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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Perù 2016 SCHEDA PERU’- FOCSIV Volontari richiesti : N 2 SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Perù 2016 SCHEDA PERU’- FOCSIV

Volontari richiesti : N 2

SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: SAN RAMON

INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

La storia politica peruviana è stata attraversata da alterne vicende di domini dittatoriali che hanno provocato ingenti danni economici e sociali, inibendo lo sviluppo del Paese. Dopo una lunga dittatura militare, negli anni ’80 il Perù ristabilì un regime democratico che fu costantemente minacciato dalla campagna terroristica del gruppo maoista Sendero Luminoso. A fronte di questa situazione, venne eletto nei primi anni ’90 Alberto Fujimori, che con un auto-golpe nel 1992 sospese la Costituzione e sciolse Congresso e Corte Suprema, determinando così l’inizio di una nuova era dittatoriale. Fujimori fu alla guida del Paese fino al 2001, violando la Costituzione da egli stesso promulgata nel 1993 e commettendo numerose violazioni dei diritti umani e civili. Fu costretto alle dimissioni e alla fuga a seguito di un grave scandalo di traffici illeciti e di connivenza con i paramilitari che aveva coinvolto il suo braccio destro e che comportò l’emissione di un mandato di cattura nei confronti dello stesso Fujimori. Alla guida del Paese fu eletto nel 2002 Alejandro Toledo, oppositore di Fujimoiri nonché primo indio a governare il Perù. Nonostante gli sforzi del nuovo Presidente, la sua determinazione a combattere la corruzione politica e la buone performance economiche, il suo Governo non ha portato i benefici sperati e la sua amministrazione ha quindi suscitato scontento tra la popolazione.

Nelle elezioni presidenziali di giugno 2006 il Perù ha eletto il socialdemocratico Alan Garcia Perez, che già aveva ricoperto la carica di Presidente tra il 1985 e il 1990, determinando così al ballottaggio la sconfitta del nazionalista Ollanta Humala Tasso. Nel 2011 l’ultima tornata elettorale, però, ha visto trionfare proprio Ollanta Humala, il quale nel discorso di insediamento ha dichiarato le linee programmatiche del suo Governo: riduzione della povertà e dell’esclusione sociale.

Secondo l’ultimo rapporto UNDP (2014), il Perù ha un indice di sviluppo umano pari a 0,737 che lo colloca al 82° posto su scala mondiale. Dal punto di vista economico il Paese è in crescita, ma rimane fortemente dipendente dalle esportazioni di prodotti dell’industria estrattiva, le cui attività suscitano spesso le proteste delle comunità indigene e sono fonte di scontro politico. Oltre a ciò, la dipendenza dalla fluttuazione dei prezzi di mercato delle materie prime comporta per il Perù una costante minaccia di instabilità economica e la corruzione, che da sempre affligge i governi peruviani, ha impedito la creazione di una classe politica

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dirigente in grado di saper lanciare la nazione e contrastare le profonde differenze socioeconomiche che la caratterizzano (l’indice di Gini è di 45,3 – anno 2012).

Il tasso di alfabetizzazione nel paese è del 93,8%, grazie soprattutto ad un sistema scolastico obbligatorio suddiviso in tre livelli. Il tasso di frequenza scolastica è abbastanza alto, anche se sono presenti importanti differenze tra le zone urbane e quelle rurali. I minori inoltre risultano poco tutelati anche all’interno dell’ambito familiare, in cui sono diffuse violenze e maltrattamenti soprattutto nei contesti sociali più poveri e il 34% dei bambini tra i 5 e i 14 anni è impegnato in attività lavorative (2,545,855 casi registrati). Infine, solo il 2,8% del PIL è investito per l’istruzione.

Come si evince dall’ultimo rapporto annuale di Amnesty International, diffusa è anche la violenza di genere e la mancanza di tutela dei diritti riproduttivi e sessuali delle donne peruviane. Nel 2011 il pubblico ministero ha riaperto il caso sulla sterilizzazione forzata di oltre 200.000 donne durante la presidenza di Alberto Fujimori, portando alla luce la pratica così diffusa. Anche le popolazioni indigene sono soggette a continue violazioni dei loro diritti, in particolar modo per quanto riguarda il diritto alla proprietà della terra, che possiede per le popolazioni autoctone non solo un valore economico, ma soprattutto simbolico e rituale.

Dal punto di vista sanitario si registrano fortissime disparità tra le strutture ospedaliere pubbliche (compreso il pronto soccorso), che sono generalmente carenti sia per personale specializzato che per mancanza di attrezzature moderne efficienti, e le cliniche ed i centri sanitari privati, che presentano, al contrario, un buon livello sia di apparecchiature mediche che di personale specializzato. I costi sono tuttavia alquanto elevati e ciò rende impossibile per buona parte della popolazione ricevere cure mediche adeguate. Il 27% non ha accesso a servizi sanitari adeguati e il 13% non ha accesso all’acqua potabile. Le gradi malattie continuano a colpire in paese: all’anno si registrano oltre 31 000 casi di malaria; 121 di tubercolosi e 71,900 di aids (con 2,500 morti). I medici rappresentano solo 1,1% della popolazione totale e la spesa per la sanità resta molto bassa: 3%,

Per quanto riguardala sicurezza alimentare, la situazione è in miglioramento, anche se sta aumentando sensibilmente la percentuale persone in sovrappeso e obese (il 20,4% della popolazione adulta) e permangono forti disparità tra zone urbane (78,6%) e rurali. Il 23,9% della popolazione vive sotto la soglia di povertà ed il 11,8% risulta sottonutrita. Inoltre, il 3,4% dei bambini è sottopeso (19,59 morti ogni 1000 nascite).

Un dato che spaventa è quello della ricerca, che sembra non interessare il paese: difatti, solo il 0,15 % del PIL è investito nella ricerca,

Infine il Perù è tra i primi 10 paesi del mondo per biodiversità. Questa caratteristica gli conferisce un ruolo fondamentale per l’equilibrio ecologico del pianeta, ma è purtroppo minacciata da diversi fattori, tra i quali spiccano l’industria estrattiva e in particolare le miniere illegali, che producono danni ambientali irreparabili.

Infatti, il modello di crescita del Perù è storicamente basato sull’estrazione mineraria, prevalentemente gestita da imprese multinazionali che operano in modo legale, ma anche illegale. L’estrazione mineraria ha avvelenato il patrimonio naturale del paese, le acque e la salute del popolo peruviano. Il governo ha recentemente ridotto i controlli per la verifica degli impatti ambientali e sulla salute dell’inquinamento. Le legittime proteste ambientaliste della popolazione vengono criminalizzate, e si riducono i diritti civili per consentire alle multinazionali di agire indisturbate Il petrolio estratto in Perù ha una presenza di zolfo altissima (quasi 50 volte superiore alla media) ed è pertanto altamente contaminante. Inoltre, in Perù non c’è nessuna regolamentazione sulle emissioni delle auto e l’aria per le strade è irrespirabile.

Una categoria da salvaguardare sono le donne. In particolare, il CRP, Center for Reproductive Rights, denuncia che il paese latinoamericano ha il tasso più alto di violenze sessuali del Sudamerica. Uno studio condotto dimostra che lo stupro non è un problema esclusivamente privato, difatti, gli effetti della violenza di genere si ripercuotono fuori dal focolare domestico e impoveriscono lo Stato .Inoltre, in Perù, le donne guadagnano il 30% in meno rispetto agli uomini che svolgono lo stesso lavoro, costituiscono la percentuale più alta fra i casi di analfabetismo (9,3% contro un 2,7% maschile) e, laddove collaborino all'interno di imprese familiari, quasi sempre non percepiscono alcuna retribuzione. Dal 2009 ad oggi sono 282 i casi di femminicidio e tentato femminicidio, registrati dai Centri d'Emergenza per le Donne nel 2014 in Perù. Il CRP,

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Center for Reproductive Rights, denuncia che il 78% dei casi di violenze sessuali in Sudamerica riguarda le bambine e le adolescenti peruviane. Solo a partire dal 2009 sono state introdotte politiche pubbliche per evidenziare e prevenire i casi di violenza. Risale al 2011 l'entrata in vigore del reato di femminicidio.

DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:

FOCSIV - Volontari nel mondo è un’ONG di cooperazione e presente in 86 Paesi tra Africa, Asia, America Latina, Europa, Medio Oriente e Oceania, con 641 interventi di sviluppo e con 817 volontari coinvolti in prima persona nella realizzazione di progetti nei settori socio-sanitario, agricolo, formativo e di difesa dei diritti umani. Nata nel 1972, opera per la promozione di una cultura della mondialità e la cooperazione con le popolazioni dei Sud del mondo, contribuendo alla lotta contro ogni forma di povertà e di esclusione, all’affermazione della dignità della persona e alla tutela dei diritti umani e alla crescita delle comunità e delle istituzioni locali. In Perú FOCSIV è presente da poco più di 6 anni attraverso la realizzazione di progetti di sviluppo nell’ambito della promozione dei diritti umani e sviluppo sociale, dell’educazione ed istruzione e della tutela di ambiente e foreste, in diverse aree del Paese: nella zona metropolitana di Lima, a Cusco, a Huancayo, a Yurimaguas, a San Ramón, Iquitos e ad Arequipa. Forte dell’accordo di collaborazione con la Conferenza Episcopale Peruviana e dei numerosi partner, è in corso l’iter burocratico di riconoscimento presso il Governo peruviano per l’iscrizione di FOCSIV tra le Agenzie di cooperazione riconosciute nel Paese.

Partner

Partner di FOCSIV del presente progetto sono: CADEP JMA, Conferenza Episcopale Peruviana.

Grazie ad un accordo di collaborazione, partner di FOCSIV è la Conferenza Episcopale Peruviana, articolata sul territorio nazionale tramite le sue Diocesi, Arcidiocesi e Vicariati, è un’istituzione fortemente impegnata nello sviluppo e promozione morale e sociale della persona umana, a sostegno delle fasce più deboli della popolazione del Paese. In particolare è impegnata nella difesa della persona da ogni forma di sopruso e sopraffazione, nella tutela del creato e nella promozione del dialogo e della comunicazione sociale. In continuità con questo suo forte impegno sociale, collabora con diverse istituzioni locali e articolazioni della società civile, tra cui FOCSIV, di cui è partner sin dal 2005. A San Ramon nella selva centrale peruviana, operando sempre attraverso 4 linee di lavoro si sta ponendo particolare enfasi ad attività di incidenza politica e sociale per la protezione della foresta amazzonica in vista del cambio climatico.

Questo ha portato nella zona ad avviare progetti per il rafforzamento della gestione ambientale democratica a livello locale, regionale e nazionale, la partecipazione della cittadinanza attiva, a partire dalle donne, di tutte le popolazioni indigene della zona, questo attraverso l’incremento delle capacità di resilenza ed adattamento al cambio climatico. Affrontando problematiche così complesse sono necessarie metodologie integrali. 

In continuità con i rapporti di collaborazione/partenariato con FOCSIV, tutti i partner sopra descritti si sono resi disponibili ad accogliere nuovi volontari in servizio civile.

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:

I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

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¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale  

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi:

¾ Si richiede ai volontari impiegati di partecipare alla vita comunitaria e di rispettare la comunità di accoglienza.

¾ Si richiede ai volontari impiegati la disponibilità a viaggiare nelle comunità native del territorio della Selva settentrionale, in particolare presso le comunità della zona San Ramon, Ucayali e Atalaya in missioni della durata massima di 7 giorni per le descritte attività di progetto.

 

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Rischi politici e di ordine pubblico:

La zona denominata VRAEM (Valle de los Rios Apurimac Ene e Mantaro), esterna ai normali percorsi turistici, è interessata da fenomeni residuali di narco-guerriglia.

Sporadiche manifestazioni legate all’industria mineraria ed estrattiva si registrano in varie aree del Paese (Cajamarca, Puno, Madre de Dios). La Oroya (nella provincia di Junin) ed Arequipa sono state teatro recentemente di violenti scontri.

MICROCRIMINALITÀ: sia in Capitale come in tutte le grandi città e i maggiori centri turistici si rileva come pur essendo venuto meno negli ultimi anni il rischio di attentati di matrice terroristica, è molto alta l’incidenza della criminalità comune, che spesso agisce in forma organizzata. Risultano particolarmente a rischio le aree periferiche e il centro storico.

SEQUESTRI E AGGRESSIONI: l’utilizzo di taxi delle compagnie di trasporto non ufficiali non è sicuro per il rischio di sequestri, la cui incidenza è limitata quasi solo alle zone rurali del Perù, o aggressioni e la mancanza di assicurazione di tali mezzi.

MANIFESTAZIONI DI PROTESTA: si registrano scontri anche violenti tra autorità e movimenti antiminerari.

La città di Lima normalmente non è teatro di questi fenomeni, ma non si esclude la possibilità di manifestazioni di protesta tra contrapposizioni politiche ed etniche.

Rischi sanitari:

Possibilità di contrarre febbre gialla, dengue, epatite di tipo A e B, soprattutto nelle zone andino- amazzoniche, mentre a Lima non si evidenziano rischi particolari di ordine sanitario.

Le strutture ospedaliere pubbliche (compreso il pronto soccorso) sono generalmente carenti sia per personale specializzato che per mancanza di attrezzature moderne efficienti. Le cliniche ed i centri sanitari privati presentano, al contrario, un buon livello sia di apparecchiature mediche che di personale specializzato. I costi sono tuttavia alquanto elevati. Si segnala infine la presenza sul mercato di una certa quantità di farmaci adulterati

Le condizioni igienico-sanitarie di Lima sono comuni a quelle del Paese e richiedono di adottare precauzioni per evitare disturbi intestinali e malattie quali la dissenteria e il tifo. Inoltre, in estate (gennaio-marzo), si manifestano con frequenza focolai di colera, soprattutto nelle zone periferiche delle città, dove le condizioni igieniche sono assai precarie. una certa incontrollata diffusione sul mercato di farmaci adulterati e falsificati.

Le condizioni igienico-sanitarie di San Ramon sono comuni a quelle del Paese.

Altri rischi:

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FENOMENI SISMICI E FRANE: il territorio, come il resto del Paese, è soggetto a fenomeni sismici, anche se non si non si registrano ultimamente scosse di particolare entità. Inoltre, nella stagione estiva locale (inverno in Italia) sono frequenti forti piogge nelle zone andine, che possono determinare interruzioni delle vie di comunicazione; vi è pertanto il rischio che alcune località, rimangano isolate fino al ripristino del collegamento stradale o ferroviario.

ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI:

Considerazioni e accorgimenti Generali Rischi per la sicurezza

¾ Unità di crisi - Ministero Affari Esteri

Per permettere al Ministero degli Affari Esteri, ed in particolare all'Unità di Crisi, nell'eventualità che si verifichino situazioni di grave emergenza, di rintracciare i volontari con la massima tempestività consentita e di pianificare con maggiore celerità interventi di evacuazione e soccorso, gli stessi saranno registrati sul sito "Dove siamo nel mondo", prima della partenza per l’estero.

¾ Ambasciate/consolati

Sarà cura delle controparti locali, in collaborazione con la sede italiana, dare comunicazione scritta alle Rappresentanze Italiane Locali (Ambasciate e Consolati), dell’inizio servizio e del periodo di permanenza nel paese dei volontari, ed ogni eventuale spostamento, nonché del referente della sicurezza dell’associazione. Inoltre, nei paesi dove questo è possibile, i volontari saranno presentati alle autorità consolari o diplomatiche italiane. Sarà cura delle controparti locali aggiornare costantemente l’autorità consolare/diplomatica italiana sugli eventuali rientri e/o spostamenti dei volontari.

Di seguito vengono elencate alcune precauzioni indispensabili per aumentare la tutela degli operatori:

¾ Tenersi costantemente aggiornati sugli sviluppi delle eventuali crisi nel paese e sui suoi possibili sblocchi

¾ Tenersi in contatto con l’Ambasciata ed informare di eventuali cambi di indirizzo / spostamenti all0interno e all’esterno del Paese, nonché cambi di recapito

¾ Seguire attentamente le direttive impartite dalle Autorità Locali

¾ Curare di essere costantemente reperibili

¾ Limitare al massimo le uscite di casa, in particolare nelle ore notturne

¾ Mantenere un atteggiamento orientato alla massima prudenza durante tutti gli spostamenti, evitando dove possibile la partecipazione a manifestazioni e assembramenti

¾ Non portare con sé documenti in originali ma solo fotocopie

¾ consultare sempre il referente locale in caso di incertezza o indecisione sulle norme di sicurezza da porre in atto (es: visite non previste a istituzioni governative e/o religiose)

¾ Nel caso di spostamenti in automobile l’ente e/o il partner locale verifica la piena efficienza del mezzo e se necessario effettuare scorte di carburante

¾ Nel caso la situazione lo renda necessario, lente e/o il partner locale, predisporrà eventuali sistemi di protezione supplementari agli accessi alle abitazioni dei volontari.

Di seguito si elencano gli accorgimenti specifici adottati dall’Ente per garantire i livelli minimi di sicurezza e tutela dei volontari:

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi di ordine pubblico

RISCHIO ACCORGIMENTO

SCONTRI TRA AUTORITÁ E

¾ L’Ente mantiene costanti contatti con le istituzioni che presidiano il territorio (partner locali di progetto, istituzioni locali e nazionali del Paese ospitante, Rappresentanza diplomatica/consolare italiana nel Paese) e avverte i volontari di non intervenire in caso di conflitti per nessun motivo e di non circolare da soli;

¾ I volontari dovranno operare sempre a stretto contatto con gli operatori

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MOVIMENTI ANTIMINERARI

locali e con i personale del partner locale di progetto, seguendo le direttive specifiche da questi emanate.

¾ Si invita i volontari a mantenere un atteggiamento di equidistanza dalle diverse posizioni e a non partecipare attivamente a manifestazioni di protesta

¾ Si consiglia vivamente ai volontari di circolare con una copia del docuemento di riconoscimento.

RAPIMENTI/

SEQUESTRI MICROCRIMINALITÀ

¾ i volontari saranno invitati ad adottare comportamenti di massima cautela, non circolare da soli e a non portare con sé oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche, ecc.) o grossi quantitativi di denaro;

¾ ogni spostamento locale del volontario/a sarà pianificato con gli operatori responsabili;

¾ ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari notturni e in zone isolate della città, e di non prendere taxi abusivi, ma solo taxi di compagnie conosciute o contattate telefonicamente.

¾ i volontari saranno invitati a dotarsi di fotocopie dei propri documenti personali ed a custodire in luogo sicuro gli originali.

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:

RISCHIO ACCORGIMENTO

epatite A-B, dissenteria, colera

¾ Benchè non siano previste vaccinazioni obbligatorie per l’ingresso nel Paese, si consiglia su parere medico di effettuare le vaccinazioni per epatite A e B e colera.

¾ Si consiglia di bere solo acqua minerale oppure bollita, filtrata o chimicamente trattata e di mangiare pesce e verdure crude solo in ristoranti di ottimo livello.

¾ Si consiglia di rivolgersi a strutture mediche consigliate sul territorio dall’Ente, che all’arrivo nel paese consegna un vademecum di contatti e di comportamenti consigliati.

CENTRI DI ASSISTENZA MEDICA

¾ Dal punto di vista sanitario la struttura più vicina è l’ospedale ESSALUD, centro specializzato in medicina generale e malattie tropicali. La struttura si trova a 15 minuti di auto dalla sede di progetto.

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a altri rischi:

RISCHIO ACCORGIMENTO

STRADALI

¾ É fortemente raccomandato di circolare soltanto di giorno, principalmente nelle strade principali e sicure

¾ Gli eventuali spostamenti per le attività evvengono solo con mezzi verificati e sicuri, e in periodi asciutti, per evitare smottamenti stradali.

TERREMOTI E VULCANI

¾ In caso di sismi di grave intensità Defensa Civil del Perù raccomanda sapere il punto di evacuazione più vicino da raggiungere ed avere uno zaino con i viveri basici sempre pronto.

¾ L'Ente fornisce ai volontari un piano di azione in caso di emergenza terremoto con una lista di contatti, luoghi di riferimento e cose da fare in caso si verifichino scosse.

¾ In caso di bisogno l'Ente contatterà l’Unità di Crisi italiana per attivare in maniera coordinata un eventuale piano di evacuazione dei volontari dalla zona colpita;

¾ L'Ente identifica eventuali sedi alternative in cui spostare i volontari in caso quella accreditata non sia ritenuta sicura, in accordo con l’Ufficio Nazionale per il servizio Civile.

¾ L’ente, di concerto con l’UNSC ed il personale di riferimento locale,

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individua un eventuale modifica del piano di impiego in relazione, sia in ordine ai motivi di sicurezza che ai bisogni del contesto ed alla possibilità di risposta agli stessi da parte delle sedi e dei volontari

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:

¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;

¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)

¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto

¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i dettagli delle condizioni di disagio aggiuntivi:

San Ramon (FOCSIV)

¾ Il disagio dei rallentamenti che possono interessare le attività durante la stagione umida, a causa delle piogge che ne impediscono/rallentano lo svolgimento regolare.

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DESCRIZIONE SEDE

DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:

San Ramon (FOCSIV)

San Ramon è una delle più importanti cittadine amazoniche di un vasto territorio conosciuto come Selva Central, ha una provincia con una superficie approssimativa di 591,57 km2. I principali fiumi che la attraversano sono il Tulumayo, il Tarma e il Chanchamayo, che conformano il bacino idrografico del Perené.

Il clima è caratterizzato da due stagioni, quella secca e quella umida. Le temperature sono elevate tutto l’anno e si aggirano intorno ai 25 Cº durante la stagione umida e 34 Cº durante la secca. Il territorio è abitato da diversi popoli nativi; tra questi gli Asháninka, gruppo etnico più numeroso della zona amazonica peruviana. Il distretto di San Ramon si situa nella provincia di Chanchamayo, che si divide politicamente in sei distretti e 480 municipalità. Nel distretto di San Ramon la popolazione abita il centro urbano, 35

“Anexos”, 11 “Asentamientos Humanos”, 6 “Sectores Perifericos” e 38 “Habitaciones Urbanas- Urbanizaciones”.

La popolazione totale del territorio di San Ramon è di 140.800 persone, il cui indice di sviluppo umano è 0,571, molto basso rispetto alla media nazionale che riporta uno 0,655. L’aspettativa di vita è di 68,6 anni, mentre l’indice di analfabetismo è elevato, circa 14% della popolazione non sa leggere e scrivere. L’85%

termina gli studi secondari (equivale alla terza media). L’ingresso famigliare pro capite è di 230 nuevos soles mensili (65 euro). I dati son riferiti all’analisi sullo sviluppo umano in Perú condotto dal PNUD e dall’INEI nel 2012.

Grazie alla presenza di comunità tradizionali, esistono diverse zone protette in cui comunità native vivono nel rispetto delle loro tradizioni ancestrali. Dette zone si trovano nella Selva Central e sono: il Parco Nazionale Yanachaga Chemillen, la Riserva Comunale Yanesha e il Bosco di Protezione San Matias-San Carlos. In queste riserve risiedono nativi della famiglia linguistica Arahuaca, cui appartengono 10 etnie divise

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in circa 351 comunità native. (Studio INEI “Censos de Comunidades Indigenas de la Amazonia Peruana 1993 y 2007”)

Per la morfologia della selva e per i costumi dei popoli indigeni realizzare un censimento non è semplice, ma sappiamo che il popolo Asháninka è il piú numeroso nel Paese, contando circa 50.000 individui (censimento del 1993). Il 48% della popolazione ha meno di 15 anni, mentre chi supera i 64 anni sono appena l’1% del totale. La popolazione vive in comunità o piccoli villaggi, il cui numero medio di persone è 170, tuttavia esistono insediamenti con meno di 10 persone e altri che superano abbondantemente i 600. L’insediamento più popoloso conta ben 1284 unità.

Nel territorio di San Ramon FOCSIV interviene nel settore Buon governo e Cittadinanza Settore di intervento del progetto: Buon governo e Cittadinanza

Nel campo del buon governo e cittadinanza, uno dei principali problemi è l’abbandono delle principali risorse della Selva Centrale, ovvero la sua enorme ed inesplorata biodiversità insieme alla ricchezza culturale costituiscono paradossalmente anche la fonte di molti dei problemi che tradizionalmente attanagliano il territorio. La selva è ricchissima di risorse naturali, ma la cultura occidentale non ha mai valorizzato tale ricchezza come prodotto delle culture native e non come semplice offerta della natura. Molte volte lo Stato è straniero in queste terre e quindi la sua presenza o è precaria oppure non è adatta a comprendere le dinamiche locali, soprattutto della popolazione nativa.

Lo studio del PNUD realizzato nel 2009 rileva come non c’è corrispondenza tra l’investimento dello Stato ed il miglioramento della condizione di vita della popolazione, soprattutto nativa, dell’Amazzonia. Questo dato è stato approfondito dai vescovi dell’area amazzonica nel 2012 con il documento: “Che sviluppo nell’Amazzonia?”. In tale documento si metteva in evidenza che:

¾ L’ 89% della popolazione nativa ha peggiorato le sue condizioni di vita da quando è iniziata la presenza occidentale con forza a partire dall’epoca del “Caucho” (fine 1800).

¾ La maggioranza dei programmi dello Stato realizzati finora, non propongono opportunità di sviluppo fondamentalmente perchè non promuovono la partecipazione attiva della popolazione nativa ed invece partono da modelli culturali preparati altrove.

¾ Le ricchezze dell’Amazzonia sono state valorizzate e sviluppate grazie alla “capacità di gestione dell’Amazzionia” da parte delle culture locali nel corso dei millenni. Invece la visione occidentale presenta modelli di sviluppo che rispondono prevalentemente ad altri contesti.

Questo porta ad osservare come non ci sia sostanziale corrispondenza tra lo sforzo delle iniziative delle istituzioni pubbliche nei programmi di sviluppo sociale ed il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni native. Questa situazione è precipita poi soprattutto per la presenza di grandi imprese multinazionali che sono arrivate nella zona per sfruttare le risorse naturali: soprattutto del legname, del petrolio e la distruzione dei boschi per coltivare palma per produrre olio, molto richiesto in Europa e negli Stati Uniti.

L’85% dei territori migliori dell’Amazzonia peruviana sono dati in gestione alle grandi imprese nazionali e multinazionali. Questo ha creato un grande vuoto di rappresentanza ed esercizio della cittadinanza da parte delle popolazione nativa.

Il documento citato, dell’UNDP, collega strettamente l’indice di sviluppo umano con la capacità dello stato di fornire pari opportunità alle persone e alle loro comunità in continuità con la loro visione di sviluppo.

Praticamente esiste una relazione positiva tra l’azione dello Stato e lo sviluppo umano e sociale quando lo Stato è rappresentante diretto dei cittadini, ma quando è estraneo al luogo ottiene risultati opposti.

In aiuto delle popolazioni native è invece andato il 169° convegno dell’organizzazione internazionale del lavoro (ILO), che valorizza i valori e le pratiche sociali, culturali, religiose e spirituali proprie dei popoli nativi e definisce l’importanza speciale che per queste popolazioni riveste il rapporto con la terra e i territori, così come le attività economiche tradizionali per le relative culture. Il convegno inoltre menzionava come devono organizzarsi i servizi di salute per i nativi nella selva, includendo le pratiche curative e medicine tradizionali, così come i programmi educativi dovranno includere la propria storia, le loro conoscenze tecniche e i loro sistemi di valori e di idiomi.

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Inoltre il convegno ha fissato l’importanza della cosiddetta “consulta previa”, un processo di consultazione ai popoli nativi prima di decidere sull’uso di uno dei territori della comunità.

Quest’ultimo punto crea molti problemi di carattere economico al governo in quanto molti dei territori nativi sono ricchi di idrocarburi. Da qui la conflittualità d’interesse evidente con le istituzioni pubbliche che si sono impegnate a recepire il convegno (sottoscritto nel febbraio del 1994 e trasformato in legge nel 2011), ma che non viene fatto applicare proprio dalle istituzioni dello Stato. Le popolazioni quindi subiscono l’economia di mercato che richiede al Paese sempre nuove risorse da mettere in circolo per continuare a crescere e garantire sviluppo economico e sociale.

Per far fronte a questa difficile situazione Conferenza episcopale peruviana attraverso il Centro Amazónico de Antropología y Aplicación Práctica (CAAAP) si impegna a promuovere le partecipazione politica e l’

elaborazione di strategie per far valere i diritti territoriali dei popoli indigeni; La linea di azione di democrazia e partecipazione attiva servono per formare ed accompagnare le organizzazioni indigene, i governi locali dei comuni della provincia di San Ramon, le donne ed i giovani che ne fanno parte per rafforzare le loro capacità di partecipazione e vigilanza su territorio, educazione e salute; Mentre che si lavora nella promozione umana e processi di sviluppo locale e regionale per stimolare il governo regionale a promuovere progetti finalizzati al miglioramento della condizione dei popoli indigeni e delle comunità native, con particolare attenzione ai temi di salute, educazione e produzione per l’autoconsumo; infine, la linea della cultura e interculturalità è vista per sostenere programmi e azioni finalizzati a rafforzare l’identità dei popoli indigeni della diocesi di San Ramon: Atalaya Ucayali e Satipo.

La Conferenza episcopale peruviana tramite il CAAAP interviene occupandosi integralmente dello sviluppo del territorio, in particolare promuovendo i diritti umani e cultura di pace; la democrazia e partecipazione cittadina; la promozione umana e processi di sviluppo locale e regionale; la cultura e interculturalità.

SERVIZI ANALOGHI E DELLA RELATIVA OFFERTA PRESENTE NEL CONTESTO DI RIFERIMENTO Nella provincia di San Ramon ci sono 351 comunidades Indigene di cui il 73% sono dichiarate in stato di abbandono dalla Mesa de Concertación de Lucha contra la Pobreza della provincia di San Ramon. .

La Conferenza episcopale peruviana tramite il CAAAP interviene occupandosi integralmente dello sviluppo del territorio, in particolare promuovendo i diritti umani delle popolazioni indigene. Fino a dove è possibile si cerca di creare una rete con altre organizzazioni indigene che lavorano il tema dei diritti umani delle popolazioni amazzoniche. Soprattutto con AIDESEP e CONAP che lavorano prevalentmente per la tutel dei diritti umani della popolazione nativa.

Nel settore Buon governo e Cittadinanza FOCSIV interviene nel territorio San Ramon con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti sono:

¾ 15 funionari dei comuni di Atalaya a San Ramon.

¾ 920 famiglie (4.620 persone) appartenenti a 50 Comunità Native (CC.NN.): dei centri delle CC.NN.

Areija, CC.NN. Santa Rosa de Laulate, CC.NN. Sapani, CC.NN. Huao, CC.NN. Nueva Italia- Rimac, CC.NN. Santa Elena y CC.NN. Pucani.

¾ 150 alunni di differenti Comunità Native amazzoniche che realizano gli studi superiori nell’università Nopoki di Atalaya.

I beneficiari si individuano in 60.000 persone circa, numero che rappresenta la popolazione Asháninka nel territorio Ucayali della diocesi di San Ramon.

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OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:

Obiettivo 1

¾ Promuovere la democrazia e la partecipazione attiva delle comunità native di San Ramon rafforzando le competenze di 920 famiglie (50 comunità native) e 15 funzionari comunali

Obiettivo 2

¾ Promuovere processi di sviluppo umano capaci di rafforzare e valorizzare i saperi millenari nella lotta al cambiamento climatico formando 150 alunni dell’università Nopoki di Atalaya e 50 comunità native di San Ramon

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi San Ramon (FOCSIV)

Azione 1. Promuovere la democrazia e la partecipazione attiva in 50 Comunità Native

1. Organizzazione di 3 incontri di pianificazione di 1 strategia comunicativa di diffusione capillare delle conseguenze del cambio climatico nella regione amazzonica a 50 comunità native.

2. Prepararazione di 5 incontri di formazione a 15 funzionari della Commissione Ambientale Regionale (CAR) – San Ramon e del Gruppo Tecnico di Vulnerabilità ed Adattamento al Cambio Climatico, per armonizzare i loro impegni;

3. Promozione di 3 incontri per sostenere la creazione di Commissioni Ambientali Comunali nella provincia di San Ramon;

4. Organizzazione di 4 seminari pe coinvolgere 150 alunni di differenti etnie amazzoniche della zona che realizzano gli studi all’università Nopoki di Atalaya per le attività di diffusione delle conseguenze del cambio climatico nella regione amazzonica.

5. Realizzare 10 simulazioni in 50 comunità native di situazioni che si verificherebbero come conseguenza del cambio climatico;

6. Monitoraggio bimensile delle attività svolte.

Azione 2. Promuovere processi di sviluppo umano locale e regionale in 50 Comunità Native

1. Organizzazione di 3 seminari per armonizzare gli obiettivi dei collettivi sociali di base presenti nelle 50 comunità native, della zona e che aderiscono alla Coordinazione Regionale delle Popolazioni Indigene di Atalaya a San Ramon (COORPIAA).

2. Preparazione di 2 incontri regionali tra 15 funzionari della Commissione Ambientale Regionale (CAR) – San Ramon ed i rappresentanti delle 50 comunità native appartenenti al COORPIAA;

3. Realizzazione di 2 incontri di formazione con le federazioni ed organizzazioni presenti COORPIA di San Ramon con la finalità di includere nei loro processi organizzativi l’adattamento e mitigazione al cambio climatico.

4. Organizzazione di 1 evento culturale a livello regionale con i 150 studenti dell’università Nopoki, per la valorizzazione e diffusione della cultura nativa per l’adattamento e mitigazione del cambio climatico;

5. Monitoraggio bimestrale sulle attività svolte.

Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

¾ 1 Direttore Esecutivo CAAP: Azioni 1-2;

¾ 1 Coordinatore incaricato dell’ area democrazia e partecipazione:Azioni 1 e 2;

¾ 1 Coordinatore incaricato dell’ area diritti umani: Azione 1;

¾ 1 Coordinatore incaricato dell’ area cultura di pace: Azione 1;

¾ 1 Coordinatore incaricato dell’area cultura ed interculturalità: Azione 1 e 2;

¾ 1 Coordinatore incaricato dell’area sviluppo regionale: Azione 1;

¾ 1 Coordinatore incaricato dell’area gestione delle risorse ambientali:Azione 1;

¾ 1 Coordinatore incaricato dell’area di comunicazione: Azione 1 e 2;

¾ 3 Esperti in statistica per elaborazione dei dati del censimento: Azione 2;

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Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

I volontari/e in servizio civile n°1-2 saranno coinvolte/i nelle seguenti attività:

¾ Collaborare nella pianificazione di 1 strategia comunicativa di diffusione capillare delle conseguenze del cambio climatico;

¾ Supporto nell’organizzazione logistica di 5 incontri di formazione sul cambio climatico a comunità e funzionari pubblici;

¾ Partecipazione nella realizzazione di 3 incontri per realizzare Commissioni Ambientali Comunali;

¾ Collaborazione all’elaborazione di 4 seminari per 150 alunni della Nopoki;

¾ Coadiuvare 5 simulazioni di situazioni che si verificherebbero come conseguenza del cambio climatico

¾ Partecipazione alla realizzazione di 3 seminari per armonizzare obiettivi del COORPIAA;

¾ Partecipazione a 2 incontri tra funzionari del CAR e organizzazioni del COORPIAA;

¾ Collaborazione alla realizzazione 2 incontri di formazione con le organizzazioni per l’adattamento al Cambio Climatico;

¾ Assistenza nell’organizzazione di 1 evento culturale per la valorizzazione e diffusione della cultura nativa per l’adattamento e mitigazione del cambio climatico;

REQUISITI:

Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare, preferibilmente i seguenti requisiti:

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet;

Specifici:

Volontari/e n°1-2

¾ Preferibile formazione in Scienze naturali, biologia, ingegneria forestale o simili

¾ Discreta conoscenza lingua spagnola

DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO FOCSIV Roma

Via San Francesco di Sales, 18 -

00165

      06‐6877796  www.focsiv.it 

¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a serviziocivile.focsiv@pec.it 

 

e avendo cura di specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es. CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2016 - Albania - CELIM).

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

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