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LA SITUAZIONE IN SPIEGATA IN BREVE

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Academic year: 2022

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LA SITUAZIONE IN CONGO SPIEGATA IN BREVE

Il 22 febbraio l’ambasciatore italiano Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci sono stati uccisi nella Repubblica Democratica del Congo.

Abbiamo cercato di capire e far capire quale sia la situazione che rende possibile un fatto così grave.

Qui vogliamo spiegare in modo comprensibile la situazione del Congo.

A b b i a m o t r o v a t o q u e s t o o b i e t t i v o m o l t o impegnativo.

Abbiamo quindi chiesto a Limes, la rivista italiana di geopolitica, il permesso di usare alcuni suoi articoli.

Limes ci ha dato il consenso.

I testi che seguono sono, quindi, una sintesi di alcuni articoli della rivista.

Ecco i link per leggere la versione integrale degli articoli.

La guerra mondiale dei Grandi Laghi 1.

Guerriglie e interessi nell’Est della Repubblica 2.

Democratico del Congo.

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Le guerre invisibili del Congo 3.

Parleremo innanzi tutto brevemente del Congo e della sua storia.

Poi affronteremo i cambiamenti che la fine della g u e r r a f r e d d a h a g e n e r a t o i n A f r i c a e i n particolare in Congo.

Infine, entreremo più nel dettaglio analizzando in breve la situazione del Kivu.

Il Kivu, infatti, è la regione del Congo dove sono stati uccisi l’ambasciatore e il carabiniere.

IL CONGO.

Frantz Fanon, ideologo della decolonizzazione africana, scriveva negli anni Sessanta che se l’Africa dovesse essere rappresentata come una pistola il suo grilletto si troverebbe in Congo.

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Da un’illustrazione di Ale e Ale, Internazionale

1. LA GEOGRAFIA DEL CONGO.

La Repubblica Democratica del Congo è uno stato dell’Africa Centrale.

La capitale è Kinshasa.

La Repubblica Democratica del Congo è suddivisa in province.

Le province del Kivu del Nord e del Kivu del Sud si trovano a nord-est, coprono un’area vasta (di quasi 125 mila chilometri quadrati) con oltre 12 milioni di abitanti.

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In arancione evidenziata la Repubblica democratica del Congo

2. LE RICCHEZZE DEL CONGO.

Il Congo è da sempre indicato come uno «scandalo geologico».

Nella sua terra, infatti, c’è il 33% dei giacimenti mondiali di cobalto, il 10% delle riserve mondiali di rame, un terzo delle riserve di diamanti e tre quarti delle risorse mondiali di coltan (colombo-tantalite).

Il coltan è indispensabile per la fabbricazione dei computer, dei telefoni mobili e di altri strumenti elettronici.

Il Congo possiede, inoltre, estesi giacimenti di uranio, zinco, manganese.

Infine, nuovi giacimenti di petrolio sono stati

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scoperti nell’area protetta del parco nazionale del Virunga.

Il lavoro in una miniera di Coltan in Kivu, foto di Stefano Stranges

3. LE DIFFICOLTA’ DEL CONGO.

La Repubblica Democratica del Congo vive enormi difficoltà.

Nelle province di Kivu, Ituri ed Equatore continua a diffondersi il virus Ebola.

Lì l’Ebola dal 2019 ha fatto oltre duemila morti.

Il Programma alimentare mondiale è l’agenzia dell’ONU che si occupa di assistenza alimentare.

Il Programma alimentare mondiale negli ultimi anni ha lanciato l’allarme più volte.

13 milioni di persone, infatti, sono in uno stato di denutrizione così grave da essere stremate.

Medici Senza Frontiere ha chiesto un intervento urgente dall’ONU.

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L’Unhcr è l’agenzia ONU che si occupa delle persone rifugiate.

L’Unhcr dichiara insostenibile la situazione dei campi profughi presso i confini con il Ruanda e l’Uganda.

I l g o v e r n o c e n t r a l e d e l C o n g o s i m o s t r a indifferente a quanto avviene nel Kivu.

Kivu. Gruppo di profughi in attesa di cibo

4. STORIA DEL CONGO.

Dalla nascita alla fine della guerra fredda.

Il territorio che oggi forma la Repubblica Democratica del Congo diviene uno Stato per

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decisione delle potenze europee.

La Conferenza di Berlino del 1884-85, infatti, assegna la proprietà di questi territori a re Leopoldo II del Belgio.

Dal 1884 fino al 1908 il Congo è, quindi, proprietà privata di Leopoldo II con il nome di Stato libero del Congo.

La condizione dei lavoratori per la raccolta del caucciù ai tempi di Leopoldo II del Belgio

Dal 1908 al 1960 diventa colonia del Belgio (Congo Belga).

Nel 1960 il Belgio concede l’indipendenza al Congo affidando il governo a Lumumba.

Nel 1961 Lumumba è condannato a morte; seguono anni di lotte.

Nel 1965 sale al potere Mobutu. come garante degli interessi economici occidentali nel Paese e nella regione.

Mobutu battezza questo stato Zaire; riesce a stare

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al potere fino al 1996.

Mobutu, infatti, garantisce gli interessi economici delle potenze occidentali nel Paese.

La fine della guerra fredda (dopo la dissoluzione dell’URSS) sancisce la fine del potere di Mobutu.

4. STORIA DEL CONGO.

Dopo la guerra fredda

I nuovi equilibri post-guerra fredda trasformano l’aera intorno ai Grandi Laghi africani in un laboratorio di ricomposizione intranazionale, regionale e internazionale di grande rilievo.

Il Congo è il cuore dell’area intorno ai Grandi Laghi ed è espressione di quanto sta accadendo in quell’area geo-politica.

Nel 1994 in Ruanda in tre mesi (da aprile a luglio) gruppi di estremisti di etnia hutu uccidono circa un milione persone tra abitanti di etnia tutsi e hutu moderati.

Il Congo ad est confina con il Ruanda.

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Ruanda, strage di civili nel 1994

Il Ruanda possiede una parte della regione del Kivu e i tutsi, saliti al potere, invadono il Kivu congolese.

Laurent Désiré Kabila sfrutta gli interessi del Ruanda e alleandosi con loro caccia Mobutu.

È la Prima Guerra Congolese (1996).

Si incrociano tre interessi: quelli di Kabila, quelli del Ruanda e quelli degli Stati Uniti.

Nel 1998, però, Kabila rompe con gli alleati ruandesi.

Inizia così nel 1998 la Seconda Guerra del Congo, che si svolge soprattutto nella parte est del Congo (che confina con il Ruanda).

Queste guerre prendono il nome di Prima Guerra Mondiale africana.

Questa guerra vede, infatti, coinvolti sette Paesi africani.

È combattuta, però, interamente sul suolo del

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Congo.

Il 10 luglio del 1999 si arriva alla firma di un trattato di pace tra il governo centrale della Repubblica Democratica del Congo e tutte le forze in campo.

Il 16 gennaio 2001 Kabila è assassinato.

4. STORIA DEL CONGO.

Dopo la Prima Guerra Mondiale africana

Al posto di Laurent Désiré Kabila, assassinato, subentra il figlio, Joseph Kabila che è appoggiato dagli Stati Uniti.

Kabila governa il Paese fino al 2018.

Il 30 dicembre 2018 Felix Tshisekedi vince le elezioni.

Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale Africana, la parte occidentale del Paese non è più teatro di scontri violenti.

Le violenze, tuttavia, continuano nella porzione o r i e n t a l e d e l P a e s e ( N o r d e S u d K i v u i n particolare).

In generale si può dire che la de-colonizzazione congolese non ha portato alla costruzione di uno Stato.

I motivi di questo fallimento sono la sua nascita artificiale, i condizionamenti della guerra fredda e gli interessi generati dalle ricchezze del suo territorio.

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DUE STUDI INTERNAZIONALI SPIEGANO LA SITUAZIONE DEL CONGO

Nel 2000, dopo la Prima Guerra Mondiale africana, l’Ogt (Osservatorio governanza-trasparenza), un movimento associativo congolese, ha pubblicato un rapporto.

Il titolo di questo rapporto è: Guerra nella Repubblica democratica del Congo: posta in gioco economica e attori.

Un anno più tardi esce un rapporto ufficiale dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite).

Questo rapporto mostra l’ampiezza e i protagonisti di questo saccheggio internazionale facendo i nomi delle multinazionali coinvolte.

I rapporti evidenziano il fatto che “gruppi mafiosi, aiutati e protetti da ufficiali superiori ruandesi e ugandesi, si abbandonavano ad un traffico intenso e massiccio di ricchezze minerali del Congo (rame, cobalto, uranio, diamante, oro eccetera), trasformando questo Paese in un immenso crocevia di malavitosi e faccendieri di ogni calibro: trafficanti di diamanti, di narcodollari e di armi”.

Multinazionali sudafricane, francesi, svizzere, canadesi, americane e australiane partecipano a questa insanguinata caccia al tesoro.

Tutte le regioni del Congo sono interessate dagli appetiti dei “nuovi predatori”.

Una fitta rete di sfruttamento coinvolge personalità governative di spicco dei paesi coinvolti nella guerra, ma anche importanti e conosciute società multinazionali in unione con operatori locali.

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5. LA GEOPOLITICA DEL CAOS

Achille Mbembé è un filosofo nato in Camerun.

È considerato uno dei più importanti teorici viventi del post-colonialismo.

Mbembé ha teorizzato la «geopolitica del caos».

Afferma: «Una nuova forma d’organizzazione del potere, basata sul controllo dei mezzi della costrizione (forza armata, mezzi d’intimidazione, carcerazioni, espropriazioni, uccisioni) nasce in territori che non corrispondono più alla concezione tradizionale dello Stato. (…)

In questi territori il processo di privatizzazione della sovranità è legato alla guerra e poggia su di un intreccio d’interessi di faccendieri e commercianti internazionali che operano in complicità con i ricchi locali.

I cosiddetti signori della guerra non agiscono in base a motivazioni etniche o politiche.

Essi strumentalizzano l’appartenenza etnica o le divergenze politiche spesso artificiali per alimentare e consolidare reti affaristico-mafiose.

Queste reti obbediscono più a logiche di arricchimento che a programmi di conquista politica e di governo della cosa pubblica».

Il Congo è l’illustrazione perfetta della geopolitica del caos.

Su questo sfondo avviene l’uccisione dell’ambasciatore Attanasio.

IL KIVU. DOVE È AVVENUTA

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L’UCCISIONE

1. IL KIVU

Il Kivu è una regione molto ricca di coltan, minerali preziosi e legname.

Nella regione del Kivu la violenza e i saccheggi continuano da decenni.

Gruppi di guerriglia lottano per il controllo delle ricchezze in questa zona.

Le regioni della Repubblica democratica del Congo.

Evidenziati in rosso Nord e Sud Kivu

2. I GRUPPI MILITARI PRESENTI I NEL

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KIVU

Questi sono i principali gruppi di guerriglieri che agiscono nel Kivu.

ADF (Allied democratic forces)

l’Adf (Allied democratic forces) è il gruppo più forte degli ultimi anni.

L’Adf si dichiara islamico ma non ha reali motivazioni ideologiche o un vero programma politico.

È semplicemente un gruppo che si dedica a razziare le ricchezze locali.

F d l R ( L e F o r z e d e m o c r a t i c h e p e r l a liberazione del Ruanda)

Le FdlR Forze democratiche per la liberazione del Ruanda sono gruppi di ribelli della Repubblica del Ruanda.

Il Governo congolese ha accusato le Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (FdlR) dell’agguato all’ambasciatore e al carabiniere italiani.

Milizie di autodifesa Mai-Mai

Sono milizie popolari. In origine erano nate per difendere i propri villaggi durante le guerre.

Oggi restano attive per lo sfruttamento delle tante ricchezze congolesi.

Gruppi islamisti

Nel maggio 2020, lo Stato Islamico ha invitato alla guerra santa tutti i fondamentalisti islamici

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africani.

Qualche mese dopo lo Stato Islamico ha rivendicato un attentato nel Kivu del Nord.

Guerriglieri in Kivu

3. VIOLENZA E SACCHEGGI

Tutti questi gruppi cercano di controllare i ricchi giacimenti e le foreste.

Questi gruppi si autofinanziano con i rapimenti di abitanti della regione o, quando riescono, stranieri.

Nel Parco dei Monti Virunga, ad esempio, è molto attivo il rapimento dei turisti che lo visitano.

Molti ranger, che si occupano della sicurezza del Parco, vengono uccisi.

L’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci sono stati uccisi proprio nel Parco dei Monti Virunga.

I soldati e il personale dell’ONU sono testimoni

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di questi traffici.

Per questo, sono poco tollerati.

Le multinazionali europee, americane e quelle dei paesi confinanti, come il Ruanda, favoriscono il contrabbando delle ricchezze del Kivu.

Ad esempio, il Ruanda figura fra i primi produttori mondiali di coltan, anche se il Ruanda non possiede miniere di coltan.

Nella capitale del Ruanda, Kigali, hanno sede le direzioni delle multinazionali, soprattutto belghe e americane, che commerciano i minerali preziosi.

L’Italia è poco attiva in questo genere di traffici.

Questa è la realtà del Congo.

Questo il suo emblema che promette GIUSTIZIA, PACE, LAVORO.

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L’emblema della Repubblica Democratica del Congo con la promessa PACE, GIUSTIZIA, LAVORO

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