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Rassegna Stampa. Venerdì 29 Gennaio 2021

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Rassegna Stampa

Venerdì 29 Gennaio

2021

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Venerdì 29 gennaio 2021

6 PRIMO PIANO

lBARI.Dopo l’ok al Piano che istituisce la sorveglianza sanitaria e i test a tappeto sul personale, da lunedì la Regione farà riaprire in presenza scuole elementari e medie e consentirà le lezioni in classe per il 50% degli studenti delle superiori (pur con- sentendo a tutti di chiedere la didattica a distanza). Ma per i sindacati è una situa- zione in chiaroscuro: Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals Confsal, Fgu Gilda e delle associa- zioni Anief e Anp Puglia hanno predisposto un ordine del giorno da inviare a tutti i 635 Consigli d’istituto delle scuole pugliesi, af- finché «adottino una delibera con la quale chiedono la cessazione delle ordinanze re- gionali, con l’obiettivo di recuperare per quanto possibile un rientro in classe in presenza in sicurezza».

L’iniziativa è contro la libertà di scelta lasciata alle famiglie sulla frequenza in pre-

senza, «un caso unico in Italia» come ha detto ieri Claudio Menga della Cgil. Una valutazione condivisa da gran parte dei sindacati del settore (e anche dallo stesso ministero dell’Istruzione, che ha tuttavia ritenuto opportuno non avviare un con- flitto con la Regione): «Si applichino i Dpcm, senza ulteriori ordinanze regionali che introducono, unico caso nel panorama nazionale, la facoltà di scelta delle fami- glie», prosegue Menga. «Se c’è rischio grave si resti tutti a casa, altrimenti si torni a scuola tutti - aggiunge Roberto Romito, pre- sidente dell’Anp (il sindacato dei presidi) -.

Frequentare le scuole è un dovere e la fre- quenza non può che avvenire con le regole della scuola. La libertà di scelta pugliese offende gravemente la dignità delle scuole, riducendole a parcheggio, calpesta la loro autonomia organizzativa e svilisce il duro

impegno di dirigenti e insegnanti».

La conseguenza delle ordinanze del pre- sidente Michele Emiliano, prosegue Romi- to, sono le «ricadute sulla didattica. Si sta creando un buco formativo che, soprattutto nel secondo ciclo, può costituire un peri- coloso carburante per la dispersione». «La didattica mista non può essere un modello - anche secondo Roberto Calienno della Cisl - perché si crea un divario tra chi frequenta e chi no e tenere i ragazzi attaccati ai monitor per tante ore non può produrre migliora- menti formativi». Nelle scorse settimane l’opzione «fai da te» ha tenuto a casa circa la metà degli alunni di elementari e medie, mentre per le superiori, a partire dal primo febbraio, si stima che la possibilità di scelta sulla frequenza possa far rientrare solo uno studente su 5: e i sindacati preannunciano forme di mobilitazione. [red.reg.]

La Puglia resterà arancione almeno fino al 17 febbraio

Il ministero: l’impatto dell’epidemia è sempre alto, preoccupano i posti letto

lBARI.Almeno altre tre settimane in zona arancione, ma con il rischio che possano essere di più: la Puglia è tra le regioni che mantengono parametri sopra le soglie di guardia.

E dunque per ora le misure di tutela non cambieranno: niente consumazioni nei locali pubblici, ristoranti chiusi anche a mezzogiorno.

Oggi il ministero della Salute dovrebbe rendere nota la bozza dei dati su cui, domani, verranno emanati gli eventuali decreti di riclassificazione. Ma i numeri - soprattutto dopo quanto accaduto con la Lombardia - vengono pre-annunciati alle Regioni, e la situazione che riguarda la Puglia continua ad essere in chiaroscuro. Bassa la probabilità di crescita del rischio, alto l’impatto dell’epidemia sul territorio. Ed alto, sopra il livello di guardia, il tasso di occupazione delle Terapie intensive: in questo modo, anche se il parametro Rt (che misura i contagi secondari prodotti da ogni singolo malato sintomatico) è come sembra tornato sotto quota «1», non è possibile abbassare la guardia.

Il meccanismo utilizzato dal ministero della Salute è basato su una griglia di parametri. Ma la regola è che per scalare fascia bisogna possedere i numeri per due settimane con- secutive. Siccome anche per la prossima (1-7 febbraio) la Puglia manterrà dati da fascia arancione, ne consegue che il primo eventuale cambio potrà arrivare non prima di do- menica 17. L’aspetto positivo è che non ci sono peggioramenti (i contagi continuano a crescere ma il tasso settimanale è diminuito), preoccupa un po’ il tasso di positivi sul numero di test effettuati (da cui si sottraggono quelli collegati agli screening) ma il numero di casi ogni 100mila abitanti è costantemente in calo e comunque è sensibilmente più basso della media nazionale. Insomma, se al termine della prossima settimana dal monitoraggio emergeranno parametri più con- fortanti, la Puglia potrà tornare gialla a fine febbraio. Ma non si può nemmeno escludere - confermano fonti che hanno accesso alle rilevazioni ministeriali - che l’algoritmo venga in qualche modo modificato in corsa, rendendo più semplice il

cambiamento di fascia. [m.s.]

CORONAVIRUS

I NODI DELL’EMERGENZA

NUOVE CONSEGNE DA LUNEDÌ Fino a ieri sera completate somministrazioni a circa 92mila pazienti. «L’80% del totale è andato a personale sanitario»

FASE-1La campagna vaccinale non rallenta. A destra l’assessore Pier Luigi Lopalco

Puglia, a febbraio arrivano dosi per 80mila persone

I piani di Pfizer e Moderna. La Regione: i vaccini non rallentano

MASSIMILIANO SCAGLIARINI lBARI.Nel corso del mese di febbraio la Puglia riceverà 47.500 dosi del vaccino «Mo- derna» e 115mila del «Comir- naty» della Pfizer, quantità che dovrebbero essere suffi- cienti a garantire la conclu- sione della prima fase e di avviare la seconda fase del piano di immunizzazione per oltre 80mila cittadini. I dati che il commissario Arcuri ha fornito ieri alla Regione non sono definitivi - possono sem- pre essere rivisti, certo non al rialzo - ma consentono alla cabina di regia di tirare il fiato: non c’è motivo per di- sporre un rallentamento delle somministrazioni.

Da lunedì a mercoledì la Puglia ha ottenuto poco meno di 26mila dosi della Pfizer, che riprenderà le forniture a par- tire dall’8 di febbraio: la pros- sima settimana non è infatti previsto l’arrivo di fiale dal Belgio, a meno che non ci sia un (improbabile) recupero delle 7mila che risultano fi- nora mancanti. Lunedì do- vrebbero invece essere dispo- nibili (nelle sedi delle sei Asl) le prime 4.300 dosi del Mo- derna, che rispetto al vaccino concorrente ha il vantaggio di poter essere conservato a tem- perature più basse e dunque di poter essere movimentato a costi più bassi.

Secondo i dati del ministero della Salute la Puglia a ieri sera ha raggiunto 92mila som- ministrazioni uniche, utiliz- zando il 75% delle dosi finora consegnate: il resto sono quel- le che formano la scorta per il richiamo (poco meno di 17mi- la le persone che hanno ot- tenuto anche la seconda dose).

Rispetto alle 94mila previste in fase-1 (entro metà gennaio) si tratta dunque di un ri- sultato abbastanza soddisfa- cente, considerando che la scorsa settimana c’è effetti-

personale delle scuole.

Ieri la fondazione Gimbe ha diffuso un dato che ha fatto molto discutere. Dice che in Puglia solo lo 0,37 per cento della popolazione ha comple- tato il ciclo vaccinale con la seconda dose, e che l’80 per cento delle dosi di vaccino è stato somministrato al per- sonale sanitario, il 9 per cento agli ospiti delle Rsa e l’11 per cento a personale non sani- tario. «Le statistiche della Gimbe - spiegano però dalla Regione - confrontano il nu- mero di vaccini con la po- polazione e non tengono conto del fatto che la Puglia ha ot- tenuto poche dosi perché ha pochi operatori sanitari, più o meno la metà dell’Emilia Ro- magna che ha la stessa po- polazione della Puglia. La no- stra campagna vaccinale pro- cede spedita come mostrano invece le le statistiche del mi- nistero della Salute: sono state somministrate quasi tutte le dosi disponibili detratta la quota per i richiami». Proprio quel dato dell’80% di dosi al personale sanitario, si fa no- tare, è tra i più alti d’Italia:

solo Lazio, Abruzzo, Calabria e Sardegna hanno fatto me- glio.

FINO ALLE 18Proseguiranno i controlli sulle attività commerciali

NON BASTA L’INDICE «RT» IN DISCESA

LA POLEMICA CGIL, CISL, CONFSAL, GILDA, ANIEF E ANP PREANNUNCIANO MANIFESTAZIONI E CHIAMANO I CONSIGLI D’ISTITUTO

I sindacati: «Basta con la scuola fai da te»

Critiche alla nuova ordinanza di Emiliano: «Niente Dad a richiesta, applicare il Dpcm»

L’ANNUNCIO L’ASSESSORE MAURODINOIA: AGGIORNATI I CONTRATTI

«Il sistema dei trasporti è pronto per il rientro»

lBARI.«La Puglia ha fatto tutto quanto doveva e a differenza di altre Regioni, ha anche provveduto a un prelievo dal fondo di riserva prevedendo 3,3 milioni di euro ripartiti tra Province e Comuni per potenziare il trasporto degli studenti. Lo ha detto l’assessore ai Trasporti, Anita Maurodinoia, spiegando che è tutto pronto per consentire il rientro a scuola da lunedì del 50%

degli studenti pugliesi delle scuole superiori. Maurodinoia ieri ha partecipato a Trani alla presentazione dei nuovi 4 bus a bassa emissione a disposizione della Amet, acquistati dal Comune grazie al bando regionale «Smart Go City».

«Siamo pronti al rientro - ha detto Maurodinoia - abbiamo già contrattualizzato, noi come Regione, i gestori per le corse re- gionali, credo lo stiano facendo anche Province e Comuni. Lu- nedì quindi si parte con un rientro, così come anticipato, al 50%.

Sappiamo che non ci saranno grosse criticità ma sicuramente bisogna potenziare quelle linee che già presentavano elementi di criticità nel periodo precedente al Covid». L’assessore ieri ha anche annunciato che la Puglia ha acquistato 118 autobus de- dicati al servizio del trasporto pubblico locale urbano, destinati a 15 Comuni, per un importo complessivo di circa 39 milioni di euro di fondi europei stanziati per «interventi per l'aumento della mobilità sostenibile nelle aree urbane e sub urbane». «Un altro passo in avanti a sostegno del trasporto pubblico - ha detto Maurodinoia - vogliamo aumentare la mobilitù sostenibile nelle aree urbane attraverso processi di ammodernamento e miglio- ramento del sistema trasportistico pubblico locale di persone, anche con riferimento al miglioramento dell'accessibilità di persone a mobilita' ridotta e di contribuire a sostenere percorsi di transizione indirizzati verso un’economia a basse emissioni».

vamente stato un rallenta- mento delle somministrazioni di prima dose, per il timore - appunto - di non avere suf- ficiente magazzino per i ri- chiami.

In base ai dati forniti da Arcuri, Pfizer dovrebbe con- segnare 33.930 dosi l’8 feb- braio, 40.950 il 15, 40.950 il 22 per un totale di 115.830. Il vaccino Moderna dovrebbe partire invece l’1 febbraio, poi

10.800 dosi l’8 febbraio e altre 32.400 il 22 febbraio per un totale appunto di 47.500. Trat- tandosi di prodotti a doppia dose, significa avere la pos- sibilità di somministrare il vaccino ad altre 81mila per- sone. Le priorità dovranno es- sere definite dal governo con il ministero della Salute, ma l’assessore Pier Luigi Lopalco ha già detto di ritenere in- dispensabile cominciare con il

Il bollettino Registrati altri 1.159 nuovi casi

Torna a salire il tasso di positività che ieri si è atte-

stato al 12.3% dei tamponi, in aumento rispetto al

10,4% di mercoledì e all’8,4% di martedì. Sale anche -

secondo la fondazione Gimbe - dal 37% al 39% la per-

centuale di occupazione dei posti letto di terapia inten-

siva da parte di pazienti affetti dal Covid. Su 9.412 tamo-

ni ieri sono stati registrati 1.159 casi positivi: 457 in pro-

vincia di Bari, 78 a Brindisi, 55 nella Bat, 234 a Foggia,

136 a Lecce, 200 a Taranto. Sono stati 34 i decessi: 20 a

Bari, uno a Foggia, Brindisi e nella Bat, 3 a Lecce e 8 a

Taranto. In Puglia è inoltre salita dal 37% al 39% la per-

centuale di occupazione dei posti letto di Intensiva. Per

quanto riguarda l’area medica Covid l’occupazione dei

posti letto è pari al 41%, +1% rispetto al report della

settimana precedente (la soglia di saturazione è fissata

al 40%). Scendono il numero dei casi testati per 100 mi-

la abitanti (592) e il rapporto tra positivi e casi testati

(28,6%).

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Venerdì 29 gennaio 2021

PRIMO PIANO 7

CORONAVIRUS

PRESIDENTE DEL «NEGRI» DI MILANO

«MA IL PRESSAPOCHISMO IMPERA»

«L’insuccesso dell’ App Immuni ne è un esempio. “Contrattare” forniture di vaccini richiede preparazione adeguata»

«Il ritardo dei vaccini si può recuperare»

Garattini: con le modifiche agli impianti, aumenterà la produzione

LA PANDEMIA IN ITALIA «IL RICHIAMO PFIZER VA FATTO, TASSATIVAMENTE, ENTRO TRE SETTIMANE»

L’indice di positività risale al 5,2%

in calo il numero dei contagiati

Atteso per oggi il via libera dell’Ema ad AstraZeneca

NICOLA SIMONETTI

lRidotto invio di confezioni di vaccini anti virus del Co- vid-19, ritardi nelle vaccinazio- ni, crisi, quali e quanti rischi ne derivano per la popolazione? Lo chiediamo al prof. Silvio Garat- tini, fondatore e, fino a poco tem- po fa, direttore e ora presidente dell'Istituto di ricerche farmaco- logiche «Mario Negri» di Milano, che, dopo una giornata densa di incontri e impegni, ci ha rispo- sto, con la solita disponibilità e cortesia, nelle prime ore della notte.

«I ritardi – egli ci ha risposto – si dovrebbero poter annullare.

Abbiamo fondata speranza che, operando con professionalità e senza escamotage illeciti, in bre- ve tempo, si riprenda il ritmo previsto. Si è parlato – da parte delle aziende produttrici (Pfizer e, dopo, anche Astra-Zeneca), di necessarie modifiche agli im- pianti per poter, poi, aumentare la produzione. Se così fosse, si disporrebbe di più dosi che po- trebbero far recuperare, o quasi, il tempo perduto».

Ma è stata anche ventilata l’ipotesi che si tratti di un falso motivo poiché dosi di vaccino sarebbero state di- rottate verso altri acquiren- ti che pagano di più in mo- neta oppure in benefit.

«Non abbiamo documentazio- ne che avvalori l’ipotesi e non possiamo attardarci nei sospetti.

È tempo del fare».

La ventilata azione giudi- ziaria potrà ritardare le for- niture?

«Ci siamo mossi con ritardo ed

il contraddittorio non servirà, di sicuro, a tradursi in vantaggi, quanto meno in tempi utili, per la popolazione. Né è scontato che non sorgano altri intralci nella produzione, trasporti, ecc. Guar- dando la situazione, oggi, dob- biamo constatare un difetto di programmazione cui è risultato carente l’approccio scientifico necessario. Dovremmo aver con- siderato che ci servono almeno 90-110 milioni di dosi. Un facile conteggio ci avrebbe dovuto far capire che le dosi inserite nel contratto sottoscritto avrebbero soddisfatto il fabbisogno italiano soltanto – ritardi ed altri ostacoli esclusi – a dicembre 2021. Troppo tardi per concretizzare il risul- tato auspicabile quanto prima, di una immunità di gregge. Il

“pressapochismo” ha fin troppo imperato. L’insuccesso dell’ App Immuni ne è un esempio. “Con - trattare” forniture di vaccini ri- chiede preparazione adeguata.

Non è così semplice come acqui- stare un qualsiasi altro prodot- to».

Quali possibili rimedi lei

suggerisce?

«Nel mondo sono in studio 60 vaccini e, alcuni, già pronti ed in uso e molti altri in fase 3, quindi prossimi a varcare la soglia della immissione in uso dopo aver su- perato le prove di efficacia e in- nocuità. Non continuiamo a con- siderare – come è stata la prassi finora attuata e che, ora, mostra il conto salato in salute, vite umane e finanze perdute – la ri- cerca come l’ancella povera che rappresenta una spesa e non un investimento. La mia proposta, visto che ogni produttore ha pro- pri limiti e non può, sic et sim- plciter, moltiplicare il prodotto, è mettere a disposizione, per la produzione, i diversi e ottimi opi- fici italiani che già producono altri vaccini la cui preparazione può essere temporaneamente so- spesa facendo affidamento sulle scorte in atto. Per l’emergenza questi laboratori di produzione potrebbero essere utilizzati per la preparazione di questi vaccini anti-coronavirus del Covid. Lo si può fare senza tempi morti. Una ipotesi – la mia – realizzabile in considerazione, tra l’altro, dell’ottimo livello dei laboratori operanti in Italia. La qualità al-

leata con la quantità, potrebbe superare la crisi. Né si trascuri la realtà di vaccini in corso di spe- rimentazione e prossimi al tra- guardo. In Italia ne abbiamo due in preparazione. Se ne imple- menti il cursus in atto, si faccia a

meno di molti inutili ostacoli bu- rocratici, quando marcatamen- te, pleonastici, controproducen- ti; si aiutino, invece, a progre- dire, se ne facilitino i percorsi, senza, ovviamente, far a meno di correttezza e tempi necessari.

Non perdiamoci in contestazioni e ritardi inammissibili. Ripeto è il momento del fare e farlo al meglio e in fretta adeguata».

Utilizzare i vaccini russo o cinesi già in uso e, da alcuni, usati al di là dei vincoli Ue?

«Potrebbe essere utile anche per noi. Ma bisognerà preven- tivamente, per la difesa di chi si vaccina con detti prodotti, che ricercatori e produt- tori si rendano os- servanti delle regole di controllo delle no- stre agenzie addette a farlo. Trasparenza ed onestà intellet- tuale e di mercato siano presupposti irrinunciabili. Vac- cino sia sempre ga- ranzia di salute e non rischio al buio».

Ostacoli da co- pyright, brevetti o marchi?

«Questi vaccini sono farmaci salva-vita e, ad iniziare dalla Unione Europea o, dalla stessa Italia, si potrebbe subito chiede- re-esigere il fuori vincolo e li- beralizzare la produzione libera, pur se controllata riguardo a qualità e sicurezza. Il problema riguarda il mondo intero. Si pen- si al bacino incontrollato di virus

che potrebbero rappresentare i Paesi più poveri cui ogni costo di vaccino e di somministrazione risulta oneroso».

Come affrontare il proble- ma varianti?

«Il tempo che passa inutilmen- te ad attendere la vaccinazione di massa significa una chance in più, per il vaccino, a dotarsi di variazioni ulteriori con il rischio del rendere il vaccino in uso me- no valido. Le varianti sinora ri- levate sono controllabili e non sembrano che sfuggano alla po- tenza del vaccino. Si tenga pre- sente che il virus non è morto e che esso morrà soltanto quando non riuscirà a trovare persone che lo ospitino. Quanti più vac- cinati, tanto meno terreno di so- pravvivenza esso potrà trova- re».

Il Pasteur ha comunicato, ieri, di aver sospesa la ri- cerca per un vaccino, risul- tato poco protettivo.

«Un esempio di serietà. Ma va precisato che le protezioni, per esempio del 80-90% o più assi- curate dagli attuali vaccini sono effettivamente tali perché deri- vati da osservazione di migliaia di casi».

LE VARIANTI

«Il virus non è morto e morrà soltanto quando non

riuscirà a trovare ospiti»

lIn attesa del rientro in classe lunedì primo febbraio per il 50 per cento degli alunni lucani, a Po- tenza è partito lo screening sulla popolazione scolastica delle scuole superiori. Decine di studenti in fila ieri mattina nel parcheggio di un impianto sportivo, la palestra

«Mazzola», per eseguire tamponi rapidi: si è creata qualche coda e questo ha fatto scaturire alcune proteste. La situazione è presto tornata alla normalità e quindi si è proceduto al completamento delle operazioni previste.

Lo screening ieri mattina ha riguardato i primi 3.000 tra stu- denti e docenti residenti nel ca- poluogo di regione. Le operazioni saranno completate quando saran- no sottoposti a tampone i restanti 8 mila tra residenti e non residenti che frequentano le scuole supe- riori di Potenza. Sono 11 le po- stazioni predisposte dall’Azienda sanitaria che ha sottoposto a tam- pone rapido i ragazzi sulla base degli elenchi forniti dagli istituti scolastici. Lo screening andrà avanti fino a domenica e se i residenti di Potenza, Pignola e Va- glio saranno sottoposti a tampone nel capoluogo, per tutti gli altri si procederà nei comuni di residenza anche grazie al supporto dei me- dici di famiglia.

Intanto, secondo il bollettino del- la task force emesso ieri in Ba- silicata si registra un significativo calo di positivi, mentre c’è una nuova vittima. Nel dettaglio, sono

lMentre continua il braccio di ferro tra Bruxelles e AstraZeneca per le partite di vaccino, scendono i casi di Coronavirus in Italia. Ieri sono stati 14.372 i nuovi contagiati contro i 15.204 di mercoledì, anche per via di un calo dei tamponi effettuati (pari a 275.179) e che, comunque, determina un indice di positività in lieve risalita, al 5,2%. È quanto riporta il bollettino del ministero della Sa- lute, secondo cui i decessi sono stati 492, in aumento rispetto ai 467 di mercoledì.

I guariti sono, quindi, 17.220 mentre gli attuali positivi sono 474.617, con un calo di 3.352 unità.

Prosegue il trend in miglio- ramento relativamente alla pressione sugli ospedali. I ri- coverati nei reparti ordinari so- no 20.778, con un calo record di 383; flessione pure nelle terapie intensive con 2.288 ricoverati e una riduzione complessiva di 64 degenti con 102 nuovi ingres- si. In isolamento domiciliare vi sono 451.4551 persone.

La regione con il maggiore

numero di positivi è la Lombardia (2.603), seguita da Campania (1.313) ed Emilia-Ro- magna (1.265).

Intanto, come si diceva, continua il brac- cio di ferro Ue-AstraZeneca per i ritardi nelle consegne dei vaccini che, oggi, dovreb- bero ricevere il «disco verde» dall’Agenzia del farmaco europea (Ema). Il dialogo non sta portando frutto e il presidente del Con- siglio Ue, Charles Michel, ha paventato la possibilità di un blocco dell’export, usando l’articolo 122 del Trattato, che è la base legale per tutte le misure di emergenza e che in questo caso autorizzerebbe appunto «inter- venti urgenti» per assicurare produzione e

distribuzione efficace dei vaccini agli eu- ropei. In concreto, l’azienda farmaceutica dovrà inviare una notifica all’autorità na- zionale delle dogane di quante dosi di vac- cino vuole esportare e dove. Poi, oltre agli Stati membri, anche la Commissione Ue avrà il potere di negare l'autorizzazione.

L’Ema ha poi chiarito che la sommini- strazione della seconda dose del vaccino Pfi- zer è raccomandata «tre settimane dopo la prima dose» (precedentemente l’indicazione era che questa dovesse essere eseguita in un lasso di tempo di «almeno 21 giorni»). Ciò vuol dire che, anche se le for- niture latitano, per avere la co- pertura immunologica previ- sta, non può esserci alcun ri- tardo. «Non ci sono dati sull’ef - ficacia del vaccino quando - af- ferma Ema - somministrato ol- tre gli intervalli utilizzati nei trial clinici».

Nella speranza che Pfizer riavvii stabilimenti a produzio- ne maggiorata e relative con- segne e che si dipani la matassa AstraZeneca, la cifra di oltre 101 milioni di dosi di vaccini di cui dovrebbe disporre l’Ita - lia entro la fine del 2021 appare alquanto aleatoria. Quella cifra è contenuta nel de- creto del ministero della Salute del 2 gen- naio, pubblicato ieri sul portale, che adotta il Piano nazionale vaccini e ne aggiorna (fino a fine dicembre) quantità e tempi di consegna.

In base alla tabella (già in parte superata dai ritardi delle consegne), entro l’ultimo tri- mestre dell’anno il nostro Paese dovrebbe avere 40,1 milioni di dosi AstraZeneca, 40,5 milioni di Pfizer/BioNtech e 21,2 milioni di Moderna. Se non è un libro dei sogni, ci si

avvicina. [@MrsIngr]

42 i nuovi contagi su un totale di 669 tamponi esaminati nella gior- nata di mercoledì. Al pari dei positivi calano anche i numeri negli ospedali che continuano ad essere molto al di sotto della soglia di allerta. I ricoverati passano da- gli 83 del precedente aggiornamen- to ai 76 di ieri, dei quali due si trovano in terapia intensiva (en- trambi al San Carlo di Potenza). I guariti sono 55. Analizzando com- plessivamente i dati, considerati i nuovi casi e le guarigioni, i lucani attualmente contagiati dal Coro- navirus sono 6. 719, mentre i gua- riti da inizio pandemia ammon- tano a 5. 669. Per quanto riguarda la persona deceduta, si tratta di un 89enne di Matera. Come rende noto la task force, l’anziano è morto lo scorso 25 gennaio all’ospedale Ma- donna delle grazie della «città dei Sassi». Con quest’ultimo decesso, il numero complessivo delle vittime in Basilicata, da inizio pandemia, sale a 320, così come riporta il bollettino quotidiano del ministero della Salute e dell’Istituto supe- riore di sanità (310 secondo la task force regionale). Intanto, come nel resto d’Italia, segna il passo la campagna vaccinale. Se ad oggi sono state inoculate quasi 15 mila dosi, bisognerà aspettare il periodo tra il 5 e il 25 febbraio per la consegna di altre 22 mila dosi di Pfizer e Moderna. In queste ore si sta procedendo comunque con la somministrazione delle dosi di ri- chiamo.

VACCINOUna boccetta di Pfizer-BioNTech [foto d’archivio]

Si parla di anticorpi mono- clonali.

«Interessanti ma, ovviamente, si tratta di azione terapeutica. Si eviti, anche qui, la superficialità.

Piuttosto si dovrebbe individua- re un piccolo gruppo di autentici esperti competenti che sappiano documentarsi, suggerire, consi- gliare strade nuove, esplorabili, importabili in Italia come in Eu- ropa. Ma dovremmo far presto ad evitare di dover constatare, come è stato per lo “scandalo”

vaccino, di giungere tardi e ma- le».È stato detto che, per rispar- miare dosi di vaccino, ci si fermi a vaccinare fino ad 89 anni perché - sarebbe stato verificato – che gli over 90 reagiscono meglio al rischio infezione.

«Gli over 90 sono così pochi che sembra inutile attardarsi in sterili polemiche. Li si premu- nisca come tutti gli altri».

Misure particolari di difesa dei singoli?

«Quelle consigliate come igie- ne delle mani, mascherina, ven- tilazione degli ambienti, distan- ziamento sono valide misure da rispettare responsabilmente».

ESPERTOIl prof. Silvio Garattini

Il 1° febbraio si rientra in classe a Potenza screening alle superiori

Testati in 3.000, proteste per le lunghe code Muore 89enne, sono320 le vittime lucane

ASTRAZENECAUna confezione di vaccini

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Venerdì 29 gennaio 2021

8 PUGLIA E BASILICATA

IL SIDERURGICO LA COPERTURA DEI NASTRI IN QUOTA NON È ANCORA COMPLETA. È PROSSIMA LA RIPARTENZA DELL’ALTOFORNO 2

Ilva, il Tar nega proroga prescrizione ma l’attività produttiva non rischia

GIACOMO RIZZO

lTARANTO.Il Tar del Lazio nega la proroga dei termini per la copertura di nastri trasportatori e torri in quota dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto, ma questo «non comporta alcun pregiudizio per l’attività produttiva di Ar- celorMittal», che aveva paventato la fer- mata anticipata dell'Altoforno 4, prevista per marzo. A sottolinearlo è il Ministero dell’Ambiente in una nota facendo rife- rimento alla sentenza sul ricorso dell’azienda. «Nessun rischio, quindi - si precisa - ma la necessità di porre fine ai termini prescrittivi che nascono da lon- tano, con i decreti del 2014, poi reiterati nel 2016 e 2017, quindi più volte reiterati. Nel settembre 2020, sono state definite le nuo- ve scadenze prescritte dal ministero, con ulteriori azioni cautelative per l’ambiente e la salute, da porre in essere».

È prossima peraltro, dopo uno slitta- mento dovuto a motivi tecnici, la ripar- tenza dell'Altoforno 2, ora in preriscaldo dopo l’ultimazione dei lavori di messa in sicurezza imposti nell'ambito dell'inchie- sta sull'incidente del lavoro che nel giu- gno del 2015 costò la vita all'operaioAles - sandro Morricella. La seconda sezione bis del Tar del Lazio ha respinto un nuovo ricorso di ArcelorMittal per l'annulla- mento, previa sospensione dell’efficacia, del decreto del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, del 29 settembre 2020, re- lativo ai termini di attuazione della pre- scrizione n.6 del piano ambientale, ine- rente appunto gli interventi di «chiusura»

dei nastri in quota a servizio dell’Alto - forno 4. L’azienda aveva depositato atti aggiuntivi. Il Tar evidenzia «la necessità

che al termine di scadenza del 31 gennaio 2021 dovrà essere raggiunta la percen- tuale del 93% della chiusura dei nastri in quota, come previsto dalla Conferenza de- cisoria». C'è comunque «una nota del Mi- nistero dell'Ambiente - spiegaFrancesco Brigati, coordinatore Rsu Fiom - che ha chiesto all'azienda entro dieci giorni di inviare osservazioni per motivare i ri- tardi nel completamento dei lavori. La comunicazione sospende i termini di con- clusione del procedimento, che ricomin- cerebbero a decorrere a dieci giorni dalla presentazione delle osservazioni. In ogni caso era già prevista per marzo la fermata

dell'Afo4 per manutenzione straordina- ria. Interventi, questi, che dovrebbero du- rare un paio di mesi. Poi lo stabilimento dovrà marciare con tre altoforni, l'1, il 2 e il 4, per rispettare la previsione di 5 milioni di tonnellate d'acciaio prodotte nel 2021».

Il Tar non ritiene «che la mancata chiu- sura di una ridotta quota percentuale dei nastri entro il 31 gennaio 2021 - in quanto assentita dalla Conferenza decisoria - pos- sa determinare quale conseguenza, in ca- so di mancata adozione del decreto mi- nisteriale conclusivo, l’impossibilità di prosecuzione dell’attività industriale e la chiusura dell’Altoforno».

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Venerdì 29 gennaio 2021

XVIII I

Covid, altri 200 contagi e 4 decessi in un giorno

#segnalacaso: 1300 chiamate. Fnp Cisl: immunizzare anziani

GIACOMO RIZZO

lAltri 200 casi e 4 decessi in un giorno (8 quelli segnalati dal Bollettino regionale, ma solo per un disallineamento dei dati con il report dell’Asl). Il Covid in provincia di Taranto continua a muoversi con disin- voltura nonostante le restrizioni da zona arancione e lo slittamento del rientro a scuola in presenza degli studenti delle su- periori. Il numero delle infezioni sale a 16.126. L’altro ieri i casi erano stati 203. La media resta alta e tarda ad arrivare una riduzione significativa. I contagi general- mente avvengono in fa-

miglia, ma ci sono foco- lai sparsi come quello re- gistrato in una clinica privata con 7 pazienti del reparto Medicina e 4 ope- ratori risultati positivi al tampone. Attualmen- te sono 316 i ricoverati (65 al Moscati) nelle va- rie strutture sanitarie della provincia, 16 in ria- nimazione.

Intanto, a un mese dall’attivazione, sono

1.329 le chiamate pervenute al servizio di supporto telefonico #segnalacaso a cura de- gli operatori Teleperformance e Covisian. I casi positivi al Covid hanno potuto così compilare il form di autosegnalazione (oltre 1200 quelli compilati correttamente) per il tracciamento dei contatti, realizzato dall’Ordine degli Ingegneri. Il servizio è disponibile ai numeri 099-4490909 e 099-9915850 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. «È molto alto - spiega l’Asl - il livello di soddisfazione tra i cittadini che hanno ri- cevuto supporto, che hanno potuto così chiarire i propri dubbi e ricevere dagli ope- ratori le corrette indicazioni per il trac- ciamento dei contatti. Il protocollo siglato con le aziende prevedeva che il servizio di

help desk restasse attivo fino al 31 gennaio ma, visti i buoni risultati, il servizio è stato prorogato fino al 28 febbraio 2021». Potran- no così ricevere supporto telefonico per la compilazione del form quelle persone che siano risultate positive al Covid e che non siano state prese in carico dai propri medici di medicina generale o pediatra di libera scelta e, quindi, saranno contattate dal Di- partimento di Prevenzione.

In merito alla campagna di vaccinazione, la Fnp Cisl di Taranto e Brindisi, attraverso il segretario generale Pietro De Giorgio, rivolge un appello alle istituzioni locali, unitamente alla richie- sta fatta ai tavoli nazio- nali dalla segreteria cen- trale del sindacato: si sal- vi la vita ai nostri an- ziani vaccinandoli subi- to contro il Covid-19. «Le istituzioni e le Asl di Ta- ranto e di Brindisi - av- verte De Giorgio - com- piano una vera e propria corsa contro il tempo per recuperare i ritardi fino- ra accumulati e salvare la vita agli anziani, sog- getti a maggior rischio di contagio».

I dati parlano chiaramente: «In meno di un anno, in Puglia - afferma il segretario della Fnp - oltre 3mila morti per il covid-19, in Italia oltre 86mila. I decessi aumentano ogni giorno». Ma questi numeri corrispon- dono a persone e a famiglie. «Il Servizio sanitario nazionale - conclude il sindaca- lista - sta dimostrando di essere inappro- priato. Mentre la Puglia attende l’arrivo di ulteriori dosi di vaccino, assistiamo nel Paese a una strage di anziani d’età supe- riore ai 60 anni, ovvero il 95,6 per cento dei deceduti, fenomeno che credibilmente sarà acutizzato dalla persistente disorganizza- zione unita ai ritardi nelle vaccinazioni».

[Ha collaborato Pamela Giufrè]

Castellaneta Nefrectomia parziale per un tumore renale con tecnica innovativa

È stato eseguito con successo, presso l’ospedale “San Pio” di Ca- stellaneta, un complesso interven- to chirurgico di nefrectomia parzia- le per un tumore renale, con l’utiliz - zo di una innovativa tecnica di ane- stesia spinale combinata (aneste- sia subaracnoidea o spinale e ane- stesia peridurale), che permette di operare a paziente sveglio. Tale tecnica consente di evitare l’ane - stesia generale e le complicanze ad essa correlate, soprattutto in pazienti anziani, come nel caso in questione, affetti da più patologie.

L’innovazione e la complessità dell’intervento risiedono, oltre che nell’utilizzo della tecnica anestesio- logica combinata, nella scelta della nefrectomia parziale, più comples- sa di quella radicale, con la quale è possibile il risparmio del rene e della sua funzionalità. L’intervento è stato realizzato con la collabora- zione sinergica dell’equipe aneste- siologica, composta dalla dotto- ressa Camilla Dimito e dalla dotto- ressa Romana Palazzo, e dell’equi - pe urologica, composta dal dottor Donato Barnaba, dal dottor Seba- stiano Di Lena e dal dottor Marco Rinaldi, coordinate dal direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale, dottor Angelo Santo Pepe. Il direttore generale dell’Asl, Stefano Rossi, rivolge «un plauso alle equipe che hanno col- laborato per il successo di questo intervento. Siamo fieri di poter contare su specialisti in grado di offrire innovazione e tecnologia».

COVID LA RICHIESTA DI CSV E FORUM TERZO SETTORE

«La campagna vaccinale deve coinvolgere subito i volontari pugliesi»

lIl vaccino subito anche ai volontari ionici e pugliesi. Lo chiedono Francesco Riondino, presidente del Csv Net Puglia, che riunisce tutti i Centri di servizio volontariato della Re- gione, e Davide Giove, portavoce del Forum regionale del Terzo settore, al presidente della Regione Michele Emiliano, e all’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco.

Il volontariato pugliese è in prima linea nella battaglia contro il Covid-19 fin da marzo 2020, per questo deve essere inserito tra le catego-

rie che devono rice- vere il vaccino dopo il personale sanitario e parasanitario: «I vo- lontari pugliesi stan- no facendo la propria parte anche a costo della vita. Non è in- fatti irrisorio il nu- mero dei volontari ri- sultati contagiati, né quello di coloro che sono deceduti per aver contratto il vi- rus nello svolgimento di attività solidali».

Proprio in nome e in memoria di quei volontari, nasce dunque la richiesta ad Emiliano di «valutare la possibilità di inserire nel piano di vaccinazioni regionale, fatte salve le priorità da riconoscere legittimamente al personale sanitario e socio-sanitario, nonché alle fragilità a rischio, anche i vo- lontari degli enti del Terzo settore».

Riondino e Giove ricordano che tale eventualità è già con- templata dal “Piano strategico Vaccinazione an- ti-SARS-CoV-2/COVID-19” che prevede di inserire «altre ca- tegorie di popolazioni, fra le quali quelle appartenenti ai ser- vizi essenziali, qualora categorie a rischio».

Ovviamente, la priorità al vaccino spetterebbe a chi è mag- giormente esposto.

Così si conclude la lettera: «L’utilità e la necessità di vac- cinare tutti i volontari, in special modo quelli che operano in ambito sanitario, socio-sanitario e di protezione civile pren- dendosi cura di quei soggetti fragili verso cui lo Stato non riesce ad intervenire, deriva dal rischio elevatissimo di essere esposti al virus e di trasmetterlo a loro volta a soggetti su- scettibili e vulnerabili che vivono in contesti sanitari e sociali depressi».

[p.giufrè]

«Perché Taranto adesso è tra le più colpite?

Mancano le risposte dell’Autorità sanitaria»

COVIDIn alto l’ospedale Moscati di Taranto.

Attualmente la struttura ospita 65 pazienti nei vari reparti

.

La campagna vaccinale CONTAGIIeri 200 positivi

>> CONTINUA DALLA PRIMA

S

ilenzio dalle autorità sanitarie, mal- grado l’indiscussa competenza del Di- rettore del Dipartimento di Preven- zione, Michele Conversano (è un mio antico amico…) e silenzio anche da Palazzo di Città, anche se per quest’ultimo, il tacere è più comprensibile, visto che non è dal Municipio che dovrebbe arrivare un accenno di spiega- zione. E, intanto, si continuano a registrare botte di due e trecento contagi al giorno e decine di morti alla settimana. E non si venga a dire che tutti i tarantini questa estate abbiamo fatto bal- doria, o non abbiamo indossato quelle masche- rine che, per noi, sono diventate un automa- tismo, quasi come mettere le cinture di sicurezza quando saliamo in auto. E, un automatismo, anche, per chi ha gli occhiali, portarsi decine di fazzolettini di carta, per asciugare di continuo le lenti appannate dal respiro. Effetto “flou”, che però, e per fortuna, ci dà una visione ovattata della realtà intorno a noi, smussandone gli in- sopportabili contrasti. Qui non si va alla ricerca di qualche responsabile. Del solito untore. Della Polizia Urbana che c’è, ma non si vede, o delle Forze dell’Ordine, che, forse, non hanno con- trollato come dovevano, Pub, Discoteche, e as- sembramenti vari. Ma, tuttavia, non si può fare a

meno di ricordare, come anche nella Provincia ionica, negli anni passati, per quel che riguarda la Sanità Pubblica, qualche grosso misfatto è stato allegramente messo a segno. Ricordate co- me dall’oggi al domani, venne chiuso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Nord, senza una valida spiegazione, se non quella, scellerata, del ri- sparmio (leggi, tagli) a tutti i costi? Con il bel risultato di intasare fino all’inverosimile, il Pronto Soccorso del SS. Annunziata, dove, mal- grado la buona volontà dei medici, anche in tempi di “pre-covid”, c’erano attese di ore. O di quando, inusitatamente, venne deciso, di sman- tellare la Divisione di Cardiologia, sempre all’Ospedale Nord, riducendola a semplice ser- vizio ambulatoriale, e depauperando viepiù, una parte significativa della città, quella dei Tamburi e Paolo Sesto, già sfortunata di suo, per la prossimità con la “città dell’acciaio”, la Ce- mentir, le Cisterne di petrolio, eccetera, ecce- tera. Allora le forbici sembravano lo strumento preferito dai Direttori Generali, che, si gloria- vano di portare in Regione, dai loro referenti politici, gli scampoli, i ritagli della loro opera di

“razionalizzazione”, quantificandoli in euro ri- sparmiati, ma non in posti-letto, massacrati. Ora tutte le criticità di quella stagione di “rasoiate”

alla sanità pubblica, sono venute a galla per l’assalto del virus cinese. E, quasi quasi do-

vremmo ringraziarlo per aver avuto il merito (ne avremmo comunque fatto volentieri a meno) di evidenziare gli abissi in cui hanno precipitato la sanità pubblica, disinvolti, se non addirittura interessati, amministratori nazionali e regio- nali. Eppure fin qui, non abbiamo sentito nep- pure il più flebile “mea culpa”, da parte di essi.

Da parte di coloro che, in questi ultimi dieci anni, hanno perpetrato un autentico scempio sanitario e che ora si affannano a cercare di rimediare ai loro stessi errori. E non si rendono conto di non essere più credibili. Tornando, comunque, all’autentica esplosione dei contagi nella provincia di Taranto e alle mancate ri- sposte delle autorità sanitarie, io una risposta l’avrei. Ma non per spiegare l’invasione del Co- ronavirus in riva allo Ionio, non ne sarei capace, quanto per il silenzio dei mega Direttori Ge- nerali. Forse essi, sono sinceramente pentiti di quella stagione di tagli indiscriminati, e contriti, tacciono per non mostrare le loro lacrime. Que- sto perché, come, avvertiva Magno Felice En- nodio, decimo vescovo di Pavia, e raffinato scrit- tore latino (474-521, dopo Cristo), “non est op- timus consolatur quem proprii vincunt gemi- tus”. E che, cioè non è in grado di consolare nel modo migliore, chi è sopraffatto dai propri sin- ghiozzi. Staranno per davvero singhiozzando?

Arturo Guastella

GUASTELLA

TARANTO

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Venerdì 29 gennaio 2021

TARANTO PRIMO PIANO I XIX

IL SIDERURGICO

LA PARTNERSHIP PUBBLICO-PRIVATA

L’OPERAIO DI ILVA IN AS

«Il cambiamento non può arrivare da un forno elettrico con una capacità di 2,5 milioni di tonnellate all’anno»

IL FUTURO DELLA FABBRICA Per Aldo Schiedi, attivista e operaio dello stabilimento siderurgico tra i 1600 rimasti in capo all'Ilva in As, dai politici arrivano solo slogan sulla decarbonizza- zione

.

«Ma quale svolta green è sempre la stessa Ilva»

Schiedi: è ripartita anche l’Acc/1, processo produttivo obsoleto

GIACOMO RIZZO

l«Nonostante gli esaltanti slogan sulla de- carbonizzazione e l’Ilva green, per tanti meta irraggiungibile per alcuni addirittura irrea- lizzabile, a scoraggiare anche i più ottimisti questa volta ci ha pensato la ripartenza dell’Ac - ciaieria 1». La nuova Ilva, che vede la par- tnership pubblico privata, mostra sempre il vecchio volto secondo Aldo Schiedi, attivista e operaio dello stabilimento siderurgico tra i 1600 rimasti in capo all'Ilva in As. L'Acciaieria 1 ha ripreso la marcia, con le prime colate di ghisa, dopo circa dieci mesi di stop deciso dall’azienda nel marzo del 2020.

«Se l'altoforno 4 dell’Ilva si fermasse il 31 gennaio con l'Altoforno 2 non ancora in mar- cia, significherebbe bloccare la produzione.

Cosa che - osserva Schiedi - quasi tutti i ta- rantini si augurerebbero ma altamente im- probabile. Ma l’altoforno 4, a prescindere dai termini indicati dalla prescrizione n. 6 del pia- no ambientale, sarà interessato da due mesi di fermata per lavori di manutenzione da marzo a tutto aprile 2021, per una manutenzione straor- dinaria». Per un problema tecnico è slittata la ripartenza dell’Altoforno 2. Si tratta, precisa l’operaio dell’Ilva in As, del «famoso impianto che per anni è stato al centro di mille vicis- situdini giudiziarie iniziate dopo la morte del povero operaio martinese Alessandro Morri- cella (36 anni) l’8 giugno del 2015, investito da una colata di ghisa incandescente nella quale riportò ustioni di terzo grado nel 90% del cor- po». Il contenzioso terminò il 7 gennaio 2020 con la decisione del Tribunale del riesame

«che, da un lato, azzerò l’obbligo di spegni- mento dell’Afo 2 - evidenzia il lavoratore - mentre, dall’altro, prescriveva un nuovo det- tagliato cronoprogramma per i lavori di am- modernamento e messa in sicurezza dell’al - toforno stesso».

Alla fine del 2020 la capacità di produzione dello stabilimento siderurgico di Taranto si è attestata sui 3,4 milioni di tonnellate, «desti- nati a salire - rammenta Schiedi - a 5 milioni

quest’anno e stabilizzarsi a 6 milioni nel 2022/2023 per continuare a salire a 7 milioni nel 2024 e a 8 milioni nel 2025. Non pensiamo cer- tamente - obietta l’operaio - che possa essere un forno elettrico da 260 milioni di euro con una

capacita’ di 2,5 milioni di tonnellate all’anno a frenare tutto questo vecchio e obsoleto pro- cesso produttivo, ricordiamolo, sempre a car- bone, che continuerà a tormentare i cittadini di Taranto con le annesse conseguenze sanitarie ed ambientali purtroppo già ben note al ter-

ritorio».

Intanto, altri due lavoratori che erano in capo all'Ilva in Amministrazione straordina- ria tornano nello stabilimento siderurgico co- me dipendenti diretti di ArcelorMittal, en- trambi nel reparto Ofe/Mel (Officina). Lo ha deciso il giudice del Lavoro di Taranto Gio- vanni De Palma, accogliendo le ragioni all’Usb che, tramite l'avv. Mario Soggia, ha assistito i lavoratori, dichiarati esubero in occasione del- l'insediamento di ArcelorMittal e rimasti con Ilva in As in regime di Cigs. Il sindacato di base contestò subito l'attribuzione dei punteggi per le graduatorie. L'altro ieri un altro lavoratore era stato reintegrato su disposizione del giu- dice Lorenzo De Napoli. «E stato così possibile verificare - commenta Francesco Rizzo(Usb) - che nessuno dei parametri che avrebbero do- vuto assumere un peso determinante nella scelta dei nomi da inserire nella lista, era stato considerato nella giusta misura».

GIUDICE DEL LAVORO

Reintegrati altri due lavoratori che erano in capo

all’Amministrazione straordinaria

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Venerdì 29 gennaio 2021

XXII I TARANTO PRIMO PIANO

LA RISORSA

RICERCA ED ECONOMIA

«Alleveremo i mitili

rispettando l’ambiente»

L’Unione Europea finanzia un progetto sperimentale il Mar Piccolo favorisce la produzione sostenibile

UN’OPERAZIONE IN EQUIPE

L’iniziativa-pilota ha casa a Taranto, grazie alla sinergia tra l’Università, il mondo cooperativo scientifico e, soprattutto, i produttori

lAllevare i mitili in modo più so- stenibile e rispettoso dell’ecosistema marino si può. Accade a Taranto grazie ad un progetto che coinvolge l’Univer - sità, il mondo cooperativo della ricerca scientifica e, soprattutto, i mitilicoltori locali. L’obiettivo è sostituire, nelle fasi di allevamento dei molluschi, i mate- riali tradizionali come il nylon, a favore di altri, ecocompatibili e innovativi, in grado di degradarsi qualora finiscano in mare. L’attività di sperimentazione vede insieme la Cooperativa HYDRA-Istituto di Ricerca per la Pesca e l’Acquacoltura di Lecce, il gruppo di Tecnica delle Costruzioni del Diparti- mento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento e la Coope- rativa Mytilus Tarenti di Taranto. Area di sperimentazione sarà il Mar Piccolo di Taranto, che vanta peculiari carat- teristiche geo-morfologiche del territo- rio e una storica tradizione nella mi- tilicoltura, che lo pone al primo posto in Puglia per numero di impianti.

Il progetto è finanziato dalla misura 2.47 del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e per la Pesca-Puglia 2014/20, finalizzata a sperimentare soluzioni in- novative per migliorare la sostenibilità dei processi produttivi nella mitilicol- tura, attraverso la cooperazione fra esperti scientifici e imprese acquicole pugliesi.

«Con il progettoMiami (Materiali In- novativi per l’Allevamento dei Mitili), si stanno ricercando le migliori solu- zioni per ridurre l’impatto ambientale sui fondali marini e sulla costa a seguito di possibili rotture delle reti di con- tenimento dei mitili, avviando così per- corsi virtuosi all’interno di questa im- portante filiera produttiva». Così an- ticipano i promotori del progetto, spie- gando poi che una delle fasi più delicate

della lavorazione è il cosiddetto «rein- calzo», durante il quale migliaia di re- tini in plastica, incidentalmente o per distrazione, finiscono in mare con gravi danni per l’ambiente marino. A questo proposito, è già partita la fase di studio e individuazione di tecnopolimeri adatti per la realizzazione di bio-calze affida- bili dal punto di vista tecnico e in grado di degradarsi una volta disperse in ma- re. Un lavoro minuzioso, considerando che il materiale deve avere carichi di rottura adeguati e rispondere alle esi-

genze di lavoro dei mitilicoltori.

«Uno dei punti di forza della nostra attività - spiega il gruppo di lavoro - è la preziosa sinergia con i mitilicoltori lo- cali, che testeranno in prima persona la funzionalità degli attrezzi innovativi, avendo un ruolo di primo piano non solo nella filiera ma anche nella progetta- zione a lungo termine, finalizzata ad un sistema di allevamento di mitili sempre più eco-sostenibile e a vantaggio della collettività». Da qui, la progettazione e l’uso di calze di diversa lunghezza e diametro, a seconda delle fasi di «rein- calzo», alle quali si aggiungeranno reti biodegradabili di grammatura differen- te per l’insacchettamento e la vendita finale dei mitili. «Per il capoluogo jonico - concludono Cooperative e Università - è un settore prezioso che necessita di azioni mirate per valorizzare sempre più la “cozza tarantina”, prodotto d’ec - cellenza, simbolo indiscusso del terri- torio. Come in ogni sperimentazione e attività di ricerca innovativa, non sap- piamo quali potranno essere i risultati, ma ci auguriamo possano rappresen- tare una risposta concreta ai bisogni dei mitilicoltori e a quello più generale del territorio tarantino che, soprattutto in questi ultimi anni, sta incentivando l’adozione di pratiche che riducano l’impatto sulle risorse e sull’ecosistema marino, da proteggere e valorizzare».

I PROMOTORI

«Così si potranno avviare percorsi virtuosi all’interno di questa importante filiera»

lAnche alcuni istituti scola- stici tarantini sono protagonisti del progetto pilota «Misuriamo la Co2 a scuola» della Società Ita- liana di Medicina Ambientale (Si- ma). L’obiettivo è controllare, at- traverso la concentrazione della Co2 (l’anidride carbonica), l’area - zione in classe per conoscere e ridurre il rischio di trasmissione di Covid-19. In questi ultimi mesi è stato, infatti, verificato che il virus Sars-Cov2 si trasmette mag- giormente in ambienti indoor, che devono essere pertanto op- portunamente aerati e purificati.

Un modo facile ed a basso costo è misurare la quantità di Co2: mag- giore è la sua concentrazione e più alto è il potenziale rischio di contagio. Promuovere un’ottima - le qualità dell’aria in un’aula sco- lastica, oltre a garantire il pieno benessere psico-fisico di studenti, docenti e collaboratori scolastici, favorisce anche un migliore ren- dimento degli alunni.

Nel progetto pilota sono coin- volte dodici scuole del territorio pugliese: oltre a quelli di Taranto, cooperano all’iniziativa istituti di Lecce, Brindisi, Bari, Molfetta, Bisceglie e Foggia. Fondamenta- le, per l’avvio dell’iniziativa, la collaborazione con le ammini- strazioni comunali di Taranto, Bari, Bisceglie e Foggia e con le dirigenze scolastiche dei plessi coinvolti.

L’attività sperimentale di Sima si avvale del supporto tecnologico

PREVENZIONE

Anche alcuni istituti tarantini protagonisti del piano della Società di Medicina Ambientale

ARIA PULITAAnche gli istituti di Taranto sono protagonisti di del progetto «Misuriamo la Co2 a scuola» di Sima. A sinistra il presidente Alessandro Miani

.

della startup innovativa taranti- na Befreest che, attraverso l’uti - lizzo del dispositivo intelligente

«nose» e sfruttando la tecnologia IoT, permette la rilevazione in tempo reale della concentrazione di Co2 negli ambienti confinati. Il progetto, coordinato dal profes- sor Gianluigi De Gennaro, chi- mico dell'ambiente dell’Universi - tà di Bari, consentirà di istruire dirigenti e insegnanti a verificare l’efficacia dei protocolli Sima e ad attivare azioni tempestive sem-

plicemente controllando la con- centrazione di anidride carboni- ca. Grazie al suo monitoraggio in continuo sarà, inoltre, possibile classificare le aule in quattro ca- tegorie di rischio nelle differenti condizioni di utilizzo (numero di occupanti).

«Questo progetto sostanzia l’azione di Sima volta a consen- tire alla scuola di ripartire in si- curezza» dichiara il professor Alessandro Miani, presidente Si- ma. «Abbiamo fornito protocollo

e indicazioni operative, oltre ai dispositivi necessari a purificare e ventilare opportunamente le au- le; device, questi ultimi, che sono stati messi a disposizione del pro- getto da SDP Italia e Hyla Gmbh.

Non lasceremo le scuole da sole:

stiamo sensibilizzando il mondo produttivo del settore aria e ap- prestando accordi con i nostri partner industriali per poter con- sentire al mondo scuola di acce- dere alle migliori tecnologie di purificazione dell'aria e di VMC a

costi di fabbrica. Con l’aiuto dei dirigenti e dei docenti è stato pos- sibile classificare 15 aule in meno di una settimana: la metà, dopo aver implementato i protocolli di Sima, sono state classificate a bas- so rischio».

Dopo l’iniziativa «La natura entra in classe», che ha visto l’am - ministrazione Melucci protago- nista nella distribuzione di 1000 piantine anti-inquinanti nelle scuole cittadine, un altro progetto della Società Italiana di Medicina

Ambientale trova, dunque, il pie- no supporto dell’esecutivo guida- to dal sindaco Rinaldo Melucci.

«Con Befreest l’amministrazione Melucci aveva già in piedi una proficua collaborazione - le parole del sindaco -, con il progetto “Mi - suriamo la CO2 a scuola” della Sima ne eleviamo lo standard, a totale vantaggio degli alunni.

Questa buona pratica conferma come l’amministrazione Melucci sia attenta alle innovazioni che impattano positivamente sulla qualità della vita dei cittadini, e in particolare degli studenti, so- stenendo le realtà produttive che operano nel territorio. Soprattut- to, questi progetti ci permettono di creare maggiore consapevolez- za nelle giovani generazioni ri- spetto a temi di fondamentale im- portanza».

L’ingegnere Fabio Cerino della tarantina Befreest: «Stiamo abi- litando gli operatori scolastici ad acquisire consapevolezza circa l’aria che si respira nelle aule, in quanto avranno libero accesso al- la nostra piattaforma Hub per il controllo e la verifica dei para- metri di inquinamento rilevati dai sensori. Sarà così possibile una lettura immediata e costante della concentrazione di agenti in- quinanti negli ambienti confina- ti, approfondire le dinamiche e le cause che determinano un mag- gior rischio di contagio di Co- vid-19 oltre che un peggioramento della qualità dell’aria».

«Misuriamo la Co2 a scuola

per ridurre il rischio del Covid»

LA NUOVA SOLUZIONE «GREEN»

L’obiettivo è sostituire, nella coltivazione dei molluschi, i materiali tradizionali come il nylon a favore di altri, ecocompatibili e innovativi

UNA «RIVOLUZIONE»A Taranto l’allevamento delle cozze eco-compatibili BACINO PREZIOSOIl Mar Piccolo ha le caratteristiche giuste per il progetto

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Venerdì 29 gennaio 2021

XXIV I TARANTO PROVINCIA

MASSAFRA SONO STATI REALIZZATI DURANTE LE ORE DI LABORATORIO ARTISTICO IN AULA

Agli operatori sanitari impegnati nel pre triage disegni di gioia e speranza

È l’omaggio degli alunni della «Don Bosco»

MASSAFRA Nicola Latorrata, dirigente scolastico della San Giovanni Bosco

.

ANTONELLO PICCOLO

lMASSAFRA.Disegni di speranza da donare agli operatori sanitari impegnati quotidianamente nella tenda pre triage dell’ex ospedale cittadino “Matteo Paglia- ri”. È l’iniziativa lanciata dall’istituto comprensivo “San Giovanni Bosco”, in oc- casione della ricorrenza della festività del Santo. «Come consuetudine consolidata nel tempo, la giornata di San Giovanni Bosco – commenta il dirigente scolastico Nicola Latorrata - è considerata un evento cruciale per la nostra scuola, un momento per ricordare la figura di un uomo che ha ispirato con la sua vita e le sue azioni i principi fondanti dell’educazione, conno- tandola come “… cosa di cuore!” Ogni anno il 31 gennaio tutti gli alunni dell’istituto ricordano don Bosco con eventi e inizia- tive di grande spessore, donando visibilità alla scuola e promuovendo lo spirito del

salesiano con laboratori artistici e giochi didattici. In questo periodo di emergenza pandemica, dove ogni impeto all’azione è bloccato dai protocolli di contenimento al contagio, non potrà essere possibile pro- gettare qualcosa di condiviso e corale, per- tanto – aggiunge - anche la giornata di San Giovanni Bosco subirà un condizionamen- to necessario nel rispetto delle norme anti Covid, ma non potrà passare inosservata e non valorizzata dai nostri alunni».

In occasione di tale evento, l’istituto ha pensato di organizzare laboratori artistici in aula, per produrre disegni di speranza, gioia, ottimismo e tutti i valori positivi che la vita ci offre, per poi raccoglierli in car- telloni e espositori da donare agli opera- tori sanitari che, ogni giorno, sono im- pegnati nella tensostruttura di Massafra per effettuare tamponi Covid-19. «Gli ope- ratori – evidenzia il dirigente - hanno sem- pre lamentato la triste e fredda atmosfera

dei luoghi di lavoro in cui sono costretti ad operare e, con i disegni dei bambini, po- tremmo donare un sorriso e una nota di allegria nella semplicità e leggerezza tipica del mondo dei fanciulli».

Coinvolta nella giornata anche la scuola dell’infanzia che, come spiega il dirigente

«ha pensato di organizzare un canto corale con i bambini di 5 anni e ha progettato di donare una targa di riconoscimento agli operatori sanitari Asl per il lavoro disu- mano e di grande valore civico e morale in questo periodo emergenziale. La targa è stata disegnata da una piccola alunna di 5 anni e diventata ispiratrice di un’imma - gine che – conclude Latorrata - sarà usata anche per un gioco di puzzle da comporre con tutti i piccolini di 3 e 4 anni».

La targa, oggi, sarà consegnata diret- tamente al responsabile del Dipartimento di prevenzione, della sezione di Massafra, il dottor Luigi Mastronuzzi.

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Venerdì 29 gennaio 2021

TARANTO PROVINCIA I XXV

CASTELLANETA SOLUZIONE TROVATA DOPO L’APPELLO DALL’ASSESSORE CELLAMARE

Vaccinazioni obbligatorie servizio garantito al San Pio

A partire da lunedì sarà allestito un locale dedicato al quinto piano

ANGELO LORETO

l CASTELLANETA. Appena tre giorni dopo l’appello lanciato dall’assessore comunale Alfredo Cellamare, al “buco” logistico venutosi a creare nell’ambito delle vaccinazioni obbligatorie per i bambini è stata trovata una soluzione. La ha annunciata lo stesso esponente della giunta Gu- gliotti, con delega a sanità e wel- fare, il quale fa sapere che, come disposto dalla Asl di Taranto, il servizio verrà assicurato all’in - terno dell’ospedale “San Pio”.

La vicenda era esplosa pochi giorni fa, quando Cellamare si era fatto portavoce dei disagi che tante famiglie sono costrette ad affrontare per portare i propri bambini a sottoporsi alle vacci- nazioni obbligatorie a Palagia- nello. Nonostante Castellaneta abbia ben due strutture ospeda- liere (una delle quali esclusiva- mente per servizi accessori), non è stato infatti finora possibile in- dividuare un locale da destinare a tale scopo. Il tutto a causa di lavori appaltati ma non ancora iniziati all’Ufficio Igiene, luogo deputato al servizio vaccinazio- ni, sito all’interno del vecchio ospedale che sorge proprio di fonte il “San Pio”.

per bocca del suo assessore, ave- va allora proposto di mettere a disposizione del Dipartimento di Prevenzione della Asl ionica il centro polivalente di via Don Sturzo. Tale soluzione non è sta- ta però necessaria, perché l’azienda sanitaria a partire da lunedì allestirà un locale dedi- cato al quinto piano del “San Pio”. E per quanti saranno chia- mati a far vaccinare i propri bambini, le comunicazioni av-

verranno in questi giorni.

«Ci tengo a ringraziare i ver- tici della Asl, la direzione gene- rale e sanitaria, e il Dipartimen- to di prevenzione – commenta Cellamare – per aver ascoltato il grido di allarme dell’ammini - strazione comunale. I cittadini di Castellaneta sappiano che noi ci siamo e ci saremo sempre, per- ché un vero amministratore de- ve sempre recepire i bisogni del- la collettività».

MOTTOLA Alfredo Cellamare, assessore alla sanità e al welfare

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