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Vedete ogni cosa così: come la luna nel cielo chiaro riflessa in un lago terso. Anche se mai la luna è venuta a quel lago.

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Academic year: 2022

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(STORIA IMPOSSIBILE DI DUE CANI) finito 11.3.2012,

CORREZ. 2.6.2012- 6 Vedete ogni cosa così, come un miraggio, un castello di nuvole, come un sogno, un fantasma.

Tutto privo di essenza,

ma con grandi qualità visibili.

Vedete ogni cosa così:

come la luna nel cielo chiaro riflessa in un lago terso.

Anche se mai la luna è venuta a quel lago.

Vedete ogni cosa così:

come un’eco prodotta da musiche, suoni e pianti.

Ma in quell’eco non v’è alcuna melodia.

Vedete ogni cosa così:

come un mago che suscita per illusione cavalli, buoi, carri e ogni altra cosa.

Ma niente è come appare.

BUDDHA

(2)

Un giovane uomo ansimante fa jogging lungo una spiaggia della quale non si vede la fine...

Improvvisamente si arresta terrorizzato di fronte ad un balenotto inerte.

Atterrito s'inchina per verificare se l'animale é ancora vivo.

Il suo sguardo inquietante si leva. Appena pochi metri più in là vede al- tre due balene che giacciono sulla sabbia. In preda a un grande turba- mento, constata che più lontano centinaia di balene e delfini esanimi, ri- coprono la spiaggia all'infinito.

Ansimando raggiunge di corsa gli altri cetacei e si rende conto che sono tutti senza vita. Con infinita angoscia e turbamento li tocca, senza capi- re che cosa sia successo ai poveri animali; alza lo sguardo pieno di sgo- mento verso l'orizzonte e terrorizzato dalla visione che gli si presenta, si accascia al suolo, prendendo la testa tra le mani.

Centinaia di balene e delfini stanno avvicinandosi con grande velocità alla spiaggia, emettendo grida terrificanti, simili a migliaia di sirene.

Questi suoni sono così forti che quasi gli lacerano i timpani. I poveri mammiferi straziati dal dolore, vengono a morire sulla spiaggia.

„Aiuto, aiuto!"

Grida l'uomo con voce implorante.

Si risveglia improvvisamente nel suo letto in un bagno di sudore.

Il suo cane, un Labrador nero, gli si avvicina preoccupato, salta sul letto e comincia a leccarlo con infinito zelo. L'uomo lo guarda con espressio- ne angosciata e gli grida:

"Blaky, dobbiamo salvarli, stanno morendo tutti"!

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turbato da quel sogno inquietante. Spera tuttavia che un caso del gene- re, come già accadde in Tasmania non si sia ripetuto di nuovo!

Dopo essersi un po’ tranquillizzato, si alza e viene investito dai saluti e dalle coccole di Blaky, che, come sempre lo accoglie festoso.

"Che meraviglioso compagno che sei, Blaky? E' come se tu non mi avessi visto da un anno! Mentre invece non ci siamo neppure lasciati un attimo! Un buon caffé mi farà bene. Devo tornare un po' alla realtà, amico mio." Gli dice accarezzandolo dietro all’orecchio.

Dopo di che comincia a vestirsi ed altrettanto in fretta va in bagno, beve il caffé e si prepara a uscire. Riceve una telefonata dal suo capo, che lo prega in un tono allarmante di raggiungerlo al più presto possibi- le sul posto di lavoro.

"Caspita, che giornata! Ti dirò che non mi piace davvero com'é

iniziata, proprio storta...Vediamo che cosa mi riserba il capo. Non mi sembrava su col morale!" Dice rivolto al suo cane.

Subito dopo s’incammina verso uno spazio verde nei pressi di casa sua per fare una breve passeggiata con Blaky.

Intanto raggiunge la jeep parcheggiata lì vicino, sale e si dirige all'uffi- cio.

Si rende conto che il cane non ha fatto ancora i suoi bisogni, quindi, prima di entrare in Istituto, decide di andare velocemente al parco non lontano dal posto di lavoro.

Improvvisamente viene loro incontro un'altro cane, un po' più grande del suo, con il pelo lungo e folto color bruno paglia.

I due cani impazziti di gioia, si mettono a rincorrersi festosi, e pieni di passione ed entusiasmo cominciano a giocare e a scambiarsi calorose effusioni. Sembrano letteralmente impazziti! Ma chi li ferma più? L'uo- mo si accorge che il cane pastore è accompagnato da una giovane don- na molto bella, dall'aspetto mediterraneo, che sta facendo jogging.

„I cani si stanno allontanando troppo, bisogna fermarli! Stella vieni su- bito qui!" Grida la donna.

Quindi l'uomo si accorge che l'altro cane é una femmina.

„E' un maschio il suo? E se lo é, spero sia castrato". Gli chiede con an-

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„Si da il caso che sia proprio un maschio e mi spiace deluderla, non ca- strato! Suppongo che il suo cane sia una femmina e per disgrazia in ca- lore, ho azzeccato?" Risponde l'uomo.

„Si, ha proprio indovinato! Ma ora non dilunghiamoci, bisogna pren- derli subito, per evitare l'irreparabile!" Afferma con turbamento la ra- gazza.

Per un attimo egli sofferma lo sguardo su quel volto così speciale e mi- steriosamente affascinante, dall'espressione dolce e determinante nello stesso tempo. La giovane donna è di statura media, i capelli sono folti e selvaggiamente ondulati, di un biondo tiziano. Gli occhi dal colore del- l'ambra hanno riflessi dorati e sono grandissimi e luminosi. Il suo sguardo caparbio ed insaziabile alle impressioni si ferma su quello di lui che continua a guardarla rapito.

Le labbra molto carnose e tondeggianti, hanno ai lati una piega naturale al sorriso, che formano due profonde fossette sulle guance. Il naso è carnoso ma eccezionalmente bello. La sua bellezza apparteneva a quel- le antiche, vere e genuine.

L'uomo distoglie lo sguardo e rincorre i due cani che si sono fermati, mentre Blaky sta già provando a montare sul dorso di Stella, che accon- discendente lo lascia fare.

Ed ecco che lui si getta di botto su Blaky e lo afferra di spalle per la coda bloccandolo tra le gambe: la bestia gli cade addosso, e tutti e due rotolano sull'erba, a gambe per aria.

La donna scoppia in una fragorosa risata, ed alcuni passanti si uniscono a lei divertiti, guardando l'uomo disteso con il cane nero sopra di lui.

Lei riprende prontamente Stella al guinzaglio e lui, alzandosi sorriden- te, si scusa e senza pensarci sopra toglie dalla tasca della sua giacca un biglietto da visita e lo pone tra le mani della ragazza.

Sempre scusandosi, le dice che deve andarsene al lavoro, ma spera con tutto il cuore di rivederla prestissimo.

L'uomo in questione é un biologo e lavora per un'organizzazione inter- nazionale occupata alla protezione dell'ambiente oceanografico.

Siamo in Nuova Zelanda e precisamente a Picton, piccola città di por- to di fronte a Wellington.

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molto preoccupata.

Il direttore dell'Istituto, un famoso biologo professore di oceanografia, gli comunica immediatamente, che tra due giorni dovrà partire per Auc- kland, sulla costa est della Nuova Zelanda, sul mare di Tasmania.

„Ma come, Pier, così, su due piedi! E quale sarebbe il motivo di questa mia inaspettata e fulminea partenza?" Gli chiede notevolmente turbato.

"Jon, purtroppo ci troviamo nuovamente di fronte a una spiacevole sto- ria di spiaggiamento di cetacei...ci risiamo. Ma questa volta è accaduto in dimensioni davvero preoccupanti: un gran numero di cetacei sono stati trovati morti sulle spiagge nei dintorni di Pukekohe, come pure su alcune coste dell'Australia, e la ragione é ancora da scoprire, anche se noi tutti sappiamo già di che si tratta. Con tutto ciò non smetteremo mai di indagare ed approfondire sempre di più le nostre ricerche su questo fenomeno talmente allucinante. Bisogna analizzare le povere creature, far loro le autopsie e trovare cosa c'é all'origine di questo immane disa- stro. Io penso che tu sia la persona più giusta per compiere questa spe- dizione ed essere di supporto all’equipe di Auckland. Jon, ci terrei dav- vero che andassi tu."

Jon resta immobile, completamente inebetito ed incredulo.

Il suo volto impallidisce.

Si accascia su di una sedia, mentre, come un flash, si presenta dinnanzi agli occhi l'atroce incubo della notte precedente. Senza battere ciglio e incapace di pronunciare alcuna parola, si prende la testa tra le mani guardando allibito nel vuoto.

Pier continua: "Mi spiace di averti causato un tale malessere, ma ti pos- so capire. Anch'io ci sono rimasto non poco male. La notizia mi ha completamente abbattuto e sconvolto".

Jon lo guarda triste e smarrito:" Ma allora non era un sogno quello di stanotte! Sei sicuro di quello che dici? Ma com'é possibile che mi sia successa una cosa tale?! Stamane ho fatto un sogno terrificante che mi ha svegliato di soprassalto..."

E con le lacrime agli occhi gli racconta l'incubo avuto, in ogni detta- glio. Pier segue il racconto senza batter ciglio. Rimane di stucco, e per alcuni attimi non sa come reagire. Lo abbraccia per consolarlo.

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cepire una tale ineluttabile verità? Chissà da dove ti é pervenuta questa rivelazione? Credimi, vorrei tanto che il tuo fosse solamente un brutto sogno! Ma ti farò vedere alcune immagini che ti dimostreranno di non averlo solo sognato." Dice con voce sommessa.

Pier si avvia al suo computer ed inizia a mostrargli alcune foto di una spiaggia lunghissima, coperta da un'enorme moltitudine di delfini e ba- lenotti senza vita.

Conclude con un breve filmato, altrettanto agghiacciante, durante il quale si possono udire le grida dei poveri animali che nuotano veloci e in modo caotico verso la spiaggia. Jon si ritrova in un batter d'occhio catapultato nell'incubo della notte scorsa. Si sente mancare...

Gocce di sudore gelido scendono dalla sua fronte.

Ma com’é possibile tutto questo? Stesso luogo e stesso scenario del so- gno!

Stesso odore di morte e all'orizzonte altri delfini che gridando si dirigo- no alla spiaggia per porre fine alla loro esistenza travagliata.

"Ma perché, santo Iddio, perché?" dice a Pier con voce rauca accascian- dosi su di una sedia.

Non si sa trattenere dallo sconforto e le lacrime scendono copiose sul suo volto.

Più tardi viene tenuta una riunione alla quale prendono parte tutti i membri dell'istituto.

Discutono animatamente ore ed ore sul da farsi e come procedere nelle ricerche.

Pier informa gli altri colleghi di lavoro della sua decisa intenzione a mandare Jon il più presto possibile ad Auckland per prender contatto con alcuni scienziati oceanografi, membri del Greenpeace e del WWF.

Aveva già preso accordi e stabilito la sua partenza che sarebbe avvenuta tra due giorni.

Durante la pausa del pranzo, Jon controlla il suo cellulare e vede che qualcuno gli ha lasciato un messaggio.

„Salve, sono Laura, la chiamo dal mio ufficio. Ho visto che lavora per l'Istituto della protezione ambientale oceanografica. E' molto interes- sante, caspita!

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minciare? Sarei disponibilissima. Se troverà un attimino per me, mi ri- chiami, grazie e buona giornata. A presto!"

Jon non esita a richiamarla immediatamente.

„Hallo, Laura sono felicissimo di risentirla! L'avrei chiamata io, ma come avrei fatto senza il suo numero? Per fortuna che ci ha pensato lei con un sms!"

"Già, per fortuna che mi ha dato il biglietto da visita!"

risponde con gioia Laura.

"Mi diceva nel suo messaggio che avremmo avuto tanto da raccontarci...

Potremmo farlo questa sera? Ha già un impegno?"

chiede Jon.

"Finisco di lavorare alle sei. Tra l'altro lo sa che non siamo neppure lon- tani? Tutti e due abbiamo un cane, ed entrambi lavoriamo per salva- guardare l'ambiente." Ribatte prontamente la ragazza.

Jon incuriosito:

"Perché, dove lavora lei? A questo punto vorrei davvero saperlo!"

"Venga a prendermi e scoprirà dove lavoro".

Gli detta l'indirizzo velocemente.

"Non mi dica che é impiegata al Centro Biologico contro la manipola- zione dei geni?"

"Ma bravo, ha proprio indovinato! Sono biologa e mi occupo della ri- cerca in generale nel campo agricolo ed alimentare, cereali, latticini, vegetali, carne e via di seguito."

"Allora vuol dire che non correremo il rischio di annoiarci! Avremo davvero un sacco di cose da raccontarci. La vengo a prendere appena dopo le sei."

"Benissimo Jon, a più tardi e buon pomeriggio."

In ufficio tutti si trovano in uno stato di tensione. Jon continua il suo la- voro facendo alcune telefonate e prendendo accordi con la sede del Greenpeace ad Auckland. Dice loro che arriverà fra due giorni con la nave traghetto, non prima.

E' sera. Jon esce dall'ufficio e va a prendere Laura che proprio in quel- l'istante esce con Stella dal portale di vetro d'entrata. Anche lui ha por- tato Blaky per fare una passeggiata.

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che sembrano letteralmente impazzite. L'unica cosa che vogliono é quella di accoppiarsi al più presto possibile!

"Dovrò dare dei calmanti a Stella! Come facciamo ora?" grida allarma- ta Laura.

"Bisogna somministrarle immediatamente delle pasticche di clorofilla, per evitare che Blaky senta il suo profumo! Dobbiamo andare immedia- tamente in farmacia." risponde Jon.

"Ma ceniamo ugualmente insieme, dopo la farmacia, e le cacche, e le pipì e la passeggiata al parco?" aggiunge Laura ansiosa.

"Certamente, al più presto possibile! Però, non prima di esserci tolto questo impegno, solo un po’ di pazienza. Gli ormoni di queste povere bestiole stanno letteralmente impazzendo, guardi qui che roba! Fanno davvero sul serio! Mi sembrano due disperati in preda alle più terribili torture! Che pena e che struggente dramma l'amore"

Laura entra in farmacia e Jon aspetta fuori con i due cani che non rie- scono a calmarsi.

La donna esce con la scatoletta tra le mani, dicendo:

„Somministrerò a Stella le pasticche di clorofilla appena dopo il pasto serale."

Raggiungono con non poca fatica il parco, senza che i due cani diano segno di miglioramento.

"Non possiamo lasciarli liberi, é impossibile. Fuggirebbero subito indi- sturbati e andrebbero lontani a consumare il loro amplesso: non li bec- cheremmo più.“

“Ed io, conoscendo Stella, dato che lo ha già fatto, eviterei proprio la libertà! Chissà quando li rivedremmo!“

“Credo non prima che Stella sia stata fecondata!" Aggiunge Jon agitato.

"Dio mio, non lo dica neppure per scherzo! È proprio stressante e fati- cosissimo tenerli a bada. Non ce la faccio più!" Dice ansimante Laura.

Blaky grida e abbaia senza tregua. Stella piange emettendo dei guaiti laceranti. Sembra che qualcuno la stia torturando in modo atroce!

Spazientito Jon decide:

"E' meglio portarli a casa. Almeno uno dei due. Non li sopporto più Che ne dice?"

"Penso proprio che lei abbia ragione, così non potremo mai combinare nulla. Non ci resta altra alternativa. Al Ristorante con loro? Non se ne parla proprio! Vediamoci tra un'ora da „Concetta", ok?"

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giunge a stento la sua macchina, tenendo a bada Blaky, con tutte le sue forze. Lo porta a casa e, con l'intento di consolarlo, gli riempie la cioto- la di crocchette d'agnello e riso, delle quali solitamente é ghiotto, ma che naturalmente adesso rifiuta con sdegno, girando la testa dall'altra parte. La sua tristezza è palese, primo perché Stella é lontana da lui, se- condo perché Jon se ne va quasi subito, dicendogli:

„Mi spiace Blaky, davvero, mi fai quasi piangere! Devi capire che nes- suno di noi due in questo momento ha il tempo di allevare dei cuccioli!

E' un periodo nel quale ho altro a cui pensare. Su, dai, sarà per un'altra volta, ciao e buona notte. Ci vediamo tra due orette." Il cane mugola e guaisce con un'aria di sconsolata tristezza, da farlo quasi piangere. Ma ciò non lo trattiene dall'andarsene.

Siamo da Concetta, uno dei migliori ristoranti Italiani della città.

Jon entra ed i suoi occhi incontrano immediatamente quelli di Laura.

"Ciao, finalmente ci siamo liberati di quei due disperati! E' stato quasi insopportabile, lasciare Blaky in quello stato pietosamente abbattuto.

Ma non ho potuto fare altrimenti...ci tenevo a vederti. Ma dimmi, non ti ho fatta aspettare a lungo, spero."

„Figurati, sono appena arrivata, non preoccuparti."

Tutti e due sorridono guardandosi profondamente negli occhi e notano che improvvisamente é venuto loro spontaneo di darsi del tu.

Laura gli racconta che da quasi dieci anni vive in Nuova Zelanda. Nove anni prima, dopo aver vinto una borsa di studio, decise di lasciare Arez- zo, la sua città natale in Toscana, per un paese sconosciuto e così lonta- no. E questo con un po’ di sensi di colpa verso sua madre, già vedova a soli 45 anni, in un piccolo paese di provincia.

Dopo aver trascorso i primi quattro anni di pratica in un istituto di bio- logia agraria a Christchurch, decise di cambiare un po' aria, iniziando un lavoro che le interessava molto, sempre da biologa agraria, in un grande laboratorio scientifico a Wellington. Questo compito che aveva all'interno dell'Istituto, cominciava ad entusiasmarla. Si trattava di ri- cerche nel campo dell'Ecologia e dell'Ambiente, e come salvaguardarlo

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Da qualche mese, stanca di fare la pendolare e del traffico di Welling- ton, si era stabilita definitivamente a Picton, cittadina tranquilla e pit- toresca. Ultimamente l'Istituto di ricerche per cui lavorava, aveva aper- to una piccola filiale appena fuori città. Così a Wellington ci andava so- lamente una volta o due la settimana. In alcune occasioni vi restava an- che alcuni giorni di seguito, alloggiando da un'amica che lavorava con lei. Spesso si imbarcava sul traghetto, oppure sul grande catamarano veloce, che impiegava appena due ore e dieci minuti. In mare aperto si sentiva rilassata e la sua mente si liberava da ogni pensiero e stress inu- tile.

Il resto del lavoro, che consisteva in contatti internazionali con ditte ed istituti di tutto il mondo, lo svolgeva via e-mail, anche da casa sua.

"Davvero interessante", commenta Jon sorridente.

"Pensavo di passare il mio tempo con una venticinquenne! Credo non sia così, da ciò che mi racconti."

„Bé, grazie davvero per il tuo complimento. Mi spiace deluderti, tra una settimana compirò 33 anni".

„Allora hai tre anni meno di me!"

„Si, se ciò ti può rendere felice! Ma dimmi, tu, con una faccia davvero così speciale ed alquanto esotica, da dove vieni? Che fai qui e come ci sei arrivato?"

„Mi dispiace quasi a dirlo, ma sono americano. La mia faccia mi salva, grazie a mia madre che era per metà Hawaiiana e l'altra metà Maori, cioè originaria di qui, nel vero senso della parola. Mio padre è un ap- passionato geologo, nato proprio per scoprire tutto sino alle viscere, della madre terra. I suoi nonni erano siciliani di Catania, emigrati in America, pensa un po’! Forse la sua origine, chissà, aveva un po’ in- fluenzato il suo interesse sui vulcani. Infatti si era specializzato profon- damente in vulcanologia all'università di Honolulu. Dopo gli studi, de- cise di stabilirsi sull'isola di Hawaii, proprio perché questa è la più gio- vane e recente dell'Arcipelago, insomma, la più ricca di vulcani, e tutti attivi! Il luogo era perfetto per i suoi studi: il magma, le moltitudini di tipi di eruzioni e le nostre origini, che mi ripeteva spesso, venivano di- rettamente dal fuoco."

„Non c'é dubbio, anch'io sono dello stesso parere, noi siamo fuoco, e spero che a nessuno venga in mente di spegnerci!"

Jon sorrise di gusto guardandola con un velo di dolcezza negli occhi.

Se ti avesse sentita mio padre avrebbe iniziato ad amarti subito!"

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