• Non ci sono risultati.

L'AMOR PERFETTO SERVO PADRONE OS S I A DRAMMA GIOCOSO NEL TEATRO NUOVO BOLOGNA DA RAPPRESENTARSI PER MUSICA IL CARNEVALE DELL' ANNO 1814 AL 1815.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "L'AMOR PERFETTO SERVO PADRONE OS S I A DRAMMA GIOCOSO NEL TEATRO NUOVO BOLOGNA DA RAPPRESENTARSI PER MUSICA IL CARNEVALE DELL' ANNO 1814 AL 1815."

Copied!
68
0
0

Testo completo

(1)
(2)
(3)

I

L

SERVO PADRONE

OS

S I

A

L'AMOR PERFETTO

DRAMMA GIOCOSO

PER MUSICA DA

RAPPRESENTARSI

NEL TEATRO NUOVO

£5

CONT AVALLI s

IL

CARNEVALE DELL' ANNO

1814 AL 1815.

BOLOGNA

TIPOGRAFIA SASSI.

(4)
(5)

ATTORI

S

Don A LONZO,

Padre di

Donna

Elvira

Sig. Lodovico Bonoldi.

Donna ELVIRA

, promessa Sposa di

Don

Ce*

sare

Signora Carolina Crespi Bianchi.

Don CESARE

, Cavaliere ricchissimo ed' illu- stre Famiglia

} non mai veduto da

Donna

Elvira

5

com

3 ella non mai veduta da lui Sig. Eliodoro Bianchi-

Don FEDRO

y parimente ricco c nobile>

A*

mante

di

Donna

Elvira Sig* Domenico

V

accani.

INES,

Cameriera di

Donna

Elvira Signora

Anna

CattenaccL

DORINDA,

Cuoca d' una Locanda Signora Manetta Meneghini.

LAZZARI LLO

, Servitore di

Don

Cesare

Sig. Antonio Ricci.

Coro

di Mori

.

Coro

di Maschere.

Coro

di Vignajuolij e Paesani.

La

Scena è in una Citta della Spagna situata a piedi di un monte

.

La

Poesia è del Sig. Cutterino

Macola»

La

Musica è del Celebre Maestro

Sig. Stefano Pavesi

.

Il Vestiario di ricca e vaga invenzione è del Sig. Giovanni Ghelli .

Inventore, Direttore, e Pittoredelle Sceniche Decorazioni Sig.

Mauro

Berti.

(6)

i

1

(7)

ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

Camera

nella Locanda.

Da

un Iato porta

*d'ingresso: dall' altro Porta checonduce

in un'altra

Camera

Tavolino e Sedie.

D.

Cesare , e LaTftarillo.

Nel

tempo del ritornello due Facchini traversano la Scena con un Baule5 che por- tano

neW

altra

Camera

; poi ritornano in- dietro> e partono per la stessa portad' in- gresso per la quale sono entrati . Intanto D. Cesare passeggia pensieroso.

Ces.

jT\ncor

nell'osterìa Parlasti con alcuno ?

,

L^. No,

ancor con chicchesìa :

La%. Malissimo.

Ces. r

(Ho

un bel pensiero in

mente

l

E

51 voglio effettuar.

)

/ Chiud> la portadyingressoacatenari**

La^. ]

(A

divertir il dente

[ Alfìn dovria pensar.) Ces.

Ces.

Ancor io son digiuno.

All' Oste sei tu noto?

Ho

ancor il ventre vuoto.

Benissimo

.

(8)

6

Ccs. Quella Livrea deponi

.

lLa\. In che mancai? perdoni...*

Ces. Deponila

.

JL*^. Ubbidisco,

Mi

vuol così scacciar>

Si leva la livrea.

Ces.

Cambiamo

di vestito. si spoglia*

La%.

Con

lei ì

.

. . *

Ces. .

La\.

Come

vuole.

Don

Cesaresi ponelaLivrea :La^arillo

si veste colV abito di D. Cesare . Ti

è

%

Sta così pulito

Le

te SisB*

Che

fatto per

^

par ;

Ces.

Tu

sembri un Cavaliere La%.

Ed

ella buon staffiere.

Ces.

Or

dei co' panni miei

Il

nome

mio pigliar .

La^. Il

nome

di

Don

Cesare

Mi

pone in grande

impegno

Ces. Il nobil

mio

contegno Procura d' imitar

.

La\. Il nobil suo contegno

Si cerchi d' imitar

,

Ces..

f Quella

mano

ciondolante...*

Quel

capello . . . non va bene. . ,

Sia quel piede

men

pesante.

M

ira

me.

... Così si fa

.

La^f \ Questa

mano...

questo piede...

Il capello ... non va bene.

Ora

so che far conviene

.

Lasci far ... so

come

va.

(9)

7

La%*

Ma

qual ragion la

move

A

prender la livrea

,

E

ad imbrogliar col

nome

di

Don

Cesare Lazzarillo suo Serve?

Ces. Il

mio

pensiero

Ti sia palese; e questa confidenza

A

'sostener t'impegni

Degnamente

il

mio

rango.

ljtì%. Per far ben la

mia

parte Necessario è eh* io sappia

>

Che commedia

si fa.

Ces. Propor sua figlia

D

5 ogni suo ben erede

Don

Alonzo

mi

fece; onde abbian fine

Le

querele le liti;

Ch'

ebbe col padre

mio

Su i beni confinanti

,

Ch' abbiam

in questo loco.

Il partito accettai ;

Tanto più che la Sposa a

me

proposta E'

5 per quel che si dice.

Bella ,

come

una

Dea

. La%.

Ma

perch5 io colla stella

3 ella in livrea ? Ce$. Intesi poi che inclina

Ad

esser vagheggiata .

Un

altro Sposo Cerchisi, s'ella è tal , che dell'onore Abbia più bassa idea.

LaTf

Ma

perch5 io colla stella ,ella in livrea?

•Qes.

Nuovo

in queste contrade

Da

lei non conosciuto

3

Sotto di queste scoglie Penso,

come

tuo Servo

In sua casa recarmi *

Avrò

in tal

moda

Pria di farla

mia Moglie

(10)

Campo

d* esaminarla .

Or

eccoti informato.

Ltfsj.

(Io temo

molto d'esser bastonato.)

E

quando avrà principio

Questa bella

Commedia

? Ces. Subito. Ancor la notte

Non

è molto avanzata .

Andiamo

: prendi

L

y aria cavalleresca

.

La\. ( Si studi d' imitarlo.

)

Ces. Ehil Chi è di laè aprela porta e chiama

Dor.

V^omanda

Sua Eccellenza da cena?]

La%. Siete voi la padrona?

Dor. Sono la cuoca

.

ha\. Cuochettina bella>

Si > da cena portate.

Ces.

Ma

non vuol

5 Eccellenza, Uscir dalla Locanda

Per conoscer la Sposaè La\.

Oh

! è ver

.

Ces.

Alcun

trovate

Che

ci guidi alla Casa

Di Don

Alonzo Alzada % I.afi.

Ceneremo

più tardi.

Dor. In vano getta I passi, La^.

E

perchè?

Dor.

Donna

Elvira>

(

Che

perquantoorintendo è la sua Sposa ) Pes imitarlo lo va contraffacendo

SCENA II.

Detti e Dormila.

(11)

Poco fa se n5 è andata

Ad

una bella fesca mascherata .

Ce$l

A

una festa ! che sento ! non veduto da

Don

Lu%.

Che

sento/ ad una festa! La%. imita il

Dov*

è questo festino? (swo Padrone.

Dor.

Qui

presso ne* magnifici Giardini di

Don

Fedro.

La%.

Don

Fedro! Chi è costui!

Dor, E* un giovane galante

Che

non perde il suo tempo.

Ces.

Un

giovane galante?

Las?.

Che

non perde il suo tempo!

Fa forse a lei la Corte ?

Dor. £i fa la corte a tutte

.

E* ver che

Donna

Elvira

E* sua parente un po .

Ma

è così fatto>

Che

5

salvo se son brutte ,

Ei fa indistintamente il bello a tutte.

Fa

come

tutti gli uomini,

Che

fanno i spasimanti,

E

con sospiri e pianti Ci sanno innamorar.

Ma me

certo non giungono #

presto a corbellare

Son

troppo in questo scaltra

Conosco più d* ogni altra>

Che

siete nati apposta

Per farci disperar. parte.

(12)

IO

SCENA III.

Don

Cesarei e La^arillo.

Ces. son tradito. Io fremo.

I*a\.

Ah

fremo Io son tradito, contraffacendolo*

Ces.

Che

smorfie sono queste?

La^. Procuro d' imitarla .

Ces. Animale; sguajato !

Entra in camera : presto. Apri il baule >

Che

voglio mascherarmi

Ed

andar alla festa, entra in camera*

La^. E* curioso

Non

la conosce ancor;c n5 è geloso, parte.

SCENA IV.

Giardino. In fondo sala terrena con portone, e varie finestre , s' odono suoni , e si veg-

gono

nella sala Maschere , che ballano.

Mori

nelgiardinocon rinfreschi d' ognigenere>

e maschere> ch'escono dalla sala, prendendo qualche rinfresco: indi

Donna

Elvira.

Coro di

Mori*

v

ezzose

Maschere

*

la man

stendete >

Se di ristoro bisogno avete\

(13)

Confetti 5 e mandorle3 Cose gelate

>

Vi sono orzate $ Punch e Caffè.

Elvira uscendo dalla Sala si leva la ma*

schiva dal viso*

Fresco fiato di zefiro spira Sotto quesre pacifiche piante

Qui

tranquilla restando un istante Si ristori la Iena del piè

.

Viglia un Sorbetto> e si pcAde nel Giardino;

Coro

.

Vezzose Maschere ec.

Il Coro entra cantando nella Sala.

SCENA

V.

D.

Cesare>e Laz^arilio colla maschera inmano*

La%.

lìcco

dove si balla .

Ces. Entra nel Padiglione

3 e

m'

attendi

Qualche momento

solo Voglio qui rimaner.

ha^. Tanta premura

Ha

di veder la Sposa

Ed

or?

Ces. Fa quel eh'io dico . La%.

La

bella mascheretta

,

Che abbiamo

fra questi arbori incontrata , Forse ?

Ces. Sia T ubbidirmi

.

II solo tuo pensiero

.

La^. C Egli s'irrita: lo toccai sul vero.)

St pone Ifl maschera sulla facciaed entra nel padiglione .

(14)

SCENA v

r.

Don

Cesar

^

poi

Donna

Elvira.

In

quali istanti

,

Amore

.

Con

qua! possente strale

Trafiggesti '1

m

i0 cor.

Che portamento?

Che

volto! che figura.

Eccola che qui viene Tutto mi sconvolge

Il sangue nelle vene .

Elv. Cosa mai sarà un Marito"

Cosa poi di lui farò .

Non T

ho ancora ben capito>

Su pensando ognor ci sto .

Mi

dicea la

mamma

un

,

Sempre

ali5

uom

dirai di nò..

Vuol

papà che dica un sì.

A

chi dunque ubbidirò.

Ora mamma

non e' è più

E

che prenda vuol papà,

Un

marito eh' ei trovò 5

Non

ci vuò pensar più su

.

Tanto fa lo prenderò

,

E

sarà quel che sarà-

vedendo

Don

Cesare.

( Chi è quelloche

mi

osserva attentamente Al certo è uno straniero.)

Ces. (Chi sarà mai colei ?

Mi

sento trasportar tutto per lei .)

Eh.

(

Quale

incontro fortunato

\

Oh

che aspetto interessante}

TI mio core in tale istante Sento in seno a palpitar.)

(15)

Ces.

(Chi

sarà quella Signora,

% Che

figura assai graziosa ,

^

Fosse tale la mia sposa

Non

saprei che più bramar.) '

Ces. Riverisco avvan\andoti Elv.

Mio

signore

Ces.

Mi

permette Elv. Dica pure

Ces. Bramerei di aver

V

onore Di poter seco danzar.

Elv. Sarà questo anzi un favore

Una

grazia singolar.

* bilo

anima

\

magnanima

a 2

Una

grazia sinj

f

II ballo è un giut J Soblima Tanim;

J E" una

magnan

C

Rara

virtù

.

Ces.

Danque

Ja destra amabile Gentile mascheretta a

me

porgete ,

Elv.

Andiamo

.

... ma

mi pare

Che

Ja

mano

vi tremi . Ces. Entro del petto

Ben

più mi trema il core è

Elv. Se fa lo stesso Il piede ancor al ballo

Di

noi si riderà .

Ces.

Con

questo scherno

Un

temerario

amor

voi gastigate^

Sdegnata contro

me

.

Elv. Sdegnata? e perchè mai?

Ragion

non (

v'è.

(16)

*4

SCENA VII.

Detti,

po«

Alonso, e

Don

F<?<iro rfaZ Padiglione .

Al M

a dove andò la figlia ?

jFed. Dal Padiglione uscì

.

Elv. ( Il Genitor . . . scostatevi . . . .

a D. C<s. Ces.

Ce*. (Starònascosto qui . ) si ritira in disparte*

Al. Ti trovo finalmente

« Per tutto in van ti pesco .

Eh.

Son qui fuor della gente.

A

respirar il fresco .

JW. Con

voi la leggiadrìa Ritorni alla mia tesra.

Al.

E

> tardi .

Ces. (.La Farfalla

Di

tutti i fiori è questa ) Frd. Ancor un quarto dyora . . .

Al

Mirate: parte

ognun.

Quasi è l'aurora.

Masch

re che escono dalla Sala t

fra

queste La^arillo, che da il sacco ai

Mori, che ritornano nel Giardino con guantiere ripiene di rinfreschi :

Coro di Maschera .

Chi d'

amor

non è nemico

a

Della danza-i pregi canti

.

Ch'

è la scola degli amanti

j

Do?e Amore

è il precettor .

D.

Cesare e

Donna Eh.

si danne

delle occhiate significanti.

Lj2[.

Chi

del buon non è nemico ; Della daoza i pregi canti

(17)

Dove

ancor senza contanti

Può

la pancia farsi onor.

Gli Attori jpoi Tutti .

Chi d'

amor

non è nemico Della danza i pregi cant i,

Ch' è la scola degli amanti

Dove amore

è il precettor.

D,

A4v.3 $~le Maschere partono

SCENA Vili.

Don

Cesare .

Don

Fedro

, La^\arillo$

e

Mori

che partono.

La%.

IVforetti

gentilissimi

Non

partite si presto .

Ces. (Quali mentre cantava ,

Diemmi

occhiate espressive l ) F$d.

Quanto

è bella e vezzosa!

Ces. ( Ei

m'

è rivale

Ma

non parmi felice .

)

Fed. Fui fino ad ora

d'Imeneo

nemico:

Ma

per vivercon lei 3tanto mi piace

,

Io credoche con lui farei la pace. parte.

SCENA IX.

D.

Cesare > e

La^arilh

* JKv'

o

h qui v1 è il

mio

Padrone .

}

Ces. Breve istante

m*

accese

D'

inestinguibil fiamma; ed in

me

stesso

Provo quel che finor sol ne

Romanzi

M;. credei eh' esistesse>

(18)

i6

Lai. Signor, alla sua Sposa Feci finor la spia ;

Ma

non

V

ho mai veduta.

Ces. Di lei più non mi curo*

M'empie

de5 vezzi suoi

Così bella figura,

Che

mi scaccia dal cor ogn*altra cura.

La%. Della livrea può dunque ella spogliarsi

Ed

io scavalierarmi .

Ces.

No:

per altra ragione ora mi giova >

Che

tu porti il mio

nome.

La^.

E

qual >

Ces. Disciormi

Da Donna

Elvira or deggìo

o

ti rifiuta

E

libero son io,

O

ti accetta 5 ed allora

Di Don

Cesare è indegna .

La%.

Ma

non di Lazzarillo Se mai per avventura

Di me

s'innamorasse....

Allora? ..

.

Ces. S' ella ha un gusto vile e grossolano »

Se

amar

può quel bel fusto>

Stenda per suo castigo a te la

mano,

parte.

SCENA X.

La^arillo solo.

JPer

suo gastigo ! ... oh bella?

Un

gusto grossolano ! . . .

Se credo agli occhi miei Son più bello di lui »

(19)

Ma

se ancor

m'

inganasii

rifiuti non cerno .

So

come

le zitelle sono fatte :

Prendon al primo invito

Un

orso ancor col

nome

di marito*

Eh. L

er la stanza m'aggiro, e a coricarmi Risolvermi

non

so ..

.

Ah

quali* incarna ! quali

Mal

consigliati accenti

Mai

dal labbro m'uscirò.

Io vorrei rivederlo3 Per poter col dispregio Correger

P

error mio.

Ma

, già il Sole

Adusse il

nuovo

giorno.

Ammor^d

i lumi

5 e suona il campanello.

In. Signora che

domanda

?

Elv. II giorno è chiaro e bello;

Andiamo

al Parerap

Ma

il capo pria m'aspetta.

In. Sieda. Avvicinando.una sedia alla tavoletta.

Elv.

Male

;

ma

in fretta. siede.

In. Cosa vuol dir

, Signora .

Ch* oggi più non mi parla Delio Sposo che attende?

Elv.

E

cosa debbo dirri? In. Forse al mal de) suo core

Al balio ritrovò nuòvo Dottore ? j

SCENA XI.

Attrio in Casa di D. Alonzo

.

£)ut lumi sopra un tavolinoy e campanelli*

D.

Elvira y poi Ines.

2

Le

assetta i capelli.

(20)

SCENA XII.

Dette, e Dorinda.

Vor. C3cusì

à s' entro in tal

modo

Ma

la buona novella che le reca,3

Mi

rende ardita. Giunse

Jeri sera il suo Sposo

.

Eh. Don

Cesare tu prendi Forse uno sbaglio. Ei scritto

Avrebbe qualche cosa

.

Dvr.

Or

ali*albergo

Io

stesso

Don

Alonzo se ne andè.

, lit* Fra poco si vedrày s*è vero,

o

ao»

Fed.

Fj

permesso t

Eh.

Avanzate

.

FelJ. Benché ranto a buon'ora, Era però sicuro

Di

ritrovarvi alzata.

Eh.

Perchè >

Fcl. Dormir non lascia

D'uno

Sposo l'arrivo.

Vor. Sente5 s'è ver che giunse.

Fed. E* tanto vero>>

Quanto

eh* è un

vom

di

Donna

Elvira in-

SCENA X

I I

L

Vette> e

D.

Fedro.

(degno

;

Ma

se non vi dispiace,

Render

1*"

impegno vano

(21)

Saprà

Don

Fedro5 eh5 offre a voi la

mano

Vi son noti i miei sensi ;

Son vostro5 se volete:

Donna

Elvira pensate

;c decidete* yarte.

SCENA XIV.

X)onnct Elvira .

Imr

; poi D. Alonso . D. Ce*

sare in Livrea .La%. da Cavvliere^ e final- mente

D.

Ftdro y che ritorna indietro.

In. Ili un giovane gentile, e pet fortune

A Don

Cesare uguale.

Elv. Troppo tardi

Don

Fedro

Mi

feci tali offerte.

Dor. Ecco con

Don

Alonzo

Lo

sposo qui s'avanza .

Elv. Ines, fa presto; via . .sgombra iastanza .

Ines pòrta altrove

5 ecopre la tavoletta.

AL

II nostro \etto onora

j

figlia , alfine

*

Don

Cesare

^a

noi tanto bramato .

JFed. (Osservate quand'egli è mai sgu3ja.r0.) a D. Elvira»

La%.

Questa

c dunque la mia Sposa?.*.

Oh

che cosa ! oh che portento ! Voi nasceste da una rosa

La

conosco a quel bel ciglio>

Dove

spunra il bianco giglio

Che

al soffiar d' un dolce zefiro

Fa quest'alma tremolar.

Fei. ('Cliè spropositi impasticcia.. ..

AL (Dì mia

figia egli è contento) ) Elv. ( Ingegnoso è ri complimento . )

(22)

20

La^. (Voglio far il

mio

possibile

^

Perchè s' abbia a innauior&r,)

fa

il venose.

Elv. i

( Egli

sembrami

risibile

Ed

affatto singoiar.

(

Un

carattere'godibile

Esser deve a quel che par.)

( Egli

move

Tirascibile

Che

'1 rifiuto vo sperar.

J

(

Ma

qui chi miro!

Sogno!

deliro! J mirando

D.Ces^

(

Ah

guai sembiante

Mi veggo

innante ! )

riconosando D. Elv*

(

No,

non

ingannomi

quel o

E medesim

la a

o

Mi

guarda attonit

Ne

sa parlar . ) 1

AL f

.

jp^ %

(Che

mai significa

Dor '

Questo silenzio ì

In

#

il

Turbata e pallida

£\

f Ella mi par.;

Eh.

Posso chieder un favore? a La\.

La^.

Quel

bocchin mi fa

un

onore>

Elv. Sarò forse capnciosa .

Ma

la faccia di quel servo

A

quest'occhi è dispettosa,

E

'1 dovete congedar

.

(23)

ti

:Lóf[. Il

mio

Servo le dispiace?

Ces. Io Signora ! Elvn Taci audace .

Al. (Ingerir in ciò

non

Vogliomi .) Eed.

(Son

sorpreso l)

®

0Y

( Resto stupida ! >

C

u

Qual

ragion ?

Elv.

Mi

antipatico

Non

ti posso sopportar.

Ce*.

(Qual

incontro inopinato!

Son dal fulmine colpito

.

Senza

moto

incenerito

Voce

oh Dio! non so trovar.) Elv* (Avvilito è il traccotante

Ma

non basta all' ira

mia.) Lo

vorrei sotto alle piante

Per poterlo calpestar.)

Ea\.

(Mi

ritrovo in grande imbroglio

S

Come

uscirne non prevedo.) S' oso dargli il suo congedo .

Quattro calci mi può dar.)

Al

(Senza qualche gran ragione 5 In. (

Non

s* irrita a questo segno

\

Bor. (

Ma

il motivo del suo sdegno

Età. ( Io non posso indovinar. Dor.

p

SCENA XV.

D.n

Alonso D.

Eh.

D.

Os.

D. Fed.

1,0^.^ ed Inet.

I^.(

C-jos' ho da

fa$Signore?)

a

D.

Ccs. piano

.

(24)

Ce>. (

Non

sai dar il congedo a un Servitore

^

b

La^

A

La%. (

Io

so a

memoria.

)

Eh.

Ébfoen ?

La%. ( Vi servo immantinente .

) Lazarillo

.

Ces.

Comandi

.

hdz. ( Si prenda Paria nobile ) Birbante

3 pezzo d'asino facchino

Va

fuor di quella porta .

Al. ( Anzi che al Servicor dar il congedo

Donna

Elvira dovrebbe al suo padrone. )

Ces. (

Come

altera mi guarda J ) ad

Ah

In. ( Sgii mi fa pietà.

)

Eh.

Cosi siete ubbidito t

La%.

Dimmi:

vuoi babuino,

Che

adoperi un bastone ?

Marche

marche

gli da villanamente delle spinte.

Ces ( Animai! ) piano a

La^

La%. ( Fo da Padrone. ) piano a D. Ce$*

Al. Lazzarilio .

La^

La servo

.

corre verso D. Al.

ma

D. Ces. lo tiene .

f Bestia eh' io son ! ) E!v.

E

5 molto pertinace? s A\.

Vanne:

ubbidisci .

Ces. (

Non

so darmi pace. ) parte.

(25)

'S

C E N A X V

I.

T

D.

Fedro, D. Alon^b , D. Elvirar Laifiarillo i ed Ines+

FJv. (

IVIi

sono vendicata.

) Ài.

Non

so lodarti

s figlia.

Las;.

Non

merta un Servitore*

Che nemmen

se ne parli

Fracassar tutte Tossa Gli farò se vi piace.

con gravità caricata.

Fed. Chiuderlo in una fossa

Porlo in una fornace . contrafacendolo*

In. (

Come

ben lo canzona ! )

Eh

( Vorrei sdegnarmi e rido. ) La^. Si dispensi la prego

Di

far i gesti miei

.

Fed. Vuol esser solo come.la Fenice?

Perchè non lice a

me

quel che a lei lice ?

La%. (

Non

ritrovo risposta ;

Ma

veggo, eh' egli ha torco. ) Fed. ( Vorrei che s'offendesse

Per aver una sfida , )

Ljì ( Restiamosenza moverci. resta i

mobit

Ora

faccia i miei gesti . )

n. Fedro si pone nella stessa positura.

Al.

Don

Fedro

Eh.

Ritìetrete ,

Ch'egli è mio Sposo...

Andiamo

Ines al paretajo. parte.

Al. E' un cavalier d* onore

un uom

dabbene

E

ad una

damma

saggia Ghi è tal non disconviene^

parte.

(26)

SCENA X V

I f.

D. Alonso , D: Fedro > e La^arilfo.

JFed. ( ìi nranto non dispero

A

lei voglio di nuovo offrir la

mano

;

Ne

un tentativo sarà forse or vano, j

SCENA XVIII.

La^arillo

y e Alonso

A

Ila fin se n'è andato .

AL

Voi vedete che scherza.

lauT,. Scherza in un

modo

tale

Che

s'io non fossi stato in vostra casa

O

fossi un Cavalier

men

riflessivo}

Non

sarebbe di qua partito vivo.

Ai- Parliam di quel che importa .

Laz. Si , voltiam la hraciuola.

E

quando si faranno gli sponsali ?

AL Quando

vi piace

.

La%. Subito,

In questo giorno»

jtìl. EDbeqe >

Sopra le nostre terre, Pria eh.1 tramonri il sole>

Si faranno le nozze

.

Andiam

.

Un

sol

momento

alla Locanda Tornar prima vorrei .

( Se ne informi il Padrone. ) Al. Andate. Al vostro albergo

Verrù a pigliarvi. Incanta

(27)

m

Dnrò

per gì' Imenei

Gh

ordini necessari*

La% Oggi

vói

dunque Mio

Suocero Sarete: £ /!/. I nostri ceni

Onde

i limiti incerti

A

tante liti diedero motivo

Eterne produran frondi d'olivo, partorì»

SCENA XIX.

Cucina nella Locanda)con finestra praticabilet Focolare con varie pentole #1 fuoco .

Da

un lato tavola, su cui v* è un tagliere e due coltelli.

Un

ferrajuolo appèso all^ pa- rete

,

Dorinda, che trita qualche cosa sul taglierà^

Servitori di cucina y e D. Cesare seduto in un cantone

.

Dor. (

TSIeppur mi

guarda in viso. ) rivolto verso D. Cet,

f

Ces. (

Quel

bifolco ha in saccoccia Le chiavi delia stanza 3 ed in cucina Restar mi è forza . ) Cuoca, s*a\\a Dor. Son qui .\cosa volete?

( Ei comincia a guardarmi. )

Ces. Il paretajo, dove, a quel che intesi >

E' andata

Donna

Elvira

Qaanto

è di qua lontano?

Dor. Vedete quel ponte ? aprendo lafinestra (S s. Lo veg£o

Der. E' dietro quello a piò del

monte*

(28)

20

.Me il padrone3 se hon erroj Vien in cerca di voi

,

Vado

in dispensa Ci vedremo poi.

prende alcune chiavi5 una cesta e parte.

SCENA XX.

Don

Cesare, e La^arilJo>

Za%>

Signor,

da

Donna

Elvira

La

deserà mia si accetta

,

Ed

oggi le mie nozze Faran la sua vendetta .

Ces.

Chef

tu sposarla l tu !

La%. Vostra Eccellenza Sposar dunque la vuole?

Ces. Io!

La%. Lasci

dunque

Se

amar

può un si bel fusto,

Se ha un gusto cosi vile e grossolano5

Che

per sua pena a

me

stenda la

manoà

Ces. Si Si, umilia i'orgoguosa

La^< Bravo.

Ces. ( Privo di lui

Come

viver potrei ?

Che

farò? ... si dichiari Il mio

nome

; il mio rango>

E

a

me

porge la deserà. ) La%. ( Ei parla da se solo

.

La

bella maschietta Gli fa girar la testa .

)

Os.

( Io sforzarla a sposarmii?

Sol

me

in

me

stesso

amar

deela

mia

sposar

Non

la fortuna mia . )

(29)

27 La^, ( Il soliloquio è lungo. }

Ces.

Dovrò

dunque lasciarla ? . ..

Ah

che far

deggio?.. ,

D'odio

e

d'amor

fra mille aiFetti ondeggio

La

mia cara è sol colei

L* idoi mio

V amato

bene Sotfre in pace le catene

Quesro

misero mio cor.

però la mia ragione

j

Spento ancor non ha

V amore

In lei barbaro è il rigore

Quanto

lido è in

mer

i'ardor*

parte ,

SCENA XXL

La^arillo poi Dorinda

.

La^. X.-J.ira di

Donna

Elvira

Formò

la mia fortuna .

Ma

mi par d' aver fame.,

Veggiamtf cosa bolle in quel

tegame.

scopre un tegame Dor.

Brama

nulla , Eccellenza?

La^.

Che

v'è qui ?

Dor. Del guazzetto

.

La^. Prendo questo pezzetto.

moy. Aspetti.... una forchetta.

Lit%. Oibò. so far pulito.

£' un piacere mangiar a scotta dito .

Figlia dal tegame un peT^o di carne pone sopra un pez^o di pane colle di te e se lo mangia»

Dor.

Che

le par?

Benedetta

j

(30)

28

. Brava la mia Cuochetta .

Dor. Se i suoi detti son veri

Mi

prenda al suo servizio.

L#2;. Perchè no? volontien .

Dor. Io lascio questo albergò; e alle "sue terre

Vado

sùbito adesso.

La%. Andate pur > andate

(

Ma

il pàdron che dirà? )

Dor.

Con

s^a licenza* in atto di partire.

La^. Udite: questa sera Si faran le mie nozze»

Cuoca

, fatevi onore »

Dor.

Non

dubiti Signore.

Ammici

. addio.

ai Serv< J Ila I,ocanda%

Avvetto il Locandiere > e roi m' avvìo.

SCENA XII.

La^arillo) poi D.Alonso con un Servitore che

gii. porta un ferrajuolj).

La%.

K

bella

Donna

Elvira;

Ma

quanto sono care Queste maniere andanti !

Ai.

Dove

siete ? in cucina ? La%. Vi risparmio le Scale

.

AL

(

Non

lo posso negar 3 è originale. )

La%. eccomi pronto andiam

.

AL

S'alzan nell'aria

* Oscuri nuvoloni;

Che m

inaccian un

nembo

.

La^. Pria che la pioggia cada.

Abbiamo

ancor del

tempo

* mirando dalla

si oscura.

(31)

2?

Al.

Ebben

si vada. fragoroso tuono > /'

ani

si oscura La%.

Ah!

qual tuono! quai lampi.

AL

Quella nube, che gira bassa bassa

Minaccia gran

mina,

mirandodalia finestra.

ha\. Questo è , un teltipo da scar chiusi in cantina.

Finale.

La\.

Oh

che grossi nuvoloni

Van

per l 5

aria cavalcioni ! Al.

Come

rugge incorno il venro!

* Questo

tempo

fa spavento.

La\.

Buon

che siamo qui al coperto

Dove

ancor v' è da mangiar .

si ode

un

fulmine.

Al.

Qual

fragor !

ha\.

Che

fiero turbine. chiude la finestra*

( Fan la pioggia, il vento ^ 1 fulmini ( Questa casa traballar.

SCENA XXIIL

Detti

D.

Fedro

b poi Dorinda*

Isotta

una nuvola

Qual

fiume rapido Dal

monte

cade

E

armenti e biade In

mezzo

air onde Volve e confende

.

Qualche

disgrazia Si sentirà .

Ah

qua! neir aria Fed.

(32)

Qua!

parapiglia f /[I. Al monte trottasi

Ahimè

? mia figlia.

Qualche sventura

li cor pr^ice :

Dell'infelice

Cosa

sarà !

DoYè correndo. Ahi .... presto.. . , Corrassi.. .

Ajuto ! .. . ajuio 1

AL Che

rechi ?

Fed. Spiegati .

La%. Cos* è accaduto ?

Bor. Ani ! . ..

Donna

Elvira..*

AL La

figlia mia ?

Don

Ahi ! ,..

V

acqua forse La portò via

.

AL Che

ascolto ! misera .

Mia

figlia ....

Matti

La^. Addio mi€ rendite .

Jpcd. Ci guida ov' è.

Dor.

Oh

Dio!... lasciatemi Fiato pigliar .

AL Mi

sento

V

anima * Fed*

Nel

sen straziar ha?^ Rimasi vedovo

Pria di sposar.

2).

AL DC F

d. Dor. e Servitori parte La^. rimine immobile immerso nelle

*«; rifusioni .

1

(33)

SCENA XXIV.

'Laiftarillo solo*

(jolpo

atroce ! oraIhentro favello L'infelice non è forse più

uh

; oli;

Son ben nato sfortunato Era già seduco a nozze: Era già ricco sfondato:

Di me ognun

avea già stima>

E

fra poco,

come

prima

Mi

darà ciascun del tu!

Ma

si salvi> s'è possibile....

in atto di partire*

Qui

opportuno v* è

un

gabbano...*

s*tnvolge nelferrajuolo del Guattero*

Su corriam .... già

vado

invano«

Già

è perduto il

mio

Perù.

Colpo atroce! ora mentre fa vello

V

infelice non è forse più 5 .

uh. uh.

continua

V

aria partendo*

(34)

SCENA XXV.

Monte.

Alle falde di questo capanna

3 il cui

tetto non terminato resta in parte sco- perto. Cascatad'acqua ,che precipitandosi dall'alto del

monte*

gonfia in

modo

il

torrente nel quale cade 5 che questo uscen- do dalle sponde , innonda 5 e percuote la

capanna suJjetta. Sul torrente un ponte di legno.

Una

sola barchetta all' altra r-iva ritenuta dal tronco

d'un

albero5 al

quale è attaccata . Sul davanti sasso:

dietro a quello folto cespuglio.

Vento

lampi e tuoni

.

D.

Elvira 3 ed Ines disperate uscendo sino alla cintura dal tetto della capanna in quella par- te, che si trova scoperta > gridano ad alta vo~

ce. O. Alando. D. Fedro, e Darinda ac- corrono con Paesani per soccorrerle; indi

D

9

Cesare.

-Fod.

La

capanna ahimè vacilla

Dor. Io la miro con terror

.

Infelici ! qual orror

.

Ces. (

Ah

che miro !

Donna

Elvira i\r salvarsi è salita*

Eh.

( In. ( Al.

"Insistenza ! aital aita !

Infelice ! oh Dio! mia figlia E' in periglio della vita I

Eh.

(

In. (

Assistenza ! aita! aita.

Tutti

.

(35)

11 suo rischio

ammorza

I ir*

,

E

rinascer fa

Pamor.) AL Deh

salvate 1*infelice:

Darò

quanto

mi

si chiede.

Non

v' è alcun, che

mova

il piede Vinto

ognuno

è dal timor.

JFed f

q

4

y

#

S

La

capanna all'onde cede

\ Io la miro con terror.

Cade un peT^o della

Capanna

t

Assistenza? aita ! aita li

Elv.

In.

{

Tutti Infelici ! qual orror !

Al.

Dunque

oh Dio! non v' è riparo }'

Dee

perir la figlia mia ? Ces. Se non

moro,

in breve fia

Salva in braccio al genitor

.

si lancia nell'onde.

Dor.

Qual

ardir maraviglioso

AL

Ei con

P

onde in van contende

.

Fed.

La

capanna ahimè! si fende Dor. Io la miro con terror

.

Cade un lato della capanna, la quale resta in così fattivo stato>(he si ve-

de che non può reggere più molto alV impeto del torrente

.

^

# Assistenza ! aita! aita!

Tutù

Infelici ! qual orror !

D.

Alonso oppressodal dolore $iab- bandona sopra

un

sasso«

3

(36)

Dot.

Ma

cos'è del servo ardito?

corre v^rso la riva per vedere.

Fed. £i sarà di già perito .

Fa

lo stesso. Intanto D. Ces. giun-

to air opposta sponda > s

yimpa~

dronisce della barchetta.

Ber. Vitfa viva viva viva. corrJmtoa D. Al.

Giunto è il Servo all'altra riva.

va di nuovo verso la riva.

Al. Alleviar ella procura

II

mio

duoi con dolce inganno.

D.

Cts. va colla barca sotto la ca~

panna

.

Ved. Nella barca entrò quel Servo

,

correndo a D. Alonso

.

Ed

è già sotto il capanno.

D.

Elv. ed Ines discendononella bar- ca per le rovine delia

Capanna

>

che servono loro dt Scala. Dor. Ella scende nella barca.

Non

abbiate più timor . come sopra.

Fed.

Donna

Elvira

Tonda

varca

Col suoprode conductor come sopra

.

mentre D.Elv. ed Ines vengono tra-

ghttatej cade con gran rumore il

rimanente dalla capanna .

AL

Aliandosi*

Qual

ronior J che miro ! ahi! misero vedtndo rovinar la capanna.

Io mi

moro

di dolor

si abbandona di nuovo sopra il Sasso.

Ver. Viva viva viva viva

Donna

Elvira è giunta a riva.

il Gelo si rischiara

(37)

fidé Sereniam le meste ciglia >

Come

il Cicl si rasserena

Ccs. presentando a U.

AI.D.

Elv*$

ed im?§

.

Abbracciate vostra figlia, Abbracciate il genitor.

a D.

Eh.

e parte*

SCENA XXVI.

D, Alonso y D. Elvira^ D. Fedro> Ines,

e Dorinda *

Al

(Aliandosi abbracciando

Donna

Elvira.}

Figlia

! è ver !.. tistringo alsenof. t

A

qual mai fu il mio spavento 1

Elv. Caro Padre, io non credea Più goder un tal

momento*

si abbracciano* In.

Noi

dobbiam la nostra vita

,

Di

quel giovane al valor

D.

Alonso poi Tutti .

Grazie al Ciel rendiam concordi-.

Che

ci volle consolar

>

E

la voce

ognun

accordi I suoi doni a celebrar.

(38)

SCENA XXVII.

Detti, * La\\arillo con uominicarichi dicorde

,

di stanghe ce.

%sQ\. Jtl#ccomi a dar ajuto Alla mia cara Sposa

Ma

tardi son venuto, Andiamola a pescar.

Ah

salva rimiratela

In. (

Mi

batte ancora il core.

) Laa;. Chi salvo ha

V

idol mioì

Elv.

Fu

il vosero Servitore

3

Quel

Servitore, o Dio!

Ch'io feci congedar.

ha\.

Potremo

il matrimonio Sta sera dunque far.

fi della pioggia P

umido Buon

vin potrà scacciar.!

D.

Fed. lo va contraffacendo.

Fed.

Oh

che discorso nobile!

Vor {

(

ComQ

e

S

li Io corbella!)

JLai^. I nobili

non bevono?

Elv {

sciocco inverfavella.)

La\. Colui che ha più denari

Può

meglio traccanar.

fed. Se parlano i suoi pari

Non

v'èda replicar lo vacontraffa»

Laz. E* lunga questa storia* {ccndo*

Al.

f

j ' <

Qui

nasce qualche affaf.

Vont D

' Pti* S,

8

UC a contra

f^

ot

Riferimenti

Documenti correlati

$ al termine della quale , la Dea loro palesa la scelta che deve fare del grande Sacri- ficatore ; ciascuno aspira alla grande carica , e più d' ogn' altro Celeno, questa è però

E' d' cffa appunto , e qui sono venuto Per fare il mio

Lo scongiura per tutto ciò, che v* ha ài più sacro di formare la di lei felicità; s'in- .tenerisce a poco a poco Finaz, se ne avvede Aspasia, e gli chiede con tutto il travSpprto

Entro al petto io gii mi fento per amore un certo fuoco Che crefeendo a poco, a poco Tatto in fiamma fé n* andrà, Per te fola , o bene amaro Queilo core ogn’ or farà. In qual’

Ss tutta nuova d* invenzione , difegno , e direzione del Signor Raimondo Compagnini Bolognefe!.

( Silenzio generale — Uberto d appressa lentamente a Gastone, lo guarda fiso, poi mostrandogli Guidetta, che tiene il volto appoggiato alla spalla di Anna, gli dice con forza

D. Elvira l'onde varcai come si Mentre D, Cesare traghetta Elvira ed. ^ade del tutta la capanna P'.. Cesare con

Lieto sarà. {Pompeo entra negli scogìj : Giulia nella sua tenda).