I
L
SERVO PADRONE
OS
S IA
L'AMOR PERFETTO
DRAMMA GIOCOSO
PER MUSICA DA
RAPPRESENTARSINEL TEATRO NUOVO
£5
CONT AVALLI s
IL
CARNEVALE DELL' ANNO
1814 AL 1815.
BOLOGNA
TIPOGRAFIA SASSI.
ATTORI
SDon A LONZO,
Padre diDonna
ElviraSig. Lodovico Bonoldi.
Donna ELVIRA
, promessa Sposa diDon
Ce*sare
Signora Carolina Crespi Bianchi.
Don CESARE
, Cavaliere ricchissimo ed' illu- stre Famiglia} non mai veduto da
Donna
Elvira
5
com
3 ella non mai veduta da lui Sig. Eliodoro Bianchi-Don FEDRO
y parimente ricco c nobile>A*
mante
diDonna
Elvira Sig* DomenicoV
accani.INES,
Cameriera diDonna
Elvira SignoraAnna
CattenaccLDORINDA,
Cuoca d' una Locanda Signora Manetta Meneghini.LAZZARI LLO
, Servitore diDon
CesareSig. Antonio Ricci.
Coro
di Mori.
Coro
di Maschere.Coro
di Vignajuolij e Paesani.La
Scena è in una Citta della Spagna situata a piedi di un monte.
La
Poesia è del Sig. CutterinoMacola»
La
Musica è del Celebre MaestroSig. Stefano Pavesi
.
Il Vestiario di ricca e vaga invenzione è del Sig. Giovanni Ghelli .
Inventore, Direttore, e Pittoredelle Sceniche Decorazioni Sig.
Mauro
Berti.i
1
ATTO PRIMO
SCENA PRIMA
Camera
nella Locanda.Da
un Iato porta*d'ingresso: dall' altro Porta checonduce
in un'altra
Camera
• Tavolino e Sedie.D.
Cesare , e LaTftarillo.Nel
tempo del ritornello due Facchini traversano la Scena con un Baule5 che por- tanoneW
altraCamera
; poi ritornano in- dietro> e partono per la stessa portad' in- gresso per la quale sono entrati . Intanto D. Cesare passeggia pensieroso.Ces.
jT\ncor
nell'osterìa Parlasti con alcuno ?,
L^. No,
ancor con chicchesìa :La%. Malissimo.
Ces. r
(Ho
un bel pensiero inmente
l
E
51 voglio effettuar.)
/ Chiud> la portadyingressoacatenari**
La^. ]
(A
divertir il dente[ Alfìn dovria pensar.) Ces.
Ces.
Ancor io son digiuno.
All' Oste sei tu noto?
Ho
ancor il ventre vuoto.Benissimo
.
6
Ccs. Quella Livrea deponi
.
lLa\. In che mancai? perdoni...*
Ces. Deponila
.
JL*^. Ubbidisco,
Mi
vuol così scacciar>Si leva la livrea.
Ces.
Cambiamo
di vestito. si spoglia*La%.
Con
lei ì.
. . *
Ces. Sì.
La\.
Come
vuole.Don
Cesaresi ponelaLivrea :La^arillosi veste colV abito di D. Cesare . Ti
è
%
Sta così pulitoLe
te SisB*
Che
fatto per^
par ;Ces.
Tu
sembri un Cavaliere La%.Ed
ella buon staffiere.Ces.
Or
dei co' panni mieiIl
nome
mio pigliar .La^. Il
nome
diDon
CesareMi
pone in grandeimpegno
Ces. Il nobil
mio
contegno Procura d' imitar.
La\. Il nobil suo contegno
Si cerchi d' imitar
,
Ces..
f Quella
mano
ciondolante...*Quel
capello . . . non va bene. . ,Sia quel piede
men
pesante.M
irame.
... Così si fa.
La^f \ Questa
mano...
questo piede...Il capello ... non va bene.
Ora
so che far conviene.
Lasci far ... so
come
va.7
La%*Ma
qual ragion lamove
A
prender la livrea,
E
ad imbrogliar colnome
diDon
Cesare Lazzarillo suo Serve?Ces. Il
mio
pensieroTi sia palese; e questa confidenza
A
'sostener t'impegniDegnamente
ilmio
rango.ljtì%. Per far ben la
mia
parte Necessario è eh* io sappia>
Che commedia
si fa.Ces. Propor sua figlia
D
5 ogni suo ben eredeDon
Alonzomi
fece; onde abbian fineLe
querele le liti;Ch'
ebbe col padremio
Su i beni confinanti,
Ch' abbiam
in questo loco.Il partito accettai ;
Tanto più che la Sposa a
me
proposta E'5 per quel che si dice.
Bella ,
come
unaDea
. La%.Ma
perch5 io colla stella3 ella in livrea ? Ce$. Intesi poi che inclina
Ad
esser vagheggiata .Un
altro Sposo Cerchisi, s'ella è tal , che dell'onore Abbia più bassa idea.LaTf
Ma
perch5 io colla stella ,ella in livrea?•Qes.
Nuovo
in queste contradeDa
lei non conosciuto3
Sotto di queste scoglie Penso,
come
tuo ServoIn sua casa recarmi *
Avrò
in talmoda
Pria di farla
mia Moglie
Campo
d* esaminarla .Or
eccoti informato.Ltfsj.
(Io temo
molto d'esser bastonato.)E
quando avrà principioQuesta bella
Commedia
? Ces. Subito. Ancor la notteNon
è molto avanzata .Andiamo
: prendiL
y aria cavalleresca.
La\. ( Si studi d' imitarlo.
)
Ces. Ehil Chi è di laè aprela porta e chiama
Dor.
V^omanda
Sua Eccellenza da cena?]
La%. Siete voi la padrona?
Dor. Sono la cuoca
.
ha\. Cuochettina bella>
Si > da cena portate.
Ces.
Ma
non vuol5 Eccellenza, Uscir dalla Locanda
Per conoscer la Sposaè La\.
Oh
! è ver.
Ces.
Alcun
trovateChe
ci guidi alla CasaDi Don
Alonzo Alzada % I.afi.Ceneremo
più tardi.Dor. In vano getta I passi, La^.
E
perchè?Dor.
Donna
Elvira>(
Che
perquantoorintendo è la sua Sposa ) Pes imitarlo lo va contraffacendoSCENA II.
Detti e Dormila.
Poco fa se n5 è andata
Ad
una bella fesca mascherata .Ce$l
A
una festa ! che sento ! non veduto daDon
Lu%.
Che
sento/ ad una festa! La%. imita ilDov*
è questo festino? (swo Padrone.Dor.
Qui
presso ne* magnifici Giardini diDon
Fedro.La%.
Don
Fedro! Chi è costui!Dor, E* un giovane galante
Che
non perde il suo tempo.Ces.
Un
giovane galante?Las?.
Che
non perde il suo tempo!Fa forse a lei la Corte ?
Dor. £i fa la corte a tutte
.
E* ver che
Donna
ElviraE* sua parente un po .
Ma
è così fatto>Che
5
salvo se son brutte ,
Ei fa indistintamente il bello a tutte.
Fa
come
tutti gli uomini,Che
fanno i spasimanti,E
con sospiri e pianti Ci sanno innamorar.Ma me
certo non giungono #Sì presto a corbellare
Son
troppo in questo scaltraConosco più d* ogni altra>
Che
siete nati appostaPer farci disperar. parte.
IO
SCENA III.
Don
Cesarei e La^arillo.Ces. son tradito. Io fremo.
I*a\.
Ah
fremo Io son tradito, contraffacendolo*Ces.
Che
smorfie sono queste?La^. Procuro d' imitarla .
Ces. Animale; sguajato !
Entra in camera : presto. Apri il baule >
Che
voglio mascherarmiEd
andar alla festa, entra in camera*La^. E* curioso
Non
la conosce ancor;c n5 è geloso, parte.SCENA IV.
Giardino. In fondo sala terrena con portone, e varie finestre , s' odono suoni , e si veg-
gono
nella sala Maschere , che ballano.Mori
nelgiardinocon rinfreschi d' ognigenere>e maschere> ch'escono dalla sala, prendendo qualche rinfresco: indi
Donna
Elvira.Coro di
Mori*
v
ezzoseMaschere
*la man
stendete >Se di ristoro bisogno avete\
Confetti 5 e mandorle3 Cose gelate
>
Vi sono orzate $ Punch e Caffè.
Elvira uscendo dalla Sala si leva la ma*
schiva dal viso*
Fresco fiato di zefiro spira Sotto quesre pacifiche piante
Qui
tranquilla restando un istante Si ristori la Iena del piè.
Viglia un Sorbetto> e si pcAde nel Giardino;
Coro
.
Vezzose Maschere ec.
Il Coro entra cantando nella Sala.
SCENA
V.D.
Cesare>e Laz^arilio colla maschera inmano*La%.
lìcco
dove si balla .Ces. Entra nel Padiglione
3 e là
m'
attendi•Qualche momento
solo Voglio qui rimaner.ha^. Tanta premura
Ha
di veder la SposaEd
or?Ces. Fa quel eh'io dico . La%.
La
bella mascheretta,
Che abbiamo
fra questi arbori incontrata , Forse ?Ces. Sia T ubbidirmi
.
II solo tuo pensiero
.
La^. C Egli s'irrita: lo toccai sul vero.)
St pone Ifl maschera sulla facciaed entra nel padiglione .
SCENA v
r.Don
Cesar^
poiDonna
Elvira.In
quali istanti,
Amore
.Con
qua! possente straleTrafiggesti '1
m
i0 cor.Che portamento?
Che
volto! che figura.Eccola che qui viene Tutto mi sconvolge
Il sangue nelle vene .
Elv. Cosa mai sarà un Marito"
Cosa poi di lui farò .
Non T
ho ancora ben capito>Su pensando ognor ci sto .
Mi
dicea lamamma
un dì,
Sempre
ali5uom
dirai di nò..Vuol
papà che dica un sì.A
chi dunque ubbidirò.Ora mamma
non e' è piùE
che prenda vuol papà,Un
marito eh' ei trovò 5Non
ci vuò pensar più su.
Tanto fa lo prenderò
,
E
sarà quel che sarà-vedendo
Don
Cesare.( Chi è quelloche
mi
osserva attentamente Al certo è uno straniero.)Ces. (Chi sarà mai colei ?
Mi
sento trasportar tutto per lei .)Eh.
(Quale
incontro fortunato\
Oh
che aspetto interessante}TI mio core in tale istante Sento in seno a palpitar.)
Ces.
(Chi
sarà quella Signora,% Che
figura assai graziosa ,^
Fosse tale la mia sposa
Non
saprei che più bramar.) 'Ces. Riverisco avvan\andoti Elv.
Mio
signoreCes.
Mi
permette Elv. Dica pureCes. Bramerei di aver
V
onore Di poter seco danzar.Elv. Sarà questo anzi un favore
Una
grazia singolar.* bilo
anima
\
magnanima
a 2
Una
grazia sinjf
II ballo è un giut J Soblima Tanim;J E" una
magnan
C
Rara
virtù.
Ces.
Danque
Ja destra amabile Gentile mascheretta ame
porgete ,Elv.
Andiamo
.... ma
mi pareChe
Jamano
vi tremi . Ces. Entro del pettoBen
più mi trema il core èElv. Se fa lo stesso Il piede ancor al ballo
Di
noi si riderà .Ces.
Con
questo schernoUn
temerarioamor
voi gastigate^Sdegnata contro
me
.
Elv. Sdegnata? e perchè mai?
Ragion
non (v'è.
*4
SCENA VII.
Detti,
po«
Alonso, eDon
F<?<iro rfaZ Padiglione .Al Ma dove andò la figlia ?
jFed. Dal Padiglione uscì
.
Elv. ( Il Genitor . . . scostatevi . . . .
a D. C<s. Ces.
Ce*. (Starònascosto qui . ) si ritira in disparte*
Al. Ti trovo finalmente
« Per tutto in van ti pesco .
Eh.
Son qui fuor della gente.A
respirar il fresco .JW. Con
voi la leggiadrìa Ritorni alla mia tesra.Al.
E
> tardi .Ces. (.La Farfalla
Di
tutti i fiori è questa •) Frd. Ancor un quarto dyora . . .Al
Mirate: parteognun.
Quasi è l'aurora.Masch
re che escono dalla Sala tfra
queste La^arillo, che da il sacco ai
Mori, che ritornano nel Giardino con guantiere ripiene di rinfreschi :
Coro di Maschera .
Chi d'
amor
non è nemicoa
Della danza-i pregi canti.
Ch'
è la scola degli amantij
Do?e Amore
è il precettor .D.
Cesare eDonna Eh.
si dannedelle occhiate significanti.
Lj2[.
Chi
del buon non è nemico ; Della daoza i pregi cantiDove
ancor senza contantiPuò
la pancia farsi onor.Gli Attori jpoi Tutti .
Chi d'
amor
non è nemico Della danza i pregi cant i,Ch' è la scola degli amanti
Dove amore
è il precettor.D,
A4v.3 $~le Maschere partonoSCENA Vili.
Don
Cesare .Don
Fedro, La^\arillo$
e
Mori
che partono.La%.
IVforetti
gentilissimiNon
partite si presto .Ces. (Quali mentre cantava ,
Diemmi
occhiate espressive l ) F$d.Quanto
è bella e vezzosa!Ces. ( Ei
m'
è rivaleMa
non parmi felice .)
Fed. Fui fino ad ora
d'Imeneo
nemico:Ma
per vivercon lei 3tanto mi piace,
Io credoche con lui farei la pace. parte.
SCENA IX.
D.
Cesare > eLa^arilh
* JKv'o
h qui v1 è ilmio
Padrone .}
Ces. Breve istante
m*
acceseD'
inestinguibil fiamma; ed inme
stessoProvo quel che finor sol ne
Romanzi
M;. credei eh' esistesse>
i6
Lai. Signor, alla sua Sposa Feci finor la spia ;
Ma
nonV
ho mai veduta.Ces. Di lei più non mi curo*
M'empie
de5 vezzi suoiCosì bella figura,
Che
mi scaccia dal cor ogn*altra cura.La%. Della livrea può dunque ella spogliarsi
Ed
io scavalierarmi .Ces.
No:
per altra ragione ora mi giova >Che
tu porti il mionome.
La^.
E
qual >Ces. Disciormi
Da Donna
Elvira or deggìoo
ti rifiutaE
libero son io,O
ti accetta 5 ed alloraDi Don
Cesare è indegna .La%.
Ma
non di Lazzarillo Se mai per avventuraDi me
s'innamorasse....Allora? ..
.
Ces. S' ella ha un gusto Sì vile e grossolano »
Se
amar
può quel bel fusto>Stenda per suo castigo a te la
mano,
parte.SCENA X.
La^arillo solo.
JPer
suo gastigo ! ... oh bella?Un
gusto grossolano ! . . .Se credo agli occhi miei Son più bello di lui »
Ma
se ancorm'
inganasiiDì
rifiuti non cerno .So
come
le zitelle sono fatte :Prendon al primo invito
Un
orso ancor colnome
di marito*Eh. L
er la stanza m'aggiro, e a coricarmi Risolverminon
so ...
Ah
quali* incarna ! qualiMal
consigliati accentiMai
dal labbro m'uscirò.Io vorrei rivederlo3 Per poter col dispregio Correger
P
error mio.Ma
vè, già il Sole
Adusse il
nuovo
giorno.Ammor^d
i lumi5 e suona il campanello.
In. Signora che
domanda
?Elv. II giorno è chiaro e bello;
Andiamo
al ParerapMa
il capo pria m'aspetta.In. Sieda. Avvicinando.una sedia alla tavoletta.
Elv.
Male
;ma
in fretta. siede.In. Cosa vuol dir
, Signora .
Ch* oggi più non mi parla Delio Sposo che attende?
Elv.
E
cosa debbo dirri? In. Forse al mal de) suo coreAl balio ritrovò nuòvo Dottore ? j
SCENA XI.
Attrio in Casa di D. Alonzo
.
£)ut lumi sopra un tavolinoy e campanelli*
D.
Elvira y poi Ines.2
Le
assetta i capelli.SCENA XII.
Dette, e Dorinda.
Vor. C3cusì
à s' entro in tal
modo
Ma
la buona novella che le reca,3Mi
rende ardita. GiunseJeri sera il suo Sposo
.
Eh. Don
Cesare tu prendi Forse uno sbaglio. Ei scrittoAvrebbe qualche cosa
.
Dvr.
Or
ali*albergoIo
stessoDon
Alonzo se ne andè., lit* Fra poco si vedrày s*è vero,
o
ao»Fed.
Fj
permesso tEh.
Avanzate.
FelJ. Benché ranto a buon'ora, Era però sicuro
Di
ritrovarvi alzata.Eh.
Perchè >Fcl. Dormir non lascia
D'uno
Sposo l'arrivo.Vor. Sente5 s'è ver che giunse.
Fed. E* tanto vero>>
Quanto
eh* è unvom
diDonna
Elvira in-SCENA X
I IL
Vette> e
D.
Fedro.(degno
;Ma
se non vi dispiace,Render
1*"impegno vano
Saprà
Don
Fedro5 eh5 offre a voi lamano
Vi son noti i miei sensi ;Son vostro5 se volete:
Donna
Elvira pensate;c decidete* yarte.
SCENA XIV.
X)onnct Elvira .
Imr
; poi D. Alonso . D. Ce*sare in Livrea .La%. da Cavvliere^ e final- mente
D.
Ftdro y che ritorna indietro.In. Ili un giovane gentile, e pet fortune
A Don
Cesare uguale.Elv. Troppo tardi
Don
FedroMi
feci tali offerte.Dor. Ecco con
Don
AlonzoLo
sposo qui s'avanza .Elv. Ines, fa presto; via •. .sgombra iastanza .
Ines pòrta altrove
5 ecopre la tavoletta.
AL
II nostro \etto onoraj
figlia , alfine
*
Don
Cesare^a
noi tanto bramato .JFed. (Osservate quand'egli è mai sgu3ja.r0.) a D. Elvira»
La%.
Questa
c dunque la mia Sposa?.*.Oh
che cosa ! oh che portento ! Voi nasceste da una rosaLa
conosco a quel bel ciglio>Dove
spunra il bianco giglioChe
al soffiar d' un dolce zefiroFa quest'alma tremolar.
Fei. ('Cliè spropositi impasticcia.. ..
AL (Dì mia
figia egli è contento) ) Elv. ( Ingegnoso è ri complimento . )20
La^. (Voglio far il
mio
possibile^
Perchè s' abbia a innauior&r,)
fa
il venose.Elv. i
( Egli
sembrami
risibileEd
affatto singoiar.(
Un
carattere'godibileEsser deve a quel che par.)
( Egli
move
TirascibileChe
'1 rifiuto vo sperar.J
(
Ma
qui chi miro!Sogno!
deliro! J mirandoD.Ces^
(
Ah
guai sembianteMi veggo
innante ! )riconosando D. Elv*
(
No,
noningannomi
quel o
E medesim
la a
o
Mi
guarda attonitNe
sa parlar . ) 1AL f
.jp^ %
(Che
mai significaDor '
Questo silenzio ìIn
#
il
Turbata e pallida
£\
f Ella mi par.;Eh.
Posso chieder un favore? a La\.La^.
Quel
bocchin mi faun
onore>Elv. Sarò forse capnciosa .
Ma
la faccia di quel servoA
quest'occhi è dispettosa,E
'1 dovete congedar.
ti
:Lóf[. Il
mio
Servo le dispiace?Ces. Io Signora ! Elvn Taci audace .
Al. (Ingerir in ciò
non
Vogliomi .) Eed.(Son
sorpreso l)®
0Y*Ì
( Resto stupida ! >
C
uQual
ragion ?Elv.
Mi
sè antipaticoNon
ti posso sopportar.Ce*.
(Qual
incontro inopinato!Son dal fulmine colpito
.
Senza
moto
inceneritoVoce
oh Dio! non so trovar.) Elv* (Avvilito è il traccotanteMa
non basta all' iramia.) Lo
vorrei sotto alle piantePer poterlo calpestar.)
Ea\.
(Mi
ritrovo in grande imbroglioS
Come
uscirne non prevedo.) S' oso dargli il suo congedo .Quattro calci mi può dar.)
Al
(Senza qualche gran ragione 5 In. (Non
s* irrita a questo segno\
Bor. (
Ma
il motivo del suo sdegnoEtà. ( Io non posso indovinar. Dor.
p
SCENA XV.
D.n
Alonso D.Eh.
D.Os.
D. Fed.1,0^.^ ed Inet.
I^.(
C-jos' ho dafa$Signore?)
a
D.
Ccs. piano.
Ce>. (
Non
sai dar il congedo a un Servitore^
b
La^
ALa%. (
Io
so amemoria.
)Eh.
Ébfoen ?La%. ( Vi servo immantinente .
) Lazarillo
.
Ces.
Comandi
.hdz. ( Si prenda Paria nobile ) Birbante
3 pezzo d'asino facchino
Va
fuor di quella porta .Al. ( Anzi che al Servicor dar il congedo
Donna
Elvira dovrebbe al suo padrone. )Ces. (
Come
altera mi guarda J ) adAh
In. ( Sgii mi fa pietà.
)
Eh.
Cosi siete ubbidito tLa%.
Dimmi:
vuoi babuino,Che
adoperi un bastone ?Marche
marchegli da villanamente delle spinte.
Ces ( Animai! ) piano a
La^
La%. ( Fo da Padrone. ) piano a D. Ce$*
Al. Lazzarilio .
La^
La servo.
corre verso D. Al.
ma
D. Ces. lo tiene .f Bestia eh' io son ! ) E!v.
E
5 molto pertinace? s A\.Vanne:
ubbidisci .Ces. (
Non
so darmi pace. ) parte.'S
C E N A X V
I.T
D.
Fedro, D. Alon^b , D. Elvirar Laifiarillo i ed Ines+FJv. (
IVIi
sono vendicata.) Ài.
Non
so lodartis figlia.
Las;.
Non
merta un Servitore*Che nemmen
se ne parli •Fracassar tutte Tossa Gli farò se vi piace.
con gravità caricata.
Fed. Chiuderlo in una fossa
Porlo in una fornace . contrafacendolo*
In. (
Come
ben lo canzona ! )Eh
( Vorrei sdegnarmi e rido. ) La^. Si dispensi la pregoDi
far i gesti miei.
Fed. Vuol esser solo come.la Fenice?
Perchè non lice a
me
quel che a lei lice ?La%. (
Non
ritrovo risposta ;Ma
veggo, eh' egli ha torco. ) Fed. ( Vorrei che s'offendessePer aver una sfida , )
Ljì ( Restiamosenza moverci. resta i
—
mobitOra
faccia i miei gesti . )n. Fedro si pone nella stessa positura.
Al.
Don
FedroEh.
Ritìetrete ,Ch'egli è mio Sposo...
Andiamo
Ines al paretajo. parte.
Al. E' un cavalier d* onore
un uom
dabbeneE
ad unadamma
saggia Ghi è tal non disconviene^parte.
SCENA X V
I f.D. Alonso , D: Fedro > e La^arilfo.
JFed. ( ìi nranto non dispero
A
lei voglio di nuovo offrir lamano
;Ne
un tentativo sarà forse or vano, jSCENA XVIII.
La^arillo
y e Alonso
A
Ila fin se n'è andato .AL
Voi vedete che scherza.lauT,. Scherza in un
modo
taleChe
s'io non fossi stato in vostra casaO
fossi un Cavaliermen
riflessivo}Non
sarebbe di qua partito vivo.Ai- Parliam di quel che importa .
Laz. Si , voltiam la hraciuola.
E
quando si faranno gli sponsali ?AL Quando
vi piace.
La%. Subito,
In questo giorno»
jtìl. EDbeqe >
Sopra le nostre terre, Pria eh.1 tramonri il sole>
Si faranno le nozze
.
Andiam
.Un
solmomento
alla Locanda Tornar prima vorrei .( Se ne informi il Padrone. ) Al. Andate. Al vostro albergo
Verrù a pigliarvi. Incanta
m
Dnrò
per gì' ImeneiGh
ordini necessari*La% Oggi
vóidunque Mio
Suocero Sarete: £ /!/. I nostri ceniOnde
i limiti incertiA
tante liti diedero motivoEterne produran frondi d'olivo, partorì»
SCENA XIX.
Cucina nella Locanda)con finestra praticabilet Focolare con varie pentole #1 fuoco .
Da
un lato tavola, su cui v* è un tagliere e due coltelli.
Un
ferrajuolo appèso all^ pa- rete,
Dorinda, che trita qualche cosa sul taglierà^
Servitori di cucina y e D. Cesare seduto in un cantone
.
Dor. (
TSIeppur mi
guarda in viso. ) rivolto verso D. Cet,f
Ces. (
Quel
bifolco ha in saccoccia Le chiavi delia stanza 3 ed in cucina Restar mi è forza . ) Cuoca, s*a\\a Dor. Son qui .\cosa volete?( Ei comincia a guardarmi. )
Ces. Il paretajo, dove, a quel che intesi >
E' andata
Donna
ElviraQaanto
è di qua lontano?Dor. Vedete là quel ponte ? aprendo lafinestra (S s. Lo veg£o
Der. E' dietro quello a piò del
monte*
20
.Me il padrone3 se hon erroj Vien in cerca di voi
,
Vado
in dispensa Ci vedremo poi.prende alcune chiavi5 una cesta e parte.
SCENA XX.
Don
Cesare, e La^arilJo>Za%>
Signor,
daDonna
ElviraLa
deserà mia si accetta,
Ed
oggi le mie nozze Faran la sua vendetta .Ces.
Chef
tu sposarla l tu !La%. Vostra Eccellenza Sposar dunque la vuole?
Ces. Io!
La%. Lasci
dunque
Se
amar
può un si bel fusto,Se ha un gusto cosi vile e grossolano5
Che
per sua pena ame
stenda lamanoà
Ces. Si Si, umilia i'orgoguosa
•
La^< Bravo.
Ces. ( Privo di lui
Come
viver potrei ?Che
farò? ... si dichiari Il mionome
; il mio rango>E
ame
porge la deserà. ) La%. ( Ei parla da se solo.
La
bella maschietta Gli fa girar la testa .)
Os.
( Io sforzarla a sposarmii?Sol
me
inme
stessoamar
deelamia
sposarNon
la fortuna mia . )27 La^, ( Il soliloquio è lungo. }
Ces.
Dovrò
dunque lasciarla ? . ..Ah
che fardeggio?.. ,
D'odio
ed'amor
fra mille aiFetti ondeggioLa
mia cara è sol coleiL* idoi mio
V amato
bene Sotfre in pace le cateneQuesro
misero mio cor.Mà
però la mia ragionej
Spento ancor non ha
V amore
In lei barbaro è il rigoreQuanto
lido è inmer
i'ardor*parte ,
SCENA XXL
La^arillo poi Dorinda
.
La^. X.-J.ira di
Donna
ElviraFormò
la mia fortuna .Ma
mi par d' aver fame.,Veggiamtf cosa bolle in quel
tegame.
scopre un tegame Dor.
Brama
nulla , Eccellenza?La^.
Che
v'è qui ?Dor. Del guazzetto
.
La^. Prendo questo pezzetto.
moy. Aspetti.... una forchetta.
Lit%. Oibò. so far pulito.
£' un piacere mangiar a scotta dito .
Figlia dal tegame un peT^o di carne pone sopra un pez^o di pane colle di te e se lo mangia»
Dor.
Che
le par?Benedetta
j
28
. Brava la mia Cuochetta .
Dor. Se i suoi detti son veri
Mi
prenda al suo servizio.L#2;. Perchè no? volontien .
Dor. Io lascio questo albergò; e alle "sue terre
Vado
sùbito adesso.La%. Andate pur > andate •
(
Ma
il pàdron che dirà? )Dor.
Con
s^a licenza* in atto di partire.La^. Udite: questa sera Si faran le mie nozze»
Cuoca
, fatevi onore »Dor.
Non
dubiti Signore.Ammici
. addio.ai Serv< J Ila I,ocanda%
Avvetto il Locandiere > e roi m' avvìo.
SCENA XII.
La^arillo) poi D.Alonso con un Servitore che
gii. porta un ferrajuolj).
La%.
K
bellaDonna
Elvira;Ma
quanto sono care Queste maniere andanti !Ai.
Dove
siete ? in cucina ? La%. Vi risparmio le Scale.
AL
(Non
lo posso negar 3 è originale. )La%. eccomi pronto andiam
.
AL
S'alzan nell'aria* Oscuri nuvoloni;
Che m
inaccian unnembo
.
La^. Pria che la pioggia cada.
Abbiamo
ancor deltempo
* mirando dallasi oscura.
2?
Al.
Ebben
si vada. fragoroso tuono > /'ani
si oscura La%.
Ah!
qual tuono! quai lampi.AL
Quella nube, che gira bassa bassaMinaccia gran
mina,
mirandodalia finestra.ha\. Questo è , un teltipo da scar chiusi in cantina.
Finale.
La\.
Oh
che grossi nuvoloniVan
per l 5aria cavalcioni ! Al.
Come
rugge incorno il venro!* Questo
tempo
fa spavento.La\.
Buon
che siamo qui al copertoDove
ancor v' è da mangiar .si ode
un
fulmine.Al.
Qual
fragor !ha\.
Che
fiero turbine. chiude la finestra*( Fan la pioggia, il vento ^ 1 fulmini ( Questa casa traballar.
SCENA XXIIL
Detti
D.
Fedrob poi Dorinda*
Isotta
una nuvolaQual
fiume rapido Dalmonte
cadeE
armenti e biade Inmezzo
air onde Volve e confende.
Qualche
disgrazia Si sentirà .Ah
qua! neir aria Fed.Qua!
parapiglia f /[I. Al monte trottasi•Ahimè
? mia figlia.Qualche sventura
li cor pr^ice :
Dell'infelice
Cosa
sarà !DoYè correndo. Ahi .... presto.. . , Corrassi.. .
Ajuto ! .. . ajuio 1
AL Che
rechi ?Fed. Spiegati .
La%. Cos* è accaduto ?
Bor. Ani ! . ..
Donna
Elvira..*AL La
figlia mia ?Don
Ahi ! ,..V
acqua forse La portò via.
AL Che
ascolto ! misera .Mia
figlia ....Matti
La^. Addio mi€ rendite .Jpcd. Ci guida ov' è.
Dor.
Oh
Dio!... lasciatemi Fiato pigliar .AL Mi
sentoV
anima * Fed*Nel
sen straziar ha?^ Rimasi vedovoPria di sposar.
2).
AL DC F
d. Dor. e Servitori parte La^. rimine immobile immerso nelle*«; rifusioni .
1
SCENA XXIV.
'Laiftarillo solo*
(jolpo
atroce ! oraIhentro favello L'infelice non è forse piùuh
; oli;Son ben nato sfortunato Era già seduco a nozze: Era già ricco sfondato:
Di me ognun
avea già stima>E
fra poco,come
primaMi
darà ciascun del tu!Ma
si salvi> s'è possibile....in atto di partire*
Qui
opportuno v* èun
gabbano...*s*tnvolge nelferrajuolo del Guattero*
Su corriam .... già
vado
invano«Già
è perduto ilmio
Perù.Colpo atroce! ora mentre fa vello
V
infelice non è forse più 5 .uh. uh.
continua
V
aria partendo*SCENA XXV.
Monte.
Alle falde di questo capanna3 il cui
tetto non terminato resta in parte sco- perto. Cascatad'acqua ,che precipitandosi dall'alto del
monte*
gonfia inmodo
iltorrente nel quale cade 5 che questo uscen- do dalle sponde , innonda 5 e percuote la
capanna suJjetta. Sul torrente un ponte di legno.
Una
sola barchetta all' altra r-iva ritenuta dal troncod'un
albero5 alquale è attaccata . Sul davanti sasso:
dietro a quello folto cespuglio.
Vento
lampi e tuoni.
D.
Elvira 3 ed Ines disperate uscendo sino alla cintura dal tetto della capanna in quella par- te, che si trova scoperta > gridano ad alta vo~ce. O. Alando. D. Fedro, e Darinda ac- corrono con Paesani per soccorrerle; indi
D
9Cesare.
-Fod.
La
capanna ahimè vacillaDor. Io la miro con terror
.
Infelici ! qual orror
.
Ces. (
Ah
che miro !Donna
Elvira i\r salvarsi è salita*Eh.
( In. ( Al."Insistenza ! aital aita !
Infelice ! oh Dio! mia figlia E' in periglio della vita I
Eh.
(In. (
Assistenza ! aita! aita.
Tutti
.
11 suo rischio
ammorza
I ir*,
E
rinascer faPamor.) AL Deh
salvate 1*infelice:Darò
quantomi
si chiede.Non
v' è alcun, chemova
il piede Vintoognuno
è dal timor.JFed f
q
4
y
#
S
La
capanna all'onde cede\ Io la miro con terror.
Cade un peT^o della
Capanna
tAssistenza? aita ! aita li
Elv.
In.
{
Tutti Infelici ! qual orror !
Al.
Dunque
oh Dio! non v' è riparo }'Dee
perir la figlia mia ? Ces. Se nonmoro,
in breve fiaSalva in braccio al genitor
.
si lancia nell'onde.
Dor.
Qual
ardir maravigliosoAL
Ei conP
onde in van contende.
Fed.
La
capanna ahimè! si fende Dor. Io la miro con terror.
Cade un lato della capanna, la quale resta in così fattivo stato>(he si ve-
de che non può reggere più molto alV impeto del torrente
.
^
# Assistenza ! aita! aita!Tutù
Infelici ! qual orror !
D.
Alonso oppressodal dolore $iab- bandona sopraun
sasso«3
Dot.
Ma
cos'è del servo ardito?corre v^rso la riva per vedere.
Fed. £i sarà di già perito .
Fa
lo stesso. Intanto D. Ces. giun-to air opposta sponda > s
yimpa~
dronisce della barchetta.
Ber. Vitfa viva viva viva. corrJmtoa D. Al.
Giunto è il Servo all'altra riva.
va di nuovo verso la riva.
Al. Alleviar ella procura
II
mio
duoi con dolce inganno.D.
Cts. va colla barca sotto la ca~panna
.
Ved. Nella barca entrò quel Servo
,
correndo a D. Alonso
.
Ed
è già sotto il capanno.D.
Elv. ed Ines discendononella bar- ca per le rovine deliaCapanna
>che servono loro dt Scala. Dor. Ella scende nella barca.
Non
abbiate più timor . come sopra.Fed.
Donna
ElviraTonda
varcaCol suoprode conductor• come sopra
.
mentre D.Elv. ed Ines vengono tra-
ghttatej cade con gran rumore il
rimanente dalla capanna .
AL
Aliandosi*Qual
ronior J che miro ! ahi! misero vedtndo rovinar la capanna.Io mi
moro
di dolor•si abbandona di nuovo sopra il Sasso.
Ver. Viva viva viva viva
Donna
Elvira è giunta a riva.il Gelo si rischiara •
fidé Sereniam le meste ciglia >
Come
il Cicl si rasserena •Ccs. presentando a U.
AI.D.
Elv*$ed im?§
.
Abbracciate vostra figlia, Abbracciate il genitor.
a D.
Eh.
e parte*SCENA XXVI.
D, Alonso y D. Elvira^ D. Fedro> Ines,
e Dorinda *
Al
(Aliandosi abbracciandoDonna
Elvira.}Figlia
! è ver !.. tistringo alsenof. tA
qual mai fu il mio spavento 1Elv. Caro Padre, io non credea Più goder un tal
momento*
si abbracciano* In.
Noi
dobbiam la nostra vita,
Di
quel giovane al valor•D.
Alonso poi Tutti .Grazie al Ciel rendiam concordi-.
Che
ci volle consolar>
E
la voceognun
accordi I suoi doni a celebrar.SCENA XXVII.
Detti, * La\\arillo con uominicarichi dicorde
,
di stanghe ce.
%sQ\. Jtl#ccomi a dar ajuto Alla mia cara Sposa
Ma
tardi son venuto, Andiamola a pescar.Ah
Lì salva rimiratelaIn. (
Mi
batte ancora il core.) Laa;. Chi salvo ha
V
idol mioìElv.
Fu
il vosero Servitore3
Quel
Servitore, o Dio!Ch'io feci congedar.
ha\.
Potremo
il matrimonio Sta sera dunque far.fi della pioggia P
umido Buon
vin potrà scacciar.!D.
Fed. lo va contraffacendo.Fed.
Oh
che discorso nobile!Vor {
(ComQ
eS
li Io corbella!)JLai^. I nobili
non bevono?
Elv {
sciocco inverfavella.)La\. Colui che ha più denari
Può
meglio traccanar.fed. Se parlano i suoi pari
Non
v'èda replicar• lo vacontraffa»Laz. E* lunga questa storia* {ccndo*
Al.
f
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