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Academic year: 2021

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Sicurezza del software

Buffer overflow e SQL injection

Esercitazione di Sicurezza Informatica, Udine 22/03/2016

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Buffer overflow | Lo stack (I)

• Quando un programma viene eseguito, il sistema operativo riserva una certa quantità di RAM per la sua esecuzione

• La memoria allocata è divisa in tre sezioni:

• Data segment o Heap: spazio per variabili globali, statiche e dinamiche non locali

• Text segment: spazio per il codice macchina da eseguire

• Stack: spazio per variabili dinamiche locali

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Buffer overflow | Lo stack (II)

Il data segment (heap) cresce da indirizzi più bassi a indirizzi più alti

• Gestita tramite chiamate a malloc() e free()

• Lo stack cresce invece in direzione inversa

(4)

Buffer overflow | Lo stack (III)

Lo stack serve per la gestione delle variabili locali nei linguaggi di alto livello (C, C++)

• È gestito come una pila LIFO (l’ultimo elemento aggiunto è il primo ad essere rimosso)

• Quando in C viene chiamata una funzione viene instanziato un nuovo stack frame

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Buffer overflow | Lo stack (IV)

• Ogni stack frame contiene:

• I parametri passati alla funzione chiamata

• Le variabili locali dichiarate nel corpo della funzione

L’indirizzo della prossima istruzione da eseguire (che si trova nel text segment)

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Buffer overflow | Il problema (I)

• Consideriamo ora questo codice C

void A() {

char B[50];

}

void main() { A();

printf("Done.\n");

}

Prima della chiamata ad A, l’ultimo stack frame è

quello del main

(7)

void A() {

char B[50];

}

void main() { A();

printf("Done.\n");

}

• Al momento della chiamata di A, viene allocato il suo stack frame e EIP (Return addr) punta al

codice macchina per la chiamata a printf (istruzione successiva dopo l’uscita da A)

Buffer overflow | Il problema (II)

(8)

• I buffer sono delle locazioni di memoria contigue in cui possono essere archiviati dei dati

• Gli array in C sono dei buffer

• In C e C++ non viene effettuato alcun controllo sui buffer

• Ad esempio è possibile scrivere in un array più elementi di quelli per cui esso è stato dichiarato

• Cosa succede in memoria se sforiamo la dimensione di un array?

Buffer overflow | Il problema (III)

(9)

void A() {

char B[50];

B[50] = ’x’;

}

void main() { A();

printf("Done.\n");

}

• B può contenere 50 elementi, da 0 a 49

• Dove viene scritta la ‘x’?

Buffer overflow | Il problema (IV)

(10)

void A() {

char B[50];

B[50] = ’x’;

}

void main() { A();

printf("Done.\n");

}

• Lo stack cresce da indirizzi più alti a quelli più bassi

• Ogni valore di troppo in B sovrascriverà la memoria precedente a B

• Buffer overflow!

Buffer overflow | Il problema (V)

(11)

• Se prima di B sono state dichiarate altre variabili, queste vengono sovrascritte

Poi viene sovrascritto il puntatore allo stack frame precedente

• Infine viene sovrascritto l’indirizzo di ritorno, ovvero l’indirizzo della prossima istruzione da eseguire

• Si può quindi, sovrascrivendo l’indirizzo di ritorno, far eseguire al calcolatore del codice arbitrario!!

• Attacco di Buffer Overflow

• L’obiettivo è di ottenere i privilegi di amministratore sulla macchina bersaglio

Buffer overflow | Il problema (VI)

(12)

• Bisogna anzitutto individuare un software vulnerabile

Ad esempio i programmi che utilizzano strcpy, perché la funzione strcpy non effettua nessuna verifica sulla lunghezza delle stringhe sorgente e destinazione

Sulla vostra macchina virtuale è presente il programma vulnerable.c che stampa in output la stringa ricevuta in input usando la strcpy.

• Il programma vulnerable.c può essere compilato con:

• gcc -z execstack -fno-stack-protector -o vulnerable vulnerable.c

• Può essere eseguito con il comando:

• ./vulnerable testo_in_input

• Se testo_in_input rientra nella dimensione del buffer, otterrete in output il testo stesso

• Altrimenti il programma incontrerà un buffer overflow e terminerà con un errore di Segmentation fault

Buffer overflow | L’attacco (I)

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• Il programma exploit.c sfrutta la vulnerabilità di vulnerable per eseguire del codice malevolo in grado di restituire una shell da amministratore. Il funzionamento di exploit è il seguente:

• genera un ambiente di esecuzione per il programma vulnerable, contenente, sotto forma di stringa, il codice macchina per ottenere lo uid 0 (l’indentità dell’amministatore) e aprire una shell

• genera un parametro per vulnerable più lungo di quello ammesso, la cui porzione finale è riempita con l’indirizzo di ritorno del codice macchina eseguibile

• invoca vulnerable passando l’ambiente e il parametro generato

Buffer overflow | L’attacco (II)

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• Ci sono però alcune limitazioni all’attacco

• per eseguire setuid(0), il programma vulnerabile deve essere di proprietà dell’amministratore (root)

• i moderni compilatori utilizzano dei meccanismi di protezione contro gli attacchi di questo tipo, quindi se il programma vulnerabile è compilato senza particolari opzioni, non sarà vulnerabile (per questo usiamo –z execstack -fno-stack-protector)

• i moderni sistemi operativi utilizzano dei meccanismi di protezione della memoria, che devono essere disabilitati per poter far funzionare questo esempio

• Per semplificare questa procedura useremo un Makefile che automatizzerà la procedura di

compilazione disabilitando le protezioni e rendendo vulnerable di proprietà dell’utente root.

Per compilare l’esempio sarà quindi sufficiente digitare: make

• Per effettuare un vero attacco di questo tipo è necessario individuare un programma sul sistema che sia già di proprietà di root e che soffra della vulnerabilità a buffer overflow

Buffer overflow | L’attacco (III)

(15)

• A questo punto, per eseguire l’attacco è sufficiente mandare in esecuzione

exploit

:

$ whoami guy

$ ./exploit

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA ...

# whoami root

#

• I caratteri ’A’ sono quelli con cui abbiamo riempito il parametro fino alla lunghezza del buffer, i caratteri seguenti (non stampabili) sono i codici delle operazioni necessarie (a basso livello) ad aprire la shell.

Buffer overflow | L’attacco (IV)

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Come si fa a costruire il codice macchina per assumere l’identità dell’amministratore e aprire la shell?

• La procedura è un po’ macchinosa e complicata e consiste nelle seguenti fasi:

• Si scrive un programma C che esegua setuid(0) e execve("/bin/sh")

• lo si compila sull’architettura target con linking statico

• si decompila il codice e si legge il codice assembly

• si converte l’assembly in codice macchina eliminando eventuali caratteri nulli, che spezzerebbero la stringa C che lo contiene.

• Ci sono dei software che automatizzano questa procedura (un esempio è generator.c che trovate nella vostra VM)

Buffer overflow | L’attacco (V)

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• I moderni compilatori e sistemi operativi hanno diverse contromisure e sistemi di protezione dagli attacchi di buffer overflow. Ecco i principali:

• Executable space protection: il contenuto dello stack viene marcato in modo tale che non possa essere eseguito, questi metodi possono essere implementati nel sistema operativo o sul

processore stesso

• Address space layout randomization (ASLR): gli indirizzi della memoria di un processo vengono assegnati in modo casuale, impedendo quindi di fare assunzioni sulle posizioni delle variabili, rende l’attacco improbabile ma non impossibile

• Canarini (StackGuard, ProPolice) implementati nei compilatori (GCC, Visual Studio, . . . ), sono dei valori di guardia che vengono messi attorno ai buffer, il principio è che se il valore del

canarino cambia c’è in atto un buffer overflow. Il valore iniziale del canarino è solitamente casuale o dipendente dal programma in esecuzione (altrimenti sarebbe possibile sfondare i limiti dei

buffer riconoscendo e saltando i canarini).

Buffer overflow | Contromisure

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• Compilare vulnerable.c ed exploit.c usando il Makefile

• Eseguire vulnerable.exe con input di varia lunghezza

• Eseguire exploit.exe

• Provare a compilare vulnerable.c senza l’opzione -fno-stack- protector , cosa succede? Perché?

• Provare a compilare vulnerable.c senza l’opzione –z executestack, cosa succede? Perché?

• Provare a compilare generator.c ed eseguire ./generator comando (es: comando = ls -la).

• Utilizzare la stringa in output da generator come shellcode in exploit.c.

Buffer overflow | All’attacco!

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SQL Injection | Cos’è (I)

• A differenza dell’attacco buffer overflow, gli attacchi di tipo SQL injection sono tuttora molto diffusi

• Supponiamo di essere i gestori di un sito web a registrazione. Ogni utente può

sottoscrivere un abbonamento specificando un indirizzo e-mail, uno user name e una

password. Il database relazionale del nostro sito conterrà quindi una tabella di questo

tipo:

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SQL Injection | Cos’è (II)

• Tipicamente i siti come questo forniscono una pagina di lost password nel caso di smarrimento dei dati di accesso.

• Inserendo il proprio username, in un apposito modulo, l’utente riceve un messaggio di posta elettronica con le istruzioni per la generazione di una nuova password, o

addirittura la password stessa

• Supponiamo che l’utente gdavid abbia smarrito la password e venga quindi rediretto sulla pagina del servizio di reinvio password. Il sistema dovrà richiedere al database, tramite una query SQL, l’indirizzo e-mail dell’utente e la password fornita al momento della registrazione

SELECT email FROM tblUsers WHERE username = "$uname";

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SQL Injection | Cos’è (III)

• Se non viene fatto alcun controllo sui dati (pratica molto comune), e quindi sul valore della variabile $uname, è possibile inserire codice SQL al posto del nome utente, ad esempio:

whatever"; TRUNCATE TABLE tblUsers --

• Poichè la query viene costruita per sostituzione, il comando che verrà inviato al server SQL sarà:

SELECT email FROM tblUsers WHERE username = "whatever";

TRUNCATE TABLE tblUsers -- "

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SQL Injection | Cos’è (IV)

• TRUNCATE TABLE tblUsers è il codice SQL per lo svuotamento totale di una tabella, e ; è, in SQL, l’operatore per concatenare due query

• -- indica un commento nella sintassi SQL, e serve all’attaccante ad evitare che le virgolette finali causino un errore di sintassi impedendo alla query di essere eseguita

• Il risultato è che la tabella tblUsers viene cancellata da un utente qualsiasi del sito (neppure necessariamente autenticato)

• Il problema è che alcuni dei caratteri utilizzabili nei moduli su Internet sono anche

presenti nella sintassi SQL e poichè spesso i dati di input vengono sostituiti all’interno

delle query SQL, è possibile modificare il significato delle query.

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SQL Injection | Esercitiamoci

• A questo indirizzo è possibile trovare una demo interattiva che spiega l’SQL Injection

• https://www.hacksplaining.com/exercises/sql-injection

• Nella vostra macchina virtuale è disponibile una sandbox in cui è possibile provare gli effetti dell’attacco

• http://localhost/sqlinjection

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SQL Injection | Contromisure

• Escaping: consiste nel convertire ogni carattere in una sua rappresentazione testuale che non abbia alcun significato in SQL. Per esempio, al posto delle doppie virgolette " viene messo il carattere \". Per semplificare queste procedure i linguaggi di programmazione di alto livello forniscono funzioni di conversione apposite (e.g., in PHP

mysql_real_escape_string())

• Disable query concatenation: per evitare attacchi come quello appena visto alcuni

linguaggi impediscono di concatenare le query. In questo modo non sarà possibile, ad

esempio, appendere una TRUNCATE ad una SELECT, però non viene garantita l’integrità

della SELECT stessa.

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SQL Injection | All’attacco!

• Provare a ottenere lo svuotamento della tabella.

• Reinserire qualche utente dal modulo apposito.

• Provare ad ottenere l’inserimento di un utente senza passare dal modulo apposito (e.g.

evitando un controllo sulla validità dell’indirizzo e-mail).

• (Avanzato) c’è un altro oggetto della pagina a rischio SQL injection, quale? Provare a svuotare la tabella sfruttando questa vulnerabilità.

• (Avanzato) ottenere l’eliminazione (non svuotamento) della tabella.

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SQL Injection | Per ridere

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SQL Injection | Sul serio (I)

(28)

SQL Injection | Sul serio (II)

(29)

SQL Injection | Sul serio (III)

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Conclusioni

• I dati in input possono generare famiglie di attacchi molto difficili da prevedere e

individuare, per questo motivo nessun input può essere considerato "sicuro" a priori.

• Ogni dato proveniente dagli utenti dovrebbe essere controllato e validato, soprattutto se il software è esposto ad accessi dalla rete

• Non dobbiamo mai pensare che l’utente si comporterà nel modo in cui noi pensiamo

debba comportarsi! 

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Rosario Lombardo

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