Lettera aperta al Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani
Investire nelle Case della salute per innovare e migliorare la Medicina generale e le Cure primarie
Signor Presidente,
la pandemia ha dimostrato – ove ce ne fosse stato bisogno – la necessità e l’indubbia utilità delle Case della salute nel rafforzamento della Medicina generale e dei servizi territoriali. Grazie alla disponibilità di ampi spazi destinati ai servizi ambulatoriali e all’organizzazione multiprofessionale e multidisciplinare delle attività è stato possibile – anche nei momenti più critici – preservare la qualità delle cure, garantire la sicurezza dei pazienti ed effettuare con tempestività ed efficienza operazioni complesse come la vaccinazione Covid per i soggetti over 80.
Le Case della salute sono cresciute in Toscana come espressione di realtà locali – con differenti caratteri distintivi: storici, socio-ambientali, professionali, organizzativi – e come frutto
dell’innovazione nella gestione delle cure primarie. La L.R. 4 giugno 2019, n. 29 - “Le Case della Salute” - indica chiaramente gli elementi essenziali di tale innovazione: “La Casa della Salute rappresenta un modello di sanità territoriale attraverso cui i cittadini possono disporre,
nell’ambito della Zona-Distretto/SdS, di una struttura polivalente quale punto di riferimento certo per la presa in carico della domanda di salute e di cura, per la continuità assistenziale e, attraverso la sinergia con le istituzioni locali e gli attori sociali del territorio, per una più efficace garanzia dei livelli essenziali di assistenza sociosanitaria.
La Casa della Salute in particolare:
1. fornisce un punto unitario di accesso alla rete integrata dei servizi, che garantisce attraverso i suoi professionisti una presa in carico complessiva della persona;
2. favorisce l’integrazione fra i professionisti che erogano i livelli essenziali delle prestazioni
sanitarie, sociosanitarie e sociali attraverso la contiguità spaziale dei servizi e la multidisciplinarietà degli interventi;
3. valorizza il ruolo delle comunità locali ai fini della prevenzione e promozione della salute anche nell’ambito di specifiche progettualità. Nella Casa della Salute vengono svolti i progetti di sanità di iniziativa, la presa in cura dei pazienti cronici e complessi, i progetti di prevenzione e promozione della salute da comunità professionali multidisciplinari”.
Tali concetti sono confermati nell’atto di indirizzo della giunta regionale del giugno 2020 (DGR
770/2020) che rilancia il programma di sviluppo delle Case della salute (CdS), quali sedi di
riferimento (anche se non esclusiva) dell’attività dei medici di medicina generale, prevedendo
l’istituzione di almeno una Casa della salute per ogni AFT entro il 31.12.2021.
Lo stesso atto d’indirizzo stabilisce che “è necessario superare l’approccio che basava la
caratterizzazione della CdS prevalentemente su requisiti strutturali… riconoscendo invece, come elementi caratterizzanti, i requisiti di processo, cioè le progettualità elaborate per ciascuna CdS, contenenti obiettivi, attività e percorsi di orientamento e assistenziali definiti dai team che lavorano in ciascuna CdS”. Si ribadisce infine che la “popolazione di riferimento della CdS è rappresentata dai cittadini che hanno liberamente scelto i medici di famiglia, afferenti alla Casa della salute e componenti del team” e si sottolinea che “il team multiprofessionale non può prescindere dalla presenza dei MMG”.
In un recente rapporto pubblicato dall’Agenzia regionale di sanità (curato da P. Francesconi e B.
Bellini) risulta che al primo gennaio di quest’anno, sono attive sul territorio regionale 69 CdS con almeno un MMG per un totale di 370 MMG in CdS, pari al 15,1 % del totale, con una percentuale di MMG con ambulatorio in CdS che varia dall’11,6 % nella ASL Toscana Centro al 23,2 % nella ASL Toscana Sud-Est. Il rapporto rileva che il numero di MMG con ambulatorio in una CdS, che aveva raggiunto un picco ad inizio 2019, con 445 MMG, pari al 17,5 %, è andato a diminuire negli ultimi due anni e soprattutto nell’ultimo anno.
Per evitare che questa riduzione si trasformi in un depotenziamento della Medicina Generale e delle Cure Primarie è necessario incentivare la costituzione di nuove Case della Salute, partendo da due modelli principali: uno nel quale i MMG effettuano la propria attività convenzionale principalmente nella CdS, l'altro con i MMG che continuano ad operare nei propri studi periferici, organizzando nella CdS prestazioni aggiuntive come un Ambulatorio di Primo Soccorso, la Sanità d'Iniziativa, la Medicina Vocazionale, le Vaccinazioni, i Tamponi rapidi.
Dobbiamo approfittare dell'investimento previsto dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che prevede la destinazione di ingenti risorse per innovare e migliorare la Medicina generale, per il rilancio dei servizi territoriali e delle cure di prossimità, ed in particolare per lo sviluppo delle Case della salute (o Case della comunità). La Regione non può farsi trovare impreparata di fronte a questo fondamentale e forse irripetibile appuntamento.
È altrettanto necessario, naturalmente, che l’Accordo Regionale con la Medicina Generale tenga conto di questo necessario sviluppo e preveda una serie di regole, pur modulabili localmente a seconda del contesto (CdS in sedi distrettuali o comunque di proprietà Asl, in sedi di Associazioni di volontariato, in sedi fornite dai Comuni, altro), che disciplinino ad esempio modalità dei compiti di ciascuno e delle relative responsabilità, tenendo come punto fermo il mantenimento del ciclo di fiducia.
La invitiamo quindi a contattare fin da subito le organizzazioni sindacali della Medicina Generale
per un nuovo Accordo Regionale che accompagni e sostenga questo necessario investimento,
culturale e finanziario, nello sviluppo delle CdS.
Per questo i sottoscritti Medici di Medicina Generale chiedono che - al di là dell’emergenza Covid - si torni a discutere del potenziamento dei servizi territoriali sanitari e sociali, progettandone le indispensabili strutture, coinvolgendo la popolazione e le amministrazioni locali.
13 maggio 2021
CdS Querceta (Lu)
Giuseppe Cavirani, Pier Lorenzo Dal Torrione, Angela Fontana, Renato Magri, Antonio Pellizzari, Michela Simi, Marco Tomei, Lucia Ulivi
Viareggio
Massimo Del Mutolo, Guglielmo Gagnesi, Carla Pellegrineschi, Alessandra Pighini CdS e AFT Pietrasanta
Giuseppe Fortini, Francesco Gattai, Simona Giannoni, Federica Mancini, Paola Pucci, Ermanno Sorbo
CdS Seravezza Antonietta Bonci
CdS Le Piagge – FirenzeCecilia Francini, Maddalena Fanini, Francesco Magnante
CdS Castiglion fiorentino (Ar)
Fabrizio Agnelli, Gian Luca Banelli, Flavio Calzini, Marco Conti, Ugo Faralli, Ilaria Vinerbi CdS Foiano della Chiana (Ar)
Giampiero Chiavini, Valentina Fortini, Franco Ginetti, Lamberto Giuliani, Fabrizio Lucioli, Monica Mencacci, Roberto Reali, Paolo Ricciarini
CdS Poppi (Ar)
Giuseppe Attanasio, Giuseppe Bacci, Patrizia Cardini, Marcello Grifagni, Giancarlo Matini
CdS Stia (Ar)Luigi Giannini, Gloria Mobilia, Simone Pierallini, Maria Bianca Todaro
CdS Montepulciano (Si) CdS Siena
Luciano Valdambrini Maurizio Pozzi
CdS Cortona
Gerardo Argirò, Marilena Bietolini, Arturo Brocchi, Mauro Burbi, Giuseppe Cianti, Roberto Cottini, Davide Felici, Antonio Florio, Edoardo Franceschini, Alessandro Lovari, Alfredo Mariangeloni, Anna Melacci, Roberto Nasorri, Franco Rinchi, Sabrina Roggi
Stefano Moscardini, Coordinatore AFT La Rosa
Cecilia Del Papa, coordinatrice della CdS-AFT Pontedera Pietro Rivieri, Coordinatore CdS Pomarance e CdS Volterra