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Compensi Geologia Vizi dell’opera e responsabilità #64

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Academic year: 2021

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Informazione

tecnica e progettuale

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Poste Italiane S.p.A.- Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, CN/BO • ISSN 2307-8928

a pagina 8 a pagina 30

Imprescindibile la conoscenza degli aspetti geologici negli in- terventi sulle costruzioni esisten- ti sia per gli interventi strutturali ma anche per quelli non strut- turali e per la valutazione della sicurezza dell’opera. Le novità nelle NTC. >>>

Geologia

e NTC 2018

Se un professionista accetta un com- penso basso oppure rinuncia addirit- tura al pagamento, non rispettando di fatto le regole dell’equo compenso, il contratto non è nullo e al massimo può scattare una sanzione da parte dell’Or- dine di appartenenza con un provvedi- mento disciplinare. >>>

Compensi

professionali bassi o nulli

a pagina 6 Il perimetro delle responsabilità professionali sui vizi/difetti delle opere/pro- getti è definito senza dubbio dall’art. 1669 del Codice Civile che fa però, riferimento solo a quella dell’appaltatore. Negli anni la giurisprudenza, at- traverso la pronuncia di numerose sentenze o ordinanze, ha allargato il raggio di azione estendendo la responsabilità anche ad altri importanti at- tori della filiera quali il progettista, il direttore dei lavori e il committente che sono intervenuti nella realizzazione dell’opera, sia nella fase di progetta- zione o dei calcoli relativi alla statica dell’edificio che in quella di direzione dell’esecuzione dell’opera. Nell’articolo un approfondimento che delinea le responsabilità specifiche per ogni singolo attore. >>>

Vizi dell’opera e responsabilità

Il vademecum per progettista e direttore dei lavori

Tutto

sul raffrescamento con i sistemi radianti

EFFICIENZA

ENERGETICA BIM

Questioni legali e BIM: il Blockchain, nuovo paradigma per la gestione delle informazioni

Questo Luglio lascia poco spazio ad om- brellone, secchiello e paletta. Tanti argo- menti sul tavolo.

Con questo Editoriale vorrei ricordare gli av- venimenti, le pubbli- cazioni e le decisioni più ... >>> a pagina 4 Andrea Dari

Editore INGENIO

Città, Sisma Bonus, Eco Bonus, Circolare NTC,

Certificazione FRCM, Diamoci una SCOSSA, BIM:

ecco le novità

#64

2018luglio/agosto

(2)

#Efficienza_Energetica #In_Questo_Numero Editoriale

4 Città, Sisma Bonus, Eco Bonus, Circolare NTC, Certificazione FRCM, Diamoci una SCOSSA, BIM: ecco le novità

Primo Piano

5 Planimetrie catastali: nuove istruzioni per il rilascio. I dettagli

6 Vizi dell’opera,

chi è responsabile di cosa?

Il vademecum per progettista e direttore dei lavori

8 Tariffe professionali: Architetti e Ingegneri possono rinunciare al compenso o accordarsi al ribasso

8 Lauree professionalizzanti:

ecco la lista delle 15 approvate da MIUR

Le Rubriche

Certificazione

9 La Certificazione dei materiali nei Lavori Pubblici: il vademecum per DL e collaudatore

Efficienza Energetica

12 Tutto sul raffrescamento con i sistemi radianti

14 Riqualificare energeticamente un edificio con un toolkit domotico multifunzionale (ICT, BACS, HVAC, BIPV)

Sostenibilità

16 Il Grattacielo Intesa Sanpaolo:

il progetto e la sua ecosostenibilità

18 La declinazione dell’architettura e della tecnologia per

l’ottimizzazione delle prestazioni

20 Caratteristiche e durabilità delle malte con materiali riciclati

Sicurezza

22 Impianti sprinkler a secco: meglio la alta o la bassa pressione?

BIM24 Blockchain nuovo paradigma per la gestione delle informazioni

26 La necessità di un approccio specifico al BIM

per le infrastrutture

ICT28 Cyber Security: cosa succede quando si viene infettati da un Ransomware

Geologia

30 NTC 2018: il ruolo

della conoscenza geologica negli interventi sulle costruzioni esistenti

Rilievo Monitoraggio

32 Tecnologie laser–scanning finalizzate al recupero e consolidamento

delle architetture in calcestruzzo

Costruire in Calcestruzzo

34 Design monolitico e cemento faccia vista per il Foro Boca Rojkind Arquitectos

36 Miglioramento sismico di un fabbricato industriale:

dall’analisi della struttura agli interventi

Costruire in Acciaio

38 Adeguamento sismico di edifici in cemento armato: confronto tra le tecnologie BRB e FRP

40 Cavalcavia ad unica campata con struttura ad arco in acciaio:

progetto, dettagli costruttivi e fasi di costruzione

Costruire in Laterizio

41 Cino Zucchi firma un complesso residenziale in laterizio

a Porta Nuova

Impermeabilizzazione

44 Terrazzo che perde?

Ecco le operazioni preliminari, e fondamentali, per una corretta impermeabilizzazione

Pavimenti

47 Pavimenti in Calcestruzzo Drenante: riflessioni tecniche e appunti pratici

48 Perché non in resina?

Caratteristiche e durata dei sistemi resinosi outdoor

Miglioramento sismico degli edifici esistenti

50 In un Paese sismico come l’Italia, la sicurezza passa prima di tutto dal miglioramento sismico del suo patrimonio immobiliare purtroppo ancora molto vulnerabile agli eventi sismici.

Dopo una prima valutazione del concetto di sicurezza sismica anche alla luce delle ultime sentenze e la descrizione di quelle che sono state le caratteristiche degli ultimi terremoti, in questo Dossier si propone una vasta

panoramica di tecniche ed interessanti esempi di interventi di miglioramento sismico sia di edifici in muratura che in calcestruzzo. >>>

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n.64_lug/ago.2018_pag.4

#Primo_Piano

#Editoriale_segue_da_pag.1

Andrea Dari – Editore INGENIO

Città, Sisma Bonus, Eco Bonus, Circolare NTC, Certificazione FRCM, Diamoci una SCOSSA, BIM:

ecco le novità

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Planimetrie catastali: nuove istruzioni per il rilascio. I dettagli

Matteo Peppucci – INGENIO

Planimetrie catastali: l’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti sulle modalità di rilascio delle mappe riferite a stadi non più attuali e ad unità immobiliari soppresse

L’Agenzia delle Entrate - Direzione Centrale Servizi Catastali, Carto- grafici e Pubblicità Immobiliare - ha disposto nuove istruzioni circa le modalità di rilascio delle planimetrie catastali riferite a stadi non più attuali e ad unità immobiliari soppresse.

Le richieste di rilascio delle planimetrie sono quindi trattate secondo le seguenti modalità:

• planimetrie depositate presso archivi catastali esclusivamen- te su supporto cartaceo e relative a stadi superati o soppres- si della unità immobiliare, comunque presenti nell’archivio censuario informatizzato: l’ufficio procede, a fronte di motivata richiesta, dapprima al rilascio della copia conforme secondo le mo- dalità previste per le certificazioni, previo pagamento del tributo speciale e dell’imposta di bollo, nel rispetto delle tariffe vigenti, e in seguito alla rasterizzazione dell’immagine e alla relativa asso- ciazione all’identificativo presente nella banca dati censuaria. Tale procedimento non richiede il calcolo dei poligoni;

• planimetrie cartacee relative a stadi superati o soppressi del- la u.i., correlate a periodi antecedenti alla data di impianto meccanografico e richiamate solo nei modelli 55 (scheda di partita): il rilascio della copia avviene sempre a fronte di motivata richiesta, in modalità differita, previo pagamento del tributo specia- le e dell’imposta di bollo. Per tale tipologia di elaborati grafici non si procede alla rasterizzazione dell’immagine, in quanto non risulta meccanizzabile il correlato stadio dell’unità immobiliare negli atti censuari;

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... importanti, una sorta di vademecum per un calendario davvero interessante.

Gli architetti chiedono una legge sull’Architettura e parlano di città

Partiamo dal tema più recente: l’ottavo Congresso Nazionale degli Architetti, o meglio, la grande adunata di architetti alla Casa della Musica di Roma. Tre giorni di incontri con la proposta di una Legge sull’architettura e un dibattito sulle città, con tremila partecipanti che hanno assiepato gli spalti di una tribuna tecnica e politica senza precedenti:

caro Giuseppe Cappochin (Presidente del Consiglio degli Ar- chitetti italiani) davvero complimenti.

E dobbiamo ricordarci in molti il tuo appello alla folla del giovedì: “do- mani mattina il Ministro ha promesso di essere qui alle 9.00, puntua- le. Allora vi dico di arrivare qui prima, alle 8.15, massimo alle 8.30, per fargli vedere che siamo tanti, che il popolo degli architetti è qui per porre le sue posizioni”.

Grande, non mi ricordo un discorso così da anni, i politici dovrebbero imparare.

INGENIO presente, troverete in un altro articolo un nostro video servizio. Un breve commento: molto interessante e concreta la pro- posta di legge, creerà un forte dibattito e spingerà anche le altre professioni a muoversi. Con INGENIO è da tempo che sosteniamo l’esigenza di un cambio di un progetto per le professioni.

Molto interessante anche il dibattito sulle città, in cui però è mancata, a mio parere, un po’ di concretezza e un legame con il presente/futu- ro. Ho sentito infatti parlare di città che devono collegarsi ai territori, di policentrismo, rigenerazione, trasformazione delle periferia, ma in modo troppo spesso teorico, con linguaggi articolati, quasi alla ricer- ca dell’applauso, ma senza entrare nel merito di proposte tecniche.

Ricordiamoci che siamo nell’anno in cui è partita la costruzione di Quayside, la città del futuro che sarà realizzata su progetto di Si- dewalk Labs, la società di Google diretta da Dan Doctoroff, che The Boring Company inizierà entro pochi mesi i lavori per realizzare un tunnel sotterraneo per permettere il trasporto di passeggeri dal cen- tro città di Chicago all’aeroporto in 12 minuti a velocità supersoni- che, che AMAZON sta per lanciare il servizio Prime Air per la con- segna dei pacchi con droni, che Bill Gates, fondatore e presidente onorario di Microsoft Corporation, ha investito 80 milioni di dollari per la costruzione di una città a 45 minuti da Phoenix, con una unica caratteristica: che sia iper-tecnologica.

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#Primo_Piano

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Vizi dell’opera, chi è responsabile di cosa?

Il vademecum per progettista e direttore dei lavori

Matteo Peppucci – INGENIO

Vizi dell’opera edilizia: riepilogo delle responsabilità previste per il progettista, il direttore dei lavori e il committente

Partiamo subito dalla pietra miliare che defini- sce il perimetro delle responsabilità profes- sionali sui vizi/difetti delle opere/progetti, l’art.

1669 del Codice Civile.

Intitolato “rovina e difetti di cose immobili”, esso re- cita così: “quando si tratta di edifici o di altre cose immobili destinate per loro natura a lunga dura- ta, se, nel corso di dieci anni dal compimento, l’opera, per vizio del suolo o per difetto della costruzione, rovina in tutto o in parte, ovvero presenta evidente pericolo di rovina o gravi di- fetti, l’appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, pur- ché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. Il diritto del committente si prescrive in un anno dalla denunzia”.

In realtà, come si può facilmente evincere dal te- sto letterale dell’art.1669, l’ambito di applicazione è ristretto al solo appaltatore, tanto che poi è dovu- ta intervenire la giurisprudenza ad allargare il rag- gio d’azione, estendendo la responsabilità anche ad altri importanti attori della filiera quali progetti- sta, direttore dei lavori e committente, che ha provveduto alla costruzione dell’immobile con propria gestione diretta, rendendo l’appaltatore un mero esecutore dei suoi ordini.

Si tratta, quindi, di coloro che hanno collaborato per la realizzazione dell’opera, sia nella fase di progettazione o dei calcoli relativi alla statica dell’edificio che in quella di direzione dell’ese- cuzione dell’opera. Vediamo, quindi, di delineare le responsabilità specifiche per ogni singolo attore

Appaltatore

La responsabilità dell’appaltatore potrebbe essere esclusa:

• quando si tratti di vizi non rilevabili secondo l’or- dinaria diligenza;

• quando l’errore da cui originano la rovina o i gra- vi difetti sia stato segnalato al committente ma quest’ultimo abbia egualmente richiesto di ese- guire l’opera;

• quando la rovina o i gravi difetti siano dovuti a caso fortuito;

• quando l’appaltatore non disponga, nella realiz- zazione dell’opera, di un’autonomia tale da con- sentire l’imputazione della responsabilità in via esclusiva.

La discriminante fondamentale per verificare di chi è la responsabilità è quello della verifica di chi ha mantenuto il potere di direttiva o di controllo sull’altrui operato. Ciò significa che la presen- za di un progetto fornito dal committente (e di conseguenza da un direttore lavori) non toglie all’appaltatore la propria autonomia in ordine ad un vaglio critico del progetto stesso e delle istruzioni che gli vengono impartite dal com- mittente. L’appaltatore è quindi corresponsa- bile dei vizi del progetto solo se questi erano palesemente riconoscibili con la perizia e lo studio che si può pretendere da lui nel caso concreto. Ma quali sono i gradi di responsabili- tà? Il progettista risponde solo dell’errata pro- gettazione, mentre l’appaltatore va incontro ad una duplice responsabilità, risponde infatti:

• sia nell’ipotesi in cui si sia accorto degli errori e non li abbia tempestivamente denunciati;

• sia nell’ipotesi in cui avrebbe dovuto accorgerse- ne, ma non lo ha fatto.

Tra gli obblighi dell’appaltatore, senza necessità di una specifica pattuizione, rientra quindi l’esercizio del controllo della validità tecnica del progetto fornito dal committente, posto che dalla cor- retta progettazione, oltre che dall’esecuzione dell’opera, dipende il risultato promesso; e che l’obbligazione dell’appaltatore è di risultato.

Segnaliamo, in merito, l’ordinanza 21959/2017 della Corte di Cassazione, secondo cui “l’appal- tatore è obbligato a controllare, nei limiti delle sue cognizioni, la bontà del progetto o delle istruzioni impartite dal committente e, se que- ste siano palesemente errate, può andare esente da responsabilità, soltanto, se dimostri di ave- re manifestato il proprio dissenso e di essere stato indotto ad eseguirle, quale “nudus mini- ster” per le insistenze del committente ed a rischio di quest’ultimo”.

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n.64_lug/ago.2018_pag.8

#Primo_Piano #Certificazione

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s i s t e m i a n t i s i s m i c i - r i n f o r z i s t r u t t u r a l i i n F R P

w w w . f i b r e n e t . i t

La Certificazione dei materiali nei Lavori Pubblici:

il vademecum per DL e collaudatore

Guido Caposio – Coordinatore Commissione Lavori Pubblici - Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino

Il quadro normativo

Le opere di ingegneria civile (opere puntuali e li- neari) sono realizzate con l’uso di materiali da costruzione (prodotti da costruzione) sia naturali che artificiali. La scelta del materiale da adottate per una applicazione è legata principalmente alle sue caratteristiche funzionali e prestazionali che incidono significativamente sui requisiti progettua- li (ad esempio resistenza meccanica e stabilità) dell’opera di ingegneria civile nel suo complesso.

Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 16-6-2017 n.

106, dal 9 agosto 2017, - il costruttore,

- il progettista,

- il direttore dei lavori, - il direttore dell’esecuzione - il collaudatore,

ognuno secondo la propria competenza, sono te- nuti a rispettare l’obbligo di impiego di prodotti da costruzione secondo quanto disposto dal Regola- mento UE del Parlamento Europeo e del Consiglio N. 305 del 9-3-2011.

Il Regolamento fissa, per la commercializzazione dei prodotti da costruzione, condizioni armonizza- te già definite nel passato con la direttiva 89/106/

CEE del 21-12-1988, recepita con il D.P.R. N.

246/1993 e abrogata dal D.Lgs. N. 106.

È da sottolineare il fatto che, per i prodotti da costruzione ad uso strutturale, i dettati del Re- golamento UE N. 305 del 9- 3-2011 sono stati

ripresi nel Cap. 11 delle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni in vigore dal 22-3-2018 (D.M.

17-1- 2018 G.U. 20-3-2018).

Le sanzioni a carico di soggetti vari, per violazio- ni ai disposti del Regolamento N. 305/2011, sono contenute negli articoli 19, 20, 21, 22 del D.Lgs.

N. 106/17.

Tali sanzioni si possono classificare in quattro tipi:

• sanzioni penali pecuniarie (con previsione di ammenda minima e massima);

• sanzioni penali detentive (con previsione di arresto);

• sanzioni penali congiuntive (con previsione di ar- resto e ammenda);

• sanzioni amministrative pecuniarie;

gli articoli di riferimento del D.Lgs. N. 106/17 sono nel seguito elencati:

− art.19: sanzioni amministrative e penali a carico del fabbricante di prodotti da costruzione nel caso di violazione degli obblighi di dichiarazio- ne di prestazione e marcatura CE; per maggio- ri dettagli si confronti la Tabella 1;

− art.20: sanzioni amministrative e penali a carico del progettista, del costruttore, del direttore dei lavori, direttore dell’esecuzione e del col- laudatore, che nell’ambito delle specifiche com- petenze prescrivano/utilizzino prodotti non conformi; per maggiori dettagli si confronti la Tabella 2;

− art.21: sanzioni amministrative e penali a carico degli operatori economici che non ottemperino

Tariffe professionali: Architetti e Ingegneri possono rinunciare al compenso o accordarsi al ribasso

Matteo Peppucci – INGENIO

Cassazione: anche in caso di rinuncia da parte dell’architetto o dell’ingegnere al compenso professiona- le, il contratto resta valido e i professionisti rischiano solo una sanzione disciplinare

Se un professionista accetta un compenso basso (accordo al ribasso) oppure rinuncia ad- dirittura al pagamento, di fatto non rispettando le regole dell’equo compenso, il contratto non è nullo ma al massimo può scattare una san- zione da parte dell’Ordine di appartenenza con un provvedimento disciplinare.

L’importante principio è stato emanato dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza 14293/2018 dello scorso 4 giugno: il concetto di fondo è che i mi- nimi tariffari non sono dettati per tutelare un interesse generale della collettività e l’ordina- mento non prevede la sanzione della nullità in caso di patti derogatori.

Il caso specifico

Una società aveva denunciato un architetto per gli errori compiuti nell’esercizio della sua attività professionale relativa alla progettazio- ne e direzione dei lavori per la costruzione di un centro commerciale previa demolizione di un fabbricato preesistente. Durante il giudizio, l’ar- chitetto aveva chiesto il pagamento dei suoi compensi e il Tribunale ordinario aveva dispo- sto il pagamento a suo favore di 151mila euro.

La società aveva obiettato che, in precedenza, si era accordata col professionista per un impor- to molto minore.

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Lauree professionalizzanti:

ecco la lista delle 15 approvate da MIUR

Matteo Peppucci – INGENIO

Le nuove 15 lauree professionalizzanti debutteranno il prossimo anno accademico e prevedono due anni di studio tradizionale e uno di pratica presso studi professionali o aziende

L’Anvur (Agenzia di Valutazione), il Cun (Consiglio universitario nazionale) e il Ministero dell’Istruzio- ne hanno definitivamente approvato le 15 lauree a orientamento professionale messe in cam- po da altrettanti atenei italiani, che faranno il loro debutto il prossimo anno accademico 2018-2019.

Queste le principali caratteristiche delle lauree professionalizzanti:

• prevedono due anni di studio tradizionale e uno di pratica presso studi professionali o aziende;

• hanno l’obiettivo di formare i professionisti ne- cessari alle nuove esigenze di Industria 4.0 o a settori come l’edilizia, la sicurezza, l’agroali- mentare;

• nascono in stretta correlazione con il mondo del lavoro e sopratutto delle professioni.

Il Miur per ora ha autorizzato l’istituzione di 15 corsi di laurea professionalizzanti in altrettan- te università.

Il Consiglio nazionale dei periti industriali ha parte- cipato attivamente alla costruzioni di tali percorsi.

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ai provvedimenti di ritiro, sospensione o richiamo dal mercato dei prodotti suscettibili di mettere in pericolo la sicurezza delle persone; per mag- giori dettagli si confronti la Tabella 3;

− art.22: sanzioni amministrative e penali a carico di soggetti, organismi, laboratori che violino gli obblighi di certificazione; per maggiori det- tagli si confronti la Tabella 4.

Tabella 2

Tabella 3

Tabella 4

Tabella 1

I requisiti di base delle opere di costruzione

Le opere di costruzione a cui fa riferimento il Re- golamento N. 305/2011 sono definite dall’art.2 comma 3 e più precisamente:

- gli edifici

- le opere di ingegneria civile.

Per un maggior dettaglio tali opere possono es- sere inquadrate partendo dalla classificazione di appartenenza per settori e sistemi (cfr. Figura 1).

Ad esempio le opere di costruzione appartenenti al sistema infrastrutture viarie è rappresentato in Figura 2.

Le opere di costruzione, nel loro complesso e nelle singole parti, devono essere adatte all’uso cui sono destinate, tenendo conto in particolare della salute e della sicurezza delle persone interessate durante l’intero ciclo di vita delle opere secondo le norme vigenti negli stati membri dell’Unione Europea.

Tali norme influiscono direttamente sui requisiti dei prodotti da costruzione che a loro volta si riflettono su norme e omologazioni tecniche nazionali per i prodotti congiuntamente a specifiche e disposizio- ni tecniche legate ai prodotti da costruzione.

Inoltre, fatta salva l’ordinaria manutenzione, le opere di costruzione devono soddisfare requisiti di base per una durata di servizio economicamente adeguata.

Durante la fase costruttiva nelle opere di costru- zione o in parti di esse vengono utilizzati prodotti (art. 2 comma 1 del Regolamento N. 305/2011) o Kit fabbricati immessi sul mercato per essere in- corporati in modo permanente e la cui funzionalità incide sulle caratteristiche prestazionali delle ope- re meglio definite come requisiti di base.

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Tutto sul raffrescamento con i sistemi radianti

Clara Peretti – Ingegnere, Libera professionista, Segretario Generale Consorzio Q-RAD

Introduzione

A causa della contenuta differenza di temperatu- ra tra l’acqua e l’ambiente i sistemi radianti sono denominati a ‘bassa’ temperatura in riscaldamento e ad ‘alta’ temperatura in raffrescamento, ovvero sistemi a bassa differenza di temperatura.

L’utilizzo più frequente dei sistemi radianti è per la climatizzazione invernale. Vi sono però sempre maggiori novità anche nell’ambito della climatizza- zione estiva con i sistemi radianti, nei quali l’acqua circola ad una temperatura di circa 18°C.

Gli sviluppi nel campo del condizionamento degli ambienti con sistemi radianti stanno stimolando anche l’interesse verso le tematiche relative al trattamento dell’aria. In particolare, negli impianti

con sistemi radianti, è di fondamentale importanza il controllo dell’umidità nel funzionamento estivo.

Il problema dell’elevata umidità specifica si pre- senta nella stagione estiva perché in inverno, an- che in condizioni di elevata umidità relativa ester- na (ad esempio nel caso di giornate piovose o nebbiose), l’umidità specifica è bassa. Un sistema radiante fornisce potenza sensibile, ovvero riduce la temperatura dell’aria; non può però fornire potenza latente ovvero ridurre l’umidità. In questo caso tut- ta la potenza latente richiesta dall’ambiente deve essere fornita dal trattamento dell’aria. Molti sono i sistemi con cui è possibile apportare all’ambiente potenza frigorifera latente questi presentano con- sumi energetici e comfort interno di diversi livelli.

La problematica estiva

L’aria che ci circonda viene tecnicamente definita

“aria umida”, cioè data dalla miscela di aria secca e vapore acqueo. Caratteristiche importanti dell’a- ria umida sono l’umidità specifica per la quale si in- tende la massa di vapor d’acqua contenuta nell’u- nità di volume dell’aria secca, e l’umidità relativa che invece è data dal rapporto tra l’umidità spe- cifica e l’umidità massima che si raggiunge nelle condizioni di saturazione. L’energia fornita all’aria umida che produce una variazione di temperatu- ra prende il nome di “calore sensibile”, mentre il calore associato ad una variazione di umidità spe- cifica quindi alla vaporizzazione (o condensazio- ne) dell’acqua contenuta nell’aria prende il nome di “calore latente”. In estate si verifica spesso che l’umidità specifica esterna sia maggiore rispetto a quello che viene usualmente considerato il valore massimo accettabile nell’ambiente interno, 12 gv/

kgas (secondo UNI EN 15251). Oltre tale valore di umidità specifica c’è il rischio che a seguito di un raffrescamento ad umidità specifica costante, ci si porti a livelli elevati di umidità relativa aumentan- do il rischio di condensazione. Bisogna poi tener conto che la generazione interna di vapore con- tribuisce ulteriormente ad incrementare il livello di umidità specifica nell’ambiente interno. Da qui la necessità, in estate, di deumidificare l’aria.

Come funziona il raffrescamento radiante

Il raffrescamento radiante, similmente al riscalda- mento, ha come obiettivo la variazione della tem- peratura interna del locale da climatizzare.

Nelle tubazioni del circuito radiante circolerà acqua ad una temperatura di circa 18°C. Nello schema in Figura 1 è rappresentato un esempio

di climatizzazione con un soffitto radiante. L’ac- qua presenta una temperatura di mandata di 17°C e una temperatura di ritorno di 20°C. I 3°C di salto termico forniscono all’ambiente 71.5 W/m2 in raf- frescamento.

La temperatura media dell’acqua all’interno delle tubazioni è data dalla seguente formula ϑi + DϑC:

dove ϑV è la temperatura di mandata, ϑR quella di ritorno, ϑi quella dell’ambiente da climatizzare.

La temperatura media dell’acqua nelle tubazioni sarà quindi 26-7.4°C = 18.6°C.

Figura 1 – Esempio di raffrescamento con soffitto radiante link all’articolo completo >>>

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#Efficienza_Energetica #Primo_Piano

Riqualificare energeticamente un edificio con un toolkit domotico multifunzionale (ICT, BACS, HVAC, BIPV)

Petra Scudo – EURAC Research

HEART: da un progetto EU H2020 un toolkit multifunzionale per la riqualificazione

energetica edilizia

Ė decollato lo scorso ottobre il progetto Europeo Horizon 2020 HEART, coordinato da Politecnico di Milano, avente come obiettivo la creazione di un toolkit multifunzionale per la riqualificazione energetica edilizia. Collaborano alla sua realizza- zione 16 enti - istituti di ricerca, atenei, compagnie private e associazioni - rappresentanti 10 Paesi dell’Unione Europea. Tra questi: l’ École nationale des travaux publics de l’État (ENTPE) di Lione, l’

Università di Ljubljana ed Eurac Research per gli studi teorici, VyzVoice per la realizzazione dei si- stemi informatici, Victron Energy, ZH, spin off del Politecnico di Milano, Stille e Garcia Rama per la progettazione delle componenti attive.

Che cos’è HEART

HEART è un sistema di progettazione, gestione e monitoraggio dei consumi energetici edilizi. Il sistema è composto da una serie di compo- nenti attive quali: tecnologie di informazione e comunicazione, (ICT), sistemi di controllo e automazione (BACS), sistemi di riscaldamen- to, ventilazione e condizionamento dell’aria (HVAC), fotovoltaico integrato negli edifici (BIPV) e tecnologie di involucro.

Il tutto è completato da un nucleo computazionale centrale, una piattaforma cloud, che concentra logica operativa e gestionale.

Le componenti alla base del toolkit sono apposi- tamente studiate, adattate ed integrate con l’o- biettivo specifico di ottimizzare risorse e consumi energetici dell’edificio; la piattaforma web, dotata di una logica adattativa e predittiva, supporta sia le scelte tecniche durante la fase progettuale sia la gestione dei consumi durante la fase operativa.

HEART si distacca da un tradizionale sistema di domotica – per cui si intende tipicamente un si- stema di controllo e monitoraggio degli impianti di riscaldamento/raffrescamento, illuminazione, sicurezza/sistemi di allarme da remoto, tramite

applicazioni per smart phone. Si tratta piuttosto di un vero e proprio kit di componenti impiantistici, archi- tettonici e automazione. Il concetto che sta alla base è quello di associare agli aspetti più tradizionali della domotica (interfaccia con l’utente e gestione da remo- to degli impianti) un impianto diagnostico-predittivo di ottimizzazione di risorse energetiche e consumi sulla base di dati inviati in tempo reale da una serie di sensori alla piattaforma cloud.

L’immissione, la gestione, l’elaborazione e l’output, sotto forma di istruzioni o notifiche tengono conto sia delle caratteristiche energetiche e costruttive dell’edifico, sia delle necessità dell’utente e ven- gono inserite in fase di accesso creando un profilo personalizzato.

HEART interviene pertanto non solo nella fase fina- le di utilizzo dell’edificio, ma anche durante le fasi progettuali e costruttive/di retrofit: al sistema HEART infatti possono accedere architetti, progetti- sti, impiantisti, manager ed investitori per acquisire ed elaborare dati di progetto sulla base dell’ottimiz- zazione energetica rilasciata dal sistema.

L’area geografica bersaglio del progetto è l’Eu- ropa Centrale e Meridionale, dove l’impatto del cambiamento climatico globale si è tradotto in un costante aumento dell’utilizzo della climatizzazio- ne estiva e allo stesso tempo dei consumi elettrici invernali, dovuti alla graduale sostituzione delle caldaie a gas con le pompe di calore.

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n.64_lug/ago.2018_pag.16

#Sostenibilità

#Sostenibilità

Il Grattacielo Intesa Sanpaolo:

il progetto e la sua ecosostenibilità

Vincenzo Turini – già Responsabile Operativo del Progetto Nuovo Centro Direzionale presso Intesa Sanpaolo SpA Maurizio Perello – Responsabile del Palazzo Nuovo Centro Direzionale presso Intesa Sanpaolo

Il progetto immobiliare più complesso ed ambizio- so concepito da Intesa Sanpaolo negli ultimi anni è costituito dalla realizzazione del grattacielo per il Nuovo Centro Direzionale, che sorge sulla cosid- detta Spina due di Torino, alle spalle della stazione ferroviaria di Porta Susa, in un’area urbana che fa da cerniera tra il centro storico e l’inizio della zona semi-centrale del capoluogo piemontese, di gran- de importanza strategica nel quadro delle previsio- ni urbanistiche a medio e lungo termine della città.

Il grattacielo è un edificio di 38 piani fuori terra e 6 interrati. L’altezza complessiva di 166,26 metri ne fa uno tra gli edifici più alti d’Italia, secondo la

classifica redatta dal Council on Tall Buildings and Urban Habitat (CTBUH).

L’iter progettuale di costruzione ha preso avvio nell’anno 2006 con un concorso internazionale di progettazione che ha visto vincitrice la proposta dello Studio RPBW Renzo Piano Building Work- shop di Parigi.

I lavori sono stati avviati nel gennaio del 2009 e si sono conclusi nel dicembre 2014. Nell’aprile 2015 è avvenuta l’inaugurazione ufficiale ed è iniziata la piena operatività del complesso.

L’edificio è caratterizzato dalle più avanzate solu- zioni tecnologiche ed impiantistiche, nel rispetto

dei principi di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica, e dalla massima attenzione ai livelli di sicurezza, qualità e comfort degli spazi di lavoro.

Dal punto di vista della composizione architettoni- ca rappresenta un originale mix di funzioni pubbli- che e private.

Elementi strutturali principali

Il basamento dell’edificio è stato costruito con la tecnica “top down”.

Dopo aver realizzato una berlinese di conteni- mento superficiale del terreno e i diaframmi di pe- rimetro del lotto rettangolare di circa 160x40 m, per una profondità di circa 41 m, si è proceduto allo scavo sino alla quota di intradosso del solaio di calpestio del secondo livello interrato. Qui sono stati realizzati 79 pali provvisori e sono state po- sate le casseforme dell’impalcato che, stabilizzan- do per contrasto, i diaframmi di contenimento, ha consentito di effettuare in sicurezza lo scavo del volume sottostante, sino alla posa della platea di fondazione a circa -24 m dal piano di campagna.

Da qui si è proceduto a costruire verso l’alto.

La struttura verticale principale è realizzata da una miscela di calcestruzzo armato e acciaio. Il primo è impiegato per realizzare gli elementi di irrigidi- mento, i cosiddetti “core”, che costituiscono i nu- clei di contenimento degli ascensori e delle princi- pali dorsali impiantistiche.

L’acciaio è stato impiegato invece per le megaco- lonne e per le strutture di pilastri e travi di sostegno degli impalcati di piano e i controventi trasversali (tubi di torsione) e diagonali (funi).

Le megacolonne, che scandiscono il perimetro dell’edificio sui prospetti est ed ovest, sono in re- altà strutture miste, ossia costituite da un doppio

guscio in acciaio riempito in opera con un getto in calcestruzzo, anche per ottimizzare il comporta- mento antincendio.

Il livello 6 è occupato per tutta la sua altezza dai transfer sud e nord.

Il transfer sud è un impalcato rigido in robuste tra- vi di acciaio, che svincola i livelli sottostanti dalla presenza dei pilastri intermedi.

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Figura 1 – Concio di megacolonna con nodo

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#Primo_Piano

#Sostenibilità

La declinazione dell’architettura e della tecnologia per l’ottimizzazione delle prestazioni

Il progetto della nuova scuola primaria di Avezzano

M. Nicoletti – INM Ingegneria (INM), Adjunct Professor Politecnico of Milan O. Chemerys – Architet - Kiev, Ucraina

F. Gorin – Energy manager, Green Building Specialist

Premessa

Il percorso progettuale di una scuola, come di ogni altro edificio, deve declinare gli aspetti formali con quelli funzionali e di ingegnerizzazione conforme- mente al motto form follows function di Louis Sullivan, il progettista nel 1890 del Wainwraight Building (St. Louis), considerato un prototipo degli attuali grattacieli.

La forma è un elemento sostanziale e fondamen- tale per l’armonia dell’edificio con il contesto am- bientale e il progetto della nuova scuola di Avezza- no ricerca il miglior equilibrio tra la sua forma, la sua funzionalità e il contesto di inserimento.

Considerando che l’inserimento di un nuovo og- getto all’interno di un tessuto ambientale provoca emozioni nell’osservatore attento, per il nuovo edi- ficio si è cercato di adottare il linguaggio dell’am- biente circostante.

Dai tempi di Sullivan il concetto di function ha su- bito una consistente evoluzione e i requisiti che il team di progettazione ha posto a base del proprio lavoro sono sostenibilità, socialità, compatibili- tà e impatto ambientale, trasparenza, flessibili- tà, trasformabilità, riciclabilità, confort ambien- tale, equilibrio e resistenza. A sua volta il motto dell’edificio è “Il bosco della conoscenza”.

Ci si è confrontati con l’ambiente antropico sul quale si va a insistere: il parco Nazione dell’Abruzzo e del Lazio è un polmone verde capace di fornire prote-

zione, alimentazione, un ambiente bioclimatico che link all’articolo completo >>>

ospita la vita: fiori, piante ed animali, in un proseguo di generazioni.

In un contesto di tale rilevanza si è cercato di re- alizzazione un nuovo bosco grazie all’utilizzo di materiali naturali: il legno per le strutture, le fini- ture con materiali ad basso impianto ambientale, di provenienza naturale e riciclabili.

La luce, elemento dominante, penetra all’inter- no della struttura per fornire benessere ambienta- le agli occupanti, che, in caso di abbagliamento, sono protetti con tende avvolgibili, che richiama- no le foglie del bosco, capaci di fornire adeguata protezione.

Il simbolismo del bosco si ritrova nei pilastri esterni che richiamano tronchi d’albero capaci ci sostenere la copertura e fornire riparo ad uno sbalzo a protezione da agenti atmosferici e irrag- giamento solare. L’edificio è organizzato attorno a un agorà, uno spazio aperto ove gli utenti pos- sono ritrovarsi per socializzare. Anche in questo passaggio si è cercato richiamare l’immagine del bosco dove si possono ritrovare spazi aperti (l’a- gorà) e spazi chiusi.

La distribuzione funzionale ha curato la distinzione tra percorsi e spazi dedicati alla didattica ordina- ria, alle attività ricreative e ai relativi servizi igienici e percorsi e spazi protetti (mensa, palestra, ammi- nistrazione, docenti).

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#Primo_Piano n.64_lug/ago.2018_pag.20

#Sostenibilità EC704

REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI

AGGIORNATO ALLE NUOVE NORME UNI EN 12354:2017 DOTATO DI UN POTENTE INPUT GRAFICO

edilclima.it

Il software EC704 consente di calcolare l’isolamento acustico secondo le nuove UNI EN ISO 12354:2017, a partire dalla geometria degli ambienti e dalle caratteristiche dei componenti costruttivi, secondo le tre tipologie di giunti tra le diverse strutture: strutture pesanti, leggere e in legno lamellare.

EC704 permette di confrontare l’isolamento acustico calcolato con i limiti previsti dal D.P.C.M. 5.12.1997, esegue il calcolo del tempo di riverberazione ed effettua la Classificazione acustica del- le unità immobiliari secondo la norma UNI 11367 e UNI 11444.

Il software è dotato di un potente input grafico, lo stesso di EC700, che consente di individuare automaticamente le coppie di ambienti da sottoporre a verifica e di importare automaticamente i dati di un progetto già elaborato con EC700.

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www.edilclima.it Tra le funzionalità del software si distinguono quelle che ne age-

volano l’usabilità:

• consente di individuare la frequenza critica ed il fattore di smorzamento interno, indispensabili per il calcolo in frequenza secondo le nuove norme 2017;

• i percorsi di trasmissione del rumore utilizzano la stessa termi- nologia della norma UNI EN 12354-1;

• la presenza di informazioni aggiuntive per il calcolo previsiona- le aiuta il progettista a verificare la correttezza della formula di calcolo prescelta;

• possibilità per il progettista di verificare, in simultanea, i requi- siti acustici di diversi tratti di una facciata e di diversi tratti di divisorio per gestire i casi più complessi.

Caratteristiche e durabilità delle malte con materiali riciclati

Maurizio Nicolella – Professore nell’Università degli Studi di Napoli Federico II

Abstract

Molti studi sono stati condotti negli ultimi anni sull’utilizzo di materiali di risulta per il confezio- namento di malte, probabilmente a seguito di una mutata coscienza in tema di sostenibilità. I risultati sono stati in genere interessanti, e hanno eviden- ziato la possibilità di ottenere prodotti caratterizza- ti da prestazioni, di vario tipo, soddisfacenti.

Una recente sperimentazione condotta presso i laboratori dell’Università Politecnica di Madrid, in collaborazione con l’Università di Napoli Federico II, ha indagato su una vasta gamma di prodotti con utilizzo di materiali da riciclo, offrendo così nume- rosi spunti per l’utilizzo di malte a base di cemento con inerti provenienti da rifiuti, anche in combina- zione con inerti naturali.

Alla luce dei risultati, tuttavia, emerge la necessità, per identificare la migliore combinazione fra tutte quelle possibili, di individuare preliminarmente lo specifico utilizzo della malta da produrre, così da finalizzare lo studio sia in termini di prestazioni che in termini economici, di particolare rilevanza, poi, appare il problema della durabilità, soprattutto per alcuni degli utilizzi, ovvero quelli che vedono la malta maggiormente soggetta all’attacco degli agenti atmosferici.

Introduzione

La crescente richiesta di sostenibilità dei prodotti edilizi, ed in particolare di materiali da costruzione caratterizzati da una elevata eco-sostenibilità, ha costituito l’impulso che ha portato molti gruppi di ricerca a testare la possibilità di impiego di mate- riali da riciclo per il confezionamento di malte e di calcestruzzi, ora ancora di maggiore attualità sotto la bandiera della “economia circolare”, che costi- tuisce uno dei settori di punta della cosiddetta In- dustria 4.0. Un settore particolarmente indagato è sempre stato quello delle malte per muratura, per le quali, forse a causa dell’implicazione di caratte- re strutturale, è parso opportuno privilegiare l’im- piego di inerti provenienti prevalentemente dalla demolizione di opere in calcestruzzo.

Le risultanze di tali studi, pur talvolta contraddittorie, hanno tuttavia avuto esiti interessanti: Parra y Alfa- ro et al. (2006) dimostrarono che è possibile otte- nere malte cementizie per muratura (e calcestruzzi non strutturali) con sabbia proveniente fino al 50%

dalla demolizione di strutture in calcestruzzo.

Per contro, Hincapiè e Aguja (2003) evidenziaro- no il decadimento delle proprietà meccaniche di malte comuni (calce + cemento) allorquando con- fezionate con inerti provenienti dalla triturazione di provini. Vegas et al. (2009), dal canto suo, in- dividuò un limite (25%) per l’utilizzo di sabbia da riciclo per ottenere malte di cemento per murature dotate di buona resistenza meccanica, senza ri- chiedere troppa acqua di impasto.

Più recentemente, Martinez, Gonzalez-Cortina e Fernandez Martinez (2015) hanno messo in luce la possibilità di utilizzare anche il 100% di sab- bia da riciclo, ma proveniente da tre diverse fonti (calcestruzzo, laterizio e mista) con le giuste pro- porzioni, per confezionate malte cementizie piena- mente adeguate ad usi strutturali.

Nel presente lavoro si prende spunto da una re- centissima sperimentazione, condotta da De Rio Merino e Villoria Saez (2017), con il contributo del Dipartimento di Ingegneria Civile. Edile ed Am- bientale dell’Università di Napoli Federico II, e che ha attentamente indagato su 11 tipi di malte confe- zionate con diverse combinazioni di inerti naturali e da riciclo, fra i quali argilla e XPS (di varia granu- lometria), e laterizio.

Materiali e metodi

Gli 11 provini sono stati confezionati con i seguenti materiali:

• acqua

• cemento

• sabbia di fiume

• laterizi riciclati

• XPS riciclato, di diverse dimensioni

• argilla, di diversa granulometria

Le malte, con i dosaggi e le combinazioni appres- so specificate, sono state sottoposte alle seguenti prove:

prove fisiche:

− determinazione delle percentuale di fino (UNI EN 933-1) e del modulo di finezza (UNE EN 13139);

− determinazione di massa volumica e densità (UNE EN 1097-6);

− determinazione del coefficiente di assorbimento dell’acqua per capillarità (EN 1015-18);

− determinazione di emissività e conducibilità ter- mica secondo la tecnica Transient Aereo Source link all’articolo completo >>>

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Impianti sprinkler a secco:

meglio la alta o la bassa pressione?

Fabio Bosetti – Firing srl

I sistemi sprinkler a secco sono estremamente importanti per la protezione degli ambienti freddi.

Per salvaguardare questi ambienti, i sistemi di tubazioni di questi sistemi vengono mantenuti in pressio- ne d’aria anziché d’acqua. Alcuni degli odierni sistemi sprinkler a secco sono sistemi che funzionano a bassa pressione d’aria, mentre altri sono sistemi ad alta pressione. Quale approccio è il migliore?

Bassa pressione vs. alta pressione

Per controllare efficacemente un incendio, i siste- mi a secco devono essere in grado di fornire acqua a qualsiasi sprinkler nel sistema entro un limite di tempo prestabilito. Le normative EN come le NFPA 13 richiedono specificamente che questi sistemi siano in grado di erogare acqua entro un massimo di 60 secondi dall’attivazio- ne. Per decenni, questi sistemi hanno funzionato con l’uso di una valvola a differenziale diretto dove la pressione d’aria agiva direttamente sul clapet di chiusura della valvola di allarme. La configurazione del sistema era il fattore principale nel determinare il tempo di erogazione dell’acqua e, quindi in so- stanza essendo la pressione dell’aria in relazione diretta alla pressione dell’acqua la variabile tempo era legata a quanto era grande il sistema inteso come volumetria interna della rete di distribuzione.

Più volume, più tempo per poter erogare acqua.

Tuttavia, con lo sviluppo di nuove tecnologie per valvole a secco, in particolare per la valvola a secco a bloccaggio laterale, i sistemi a secco non sono più gli stessi. Le valvole a chiusura la- terale consentono l’uso di un altro elemento per influenzare i tempi di consegna dell’acqua: pres-

sione stessa dell’aria. Le valvole a chiusura late- rale consentono di progettare i sistemi con una pressione dell’aria inferiore (bassa pressione) in quanto come principio di funzionamento non uti- lizzano un differenziale diretto aria/acqua (sistemi ad alta pressione). A seconda della configurazio- ne del sistema, è possibile utilizzare un sistema a bassa pressione o un sistema ad alta pressione per ridurre i tempi di erogazione e consentire reti di distribuzione più estese.

Numerosi fattori di un sistema antincendio sprin- kler a secco concorrono a determinare se un si- stema ad alta o bassa pressione è più appropriato per fornire un’erogazione dell’acqua più rapida ed efficiente.

Questi includono i seguenti: caratteristica dell’ali- mentazione idrica intese come portata e pressione, dimensione dell’orifizio dello sprinkler; dimensione del tubo, posizione del montante di alimentazione, lunghezza delle linee di diramazione, se il sistema di sprinkler è ad anello o del tipo a spina di pesce, e se è installato o meno un acceleratore trim della valvola di allarme.

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Riferimenti

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