi delle proprietà pubbliche. La

principale fonte di reddito della maggior parte delle imprese forestali pro-

viene dalla produzione di legno. Le industrie primarie della filiera legno

forniscono assortimenti tagliati, pannelli a base di legno, polpa per carta,

legna da ardere, cippato e corteccia per la produzione di bioenergia; in

totale creano oltre due milioni di posti di lavoro, spesso in piccole e medie

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imprese in zone rurali, con un fatturato complessivo di circa 300 miliardi di Euro.

All’interno dell’UE esiste la possibilità di aumentare ulteriormente l’uti- lizzo sostenibile della risorsa legno, senza dimenticare tutte le altre funzioni delle foreste, che in regioni come la Mediterranea sono anche più importanti della produzione legnosa. Purtuttavia, non è facile riuscire a mantenere un equilibrio tra gli aspetti della competitività delle industrie della filiera legno, della redditività economica, dell’ambiente, della frammentazione della pro- prietà, dell’organizzazione e della motivazione dei proprietari di boschi.

Negli ultimi 15 anni nell’UE diversi cambiamenti sociali e politici hanno condizionato l’atteggiamento della società nei confronti delle foreste e della selvicoltura. Il quadro generale è oggi caratterizzato da un aumento di domanda ma anche da aumentate minacce per le foreste. Al contempo il numero crescente di politiche che interagiscono con il settore forestale crea un quadro politico complesso e frammentato.

L A NUOVA S TRATEGIA F ORESTALE DELL ’U NIONE E UROPEA

In questo contesto di grande complessità, poter disporre di strumenti di coordinamento adeguati è un fattore cruciale, così come è di fondamen- tale importanza poter contare su robuste basi scientifiche a sostegno delle politiche forestali.

I Trattati europei non prevedono disposizioni specifiche su una politica forestale dell’Unione, ma le foreste sono un elemento significativo ed essen- ziale di molte politiche europee: sviluppo rurale, ambiente, cambiamenti cli- matici, energia, industria, ricerca e sviluppo per citarne alcune.

Pertanto, anche in assenza di una politica forestale comune, l’UE adotta da tempo politiche che contribuiscono alla realizzazione di una gestione sostenibile delle foreste. Tra gli obiettivi raggiunti che hanno una rilevanza in questo senso figurano la strategia Europa 2020 per la crescita e l’occupazione, la Roadmap verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse, la politica di sviluppo rurale, la politica industriale, il pacchetto UE su clima ed energia con i relativi obiettivi 2020, la strategia fitosanitaria e la strategia sul materiale riproduttivo nonché le strategie in materia di biodiversità e bio-economia.

La politica forestale viene dunque in primo luogo realizzata a livello

degli Stati Membri. Tuttavia è emersa la necessità di uno strumento per

l’UE che consenta, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e di condivisione

della responsabilità, di coordinare le azioni garantendo la coerenza tra le

politiche in materia forestale e che consenta la creazione di sinergie con

altri settori che influenzano la gestione delle foreste.

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Uno strumento di coordinamento delle politiche del settore a livello UE permette inoltre di creare sinergie nella ricerca e nell’innovazione, sostenen- do e dirigendo gli sforzi della comunità scientifica verso obiettivi comuni.

La Strategia Forestale dell’UE redatta nel 1998 ha stabilito un primo quadro per azioni mirate alle foreste, a sostegno di una gestione forestale sostenibile.

Il Piano d’Azione dell’UE per le foreste 2007-2011 ha rappresentato uno strumento importante per l’attuazione della strategia e ha stabilito quattro obiettivi incentrati su competitività, ambiente, qualità della vita, coordinamento e comunicazione.

Da una valutazione ex-post del piano d’azione per le foreste è emersa la necessità di mettere a punto una nuova Strategia Forestale che sviluppasse e attuasse una visione comune sulla gestione multifunzionale e sostenibile delle foreste in Europa, che definisse nuove priorità e obiettivi per le azioni, stabilisse un nesso tra le strategie e i piani di finanziamento dell’UE e degli Stati Membri, rafforzasse la pianificazione, il finanziamento e l’attuazione intersettoriale coerente delle attività, stabilisse chiari meccanismi di monito- raggio, valutazione e rendicontazione.

La Commissione europea ha così elaborato la nuova Strategia Forestale che, partendo dalle raccomandazioni del Piano d’Azione per le foreste, for- mula orientamenti strategici per rispondere alle nuove sfide delle foreste a del settore forestale dell’Unione, a fronte dei profondi mutamenti sociali e politici degli ultimi 15 anni.

La nuova Strategia Forestale intende essere un punto di riferimento fondamentale nello sviluppo delle politiche nel settore, compresa la ricerca.

Adottata dalla Commissione il 20 settembre 2013 e presentata al Parlamen- to europeo e al Consiglio, è stata elaborata nel corso di 2 anni in stretta col- laborazione con gli Stati Membri e le parti interessate.

La Strategia raggruppa vari aspetti di più ambiti politici complementari (sviluppo rurale, imprese, ambiente, bioenergia, cambiamenti climatici, ricerca e sviluppo), individua i principi fondamentali da adottare per raffor- zare la gestione sostenibile delle foreste e per migliorare il quadro concor- renziale e agevolare la creazione di posti di lavoro, in particolare in aree rurali, garantendo al contempo la protezione delle foreste e il buon funzio- namento dei servizi ecosistemici.

I principi guida della nuova Strategia Forestale fanno riferimento alla

gestione sostenibile, che richiede modi e livelli di utilizzo delle foreste che

rispettino la biodiversità, la produttività, la capacità di rigenerazione, la

vitalità e la possibilità di svolgere, ora e in futuro, importanti funzioni eco-

logiche, economiche e sociali a livello locale, nazionale e globale, senza dan-

neggiare altri ecosistemi.

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Obiettivo della strategia è ottenere che entro il 2020 tutte le foreste del- l’UE siano gestite nel rispetto dei principi della gestione forestale sostenibi- le. Tale obiettivo viene indicato, seppur in termini più generali, anche nella Decisione Parlamento europeo e del Consiglio sul Settimo Programma di Azione per l’Ambiente del 20 Novembre 2013.

Secondo la nuova Strategia Forestale, il potenziale di multifunzionalità delle foreste dell’UE deve essere preservato, sviluppando metodi di gestio- ne del patrimonio boschivo sostenibili ed equilibrati che ottimizzino il fun- zionamento dei servizi ecosistemici fondamentali. Si ritiene di fondamenta- le importanza in questo ambito il contributo della comunità scientifica.

L’UE deve contribuire a fare in modo che le diverse funzioni delle fore- ste siano bilanciate, che la domanda a fornire servizi ecosistemici di impor- tanza fondamentale sia soddisfatta, ma anche che vengano fondate le basi affinché le foreste e l’intera value chain del settore siano competitive e diano un valido contributo alla bio-economia.

È necessario nel contempo soddisfare la domanda crescente di materie prime e di energie rinnovabili, nonché rispondere alle sfide ed alle opportu- nità che le imprese forestali affrontano sul piano dell’adattamento struttura- le, dell’innovazione, della formazione, dello sviluppo delle competenze, della concorrenza internazionale, della politica in materia di clima oltre il 2020, della informazione e della comunicazione.

Si devono altresì proteggere le foreste e la biodiversità da minacce cre- scenti quali tempeste, incendi boschivi, agenti patogeni, che sono aggravate dai cambiamenti climatici in corso.

I L RUOLO DELLA RICERCA SCIENTIFICA

Il contributo del mondo scientifico sarà fondamentale per contribuire a far fronte alle complesse sfide ambientali e sociali cui è esposto il settore fore- stale. Le scelte politiche e la loro implementazione devono fondarsi su dati oggettivi e sulla conoscenza approfondita dei problemi che solo una solida base scientifica può offrire. In questo senso è anche necessario tradurre e organizzare le basi di conoscenze in banche di dati e informazioni sulle fore- ste direttamente fruibili, tempestive e armonizzate a livello europeo.

La nuova Strategia Forestale è articolata in otto aree prioritarie inter- connesse con relativi orientamenti strategici:

1. sostenere le comunità rurali e urbane;

2. migliorare la competitività e la sostenibilità dell’industria del legno del- l’UE, della bioenergia e dell’economia verde in generale;

3. le foreste e i cambiamenti climatici;

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4. proteggere le foreste e migliorare i servizi ecosistemici;

5. che tipo di foreste abbiamo e come stanno cambiando?;

6. prodotti forestali nuovi e innovativi che generano valore aggiunto;

7. collaborare per conoscere meglio le nostre foreste e gestirle in maniera coerente;

8. le foreste viste da una prospettiva globale.

Il tema dell’innovazione emerge chiaramente in tutte le aree prioritarie della Strategia, tuttavia due di esse (5 e 6) sono espressamente imperniate sul miglioramento delle basi di conoscenze, fondandosi l’una sulla necessità di un’area di ricerca sulle foreste nell’UE e l’altra sull’esigenza di disporre di basi di dati forestali armonizzate a livello UE.

Nell’ambito dell’area prioritaria della ricerca scientifica (6), si sottoli- nea che per stimolare l’innovazione in tutto il settore forestale è necessario che l’area di ricerca sulle foreste dell’UE sia coerente e ambiziosa. I pro- grammi quadro dell’UE per la ricerca e lo sviluppo sostengono il settore forestale, che era presente nel 7° programma quadro ed è attualmente pre- sente in Orizzonte 2020.

L’obiettivo è concorrere con la ricerca allo sviluppo del settore forestale rafforzandone la sostenibilità, contribuendo all’economia rurale tramite la gestione forestale sostenibile, migliorare la capacità di reazione a stress biotici e abiotici ed elaborare sistemi di produzione e prodotti forestali migliori.

La Commissione e gli Stati Membri devono cooperare allo sviluppo di strumenti di ricerca e di modellizzazione avanzata al fine di colmare lacune informative e conoscitive e meglio comprendere le questioni complesse legate ai cambiamenti di natura sociale, economica e ambientale cui sono esposte le foreste.

L’area prioritaria dei sistemi informativi (5) si fonda sulla considerazio- ne che per affrontare le nuove sfide ambientali e sociali del settore forestale è necessario rafforzare le basi di conoscenze sulle foreste in Europa. In effetti la mappatura e la valutazione dello stato degli ecosistemi forestali e dei relativi servizi ecosistemici richiede informazioni migliori di quanto disponiamo attualmente.

Per questo la Strategia Forestale prevede l’istituzione di un sistema infor-

mativo forestale per l’Europa che raccolga in modo armonizzato e capitalizzi i

dati forestali dell’Unione. A questo riguardo la Commissione e gli Stati Mem-

bri hanno già posto le basi per la costruzione di un sistema informativo modu-

lare sulle foreste in Europa che integri sistemi informativi esistenti, quali il

sistema informativo europeo sugli incendi boschivi (EFFIS - European Forest

Fire Information System) o il centro dati europeo sulle foreste (EFDAC - Euro-

pean Forest Data Centre), in un sistema dinamico capace di combinare dati e

modelli per fornire informazioni ad elevato valore aggiunto.

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Il risultante sistema informativo forestale per l’Europa (FISE - Forest Information System for Europe) è in corso di realizzazione presso il Centro Comune di Ricerca della Commissione europea e sarà organizzato in quat- tro moduli tematici: foreste e disturbi naturali, foreste e bio-economia, fore- ste e cambiamenti climatici, foreste e servizi ecosistemici.

I dati del FISE dovranno essere armonizzati a livello dell’UE nel qua- dro di una cooperazione tra sistemi di rilevamento dati internazionali, paneuropei e nazionali.

Nell’ambito del FISE, la Commissione europea in collaborazione con gli Stati Membri sta altresì predisponendo basi di dati e mappature forestali sui temi della biomassa, della biodiversità, degli habitat forestali e sta lavo- rando allo sviluppo di un modello forestale dinamico in grado di fornire proiezioni future conseguenti a possibili scenari o alternative politiche per il settore forestale europeo.

Nell’ambito della Strategia Forestale due aree prioritarie (1 e 2) fanno riferimento alla gestione sostenibile delle foreste quale contributo al rag- giungimento dei principali obiettivi sociali. Anche in questo caso sono identificabili ampi spazi per il contributo di scienza e innovazione, e in modo particolare per il trasferimento tecnologico.

In primo luogo le comunità rurali. Una forza lavoro che opera in maniera sostenibile, competente e in piena sicurezza è uno dei pilastri per una maggiore competitività del settore forestale. Le foreste ben amministra- te da lavoratori e imprenditori qualificati aprono la strada a un settore fore- stale sostenibile e competitivo che ha un ruolo rilevante per lo sviluppo rurale e per l’intera economia e che comporta indubbi vantaggi sociali.

La Commissione ritiene che si debba ricorrere a fondi per lo sviluppo rurale per finanziare la gestione sostenibile delle foreste. Il cofinanziamento di misure a favore delle foreste nel quadro del regolamento sullo sviluppo rurale è stato e continuerà ad essere uno dei principali mezzi di finanzia- mento a livello di UE (il 90% dei finanziamenti complessivi a favore delle foreste).

Occorre dunque che gli Stati Membri sfruttino le opportunità offerte dal nuovo regolamento sullo sviluppo rurale e stabiliscano priorità d’inve- stimento in ambiti quali l’ammodernamento delle tecnologie per le foreste, il contributo del settore forestale alla bio-economia, il miglioramento della resilienza e del valore ambientale e degli ecosistemi forestali, il consegui- mento degli obiettivi di biodiversità, l’adattamento ai cambiamenti climati- ci, la conservazione del patrimonio genetico, la protezione delle foreste, la creazione di nuove aree boschive e di nuovi sistemi agro-forestali.

In secondo luogo la competitività e la sostenibilità dell’industria del

legno dell’UE, della bioenergia e dell’economia verde in generale.

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I prodotti forestali legnosi e non, sono di crescente interesse per i mer- cati e offrono l’opportunità di mantenere o creare posti di lavoro e di diver- sificare le entrate in un’economia verde a basso consumo di carbonio. Un uso più diffuso del legno come materia prima sostenibile che rispetta clima e ambiente senza danneggiare foreste e servizi ecosistemici deve essere pro- mosso a tutti i livelli.

Il 58% del legname utilizzato nell’UE è trasformato da imprese dell’U- nione, che insieme sommano oltre il 7% del PIL del settore manifatturiero e impiegano più di 3 milioni di addetti.

Il restante 42% della biomassa prelevata è usato per la produzione energetica, che rappresenta circa il 5% del consumo energetico totale dell’UE. In base ai piani d’azione e programmi forestali nazionali la biomas- sa continuerà ad essere la fonte primaria di energia rinnovabile anche nel 2020.

La futura competitività del settore foresta-legno richiederà la messa a punto di nuovi processi e prodotti che siano efficienti nell’impiego di risor- se e di energia e che abbiano basso impatto ecologico. L’innovazione e il trasferimento tecnologico avranno in questo senso un ruolo chiave.

L E PRIORITÀ AMBIENTALI

La nuova Strategia Forestale identifica quindi due obiettivi prioritari (3 e 4) incentrati su cambiamenti climatici, protezione delle foreste e migliora- mento dei servizi ecosistemici.

Le foreste sono vulnerabili ai cambiamenti climatici. Per questo motivo è importante mantenere e rafforzare la loro resilienza e capacità di adatta- mento, mediante una gestione forestale mirata e attenta ai cambiamenti emergenti, con una rinnovata attenzione alla prevenzione degli incendi boschivi. Si sottolinea che secondo la Strategia Forestale le capacità di adat- tamento e resilienza delle foreste degli Stati Membri possono essere miglio- rate anche contribuendo a colmare le attuali lacune conoscitive al riguardo.

Nel contempo, la gestione delle foreste può mitigare i cambiamenti cli- matici sia attraverso il mantenimento e potenziamento dell’accumulo netto (carbon sink) forestale, sia attraverso la fornitura di prodotti legnosi che possono costituire depositi temporanei di carbonio o sostituire materiali e combustibili ad alta intensità di carbonio.

L’aumento del potenziale di mitigazione delle foreste è perseguibile

massimizzando l’assorbimento di CO 2 (e quindi la produzione biologica

netta) e nel contempo riducendo le emissioni in ambito forestale anche gra-

zie ad un uso “a cascata” del legno, secondo cioè un utilizzo che preveda in

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ordine di priorità prodotti legnosi, prolungamento del ciclo di vita, riutiliz- zo, riciclo, bioenergia e smaltimento.

Le pressioni cui sono esposte le foreste, tra cui la frammentazione degli habitat, la diffusione di specie alloctone invasive, i cambiamenti climatici, la scarsità di acqua, gli incendi, le tempeste e gli organismi nocivi richiedono la massima attenzione. Sia la natura, sia gli effetti di alcune minacce hanno una portata che va oltre i confini nazionali e richiedono quindi un interven- to a livello dell’UE.

La protezione delle foreste deve essere volta a preservare, migliorare e ripristinare la multifunzionalità degli ecosistemi forestali come cuore pul- sante dell’infrastruttura verde dell’UE. È inoltre opportuno mirare alla pre- venzione degli impatti negativi sulle foreste piuttosto che all’attenuazione dei danni e al ripristino. Affinché le foreste siano in grado di reagire a minacce e dinamiche future, è necessario migliorare la diversità genetica e proteggere il patrimonio genetico a rischio.

I piani di gestione forestale e gli strumenti analoghi basati sui principi della gestione sostenibile delle foreste sono fondamentali per un’offerta equilibrata di molteplici beni e servizi. I piani di gestione forestale sono un elemento centrale sia della strategia UE 2020 per la biodiversità, sia dei fondi UE per lo sviluppo rurale. La Strategia Forestale è incentrata su que- sti piani e strumenti e ne promuove e sostiene l’uso.

L A DIMENSIONE GLOBALE

Le ultime due aree prioritarie della nuova Strategia Forestale (7 e 8) riguardano il coordinamento e la prospettiva globale.

L’attuale struttura di governance delle foreste dell’UE si basa sul Comi- tato Forestale Permanente. Si auspica che il Comitato rimanga il foro di discussione per tutti gli aspetti legati alle foreste, al fine di garantire il coor- dinamento e la coerenza delle politiche in materia forestale. Tuttavia si devono apportare dei miglioramenti che consentano al Comitato di affron- tare anche aspetti legati ad altre politiche.

A livello globale la Strategia indica come prioritario il rafforzamento

del contributo dell’UE alla riduzione della deforestazione e il degrado delle

foreste, nonché la promozione della gestione forestale sostenibile come

modo per proteggere la biodiversità del pianeta, contrastare la desertifica-

zione, rispondere ai cambiamenti climatici, garantendo al contempo che gli

ecosistemi delle foreste continuino a fornire beni e servizi.

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C ONCLUSIONI

In conclusione la nuova Strategia Forestale elaborata dalla Commissio- ne europea nasce come strumento di coordinamento in un contesto di gran- de complessità, per rispondere alle nuove sfide del settore forestale del- l’UE.

La Strategia “esce dalla foresta” per affrontare tutti gli aspetti dell’uti- lizzo delle risorse forestali ai fini della produzione di beni e servizi. Sottoli- nea la necessità di adottare un approccio olistico, che tenga conto dell’im- patto di altre politiche sulle foreste e degli sviluppi al di fuori del settore forestale per migliorare la capacità di reazione del settore agli sviluppi di diversi ambiti politici.

Tale impostazione mira a porre le foreste e il settore forestale dell’UE al centro del percorso verso un’economia verde e a valorizzare i benefici sostenibili offerti dalle foreste, garantendone al contempo la protezione. Gli obiettivi per il 2020 sono chiaramente il risultato di una visione integrata delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (sociale, economico e ambientale).

Il contributo della comunità scientifica, della ricerca e dell’innovazione

a sostegno di questo percorso sono di vitale importanza, così come è

sostanziale poter disporre di solide basi scientifiche e di conoscenza per

sostenere le politiche forestali e per costruire il futuro del settore forestale

dell’UE.

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