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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Perù 2016

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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Perù 2016 SCHEDA PERU’- ASPEM

Volontari richiesti : N 2

SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: CAJAMARCA INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

La storia politica peruviana è stata attraversata da alterne vicende di domini dittatoriali che hanno provocato ingenti danni economici e sociali, inibendo lo sviluppo del Paese. Dopo una lunga dittatura militare, negli anni ’80 il Perù ristabilì un regime democratico che fu costantemente minacciato dalla campagna terroristica del gruppo maoista Sendero Luminoso. A fronte di questa situazione, venne eletto nei primi anni ’90 Alberto Fujimori, che con un auto-golpe nel 1992 sospese la Costituzione e sciolse Congresso e Corte Suprema, determinando così l’inizio di una nuova era dittatoriale. Fujimori fu alla guida del Paese fino al 2001, violando la Costituzione da egli stesso promulgata nel 1993 e commettendo numerose violazioni dei diritti umani e civili. Fu costretto alle dimissioni e alla fuga a seguito di un grave scandalo di traffici illeciti e di connivenza con i paramilitari che aveva coinvolto il suo braccio destro e che comportò l’emissione di un mandato di cattura nei confronti dello stesso Fujimori. Alla guida del Paese fu eletto nel 2002 Alejandro Toledo, oppositore di Fujimoiri nonché primo indio a governare il Perù. Nonostante gli sforzi del nuovo Presidente, la sua determinazione a combattere la corruzione politica e la buone performance economiche, il suo Governo non ha portato i benefici sperati e la sua amministrazione ha quindi suscitato scontento tra la popolazione.

Nelle elezioni presidenziali di giugno 2006 il Perù ha eletto il socialdemocratico Alan Garcia Perez, che già aveva ricoperto la carica di Presidente tra il 1985 e il 1990, determinando così al ballottaggio la sconfitta del nazionalista Ollanta Humala Tasso. Nel 2011 l’ultima tornata elettorale, però, ha visto trionfare proprio Ollanta Humala, il quale nel discorso di insediamento ha dichiarato le linee programmatiche del suo Governo: riduzione della povertà e dell’esclusione sociale.

Secondo l’ultimo rapporto UNDP (2014), il Perù ha un indice di sviluppo umano pari a 0,737 che lo colloca al 82° posto su scala mondiale. Dal punto di vista economico il Paese è in crescita, ma rimane fortemente dipendente dalle esportazioni di prodotti dell’industria estrattiva, le cui attività suscitano spesso le proteste delle comunità indigene e sono fonte di scontro politico. Oltre a ciò, la dipendenza dalla fluttuazione dei

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prezzi di mercato delle materie prime comporta per il Perù una costante minaccia di instabilità economica e la corruzione, che da sempre affligge i governi peruviani, ha impedito la creazione di una classe politica dirigente in grado di saper lanciare la nazione e contrastare le profonde differenze socioeconomiche che la caratterizzano (l’indice di Gini è di 45,3 – anno 2012).

Il tasso di alfabetizzazione nel paese è del 93,8%, grazie soprattutto ad un sistema scolastico obbligatorio suddiviso in tre livelli. Il tasso di frequenza scolastica è abbastanza alto, anche se sono presenti importanti differenze tra le zone urbane e quelle rurali. I minori inoltre risultano poco tutelati anche all’interno dell’ambito familiare, in cui sono diffuse violenze e maltrattamenti soprattutto nei contesti sociali più poveri e il 34% dei bambini tra i 5 e i 14 anni è impegnato in attività lavorative (2,545,855 casi registrati). Infine, solo il 2,8% del PIL è investito per l’istruzione.

Come si evince dall’ultimo rapporto annuale di Amnesty International, diffusa è anche la violenza di genere e la mancanza di tutela dei diritti riproduttivi e sessuali delle donne peruviane. Nel 2011 il pubblico ministero ha riaperto il caso sulla sterilizzazione forzata di oltre 200.000 donne durante la presidenza di Alberto Fujimori, portando alla luce la pratica così diffusa. Anche le popolazioni indigene sono soggette a continue violazioni dei loro diritti, in particolar modo per quanto riguarda il diritto alla proprietà della terra, che possiede per le popolazioni autoctone non solo un valore economico, ma soprattutto simbolico e rituale.

Dal punto di vista sanitario si registrano fortissime disparità tra le strutture ospedaliere pubbliche (compreso il pronto soccorso), che sono generalmente carenti sia per personale specializzato che per mancanza di attrezzature moderne efficienti, e le cliniche ed i centri sanitari privati, che presentano, al contrario, un buon livello sia di apparecchiature mediche che di personale specializzato. I costi sono tuttavia alquanto elevati e ciò rende impossibile per buona parte della popolazione ricevere cure mediche adeguate. Il 27% non ha accesso a servizi sanitari adeguati e il 13% non ha accesso all’acqua potabile. Le gradi malattie continuano a colpire in paese: all’anno si registrano oltre 31 000 casi di malaria; 121 di tubercolosi e 71,900 di aids (con 2,500 morti). I medici rappresentano solo 1,1% della popolazione totale e la spesa per la sanità resta molto bassa: 3%,

Per quanto riguardala sicurezza alimentare, la situazione è in miglioramento, anche se sta aumentando sensibilmente la percentuale persone in sovrappeso e obese (il 20,4% della popolazione adulta) e permangono forti disparità tra zone urbane (78,6%) e rurali. Il 23,9% della popolazione vive sotto la soglia di povertà ed il 11,8% risulta sottonutrita. Inoltre, il 3,4% dei bambini è sottopeso (19,59 morti ogni 1000 nascite).

Un dato che spaventa è quello della ricerca, che sembra non interessare il paese: difatti, solo il 0,15 % del PIL è investito nella ricerca,

Infine il Perù è tra i primi 10 paesi del mondo per biodiversità. Questa caratteristica gli conferisce un ruolo fondamentale per l’equilibrio ecologico del pianeta, ma è purtroppo minacciata da diversi fattori, tra i quali spiccano l’industria estrattiva e in particolare le miniere illegali, che producono danni ambientali irreparabili.

Infatti, il modello di crescita del Perù è storicamente basato sull’estrazione mineraria, prevalentemente gestita da imprese multinazionali che operano in modo legale, ma anche illegale. L’estrazione mineraria ha avvelenato il patrimonio naturale del paese, le acque e la salute del popolo peruviano. Il governo ha recentemente ridotto i controlli per la verifica degli impatti ambientali e sulla salute dell’inquinamento. Le legittime proteste ambientaliste della popolazione vengono criminalizzate, e si riducono i diritti civili per consentire alle multinazionali di agire indisturbate Il petrolio estratto in Perù ha una presenza di zolfo altissima (quasi 50 volte superiore alla media) ed è pertanto altamente contaminante. Inoltre, in Perù non c’è nessuna regolamentazione sulle emissioni delle auto e l’aria per le strade è irrespirabile.

Una categoria da salvaguardare sono le donne. In particolare, il CRP, Center for Reproductive Rights, denuncia che il paese latinoamericano ha il tasso più alto di violenze sessuali del Sudamerica. Uno studio condotto dimostra che lo stupro non è un problema esclusivamente privato, difatti, gli effetti della violenza di genere si ripercuotono fuori dal focolare domestico e impoveriscono lo Stato .Inoltre, in Perù, le donne guadagnano il 30% in meno rispetto agli uomini che svolgono lo stesso lavoro, costituiscono la percentuale più alta fra i casi di analfabetismo (9,3% contro un 2,7% maschile) e, laddove collaborino all'interno di

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imprese familiari, quasi sempre non percepiscono alcuna retribuzione. Dal 2009 ad oggi sono 282 i casi di femminicidio e tentato femminicidio, registrati dai Centri d'Emergenza per le Donne nel 2014 in Perù. Il CRP, Center for Reproductive Rights, denuncia che il 78% dei casi di violenze sessuali in Sudamerica riguarda le bambine e le adolescenti peruviane. Solo a partire dal 2009 sono state introdotte politiche pubbliche per evidenziare e prevenire i casi di violenza. Risale al 2011 l'entrata in vigore del reato di femminicidio.

DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:

ASPEM - ASSOCIAZIONE SOLIDARIETÀ PAESI EMERGENTI

Nasce a Cantù nel 1979 da un’esperienza di comunità cristiana con un forte impegno sociale e civile nella costruzione di un futuro di solidarietà tra il Nord e il Sud del Mondo.

Dopo alcuni anni di intervento di cooperazione internazionale in Burundi, a partire dal 1987 ASPEm ha iniziato la sua esperienza in Perù, nei quartieri marginali di Lima. Si tratta di zone densamente popolate, costituitesi negli ultimi 50 anni, prive di pianificazione urbana, spesso abbandonate dalle proprie stesse municipalità. La nascita di insediamenti abitativi precari, sorti per occupazione spontanea, risponde alle esigenze abitative delle grandi masse migranti dalle zone interne del Paese (in particolare provenienti dalla sierra e dalle aree amazzoniche). A causa della sovrappopolazione e del disinteresse del governo locale e centrale per le condizioni di vita dei suoi abitanti, questi quartieri sono sede di gravi problemi sociali connessi alla povertà e continue violazioni dei diritti umani.

La prima area di intervento di ASPEm in Perù è stata La Parada, mercato centrale di Lima, dove, alla fine degli anni Ottanta, sono state riscontrate numerose problematiche sociali tra cui: sfruttamento minorile, violenza sessuale e abuso, bambini/e di strada, consumo di droghe, prostituzione.

L’approccio iniziale di ASPEm è stato caratterizzato da una semplice presenza nel tentativo di stimolare l'attenzione e il desiderio di reazione da parte delle persone o delle realtà aggregative maggiormente impegnate. Da quel giorno l’impegno dell’organizzazione si è esteso ad altre zone abitative precarie di Lima, caratterizzate da violenza e povertà.

Nel corso degli anni pur avendo condotto numerose azioni, ASPEm ha mantenuto uno stile di lavoro che valorizza il protagonismo locale e la partecipazione delle comunità nei processi di sviluppo che le coinvolgono.

L’organizzazione ha continuato a lavorare in zone marginali ad alto tasso di vulnerabilità, rivolgendosi in particolar modo ai seguenti gruppi di individui: bambini, giovani, gruppi organizzati e donne, attraverso attività partecipate di promozione, animazione, formazione e costruzione.

A partire dal 2003 ASPEm invia volontari in servizio civile in progetti di ASPEm e di altre realtà associative che hanno un forte legame con l’ente e che lavorano con il medesimo stile. L’obiettivo è promuovere l’interscambio culturale e fornire un’occasione di approfondimento e formazione a ragazzi che intendono conoscere la realtà sudamericana e le difficoltà che il Perù affronta quotidianamente.

Le associazioni che collaborano con ASPEm si dedicano a problematiche relative all’infanzia, alla tematica di genere, alla difesa delle fasce più vulnerabili della popolazione e alla promozione dei diritti umani, puntando a interventi che non mirino solo alla riduzione della povertà, ma al miglioramento della qualità della vita e all’inclusione sociale delle comunità nel processo del proprio sviluppo personale.

Partner

MANTHOC – Movimientos de adolescentes y niños trabajadores hijos de obreros cristianos

Nasce nel 1976 per iniziativa della Gioventù operaia cristiana, con l’obiettivo di dare ai giovani adolescenti lavoratori precari un’opportunità di organizzazione lavorativa basata su diritti e regolamentazioni.

Il Manthoc è un movimento autonomo e cristiano di bambini/e e adolescenti lavoratori (NATS), su scala nazionale, con una visione internazionale, sostenuto da collaboratori esterni che forniscono le proprie competenze dal punto di vista educativo e organizzativo. È presente in 12 regione del Paese: Lima, Cajamarca, Loreto, Ucayali, Ayacucho, Ancash, Arequipa, Amazonas, Puno, Cusco, Lambayeque, Piura.

Gli obiettivi del Manthoc sono:

¾ Promuovere il protagonismo organizzato dei bambini e adolescenti lavoratori per migliorare le loro condizioni di salute, lavoro e qualità della vita nel rispetto dei diritti dell’infanzia.

¾ Seguire lo sviluppo delle capacità, abilità e valori dei Nats per contribuire a creare una società giusta, solidale e umana.

I due obiettivi si inseriscono in un contesto più ampio di lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile , nonostante l’organizzazione non condivida un’abolizione del lavoro infantile assoluta e indifferenziata. I

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movimenti dei NATs svolgono attività di conoscenza e promozione dei diritti civili e sociali dei minori affinché gli adolescenti stessi ne abbiamo coscienza e siano in grado di difenderli. A questa attività si affiancano processi di pressione politica per presentare proposte nazionali a difesa dei diritti dei bambini lavoratori e richiedere spazi di partecipazione effettiva.

Il Manthoc fornisce alcuni servizi specifici a sostegno dei bambini e delle bambine che lavorano. In particolare:

¾ Gestisce mense e fornisce un pasto quotidiano

¾ Coordina biblioteche e scuole con orari flessibili e metodi alternativi che consentano di alternare scuola e lavoro.

¾ Organizza spazi di gioco e laboratori per dare un’alternativa dignitosa e di sfogo psicologico ai bambini che stanno cercando di uscire da situazione di sfruttamento.

¾ Organizza realtà sportive con lo scopo di promuovere un sano sviluppo fisico e psicologico.

Il Manthoc utilizza gli strumenti del gioco, del dialogo e del confronto continuo per permettere ai bambini di approfondire temi afferenti all’attualità e alla realtà di cui sono parte integrante. Attraverso strumenti ludici, un ambiente di solidarietà e forte affettività, le bambine, i bambini e gli adolescenti lavoratori cercano di prendere coscienza del contesto in cui vivono per poter agire e essere attori di cambiamento della realtà con cui si confrontano.

In collaborazione con il MANTHOC, ASPEm ha realizzato il progetto “I piccoli lavoratori hanno grandi diritti”, che ha aperto la strada ad altre collaborazioni quali l’accoglienza di volontari in servizio civile e stagisti, promuovendo in questo modo anche attività di sensibilizzazione basate sui vissuti e sulle esperienze delle persone che nel tempo si sono inserite in queste realtà.

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:

I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi:

CAJAMARCA (ASPEM)

¾ disponibilità a supportare le attività i promozione e sensibilizzazione del servizio civile attraverso testimonianze e scritti

¾ disponibilità a partecipare a incontri di sensibilizzazione e di testimonianza al termine della permanenza all’estero;

¾ di osservare le indicazioni dei referenti in Italia in particolar modo riguardo a salute e sicurezza

¾ disponibilità alla condivisione degli obiettivi, delle finalità ed i valori dell’ente

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¾ la disponibilità a un periodo di formazione intermedia

¾ di vivere in case da condividere con altri volontari

¾ di guidare mezzi propri solo con la necessaria documentazione ( patente internazionale, assicurazione)

¾ di condividere la stanza con altri volontari in servizio civile

¾ di vivere in strutture comunitarie

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

CAJAMARCA

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio:

Rischi politici e di ordine pubblico:

¾ La zona denominata VRAEM (Valle de los Rios Apurimac Ene e Mantaro), esterna ai normali percorsi turistici, è interessata da fenomeni residuali di narco-guerriglia.

¾ Sporadiche manifestazioni legate all’industria mineraria ed estrattiva si registrano in varie aree del Paese (Cajamarca, Puno, Madre de Dios). La Oroya (nella provincia di Junin) ed Arequipa sono state teatro recentemente di violenti scontri.

¾ MICROCRIMINALITÀ: sia in Capitale come in tutte le grandi città e i maggiori centri turistici si rileva come pur essendo venuto meno negli ultimi anni il rischio di attentati di matrice terroristica, è molto alta l’incidenza della criminalità comune, che spesso agisce in forma organizzata. Risultano particolarmente a rischio le aree periferiche e il centro storico.

¾ SEQUESTRI E AGGRESSIONI: l’utilizzo di taxi delle compagnie di trasporto non ufficiali non è sicuro per il rischio di sequestri, la cui incidenza è limitata quasi solo alle zone rurali del Perù, o aggressioni e la mancanza di assicurazione di tali mezzi.

¾ MANIFESTAZIONI DI PROTESTA: si registrano scontri anche violenti tra autorità e movimenti antiminerari. La città di Lima normalmente non è teatro di questi fenomeni, ma non si esclude la possibilità di manifestazioni di protesta tra contrapposizioni politiche ed etniche.

Rischi sanitari:

¾ Possibilità di contrarre febbre gialla, dengue, epatite di tipo A e B, soprattutto nelle zone andino- amazzoniche, mentre a Lima non si evidenziano rischi particolari di ordine sanitario.

¾ Le strutture ospedaliere pubbliche (compreso il pronto soccorso) sono generalmente carenti sia per personale specializzato che per mancanza di attrezzature moderne efficienti. Le cliniche ed i centri sanitari privati presentano, al contrario, un buon livello sia di apparecchiature mediche che di personale specializzato. I costi sono tuttavia alquanto elevati. Si segnala infine la presenza sul mercato di una certa quantità di farmaci adulterati

¾ Le condizioni igienico-sanitarie di Lima sono comuni a quelle del Paese e richiedono di adottare precauzioni per evitare disturbi intestinali e malattie quali la dissenteria e il tifo. Inoltre, in estate (gennaio-marzo), si manifestano con frequenza focolai di colera, soprattutto nelle zone periferiche delle città, dove le condizioni igieniche sono assai precarie. una certa incontrollata diffusione sul mercato di farmaci adulterati e falsificati.

¾ Le condizioni igienico-sanitarie di Cajamarca sono comuni a quelle del Paese

Altri Rischi:

¾ TERREMOTI: tutto il Perù, compresa l’area di Lima, è considerato zona sismica.

¾ Occasionali fenomeni di vulcanismo.

¾ Si fa presente che nella stagione estiva locale (inverno in Italia) sono frequenti forti piogge nelle zone andine, che possono determinare interruzioni delle vie di comunicazione; vi è pertanto il rischio che alcune località, anche fra quelle maggiormente frequentate dai turisti, rimangano isolate fino al ripristino del collegamento stradale o ferroviario.

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ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI:

Considerazioni e accorgimenti Generali Rischi per la sicurezza

¾ Unità di crisi - Ministero Affari Esteri

Per permettere al Ministero degli Affari Esteri, ed in particolare all'Unità di Crisi, nell'eventualità che si verifichino situazioni di grave emergenza, di rintracciare i volontari con la massima tempestività consentita e di pianificare con maggiore celerità interventi di evacuazione e soccorso, gli stessi saranno registrati sul sito "Dove siamo nel mondo", prima della partenza per l’estero.

¾ Ambasciate/consolati

Sarà cura delle controparti locali, in collaborazione con la sede italiana, dare comunicazione scritta alle Rappresentanze Italiane Locali (Ambasciate e Consolati), dell’inizio servizio e del periodo di permanenza nel paese dei volontari, ed ogni eventuale spostamento, nonché del referente della sicurezza dell’associazione. Inoltre, nei paesi dove questo è possibile, i volontari saranno presentati alle autorità consolari o diplomatiche italiane. Sarà cura delle controparti locali aggiornare costantemente l’autorità consolare/diplomatica italiana sugli eventuali rientri e/o spostamenti dei volontari.

Di seguito vengono elencate alcune precauzioni indispensabili per aumentare la tutela degli operatori:

¾ Tenersi costantemente aggiornati sugli sviluppi delle eventuali crisi nel paese e sui suoi possibili sblocchi

¾ Tenersi in contatto con l’Ambasciata ed informare di eventuali cambi di indirizzo / spostamenti all0interno e all’esterno del Paese, nonché cambi di recapito

¾ Seguire attentamente le direttive impartite dalle Autorità Locali

¾ Curare di essere costantemente reperibili

¾ Limitare al massimo le uscite di casa, in particolare nelle ore notturne

¾ Mantenere un atteggiamento orientato alla massima prudenza durante tutti gli spostamenti, evitando dove possibile la partecipazione a manifestazioni e assembramenti

¾ Non portare con sé documenti in originali ma solo fotocopie

¾ consultare sempre il referente locale in caso di incertezza o indecisione sulle norme di sicurezza da porre in atto (es: visite non previste a istituzioni governative e/o religiose)

¾ Nel caso di spostamenti in automobile l’ente e/o il partner locale verifica la piena efficienza del mezzo e se necessario effettuare scorte di carburante

¾ Nel caso la situazione lo renda necessario, lente e/o il partner locale, predisporrà eventuali sistemi di protezione supplementari agli accessi alle abitazioni dei volontari.

Di seguito si elencano gli accorgimenti specifici adottati dall’Ente per garantire i livelli minimi di sicurezza e tutela dei volontari:

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi Politici e di ordine pubblico

RISCHIO ACCORGIMENTO

MICROCRIMINALITÀ’

¾ L’ente da comunicazione alle Rappresentanza Diplomatiche d’Italia nel Paese d’invio dei volontari/e, la loro residenza abituale e il tipo di progetto in cui saranno impegnati;

¾ L’ente al fine di agevolare le Autorità Nazionali Italiane a conoscere il numero dei connazionali presenti in aree di crisi, individuarne l’identità e pianificare gli interventi di assistenza qualora sopraggiunga una grave situazione d’emergenza, inserirà i nomi dei volontari in servizio civile e la loro destinazione sul sito https://www.dovesiamonelmondo.it/;

¾ L’ente mantiene costanti contatti con le istituzioni che presidiano il

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Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:

CENTRI DI ASSISTENZA MEDICA

¾ Dal punto di vista sanitario, l’ospedale più vicino è l’Hospital Regional de Cajamarca che è raggiungibile in taxi in circa 20 minuti dalla sede delle attività.

territorio (partner locali di progetto, istituzioni locali di progetto, istituzioni locali e nazionali del Paese ospitante, Rappresentanza diplomatica italiana nel paese) al fine di monitorare gli eventuali rischi socio-politici e predisporre le misure cautelative più opportune nell’interesse dei volontari;

¾ L’ente, in fase di formazione in Italia, che all’arrivo nel paese d’impiego fornisce ai volontari le informazioni necessarie per inquadrare il contesto socio-politico del Paese, da quello lavorativo a quello amicale, e le informazioni legate ai maggiori rischi ordine pubblico ivi presenti, dedicando, nella formazione specifica, un apposito modulo formativo sulla sicurezza;

¾ L’ente condivide con i volontari un vademecum in cui sono identificati i comportamenti da seguire a garanzia della loro sicurezza e le persone da contattare in caso di necessità;

¾ L’ente, nei primi mesi di permanenza, offre ai volontari un affiancamento specifico da parte degli OLP ed eventuali responsabili paese della ONG, permettendone il graduale inserimento nel progetto e nel Paese di impiego;

¾ ogni spostamento locale del volontario/a sarà pianificato con gli operatori responsabili;

¾ ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari notturni e in zone isolate della città.

¾ i volontari saranno invitati a non circolare da soli e a non portare con sé oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche,...) o grossi quantitativi di denaro;

¾ i volontari saranno invitati a dotarsi di fotocopie dei propri documenti personali ed a custodire in luogo sicuro gli originali.

MANIFESTAZIONI DI PROTESTA

¾ Ai volontari sarà sconsigliata la partecipazione diretta autonoma a qualsiasi tipo di manifestazione politica o di protesta o l’esposizione in luogo pubblico di opinioni politiche;

¾ La partecipazione a manifestazioni è ammessa solo qualora esse siano a carattere espressamente nonviolento;

¾ La partecipazione a manifestazioni, da parte del volontario, potrà avvenire solo in caso di coerenza con quanto previsto a progetto ed in presenza di personale di riferimento.

RISCHI ACCORGIMENTO PROFILASSI E

VACCINAZIONI

L’ente prima della partenza indica ai volontari di eseguire le vaccinazioni prescritte e/o consigliate dall’OMS per minimizzare i rischi sanitari eventualmente presenti nel paese, in particolare come il tifo

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Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a altri rischi:

ALTRI RISCHI

ACCORGIMENTI

STRADALI

¾ É fortemente raccomandato di circolare soltanto di giorno, principalmente nelle strade principali e sicure

¾ Gli eventuali spostamenti per le attività evvengono solo con mezzi verificati e sicuri, e in periodi asciutti, per evitare smottamenti stradali.

TERREMOTI E VULCANI

¾ In caso di sismi di grave intensità Defensa Civil del Perù raccomanda sapere il punto di evacuazione più vicino da raggiungere ed avere uno zaino con i viveri basici sempre pronto.

¾ L'Ente fornisce ai volontari un piano di azione in caso di emergenza terremoto con una lista di contatti, luoghi di riferimento e cose da fare in caso si verifichino scosse.

¾ In caso di bisogno l'Ente contatterà l’Unità di Crisi italiana per attivare in maniera coordinata un eventuale piano di evacuazione dei volontari dalla zona colpita;

¾ L'Ente identifica eventuali sedi alternative in cui spostare i volontari in caso quella accreditata non sia ritenuta sicura, in accordo con l’Ufficio Nazionale per il servizio Civile.

¾ L’ente, di concerto con l’UNSC ed il personale di riferimento locale, individua un eventuale modifica del piano di impiego in relazione, sia in ordine ai motivi di sicurezza che ai bisogni del contesto ed alla possibilità di risposta agli stessi da parte delle sedi e dei volontari

¾ Tutte le attività che prevedono spostamenti nelle comunità saranno pianificate tenendo conto delle condizioni meteorologiche e sarà preferito il periodo “secco”.

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:

¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;

¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)

¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto

¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.

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DESCRIZIONE SEDE

DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:

CAJAMARCA (ASPEM)

Situata nell’area nord del Paese, Cajamarca è una delle regioni peruviane della Cordigliera delle Ande.

Come emerge dai dati INEI 2014 (Instituto Nacional de estadisticas y Informatica) il territorio in questione ha una superficie di 33.317,5 Km2 quadrati, con una popolazione stimata di 1.525.064 di persone.

Sempre dalla stessa fonte emerge che la regione è al 67% a prevalenza rurale ed è caratterizzata da molti villaggi distribuiti su territorio montagnoso.

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Data la sua grande estensione, la diversità geografica e la situazione socio-economica il territorio presenta numerose aree critiche che necessitano interventi e strategie di sviluppo: di seguito le principali problematiche emerse dallo studio identificativo realizzato per formulare la presente proposta progettuale POVERTÀ ESTREMA: In tutta la regione di Cajamarca sono presenti livelli di povertà molto elevati. I dati riportano che tra il 55,5% della popolazione totale vive in situazione de povertà ed il 25.5% in condizione di povertà estrema (INEI 2012). Nella provincia di Celendìn, il 75,1% della popolazione vive in situazione di povertà e di questi il 46,3% si trova in condizione di povertà estrema (INEI 2012). La stessa Cajamarca, che è il capoluogo della regione, si trova a gestire difficoltà collegate a livelli di povertà estrema. Nella provincia di Cajamarca, la popolazione totale è di 316.152 (INEI 2012) , di cui 164.432 persone (pari al 52% del totale) vivono in povertà e 75.045 persone (pari al 23,7%) sopportano una povertà estrema. Questi settori della popolazione, sia a livello regionale che provinciale, non hanno accesso ai servizi di base e vivono di un’economia comunitaria basata in particolar modo sulle attività agro zootecniche. Dal rapporto tecnico sulla povertà prodotto dall’INEI nel 2012 emerge che l’incidenza della povertà monetaria nella regione di Cajamarca è appunto del 55,5% rispetto a un dato medio di 25% del Perù nella sua totalità. Cajamarca è stata identificata dall’INEI come una delle regioni con i livelli di povertà più alti del Paese.

DENUTRIZIONE: Nella regione di Cajamarca l’agricoltura è l’attività più importante e punta a soddisfare le domande di alimentazione della popolazione. La produzione è rappresentata da cereali, tuberose, ortaggi, coltivazioni permanenti e anche latte, carne di vacca, ovini e animali minori. Nonostante ciò l’INEI riporta un livello del 34,2% di denutrizione cronica della popolazione sotto i 5 anni solo nella provincia di Cajamarca che arriva al 55,3% nella provincia di Cajabamba.

ASSENZA DI SERVIZI DI BASE: nelle zone rurali del distretto di Cajamarca, il 25,4% della popolazione non riceve la fornitura di energia elettrica, il 31,1% non è raggiunto dall’acqua potabile (INEI 2012), ma il rifornimento avviene attraverso l’acquisto di cisterne d’acqua o di barili che vengono portati da autobotti in loco una volta alla settimana circa. Anche il sistema di fognature e strade è molto precario e spesso anche le strutture e infrastrutture si rivelano non solo insufficienti alla popolazione, ma inefficienti. Secondo i dati raccolti dall’INEI nel 2012 il 56% della popolazione non ha accesso al sistema fognario.

DISEGUAGLIANZA DI GENERE: La popolazione maschile del dipartimento costituisce il 49,9% della popolazione, mentre le donne costituiscono il restante 50,1%. La famiglia in media è composta da 5 membri.

Nell’area urbana il 22% ne ha 4 mentre in ambito rurale la media è di 7 figli per famiglia. Tra la popolazione femminile resiste un alto tasso di analfabetismo del 18,2%, mentre più di un quarto della popolazione, il 26%, non gode ancora di una copertura sanitaria (INEI 2012).

Nel territorio di Cajamarca ASPEM interviene nel settore Tutela infanzia e adolescenza e Ambiente e Foreste

Settore di intervento del progetto: Tutela infanzia ed adolescenza

Dagli ultimi dati emersi dalle ricerche dell’istituto INEI la popolazione che riesce a terminare il precorso scolastico della secondaria è appena del 32,6%. Nonostante negli ultimi anni la percentuale stia aumentando, il livello di frequenza all’educazione secondaria rimane comunque molto basso:66%.

Le persone maggiormente escluse dai processi educativi e scolastici sono le donne, di cui il 18,2 % risulta ancora analfabeta a fronte dell’11% della popolazione maschile (INEI 2012). Tuttavia queste cifre sono solo indicative, dato che nelle zone rurali le percentuali di popolazione che non hanno accesso al sistema educativo salgono fino al 36% secondo i dati raccolti dalla Mesa de Concertacion para la Lucha Contro la Pobreza.

La maggior parte dei minori che non frequentano istituti scolastici fanno parte della popolazione con livelli economici di povertà o povertà estrema. Molto spesso sono bambini lavoratori che non riescono a conciliare il tempo lavorativo con il tempo da dedicare allo studio, messo in secondo piano rispetto alla possibilità di ricevere uno stipendio, seppur minimo, che costituisce comunque una parte importante del bilancio famigliare.

Si stima che nella città di Cajamarca siano presenti circa 2mila bambine e bambini tra i 6 e gli 11 anni che lavorano come venditori ambulanti. Il lavoro minorile ha radici nella carenza di risorse economiche in famiglia, nell’abbandono famigliare e nell’alcolismo dei genitori.

Questa situazione se non seguita e supportata attraverso interventi specifici diventa spesso causa di un inserimento problematico nella società una volta raggiunta l’età adulta, portando con sé conflitti sociali legati alle diverse possibilità di accesso ai servizi ed al diritto ad una vita dignitosa.

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Tra i minori lavoratori (NATS) molti, soprattutto bambine, svolgono lavori non retribuiti e informali tra cui accudire i fratelli minori, cucinare e occuparsi della gestione della casa. Tutte queste attività non permettono ai bambini una frequenza regolare e costante delle lezioni.

Da qui nasce la necessità di offrire ai minori nuove opzioni formative per poter investire sulla loro educazione: la mancanza di frequenza scolastica è infatti un importante indicatore di quella che sarà la loro condizione di povertà ed emarginazione sociale.

Oltre ad una frequenza scolastica caratterizzata de una grande discontinuità da parte dei minori, si aggiunge spesso un’inadeguata preparazione accademica e professionale degli insegnanti che frequentemente non hanno gli strumenti intellettuali adatti per poter svolgere in maniera integrale il ruolo di docente, in particolare nelle aree rurali.

Se le classi più abbienti riescono ad accedere a livelli educativi superiori, la violenza nei confronti dei bambini invece attraversa tutte le classi sociali. A Cajamarca come in tutta la regione vi sono molti casi di maltrattamento infantile e violenza familiare: i bambini considerano la violenza come un metodo naturale di disciplina ed educazione, che probabilmente replicheranno da adulti. Inoltre la mancata percezione di questa situazione come anomala impedisce alle istituzioni competenti di intervenire.

Secondo i report e l’attività di monitoraggio delle associazioni locali che lavorano sul tema dell’infanzia, tra le quali il MANTHOC, le forme più frequenti di violenza contro i minori sono: insulti verbali, l’uso di oggetti contundenti, lasciare i bambini senza cibo, colpi con mani, frusta o cintura.

La situazione di povertà a Cajamarca è monitorata dalla Mesa de Concertacion para la lucha contro la pobreza, un tavolo dove tutte le associazioni che si rivolgono alle fasce più marginali della popolazione cercano di accordare interventi e di chiedere allo Stato uno spazio di dialogo e di intervento economico per provvedere a queste situazioni estreme.

L’obiettivo fondamentale della Mesa è studiare e comprendere quali sono le situazioni di povertà estrema per poter intervenire nella maniera più efficace con programmi educativi e di pressione politica, partendo dal presupposto che la povertà è la privazione delle capacità basiche di scelta.

Settore di intervento del progetto: Ambiente e Foreste

Cajamarca è una regione ricca di materie prime. Da circa 20 anni le imprese estrattive sfruttano le potenzialità dei giacimenti minerari. In particolare politiche aziendali poco rispettose dell’ambiente hanno provocato il prosciugamento di lagune acquifere alla base dell’approvvigionamento d’acqua della regione.

Anche per questo motivo a Cajamarca scarseggia l’acqua e in alcune zone è possibile accedere al servizio solo in ore specifiche della giornata.

Numerose aree della regione di Cajamarca sono state date in concessione ad altrettante aziende minerarie.

Attualmente è in discussione un progetto di sfruttamento minerario denominato “Conga” ubicato nella Provincia di Celendìn.

Dallo studio di impatto ambientale emerge che la realizzazione tecnica del progetto avrebbe come conseguenza la scomparsa di 5 bacini d’acqua da cui dipende la fornitura delle province di Cajamarca, Celendin, Hualgayoc-Bamabamarca.

Di fronte all’ipotesi di attualizzazione del progetto Conga, una fetta consistente della popolazione delle province ha cominciato a dimostrare la propria contrarietà all’opera. Attualmente, settembre 2015, la situazione non è risolta. Già a partire da giugno 2012 la regione di Cajamarca vive una particolare fase della propria storia, in cui sono le stesse comunità andine a richiedere il rispetto dei propri diretti economici e sociali. L’opposizione all’opera, portata avanti dalla popolazione locale, ha avuto come conseguenza scontri tra società civile e polizia che in più di un caso ha abusato della propria forza nei confronti di numerosi manifestanti, generando un clima di tensione sociale forte.

La zona di influenza del progetto si trova a sud est della capitale della provincia di Chota, dipartimento di Cajamarca. La densità abitativa è di 47,2 abitanti/km2.

La popolazione di questa zona è di circa 17.000 abitanti. Presenta una ruralità del 93% ed ha come vocazione produttiva l’agricoltura. Le attività produttive principali sono la produzione di latte e latticini.

Purtroppo la zona non è ben fornita di servizi: mancano una adeguata rete elettrica, non esiste una rete idrica moderna, la zona non è particolarmente accessibile con i mezzi, le strade sono insufficienti e senza manutenzione (dati raccolti da INEI 2012); di conseguenza la struttura produttiva risente di sistemi di produzione arcaici; in presenza di una rete commerciale inadeguata, che nel breve periodo non puo’ trovare soluzioni all’interno di una progetto di sviluppo sociale, è necessario per aumentare la possibilità di

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sostentamento delle famiglie introdurre qualche metodo di produzione che possa generare reddito aggiunto:

la formazione specifica sull’agricoltura biologica e sulla promozione e vendita nei mercati locali possono essere un ausilio a migliorare la produttività, la qualità e la distribuzione. Partendo dalla considerazione che la distribuzione deve essere migliorata in loco, l’incremento di entrate economiche può anche essere realizzato con l’organizzazione di mercati ad hoc e fiere specifiche realizzate degli agricoltori della zona Nel settore Tutela infanzia e Adolescenza ASPEM interviene nel territorio di Cajamarca con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

¾ 150 bambini ed adolescenti lavoratori Beneficiari:

¾ Le famiglie di 150 bambini ed adolescenti lavoratori

¾ La popolazione in condizioni di povertà ed esclusione della provincia di Cajamarca

Nel settore Ambiente e Foreste ASPEM interviene nel territorio di Cajamarca con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

¾ 250 famiglie

¾ 2 comuni

¾ 3 associazioni di produttori agricoli Beneficiari:

¾ 750 famiglie

¾ 1450 bambini

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:

Obiettivo 1

¾ Garantire uno spazio diurno educativo, ludico e di affettività a 150 bambini che abitano in zone periferiche e degradate della città

Obiettivo 2

¾ Supporto pedagogico, rafforzamento delle competenze individuali dei NATS attraverso il lavoro della rete istituzionale

Obiettivo 3

¾ Incremento di entrate economiche e del fabbisogno alimentare delle 150 famiglie degli agricoltori attraverso la formazione alla produzione biologica e alla realizzazione di fiere locali

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi CAJAMARCA (ASPEM)

Azione 1. Implementazione uno spazio diurno educativo, ludico e di affettività a 150 bambini che abitano in zone periferiche e degradate della città.

1. Creazione di un ambiente accogliente per i NATS che desiderano usufruire del servizio 2. Insegnamento di educazione fisica (da realizzarsi durante l'arco di tempo di 10 mesi)

3. Organizzazione e allenamento di una squadra di calcio femminile e una squadra di calcio maschile (da realizzarsi durante l'arco di tempo di 8 mesi)

4. Gestione della mensa dedicata a 150 bambini, bambine e adolescenti lavoratori: gestione turnazioni madri- cuoche, realizzazione della spesa, somministrazione cibo ai bambini (da realizzarsi durante l'arco di tempo di 12 mesi)

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5. Realizzazione di 6 incontri istituzionali e di sensibilizzazione (da realizzarsi nell'arco di 6 mesi) con la municipalità per una maggiore presenza politica del Manthoc e una migliore gestione del servizio mensa

6. Realizzazione di incontri periodici di formazione con i NATS affinché possa diventare protagonista nella richiesta dei propri diritti (da realizzarsi nell'arco di 8 mesi)

7. Organizzazione di uno spazio giornaliero di gioco e attività creative e manuali (da gestire durante tutto l'arco dei 12 mesi).

Azione 2. Realizzazione di supporto pedagogico e rafforzamento delle competenze individuali dei NATS attraverso il lavoro della rete istituzionale

1. Sviluppo di progetti individualizzati per potenziare le capacità scolastiche, umane e di autonomia di ogni ragazzo (da realizzare nell'arco di 10 mesi)

2. Insegnamento della lingua inglese (da realizzarsi nell'arco di 10 mesi) 3. Redazione di piani di insegnamento semestrali

4. Accompagnamento sanitario di bambini con problemi famigliari o di salute (da realizzarsi nell'arco di 12 mesi)

5. Visite domiciliari a bambini, bambine NATS che non frequentano nessun istituto scolastico (da realizzarsi nell'arco di 9 mesi)

6. Supporto psicologico attivato in alcuni casi specifici di violenza famigliare sui NATS (da realizzarsi nell'arco di 9 mesi)

7. Realizzazione di un totale di 12 incontri: 4 di formazione, 4 workshop e 4 tavole rotonde (nell'arco di tempo di 12 mesi) con la rete istituzionale che lavora sui NATS e sui diritti dell’infanzia per fornire un sopporto efficiente ai destinatari del progetto

Azione 3 Incremento di entrate economiche e del fabbisogno alimentare delle famiglie degli agricoltori che hanno come base la produzione ecologica e un’attenzione alla sicurezza alimentare.

1. Realizzazione di un corso di formazione specifica sull'agricoltura ecologica rivolto a 150 agricoltori e famiglie (da realizzare nell'arco di tempo di 12 mesi, con cadenza mensile)

2. Realizzazione di un corso di formazione sulle nuove colture e tecniche agricole per rafforzare ed ampliare le competenze di 150 agricoltori e delle loro famiglie (da realizzare nell'arco di tempo di 12 mesi)

3. Realizzazione di uno sportello permanente di supporto e consulenza per le associazioni dei produttori agricoli, al fine di incrementarne le competenze (da realizzare nell'arco di 12 mesi)

4. Realizzazione di minimo 4 fiere per la promozione e vendita dei prodotti delle famiglie nei mercati locali.

Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

¾ 1 direttrice della scuola – Azione 1 e 2

¾ 1 assistente sociale – Azione 1 e 2

¾ 2 educatori – Azione 1 e 2

¾ 4 insegnanti – Azione 1 e 2

¾ 1 esperto di ricerca sociale – Azione 3

¾ 2 esperti di politiche di sviluppo – Azione 3

¾ 1 psicologo – Azione 2

¾ 1 agronomo- Azione 3

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

Il volontario n.1 sarà inserito nelle seguenti attività:

¾ Supporto alla creazione di un ambiente accogliente per i NATS che desiderano usufruire del servizio

¾ Supporto al servizio mensa e all’acquisto degli alimenti

¾ Supporto alla creazione e allenamento delle squadre di calcio

¾ Supporto all’organizzazione di tornei sportivi

¾ Supporto al sostegno ai bambini con difficoltà di apprendimento

¾ Supporto all’insegnamento della lingua inglese

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¾ Proposte di giochi di gruppo

¾ Accompagnamento alle visite mensuali alle istituzioni e alla municipalità per rafforzare la presenza politica del Manthoc

Il volontario n.2 sarà inserito nelle seguenti attività:

¾ Supporto alla pianificazione logistica delle attività utili alla realizzazione del corso di formazione sull'agricoltura ecologica e sulle nuove colture e tecniche agricole (convocazione invitati, attività di comunicazione, invio email)

¾ Affiancamento nella pianificazione contenutistica del corso di formazione sull'agricoltura ecologica e sulle nuove colture e tecniche agricole con istituzioni interne e esterne (sistematizzazione dei dati e degli indicatori di sviluppo sociale ed economico a livello regionale e provinciale, raccolta materiali ed informazioni sulle nuove tecnologie)

¾ Affiancamento nella gestione dello sportello permanente di supporto e consulenza per le associazioni dei produttori agricoli (ricerca di dati aggiornati sul tema agricolo, affiancamento alle visite di Campo del SIS, elaborazione report, raccolta materiali ed informazioni sulla gestione commerciale e sui nuovi modi di commercializzazione)

¾ Affiancamento dell’OLP nei viaggi programmati sul territorio regionale per visitare le associazioni di produttori

¾ Realizzazione di materiale cartaceo per i corsi di formazione

REQUISITI:

Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare, preferibilmente i seguenti requisiti:

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet;

Specifici:

CAJAMARCA (ASPEM) Volontario n.1

¾ Preferibile Formazione in scienze sociali, psicologia, antropologia, scienze dell’educazione, scienze politiche, scienze motorie

¾ buona conoscenza della lingua spagnola, parlata e scritta.

¾ Preferibile pregressa esperienza all’estero e in particolare in America Latina

¾ preferibile esperienza pregressa con bambini, adolescenti e gestione gruppi Volontario n. 2

¾ preferibile formazione in scienze sociali, antropologia, scienze politiche e cooperazione allo sviluppo, giurisprudenza, sociologia, economia

¾ buona conoscenza della lingua spagnola, parlata e scritta

¾ preferibile esperienza di studio sui temi della pianificazione, sviluppo locale ed economia

¾ pregressa esperienza all’estero e in particolare in America Latina

¾ preferibile pregressa esperienza in istituzioni pubbliche

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DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO

ASPEM Como Via Dalmazia, 2 -

22063 Cantù (CO) 031-711394 www.aspem.org/

¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a aspem@pec.it e avendo cura di specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es. CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2016 - Albania - CELIM).

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

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