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Academic year: 2022

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Collegio Regionale dei Costruttori Edili Siciliani

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Venerdì

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2021 Servizio a pag. 1-6

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2021 Servizio a pag. 1-6

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2021 Servizio a pag. 7

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19 febbraio 2021

Servizio a pag. 14

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19 febbraio 2021

Servizio a pag. 13

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19 febbraio 2021

Servizio a pag. 14

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19 febbraio 2021

Servizio a pag. 9

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19 febbraio 2021

Servizio a pag. 2

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19 febbraio 2021

Servizio a pag. 2

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19 febbraio 2021

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Superbonus, l'appello degli architetti al nuovo governo: non ridurre lo sgravio ma rafforzarlo

di El&E

Professionisti contro l'ipotesi di abbattere il contributo dal 110% al 75%

Nel fare gli auguri di buon lavoro al governo appena costituito e al presidente Mario Draghi, il Consiglio nazionale degli architetti chiede che il superbonus del 110% venga considerato una priorità. Si tratta, scrive in una nota il Cnappc, di «un provvedimento normativo molto importante che può consentire all'edilizia di ripartire facendo da traino all'intera economia, con effetti rilevanti sul Pil e sul mercato del lavoro». Tale effetto espansivo «rischierebbe di essere fortemente ridimensionato, se non quasi annullato, se non venisse mantenuto nella formula attuale». Il riferimento è a indiscrezioni giornalistiche secondo cui, riferiscono gli architetti, «ci sarebbe un'ipotesi - sulla falsariga degli standard internazionali - che vedrebbe la riduzione dello sgravio fiscale dal 110% al 75%».

«Come Consiglio nazionale degli Architetti PPC - prosegue la nota - non possiamo che sperare che questa misura non solo vada sostenuta mantenendo le condizioni di riduzione fiscale al momento in essere, ma vada migliorata in termini burocratici, l'iter attuale è infatti troppo complicato e porta a molti dubbi interpretativi, occorre quindi semplificare e fare chiarezza». Gli architetti chiedono infine che «l'agevolazione venga ulteriormente rafforzata, dandole un carattere permanente». «Siamo fiduciosi - conclude la nota - che il nuovo esecutivo accoglierà queste nostre istanze».

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19 febbraio 2021

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Sicilia, accordo Regione-architetti: concorsi di progettazione per riqualificare 10 musei

di M.Fr.

Interventi per circa 27 milioni di euro, tra ammodernamenti e adeguamenti espositivo- impiantistici e nuovi lavori di ampliamento

(Nell'immagine di Davide Mauro, pubblicata su Wikipedia, una sala del Museo di Gela) La regione Sicilia spiana la strada a una serie di concorsi di progettazione finalizzati a riqualificare dieci musei dell'Isola; e lo fa attraverso un accordo di programma sottoscritto oggi con l'ordine degli architetti di Palermo. Il programma - che conta su 22 milioni di euro di fondi regionali "ex articolo 38" (cioè risorse compensative trasferite dallo Stato alla Regione) - prevede opere di ammodernamento e riqualificazione di nove musei siciliani, per i quali è necessario effettuare interventi di vario tipo: manutenzione a salvaguardia delle strutture in molti casi provate dal tempo; adeguamento dei servizi agli standard europei; ammodernamento del patrimonio museale siciliano per renderlo più attrattivo e competitivo.

«Si tratta - sottolinea l'assessore dei Beni culturali e dell'Identità siciliana, Alberto Samonà - di un intervento fondamentale che riguarda il sistema museale complessivo della Sicilia che necessita di attività di manutenzione straordinaria, ma anche di opere di adeguamento che rendano attrattivi e moderni i nostri scrigni d'arte». L'assessore fa capire che gli interventi decisi dall'amministrazione siciliana hanno alle spalle una visione e si propongono di superare l'attuale sistema museale «statico e ancorato a un concetto ormai superato di musealità» per «rivedere totalmente l'impianto espositivo della Sicilia e di lavorare alla creazione di un sistema complessivo di promozione della rete regionale dei musei, anche attraverso il prezioso contributo dell'informatizzazione dei servizi e della telematica». L'accordo con gli architetti, spiga sempre Samonà, «consente di aprire ai contributi dei professionisti nella realizzazione della progettazione anche in vista di una riduzione dei tempi di avvio nella realizzazione delle opere».

Per gli architetti, spiega il presidente dell'Ordine di Palermo, Francesco Miceli, quello sottoscritto oggi è il secondo protocollo siglato con la Regione, dopo quello per il concorso del Centro direzionale di Palermo del giugno 2020, e «conferma il comune intento di utilizzare lo strumento del concorso con l'obiettivo di selezionare nella massima trasparenza la qualità dei progetti». Il

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19 febbraio 2021

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protocollo prevede concorsi di progettazione. Saranno, assicura Miceli, «concorsi aperti, a cui tutti possono partecipare per selezionare le migliori proposte progettuali».

I musei oggetto del protocollo d'intesa

Ecco, in dettaglio i musei coinvolti (con relativi finanziamenti): il Museo Archeologico di Aidone (Enna) in cui verranno investiti 2,5 milioni di euro per creare servizi di accoglienza, bookshop, laboratori didattici, depositi, climatizzazione e opere relative all'impiantistica;

il Museo Archeologico Regionale di Gela (Caltanissetta), che prevede opere per 7 milioni di euro che incideranno sulla revisione dell'intero complesso museale che presenta problemi sotto il profilo statico (con demolizione degli spazi interni); l'Antiquarium di Himera, a Termini Imerese (Palermo), che vedrà la realizzazione di progetti stimati in 3,5 milioni di euro per l'adeguamento della struttura esterna, la revisione degli impianti, incluso il sistema di illuminazione, l'allestimento delle aree interne con la creazione di laboratori didattici, il miglioramento delle aree esterne adibite a parcheggio e la creazione di aree di fruizione e servizi aperti al pubblico; il Museo Pirro Marconi, sul quale saranno investiti 1,5 milioni di euro per migliorare l'area intorno agli scavi; il Museo Regionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Palermo (Palazzo Belmonte Riso), che vedrà un miglioramento degli spazi interni ed esterni destinati all'accoglienza finanziati con 500mila euro (cui si aggiungono le risorse appena riconosciute dal CIS per il progetto di riqualificazione urbana di Palermo che vedrà il Museo Riso realizzare interventi che miglioreranno l'integrazione del museo nel tessuto urbano di Palermo); il Museo delle Solfare "Trabia Tallarita" a Caltanissetta, dove saranno realizzati lavori per circa un milione di euro per lavori edili e impiantistici; il Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa, dove si investiranno 2 milioni di euro circa per rifare coperture e infissi più ammodernamenti al sistema espositivo; il Museo Regionale Agostino Pepoli di Trapani, che prevede interventi di manutenzione per due milioni su coperture e schermatura dei locali e lavori per creare spazi per didattica, laboratori, esposizione, bookshop e altri servizi per i visitatori; il Museo Interdisciplinare Regionale di Messina (nei locali dell'ottocentesca ex filanda Mellinghoff) che vedrà interventi edilizi, impiantistici e lavori per creare nuovi spazi espositivi e di servizi destinati al pubblico, il tutto per 2 milioni di euro circa.

A questa lista si aggiunge un altro intervento, finanziato in questo caso con i fondi del Patto per il Sud, per allestire nei locali dell'Ex Arsenale Borbonico il primo Museo del Mare della Regione Siciliana. L'intervento rientra nella gestione della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali del Mare ed è incluso nel perimetro della collaborazione con gli architetti di Palermo.

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19 febbraio 2021

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Appalti, Draghi spinge sulla lotta alla corruzione: centrale il ruolo dell'Anac

di Mauro Salerno

La replica alla Camera: trasparenza della Pa fondamentale, ma semplificando gli obblighi spesso più formali che sostanziali

Grande spazio al'impegno sul fronte degli appalti pubblici nella replica di Mario Draghi dopo le dichiarazioni di voto alla Camera. Con un discorso snello. durato meno di quindici minuti, il presidente del Consiglio ha concentrato l'attenzione su giustizia, criminalità, sviluppo al Sud e soprattutto lotta alla corruzione. Ribadendo, in particolare, il ruolo centrale dell'Anac, guidata da Giuseppe Busia, dopo il ritorno di Raffaele Cantone in magistratura. «Un paese che vuole attrarre investimenti - ha esordito Draghi - deve saper difendersi dai fenomeni corruttivi». La corruzione deve essere combattuta a prescindere, ha poi aggiunto il premier, ma anche per ragioni di sviluppo. «Soprattutto al Sud - ha chiarito - dove possiamo estendere e rafforzare gli strumenti in aiuto delle imprese, ma legalità e sicurezza devono stare al primo posto».

A questo punto Draghi ha richiamato esplicitamente il ruolo dell'Autorità Anticorruzione. «Il ruolo dell'Anac è centrale - ha scandito il presidente del Consiglio -, soprattutto per i suoi compiti di vigilanza collaborativa con le pubbliche amministrazioni». In riferimento al settore degli appalti pubblici, tradizionalmente esposto al proliferare di questi fenomeni, Draghi ha chiarito di voler puntare sul rafforzamento dei «presidi di prevenzione». Aggiungendo che «molto è stato fatto, ma molto resta da fare».

Il riferimento, in questo caso, è alle norme che riguardano la trasparenza delle Pa, che spesso sono vissute come un pesante carico di nuovi adempimenti dai funzionari pubblici dalla dubbia efficacia. Draghi ha spiegato che la trasparenza delle Pa deve esser massima per permettere

«anche il controllo sociale da parte dei cittadini che devono poter far sentire la propria voce». Ma non ha nascosto il problema. Anzi, lo ha sollevato apertamente. «Troppi adempimenti - ha sottolineato - spesso più formali che sostanziali finiscono per rallentare l'attività e l'efficicia della Pa e piuttosto che prevenire finiscono per favorire fenomeni di illegalità. Qui - ha concluso - la semplificazione avrebbe davvero una funzione anticorruttiva». Così come aiuterebbe

«semplificare i procedimenti amministrativi». «Iter troppo farraginosi e moltiplicazione degli adempimenti - la conclusione - costituiscono il terreno fertile in cui prosperano i fenomeni di illegalità».

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19 febbraio 2021

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Superbonus, condizionatori: split agevolati solo con nuovo generatore

di Luca De Stefani

L'installazione o la sostituzione degli split del condizionatore invernale o del riscaldamento a pavimento sono agevolabili con la detrazione dell'ecobonus del 50-65-110% solo se viene sostituito il generatore di calore esistente

L'installazione o la sostituzione degli split del condizionatore invernale o del riscaldamento a pavimento sono agevolabili con la detrazione dell'ecobonus del 50-65-110% solo se viene sostituito il generatore di calore esistente. La conferma è contenuta nelle Faq dell'Enea aggiornate al 25 gennaio 2021. Rientra infatti tra gli interventi per il risparmio energetico detraibili al 65%

(110% se intervento trainato e se sono rispettate tutte le altre condizioni del super ecobonus) anche la sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza. Se la pompa di calore ad alta efficienza non sostituisce (integralmente o parzialmente), ma integra il vecchio impianto di climatizzazione invernale, non spetta la detrazione fiscale, in quanto questa deve ritenersi limitata ai soli casi di sostituzione integrale o parziale (risoluzione 1 dicembre 2008, n. 458/E).

Anche per la Faq Enea 5.D (ex 20) del 25 gennaio 2021, non sono agevolabili gli impianti che costituiscono una «integrazione» dell'impianto di climatizzazione invernale già esistente. Per la Faq Enea 6.D (ex 21) del 25 gennaio 2021, in assenza di una specifica definizione del termine

«sostituzione parziale» dell'impianto, il bonus fiscale del 65-110% spetta quando l'intervento comporta almeno la sostituzione di un «generatore di calore» e ciascuna unità esterna può essere assimilata al generatore di calore. Se però un impianto termico, costituito da una caldaia assolve sia alla climatizzazione invernale che alla produzione di acqua calda sanitaria, è possibile mantenere la vecchia caldaia per la sola produzione di acqua calda e installare un sistema di pompe di calore per il riscaldamento.

Considerando che l'obiettivo finale dell'agevolazione è il conseguimento dell'efficienza energetica, infatti, non occorre che il vecchio generatore venga sostituito/rimosso ma si può lasciarlo per la sola produzione di acqua calda sanitaria. In ogni caso, devono essere eseguiti interventi che non consentano con operazioni semplici di ripristinare il suo funzionamento per il riscaldamento e questa circostanza va asseverata da un tecnico abilitato (Faq Enea 7.D, ex 22, del 25 gennaio 2021). Dovrebbe basarsi su questa suddetta interpretazione la Faq Enea 9.D (ex 24), del 25 gennaio 2021, la quale sembra concedere il beneficio dell'ecobonus del 50-110% alla semplice installazione di una caldaia a condensazione in un immobile «riscaldato solo con un caminetto e una stufa a legna».

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19 febbraio 2021

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Sisma 2016: la mappa dei Comuni con i poteri speciali per ricostruire

di Marco Ludovico

Un quarto dei 138 centri abitati del Centro Italia colpiti dal terremoto del 2016-2017 sta per adottare ordinanze ad hoc per accorciare i tempi dei lavori

I comuni ai blocchi di partenza sono oltre 30 sui 138 colpiti dal tragico terremoto di agosto e ottobre 2016. Il debutto è a Camerino con un'ordinanza speciale per la ricostruzione del patrimonio edilizio dell'università gravemente danneggiata. Le procedure sono di gran lunga più veloci. Sgravate, soprattutto, da molti dei vincoli dell'iter ordinario. Una scommessa decisiva per il commissario straordinario per la ricostruzione del Centro Italia, Giovanni Legnini. Con le normative precedenti il risultato è stato desolante. Lo strumento tradizionale del piano attuativo è complesso: i tempi di attuazione estenuanti, poco compatibili con l'esigenza di un rapido rientro a casa delle famiglie. A riprova, dopo quattro anni dal sisma nel «cratere» ne sono stati approvati solo due, a Norcia e Sefro. A Castelsantangelo il piano è in fase avanzata di adozione, ad Amatrice e Arquata in lavorazione.

Così nasce l'idea dei Psr, programmi straordinari di ricostruzione, molto più flessibili. Con l'aggiunta, se serve, di ordinanze speciali in deroga, cucite "su misura" per ogni comune. I programmi definiscono obiettivi, priorità, opere, programmazione dei lavori nei cantieri, le deroghe necessarie. Consentono ai Comuni di creare nuovi spazi urbani, ampliare strade troppo strette fino a prevedere «l'arretramento» delle nuove costruzioni, delocalizzare edifici, disegnare vie di fuga per le esigenze di protezione civile. Le ordinanze speciali - una via di mezzo tra le procedure classiche e quelle totalmente in deroga del cosiddetto «modello Genova» - si possono usare anche per singole opere più complesse o urgenti.«Gli strumenti straordinari che abbiamo messo in campo rispondono all'esigenza di superare le ragioni di blocco o lentezza della ricostruzione esistenti fino alla primavera 2020. Abbiamo semplificato le procedure di concessione dei contributi ai privati, innovato la programmazione urbanistica con i Psr, eliminando i vincoli esistenti all'avvio degli interventi. Abbiamo recepito le semplificazioni sulle opere pubbliche e disciplinato l'ordinanza speciale, strumento molto innovativo nel contesto delle gestioni straordinarie perchè consente la "cucitura" regolatoria su specifici interventi, affidandone il coordinamento ai sub-commissari» sottolinea Giovanni Legnini.

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19 febbraio 2021

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Il nuovo modello sta facendo breccia. Dopo l'ateneo marchigiano, con la predisposizione dei Psr, si lavora alle ordinanze speciali per la città di Camerino ma anche Amatrice, Arquata del Tronto, Pieve Torina, Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera, Caldarola, Campotosto. Il totale, per ora, è di 31 comuni, la metà nelle Marche, come sta monitorando l'ufficio del commissario straordinario. Ma i numeri crescono a vista d'occhio, l'interesse a imboccare questa strada scontato. Offre strumenti nuovi ai sindaci, snellisce l'azione di intervento. Se la sfida sarà vinta, sarà una risposta concreta a una serie di attese ormai quasi disperate. I fondi stanziati per la ricostruzione pubblica post sisma non saranno sufficienti nel lungo periodo, ma ora ci sono: la scommessa è riuscire a spenderli. Nel primo elenco ci sono 1288 opere pubbliche, tutte finanziate dalle ordinanze per un ammontare di 2,2 miliardi, per le quali il Commissario ha appena chiesto e ottenuto dai soggetti attuatori un cronoprogramma serrato di realizzazione.

Un secondo elenco di opere, in fase di redazione, troverà copertura negli 1,7 miliardi stanziati con la legge di bilancio 2021. E, se necessario, nel Recovery Fund (1,7 miliardi sul Piano nazionale di Ripresa e Resilienza e altri 3 sui Fondi strutturali Ue). Le nuove procedure per le opere pubbliche seguono la rivoluzione delle norme sulla ricostruzione privata fondata sull'ordinanza n. 100 - brucia i tempi di concessione dei contributi, passati da una media di 425 a 65 giorni - e sulle semplificazioni normative del 2020. Fondamentale quella basata sulla «legittimità del preesistente» prevista in un'ordinanza del commissario e poi mutuata dalla normativa nazionale.

In pratica, se un edificio esisteva prima del sisma, non era totalmente abusivo né oggetto di sanzioni per abusi edilizi, se nessuno, insomma, aveva obiettato qualcosa fino al giorno del sisma, quell'edificio oggi può essere ricostruito senza problemi. Con una semplice scia (segnalazione certificata di inizio attività) e in modo "conforme", anche ammettendo leggere modifiche ai volumi, alle sagome, alle aree di sedime, ai prospetti, connesse all'esigenza di rispettare le normative sismiche, igieniche e sanitarie. Spesso senza la necessità di dover ottenere nuovamente le autorizzazioni per superare eventuali vincoli. Il tutto sfruttando in pieno le potenzialità offerte dalla combinazione del contributo pubblico alla ricostruzione con i superbonus edilizi, che sarà presto inquadrata da un documento congiunto, cui stanno lavorando il commissario e l'agenzia delle Entrate.

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19 febbraio 2021

Servizio a pag. 1-4

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Servizio a pag. 23

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2021 Servizio a pag. 7

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2021 Servizio a pag. 35

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Riferimenti

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