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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Africa Centro Orientale 2014

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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Africa Centro Orientale 2014 SCHEDA ETIOPIA - CVM

Volontari richiesti : N 2

SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: BONGA INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo, al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potuti essere, sono o sono stati fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti così intesi e volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, Volontari nel mondo FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha presentato nel febbraio del 2007 all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico…) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti, attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo. I conflitti infatti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, dove i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati e dove alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere una ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; e che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione e di riconoscimento della positività dell’altro.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

ETIOPIA

La Repubblica Democratica Federale d'Etiopia è uno stato dell'Africa orientale che vanta un'identità plurimillenaria, tanto che è considerata il più antico stato del continente. Unica fra gli stati africani, la monarchia etiope conservò la sua indipendenza durante tutto il periodo coloniale, fatta eccezione per l'occupazione italiana (1936-1941). Il Paese, infatti, ha suscitato gli appetiti espansionistici dell’Italia, soprattutto dopo l’apertura del canale di Suez che ha reso strategico il controllo del Mar Rosso. Solo in seguito alla dura sconfitta durante la battaglia di Adua, il governo italiano ha riconosciuto l’indipendenza dell’Etiopia. La politica estera etiope è stata dominata dalla tensione con la vicina Eritrea: il conflitto sul confine tra i due Paesi, terminato solo nel 2000 col trattato d'Algeri, ha provocato la morte di più di 70.000 persone e non può dirsi ancora superato, visto che permangono disaccordi sulla demarcazione del confine.

L’Etiopia tuttavia ha recentemente rifiutato l’arbitrato di una commissione indipendente che aveva assegnato alcuni territori contesi all’Eritrea, e attualmente il confine tra i due paesi è costantemente monitorato da una missione. Ulteriore testimonianza del conflitto è ancora la presenza sul territorio di un numero considerevole di vari tipi di ordigni non esplosi e mine antiuomo ed anticarro. Da non sottovalutare per l’equilibrio nazionale sono anche le rivendicazioni delle varie comunità che abitano il paese: la ribellione endemica nella regione di Gambella, al confine con il Sudan; i frequenti scontri armati nei pressi del confine somalo; e le rivendicazioni delle comunità Afar e Oromo. Nel biennio 1984-1985 il paese è stato colpito da una carestia di vastissime proporzioni che ha portato alla morte 1 milione di persone. Stremato da golpe sanguinosi, rivolte, siccità su larga scala, dal problema dei rifugiati ed infine dalla ritirata dei protettori sovietici, il regime venne deposto da una coalizione di forze ribelli, il FRDPE nel 1991. Nel 1993 venne proclamata l’indipendenza dell’Eritrea, mentre l’EPRDF (Ethiopian People’s Revolutionary Democratic Front) con a capo Meles Zenawi vara una nuova Costituzione e organizza una serie di elezioni da cui il partito esce vincitore. Zenawi viene eletto primo ministro nel 1995 e verrà confermato alla carica anche alle consultazioni del 2000. Le elezioni della primavera 2005 invece di consolidare il potere dell’EPRDF si sono rivelate un boomerang. I numerosi brogli che hanno caratterizzato le consultazioni e i successivi scontri di piazza, che hanno provocato centinaia di vittime, hanno mostrato come la questione dei diritti civili e politici nel Paese sia ancora

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preoccupante. Nel 2010 le elezioni politiche sono state nuovamente vinte dal partito del primo ministro Zenawi, nonostante le accuse di brogli e abusi mosse anche in questa occasione dalle opposizioni.

A causa della guerra prolungata con l’Eritrea, l’Etiopia si trova a dover dipendere quasi interamente dal porto di Gibuti per le esportazioni e le importazioni. Ciò nonostante i dati indicati dalla Banca Mondiale, indicano che il Paese ha mantenuto un tasso di crescita del PIL significativo dal 2009 al 2012, compreso tra l’8,7 e il 12,6%. Negli ultimi quattro anni, il Paese infatti ha registrato un tasso di crescita medio dell’11% annuo. Alla forte crescita del PIL ha fatto seguito quella dell’inflazione media annuale. Il tasso di inflazione registrato nel 2013 è dell’8,4% ancora altro, nonostante la notevole riduzione rispetto al 2012, stimato al 22,9%.

Ad ogni modo, il settore trainante dell’economia etiope è ancora l’agricoltura, che rappresenta il 47% del PIL e che è fortemente arretrata e dipendente dalle variabili precipitazioni, le quali possono dare un ottimo raccolto o, come molto spesso accade, provocare siccità e carestie spaventose. È in crescita anche il fenomeno del land grabbing, strettamente legato agli sgomberi forzati e all’uso eccessivo della forza da parte di polizia e militari e che produce numerosi problemi ambientali (erosione del suolo, deforestazione, perdita di biodiversità, desertificazione). Il risultato è che quasi ogni anno il paese deve dipendere dagli aiuti internazionali per sfamare la popolazione (4,6 milioni di abitanti necessitano annualmente d’assistenza alimentare, cosa che rende il Paese uno dei più insicuri del mondo a livello alimentare). L’Etiopia infatti si colloca al 173o posto della classifica UNDP 2011 con un indice di sviluppo umano pari a 0.396 ed il 30,7%

della popolazione vive infatti ancora sotto la soglia di povertà: la maggioranza della popolazione ha un ridottissimo introito economico, c’è una notevole scarsità di cibo, basso livello educativo specialmente tra la popolazione femminile, scarsità di acqua potabile e servizi sanitari. Si registra inoltre un notevole incremento demografico della popolazione. Dal punto di vista sanitario l’Etiopia è scarsamente servita da ospedali, nonostante siano presenti molte malattie infettive, in occidente facilmente prevenibili e curabili. Il sistema sanitario del paese non è infatti ancora in grado di rispondere quantitativamente e qualitativamente al bisogno della popolazione. I servizi sanitari sono mal distribuiti, con una capacità di risposta insufficiente alla richiesta della popolazione e localizzati principalmente nelle città. Inoltre l’accesso a queste strutture è proibito ai poveri provenienti da zone rurali del Paese.

Infine sono ancora piuttosto frequenti le violazioni dei diritti umani. Le vittime sono spesso donne, che subiscono abusi, violenze, discriminazioni, mutilazioni genitali e molto spesso non hanno la possibilità di adire le vie legali per vergogna o ignoranza. Anche i bambini sono una categoria a forte rischio, soprattutto per quanto riguarda abusi sessuali e accesso all’istruzione.

DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:

CVM è impegnato da 30 anni in Etiopia in attività volte all’approvvigionamento idrico, promozione dell'igiene, alla lotta contro l’AIDS, supporto alle donne, cura degli orfani e ragazzi di strada. Le forme globali di ingiustizia e di emarginazione continuano ad esistere e ad opprimere interi popoli. Lo “sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini” rimane il fine ultimo che CVM vuole perseguire. In Africa la fame, l’AIDS, la mancanza di beni essenziali quali il cibo, l’acqua pulita, un’abitazione dignitosa, l’istruzione ed altro, privano uomini e donne della possibilità di una vita normale e della loro dignità di persone. La scarsità di risorse essenziali (cibo/acqua) sono fonte di tensione di conflitti fra gruppi ed etnie. Per questa ragione tutti i progetti prevedono un ampio coinvolgimento della popolazione locale e delle comunità beneficiarie. Nella convinzione che la valorizzazione delle potenzialità locali sia la strada più giusta per la ricerca di un cambiamento, l’organico del CVM in loco è prevalentemente costituito da personale locale sia nei ruoli direttivi che operativi. Nel 1980 CVM avvia l’implementazione del primo progetto idrico nella zona del Wolayta. Nel corso del tempo CVM ha continuato a promuovere progetti nello stesso settore ed ha acquisito una profonda conoscenza del contesto territoriale e sociale e di collaborazione con gli uffici locali competenti. Alla fine degli anni ’90, progetti WASH hanno interessato altre zone della Regione Southern Nations Nationalities and Peoples e successivamente le Regioni dell’ Oromia e del Benishangul Gumuz. Dal 1994 CVM conduce progetti di prevenzione e controllo del virus dell’ HIV/AIDS nelle Regioni dell’Amhara.

Dal 2008 tutti i progetti hanno sviluppato un raggio specifico d’azione rivolto ai gruppi più vulnerabili della società, promuovendo quindi la difesa dei diritti dei bambini orfani, la formazione e la scolarizzazione delle ragazze, creazione di gruppi di auto-mutuo-aiuto di donne sieropositive e microcredito. Dal 2005 realizza progetti di impiego di servizio civile organizzando una stretta collaborazione tra volontari e personale locale su tutti i settori d’intervento.

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Partner

Nella sede di Bonga (116130) il CVM collabora con:

Ethiopian Catholic Church Apostolic Prefecture of Jimma-Bonga Catholic Secretariat (ECC- JBCS) La prefettura Apostolica di Jimma- Bonga fu fondata nel giugno 1994. Tuttavia, l’ufficio sociale e di coordinamento allo sviluppo è stato ufficialmente costituito nel 2000, secondo i regolamenti e la legge del governo etiope.

La Prefettura Apostolica di Jimma-Bonga, è un'organizzazione religiosa, che riunisce 5 Congregazioni, che lavorano al suo interno. La Congregazione Lazzarista, alla quale la Prefettura è affidata, consta di 8 membri.

La Diocesi può, inoltre, contare sull’ausilio di 14 volontari e di un totale di 150 impiegati che lavorano nel programma sociale e di sviluppo.

In oltre 10 anni di esistenza, la Prefettura Apostolica di Jimma- Bonga ha lavorato, e continua ad operare, in collaborazione con partner internazionali e locali nell’ambito della sanità, educazione, promozione delle donne, servizi sociali, e altri programmi promossi dalle comunità locali sulla sicurezza del cibo e sullo sviluppo integrato.

La Prefettura ha già avuto occasione di implementare progetti in partenariato con CVM ed in collaborazione con associazioni per lo sviluppo formate all’interno delle comunità, sono stati implementati sistemi gravitazionali in alcuni villaggi, inseriti come parte del programma sanitario, in aree operative del Segretariato Cattolico di Jimma- Bonga (JBCS).

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:

I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

¾ trasferimenti in città e distretti diversi da quelli di residenza nell’ambito dello stesso Paese di assegnazione;

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale

Inoltre, per la sede di attuazione di seguito riportata, si richiede:

ETIOPIA- Bonga (CVM 116130)

¾ Di essere in possesso di una laurea universitaria rilasciata da istituti formativi diversi dei Dipartimenti di Scienze Politiche in quanto si tratta di titoli di studio non accettati dal Governo Etiope

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

ETIOPIA- Bonga (CVM 116130)

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio:

Rischi politici e di ordine pubblico:

¾ Problemi di microcriminalità;

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¾ Rischio tensioni etnico-politiche limitato dal fatto di trovarsi al centro di un’area etnicamente omogenea.

Rischi sanitari:

¾ Rischi sanitari tipici dei climi tropicali seppur limitati dall’altitudine di 1.714 metri;

¾ Rischi legati all’altitudine elevata per persone che dovessero avere patologie di tipo cardio-vascolare (eg. Ipertensione);

¾ Rischio di contrarre la malaria durante gli spostamenti nelle aree di intervento

ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI A FRONTE:

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi Politici e di ordine pubblico

RISCHIO ACCORGIMENTO

MANIFESTAZIONI DI PROTESTA

Ai volontari è richiesto di tenere un atteggiamento di equidistanza tra le varie posizioni politiche espresse si raccomanda di seguire le normali norme di prudenza negli spostamenti, evitando luoghi dove siano in corso assembramenti e raduni di piazza.

MICROCRIMINALITÀ

Al fine di evitare fenomeni di microcriminalità diffusa sul territorio locale ogni spostamento locale del volontario/a è pianificato con gli operatori responsabili. Saranno evitati spostamenti durante ore serali e notturne.

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:

RISCHIO ACCORGIMENTO

PROFILASSI E VACCINAZIONI

Prima della partenza vengono eseguite le necessarie vaccinazioni prescritte e/o consigliate dall'OMS. All'arrivo nei paesi d'invio vengono fornite informazioni necessarie sulle norme igienico/sanitarie.

Attraverso le Ambasciate e/o i Consolati Italiani le conoscenze delle controparti locali, vengono individuati medici e presidi sanitari a cui rivolgersi in caso di necessità

In caso di spostamenti in aree malariche si solleciterà l'utilizzo di adeguate profilassi e procedure per prevenire il contagio.

I centri ospedalieri più vicini sono:

I volontari risiederanno nella città di Bonga dove sono presenti :

¾ 1 ospedale (Gebre Tsadik Shwo Hospital)

¾ 1 dispensari, (Bonga Health center)

¾ 4 cliniche (Andracha Clinic, Kiduse Michel Clinic, Fana Clinic, Bonga Clinic).

Sia l'ufficio del CVM che la casa dei volontari, sono ben collegati ed hanno facile accesso in pochi minuti al raggiungimento di tali centri.

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nel presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:

¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;

¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)

¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto

¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.

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Inoltre, per la sede di attuazione, si elencano i dettagli delle condizioni di disagio aggiuntivi:

ETIOPIA- Bonga (CVM 116130)

¾ Disagio causato dalla difficoltà di reperire strutture abitative adeguate agli standard di vita europei

¾ Disagio causato dalla presenza di irregolarità nelle forniture di energia elettrica e di acqua

¾ Disagio causato dalla carenza di mezzi logistici e la necessità di spostarsi, per lavoro e per motivi personali, con mezzi pubblici

¾ Disagio causato dalla carenza della disponibilità e recettività di strumenti informatici e di comunicazione

¾ Disagio causato dalla difficoltà di comunicazione dovuta alla scarsa conoscenza dell’inglese da parte della popolazione locale

DESCRIZIONE SEDE:

DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:

ETIOPIA – BONGA

L’area di progetto si trova nella zona di Kaffa, appartenente alla regione SNNPRS (Southern Nations Nationalities and Peoples Regional State) situata nel sud dell’Etiopia. La zona è composta da 11 Woreda (distretti) e si estende su circa 8.383,84 km2 con una popolazione di 880.251 abitanti (M: 434.508 - F:

445.743) di cui solo il 7,7% vive nelle aree urbane. La zona di Kaffa è un’area prevalentemente collinare e montuosa le cui temperature raggiungono i 26°C e non scendono al di sotto dei 12°C, la stagione delle piogge va da Maggio ad Ottobre. La popolazione della regione del progetto è costituito da diversi gruppi etnici che hanno vissuto qui da secoli, così come da immigrati, provenienti da altre regioni dal Paese per lo più dall'Oromia e dall'Amhara. Tra i diversi gruppi presenti nella zona di Kaffa, vive una minoranza della popolazione locale, chiamata Menja che corrisponde a circa il 10% della popolazione totale e che sarà oggetto del presente intervento.

L’economia della zona di interesse si basa prevalentemente su coltivazioni cerealicole e allevamento di bestiame. L'87% della popolazione si dedica alle attività agricole. La coltivazione del caffè ricopre un ruolo di primo piano nella Kaffa Zone, soprattutto per scopi commerciali. Altri raccolti che crescono nell'area sono:

mais, teff (cereale locale), orzo, sorgo, fagioli e piselli. Gli agricoltori dell'area sono consueti lavorare la terra con attrezzi obsoleti che non garantisce una produzione adeguata e sopra il livello di sussistenza.

Nell’area di riferimento non ci sono strade asfaltate e gli spostamenti sono garantiti da strade in ghiaia.

Nella zona Kaffa ci sono 499 scuole primarie statali e 2 private, che vanno dal primo all'ottavo grado, 38 scuole superiori, un istituto professionale tecnico ed uno per insegnanti.

Il numero di bambini che vanno a scuola è molto basso. In tutta la zona Kaffa, circa il 36,9% si iscrive alla scuola prima e mano a mano che si avanza di grado la percentuale scende. Il 22,7% si iscrivono alla scuola secondaria di cui mediamente il 10% supera l'esame statale.

La città di Bonga è il centro amministrativo della zona e conta 20.585 abitanti. In ogni Woreda c'è un poliambulatorio e 20 presidi sanitari. Mentre c'è un ospedale nella città di Bonga ed uno a Jimma che si trova a 102 km di distanza.

Nel territorio Bonga, nella zona di Kaffa, si interviene nel settore Diritti Umani e Sviluppo Sociale.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:

DIRITTI UMANI E SVILUPPO SOCIALE

Nella zona Kaffa, vive una minoranza della popolazione locale, chiamata Menja che corrisponde a circa il 10% della popolazione totale.

I Menja vengono isolati, discriminati ed emarginati dal resto della popolazione (Gomero), e fino ad oggi con poca visibilità da parte dei soggetti interessati per affrontare il problema. Sulle loro condizioni discriminatorie non sono state condotte delle ricerche specifiche mentre sono state fatte delle analisi sulle conseguenze che subiscono. Come la ricerca condotta dal partner di CVM, la Chiesa Cattolica della diocesi di Jimma-Bonga.

Poiché non esiste una formale distinzione nella fornitura di servizi o all'accesso alle risorse l'applicazione delle politiche non è equa. L'assenza di dati aggregati e l'assenza di Menja in occupazione di posti pubblici può essere causa della mancanza di conoscenza della dimensione del problema. Una profonda e radicata attitudine discriminatoria esiste tra la popolazione locale verso i Menja. Le forme più comuni di discriminazione di cui sono vittime i Menja sono: esclusione dai luoghi di incontro, non sono benvenuti in luoghi pubblici come ristoranti o bar, se entrano in luoghi pubblici vengono invitati ad uscire ed di utilizzare utensili propri. Lo scambio di visite tra i Menja ed il resto della popolazione (Gomero) è pressoché nulla e non prevede affatto la stretta di mano. Matrimoni misti sono considerati taboo e i bambini dei Menja sono

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spaventati di giocare con bambini di altri clan. Le percezioni più comuni riguardano le loro abitudini alimentari, la loro religione, la loro dimora (la foresta), modo di vestire e di igiene personale.

L'isolamento dei Menja si ripercuote anche sulla sfera economica. Spesso i figli dei Menja non vanno a scuola o abbandonando gli studi presto. Tra le principale ragioni ci sono la distanza per raggiungere le scuole superiori, i costi per affittare una stanza e per vivere fuori casa ed i mezzi di sussistenza dei genitori.

Spesso i bambini vengono tenuti a casa per svolgere delle mansioni domestiche. La situazione per le figlie femmine, è anche peggiore. Per paura che durante il percorso dall'abitazione a scuola possano essere vittime di stupri o violenze non vengono mandate affatto a scuola.

I Menja si occupando principalmente della vendita di legna e carbone nei centri cittadini. La loro attività commerciale impatta anche sulla deforestazione. La legislatura che protegge le foreste sta progressivamente escludendo i Menja dalla loro principale fonte di entrata, senza alternative. Oggi, molti Menja sono coinvolti nell'agricoltura ad un livello di sussistenza.

Secondo il report annuale della zona Kaffa meno del 5% dei Menja utilizzano i servizi sanitari presenti sul territorio e quelli che hanno completato la scuola superiore sono meno di 200.

Nel settore Diritti Umani e Sviluppo Sociale si interviene nel territorio di Bonga, nella zona Kaffa, con i seguenti destinatari diretti e beneficiari indiretti.

I destinatari diretti sono:

¾ 167 amministratori (40 insegnanti, 127 amministratori e rappresentanti di autorità)

¾ 423 membri della popolazione (75 adulti Menja, 75 Gomero, 250 bambini Menja, 15 formatori e 8 studentesse)

¾ 158 responsabili della formazione (28 leader influenti, 30 educatori adulti, 15 formatori di animatori, 25 formatori di formatori, 60 ragazzi come educatori alla pari)

¾ 300 partecipati agli eventi di conversazione a livello di comunità I beneficiari sono:

¾ 3.200 tra studenti e membri della popolazione della zona di Kaffa.

¾ 2.370 persone raggiunte dai responsabili della formazione. Considerando mediamente un rapporto da 1:15.

¾ 1.500 beneficiari indiretti dei partecipanti agli venti di conversazione comunitaria.

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO

:

ETIOPIA- Bonga (CVM 116130)

¾ Formazione di 167 rappresentanti di autorità, settori competenti e società civile a supporto delle minoranze;

¾ Capacity building di 423 membri della popolazione su alfabetizzazione, educazione, giustizia sociale e diritti umani;

¾ Accrescere le competenze di 158 responsabili della formazione su diritti umani e discriminazione di minoranze.

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi ETIOPIA- Bonga (CVM 116130)

Azione 1 - Formazione di rappresentanti di settori competenti e società civile.

1. Organizzazione e realizzazione di un laboratorio di 1 giorno per la presentazione del progetto e degli obiettivi a 50 partecipanti tra: rappresentanti della società civile ed amministratori di Zona.

2. Organizzazione e conduzione di una ricerca annuale nella Zona di intervento per raccolta dati sulla valutazione ed esclusione dei Menja per far emergere i gap esistente negli uffici pubblici e a far emergere le condizioni reali di questo popolo.

3. Organizzazione e realizzazione di 2 seminari tematici da 2 giorni nei quali 49 rappresentanti degli uffici a livello di Woreda prenderanno coscienza della situazione reale dei Menja e coordineranno un intervento multisettoriale per proteggerli e migliorare il loro accesso ai servizi. I risultati delle indagini già condotte saranno presentati e discussi durante gli incontri.

4. Organizzazione e realizzazione di 1 laboratorio tematico di 3 giorni per 28 rappresentanti degli uffici amministrativi di Zona e Woreda ed esponenti di spicco della società civile sul diritto universale all'accesso alla terra, acqua e risorse naturali.

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5. Organizzazione e realizzazione di 2 corsi di formazione da 6 giorni per 40 insegnanti a livello di kebele su supporto psicologico ed integrazione per impedire il processo di esclusione ed abbandono scolastico dei Menja e limitare il basso livello di auto isolamento e bassa autostima dei Menja.

Azione 2 - Capacity building dei Menja

1. Organizzazione e realizzazione di 6 corsi di alfabetizzazione (numeri, alfabeto, agricoltura, alimentazione, igiene e salute) a 150 rappresentanti di adulti della comunità di minoranze per ridurre l'isolamento ed un basso livello economico e sociale dei Menja.

2. Organizzazione e realizzazione di un programma pre-scolastico volto a 250 bambini/ragazzi per garantire una maggiore integrazione negli anni scolastici avvenire ed un minore abbandono scolastico.

3. Organizzazione e realizzazione di 1 corso di formazione per 15 persone che promuoveranno l'alfabetizzazione del popolo adulto per l'area di progetto

4. Monitoraggio e valutazione delle attività e della formazione svolta dai 15 formatori selezionati e formati.

5. Organizzazione, selezione e supporto scolastico ad 8 studentesse Menja delle scuole superiori affinché possano proseguire negli studi. Permettendo così anche ai Menja di raggiungere un livello di istruzione più alto che generalmente non raggiungono, sopratutto le ragazze. L'abbandono scolastico è causa di ostacolo per la crescita personale delle ragazze e limitante per le loro prospettive future.

6. Monitoraggio, raccolta dati e valutazione dell'andamento scolastico delle 8 studentesse Menja supportate a livello scolastico.

Azione 3 - Innalzare le capacità degli addetti di settore nell'affrontare casi discriminatori e conseguenze.

1. Organizzazione e produzione di spettacoli teatrali realizzati da 25 formatori di formatori (TOT) per sensibilizzare la popolazione su diritti, discriminazione, uguaglianza e pregiudizi per ridurre l'isolamento e i maltrattamenti verso i Menja.

2. Organizzazione di incontri nelle scuole per sensibilizzare sul tema e selezione di 60 ragazzi per costituire 5 club scolastici, composti da 60 educatori alla pari che organizzeranno 30 incontri di sensibilizzazione e informazione per i loro coetanei.

3. Organizzazione e realizzazione di incontro con gruppi di discussione di 15 formatori di animatori (CA) che promuoveranno le questioni etiche in altrettanti villaggi e gruppi

4. Organizzazione e realizzazione di 10 eventi ed occasioni per promuovere incontri di conversazioni a livello comunitario su atti discriminatori, integrazioni e questioni etiche, con il coinvolgimento complessivo di 300 persone.

5. Organizzazione e realizzazione di 2 corsi di formazione per 30 educatori che promuoveranno temi riguardo la parità dei diritti, integrazione e cooperazione tra tutta la popolazione della zona del Kaffa 6. Organizzazione di un seminario da 2 giorni con 28 leader influenti che saranno sensibilizzati su

diritti, discriminazione, uguaglianza e pregiudizi e sarà richiesto il loro contributo per avviare un processo di cambiamento culturale nei confronti del popolo Menja. Ogni anno si incontreranno per discutere dei progressi, problemi e strategie.

Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

¾ N.1 Coordinatore generale delle attività (Azioni 1, 2, 3)

¾ N. 1 Facilitatore esperto per corsi di formazione e seminari (Azioni 1, 2, 3)

¾ N. 1 Esperto in diritti delle minoranze e legislazione locale (Azioni 1)

¾ N. 1 Esperto di educazione ed istruzione (Azioni 2, 3)

¾ N.1 Ricercatore (Azione 1)

¾ N. 2 Raccoglitore dati (Azione 1)

¾ N.1 Amministratore contabile (Azioni 1, 2, 3)

¾ N.1 Segretaria/contabile (Azioni 1, 2, 3)

¾

N.1 Autista/Meccanico (Azioni 1, 2, 3)

 

 

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Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

ETIOPIA- Bonga (CVM 116130)

Il volontario/a in servizio civile n°1 sarà di supporto nelle seguenti attività:

¾ Collaborazione nell'organizzazione e realizzazione del laboratorio di 1 giorno per la presentazione del progetto e degli obiettivi a 50 partecipanti.

¾ Supporto nell'organizzazione e conduzione di una ricerca annuale nella Zona di intervento per la valutazione ed esclusione dei Menja.

¾ Affiancamento nell'organizzazione e realizzazione di 2 seminari tematici da 2 giorni per 9 rappresentanti degli uffici a livello di Woreda.

¾ Partecipazione nell'organizzazione e realizzazione di 1 laboratorio tematico di 3 giorni per 28 rappresentanti degli uffici amministrativi di Zona e Woreda ed esponenti di spicco della società civile sul diritto universale all'accesso alla terra, acqua e risorse naturali.

¾ Supporto nell'organizzazione e realizzazione di 2 corsi di formazione da 6 giorni per 40 insegnanti a livello di kebele su supporto psicologico ed integrazione.

¾ Partecipazione all'organizzazione e produzione di spettacoli teatrali realizzati da 25 formatori di formatori (TOT) per sensibilizzare a popolazione su diritti, discriminazione, uguaglianza e pregiudizi per ridurre l'isolamento e i maltrattamenti verso i Menja.

¾ Supporto alla selezione, organizzazione e sensibilizzazione nelle scuole per costituire 5 club scolastici, composti da 60 educatori alla pari che organizzeranno 30 incontri di sensibilizzazione e informazione per i loro coetanei.

¾ Affiancamento all'organizzazione e realizzazione di incontro con gruppi di discussione di 15 formatori di animatori (CA) che promuoveranno le questioni etiche in altrettanti villaggi e gruppi Il volontario/a in servizio civile n°2 sarà di supporto nelle seguenti attività:

¾ Supporto nell'organizzazione e realizzazione di 6 corsi di alfabetizzazione (numeri, alfabeto, agricoltura, alimentazione, igiene e salute) a 150 rappresentanti di adulti della comunità di Menja.

¾ Affiancamento all'organizzazione e realizzazione di un programma pre-scolastico volto a 250 bambini/ragazzi.

¾ Sostegno all'organizzazione e realizzazione di corsi di formazione per 15 persone che promuoveranno l'alfabetizzazione del popolo adulto per l'area di progetto

¾ Affiancamento al monitoraggio e valutazione delle attività e della formazione svolta dai 15 formatori selezionati e formati.

¾ Partecipazione all'organizzazione, selezione e supporto scolastico ad 8 studentesse Menja delle scuole superiori.

¾ Affiancamento al monitoraggio, raccolta dati e valutazione dell'andamento scolastico delle 8 studentesse Menja supportate a livello scolastico.

¾ Supporto all'organizzazione e realizzazione di 10 eventi ed occasioni per promuovere incontri di conversazioni a livello comunitario su atti discriminatori, integrazioni e questioni etiche.

¾ Collaborazione all'organizzazione e realizzazione di corsi di formazione per 30 educatori alla pari che promuoveranno temi riguardo la parità dei diritti, integrazione e cooperazione tra tutta la popolazione della zona del Kaffa.

¾ Affiancamento all'organizzazione di un seminario da 2 giorni con 28 leader influenti che saranno sensibilizzati su diritti, discriminazione, uguaglianza e pregiudizi.

REQUISITI:

I seguenti requisiti sono suddivisi tra requisiti generici, ricercati genericamente in tutti i candidati, e i preferibili requisiti specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i volontari andranno ad implementare:

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della FOCSIV o di uno degli Organismi soci e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet.

Specifici:

ETIOPIA- Bonga (CVM 116130) Volontario/a n 1

¾ Laurea in ambito socio-educativo come scienze della formazione, educazione, comunicazione, psicologia, antropologia o equipollenti con esclusione di Scienze Politiche

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¾ Buona conoscenza della lingua inglese scritta e parlata Volontario/a n 2

¾ Laurea in ambito socio-educativo come scienze della formazione, educazione, comunicazione, psicologia o equipollenti con esclusione di Scienze Politiche

¾ Buona conoscenza della lingua inglese, scritta e parlata

DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO

CVM Porto San

Giorgio

Viale delle Regioni,

6 - 63822 0734-674832 www.cvm.an.it

¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a cvm@pec.it avendo cura di specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es. CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2014 - Albania - CELIM).

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

Riferimenti

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