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Campagna di misure della concentrazione media di radon nelle scuole della provincia di Lecce

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Academic year: 2022

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della concentrazione media di radon nelle scuole della provincia di Lecce

Ricerca

Edizione 2014

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Settore Ricerca

Dipartimento Igiene del Lavoro

COORDINAMENTO SCIENTIFICO Rosabianca Trevisi1

AUTORI

Rosabianca Trevisi1, Federica Leonardi1, Sabrina Tonnarini1, Miriam Veschetti1, Barbara Todini1, Carla Simeoni1, Giovanni De Filippis2, Antonio De Giorgi2, Anna Paola Caricato3, Manuel Fernandez3, Gianni Podo4,

Armando Luches3

ILLUSTRAZIONI Francesco Romano

1 INAIL, Dipartimento Igiene del Lavoro

2 SPESAL (Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) 3 Università del Salento - Dipartimento di Matematica e Fisica “E. De Giorgi”

4 Provincia di Lecce

CONTATTI

INAIL - Settore Ricerca Dipartimento Igiene del Lavoro

Via Fontana Candida, 1 | 00040 Monte Porzio Catone (Roma) Tel. + 39 94181 264 / + 39 06 94181 423

Fax + 39 06 94181 419 r.dil@inail.it

www.inail.it

© 2014 INAIL

La pubblicazione viene distribuita gratuitamente e ne è quindi vietata la vendita nonché la riproduzione con qualsiasi mezzo.

È consentita solo la citazione con l’indicazione della fonte.

ISBN 978-88-748-412-8

Tipolitografia INAIL - Milano, agosto 2014

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Introduzione 5

Aspetti generali dell’indagine 7

I protagonisti dell’indagine 7

I motivi dell’indagine 8

La scelta del campione di scuole 11

Metodologia di intervento 11

Azione informativa in loco 11

Alcune difficoltà incontrate 12

Inquadramento geologico 15

Metodologie di gestione della campagna di misura 17

Studio del campione e prepazione dell’indagine 17

Questionari e costruzione del data-base 19

Metodologie di misura 21

Metodologie di misura della concentrazione di radon mediante 21 dosimetri passivi ad elettrete (DPE)

Calcolo della concentrazione di radon 23

Metodologia di misura della dose assorbita in aria mediante 24 dosimetri a TLD

Misura della concentrazione media di radon indoor mediante DPT 26

Risultati 31

Una panoramica dei risultati in relazione ad alcuni parametri 31 Risultati dell’analisi statistica dei dati acquisti mediante questionario 33

Risultati delle misure di radon con DPE 34

Risultati delle misure di rateo di dose gamma in aria 36

Risultati delle misure di radon con DPT 37

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Discussione delle misure di dose gamma indoor 62 Discussioni delle misure di radon con DPT - locali al piano terra 63

Studio del fattore di correzione stagionale 65

Discussione delle misure di radon con DPT - locali interrati 66 Discussione dei risultati delle misure al seminterrato 68 Discussioni dei risultati delle misure al primo piano 69 Analisi dei risultati sulla base della tipologia scolastica 70

Analisi dei risultati su base comunale 70

Normativa di riferimento 75

Legislazione nazionale 75

Linee Guida delle Regioni 218

Annotazioni e principali conclusioni 231

Rassegna stampa 231

Commenti 232

Bibliografia 235

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Questo volume è rivolto a quanti operano nel mondo della scuola, intesa sia come

“laboratorio formativo delle persone” sia come sede lavorativa del personale docente e non docente.

L’obiettivo è documentare i risultati di un progetto di ricerca volto a valutare la presenza del gas radon nelle scuole: il campione è costituito da circa 500 scuole site nella provincia di Lecce. La presentazione dei risultati è occasione anche per illustrare in modo semplice, chiaro ed efficace, gli effetti connessi all’esposizione al radon, descrivere gli elementi conoscitivi di base inerenti il “tema radon”, i principi fisici sui quali si fondano i metodi per la misurazione della sua concentrazione in aria, le informazioni generali circa le modalità di ingresso negli ambienti interni e le possibilità di intervenire per rimuoverlo.

Si forniscono, inoltre, indicazioni per gli operatori della scuola e i lavoratori in generale in relazione agli adempimenti previsti dalla normativa vigente con uno sguardo anche alla normativa europea di recente emanazione.

Gli autori auspicano di essere di stimolo per i docenti nell’inserire la “tematica radon”

nell’ambito dei propri programmi didattici, collaborando quindi alla diffusione delle conoscenze sull’argomento e alla promozione della cultura della salute e della sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro tra le giovani generazioni.

La pubblicazione consente anche di condividere l’esperienza acquisita in relazione agli aspetti complementari a quelli di mero carattere scientifico, quali le modalità di rilevamento dei dati, le difficoltà incontrate, il personale coinvolto, i tempi di osservazione, le attività di formazione e informazione a supporto dell’indagine, la campagna sui mezzi stampa, ecc.

Il Direttore del Dipartimento Igiene del Lavoro Dott. SERGIO IAVICOLI

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I protagonisti dell’indagine

Le strutture che hanno partecipato alla realizzazione di una campagna di misure sulla radioattività naturale nelle scuole nella zona di Lecce sono:

- lo Spesal (Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) del Dipartimento della prevenzione - Asl di Lecce. Allo Spesal, tra i compiti istituziona- li, compete concedere deroghe al divieto di utilizzare luoghi di lavoro interrati e seminterrati per attività lavorative (D.Lgs. 81/08, Art. 65. locali sotterranei o semi- sotterranei).

- la Provincia di Lecce, grazie alla rappresentatività istituzionale e al radicamento sul territorio, unitamente allo Spesal, ha svolto un ruolo importante nella campagna che ha visto il coinvolgimento di un elevato numero di scuole, distribuite su un’a- rea molto vasta comprendente 97 comuni;

- il Laboratorio Radiazioni Ionizzanti - Settore Radioattività Naturale del Dipartimento di Igiene del Lavoro di INAIL Ricerca (già ISPESL - vedi nota 1), ha progettato l’in- dagine, condiviso con gli altri partners un rigoroso metodo scientifico, fornito i dosimetri passivi per la misura del radon in aria, effettuato le misurazioni e elabo- rato i risultati.

- il Dipartimento di Matematica e Fisica “E. De Giorgi” (già Dipartimento di Fisica vedi nota 2) ed il Servizio di Prevenzione e Protezione dell’Università del Salento,hanno condotto la misurazione del rateo di dose gamma indoor e una misurazione parallela del radon in un ristretto campione dei medesimi edifici, con- sentendo così di ottenre un primo quadro della situazione dal punto di vista dei livelli di radon presenti nel territorio.

Un ruolo altrettanto determinante e significativo è stato giocato dai Dirigenti e dal personale degli istituti scolastici. Senza la loro adesione e partecipazione, la campa- gna di misurazione avrebbe sicuramente fallito il suo obiettivo.

Ciò che ha determinato la coesione fra i partner e la loro paritetica interdipendenza organizzativa è stata la condivisione di interessi comuni

- sia di carattere generale: la salute dei lavoratori e della popolazione più giovane;

- sia di carattere locale: iniziare ad acquisire dati in merito alla possibile correlazio- ne fra gas radon e una maggiore frequenza di neoplasie polmonari nel territorio.

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I motivi dell’indagine

In Puglia il cancro è la seconda causa di morte con 9914 decessi nel 20081. Il tasso di mortalità su base regionale è inferiore ai livelli medi nazionale e del sud-Italia (136 contro rispettivamente 142 e 143 per 100.000 persone/anno2). In passato, a partire dal 1970, è stato osservato un aumento di incidenza di tumori dello stomaco, del pol- mone e dei melanomi cutanei negli uomini rispetto alle donne: la maggiore inciden- za uomo/donna e il maggiore rapporto di mortalità nel caso del tumore al polmone era pari circa a 7,3. I tassi di incidenza del tumore al polmone e di quello alla prosta- ta negli uomini inizialmente sono apparsi in aumento - in particolare il picco è stato raggiunto nella seconda metà degli anni ‘80 (nel 1988 si è osservato un un tasso di incidenza pari 84,4 per 100.000 persone). Solo successivamente tali tassi hanno registrato un andamento decrescente.

In Italia è stato stimato che durante l’anno 2000 circa il 91% dei decessi per tumore al polmone negli uomini e circa il 55% dei casi nelle donne era attribuibile al fumo di tabacco [3]; in Puglia si è registrata una prevalenza dei fumatori pari al 29%, una delle più elevate tra le regioni italiane: anche in questo caso si denota una notevole differenza negli stili di vita dei due sessi: ad esempio nel 2010 la prevalenza dei fumatori, di età superiore ai 15 anni, era rispettivamente pari al 32,7% tra i maschi e del 13,1% nelle femmine (da comparare con i livelli nazionali pari a 29,6% e 17%

rispettivamente).

La situazione è apparsa anche disomogenea a livello provinciale: nella tabella 1 è presentata una sintesi dei dati medi nelle province pugliesi, tratta da [4]. Dalla tabel- la si evince che nella provincia di Lecce l’incidenza del tumore al polmone negli uomini è molto superiore rispetto alle donne (più di 7 volte) e, nell’ambito della situa- zione nella popolazione maschile, l’incidenza nel territorio leccese supera quella relative alle altre provincie e il valore medio della Puglia.

1 Dal 2010 ISPESL è stato soppresso ed divenuto INAIL Settore Ricerca. Nel prosieguo della pubblicazione, le strut- ture a suo tempo facenti parte di ISPESL, saranno indicate come INAIL Settore Ricerca.

2 Il Dipartimento di Fisica dell’Università del Salento ora è denominato Dipartimento di Matematica e Fisica “E. De Giorgi”. Nel prosieguo della pubblicazione, sara quindi identificato come Dipartimento di Matematica e Fisica “E.

De Giorgi”.

Tabella 1: Tasso di incidenza del tumore al polmone nelle provincie pugliesi

Periodo di riferimento 2003-05 2006 2006-07 2006 2003-06

Sesso Lecce Brindisi Taranto BAT Puglia

Uomini 87,5 62,7 72,1 60,7 71,3-74,7

Donne 10,8 10,7 11,4 11,3 8.8

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Figura 1: Sintesi dei risultati relativi alle misure di concentrazione media di radon in 48 ambienti di vita e di lavoro.

Sulla base di quanto sinteticamente esposto, tenute presenti le forti interazioni tra radon e fumo ai fini degli effetti sulla salute, lo Spesal della Ausl di Lecce ha ritenu- to opportuno intraprendere alcune iniziative tese ad approfondire la conoscenza della situazione, in merito alla problematica radon nel territorio di competenza.

In realtà, già alla fine del 2002 un primo monitoraggio del radon su un numero molto ridotto di 10 siti, commissionato dalla Ausl, consentiva di rilevare valori di concentra- zione di radon tutt’altro che trascurabili. Nel 2004 ulteriori misurazioni della concen- trazione media di radon in 48 ambienti di lavoro e di vita ubicati nel territorio di com- petenza presentarono un quadro sinteticamente rappresentanto in fig. 1.

La media dei valori di concentrazione di radon nel campione di 48 locali, era pari a 134±13 Bq/m3: un valore ben superiore sia alla media nazionale che al valore medio della Puglia [5] (media nazionale 70-75 Bq/m3, media Puglia: 52±2 Bq/m3), eviden- ziando quindi l’opportunità di estendere l’indagine all’intero territorio provinciale.

In considerazione dei valori medi di radon indoor riscontrati, si è reso necessario pro- gettare indagini in campo volte a verificare se l’alto numero di neoplasie polmonari in provincia di Lecce avesse qualche relazione con l’esposizione al radon indoor. Si ricorda, a tal proposito, che nel 1988 l’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (IARC_WHO) ha classificato il radon come cancerogeno del gruppo 1, ossia come sostanza per la quale è accertata la cance- rogenità anche negli esseri umani, e che nel medesimo anno la US_EPA lo ha collo- cato al secondo posto come causa di tumori polmonari, dopo il fumo di tabacco.

Per rispondere al quesito, a seguito dei contatti attivati con INAIL Settore Ricerca, si è proposto di realizzare un’indagine su un campione più rappresentantivo della realtà in esame.

Date queste premesse, nel settembre 2005 è nato il progetto di realizzare una cam- pagna di misure della radioattività naturale (radon e radiazione gamma indoor) nelle scuole pubbliche del territorio di competenza.

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La scelta delle scuole

Come appena accennato, la scelta dei siti per una indagine conoscitiva è ricadu- ta sulle scuole in quanto sono distribuite capillarmente sul territorio ed hanno caratteristiche edilizie comuni, oltre al fatto che sono frequentate da una popola- zione a cui prestare particolare attenzione. Gli edifici scolastici risultano essere il secondo luogo, dopo le abitazioni, in termini di fattore di occupazione, e i locali uti- lizzati si trovano prevalentemente al piano terra, soprattutto nel caso delle scuole d’infanzia. Pertanto è facilmente ipotizzabile che l’esposizione al radon possa essere significativa.

Sulla base delle medesime premesse, negli anni precedenti, in diverse regioni sono state promosse campagne di misura nelle scuole: Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Sardegna, Toscana, Veneto ed Emilia Romagna [6, 7, 8].

Tale scelta non è stata priva di difficoltà poiché il reperimento dei dati relativi al tipo e al numero degli edifici scolastici è stata opera ardua, malgrado il coinvolgimento diretto dei Dirigenti scolastici e la loro attiva partecipazione.

Metodologia di intervento

Il gruppo di lavoro ha prima di tutto definito un protocollo che prevedesse le diverse fasi dell’indagine, di seguito descritto e schematizzato in fig. 2:

1. Determinazione del metodo e delle tecniche di indagine;

2. Verifica della fattibilità dell’indagine alla luce del metodo e delle tecniche scelte (in termini di risorse economiche, umane, organizzative);

3. Piano organizzativo (rilevazione esatta del numero di edifici da misurare, costru- zione di un data base, messa a punto della strumentazione, ecc.);

4. Azione mediatica/comunicativa per l’avvio dell’indagine;

5. Distribuzione dei kit dei dosimetri (dosimetri passivi per la misurazione del radon) per il 1° semestre di campionamento;

6. In parallelo, misure del radon con DPE e misure di rateo di dose gamma con dosimetri a TLD su un campione ristretto di scuole

7. Ritiro dei dosimetri dopo il primo semestre e consegna dosimetri per il 2° cam- pionamento;

8. Ritiro dei dosimetri al termine del 2° semestre;

9. Analisi della strumentazione 10. Elaborazione dei risultati;

11. Rapporto di sintesi;

12. Notifica ai sindaci nei cui comuni erano presenti scuole con elevati livelli di radon indoor.

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Azione informativa in loco

Al fine di rendere le scuole partecipi dell’indagine in essere, ai Dirigenti scolastici è stata inviata una nota con la quale l’iniziativa è stata presentata e contestualmente è stata richiesta una loro adesione-collaborazione per garantire il buon esito dell’inda- gine stessa.

Il gruppo di lavoro ha pertanto provveduto alla preparazione e distribuzione del materiale strumentale e cartaceo da consegnare alle scuole ed ha ritenuto opportu- no porre particolare attenzione all’azione informativa atta a sensibilizzare la colletti- vità locale sul tema della tutela della salute da gas radon.

La prima occasione per parlare del gas radon e dare avvio ufficiale alla campagna di misurazione è stata con il Convegno che si è tenuto nella sala Consiliare di Lecce il 27 settembre 2005, rilevando una singolare e inattesa partecipazione sia di perso- nalità pubbliche che di liberi cittadini, estremamente sorpresi nello scoprire l’esisten- za di una gas naturale radioattivo nocivo per la salute.

A tre mesi di distanza si è tenuta una conferenza stampa per dar conto di quanto fatto sino a quel momento e, in quell’occasione, per la prima volta, si sono coin- volti alcuni alunni delle scuole consegnando loro dei dosimetri con la finalità di col- locarli nelle rispettive stanze da letto in modo da rilevare l’eventuale presenza di radon. Quest’ultima iniziativa è stata accolta molto favorevolmente dalla cittadinan- za ed ha avuto un impatto mediatico rilevante a livello locale. In occasione del Convegno è stato distribuito l’opuscolo “Una scuola senza Radon”, curato e rea- lizzato da Spesal Asl, INAIL Settore Ricerca, Dipartimento di Matematica e Fisica

“E. De Giorgi” dell’Università del Salento, con il contributo della Provincia di Lecce.

L’opuscolo a scopo divulgativo e corredato da illustrazioni, è stato distribuito ampiamente, tanto che nel 2013 si è provveduto ad una seconda edizione aggior- nata grazie all’editoria INAIL.

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Alcune difficoltà incontrate

Una campagna di misurazione che ha l’obiettivo di coprire tutti gli edifici scolastici presenti in una provincia con 97 comuni che si collocano su una direttrice lunga poco meno di 100 km, ha dovuto fare i conti con l’aspetto organizzativo e logistico in considerazione delle notevoli distanze e dei conseguenti tempi di percorrenza per coprire tutto il territorio preso in esame.

Un secondo punto di difficoltà è rappresentato dal fatto che alcuni Dirigenti scolasti- ci e Responsabili dei servizi di prevenzione e protezione avevano sotto la loro com- petenza numerosi edifici scolastici (scuole dell’infanzia, elementari e medie inferiori,

ASL e PROVINCIA:

• Interfaccia con le scuole;

• Raccolta e diffusione delle informazioni;

• Raccolta e distribuzione dei dosimetri passivi per il radon

UNIVERSITÀ:

• Misure di radon con DPE

• Misure di rateo di dose gamma;

• Partecipazione al coordina- mento scientifico dell’indagine

INAIL:

• Misure di radon con DPT;

• Misure di radon con DPE

• Partecipazione al coordina- mento scientifico dell’indagine

• Determinazione della concentra- zione media di radon indoor

• Determinazione del rateo di dose gamma indoor

• Aumento della consapevolezza della popolazione dei rischi sani- tari connessi all’esposizione al radon

• Supporto negli adempimenti pre- visti dal Decreto Legislativo 241/00

• Stima della percentuale di edifici da sottoporre ad azioni di bonifi- ca, delle concentrazioni medie di radon per comune, dei parametri di influenza (età dell’edificio, materiali da costruzione, caratte- ristiche costruttive, ecc.)

• Estensione dell’indagine a tutte le scuole pubbliche della provincia;

• Coinvolgimento diretto del perso- nale scolastico nell’indagine, delegando a loro il posiziona- mento dei dosimetri passivi

• Programmazione di azioni di informazione e formazione rivolte al mondo della scuola.

OBIETTIVI

COMPITI

STRUMENTI

Figura 2: Obiettivi, strumenti e compiti del gruppo di lavoro.

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e in alcuni casi, centrali e succursali). Ciò non ha permesso sempre di curare con la dovuta attenzione l’andamento dell’indagine in ogni singolo edificio.

Un altro punto di debolezza, ma certamente non ultimo per importanza, è rappresen- tato dal fatto che le scuole hanno un notevole carico di lavoro legato oltre che alla didattica, ai numerosi progetti, alle iniziative, agli impegni istituzionali, ecc.

Per tutte queste ragioni, non si è riusciti a coinvolgere al totalità dei Dirigenti scola- stici: alcune scuole pertanto non hanno aderito oppure hanno partecipato in forma

“passiva”. Queste ultime non hanno seguito le procedure richieste rendendo la loro partecipazione “inutile”, poichè non è stato possibile rilevare compiutamente i dati dei loro edifici e considerarli quindi nell’elaborazione finale. In alcuni casi anche dif- ficoltà organizzative hanno impedito di fatto di poter attribuire con una adeguata affi- dabilità un valore di concentrazione media di radon ad alcuni edifici rendendo per- tanto vana la misurazione. Anche questi casi sono stati esclusi dall’analisi dei dati.

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A partire dai dati ottenuti durante un’indagine nazio- nale volta a quantificare la concentrazione media di radon indoor nelle abitazioni italiane avviata negli anni

’80-’90 [5], è stato possibile valutare i valori medi regio- nali di radon indoor. Ciò ha messo in luce l’estrema variabilità tra regione e regio- ne. Si è ad esempio riscon- trato che il Lazio, il Friuli Venezia Giulia e la Lombardia avevano valori di concentrazione di radon molto elevati mentre Abruzzo e Molise particolarmente bassi (vedi fig. 3). L’estrema variabilità nei livelli medi di radon è connessa con la natura geologica del nostro territorio. Si fa presente inol- tre che anche in regioni in cui i valori medi risultano media- mente bassi, si riscontrano

sovente delle aree caratterizzate da concentrazioni medie elevate, come il caso del Monte Amiata e delle Colline Metallifere in Toscana oppure la zona dei Colli Euganei in Veneto.

Figura 3: Mappa dei valori medi regionali di concentrazione di radon nelle abitazioni italiane, ottenuta nell’ambito dell’“Indagine nazionale sulla radioattività naturale nelle abitazioni” [ ]. I valori del Trentino-Alto Adige e della Sardegna sono in realtà superiori.

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La penisola salentina, nella quale è situata la provincia di Lecce, è caratterizzata da un paesaggio carsico complesso associato alla presenza di estese coperture plio- pleistoceniche (calcareniti del Salento e depositi argillosi), con caratteristiche litostra- tigrafiche e grado di permeabilità molto variabili, poggianti direttamente sul basa- mento carbonatico mesozoico.

La sedimentazione carbonatica è distinta in due formazioni principali: la cosiddetta

“pietra leccese” e le calcareniti di Andrano.

La pietra leccese risulta costituita in assoluta prevalenza da calcareniti organogene a grana medio-fine [10, 11] mentre le calcareniti di Andrano, presenti in misura net- tamente inferiore rispetto alla pietra leccese, sono caratterizzate da una spiccata ete- rogeneità composizionale che si manifesta con un’alternanza piuttosto irregolare di litotipi sia calcarei che calcarenitici.

Tutta la zona è caratterizzata inoltre dalla presenza di grotte e cavità di drenaggio sotter- ranee. In fig. 4 è riportata una mappa geologica del Salento con indicazione delle faglie.

Figura 4: Cartina delle formazioni geologiche presenti nel territorio della provincia di Lecce.

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Studio del campione e prepazione dell’indagine

Allo scopo di tracciare un quadro dal punto di vista dei livelli di radon indoor rappre- sentativo di questo territorio, si è stabilito di inserire nel campione di indagine tutti gli istituti pubblici di ogni ordine e grado (quindi dalle scuole dell’infanzia fino alle secondarie di secondo grado), in quanto in tal modo il campione compreso sareb- be stato caratterizzato dalla presenza sia di edifici che insistono solo al pianoterra (le scuole dell’infanzia) che di edifici multipiano (scuole secondarie di primo e secondo grado), talvolta non progettati per essere scuole ma adattati allo scopo. Quest’ultimo aspetto risulta essere di particolare rilevanza qualora si vogliano confrontare nella medesima zona, i livelli di radon misurati nelle abitazioni con quelli relativi alle scuo- le a parità di piano dello stabile.

Laddove i risultati del confronto con dati acquisiti nelle abitazioni non differiscono in modo sensibile, è intuibile dedurne che la percentuale di scuole che si trovano in edi- fici costruiti ad hoc è relativamente bassa così che la principale differenza nell’espo- sizione deriva dalle modalità di uso dei locali, dal fattore di occupazione e dal momento dell’occupazione: diurna e feriale. In tali casi, quindi, i dati di misura rela- tivi agli edifici scolastici possono contribuire ad incrementare il dataset necessario per identificare le aree del territorio dove la concentrazione di radon è più elevata.

Relativamente al numero e all’ubicazione dei locali da monitorare, anche sulla base della letteratura scientifica, si è scelto di selezionare in modo casuale un piccolo campione di locali (3) situati al pianoterra: questo criterio avrebbe garantito l’unifor- mità dei dati dal punto di vista della distanza dal suolo (principale sorgente di radon).

Inoltre sia per le caratteristiche del radon sia per gli obblighi di legge già esistenti (adempimenti al D.Lgs. 241/00, [12]) si è stabilito di comprendere anche il monito- raggio di tutti i locali interrati e seminterrati, laddove presenti.

Per quanto detto, tra le indicazioni fornite al personale scolastico responsabile del posizionamento, si è chiesto di collocare i dosimetri in 3 locali al piano terra scelti in modo casuale tra quelli più abitualmente frequentati da docenti e/o alunni e/o perso- nale tecnico-amministrativo (quindi aule, laboratori, segreterie, ecc.) e - ove presen- ti - nei locali posti ai piani interrati e/o seminterrati. Si è inoltre richiesto che i dosime- tri fossero collocati ad un’altezza compresa tra 1,5-2 metri dal pavimento e per quan- to possibile lontano da porte, finestre e fonti di calore. Il tutto è stato riassunto in

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apposite “Istruzioni per il posizionamento”, consegnate al personale scolastico uni- tamente alla strumentazione.

Per determinare le dimensioni del campione, la prima base di dati è stata l’anagrafe scolastica presente nel sito del Ministero dell’Istruzione (www.istruzione.it).

Questa fonte indicava in provincia di Lecce la presenza di n.773 istituti scolastici, ma il confronto con i dati forniti dall’Ufficio Scolastico Provinciale forniva risultati discor- danti, tali per cui si è reso necessario un approfondimento.

Il gruppo di lavoro quindi ha somministrato direttamente ai Dirigenti scolastici un questionario volto ad acquisire informazioni sulle scuole del territorio e circa le loro caratteristiche. Il personale docente ha partecipato a questa fase attivamente, dando quindi la possibilità di costruire un database relativo a questo campione di indagine, che di fatto costituisce già il primo risultato dello studio.

In relazione alle risorse umane ed economiche disponibili, non disponendo di finan- ziamenti esterni, lo studio è stato realizzato ponendo una particolare attenzione ai costi, dato anche l’elevato numero di edifici. Si è resa necessaria una pianificazione attenta delle fasi di lavoro al fine di ottenere la massima efficacia nell’azione organiz- zativa e il maggiore abbattimento dei costi.

Nella realizzazione di indagini ambientali, il campionamento è certamente tra le voci di costo più “pesanti”: le scarse risorse economiche hanno portato ad affidare il posizionamento della strumentazione al personale scolastico. Per ottimizzare la fase di consegna, si è progettato di organizzare un evento, che consentisse di informare i dirigenti scolastici dell’azione in corso, formarli dal punto di vista del “rischio radon”

e, con l’occasione, consegnare loro un kit, contenente i dosimetri passivi con le rela- tive “istruzioni per un corretto posizionamento”, infine la modulistica da compilare.

La partecipazione diretta e attiva del personale scolastico al posizionamento della strumentazione ha compensato l’assenza di risorse economiche da destinare a que- sto scopo e l’esiguità delle risorse umane disponibili. In questo modo si è cercato di far sì che il monitoraggio si svolgesse in contemporanea in tutti gli edifici scolastici sia per una standardizzazine della tempistica che per una valutazione della concen- trazione del gas in periodi dell’anno simili, sebbene in corso d’opera non tutti i punti pianificati abbiano seguito il corretto sviluppo programmatico.

Una fase molto delicata è stata quella relativa alla preparazione e distribuzione del primo kit di dosimetri, da collocare nei primi sei mesi. Le scuole che avevano espres- so interesse all’iniziativa erano n. 506. Si è resa pertanto necessaria da parte del Laboratorio Radiazioni Ionizzanti all’INAIL Ricerca la preparazione di altrettante buste sigillate contenenti il kit. Ogni busta è stata personalizzata indicandone l’appartenen- za e tenendo conto delle specificità di ogni singolo edificio. Ciascun kit conteneva un numero di dosimetri in rapportato alla tipologia del singolo stabile: tre dosimetri per il piano terra e altri se verificata nel caso di esistenza di piani aggiuntivi quali interra- ti e/o seminterrati. Laddove si trattava di Istituti Comprensivi, allo stesso Dirigente scolastico sono state consegnate fino a 7-8 buste, una per ogni edificio scolastico di propria competenza. Complessivamente sono stati consegnati e posizionati 1271 dosimetri passivi a tracce nucleari.

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Dato l’elevato numero di scuole e la tempistica necessariamente lunga (un anno solare) per valutare una concentrazione media annua, si è ritenuto necessario affian- care a questa indagine uno studio-pilota ristretto al 10% del campione di indagine.

Tale studio è stato affidato all’Università del Salento che in 56 scuole ha rilevato la concentrazione media di radon relativa ad un semestre mediante dosimetri passivi ad elettrete (DPE) e il rateo di dose gamma indoor mediante dosimetri a TLD. Nel seguito si forniscono i dettagli relativi alle metodologie di misura impiegate.

Il momento della distribuzione vera e propria del materiale è stata a carico del per- sonale della Ausl e della Provincia di Lecce. Come sopra accennato, con l’occasio- ne del Convegno di apertura lavori atto a illustrare il tema, si è effettuata la prima con- segna dei dosimetri ai Dirigenti scolastici presenti. Per quelli non presenti, ma ade- renti all’iniziativa, si è resa necessaria una consegna mediante la predisposizione di punti di raccolta, opportunamente distribuiti nel territorio provinciale (località: Lecce, Nardò, Maglie, Tricase e Gallipoli).

Anche il ritiro e la sostituzione dei dosimetri, allo scadere del primo semestre, è stato organizzato secondo la medesima modalità operativa dei punti di raccolta. In que- sta fase si è riscontrata un’adesione pari al 87,3% delle strutture scolastiche, con un recupero di 1111 DPT sul totale di quelli consegnati. Al termine del secondo seme- stre si è provveduto al recupero di tutta la strumentazione.

Questionari e costruzione del data-base

Si è accennato alle discrepanze riscontrate tra i dati ministeriali e quelli dell’Ufficio scolastico provinciale: questi dati di partenza molto diversi hanno richiesto quindi un’indagine preliminare per definire con esattezza il campione dello studio.

L’invio del questionario è stata l’occasione per raccogliere informazioni più dettaglia- te riguardanti le caratteristiche degli edifici: anno di costruzione, numero di piani del- l’edificio, tipo di impianto di riscaldamento, presenza di locali interrati o seminterrati, materiale di costruzione impiegati, tipo di attacco a terra (vespaio o platea) ecc.

La restituzione dei questionari compilati da parte della scuola ha avuto anche il valo- re di una risposta positiva di adesione/collaborazione alla realizzazione della campa- gna di misurazione. La disponibilità mostrata nei fatti dalla quasi totalità dei Dirigenti ha permesso la buona riuscita dell’indagine.

Dalle risposte è emerso che solo poche scuole constano di un unico edificio, molte altre ne annoverano 2 o 3 e in alcuni casi anche 8 e 9: può trattarsi di succursali ma anche di scuole di ordine diverso. Gli Istituti comprensivi normalmente hanno alme- no tre sedi diverse: una per la scuola dell’infanzia, una per la scuola primaria ed una per la scuola secondaria di 1° grado. Se poi vi sono anche delle frazioni, come suc- cede per alcuni comuni della provincia di Lecce, o il territorio comunale è vasto, il numero complessivo degli edifici scolastici appartenenti ad un singolo istituto aumenta in modo significativo.

La banca dati ha fornito riferimenti e indicazioni di n. 506 edifici scolastici, che rap- presenta di fatto il campione di indagine.

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Metodologie di misura della concentrazione di radon mediante dosimetri passivi ad elettrete (DPE)

In un campione ristretto di scuole della provincia di Lecce pari a 56 istituti, distribui- ti in 53 comuni della provincia, sono stati posizionati dei dosimetri passivi ad elettre- te (sistema E-PERM, in questo testo indicato con l’acronimo DPE).

Essi sono costituiti da una base (vedi fig. 5) dotata di un disco in teflon denominato elettrete, precaricato a un dato potenziale (in genere intorno a 750 V) che funge da rivelatore, e da una cameretta (vedi fig. 6).

Figura 5: Superficie sensibile di un dosimetro passivo ad elettrete di tipo ST (sinistra) e di tipo LT (destra).

Figura 6: Camera short term (S - a sinistra) e long term (L - a destra) associate ai dosimetri passivi ad elettrete.

(23)

Figura 7: Strumento Sper-1 per la lettura del potenziale.

Con l’assemblaggio del dosimetro, si crea un dispositivo a diffusione di un prefissa- to volume d’aria. La cameretta è dotata sulla superficie esterna di un filtro, che per- mette la diffusione passiva dei gas tra l’interno e l’esterno, bloccando il passaggio del particolato e degli aerosol.

Il principio di funzionamento si basa sul fatto che nel decadimento radioattivo del radon e della progenie, l’aria viene ionizzata. In particolare gli ioni negativi, elettroni, vengono attratti dalla superficie dell’elettrete: l’interazione ione-elettrete provoca una diminuzione della carica netta sul disco e un conseguente abbassamento del poten- ziale superficiale. La differenza di potenziale è direttamente proporzionale alla con- centrazione media di radon: la misura del potenziale prima e dopo l’esposizione del DPE viene effettuata attraverso un apposito lettore (vedi fig. 7).

Esistono diverse configurazioni dei DPE: esse differiscono in base al tipo di rivelato- re impiegato (LT o ST) ed alla camera associata (L o S). L’accoppiamento (rivelato- re LT o ST con camera L o S) viene prescelto sulla base della durata del campiona- mento che si intende effettuare.

Nel presente studio sono stati utilizzati DPE in configurazione LLT, ovvero dati dall’as- semblaggio di una camera L, di volume pari a 58 ml ed un elettrete LT, poiché tale configurazione permetteva l’effettuazione di un monitoraggio a lungo termine (fino

(24)

J a

J

J

ܴ݊ܥሺܤݍ ή ݉ିଷሻ ൌ ൬ܸെ ܸ

ܥܨ ή ݐ െ ܤܩ൰ ή ܪ

ܤܩ ൌ ܥ ή ܴ

ad un anno). La concentrazione media di radon, è stata calcolata utilizzando le for- mule fornite dal produttore.

Inoltre, poiché i DPE sono sensibili alla radiazione è importante valutare corretta- mente il suo contributo di fondo per sottrarlo dai dati sperimentali ottenuti specie quando si effettuano misure per lunghi periodi in zone dove la concentrazione di radon non è molto elevata [13, 14, 15]. In questo caso il contributo dovuto al fondo indoor è stato valutato mediante dosimetri a TLD. Laddove il dosimetro TLD è stato smarrito si è assunto un rateo di dose pari alla media dei valori riscontrati in tutti gli altri luoghi monitorati.

Nel primo semestre è stato posizionato quindi un set di DPE messo a disposizione dall’Università del Salento; nel secondo semestre invece, allo scopo di garantire la qualità del dato acquisito mediante questo tipo di dispositivo, in ciascuna scuola è stata posizionata una coppia di DPE, uno fornito dall’Università del Salento ed uno da INAIL Settore Ricerca.

Calcolo della concentrazione di radon

Come sopra accennato, il valore della concentrazione di attività di radon in aria è strettamente correlato alla caduta del potenziale superficiale dell’elettrete. La proce- dura adottata prevedeva che il Vifosse letto subito prima del posizionamento del dosimetro nel punto di misura e il Vfa fine esposizione, ovvero al momento del ritiro del dosimetro, sempre in loco. Una volta annotati i valori di Vie Vfed il tempo di espo- sizione, è necessario determinare il fattore di calibrazione CF relativo alla combina- zione camera-elettrete. Tale valore rappresenta la variazione di tensione dell’elettre- te che avviene per una esposizione ad una concentrazione di radon di 1Bq/m3 per un giorno [16]. Nell’intervallo 750-150 V, CF è in relazione lineare con la caduta di potenziale dell’elettrete [13, 17].

La concentrazione media di radon è calcolata mediante la relazione:

dove CF è il valore calcolato sulla base della configurazione adottata, H è un fattore correttivo che tiene conto dell’altitudine a cui si effettua la misura e BG è la concen- trazione radon equivalente dovuta la fondo ambientale. In particolare, BG si espri- me come:

(25)

J

J

dove C è una costante di calcolo pari a 0,59 ed R è il rateo di fondo espresso in nGy·h-1, ottenuto sperimentalmente mediante dosimetri a TLD.

Al risultato della misura può essere associata l’incertezza estesa corrispondente ad un livello di confidenza del 95 %, che si ottiene moltiplicando l’incertezza tipo com- posta per il fattore di copertura k=2.

Metodologia di misura della dose assorbita in aria mediante dosimetri a TLD

Il Dipartimento di Matematica e Fisica “E. De Giorgi” dell’Università del Salento si avvale della metodologia di misura che impiega dispositivi, o dosimetri, passivi con rivelatori a termoluminescenza (TLD - Thermo Luminescent Dosemeters).

Il principio di funzionamento dei dosimetri a TLD si basa sul fatto che nel materiale irra- diato (rivelatore) l’energia ceduta dalla radiazione incidente produce il passaggio di alcuni elettroni dalla banda di valenza alla banda di conduzione, con la conseguente formazione di lacune nella banda di valenza. Mentre alcuni elettroni e lacune si ricom- binano immediatamente, altri sono catturati in livelli energetici metastabili presenti all’in- terno della gap (“trappole”) e vi possono rimanere a lungo, a meno che non interven- gano fenomeni in grado di fornire loro energia. Riscaldando i rivelatori gli elettroni acqui- stano una energia sufficiente per sfuggire alle trappole, passare nella banda di condu- zione e ricadere nella banda di valenza, dove si ricombinano con le lacune. In questo processo, detto di termoluminescenza, si ha l’emissione fotoni sotto forma di luce visi- bile. Un fotomoltiplicatore converte il flusso di fotoni in corrente, la quale successiva- mente viene amplificata ed integrata. La carica totale raccolta (generalmente dell’ordi- ne della decina di µC) è proporzionale alla dose di radiazione assorbita dal dosimetro.

I TLD in uso presso il Dipartimento di Matematica e Fisica “E. De Giorgi”

dell’Università del Salento sono di fluoruro di litio (LiF) drogato con tallio (Tl). Il siste- ma di lettura (Harshaw Company) è costituito da un rivelatore di fotoni e da un tubo fotomoltiplicatore a basso rumore ed alto guadagno (Model 2000-C TL Detector) e da un sistema di amplificazione e trattamento del segnale proveniente dal fotomolti- plicatore (Model 2000-B Automatic Integrative Picoammeter).

Il sistema di lettura raccoglie i fotoni emessi durante il riscaldamento da 150 a 250 oC, che avviene in 20 s con una rampa di 7 oC/s. La tensione ai capi del fotomoltiplicato- re è impostata a 750 V. Il riscaldamento e la lettura dei dosimetri è effettuato sotto flus- so di azoto per ridurre segnali luminescenti spuri e per diminuire e stabilizzare la cor- rente di fondo mediante raffreddamento della parte anteriore del fotomoltiplicatore.

Preliminarmente all’uso, i dosimetri sono stati sottoposti ad una procedura di annea- ling (allo scopo di svuotare le trappole e di renderle stabili) e a una successiva tara- tura esponendoli ad un campo di radiazione nota.

La procedura di annealing viene effettuata prima di ogni esposizione del dosimetro e consiste in un trattamento termico a 400 oC per 1 ora, al termine del quale il dosi- metro viene rapidamente raffreddato e nuovamente riscaldato a 100 oC per 2 ore.

(26)

Figura 8: Immagine di un TLD.

(

AXB

)

f = 

r2

A dt

dX *

=

La taratura dei dosimetri fornisce un fattore di calibrazione che permette di passare da valori di carica, forniti dallo strumento di lettura, a valori di esposizione e quindi di dose. Come accennato in precedenza, la taratura dei dosimetri viene effettuata esponendoli ad un fascio di radiazione nota per un determinato periodo di tempo.

Il fattore di calibrazione è dato da:

dove X (espressa in mR) è l’esposizione, A la lettura e B il valore di fondo (espresse in nC) ottenuto per il particolare TLD.

I dosimetri in questione sono stati esposti per circa 40 ore al campo prodotto da una sorgente di 137Cs avente un’attività, al momento dell’esposizione, pari a 7326 MBq e ad una distanza di 1 m.

Da questi dati e per mezzo dell’equazione

(27)

Ȟ

dove è la costante caratteristica della sorgente, A la sua attività ed r la distanza dosimetro-sorgente è stato determinato un valore di esposizione pari a 2.50 mGy. I fattori di calibrazione così determinati sono validi solo per il dosimetro a cui si riferi- sce la lettura.

Una volta determinati i fattori di calibrazione, i dosimetri sono sottoposti ad una nuova procedura di annealing e posti in buste di plastica scura.

In questo studio il campionamento mediante dosimetri a TLD è stato effettuato uni- tamente ai DPE per cui si è protratto per un periodo di sei mesi. Poiché l’irraggia- mento gamma è costante nel tempo, si è ritenuto sufficiente il monitoraggio di un solo semestre.

Una volta che i dosimetri sono stati ritirati ed analizzati, si è calcolata la dose assor- bita in sei mesi moltiplicando il valore di carica netto, quindi sottratto del valore di fondo, per il rispettivo fattore di calibrazione. Da questi dati è stato poi estrapolato il valore del rateo di dose gamma indoor.

Misura della concentrazione media di radon indoor mediante DPT

Per la misurazione della concentrazione media annua di attività di radon in aria nelle scuole monitorate, il Laboratorio Radiazioni Ionizzanti (oggi laboratorio RI) di INAIL Settore Ricerca ha utilizzato i dosimetri passivi a tracce nucleari (o DPT) del tipo NRPB/SSI, con un rivelatore di tracce nucleari i CR39 (PADC, Columbia Resin), vedi figg. 9 e 10.

Il laboratorio RI già da diversi anni infatti ha avviato un servizio di dosimetria “radon” nel quale, ai fini del monitoraggio integrato della concentrazione di radon indoor (specie nei luoghi di lavo- ro) applica la metodologia dei dispositivi passivi con rivelatori a tracce nucleari (SSNTD) [18], implementando negli anni la tec- nica. Tale lavoro di ricerca è stato oggetto di numerose pub- blicazioni su riviste nazionali ed internazionali [18, 19, 20]. In par-

ticolare è stata messa a punto una procedura di pre-sviluppo allo scopo di annulla- re il fondo intrinseco e garantire un efficace controllo di qualità dei rivelatori prima dell’esposizione [21, 22]. I rivelatori plastici di CR39, una volta esposti e sviluppati, possono essere letti sia con sistemi di lettura manuale che automatizzata.

Figura 9: Dosimetro passivo per il radon - tipo NRPB/SSI con rivelatore di CR39.

(28)

Il campionamento è consistito nell’esporre i DPT per due periodi di durata semestra- le al fine di coprire complessivamente un anno solare. Al termine dell’esposizione i DPT sono stati ritirati, ed i rivelatori plastici sviluppati chimicamente e letti al micro- scopio ottico mediante un sistema semiautomatico di analisi di immagine. La den- sità delle tracce (D espressa in cm-2), prodotte dalle particelle alfa emesse dal radon e dalla sua progenie nel decadimento radioattivo, è proporzionale all’esposizione al radon (E espressa in kBq·h·m-3) secondo la relazione:

E=Densità di tracce/S

dove S è un parametro che indica la sensibilità di risposta del sistema.

Il sistema semiautomatico utilizzato in questo studio, consiste in un microscopio otti- co connesso ad una telecamera digitale ed un pc. Un software appositamente svi- luppato consente l’analisi delle immagini ed in particolare il conteggio della densità di tracce sulla superficie del polimero plastico, preventivamente amplificate dallo svi- luppo chimico (vedi fig. 11).

Figura 10: Rappresentazione schematica del dispositivo di misura passivo tipo NRPB/SSI.

Figura 11: Immagine al microscopio ottico delle tracce nucleari dopo lo sviluppo chimico (ingrandimento 4x di un rivelatore esposto al radon e sviluppato).

(29)

Un opportuno data-base permette all’operatore di associare le immagini al codice del rivelatore ed al luogo, oggetto della misura (nel nostro caso, codice identificati- vo e nome della scuola, indirizzo ecc.).

In base alle procedure interne del laboratorio RI, prima dell’avvio di un nuovo ciclo di analisi si effettua il controllo del buon funzionamento del sistema di lettura mediante la rilettura di 3 “rivelatori di riferimento”, ossia rivelatori esposti ad atmosfere certifi- cate di radon. È importante che i “rivelatori di riferimento” appartengano al medesi- mo lotto dei rivelatori da analizzare per garantire che le proprietà delle plastiche (nel senso di risposta alle particelle emesse dal radon e dai suoi prodotti di decadimen- to) siano le stesse. Se la precisione e l’accuratezza nella risposta del sistema rien- trano nei parametri ritenuti accettabili dal laboratorio (ciascuna entro il 10%), il siste- ma sta funzionando in modo adeguato.

Il valore della sensibilità di risposta S ottenuto dalla lettura dei rivelatori di riferimen- to, verrà applicato nelle successive analisi.

Per garantire la qualità dei dati delle misure anche negli standard internazionali è richiesto che i laboratori partecipino periodicamente a esercizi di interconfronto orga- nizzati da istituzioni in grado di certificare l’atmosfera di radon a cui i rivelatori sono stati esposti. Per verificare la qualità dei risultati del presente studio, il laboratorio RI (che partecipa annualmente a tali esercizi) ha preso parte al primo interconfronto in Italia organizzato dall’APAT (oggi ISPRA) con il supporto tecnico dell’INMRI (ENEA) nel 2006 [23].

Gli interconfronti consistono in blind test, ossia in esercizi in cui ciascun laboratorio, identificato da un ID (noto solo all’ente organizzatore), invia un set di dosimetri. Tale set viene suddiviso in sottogruppi che saranno esposti in camere radon a diverse concentrazioni, incognite al laboratorio partecipante. La tabella 2 riepiloga gli eserci- zi di interconfronto a cui il laboratorio ha partecipato negli ultimi anni.

La partecipazione a questi esercizi è di fondamentale importanza per un laboratorio che intenda garantire la qualità dei risultati, in quanto consente di stimare la qualità del-

Tabella 2: Elenco degli esercizi di interconfronto di dosimetri passivi per il radon a cui il laboratorio RI ha partecipato

Anno Interconfronto Nazione

2000 Interconfronto NRPB per dosimetri passivi UK

2001 Interconfronto NRPB per dosimetri passivi UK

2003 Interconfronto NRPB per dosimetri passivi UK

2004 Interconfronto NRPB per dosimetri passivi UK

2005 Interconfronto HPA per dosimetri passivi UK

2006 Interconfronto APAT per dosimetri passivi IT

2008 Interconfronto HPA per dosimetri passivi UK

2009 Interconfronto HPA per dosimetri passivi UK

2011 Interconfronto BfS per dosimetri passivi DE

2012 Interconfronto BfS per dosimetri passivi DE

(30)

Figura 12: Interconfronto Apat 2006: in rosso sono riportati i risultati del laboratorio RI e la relativa incertezza stimata con un intervallo di confidenza del 95%.

l’intero processo [24, 25]. D’altronde anche le “Linee guida per le misure di concentra- zione di radon in aria nei luoghi di lavoro sotterranei”, approvate dalla Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome e pubblicate nel febbraio del 2003 [26], sottolineano la necessità di una partecipazione ad esercizi di interconfronto da parte degli “organismi idoneamente attrezzati” “…..almeno con cadenza triennale”.

In fig. 12 sono presentati i risultati delle esposizioni dei diversi laboratori partecipan- ti all’interconfronto APAT 2006. Il laboratorio RI (i cui risultati sono rappresentati in rosso) ha partecipato con un set di dosimetri analogo a quelli utilizzati dello studio.

Si fa presente che la partecipazione all’interconfronto APAT 2006 rientrava tra gli obiettivi del presente progetto di ricerca: i risultati ottenuti del Laboratorio RI consen- tono di considerare i valori di radon rilevati nelle scuole come dati affidabili.

Per quanto riguarda l’incertezza di misura associata all’esposizione, essa è calcola- ta mediante la seguente formula di propagazione dell’errore statistico, in accordo con la norma UNI CEI ENV 13005:2000 [27]:

2 2

2

2 (1 ) ( )

1 ) ( )

( D Dt t uS

S D u D

u S E S

u  ˜

+ +

=

(31)

Texp

CRn = E

( ) ( )

Texp

E C u

u Rn =

dove uD, uDt e uSrappresentano, rispettivamente, la deviazione standard associata alla densità delle tracce dei rivelatori esposti, a quella dei transiti e a quella della sen- sibilità di risposta.

Sulla base del protocollo di misura [18, 19, 28, 29] e con un livello di confidenza del 95%, i valori di incertezza associati alle misure sono dell’ordine del 18%.

A partire dal valore dell’esposizione è possibile calcolare la concentrazione di attività media del 222Rn (Bq/m3). Indicando con Texpil tempo di esposizione misurato in ore si ha:

L’incertezza associata alla concentrazione di attività di radon, assumendo che l’in- certezza associata alla variabile tempo di esposizione sia nulla, è data da:

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Una panoramica dei risultati in relazione ad alcuni parametri)

Vengono qui di seguito riportati alcuni elementi e parametri di riferimento per capire meglio le specificità dell’indagine:

- Il primo campionamento ha avuto luogo con un posizionamento realizzato nel periodo 28/09/05 e 20/02/06 e un ritiro realizzato nel periodo 18/04/06 e il 21/08/06. Il motivo di questo dilatamento è dovuto al fatto che non tutti i Dirigenti scolastici hanno partecipato al Convegno del 27 settembre 2005. L’acquisizione del kit con i dosimetri in tempi successivi (nei punti di raccolta) ha ritardato l’avvio del monitoraggio in molti istittuti scolastici.

- Una sintesi dell’adesione alla campagna è presentata in fig. 13 e riassunta nella tabella 3. Le scuole aderenti alla campagna nel primo semestre sono state 404, pari 79,8% del totale. Un risultato che si reputa estremamente soddisfacente sia in termini di rappresentatività statistica che in termini di partecipazione al proget- to. Nel secondo semestre si è registrato un calo di partecipazione, l’adesione è diminuita al 67,8%. Questa diminuzione non è un caso raro in indagini che si pro- traggono così a lungo nel tempo, ed è stata compensata anche da un altro feno- meno: in occasione del ritiro finale si è osservato che il 4% circa degli istituti non aveva provveduto alla sostituzione semestrale per cui gli stessi dosimetri passivi avevano campionanto il radon per un intero anno solare. Per ulteriori dettagli rela- tivi alle scuole che hanno partecipato all’indagine, di cui quindi si dispone del dato radiometrico relativo al radon, si osservi la tabella 4 nella quale, il campione di scuole indagate è suddiviso per grado.

- In alcuni casi è accaduto che la scuola abbia monitorato solo un semestre, il primo o secondo. Infatti i dati completi - relativi al campionamento di due seme- stri - coprono complessivamente 332 scuole. Per le scuole che hanno monitorato un solo semestre si è provveduto in altro modo a stimare la concentrazione di radon media annua (correzione mediante fattore stagionale).

- Infine gli “insuccessi” in termini di dosimetri non attribuiti, strumentazione smarri- ta, strumentazione non riconsegnata dalla scuola o consegnata ma non utilizzata:

si tratta di 152 su 1251 DPT nel primo semestre, 31 su 947 nel secondo e 4 su 59 nelle scuole con monitoraggio di un anno consecutivo. Anche una corretta analisi degli insuccessi è molto importante per valutare l’esito finale dello studio. In que-

(33)

sto caso trattandosi di numeri irrisori rispetto al totale della strumentazione impe- gnata, si ritiene che la campagna di misura, realizzata attraverso una diretta par- tecipazione delle scuole, possa essere considerata un “successo”.

Figura 13 : Sintesi del campione della campagna di misura di radon.

Tabella 3: Descrizione dei parametri relativi al campionamento

Numero di scuole nel data-base 506 Primo Secondo

Campionamento

semestre semestre

Numero di scuole monitorate con DPT 404 343 19

Numero di locali monitorati con DPT 1099 947 55

Numero di locali al piano terra monitorati con DPT 924 818 42

Numero di locali ai piani seminterrati monitorati 57 46 0

con DPT

Numero di locali ai piani interrati monitorati con DPT 32 27 0

Numero di locali ai primi piani monitorati con DPT 86 56 13

DPT posizionati 1251 978 59

DPT attribuiti alle scuole 1099 947 55

DPT smarriti 152 31 4

Rappresentatività rispetto al campionee 79,8 % 67,8% 4%

di scuole nel data-base

(34)

Risultati dell’analisi statistica dei dati acquisti mediante questionario Un’analisi statistica delle informazioni acquisite mediante questionario ha fornito i risultati sintetizzati nelle tabelle 5 e 6: in particolare nella tabella 5 le scuole sono divi- se sulla base del periodo di costruzione e nella tabella 6 si analizzano i materiali da costruzione degli edifici scolastici: in entrambi i casi il set di dati completi si riferisce a 419 scuole. Queste informazioni sono utili ai fini della comprensione del ruolo delle varie sorgenti di radon. Dalla tabella 5 si evince che più della metà delle scuole (212 su 419) è stata costruita dopo il 1960: questo quadro può essere confrontato anche con quanto risulta relativamente ai materiali edilizi utilizzati (vedi tab. 6), anche se va ricordato che il personale scolastico non necessariamente dispone di informazioni puntali in merito alle caratteristiche costruttive dello stabile.

Tabella 4: Descrizione del campionamento in funzione del grado della scuola

Totale delle scuole 506

Scuole osservate (n) 438

Tipologia scuole (n)

Scuola Infanzia 135(31)3

Scuola Primaria 118(27)

Istituto Comprensivo 18(4)

Scuola Secondaria Primo Grado 91(21)

Scuola Secondaria Secondo Grado 76(17)

3 Il numero tra parentesi indica la percentuale.

Tabella 5: Caratteristiche degli edifici scolastici

Anno di costruzione Frequenza Percentuale Percentuale Percentuale

valida cumulata

Validi <1919 6 1,4 1,8 1,8

1919-1945 41 9,8 12,1 13,9

1946-1960 79 18,9 23,4 37,3

>1960 212 50,6 62,7 100,0

Totale 338 80,7 100,0

Mancanti 81 19,3

Totale 419 100,0

(35)

Risultati delle misure di radon con DPE

La tabella 7 riassume i risultati conclusivi del monitoraggio del radon mediante DPE svolto in 56 scuole, elencate in ordine alfabetico di comune: in particolare si riportano i valori di concentrazione media annua di radon (espressa in Bq/m3) calcolata come media aritmetica dei dati relativi al semestre invernale e a quello estivo. I dati del seme- stre estivo sono ottenuti come media aritmetica fra i dati INAIL Ricerca e quelli dell’Università del Salento, tenuto conto della loro compatibilità (vedi discussione).

Fanno eccezione le scuole di Cutrofiano, Racale e Presicce (evidenziate con sfondo grigio): per l’istituto di Presicce si dispone solo del dato relativo al semestre estivo, per quelli di Cutrofiano e di Racale la scarsa compatibilità dei dati forniti dai due set nel semestre estivo fa preferire in modo cautelativo di ritenere attendibile il solo dato invernale.

Tabella 6: Caratteristiche degli edifici scolastici

Materiale di costruzione Frequenza Percentuale Percentuale Percentuale

valida cumulata

Validi Conci di tufo 184 43,9 52,0 52,0

Cemento armato 24 5,7 6,8 58,8

Mattoni di cemento 10 2,4 2,8 61,6

Muratura in laterizi 6 1,4 1,7 63,3

Materiali Misti 130 31,0 36,7 100,0

Totale 354 84,5 100,0

Mancanti 65 15,5

Totale 419 100,0

Tabella 7: Concentrazione annuale media di radon nelle scuole della provincia di Lecce - Risultati del monitoraggio effettuato con DPE

Codice

Istituto scolastico Comune

Conc. ES

Meccanografico Radon

(Bq/m3)

Ambienti a piano terra/rialzato

LEIC809001 Scuola Media Andrano 209 60

LEIC811001 Scuola Media Arnesano 114 6

LEIC816004 Scuola Media Calimera 170 29

LEEE01500A Scuola Elementare Campi Salentina 1808 483

LEIC81200R Scuola Elementare Cannole 292 70

LEIC88500E Scuola Media “A. Miglietta” Carmiano 196 17

LEIC815008 Scuola Elementare Castrì di Lecce 202 33

LEIC82000Q Scuola Media Castrignano del Capo 362 207

LEIC808005 Scuola Media Castro – Città 167 16

LEMM80001G Scuola Media “L. da Vinci” Cavallino 238 2

LEMM82201C Scuola Media Collepasso 113 42

LEIC881007 Scuola Elementare Corsano 144 9

(36)

Codice

Istituto scolastico Comune

Conc. ES

Meccanografico Radon

(Bq/m3)

LEIC823007 Scuola Media “Don Bosco” Cutrofiano 287 34

LEMM859013 Scuola Media Felline (Alliste) 112 8

LEPS04000E Liceo Scientifico “A. Vallone” Galatina 164 57

LEEE02600R Scuola Elementare Galatina 165 62

LEMM10600B Scuola Media “A. De Ferraris” Galatone 243 72

LEIS012001 Liceo Classico Gallipoli 65 14

LEIC832002 Scuola Media Leverano 119 9

LEPM030001 Ist. Magistrale Maglie 172 99

LEIS00200A Ist Tec. Comm. “S. Trinchese” Martano 141 5

LEMM829017 Scuola Media “G. Mazzini” Melendugno 237 36

LEMM14000V Scuola Media Melissano 213 117

LEIC836009 Scuola Elementare Minervino di Lecce 470 106

LEIC84100R Scuola Media Monteroni di Lecce 125 1

LEIS02600B Ist. Tec. Geom. “E. Vanoni” Nardò 302 92

LEEE83901V Scuola Elementare “Don Bosco” Nociglia 352 78

LEEE84201P Scuola Elementare Novoli 133 8

LEIC84600X Scuola Elementare Parabita 156 7

LESD08000B Ist. Prof. d'Arte “N. della Notte” Poggiardo 257 35

LEIC831006 Scuola Elementare Porto Cesareo 786 32

LEEE053005 Scuola Elementare Presicce 225 32

LEIC858006 Scuola Elementare Racale 586 62

LEMM85001L Scuola Media Ruffano 129 2

LEIC803002 Scuola Media Salve 560 136

LEIC853003 Scuola Media San Cesario di Lecce 152 4

LEIC852007 Scuola Media San Donato di Lecce 687 128

LEIC82600P Scuola Media San Pietro in Lama 107 14

LEIC80500N Scuola Media Sannicola 244 42

LERH01000C Ist Prof. Serv Alberghieri Santa Cesarea Terme 178 10

LEMM85501Q Scuola Media Soleto 609 222

LEIS008009 Liceo Scientifico Squinzano 78 4

LEEE059004 Scuola Elementare “V. Ampolo” Surbo 1049 464

LEEE060008 Scuola Elementare “G. Vanini” Taurisano 241 39

LEEE86801V Scuola Elementare “A. Carrisi” Trepuzzi 130 9

LEEE06501C Scuola Media “A. Moro” Ugento 79 18

LEMM278006 Scuola Media Veglie 74 13

LEIC85600E Scuola Elementare Vernole 128 26

Ambienti in piani interrati/seminterrati

LEIS003006 Ist Tec. Comm Alessano 237 96

LEIS011005 Liceo Classico Casarano 844 100

LEIC865009 Scuola Media “Giovanni XIII” Copertino 132 41

LEMM00600E Scuola Media “A. Grandi” Lecce 173 20

LETF01000R Ist. Tec. Ind. “E. Fermi” Lecce 158 7

LETF030002 Ist. Tec. Ind. “E. Mattei” Maglie 181 49

LERH020003 Ist. Prof. Serv Alberghieri Otranto 283 65

LEPM050006 Ist. Magistrale Tricase 252 30

Riferimenti

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