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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Perù 2016

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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Perù 2016 SCHEDA PERU’- IBO Italia

Volontari richiesti : N 2

SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: AYACUCHO INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

PERU’

La storia politica peruviana è stata attraversata da alterne vicende di domini dittatoriali che hanno provocato ingenti danni economici e sociali, inibendo lo sviluppo del Paese. Dopo una lunga dittatura militare, negli anni ’80 il Perù ristabilì un regime democratico che fu costantemente minacciato dalla campagna terroristica del gruppo maoista Sendero Luminoso. A fronte di questa situazione, venne eletto nei primi anni ’90 Alberto Fujimori, che con un auto-golpe nel 1992 sospese la Costituzione e sciolse Congresso e Corte Suprema, determinando così l’inizio di una nuova era dittatoriale. Fujimori fu alla guida del Paese fino al 2001, violando la Costituzione da egli stesso promulgata nel 1993 e commettendo numerose violazioni dei diritti umani e civili. Fu costretto alle dimissioni e alla fuga a seguito di un grave scandalo di traffici illeciti e di connivenza con i paramilitari che aveva coinvolto il suo braccio destro e che comportò l’emissione di un mandato di cattura nei confronti dello stesso Fujimori. Alla guida del Paese fu eletto nel 2002 Alejandro Toledo, oppositore di Fujimoiri nonché primo indio a governare il Perù. Nonostante gli sforzi del nuovo Presidente, la sua determinazione a combattere la corruzione politica e la buone performance economiche, il suo Governo non ha portato i benefici sperati e la sua amministrazione ha quindi suscitato scontento tra la popolazione.

Nelle elezioni presidenziali di giugno 2006 il Perù ha eletto il socialdemocratico Alan Garcia Perez, che già aveva ricoperto la carica di Presidente tra il 1985 e il 1990, determinando così al ballottaggio la sconfitta del nazionalista Ollanta Humala Tasso. Nel 2011 l’ultima tornata elettorale, però, ha visto trionfare proprio Ollanta Humala, il quale nel discorso di insediamento ha dichiarato le linee programmatiche del suo Governo: riduzione della povertà e dell’esclusione sociale.

Secondo l’ultimo rapporto UNDP (2014), il Perù ha un indice di sviluppo umano pari a 0,737 che lo colloca al 82° posto su scala mondiale. Dal punto di vista economico il Paese è in crescita, ma rimane fortemente dipendente dalle esportazioni di prodotti dell’industria estrattiva, le cui attività suscitano spesso le proteste delle comunità indigene e sono fonte di scontro politico. Oltre a ciò, la dipendenza dalla fluttuazione dei

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prezzi di mercato delle materie prime comporta per il Perù una costante minaccia di instabilità economica e la corruzione, che da sempre affligge i governi peruviani, ha impedito la creazione di una classe politica dirigente in grado di saper lanciare la nazione e contrastare le profonde differenze socioeconomiche che la caratterizzano (l’indice di Gini è di 45,3 – anno 2012).

Il tasso di alfabetizzazione nel paese è del 93,8%, grazie soprattutto ad un sistema scolastico obbligatorio suddiviso in tre livelli. Il tasso di frequenza scolastica è abbastanza alto, anche se sono presenti importanti differenze tra le zone urbane e quelle rurali. I minori inoltre risultano poco tutelati anche all’interno dell’ambito familiare, in cui sono diffuse violenze e maltrattamenti soprattutto nei contesti sociali più poveri e il 34% dei bambini tra i 5 e i 14 anni è impegnato in attività lavorative (2,545,855 casi registrati). Infine, solo il 2,8% del PIL è investito per l’istruzione.

Come si evince dall’ultimo rapporto annuale di Amnesty International, diffusa è anche la violenza di genere e la mancanza di tutela dei diritti riproduttivi e sessuali delle donne peruviane. Nel 2011 il pubblico ministero ha riaperto il caso sulla sterilizzazione forzata di oltre 200.000 donne durante la presidenza di Alberto Fujimori, portando alla luce la pratica così diffusa. Anche le popolazioni indigene sono soggette a continue violazioni dei loro diritti, in particolar modo per quanto riguarda il diritto alla proprietà della terra, che possiede per le popolazioni autoctone non solo un valore economico, ma soprattutto simbolico e rituale.

Dal punto di vista sanitario si registrano fortissime disparità tra le strutture ospedaliere pubbliche (compreso il pronto soccorso), che sono generalmente carenti sia per personale specializzato che per mancanza di attrezzature moderne efficienti, e le cliniche ed i centri sanitari privati, che presentano, al contrario, un buon livello sia di apparecchiature mediche che di personale specializzato. I costi sono tuttavia alquanto elevati e ciò rende impossibile per buona parte della popolazione ricevere cure mediche adeguate. Il 27% non ha accesso a servizi sanitari adeguati e il 13% non ha accesso all’acqua potabile. Le gradi malattie continuano a colpire in paese: all’anno si registrano oltre 31 000 casi di malaria; 121 di tubercolosi e 71,900 di aids (con 2,500 morti). I medici rappresentano solo 1,1% della popolazione totale e la spesa per la sanità resta molto bassa: 3%,

Per quanto riguardala sicurezza alimentare, la situazione è in miglioramento, anche se sta aumentando sensibilmente la percentuale persone in sovrappeso e obese (il 20,4% della popolazione adulta) e permangono forti disparità tra zone urbane (78,6%) e rurali. Il 23,9% della popolazione vive sotto la soglia di povertà ed il 11,8% risulta sottonutrita. Inoltre, il 3,4% dei bambini è sottopeso (19,59 morti ogni 1000 nascite).

Un dato che spaventa è quello della ricerca, che sembra non interessare il paese: difatti, solo il 0,15 % del PIL è investito nella ricerca,

Infine il Perù è tra i primi 10 paesi del mondo per biodiversità. Questa caratteristica gli conferisce un ruolo fondamentale per l’equilibrio ecologico del pianeta, ma è purtroppo minacciata da diversi fattori, tra i quali spiccano l’industria estrattiva e in particolare le miniere illegali, che producono danni ambientali irreparabili.

Infatti, il modello di crescita del Perù è storicamente basato sull’estrazione mineraria, prevalentemente gestita da imprese multinazionali che operano in modo legale, ma anche illegale. L’estrazione mineraria ha avvelenato il patrimonio naturale del paese, le acque e la salute del popolo peruviano. Il governo ha recentemente ridotto i controlli per la verifica degli impatti ambientali e sulla salute dell’inquinamento. Le legittime proteste ambientaliste della popolazione vengono criminalizzate, e si riducono i diritti civili per consentire alle multinazionali di agire indisturbate Il petrolio estratto in Perù ha una presenza di zolfo altissima (quasi 50 volte superiore alla media) ed è pertanto altamente contaminante. Inoltre, in Perù non c’è nessuna regolamentazione sulle emissioni delle auto e l’aria per le strade è irrespirabile.

Una categoria da salvaguardare sono le donne. In particolare, il CRP, Center for Reproductive Rights, denuncia che il paese latinoamericano ha il tasso più alto di violenze sessuali del Sudamerica. Uno studio condotto dimostra che lo stupro non è un problema esclusivamente privato, difatti, gli effetti della violenza di genere si ripercuotono fuori dal focolare domestico e impoveriscono lo Stato .Inoltre, in Perù, le donne guadagnano il 30% in meno rispetto agli uomini che svolgono lo stesso lavoro, costituiscono la percentuale più alta fra i casi di analfabetismo (9,3% contro un 2,7% maschile) e, laddove collaborino all'interno di

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imprese familiari, quasi sempre non percepiscono alcuna retribuzione. Dal 2009 ad oggi sono 282 i casi di femminicidio e tentato femminicidio, registrati dai Centri d'Emergenza per le Donne nel 2014 in Perù. Il CRP, Center for Reproductive Rights, denuncia che il 78% dei casi di violenze sessuali in Sudamerica riguarda le bambine e le adolescenti peruviane. Solo a partire dal 2009 sono state introdotte politiche pubbliche per evidenziare e prevenire i casi di violenza. Risale al 2011 l'entrata in vigore del reato di femminicidio.

DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:

IBO Italia

IBO Italia – Associazione Italiana Soci Costruttori - è un'organizzazione non governativa nata in Italia nel 1957 con l'obiettivo di promuovere la crescita della persona e della sua comunità, nei diritti, nelle opportunità di incontro e di trasformazione sociale, perché ognuno possa sentirsi attore consapevole e responsabile di una società più giusta e sostenibile. IBO Italia è presente in Perù dagli inizi degli anni '90 in collaborazione con diversi partner con il fine comune di creare strutture di accoglienza per soddisfare i bisogni primari e facilitare la frequenza scolastica, dare formazione agli insegnanti locali e favorire l'occupazione giovanile attraverso corsi di formazione e avviamento al lavoro, sensibilizzando anche le famiglie e la comunità intera sull'importanza dell'istruzione.

La prima collaborazione è stata con l'Operazione Mato Grosso che in seguito ad un'epidemia di colera diffusasi inegli anni '90 sulle Ande chiese ad IBO di supportarli nello studio di un progetto per la realizzazione di 30 acquedotti e 240 latrine nei villaggi colpiti dall'epidemia. Il progetto, approvato e finanziato dal Ministero Affari Esteri, venne realizzato tra il 1994 e 1998. In seguito ai buoni rapporti venutesi a creare fra le due associazioni si è poi proseguito con altri interventi, in particolare per il miglioramento del settore educativo. Nei piccoli villaggi della sierra esistono le scuole ma molto spesso per raggiungerle bisogna fare chilometri a piedi, per cui l'abbandono scolastico e l'analfabetismo sono molto diffusi. Oltre ai problemi logistici, si aggiunge la carenza di preparazione e motivazione degli insegnanti. Da qui l'impegno congiunto per migliorare le opportunità di istruzione sulle Ande per contrastare l'emigrazione giovanile verso le città attraverso valori quali l'educazione alla vita, il legame con il lavoro, l'amore per la propria terra e per il prossimo. Così IBO Italia ha portato avanti e concluso nel marzo 2011 un progetto, finanziato dal Ministero Affari Esteri e dalla CEI, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione Peruviano, per la riqualificazione di 16 scuole sulle Ande e la formazione pedagogica e tecnica di insegnanti locali.

Attualmente IBO Italia è impegnata in due progetti. In collaborazione con l'Asociacion Artesanos Don Bosco (rete di cooperative nata per creare opportunità lavorative per i giovani che intendono rimanere sulla sierra) sta portando avanti un progetto di formazione professionale rivolto a 30 giovani andini, per l'avvio di microimprese per la lavorazione della pietra nel distretto di Jangas (Huaraz, Dipartimento di Ancash), zona rurale caratterizzata dalla presenza di cave di onice, marmo e granito. Obiettivi specifici dell'intervento sono quelli di rafforzare il legame comunitario della fascia giovanile nella zona interessata, arrivando all'auto- sostenibilità economica dell’attività lavorativa dei giovani artigiani e disincentivandone così la massiccia emigrazione verso le grandi città peruviane. In collaborazione con la Parroquia di Chacas, invece, è attualmente in corso un progetto di rafforzamento dell'istruzione universitaria nelle provincie andine di Asuncion, Carlos Fermin Fitzcarrald, Antonio Raimondi e Huari del Dipartimento di Ancash. Grazie ad un accordo con la Università Catolica Los Angeles di Chimbote che ha consentito l'apertura di una sede distaccata a Chacas (Provincia di Asuncion) il progetto supporta la possibilità per giovani/e andini/e di frequentare l'Università nei territori di origine attraverso l'erogazione di borse di studio, acquisto di attrezzature, formazione del corpo docenti e dello staff amministrativo.

Nel Paese è inoltre presente in maniera costante un rappresentante di IBO Italia che segue le progettualità, le azioni in essere e in fase di studio e il coordinamento dei volontari internazionali di breve e lungo periodo.

Partner

Per la realizzazione del presente progetto di SCN IBO Italia collabora con la Congregazione delle Suore Figlie di Sant'Anna. La collaborazione è iniziata nel 2012 attraverso l'invio dei primi due volontari italiani nella missione di Pueblo Nuevo de Colan (Paita) per poi proseguire con la realizzazione di campi di lavoro e

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solidarietà sia in ambito educativo che sanitario nel Distretto di Ayacucho e di Piura. Ad oggi sono stati organizzati un totale di 30 campi di lavoro e solidarietà con la partecipazione di circa 100 volontari italiani.

La Congregazione venne fondata nella seconda metà dell’800 da Rosa Maria Gattorno ed attualmente ve ne fanno parte circa 1500 religiose che operano a livello mondiale, presenziando in 23 paesi sui 5 continenti. In Perù, è presente da 126 anni e ad oggi conta 45 Sorelle, impegnate in opere missionarie nei Dipartimenti di Piura, Ayacucho, Tacna, Cajamarca, Cusco, Lima e Tumbes. La missione principale è di favorire lo sviluppo integrale della persona nelle sue diverse dimensioni, per rispondere alle sfide che pone la società moderna. Nello specifico, le Suore operano in campo educativo e sanitario, con particolare attenzione alle fasce più deboli della società: minori e donne. La Congregazione delle Suore Figlie di Sant'Anna cerca di fornire alla popolazione locale gli strumenti per un miglioramento delle condizioni di vita nelle aree rurali e remote del Paese, evitando così la migrazione verso le baraccopoli della capitale e delle grandi città in generale.

In particolare, attraverso la fondazione del Puericultorio Juan Andres Vivanco Amorin si ha l'obiettivo di assistere la fascia della popolazione di Ayacucho che maggiormente ha subito gli effetti devastanti degli anni del terrorismo di Sendero Luminoso, ossia i minori, attraverso un programma che prevede di seguirli e supportarli sia per quanto riguarda la loro istruzione, sia per quanto concerne la nutrizione e le cure sanitarie di base. Obiettivo del Puericultorio, è quello di fornire un appoggio integrale a bambini e adolescenti, orfani o in stato di abbandono fisico e morale, oppure vittime della violenza politica e sociale che ha attraversato il paese soprattutto tra il 1980 e il 2000, anni in cui la guerra civile tra l'esercito nazionale e il gruppo terroristico di Sendero Luminoso ha raggiunto il suo apice. La struttura è stata fondata dall'omonimo professore per offrire assistenza alle vittime della violenza politica e sociale che attraversò la regione nei primi anni Ottanta. Grazie all'appoggio della popolazione locale, tra il 1980 e il 1984, il puericultorio ha svolto la funzione di accoglienza di 7 bambini rimasti orfani di entrambi i genitori a seguito della guerra civile. Il numero di minori ospitati andò crescendo di giorno in giorno fino ad arrivare ad oltre 300 negli anni '90. Alla morte del suo fondatore, il Puericultorio passa sotto la gestione dell'Ordine Religioso delle Figlie di Sant'Anna, rispondendo all'appello di tutta la comunità ayacuchana. Al fine di migliorarne le condizioni di vita e grazie all’impegno della Congregazione, la struttura attualmente offre non solo vitto e alloggio ai piccoli ospiti, ma anche cure sanitarie, un monitoraggio continuo dell’alimentazione e del loro stato di salute, la possibilità di ricevere gratuitamente l’istruzione di base (all’interno è presente una scuola aperta anche a utenti esterni), appoggio psicologico costante per favorirne il reintegro in famiglia.

Attualmente sono ospitati 110 minori, dai 3 mesi ai 17 anni. E’ presente anche una zona “cuna” (asilo nido) per l’accoglienza e la cura dei neonati. Il Puericultorio è ancora oggi un punto di riferimento importante per gli ex ospiti, seppure ormai divenuti adulti e genitori.

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:

I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

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¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi:

AYACUCHO (IBO ITALIA)

¾ disponibilità a vivere all'interno della struttura

¾ partecipazione alle principali celebrazioni religiose e momenti comunitari

¾ rispetto degli orari della comunità

¾ coerenza, sobrietà, cura del proprio aspetto fisico in quanto il volontario diventa un esempio per i minori

¾ si richiede una presenza rispettosa delle difficili vite e storie dei destinatari oltre che l'attenzione di trattare ogni minore secondo le sue caratteristiche e capacità (la maggior parte dei minori non mostra l'effettiva età anagrafica)

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Rischi politici e di ordine pubblico:

La zona denominata VRAEM (Valle de los Rios Apurimac Ene e Mantaro), esterna ai normali percorsi turistici, è interessata da fenomeni residuali di narco-guerriglia.

Sporadiche manifestazioni legate all’industria mineraria ed estrattiva si registrano in varie aree del Paese (Cajamarca, Puno, Madre de Dios). La Oroya (nella provincia di Junin) ed Arequipa sono state teatro recentemente di violenti scontri.

MICROCRIMINALITÀ: sia in Capitale come in tutte le grandi città e i maggiori centri turistici si rileva come pur essendo venuto meno negli ultimi anni il rischio di attentati di matrice terroristica, è molto alta l’incidenza della criminalità comune, che spesso agisce in forma organizzata. Risultano particolarmente a rischio le aree periferiche e il centro storico.

SEQUESTRI E AGGRESSIONI: l’utilizzo di taxi delle compagnie di trasporto non ufficiali non è sicuro per il rischio di sequestri, la cui incidenza è limitata quasi solo alle zone rurali del Perù, o aggressioni e la mancanza di assicurazione di tali mezzi.

MANIFESTAZIONI DI PROTESTA: si registrano scontri anche violenti tra autorità e movimenti antiminerari.

La città di Lima normalmente non è teatro di questi fenomeni, ma non si esclude la possibilità di manifestazioni di protesta tra contrapposizioni politiche ed etniche.

Nel territorio di Ayacucho è presente il rischio dei sequestri. Negli ultimi anni è diminuito il rischio dei fenomeni legato all'organizzazione terroristica di Sendero Luminoso, che ha imperversato nella zona tra gli anni '80 e i primi anni del 2000. Simultaneamente sono diminuiti i rischi di attentati di matrice terroristica.

Sussiste, inoltre, un elevato tasso di microcriminalità. Comune è il furto di effetti personali e documenti (il passaporto europeo è un documento molto ricercato).

Rischi sanitari:

Possibilità di contrarre febbre gialla, dengue, epatite di tipo A e B, soprattutto nelle zone andino- amazzoniche, mentre a Lima non si evidenziano rischi particolari di ordine sanitario.

Le strutture ospedaliere pubbliche (compreso il pronto soccorso) sono generalmente carenti sia per personale specializzato che per mancanza di attrezzature moderne efficienti. Le cliniche ed i centri sanitari privati presentano, al contrario, un buon livello sia di apparecchiature mediche che di personale

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specializzato. I costi sono tuttavia alquanto elevati. Si segnala infine la presenza sul mercato di una certa quantità di farmaci adulterati

Le condizioni igienico-sanitarie di Lima sono comuni a quelle del Paese e richiedono di adottare precauzioni per evitare disturbi intestinali e malattie quali la dissenteria e il tifo. Inoltre, in estate (gennaio-marzo), si manifestano con frequenza focolai di colera, soprattutto nelle zone periferiche delle città, dove le condizioni igieniche sono assai precarie. una certa incontrollata diffusione sul mercato di farmaci adulterati e falsificati.

Le condizioni igienico-sanitarie di Ayacucho sono comuni a quelle del Paese

Altri Rischi:

TERREMOTI: tutto il Perù, compresa l’area di Lima, è considerato zona sismica.

Occasionali fenomeni di vulcanismo.

Si fa presente che nella stagione estiva locale (inverno in Italia) sono frequenti forti piogge nelle zone andine, che possono determinare interruzioni delle vie di comunicazione; vi è pertanto il rischio che alcune località, anche fra quelle maggiormente frequentate dai turisti, rimangano isolate fino al ripristino del collegamento stradale o ferroviario.

ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI:

Considerazioni e accorgimenti Generali Rischi per la sicurezza

¾ Unità di crisi - Ministero Affari Esteri

Per permettere al Ministero degli Affari Esteri, ed in particolare all'Unità di Crisi, nell'eventualità che si verifichino situazioni di grave emergenza, di rintracciare i volontari con la massima tempestività consentita e di pianificare con maggiore celerità interventi di evacuazione e soccorso, gli stessi saranno registrati sul sito "Dove siamo nel mondo", prima della partenza per l’estero.

¾ Ambasciate/consolati

Sarà cura delle controparti locali, in collaborazione con la sede italiana, dare comunicazione scritta alle Rappresentanze Italiane Locali (Ambasciate e Consolati), dell’inizio servizio e del periodo di permanenza nel paese dei volontari, ed ogni eventuale spostamento, nonché del referente della sicurezza dell’associazione. Inoltre, nei paesi dove questo è possibile, i volontari saranno presentati alle autorità consolari o diplomatiche italiane. Sarà cura delle controparti locali aggiornare costantemente l’autorità consolare/diplomatica italiana sugli eventuali rientri e/o spostamenti dei volontari.

Di seguito vengono elencate alcune precauzioni indispensabili per aumentare la tutela degli operatori:

¾ Tenersi costantemente aggiornati sugli sviluppi delle eventuali crisi nel paese e sui suoi possibili sblocchi

¾ Tenersi in contatto con l’Ambasciata ed informare di eventuali cambi di indirizzo / spostamenti all0interno e all’esterno del Paese, nonché cambi di recapito

¾ Seguire attentamente le direttive impartite dalle Autorità Locali

¾ Curare di essere costantemente reperibili

¾ Limitare al massimo le uscite di casa, in particolare nelle ore notturne

¾ Mantenere un atteggiamento orientato alla massima prudenza durante tutti gli spostamenti, evitando dove possibile la partecipazione a manifestazioni e assembramenti

¾ Non portare con sé documenti in originali ma solo fotocopie

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¾ consultare sempre il referente locale in caso di incertezza o indecisione sulle norme di sicurezza da porre in atto (es: visite non previste a istituzioni governative e/o religiose)

¾ Nel caso di spostamenti in automobile l’ente e/o il partner locale verifica la piena efficienza del mezzo e se necessario effettuare scorte di carburante

¾ Nel caso la situazione lo renda necessario, lente e/o il partner locale, predisporrà eventuali sistemi di protezione supplementari agli accessi alle abitazioni dei volontari.

Di seguito si elencano gli accorgimenti specifici adottati dall’Ente per garantire i livelli minimi di sicurezza e tutela dei volontari:

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi di ordine pubblico

RISCHIO ACCORGIMENTO

RAPIMENTI/

SEQUESTRI

¾ Si raccomanda cautela negli spostamenti.

¾ Al fine di evitare aggressioni o “sequestri lampo”, si sconsiglia di affidarsi a taxi abusivi facendo uso solo di compagnie ufficiali di taxi.

Si consiglia, a tale scopo, di controllare che il taxi sul quale si intende viaggiare, riporti il numero di targa anche sulla carrozzeria.

¾ Qualora invece si noleggino vetture, è consigliabile percorrere solo strade ampie e trafficate.

¾ E' sconsigliato inoltre l'impiego di microbus, chiamati “combis”, dal momento che non dispongono di assicurazione e sono spesso coinvolti in incidenti. E' preferibile affidarsi ad autobus appartenenti alle compagnie di trasporto principali.

¾ Si consiglia ai volontari di non circolare da soli nelle zone periferiche della città e a non portare con sé oggetti di valore (quali ad esempio ipad o macchine fotografiche), o grosse somme di denaro. Si sconsigliano anche gli spostamenti in orari notturni e in zone isolate della città.

¾ I volontari saranno invitati a operare a stretto contatto con il personale del partner locale di progetto, seguendo le direttive specifiche da questi emanate.

¾ L'Ente, in fase di formazione, sia in Italia che all'arrivo nel Paese di impiego, fornisce ai volontari le informazioni necessarie per inquadrare il contesto socio-politico del Paese e le informazioni legate ai maggiori rischi di ordine pubblico ivi presenti, dedicando, nella formazione specifica, un apposito modulo formativo sulla sicurezza.

¾ L'Ente condivide con i volontari un vademecum in cui sono identificati i comportamenti da seguire a garanzia della loro sicurezza e le persone da contattare in caso di necessità.

ATTI TERRORISTICI

¾ L’Ente mantiene costanti contatti con le istituzioni che presidiano il territorio (partner locali di progetto, istituzioni locali e nazionali del Paese ospitante, Rappresentanza diplomatica/consolare italiana nel Paese).

¾ Spetterà all'Ente contattare le rappresentanze consolari italiane in loco e l'Unità di Crisi presso la Farnesina per fornire ed ottenere aggiornamenti adeguati e puntuali rispetto alla situazione dei volontari eventualmente interessati agli atti.

¾ Si sconsiglia di frequentare da soli luoghi nei quali siano in programma eventuali manifestazioni, luoghi di assembramento e di culto, mercati e stazioni dei bus affollati.

MICROCRIMINALITA' ¾ L'Ente condivide con i volontari un vademecum in cui sono identificati i comportamenti da seguire a garanzia della loro sicurezza e le persone da contattare in caso di necessità.

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¾ Ogni spostamento locale del volontario/a sarà pianificato con gli operatori responsabili.

¾ I volontari sono tenuti a dotarsi di fotocopie dei propri documenti e a conservare gli originali in un luogo sicuro.

¾ Saranno inoltre invitati a non portare con sé oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche, PC) o grossi quantitativi di denaro.

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:

RISCHIO ACCORGIMENTO

PROFILASSI E VACCINAZIONI Per la prevenzione di:

disturbi intestinali, epatite A, dissenteria

e tifo

¾ Non ci sono vaccinazioni obbligatorie, ma si consigliano le seguenti vaccinazioni: epatite di tipo A e B, febbre gialla, anti-tifica.

¾ L'Ente, prima della partenza e all'arrivo nel Paese di impiego, fornisce informazioni sulle norme igienico/sanitarie minime da seguire (non consumare cibo non cotto e/o cotto in strada, non bere acqua non depurata o non bollita, etc.).

CENTRI DI ASSISTENZA MEDICA

¾ Nella città di Ayacucho sono presenti varie strutture sanitarie alle quali poter fare riferimento, facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici in poche decine di minuti dal Puericultorio, che è situato in posizione centrale. Per esempio Hospital Regional de Ayacucho, Clinica el Nazareno, Clinica Mariscal Caceres. Nello specifico, il partner fa di solito riferimento alll'Hospital Regional-Clinica Santa Maria distante circa 20 minuti di taxi. A 10 minuti di taxi si trova anche una “posta de salud”

(una sorta di consultorio medico ambulatoriale). Il partner ha comunque a disposizione un'auto privata e in caso di bisogno può contare su di un medico che visita quotidianamente i bambini del Puericultorio.

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a altri rischi:

RISCHIO ACCORGIMENTO

STRADALI

¾ É fortemente raccomandato di circolare soltanto di giorno, principalmente nelle strade principali e sicure

¾ Gli eventuali spostamenti per le attività evvengono solo con mezzi verificati e sicuri, e in periodi asciutti, per evitare smottamenti stradali.

TERREMOTI E VULCANI

¾ In caso di sismi di grave intensità Defensa Civil del Perù raccomanda sapere il punto di evacuazione più vicino da raggiungere ed avere uno zaino con i viveri basici sempre pronto.

¾ L'Ente fornisce ai volontari un piano di azione in caso di emergenza terremoto con una lista di contatti, luoghi di riferimento e cose da fare in caso si verifichino scosse.

¾ In caso di bisogno l'Ente contatterà l’Unità di Crisi italiana per attivare in maniera coordinata un eventuale piano di evacuazione dei volontari dalla zona colpita;

¾ L'Ente identifica eventuali sedi alternative in cui spostare i volontari in caso quella accreditata non sia ritenuta sicura, in accordo con l’Ufficio Nazionale per il servizio Civile.

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¾ L’ente, di concerto con l’UNSC ed il personale di riferimento locale, individua un eventuale modifica del piano di impiego in relazione, sia in ordine ai motivi di sicurezza che ai bisogni del contesto ed alla possibilità di risposta agli stessi da parte delle sedi e dei volontari.

¾ Tutte le attività che prevedono spostamenti nelle comunità saranno pianificate tenendo conto delle condizioni meteorologiche e sarà preferito il periodo “secco”.

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:

¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;

¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)

¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto

¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i dettagli delle condizioni di disagio aggiuntivi:

¾ Il disagio di trovarsi a contatto con problematiche dal forte impatto emotivo, vista la situazione famigliare e sociale d'origine dei minori del Puericultorio

¾ il disagio di relazionarsi con minori che spesso non mostrano l'effettiva età anagrafica (per es. bambini di 10 anni che non sanno leggere così come ragazze di 15 che si atteggiano a donne ma che nascondono grandi fragilità)

¾ il disagio di vivere all'interno della struttura insieme ai destinatari i quali hanno una diversa percezione della privacy

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DESCRIZIONE SEDE

DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:

AYACUCHO (IBO ITALIA)

Ayacucho è città capoluogo dell’omonimo dipartimento di Ayacucho. E' situata su un altipiano compreso tra la Cordigliera Occidentale e quella Centrale, a 2.047 metri sul livello del mare, nell'alta Valle del Rio Huatatas, affluente del Mantaro. Si trova a metà strada tra la città di Lima e quella di Cuzco. L'estensione territoriale del Distretto di Ayacucho, rappresenta circa il 3,4% del territorio nazionale.

La popolazione distrettuale è di 110.282 abitanti1. Il territorio è multiculturale: il 45% della popolazione è composta da indigeni in prevalenza quechua o aymara, il 37% è composto da meticci, il 15% da bianchi e il restante 3% da neri, asiatici o altri gruppi.

      

1Proiezioni INEI per il 2013.

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Il dipartimento di Ayacucho si estende tra quelli di Cuzco, Apurimac, Arequipa, Ica, Huancavelica e Junìn ed è diviso in sei province, a loro volta organizzate in sei distretti.

Il territorio è prevalentemente montuoso, solcato dalle valli tropicali dell'Apurimac, dal Rio Mantaro e del Rio Pampas.

Nonostante la latitudine sia piuttosto bassa, il clima risulta comunque sano e temperato. Ad Ayacucho si coltivano cereali, patate, manioca, canna da zucchero, cacao; la zona possiede inoltre numerose miniere d'argento che hanno una notevole importanza per la sua economia. Per quanto riguarda gli allevamenti di bestiame, oltre che agli ovini e ai bovini, si allevano anche lama, vigogne e alpaca.

Nonostante queste produzioni, la regione resta una delle tre più povere dell'intero Perù. Secondo dati dell'Istituto Nacional de Estadìsticas (INEI), infatti, ben il 68% della popolazione vive in condizioni di povertà e il 36,3% in condizioni di povertà estrema.

Tali condizioni allarmanti sono causate, in particolar modo, dalla scarsità di sviluppo delle attività produttive e dalla povertà del terreno. Dei 43.814,8 km2 di superficie totale, infatti, appena il 4,8% è costituito da terre coltivabili. Di queste, solo il 33% viene effettivamente coltivato.

Il settore dell'agricoltura riveste comunque un ruolo molto importante nell'economia della regione, se si pensa che vi è impiegato il 58% della popolazione sopra i 14 anni. Nelle aree rurali, poi, il dato cresce maggiormente fino a sfiorare 84% della popolazione occupata. In questi contesti remoti, spesso l’agricoltura familiare è l’unica forma di lavoro conosciuta, tanto che l'86% di ciò che viene prodotto, è destinato all'autoconsumo mentre solo 14% si destina al mercato; questo fa sì che gli agricoltori vivano una economia di mera sussistenza, senza riuscire a migliorare le proprie condizioni di vita.

Per quanto concerne gli altri settori, quello terziario vede impiegato il 18% della popolazione, segue poi quello del commercio che comprende il 13% degli abitanti della zona. In ultimo vi è il settore manifatturiero e delle costruzioni, che vede occupato un esiguo 7% della popolazione.

Il territorio di Ayacucho non dispone di numerose vie di comunicazione efficienti e adeguate; queste infatti sono scarse e per lo più costituite da semplici sentieri. L'unica strada che può essere considerata un’arteria importante, è quella che collega Aya a Puerto Bolognesi, sull'Apurimac. Questa infatti, a differenza delle altre strade, che sono prevalentemente sterrate, è asfaltata e si estende per ben 185 Km, lungo i quali sono dislocati numerosi “tambos”, ossia, ricoveri per viaggiatori.

La città di Ayacucho si caratterizza per le sue tante Chiese e i numerosi Conventi ed è inoltre sede di un importante vescovato e di una prestigiosa e antica Università, l' Università di San Cristobal de Huamanga, fondata nel 1677. Questa, oltre ad essere il luogo del sapere cittadino, ha ricoperto un ruolo rilevante nella storia recente del Paese, dato che fu proprio da qui che prese il via il movimento di Sendero Luminoso.

Questo movimento venne infatti fondato da Abimael Guzmàn, un professore di filosofia che insegnava presso l'Università. Le prime azioni violente del movimento, si verificarono nel Maggio del 1980 nei villaggi periferici di Ayacucho, arrivando in breve tempo a estendersi in altre zone del Perù.

L'effetto immediato degli attacchi compiuti da Sendero Luminoso, fu la violenta repressione delle forze armate nazionali. Iniziò così uno dei periodi più violenti della storia del Paese che ha mietuto molte vittime tra la popolazione civile. Spesso infatti gli abitanti del luogo si sono trovati al centro del confitto tra i due eserciti e sono stati frequentemente bersaglio delle loro azioni di rappresaglia .Al fine di sfuggire dal conflitto in atto, si è verificata così una forte migrazione verso le aree urbane: il 18% della popolazione Ayacuchana si è riversata verso Lima mentre il 13,7% è migrata nel resto del Paese (dati INEI).

Sulle disastrose conseguenze causate da questo ventennio di guerriglia alla società civile nazionale ed in particolare a quella Ayacuchana non si hanno molte informazioni ed indicatori ma è evidente che la principale conseguenza che questi avvenimenti ha prodotto, è stato il notevole peggioramento delle condizioni di vita, già critiche, degli abitanti della zona, oltre al fatto di aver aumentare, in modo esponenziale, il numero degli orfani.

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Per cercare di offrire assistenza alla fascia maggiormente colpita dalla guerra civile, ossia i minori, dal 1980 è presente nel centro della città di Ayacucho il Puericultorio “Juan Andrès Vivanco Amorìn”.

Nel territorio di Ayacucho IBO interviene nel settore Tutela Infanzia e Adolescenza Settore di intervento del progetto:: Tutela Infanzia e Adolescenza

La situazione dell’infanzia e adolescenza è particolarmente complessa nel territorio d'intervento. La fascia di popolazione tra gli 0 e i 19 anni rappresenta il 41% della popolazione distrettuale per cui le problematiche legate all'infanzia e all'adolescenza hanno un grosso impatto sulla qualità della vita dell'intera popolazione.

La popolazione che vive in condizioni di povertà nella città raggiunge il 68%. Dato ancora più allarmante se si considera che la percentuale di coloro che vivono in condizione di povertà estrema è pari al 36,3% del totale degli abitanti della zona. La speranza di vita alla nascita è pari al 63%. Si stima quindi che la situazione di povertà estrema riguardi 16.400 minori nell'area distrettuale.

Inoltre, la piaga dell'analfabetismo è uno dei problemi che colpiscono la regione. Il 25% della popolazione adulta, infatti, è analfabeta. Questo dato è ancora più allarmante se si considera la popolazione femminile sopra i 15 anni, nella quale il tasso di analfabetismo cresce fino a sfiorare punte del 40%.

Il Governo centrale peruviano ha tentato di affrontare il problema attraverso la creazione di un programma denominato “Programa Nacional de Movilizaciòn por la Alfabetizaciòn” (Pronama 2006-2011), ma il piano non ha prodotto i risultati attesi, come ha sottolineato il Direttore Regionale in Educazione della Regione di Ayacucho, Felix Valer, proprio per la realtà eterogenea e multiculturale del Paese. Secondo i dati del Governo Regionale (Gobierno Regional de Ayacucho), il 17% totale della popolazione residente nella zona non ha nessun tipo di diploma.

E' inoltre significativo sottolineare come il tasso di analfabetismo sia elevato soprattutto nelle aree rurali: qui infatti si attesta al 27,2%, a fronte di un 11,7% nelle aree urbane. Ancora più allarmante è il dato che riguarda le donne, tra le quali la percentuale di analfabetismo sale fino al 26,9%. Il 42% dei minori tra i 5 e i 18 anni (pari a 34.195 giovani) frequenta un grado di istruzione inferiore rispetto alla sua età anagrafica.

Altri dati preoccupanti sono quelli che riguardano le condizioni sanitarie dei minori di Ayacucho. Negli ultimi anni, infatti, i nuovi casi di TBC sono aumentati ben del 95%, secondo quanto risultato da un ricerca conclusasi il 24/02/2014, effettuata dall'Agenzia Fides. Un'altra piaga che colpisce la zona è quella della malnutrizione, soprattutto infantile. Secondo dati UNICEF, infatti, il 40% dei bambini al di sotto dei 5 anni ad Ayacucho soffre di malnutrizione cronica. Questo è un dato molto alto, soprattutto se comparato, per esempio, allo stesso dato di Lima, dove la malnutrizione cronica nella stessa fascia dei età si attesta al 16%.

Sempre secondo dati UNICEF, anche i bambini al di sopra dei 5 anni soffrono di malnutrizione cronica, il 38% dei bambini in età compresa tra i 6 e i 9 anni, infatti, è gravemente denutrito.

In condizioni di vita tanto precarie, risultano compromesse anche le speranze di vita alla nascita. La mortalità infantile arriva infatti a colpire il 25,6% dei bambini di Ayacucho e il 21,4% di loro non ha garanzie di futuro, secondo quanto emerge dai dati della Municipalidad Provincial de Huamanga.

Dai dati elaborati dal partner locale rispetto ai minori ospitati nell'ultimo quinquennio, si rileva che le maggiori problematiche famigliari che inducono le istituzioni ad allontanare i minori dai nuclei famigliari sono:

¾ nuclei famigliari in condizioni di povertà estrema (22%)

¾ maltrattamento fisico e psicologico (3%)

¾ abbandono di madre o padre (21%)

¾ genitori con condanne penali (24%)

¾ altre problematiche dei genitori (es. alcolismo) (1%)

(12)

SERVIZI ANALOGHI E DELLA RELATIVA OFFERTA PRESENTE NEL CONTESTO DI RIFERIMENTO Il puericultorio “Juan Andres Vivanco Amorin” offre a questa fascia più debole della popolazione, i minori, un programma integrale che preveda accoglienza, istruzione, assistenza sanitaria e psicologica di base. A causa della violenza politica degli anni '80 sono sorti nel territorio molti orfanotrofi e strutture di accoglienza private, finanziate da cooperazioni europee, ma “Juan Andres Vivanco Amorin” rimane l'unico puericultorio e la più grande struttura di Ayacucho che offre, non solo accoglienza ma appoggio integrale a minori per favorirne la crescita, lo sviluppo e, ove possibile, il re-integro in famiglia. E' inoltre l'unica struttura di Ayacucho ad occuparsi di bambini anche nella fascia 0-3 anni.

Situato nell'area urbana, ha sede in un'ampia e articolata struttura i cui spazi riflettono i grandi numeri di minori ospitati nelle prime decadi di attività. Nell'istituto i minori sono accolti in “casette”; in questo modo ricevono un'attenzione di tipo famigliare e si crea un ambiente più unito che favorisce l'integrazione e lo sviluppo del bambino.

Al suo interno sono presenti diverse strutture adibite a dormitorio, una mensa comune, un asilo nido (0-3 anni), una scuola primaria e secondaria “aperta” e frequentata anche da alunni esterni, un'infermeria, una cucina con mensa, una lavanderia, diverse aree adibite al gioco e allo sport, un'area coltivata ad orto e un'area dedicata all'allevamento di animali domestici. I servizi sociali del territorio si appoggiano infatti a questa struttura in modo che si svolga un lavoro non solo di accoglienza ma anche socio-educativo con i minori affidati.

Nel territorio di Ayacucho IBO interviene sul settore Tutela infanzia e adolescenza rivolgendosi ai seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

¾ 110 minori, tra gli 0 e 17 anni, ospiti del Puericultorio. I minori provengono tutti da situazioni di abbandono o da famiglie che presentano importanti problematiche quali povertà economica, violenza domestica, alcolismo, condanne penali. I minori sono affidati al Puericultorio dai servizi sociali e dal Tribunale dei Minori.

Beneficiari:

¾ le famiglie dei minori ospitati nella struttura, per un totale di circa 660 persone (considerando in media 6 persone ogni nucleo famigliare) e potenzialmente la comunità di Ayacucho (all’incirca 93.000 abitanti).

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:

Obiettivo 1

¾ Fornire accoglienza, assistenza psicologica, monitoraggio sanitario e nutrizionale a 110 minori all'interno del Puericultorio Juan Andres Vivanco Amorin

¾ Diminuire quindi dello 0,7% il numero dei minori che vivono in condizioni di povertà estrema e che soffre di malnutrizione cronica.

Obiettivo 2

¾ Supportare l'educazione e l'istruzione di 110 minori fruitori della struttura

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi AYACUCHO

Azione 1. Accoglienza, assistenza psicologica, monitoraggio sanitario e nutrizionale per 110 minori

1. Assistenza a 8 neonati presso l'asilo nido (cuna) interno al puericultorio, sia in termini di cure quotidiane che di monitoraggio del processo di crescita e sviluppo.

(13)

2. Servizio di assistenza psicologica a 80 minori, due volte a settimana.

3. Attività di consulenza per i casi di violenza e di abbandono.

4. Attività di mensa quotidiana all'interno della struttura che fornisca agli ospiti un pasto adeguato alla loro crescita.

5. Realizzazione di 10 incontri di informazione e sensibilizzazione ad una corretta alimentazione.

6. Apertura, 2 giorni a settimana, di un ambulatorio di monitoraggio sanitario per 110 minori presenti all'interno del Puericultorio.

7. Realizzazione di 10 incontri di informazione e sensibilizzazione alle norme igieniche di base.

Azione 2. Supporto all'educazione e all'istruzione di 110 minori fruitori della struttura

1. Implementazione dell’attività scolastica nei diversi gradi della scuola primaria (leggere, scrivere e far di conto) per 30 minori in età compresa tra i 6 e gli 11 anni.

2. Sostegno scolastico pomeridiano (ripetizioni, aiuto nello svolgimento dei compiti), per 12 minori che presentano difficoltà di apprendimento o lievi ritardi cognitivi.

3. Assistenza a 5 bambini della cosiddetta “escuela especial”, ovvero minori con lievi disabilità fisiche o psico- cognitive.

4. Pianificazione e organizzazione di un laboratorio settimanale di educazione alla lettura per 35 minori in età compresa tra i 6 e i 12 anni, divisi in gruppi in base alla loro età.

5. Pianificazione e organizzazione di 1 programma annuale di educazione non formale che preveda attività di laboratorio riguardanti i settori della musica, della pittura, del teatro

6. Organizzazione di un laboratorio pomeridiano settimanale di informatica per 25 minori e ragazzi in età compresa tra i 12 e i 18 anni.

7. Organizzazione di due laboratori pomeridiani, a settimana, per 40 minori nell'ambito della cosmetologia, taglio e cucito, pasticceria e falegnameria.

Organizzazione settimanale di gruppi di lavoro che, a rotazione, si occupino di orticultura e dell'allevamento di animali di piccola taglia all'interno del Puericultorio

Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

¾ 4 educatrici dell'asilo nido – Azione 1

¾ 10 insegnanti della scuola primaria – Azione 1 e 2

¾ 1 psicologa – Azione 1

¾ 1 pediatra – Azione 1

¾ 1 infermiera – Azione 1

¾ 2 cuoche – Azione 1

¾ 5 formatori dedicati ai laboratori di cosmetologia, taglio e cucito, pasticceria, falegnameria e informatica – Azione 2

¾ 5 educatori per attività di educazione non formale e alla lettura – Azione 2

¾ 2 operai con esperienza di orticoltura e allevamento animali – Azione 2 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

I volontari/e in servizio civile n°1 e 2 saranno inseriti nelle seguenti attività:

¾ Affiancamento nel sostegno scolastico pomeridiano per 12 minori che presentano difficoltà di apprendimento o lievi ritardi cognitivi.

¾ Supporto nell'organizzazione e realizzazione di un laboratorio settimanale di educazione alla lettura per 35 minori in età compresa tra i 6 e i 12 anni

¾ Supporto durante l'organizzazione e la realizzazione di attività non formali, in particolare laboratori pomeridiani settimanali nell'ambito della musica, della pittura e del teatro

¾ Supporto durante l'organizzazione e la realizzazione di un laboratorio pomeridiano settimanale di informatica per 25 minori e ragazzi in età compresa tra i 12 e i 18 anni.

¾ Affiancamento nella realizzazione di due laboratori pomeridiani, a settimana, per 40 minori nell'ambito della cosmetologia, taglio e cucito, pasticceria e falegnameria.

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¾ Affiancamento nell'attività di assistenza a 8 neonati presso l'asilo nido interno al puericultorio, sia in termini di cure quotidiane che di monitoraggio della loro crescita/sviluppo

¾ Supporto nella realizzazione di 10 incontri di informazione e sensibilizzazione ad una corretta alimentazione

¾ Affiancamento nell'attività ambulatoriale di monitoraggio sanitario per 110 minori presenti all'interno del Puericultorio.

¾ Supporto nella realizzazione di 10 incontri di informazione e sensibilizzazione alle norme igieniche di base.

REQUISITI:

Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare, preferibilmente i seguenti requisiti:

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet;

Specifici:

Volontari/e n°1e 2

¾ Buona conoscenza della lingua spagnola

¾ Esperienza in ambito educativo con minori

DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO

IBO Italia Ferrara Via Montebello

46/a - 44121 0532-243279 www.iboitalia.org

¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a iboitalia@pcert.postecert.it e avendo cura di specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es. CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2016 - Albania - CELIM).

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

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