• Non ci sono risultati.

K CÀVALIERIr. SEVERO, Dramaper Aliijìca CONTE D'ALIBERT DEDICATO. N2I Carnevale. Nel Teatro dell' 111. Sig, DA RAPPRESENTARSI. dell' Anno 1718.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "K CÀVALIERIr. SEVERO, Dramaper Aliijìca CONTE D'ALIBERT DEDICATO. N2I Carnevale. Nel Teatro dell' 111. Sig, DA RAPPRESENTARSI. dell' Anno 1718."

Copied!
80
0
0

Testo completo

(1)

x\LESS ANDRO

SEVERO,

Dramaper Aliijìca

DA RAPPRESENTARSI

Nel Teatro

dell' 111.™° Sig,

CONTE D'ALIBERT

N2I Carnevale

dell'

Anno

1718.

DEDICATO

K CÀVALIERIr

vendonoaPafquina nella LibrariadiPietroLeone airinfegnadiS.GiovannidiDio

3n R o

M

A,nella Stamperia delBernabò. 171 Càn liuiiZit de"Suferiori*

(2)

WUS1C lIBRAW

UNC

-CHAPEL HH.t

(3)

A' CAVALIERI.

On ha

il

merito

di

poter Jì dedicare

al

Merito

Voftro

ALESSANDRO

S E V E R Oj imperocché

cofiituito in quejto

Bra- ma

Ju'l

più

tenero fiore

delVetàfua

,

non puh

fregiala/ideile

maggiori Virtù

•prerogative,

che

ammirò

in

quel

chia-,

tftmo lume

de'

Cefari

l'antica

Roma

.

^en

e

vero

che

quanto manca

d'Eroico,

I

A

2 g

(4)

4.

e di

grande

al

Carattere

, che di pre-i

fente Egli

fofliene tutto iidejidera\^

"vuole5 e

/pera da VOI

;

già

che negli

Animi

Vojtrituttoil

ritrova

.

Piaccia- vi

di

fuperar

le di

Lui fperanze

coìt.^

quegli atti di

benignità

5 e

gentilezza

, che

fono tanto

proprii di

VOI

^ e delCa-]

rattere che

degnamente VOI

fojlenete :

E fingolarmente piacciavi

di

accordar-

gli col

mezzo

della Vojlra

umanifjima

inclinazione

V onore

del Vojlro

grafia Padrocinio

;

onde

gli

giovi

la

giudizi

a^\

ch'Egli

vi rende

in

prefentarvi

qucjìo tributod'ojfequio 5 e di

divozione

.

AR-

(5)

5

ARGOMENTO,

'Unica lodevole azióne

,

che

facelTe

rimpcradorc Eliogabalo,

P j

ildichiarar

Cefare Aleffandro Severo

, figliiaolo diGiulia

Mammèa

,

Donna

di

grande

autorità nell'Impero,e

che aveva

affinità col

Sangue

degli

Aa*

toninì , e

con

lo fteffo

Eliogabalo.

Si penri

poco dopo

quefto

Tiranno

diaver

degenerato

dal

fuo

cofluniey e

procurò

inpiù

maniere

di far

morire

il

Giovinet-

to

Aleffandro:

Il

quale

afliftito,

cpre-

fcrvato dalla vigilanza

Materna; dopo

la

morte

d'Eliogabalo,

pervenne

final-

mente

al

fupremo Governo

della

Ma»

narchiainetàditredici

anni

,fottela tu- tela di Giulia fua

Madre

,

che

glidiedein Ifpofa

una Vergine

di

Sangue

Patrizio,

nominata

(

come

fi

dalle

medaglie )

Saludia Barbia

Orbiana

.

In

breve tempo innamoratofi

Alef- fandro delle rare qualità della

Moglie

, la dichiarò

Augufta, con

farle parte di tuttiquegli onori,

che prima

la

Madre^

fola

godeva. Ondequcfta

ingclofita, e fdognata contra Saluflia ,

operò che

il

A

j Figliuo-

(6)

6

Figliuolo a forzi lanpiidiaOic^ e

dopo

avctie fatti diverfi gltraggi, le intiaiò fentcnza di relegazione nell'Africa.

Marziano, Padre

diSaluftia,

Uo-

tiiopotente neirEfercìto,

non potendo

tolerarel'ingiuria fattaal

fuo Sangue

, fi

foUevò contro

Giulia .

Ciò che ne

fe- guifife, fi raccoglie da

Erodiano,

e

da Lampridio. Nclia Favola

fi

c

jfcguito

ilvcrifiniile più

che

il

vero*

Le acclamazioni

fatte

ad

Aleflan- dro,la

Guerra

dalui

mofla contro

i Par-

ti ,lafua totale

dipendenza

dalla

Madre

i

le

nuove Terme

daluierette,fonotutte

cofe

fondate sùla verità dellaStoria

.

il

tempo,

incui fifinge

l'Azione

del

Drama

,è il

giorno Anni

verfario,in

cui Akflandro

erafalitoall'Impero.

ATTO-

(7)

7

ATTORI,

ALESSANDRO Impcràdore.

IlSig.^Andrea Cnerrì da Tifa.

S A L U S T

I

A Imperadrice Spofa

.

Il Sìg.Domenico Genovefì, Vìrtuofo di S. E.ilSig. AmhafciudoreCefarco

.

GIULIA Imperadrice Madre

.

Il Sig.GiovanniOjfi, *AllìtVùdel Sig.FrancefcQGafparim

MARZIANO Padre

di Saluftia .

// sig-.iorettt^o Sctntorini, Firtuofo

d4

Serenìffimo ElettoreTalatino .

ALBINA Nobile Romana.

Ilsig. CarloVeradaLucca*

CLAUDIO

Patrizio

Romano

IlSig. Gio: Battifla Roberti, Vìrtuofo delSerenifs. di

Modena^

La

Scena è in B^oma^

La

Muftca è del Sig.FrancefcoMan9ini,

Vice-Maeflrodella1\ealCappeladi7{a^

poli.

A 4 Mu*

(8)

8

Mutazioni di Scene.

NELL' ATTO PRIMO.

Luogo magnifico

nel

Campidoglio con Trono.

Teforcria

Imperlale.

Giardini.

NELL'ATTO SECONDO.

Loggie

Imperiali .

^Sala apparecchiataper

Convito

NELL'ATTO TERZO.

Terme

Imperiali.

Camera con Letto.

Salone Imperiale.

Vittore, eArchitetto delleScene

Il

Sig.Franccfco

Sarti

-

PRO-

(9)

9

PROTESTA.

LE

parole Faro, Deftino, Deità, Adorare,

elimili,fono ornaineaci Poetici, e

non

già fendaìcnti cìeir Autore, che fi pregiadi

eilcrvero Cattolico

.

Imprimatur,

SIvidcbitur

Reverendi

fs. Patri

Magillro

Sac.Palatii Apoftolici.

T.Epifcopus udrhacUd^ Vicesg.

Imprimatur.

Fr.

Nicolaus

Seller!Magiftcr,

Revcren»

lendifs. P.Fr.Gregorii Seller!Sac.Pal.

Apoft. Mag. Socius

,

Ord.

Prced.

ATTO

(10)
(11)

II

ATTO L

SCENA PRIM A.

Luogo

magnifico nei

Campidoglio con Trono

.

^lejjandro^ Sahftiay Mar's^iano 3 Claudio,

Topolii Soldati &c.^

Cora.ir

T

Iva, viva ilnoftroAugiifta;

\/

Viva illauro alafua

Chioma

.

V

VivailGrande.ilForteti!Giufto:

Viva

il Cefaredi

Roma

.

^lej] andròprefa per

mano

Salu^

ftia,

va

a federefuHtrono .

Mar.

Il giornofortunato, incui

llmpero

Con

grapplaufi di

Roma

il CicI ti diede,

Ecco

faufto ritorna

.

Piaccia agli Dei fcrbarci

un

sigran bene3

E

ferbarcelo eterno*

%4lef

Ne

i voftri votiilvoftro

amor

difcenio#

Marziano,alaplebeoro fifpargaj Dividafi assoldati,

Claudio, che nelCirco

Spettacolofiappretti, ove non fia

Sanguinofiila

pompa

,

empio

ildiletto

E

fe diItragi évago

Il

Popolo Roman

, venga amirarle-

SiirEufracCj efuiTigri; iviàei Parto

h

6

Con-

(12)

12

ATTO

Convien

che per noirefti

L'odio punito , eralterigia

doma

.

Coro. Viva, vivail noftro Augiifto;

Viva

ilCefarcdi

Roma

.

^lef. Saluftia?

SaL Amato

Spofo:

Quanto

aleglorie tue giubilail

Core

.

'^/tlef.

Tu

deleglorie miefeilamaggiore.

Romani:

ilSangueiiluftre, ifregi eccelli 5

L'amor

mio,lafua, TAugnfta Figliay Marziano fan

degno

,

Che

ilvofìro Imperadorglidial'Impero

Siil'Arminoftre

.

Mary A me

, Signore!

SaL Al Padre !

^lef. Tiaccorta

.

Mar.

Offeqniofo

S'inginocchiaapiè deltrono, ebacìa la

mano

ad*yilef[andro

.

Bacio

la

man

, che regge

Ilgrand'

Orbe

Terreno

.

^lef. Al militar

comando

gliilBafloneinfegno delgradoconferitogli.

Tifcelgo ,o Prode: il

Campo Te Duce

, al

nuovo

giorno

Contra

il Partoferoce

Spieghi Tequile altere.

Vanne,

eco'i lauri Augufti

Intrecciafu'l

mio

crinpalmeguerriere .

Mar.

L^Eufrate,

rOronce

L'altera fua fronte

A!

(13)

P R

I

M O.^

13 Al Tebro guerriero

Umil

piegherà . II

nome

, e

rimpero Di

Cefare iavitco Su'l Tigri {confìtto

Per

me

giungerà

p^ne

.

l'Eufrate,&c.

Ci.

Nunzio

del

de'PartiorgiunfealTebro^

£

chiede efpor

u^lef. afcolti

.

SCENA IL

Giulia 5 e ìSudettì.

CìiiU

E

la publica gioja

Venga

ancheGiuliaaparte.

^lef.

O Madre

, il

Trono

In atto dìfcender dalTrono.

GiuU

5

: Tempieabaftanza

L'indirà Spofa: io te la diedi, e

godo Che

unfuo fguardo

mi

onori

Dairalcc^za lubìime5incuilapofi

.

Io tralabàfla plebe,

Quellifemin a volgar, confufa e mifta ^

Udirò

conpiacerei vofiriapplauiì

,

Mirerò coadi'etro i vollriamori.

10 darò al

nuovo Duce

offcquio, elode%

Voi feiìza

me

rilponderetealParto ;

, Voi leiiza

me

daictc ,

All'Aufoiia, a laTerra

11 deltin dela,edelaguerra

.

Saliijlia^e^lejfandrofcmdonodaltrono.

Del

(14)

14

ATTO

^lef.

Del

Parto

ad

altro

tempo

S'odano\voci

.

Ci. Il ceuno

Vado

arecarne (parte.

Sai Augufta Giulia, ioleggo

Ne^

turbati tuoilumi...

Cini.

Han

querti lumi

Tuttoilpiacer ditua fortuna. Iolieta

tividi feder,dov*io fedea

.

SaL Lo

Spofo

....

Cini.

A

che difcolpe? Io fon la

Rea

,

Io cheunsichiarogiorno Venni a turbar.

^lef.

Di

migliorluce

adorno

Per te

mi

sfavillòsii lepupille":

Primo amor

d'Alcffandro, o

Madre,

fei . '

GìuL La

Spofa,chetidiedi5

amar

fol dei

.

SaL

Augufta ,é tuo favorla

mia

grandezza

.

GiuL Va

: SeguiiltuoAleifandro,e loacca-

di?/. ^

Pura

éla

fiamma

, (rezza .

^lef.

Puro

è Taffetto, a 2.

Che

nel

mio

petto

Sai. Perte,

mio Caro

, . , .

^lef. Perte,

mia

Cara, ^^'''P^^

Sai.

E

perchèpura, fcmprepiù bella,

Qual nuova

Stella Scintillerà

.

^lef.

E

perchè puro, femprc maggiore

Il luo fpleudore Diflponderà .

Sai.

Pura

&c.

\4l^.

Puro&c. SCE-

(15)

P R

I iM

Q

.

S

C E N A

III.

Giulia.

Giulia

pili

non

fon'io,

non

fono

Augufta

,

S'oggida! crinealtero

Non

tifvelloil

Diadema

, e

no

'1 calpefto

,

Ingratiffima

Donna

;

Baffo5 e fofcovapor, da'i raggi alzato

Di

beneficoSol;

ma

cheben tofto (bla .

Cadraidisfatto inpioggia^efciolto inneb-

Oggi

vedrai, Superba

,

Vedraife

domerò

latuafollia:

E

feavrà più poffanza

O

l'amord'Aleffandro,

o

l'ira

mia

.

Ch'io

mai

divida

Con

quell'Altera

TAuguftoallor?

Chi

locrede,chiIofpera i Chi lopenfa è un Traditor

Ch'io dialuogonelmioSoglio All'orgoglio

Di

unaperfida Beltà?

Chi

lopenfa, chi lofpera

,

Chi

locrede s'ingatnnerà .

S

C E N A

IV.

Teforerìa Imperiale

[Albina inabitodi

Vomo

, cSalujìia*

Ulh' Dell'altatua forte (s'inchina.

.

kJ Ben degna

Spofa5 ceco altuopie Sai.

(16)

i6

A T T O

Sai

Qual

fembiance ! qua! voce!

^Ilb'

La

sfortunata, e atebennotaAlbina ^

Sai x'Mbinaamica?e

quando

in

Roma, eco-

Sotto

ammanto

vini?

(me

Tapro

il

mio

core .

In quelì*età,dovefovente

amore

L'incauteGiovinette

PrendeaTuoilacci^edi fue

fiamme

accende.

Vidi

C

laudio3el'amai

.

Sai

Claudio

mie

noto

'

. TraCefarei Miniftri

.

^4ib. Eipur

mi amò.Fede

giurommi.II Padre Intefe inoflriaffetti, e piacern'ebbe

Un

Cefareo

comando

Tutto turbò.De'laSiciliaeletto i

FiìProconlbleilPadre .

A me

convenne Seguirlo,e lafciarClaudiojahicon qual pe-

'

iMutai Cielo,efortuna,, (na!

Coli

da!Genitore

Mi

fu fceltoaltroSpofo .

Piaijfi: pregai:

mi

oppofi;

Tuttofu

vano

All'Imeneo fune/lo

Non

trovandoaltro

fcampo

,

Iocercaine*lafuga

Nome

e Sellomentii . Mar^pianOjC

monte

Varcai:cotatitoardita

amor

mi fece

.

Giungo

al

Tebro

:entroin

Roma

:

Edi

Claudio

non

cerco ;

Cercod'Auguftaal pie china ,eprofìefa

La

miapace, il

mio

ben ,la

mia

difefa

.

Sai.

E

qualchiedi, l'avrai , Claudiotiè fido? :i

^Ib.

Un'anno

dico/lanza

i

Li I

(17)

P R IMO,

17 In

IJom

fi

può

fperar? Scn'ffì: fpedii .

Noa badò

a'Meffi ,e

non

nfpofea* fogli .

SaL

Ma

fe'itrovi iafedel, cheFarpretendi?

^Ib.

Ilacqiiidarlo ,0 punirlo.

Deh

fin ch*iofiacontentalo vendicata, Chiudiinte'l

mio

deiìin, taciil

mio

feflb.

II

mio

rifchio,il

mio

ouorcosi richiede

SaL Giuro

unfacro filenzioa latua fede.

^Illh

Vedrò

gueirinfedele;

E

fefaràcrudele, (lo.

Saròcrudel, farò fpietataanch'

O

Tuno,e l'altrocore

Amore

Di nuovo

ftringerài

O

ilfuo

non

riderà.

Sepiangeil

mio.

Vedrò

&c.

S

C E N A V.

^leffandro con Inofeguìto^ Claudia^

e Salnfiia.

Claud.T

E

fuppliche Vafsalle

JL4

Qui

raccolte ,

o

Signor....

Klef* Leggile: éPadre De' Popoliil

Regnante

.

Quel

giorno,incui

non

fono

O

benefico,

o

giufto ,

Da'mieifìifii fi efcluda;io

Tho

perduto

.

afederead unTavolino

.

Sai

Tede!

genere

Umano

U

(18)

i8

ATTO

La

delizia,e

ramor

chiamali!eGenti

,

A/V/.

E

tu,Saluftia,fei

La

delizia,

eTamor

del tuoAleflaadro

.

Al mio

fiancoti aflìdi

CL A

le fcarferaccolte,

oade

la

fame Preme

TltaleTerre

,

S'implorailtuo foccprfo

.

^lef.

La

Siciliaprò vegga

,

Ma

colpublico Erario

.

SaL

Clemente, egenerofo

.

CL

FraTarmi a

Pompe/ano

,

E

fotto l'elmoincanutìlafronte:

Chiede

ripofo

.

^lef* L'abbia,e

doppio goda

IImilitarftipendio

Sai. Mercedealfuo valor, fproncall'altrui

^lef. Claudio,quefto étuofoglio:

Da

Cefareche brami?

CL

Licenzadi partir col

nuovo

Sole

Dove

il

Campo Romano

Rivolgeràletrionfaliiakgnc

^lef. Perché?

CL

Desìodi gloria

Mi chiama

all'armi

.

SaL Anche

suifette Colli

Da

chiaCefare cfidoonorfiacquifta . ,

Se tiaggrada, oSignore

,

ReftiClaudiofu'lTebro; iotene priego

^Icf. Seguafiil tuovoler* Claudio,tieleggo

Duce

de'miei Cuftodi.

SaL Grazieperlui ti rendo.(In quellaguiki

Non

volgeràle piante

Lun-

(19)

P R

I

M O

. 19 Lungi

da Roma

; e rinfelicc Albina Sperar potràdi racquiftarlo a-aiance.) C/. In diftfa del tuo pecco

Il

mio

ajffetto

Argo

vigile fapji

.

Grande

c l'onore

,

Che

dal tuoiinio<re

Mi

li concede

piùancora la

mia

fede Liuninofo iJrenderà

.

Indifefa^&c. (parte.

S

C E N A V

1.

Giulia conunfoglioin

mano^

eìSudetti^

GluU

Y\ A

unbenefico

Augufto

,

JlJ EdaunFiglioamorofo Anche

tenera

Madre

Spera grazie, e leimplora

.

^lef.

La Madre

le

comanda

, e

non

lechiede Sai. Giuliaumile! )

GiuL

In queftofoglioefpreflì Ivoti del

mio

core.

T

orgeilfoglio ad^lejfandto Saran giufti,fe tuoii

Efetuoi,

femprccari. Iofegnoilfoglio

Lo

fottofcrivefen:^aleggerlo

Sai Ah

!lo leggeffe

almeno

. )

^l. Eccolo,

o Madre

, (levmdoftloporge Del

mio home

già impreflb ( Giulia GìuL

Mio

core,efangue

mio

Sak

(20)

IO

A T T O

Sai

T^mo

d^inganno) GiuL

Grave

afiRir

mi

richiede

Qui

conCcfare fola. (a Saluflia * Sai.

Che

farà?)ntì lafciarti

Sentoundolor più non intefoancora

ad./ilejfandro.

Alcf. Parti . Brevefarà la

mia dimora

.

SaL

Parto:

ma non

vorrei

,

Che

nel partire. ..(

oh Dio

;

Non

fento nelcor

mio

Tuttala calma !

Temo

5 nésòdi che .)

Non

ti fccrdardi

me

:

Iot'amo, e t'amerò :

E

tuafinche vivrò Sarà queft'alma

.

Parto &c,

SCENA VII,

Cmliay e u/ilej[andro .

Cini, Efare,Augufto , Figlio:

V-i

Avvicinati fiedi

.

^lef.

Te

fola> eteprefente

,

loCefare

non

fon:

non

fon cheFiglio .

Tii Auguftafei:tù

Madre.E

quefta,e quella.

.

GiuL Si:laMadre,eTAuguftaatefavella

.

Figlio: conquefto

nome Comincio

arammentarti

Ciò

che

mi

devi. Cefare:anchequello Titoloé

mio

favor: Tal

ngn

farefti

,

S'io

(21)

P R

I

M O.

21 S'Io

non

era tua

Madre

.

Eliogabalo>ilmottro

Coronato

di

Roma

,

Cefareticreò, perché

mio

Figlio

.

Non

bafta. Iodairinfidie

DelTirannocrudel faiquantevolte Tiprefervai . Laccio,veleno,eferro Minacciarlatuavita:iola difcli

Cadde

l'empio5 e turegni:

Quelbaépur'opra

mia

. S'amailtuo

nome

j Iltuo

Impero

fiefalta;etutto,

o

Figlio>

Fu

diGiuliafinorlegge, econfiglio .

^£lef IIpilitacerti,

o Madre

,

l3e benefizjtuoi :la caraSpofa.

Gìul. lotela diedi;il: mà.folladiedi

AI

marira! tuoletto,

Non

alRegio

mio Trono

:elei

mi

piacque

Tua

Conforte veder,

non mia

Sourana

.

^lef.

Diche?

Cini.Taci.

Mi

afcolta,è ticonfondi:

Parliprimala

Madre

, e poirifpondi

.

Son1o

piùGiulia?o fono

Ombra

di ciò che fui ? Giuliail Senato. Giulia vedeanlaCuria, il

Foro

,il Circo .

OraSaluftia è fola

Ciò

che Giuliaera pria . Tuttofiregge

Co

ivotide la Moglie

Il Monarca,e

ITmpero

.

Ah

! Figlio, Figlio:

Se vuoifoloregnar, regna: ione

godo

.

Ma

cheun'altra

mi

ufurpiilgra

do

uìio ,

No'l fofFrirò. Contenta

Cedo

alFiglio il poter;no'lcedoa Lei:

Ella

(22)

iz^

ATT

€)

Ella éfol

mia

Rivale;

E

!evifceremie, Figlio ,tufei

^lef.

Madre

, errai:

non

te'inicgo :

Ma

di errar

non

credei

,

Amando

un

dono

tuo nela

mia

Spofa

.

Pur

di errore silieve, einnocenre

E

perefi'a5 eper

me

perdoncichieggio .

Deh

placaTire:ilpianto

,

Che

a'pietifpargo.. ....

CìhL Amabil

pianto,

o

Figlio

Usò,

foftifedotto:

L'orgoglioaltrui

mi

tiaveatolto.Io trovo

Ancora

il

mio

Akffandro; ancor Tabbrac-

E

su

TAugufta

fronte (ciò;

Bacio ancoral'idee di quell'afferto,

Con

cuitenera

Madre ognor mi

amàfti^» KAlef.

O

bontà5che

mi

rendee

Trono

, evita !

Cfud.

Ma

la rea Seduttrice io

punita

.

Vada

lungi Colei

Dal Talamo

5edal Soglio:

L'aniafti col

mio

cor, l'odia col

mio

.

Mtf. Odiar

laSpofa? ....

oh Dio!

GiulSpofa più

non

ladir. Ripud) i!Frglio

Chi

ènemica ala

Madre

.

^lef.

Ah

fc'ltuo core

Ebbe

per

me

già

mai

Scintilladi pietà ;

Madre

,tiprego....

CiuL Poiriudirò Rifolvi :

O

la Spofa ,ola

Madre

abbial'efiglro '

O

fij tutto Marito,0 tutto Figlio^

.

Scrivi

.

^l*

Che mai?

Giù.

(23)

PRIMO.

23

Ghd.Sù

.Scrìvi

Sentenza

di^udio

. Iote1

comando.

^l. Dimmi

pria, chelafpada In qiieftoicno .

.

dui* Eh

! Scrivi

.

Spofe

non mancheranno

5

E

piùilluftri,epiùbelle al

Regio

Ietto

^l. Io

dunque GiuL

; vbbidifci

.

Dourò GìuL Che

tardi?

^l.

Ah Madre

:

Se nivetriil

mio

dolor. G//^/.L'apprendo.

c/f/. Scrivo. ..

.. ..forfèpoi ., .

CiuL

Scrivi;edel refto Lafcialacuraa 1

Numi

.

•/f/. Sa. lus«tia.più.

non

... Tel

.

Scrive, epoifi

ferma

.

GìuL

Moglie, né Augufta

.

Scrivi

.

hlef.

Eh

lacero vanne.*,

o

fogliored

.

Squarcia

U

carta impetuofamente e lagetta.

Son

Figlio;

infieATie

Son Monarca

del

Mondo

>efono

Augufto

Tutto deggioala

Madre

,

.

Mà non mai

la viltà d'eflereingìufto.

GraziealCiei:latuadeftra

Ciò

,che niegtiltuocor, già nìiconccfle Ripudiataè Saluftia;e tu

U

carta

Segaafìideiripudio

.

Alef.

(24)

14 ATTO

Akf*Io ?.. .

quando

?...

oh

Dei !

CitiLQnìtufcrivefti.

Or

fremijC fremiinvai MoflrandoilmemorialeJottofcrìtto.

Più

non mi

turbailtuo

maJ

nato

amore

,

Iltuo ingiuftocordoglio.

Queftoé

ilripudio,etu fegnafti ilfoglio

.

Alef. Ingannatoli fegnai ;

ma

nonl'approvo.

G/^/J/approverai

quando

ilSenato,e

Koma.

.

A/^jf. Farannoforzaal

mio

voler?Chipenfa S? temerarioecceflb ?

GiuL

Olà

?Giuliafon'io:tornain tefteffo.

Tifovvenga,ch*eri Figlio Priachefoffi

Amante

,e

.

Non

girarfuperboilciglio :

Non

tentar graffereimiei

.

Per

me

forticiò chefei ;

Ami

5 e

Regni

folper

me

.

Tifovvenga &c.

S

C E N A VI IL

Alejjandrò,epoi Salujììa.

Aùf,

J

Nfelice Aleffandro, echefacefti?

1

Incauto, echefcrivefti?

SaiSolopurti ritrovo

,

Mio

Spofo,

mio

Diletto . Ioqueftoattefì

Fortunato

momento

,

Perpoterti abbracciar.

Ma

che!

Tu

fui^giJ

Iruggidagli occhi miei?Sofpiri, e taci? Forfènon

m'amipiù

? Parla: Rifpondi

.

(25)

P R

I

M p.

2?

f.

Ah

! dircinon pofs' io

,

Seiioache(ei'l.'cor

mio

,

£'1caro

mio

Tcfor

.

(

Madre Crudek

:

Perchécosìingannarmi ?

Spolafedele:

Dourai

dunque

lafciarml?

O Madre

!

O

Spofa!

O

Stelle !

O

deftraempia,e ribelle

,

Fabrade!

mio

dolor!)

Ah

!dirti&c*

SCENA IX.

Saluflia.

*

mi

lafcia?cnonparla?

è Quale addio! qiialfilenzio ! (tendo

Qual

turbamento!

Ah mio

Alcflandro :in- Giuiiaécagiondel tuo, del

mio

martire.

Ellaquiforfè tifgridò, geiofa

Che

tu piadela

Madre

,

ami

laSpola

Un

Zeffiro d'amore Spirandonel

mio

core

Mi

diceche farò Lieta , econtenta .

Ma

rigidofofpetto Siifurra nel

mio

petto

Un

certo

non

foche,

Che mi

Sgomenta

Un

Zeffiro&c.

B

(26)

26 A T T O

s

e E N A

X.

Giardini

.

Claudio, ealbina.

CL nn U*

Albina?

Eh

!

non

èver

.

^4lb. Jt Beltà,chea.aiafti,

Cosi predoòbh'afti?

CL

D^AlbiiUlefembianze

Vivono

nel

mio

cor;

ma

tu

non

Thai

.

^Ib* Miraattentoil

mio

volto;

Che

fenonl'hatrasfiguratoilduolo ,

L'orme

ancor ci v»draide'tuoi fofpiri

.

CI. Altrechiome , altreluciavea laBella ; Altroafpetto, altregrazie.. .

Eh

!nonfci

^Ib. Quellanoii fon?T'intendo (quella.

Incoftante

Amatore

Altra

fiamma

hainelpetto

Semprenel

nuovo

oggetto

Ritrovaun'Infedel beltàmaggiore

.

S'io laprima nonfoffi,or lapiùbella ,

Perfido,

mi

direfti,efarciquella .

CA

T'inganni. Albinail primo

,

Albinailfolo

amor

fiìdiqueft'

Alma

.

E

s'iodoveffi

amar

?fuoridilei

Altranonamerei

.

^Ib.Pcrchè

dunque

fprezzar chisitipiacque?

CI.Chi vuol gloria acquiftar,fcuotad'amore

Iltirannico giogo. Iogloriacerco

^Ib.

E

tipargloria, iniquo

,

Man-

,

(27)

PRIMO,

27

Mancar

di ?

fempliciDonzelle SedurgrafFecti, e poi fchcnurJi?Qucfti

Son

delTebrogJ*Eroi?

Sonquelleletue glorie, eifatti tuoi?

CI.

Non

épocafortezza Viiìcereibaffi affetti

.

^Ib. Sentimi,disleale. Io

qua non

venni Pervedermi tradita, e per foffrirlo

.

Preferivoair ira

mia

qualche

dimora

;

E

quefto giornoancora

Lafcio all'empio tuo corpriadipuniiIo

CI.

nò,

non

afpetcar

,

Ch^io

mlnnamori

più

fciolta lacaténa,

É

mipar veroappena

Ci vogliobenpenfar

,

Prima

di ritornar Infervitù .

nò,&c.

SCENA XI,

u4lhma^eSalufiìa.

(tradita

^^^'\A

^^^^^ Albina!...Augufta, iofon

iVJL

Claudionon

m'ama

più

Sai. D'altra s'accefe?

^Ib. II niega ; e fol

mi

dice,

Che

di non soqualgloria

Grinfiamma

il cor più nobiledesìo .

Sai. Spera, cheil favor

mio

Tiaffifkrà. Fralacci

B

z Ter-

(28)

28

A T T O

TonieràilPrigionier Facile acqiiifto Saràque]cordifciolto

A

lapura tuafede,a!tuobelvolto .

^Ib* Soffrirò :

ma

dar

non

voglio

Moka

fedea la Speranza.

Cor

che Sperahapiù cordoglio ,

Se tradita, Scfcheniita

Vede

poilafuaCeftanza.

Soffrirò: &c.

SCENA XII.

Saluflia5eGiulia.

CìuL/^ Hi non

ebbe

alma

faggia

V-^ Ne

laprofperaforte5

Abbia

ne' cafi av verfi

anima

forte*

Sai.

Augufta?

....

CìuU IIcor difponialgravecolpo

,

Che

fu'lcapo atepende

,

A

tedi

Roma

Imperatrice, eSpofa Al

maggior

de'Regnanti

Sai. Sol tuamercé..\ .

Giul.

Te

neabufafti/ingrata;

E

lapenaor ne avrai

.

Sai. Ingrata?Inchepeccai?

Gìul. Prendi, e leggi, infelice

,

Leda

ilfogliodelripudio

Che

né Spofa piùfei,né Imp»eratrice .

SaL

Spofa non fono!

Gìul

H

ben: timeravigli?

Sai.

(29)

PRIMO,

^9

Sai

Come?..-

GiuL Leggi ,evedrai - Sai Moglie,ed^ligufla ^

(legge) TìuSaluticinonfta. Giàlaripudio.

yada

lungi dalTebroy EneW^ffricaadufta

Tragga miferigiorniinduroefiglio* Mejfandro. Aleffandro!

Ripudioa

me

!

Giiil Si; ate,

Femina

audace,

ripudioAUffandro, ate

efigìio

,

A

te

non

piùMarito, a

me

ancorFiglio*

La

fua deftrailfegnò .

Le levaài

man^

ilfoglio.

Sai

Non

ilfuo core ;

Ch'ei delufodate fofcrifleilfoglio.

GiuL

E

conlafrodeiocaftigai l'orgoglio .

Che

penfavi,

o

Superba?

Balzarmi

da

quelSoglio,ov'iotipofi?

E

SIIlemie

mine

Più fermaftabiiirlatua fortuna?

Tu

ufurpar^con qua! merto.

Le mieinfegne,i mieititoli,il

mio

Trono?

Soladi

Roma

Imperatriceiofono

.

Sai

Cadan

sulemie tempia

Non

cheifulnùni tuoi , quellidi

Giove

5

Semai punfe queft'alma

amor

d*Impero .

L'unicovoto mio,tuttoil

mio

fafto

EraAleilàndro. Augufta;

(do

. LafciamiII

mio

Alefl'andro, altro

non

chic-

Ciuccio

cheappunto più

temo

équel, che

. (chiedi.

B

3

Con

(30)

?o

ATTO

Con

quar armipotreftia

me

guerra,

Senon coi vezzi, econ

Tamor

delFiglio ?

5

: piùno'lvedrai. Vann-cinefiglio

.

Sai Piùnp'l vedrò ?

CiuL

Già

lafentenzaéfcritta.

Vanne,

mifera, vanne FraleLibiche arene

,

Sol dimoftrifeconde. Il

mio

timore Moflro

non

vede quidi tepeggiore.

Spofa piùamabile

,

E meno

altera, AliiiiovoCefarc

Trovardeiìo. :

che paventi

Del mio

poter;

Che

ficontenti Del

mio

voler;

Cheabbaffiilciglio;

EJoldel Figlio

Goda

gramori ;

-

Nés-innamori

Del

Trono mio

Spofa&c.

SCENA XIIL

Saluftia^ poiMarciano.

Sai. Ualtorrente,qua! turbinedimali M'inonda,e

mi

rapifce? Io,chepoc'

(anzi.. . .

Mar.

Figlia ,qualtilafciai? qiialtiritrovo?

Sai.

(31)

PRIMO,

^ 31 Sai

Di mìa

sfoltunaa tecolioilgrido

Pervenne,o Genitor?

Mar.

D'altonon cade

Grave

molegià

mai

fenza

rimbombo

.

^al.

Che

configli intal'

uopo?

Mar. Ubbidir convirtù,fofFrircon fenao.

5"^/.

Ne

ilievimalie fenno,etoleranza Serbarfi

ponno

. Imiei

Opprimono

còl

numero

,ecol pefo

.

Mar.

conoflequio lufinghicrprocura . VincerTirata

Donna

.

Sai Pria vincerògriiidomitiLeoni3 EieTigriferoci.

Che

quelbarbarocor

Mar.

CorrialloSpofo.

SaL La Madre

mc'l divieta

Mar. Tempo

fi ottenga

.

SaL

IIdi prefcrittoequello Al

mio

efiglio fatai

.

Mar. Quefto anchebafta:

Noi

perderò Lafciami,

o

Figlia,efpera

SaL La

fortemia troppoèfpietata, e fiera

.

Padre addio.

Dammi

un'amplcfTo,

E

ricordati di

me

.

Poidate,

mio

caro Spofo, Prenderò Tu1timoaddio,

Con

lafpeme,ecol defio

Di

fpirarl'almaaltuopie

Padre &c*

B 4 SCE-

(32)

ATTO

SCENA XIV.

SAnte

leggi di fede,edifervaggio

,

Afauor

d'unaFiglia Vi fciolgo5evicalpefto

.

Quefta deggioa!

mio

fangue Forte neceifuàdirea difeìa.

Ciò

ch'iomedicoegrande : Vircù regge l'impreìa,

Edamorìa

configlia

.

In queftogiorno, inqueflo

,

De'

mali miei brcviflimadimora , RegniSalultia,o Marziano

mora

.

Tifenco>

amor

diPadre

,

Che

vinciogn'aleroaffetto

,

E

vuoi tutto il

mio

cor

.

SonSuddito, e fedele:

un Ccfarecrudele

Mi

vuole a

mio

difpetto Infido5e Traditor.

Ti/ento &c.

Fine dell'Atto primo.

ATTO

(33)

ATTO IL

33

SCENA PRIMA-

Loggie Imperiali

.

^lejj androneSalufliadadivtrfe parti

.Alef.^

AIufHa .... aimé, qual vifta! ) S.il Spofo,tilafcio.Piace

^,

^

Così alDeftin, così ala

Madre.

Vorrei, checosìancora (QiL^^»

Piacefleate, per

non

lafciarti,

oh Dio

,

Colmo

del tuodolor,

colmo

del

mio

.

^Itf.

Tu

partilah ! queft'annunzio èla

mia

Senzate....

da

ifingulti (morte .

Chiufoèil varco alavoce,apertoalpianto.

SaU

E

a

me

lappilidolente,eiapiùafflitta,

Che

non

chi

mi

aiti,emi confoli^

A me

,chetuttoperdo

,

Amici,e Patria,e Padre,e Regno,eSpolb, Toccheràildurouffizio

Di

confolarti? ,caro Aleflandro^

Rimanti

;iotene priego:

Lieto rimanti, eforauiato:c

quando Abbia

pur l'amor

mio

A

turbarlatuagiuja,e'I tuo ripofò

,

Perdinela

memoria

,e viviinpace

.

Ama

la

nuova

Spofa:

ama

la Prole

,

Che

tardi^ tefucceita .

B"5

Neir

(34)

34 ATTO

Neirimpero

del

Mondo

.

Ama h Madre

,

Percui

vado

in efiglio.

mai lerinfacciarla

mia

(ventura

.

^lef. Iolieto? Iod'altra?

E

credi fiaccoil

mio

martire?

Ah

! fenzate non

amo

;

Ne

poflb fenzatefe

non

morire

se E N A

I

L

Ciulia conGuardie,eiSudettii

CìuU/^

Oftci t'infidia,

o

Figlio;

V*-4

E

conlefue lufingbc

O

tirende infelice,

o

ti vuol reo.

.

Vanne,

o Donna

, altuo efiglip :

Degna

di tegiàl'Affricariattende.

Son

quellii tuoiCuflodi

.

SaU

Parto,

mia

Augufta,parto: Solopria di partirlafciach'iobaci

La man,

che

mi condanna

.

CiuL Quefta

mano

altre volte Ti dieScettro, e

Corona

Sd.

Or Tuno

,e Taltra Volentieri

depongo

Cini Kìlafu'lSoglio De'Cefari tipofe

Sai. Io ne difcendo;

Né mi

collaillafclarlo

Una

lagrimafola .

GìuU Ellail

mio

cor. .

Ma

ingrata;

Che

piùdartipotea

dopo

ii

mio

Figlio?

Sai

(35)

SECONDO.

35

Saly

E

quefto,equeftocil

dono

,

Che

hiperderlo

mi

coftaepianco,e fangiic.

Vedilo,eccelfa

Madre

. Iotelo rendo;

E

^e*lrendoinnoceatc:

d'altracolpa reo,

Che

di avertroppo

amata

un'infelice

.

^lef. L'afcolcoae vivo ! Sai. Aiigufta;

All'amortuolo lafcio:

Tiì lo confola . Al vedovofuoIetto ScegliSpofa più

degna

>epiùgentile:

Quefto ilpuoifar;

mi

piùfedeì,

non mai

;

Che

troppo, Idolo

mio

, ti'oppot*amai

.

GiuL

Selavirtù,ch*haine! tuofatoavverlu^

Trale profperità ferbataaveffi

,

Miferaor

non

farefii

.

Iot'hòqualchepietà;

ma

atepiùfafto 5

A me

daria più

tema

Un

facileperdono

,

Vattene ; altuo dettinoioti

abbandono

.

Sai* Addio,Augufta; addio,Spofo,Ab!miper- (

dona

5

Se ancor

mi

ufcì dallabroildolce

nome

y

Nome

3che

mai non mi

ufciràdal core

Queftaè l'ultima volta

Che

il poflbdir.

Vado

al

mia

duro cHgao:

farò votialCielo Per

ilmpero

di

Roma

,

PerGiulia Augufta,e peri*

AuguftoFIgHo,

Ti lafciojoCaro,

Dammi

un folguardo:

Un guardo

folo. Partocontenra .

Ma

mi

guardi con lepupille

^ ^

Turre

(36)

0 ATTO

/

Tuttebagnare d^amareftiile!

Ah

qiiefto pianto

mi

fpezza ilcore:

Queftoé'Idolore

,

Che mi

tormenta* TiIafcio&:c.

S

C E N A

III.

v4lejjandrù) e Giulia.

^lef.lkJf

Adre^pictà.

CiuL

iVx Con

fcpararci,oFigh'o5

Dal

fiancodi Cortei,t*iifopietadc

.

^lef. lu chepeccòlamifera innocente ?

Gìul.

La

giudichicol tuo,

non

co'l

mio

core

.

^lef. L'amaipertuo

comando

.

GiuL

Ora

é

comando

mio, che più

non Tami

.

^lef.

Temi dunque

il

mio amor?

Che

in Saluftiadifcerno

.

Mi

tolfeil

grado

mio;

può

tormiilFiglio .

Vada, vada

in efiglio

.

pvf/e/.Madre>ognort'amerò;troppodideggio*

Cini.

Dovsa molto

ala

Madre

ancheNcrpnc;

PurdiMaterno fangue Spruzzòil

Trono

de*Ccfari

.

^lef. Son'io,

Son' io for/equeir

Empio

?

dui Tu

queirÉmpio nonTeii

Ma

di

Poppea Tamor remo

in Colei

.

Non

piùy giuftàclalegge.

Va

daSaiulìiain

bando

:

II

(37)

SECONDO.

37

Il SenatoTapprova: Io lo

comando

Mef.

Nulla potràun'

A

Ligufto? Ciiil. Potrebbe. .

.

.

^lef. Se poflb,

Mi

valerò dei

mio

poter . GìuL Suvia :

Siritrattiil ripudio^e lafeateMai

TornilaSpofa,e vada In efigliola

Madre

.

Saraicontento?

Meff^

Oh

cheimplacabil'

alma

!) ^

Imieiprieghi,il

mio

duolo,imieifofptri.^ .

GìuL

Nou

giovano

vf/ef. Il niiofangue

Giovi

dunque

a placarti Io corroallido;

E

coJà,fcioltoappena

IIfunefto Naviglio,

Che

rapiràdi

me

lamiglior parte ,

O

queftoferro

immergerò

neifcno>

O

tràTónde hementi Mifcaglieròpur'io;

E

inontadel

mio

fato

Finirò difperatoildolor

mio

«

GìuL

Fermati ...afcolta ....

oh Dio

!

^kf. Non

afcoltocheunbarbaro fdegno?

Non

dilcerno cheun fierorigor

.

Odio

ilgiorno,lavitajcd il

Rcgnos

Amo

foloil

mio

cieco furòr

,

Non

afcolto &:c.

SCE

Riferimenti

Documenti correlati

Arsinoe presso alla Statua del Nume; pone incenso nel gran Tripode — Sacerdotesse la imitano ai Tripodi minori della gradinata — Sviziate genuflesse sul confin della stessa —

In questo mentre gli si presen- ta Anna in mezzo alle sue damigelle, Percy a poco a poco si colloca in modo da essere veduto da Enrico.. In me potea

Poco primij che Amafi pervettìfTe alla fua tirannia, avea data la fede di Spofo ad una certa Ladicc Nobile Egizzia , efu tale fp ranza ne avea confcguito un Fi- gliuolo chiamato

Maria entra 7ielle proprie stanze j e mentre Sulpizio sta per andarsene dal fondo s'incontra con Ortensio..

Bambini e bambine alla festa di Carnevale organizzata dal Comitato Provinciale di Bergamo della Croce Rossa Italiana al Teatro Donizetti a Bergamo. Identificazione [1 /

ragionevolezza, di inviolabilità del diritto di difesa e di indefettibilità del giusto processo, rappresentando il contraddittorio tra le parti il postulato

Neil' aprir/i della Scena mentre fi ode /inforna , e fi fcorge il mare turbato , che fi calma , veggonfi i Miniftri , e le Guardie Reali pofte in fuga dai Seguaci di Perfeo. Quefti

Argo p e di Micene ^ fu da venti contr.ir j trattenuta -più mefi nel Porto d^ Aulide : do've Achille ^ già defìinato Spofo d'Ifigenia figlia di.. Agamenone e di CHtenneflra , dofo