• Non ci sono risultati.

IC DARSENA: Primaria Tenuta, Scuole dell Infanzia Darsena e Tenuta Viareggio, Italia

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "IC DARSENA: Primaria Tenuta, Scuole dell Infanzia Darsena e Tenuta Viareggio, Italia"

Copied!
67
0
0

Testo completo

(1)

IC DARSENA: Primaria Tenuta, Scuole dell’Infanzia Darsena e Tenuta Viareggio, Italia

ATAEVLER ANAOKULU – Bursa, Turchia

SOUTH STANLEY INFANT AND NURSERY SCHOOL – Stanley, U.K.

C.E.I.P. LA MARQUESA – Jerez de la Frontera, Spagna TALLINNA SUITSUPAASUPESA – Tallinn, Estonia

“IMPARARE A RISPETTARE LE DIFFERENZE IN ETA' PRECOCE, ATTRAVERSO IL METODO DELLE

PERSONA DOLLS E DEL TEATRO CREATIVO.”

Un' esperienza di partenariato Comenius tra scuole europee.

Il Final Book del progetto europeo Comenius “I See You” aa.ss 2011- 2013 è stato stampato in proprio

Istituto Comprensivo Darsena

Final book

progetto Comenius

“I see you”

aa/ss 2011_2013

(2)

“Quando educate la mente dei vostri bambini, non dimenticate di educare i loro cuori”

(Dalai Lama)

“Se vuoi costruire la pace, diffondi l’amicizia “

(Mahatma Gandhi)

“E’ il volto dell’altro che ti rivela chi sei veramente”

(Emmanuel Lévinas)

Danza di Mevlana Rumi e dei dervisci rotanti (movimento sufi della Turchia)

a cura di Mrs Esra Bayram, Ataevler Anaokulu, Bursa – Turchia

Tutti i rapporti internazionali sulle relazioni all’interno dell’Unione Europea mostrano che le culture diverse che la compongono sentono il bisogno di vivere insieme in armonia, valorizzando il "rispetto delle differenze" e la tolleranza, come elementi fondanti della stessa Europa.

La “chiave” per assicurare rapporti pacifici tra i popoli europei e per sviluppare dinamiche sociali è creare questa consapevolezza da un età pre-scolare.

Ogni comunità ha una cultura e tradizioni diverse e queste differenze devono essere mantenute liberamente e democraticamente. L'articolo 2 della Convenzione

europea dei diritti dell'uomo (CEDU) impone chiaramente che il diritto di una persona di vivere sia protetto dalla legge. E 'una necessità improrogabile che l'accettazione delle libertà estremamente importanti, come quella di pensiero, di coscienza, di credo, di espressione e il diritto a non essere discriminati siano accolti

(3)

La convivenza tra diverse culture può provocare atteggiamenti razzisti e xenofobi e può portare alcune persone a sviluppare dei pregiudizi. Sta diventando sempre più importante per la crescita armonica dei bambini renderli consapevoli di ciò che significa lottare contro ogni discriminazione e contro il razzismo. E’ necessario che i bambini imparino a comportarsi con maggiore sensibilità e tolleranza verso razze e gruppi etnici diversi. Ogni persona deve prendere posizione contro atteggiamenti razzisti, contro la discriminazione sessuale, quella socio-culturale, ecc.

Ora, sempre di più, ci viene richiesto di creare nuovi percorsi per insegnanti che aiutino i bambini fin dall’età prescolare ad imparare a rispettare le differenze,

perché esistono sempre più diversità culturali, fisiche e socio-economiche nei nostri paesi e quindi nell’UE. I curriculi scolastici devono essere sviluppati per educare le giovani generazioni ad eliminare i pregiudizi, per questo è necessaria l’educazione multiculturale nei sistemi di istruzione e nei curriculi scolastici dei diversi paesi.

Dal momento che la diversità è un valore di fondamentale importanza per

sviluppare una cittadinanza attiva europea, abbiamo prestato particolare attenzione a questo tema nel nostro progetto che prevede proprio di aiutare i bambini a

sviluppare strategie per il superamento dei pregiudizi.

Il progetto si è proposto non solo di preparare un programma valido per le diverse culture, ma anche per quanto riguarda la lingua, la religione e le convinzioni, la sessualità, gli handicap fisici e mentali, le differenze fisiche e le differenze di classe sociale.

Solo in questo modo è possibile modificare i pregiudizi, la conoscenza stereotipata e gli approcci discriminatori nel processo di sviluppo dei bambini. Il nostro progetto ha avuto anche l’obiettivo di aiutare i bambini a mettere in relazione il senso della giustizia, i valori di accettazione sociale e il giudizio sociale a lungo termine.

Le società considerate come comunità condividono la stessa cultura. Tuttavia, all'interno di una società, i gruppi hanno le loro diverse culture. Queste culture diverse costituiscono la base del multiculturalismo. In un certo senso, il

multiculturalismo è il risultato di culture diverse che condividono lo stesso ambiente. L’educazione multiculturale come concetto deve essere fortemente

(4)

sostenuto con rispetto, amore e tolleranza. .

I bambini devono crescere in un ambiente che rispetti i diversi punti di vista e

devono essere capaci di riconoscere e rifiutare gli stereotipi e i pregiudizi. In questo modo, avranno la possibilità di risolvere i problemi di relazione, prima di cadere nella trappola della discriminazione o del razzismo.

I bambini non hanno spontaneamente dei pregiudizi verso le differenze, quindi insegnare loro il rispetto per la diversità è la scelta migliore per evitare la formazione di pregiudizi. Le differenze sono state accettate come un elemento prezioso da condividere gli uni con gli altri, e non come un problema, grazie al nostro progetto. Il multiculturalismo e le differenze non dovrebbero essere visti come una minaccia per il sistema d’ istruzione, piuttosto come risorse importanti da condividere e celebrare.

I bambini imparano ad accettare le differenze in modo positivo e iniziano a

sviluppare idee e soluzioni creative su cosa si può fare per aiutare i compagni e le compagne che hanno subito ingiustizie o hanno sofferto a causa del mancato rispetto della loro diversità. Si sentono meglio, perché gli effetti positivi del loro apprendimento continuano anche in età adulta. Un approccio a breve termine diventa così un obiettivo a lungo termine. Educare i bambini sui diritti personali e il concetto di giustizia, secondo il nostro “programma del rispetto delle differenze”, migliorerà il rispetto dei diritti di ognuno e il senso di giustizia nel mondo, così da renderlo un luogo più abitabile per tutti.

Il nostro lavoro è stato svolto programmando insieme agli altri paesi partner il

“piano del rispetto delle differenze”, in base alle rispettive differenze culturali e linguistiche. Eventuali difficoltà nella comprensione di concetti astratti relativi alle differenze sono stati superati e affrontati con l'aiuto del teatro creativo e delle Persona Dolls. Le attività con gli alunni, gli insegnanti e i genitori sono state

molteplici: questionari di valutazione iniziale e finale, studio della metodologia delle Persona Dolls anche attraverso la partecipazione diretta di insegnanti dalle cinque scuole partner a un training tenuto nel nord dell’Inghilterra da una formatrice specializzata, creazione dei profili delle bambole da parte degli insegnanti e realizzazione di laboratori per crearne alcune con la preziosa collaborazione dei genitori, presentazioni delle attività di “implementazione” del progetto, sessioni di

(5)

story-telling con le Persona Dolls con i bambini, incontri di formazione con i genitori, ecc. Inoltre, attraverso i seminari internazionali, sono state confrontate le attività svolte nelle singole scuole dei diversi paesi, osservando i diversi approcci culturali che hanno offerto proficue occasioni di scambio, apprendimento e apprezzamento reciproco.

Il processo di formazione del nostro progetto ha previsto l'apprendimento permanente: i genitori sono stati attivamente coinvolti nel processo e sono stati aiutati con specifici incontri formativi ad acquisire nuove idee e competenze per aiutare le proprie figlie e i propri figli a rispettare le differenze, anche al di fuori del contesto scolastico. Data l'importanza della formazione e della socializzazione dei contenuti del progetto, la cooperazione tra alunni, insegnanti e genitori è stata facilitata il più possibile, nel rispetto dei tempi e dei limiti di ogni scuola partner.

Come abbiamo evidenziato più volte, la prima infanzia è il periodo più importante in cui educare i bambini al rispetto delle differenze. Dopo questa fase dello sviluppo evolutivo, potrebbe diventare più difficile aiutare gli alunni ad abbattere i loro pregiudizi. La prima infanzia è il primo periodo di conoscenza per l’acquisizione dei valori fondamentali che guideranno la vita futura. Questi valori sono influenzati da molti fattori ambientali positivi o negativi, di cui si è fatto esperienza durante i primi anni della propria vita: per questo motivo è molto importante accumulare una varietà di esperienze positive durante questa prima fase della vita. Se “buone pratiche” di esperienza della diversità sono presentate e vissute dai bambini, il rispetto delle differenze, l’acquisizione della consapevolezza delle discriminazioni subite o viste subire dagli altri, favoriranno l’acquisizione di una coscienza critica e l’abilità di schierarsi contro tutte le discriminazioni. I bambini potranno migliorare la loro capacità ad opporsi a comportamenti ingiusti, a rifiutare pregiudizi e

discriminazioni verso loro stessi e gli altri.

Siamo lieti di affermare che il progetto, ha raggiunto i seguenti obiettivi, per gli alunni, gli insegnanti e i genitori:

gli alunni

1. hanno avuto la possibilità di conoscere culture differenti, grazie anche alle visite degli insegnanti delle scuole partner durante i seminari internazionali;

(6)

2. hanno acquisito una più consapevole cittadinanza europea attiva;

3. hanno imparato a prendere posizione contro le discriminazioni e a favorire l’integrazione delle persone che hanno bisogno di un’educazione speciale e che appartengono a culture diverse dalla propria;

4. hanno goduto di un ambiente piacevole di apprendimento in cui hanno imparato giocando e divertendosi, assicurandosi così un apprendimento più duraturo;

gli insegnanti

1. hanno iniziato un proficuo percorso di consapevolezza e superamento dei loro pregiudizi;

2. hanno cooperato con gli altri insegnanti europei per lo scambio di informazioni in possesso, confrontandosi sulle strategie di comunicazione, sui metodi di

apprendimento e sulle competenze pedagogiche richieste nei propri paesi;

3. sono stati incoraggiati ad apprendere o a migliorare le loro competenze

comunicative, in particolare la loro conoscenza delle lingue straniere e soprattutto della lingua Inglese;

4. hanno avuto la possibilità di creare con i colleghi delle scuole partner un ambiente di apprendimento reciproco e di scambio di buone idee e pratiche, sperimentando il multiculturalismo;

le scuole

1.hanno imparato a conoscere i sistemi scolastici e i curricoli dei diversi paesi dell'Unione Europea, analizzando le differenze e le somiglianze tra le scuole dei paesi partner e adottando le migliori pratiche;

2. hanno acquisito una maggiore conoscenza e consapevolezza delle culture, delle lingue e dei sistemi di pensiero dei diversi popoli che fanno parte dell’Europa;

3. hanno ottenuto un riconoscimento di validità internazionale per aver partecipato a un progetto europeo Comenius, come segno distintivo di un'istruzione di qualità;

4. hanno creato un ambiente di educazione democratica e un’organizzazione delle classi che previene il sorgere di discriminazioni;

i genitori

1. hanno partecipato attivamente ai processi educativi dei loro figli e delle loro figlie,

(7)

favorendo la realizzazione di scuole come comunità educanti;

2. sono stati informati e aiutati ad acquisire consapevolezza dei propri pregiudizi e della possibilità di superarli, valorizzando il loro ruolo di modello per i bambini;

3. sono stati incoraggiati ad accogliere positivamente il pensiero diverso e le differenti culture dei popoli europei.

a cura di Mrs Heather Kemp (headteacher of South Stanley Infant and Nursery School – County Durham – U.K.)

Abbiamo deciso di utilizzare le Persona Dolls nel nostro progetto, perché in ogni scuola abbiamo bambini piccoli la cui formazione è ancora molto sviluppata attraverso il gioco: i bambini sono spontaneamente creativi e possono facilmente entrare in mondi immaginari. Le Persona Dolls sono bambole 'magiche', nel senso che i bambini fin da tre anni di età sono disposti a farsi coinvolgere da loro e sono desiderosi di aiutarle a risolvere i loro problemi. Con l'uso delle Persona Dolls nelle nostre scuole ci auguriamo di aiutare i nostri bambini, di culture diverse, a

comunicare tra loro e di permettere loro di crescere come cittadini che si “prendono cura” degli altri e che sono disposti a sfidare i pregiudizi e gli stereotipi, ovunque li incontrino.

Le Persona Dolls sono nate negli Stati Uniti dove, a causa della diversità culturale dei bambini, gli educatori avevano avuto difficoltà a trovare materiali e risorse che riflettevano l'eredità culturale dei loro allievi. Queste bambole sono a disposizione degli educatori che dovrebbero introdurle come “speciali visitatori” con storie da raccontare, talvolta problematiche. E 'importante che la bambola sembri reale in modo che i bambini si identifichino con lei. Le bambole possono essere utilizzate per risolvere tutti i tipi di problemi che sorgono nelle scuole e sono efficaci nella

(8)

promozione di pratiche anti-discriminatorie. Infatti, possiamo usare le Persona Dolls e le loro storie per:

• aiutare i bambini ad anticipare e a prepararsi per nuove esperienze di apprendimento;

• aiutare i bambini a comprendere e affrontare le proprie paure quotidiane, ansie, gioie e delusioni;

• aiutare i bambini a comprendere nuove situazioni, sentimenti, eventi familiari, stili di vita e avvenimenti significativi;

• aiutare i bambini a sfidare le ingiustizie, i pregiudizi e le discriminazioni.

Il metodo delle Persona Dolls è stato portato in Europa da Babette Brown (Londra, Regno Unito), Marianne Egedahl (Copenaghen, Danimarca) e Anke Van Keulen (Utrecht, Paesi Bassi). Marie Spence è diventata una formatrice del metodo delle Persona Dolls nel 2006 ed è stata preparata da Babette Brown a Londra. Marie ha tenuto a Durham, nel novembre 2012, una giornata di formazione per i partecipanti al nostro progetto. La prima attività da lei proposta è stata quella di discutere su ciò che fa sì che i bambini notino le differenze. È stato osservato che i bambini notano le differenze, ma non sempre dicono qualcosa. Ci è stato chiesto di prendere in

considerazione quando non dire niente o usare un linguaggio inappropriato per sottolineare le differenze può diventare un pregiudizio. I bambini hanno bisogno di essere incoraggiati a parlare e a celebrare le differenze e le somiglianze,

comprendendo che è giusto farlo. Ciò ha portato alla discussione sulla reazione degli adulti di fronte alle ingiustizie subite e su quanto possa essere difficile per i bambini affrontarle.

Le insegnanti delle cinque scuole partner che hanno partecipato al training formativo hanno lavorato insieme per creare la personalità di una bambola precedentemente scelta, registrando l'età, il sesso, l'aspetto fisico e tutte le altre informazioni tra cui il colore dei capelli, degli occhi e della pelle, la razza o l'origine etnica; inoltre sviluppando idee sulle preferenze e sulle cose che non piacciono, come il cibo preferito, i giochi e gli hobbies. Infine, sono state inserite eventuali disabilità o difficoltà di apprendimento, oltre naturalmente alla struttura familiare e alla storia che è è stata ideata specificatamente per quella bambola.

La formazione descritta ha consolidato le conoscenze di alcuni partecipanti e notevolmente migliorato la conoscenza degli altri.

(9)

Per il nostro progetto era importante che ogni scuola scegliesse le Persona Dolls appropriate per il proprio scenario, tenendo conto delle diversità delle proprie comunità di appartenenza e iniziando con le cose che, i bambini e le bambole, hanno in comune. La personalità di ogni bambola è sviluppata per introdurre differenze / questioni che devono essere affrontate in ogni scuola e registrati in un opuscolo per garantire che ogni educatore conosca e comprenda la storia della vita di quella bambola.

Alcuni insegnanti permettono ai bambini di giocare con le bambole, altri non lo permettono. Questo è un aspetto che le singole scuole devono decidere come affrontare, ma è importante ricordare ai bambini che la bambola rappresenta una persona che deve essere trattata con cura e con rispetto.

Infine è essenziale per gli educatori capire che le Persona Dolls sono un sostegno per i bambini, per aiutarli ad esprimere i propri sentimenti, ad essere empatici con gli altri e a incontrare le persone che sono diverse da loro trattandole con rispetto.

( tratto da Persona Doll Training resources di Londra)

(10)

LA STORIA DI KELLY (Italia)

I SESSIONE

Oggi abbiamo una visita speciale: Kelly è una amica che viene da lontano e che si fermerà un po’ di tempo ospite della nostra scuola; proviene infatti dalla scuola inglese, nostra partner del progetto Comenius, che conoscete: South Stanley Infant and Nursery School, della contea di Durham, nel nord-est dell’Inghilterra. Kelly ha sette anni, dei bei capelli neri e una meravigliosa pelle color cioccolata. Vive con i suoi genitori, che sono originari delle isole dei Caraibi, vicino alla scuola che frequenta tutti i giorni dalle 9.00 alle 16.00. A Kelly piace tanto ascoltare le storie lette ma soprattutto raccontate, così la mamma mentre vanno a scuola le parla dello splendido mare caraibico dove viveva da piccola e le racconta le favole che le

raccontava sua nonna, ma anche le descrive il carnevale che a Londra (la capitale dell’Inghilterra), gli immigrati dei Caraibi festeggiano ogni anno in agosto: è un carnevale estivo!

KELLY DESIDERA SAPERE SE ANCHE VOI FESTEGGIATE IL CARNEVALE A VIAREGGIO Prima di venire a trovarvi in Italia però, per qualche giorno è stata una vicina ad accompagnarla a scuola perché la mamma non stava tanto bene: deve riposare perché aspetta una bambina e il dottore le ha consigliato di stare qualche giorno in casa…

(11)

Kelly non voleva alzarsi dal letto qualche giorno fa’ e si è messa a piangere in classe qualche volta.

PERCHE’ SECONDO VOI KELLY NON VOLEVA ANDARE A SCUOLA? QUALI SENTIMENTI ED EMOZIONI PROVAVA?

Alcuni compagni hanno iniziato a prenderla in giro: “una bimba di sette anni non deve piangere a scuola come i bimbi piccolini”…Inoltre le hanno detto delle cose orribili sul colore della sua pelle…

KELLY VI CHIEDE SE AVETE QUALCHE SUGGERIMENTO DA DARLE: COME AVREBBE DOVUTO REAGIRE?

La maestra di Kelly ha chiesto ai suoi genitori se volevano mandarla in Italia a

trovarvi…loro hanno accettato volentieri e anche Kelly ha accolto la proposta, dopo averci pensato un po’. Ora è contenta di stare qui con voi, ma si sente ancora un pochino triste per quello che è accaduto…

KELLY VUOLE SAPERE SE ANCHE VOI AVETE MAI FATTO LA STESSA ESPERIENZA…

AVETE QUALCHE CONSIGLIO DA DARLE?

KELLY VI RINGRAZIA PER LA VOSTRA ACCOGLIENZA E IL “CALORE” CHE LE AVETE MANIFESTATO.

QUANDO NASCERA’ LA SUA SORELLINA VI MANDERA’ UNA SUA FOTO E PROVERA’ A FARE QUELLO CHE LE AVETE SUGGERITO. POI TORNERA’ A RACCONTARVI COME E’

ANDATA.

II sessione

Kelly è contenta di essere ritornata a trovarvi, durante l’estate è tornata a casa in Inghilterra e vi chiede come state e se desiderate raccontarle qualcosa che vi è accaduto in questo tempo …

D. RICORDATE COSA VI AVEVA RACCONTATO?

Oggi vorrebbe raccontavi proprio della sua sorellina: si chiama Jane e adesso ha otto mesi: (MOSTRARE LA FOTO STAMPATA) è molto carina, come potete vedere, e Kelly ama giocare con lei e farla ridere, ma da quando ha iniziato a “gattonare” va a prendere tutti i suoi giocattoli e spesso distrugge i “castelli” che ha appena

costruito, oppure scarabocchia i suoi quaderni della scuola…Kelly si arrabbia spesso

(12)

con lei e spesso le toglie le sue costruzioni di mano e lei piange; la mamma allora sgrida Kelly e talvolta la mette in punizione e lei ci resta molto male …

D. SECONDO VOI CHE EMOZIONI PROVA KELLY QUANDO LE ACCADE QUESTO?

D. POTETE IMMAGINARE PERCHE’ JANE SI COMPORTA COSI’?

KELLY VORREBBE SAPERE SE ANCHE A VOI E’ SUCCESSO QUALCOSA DI SIMILE CON LE VOSTRE SORELLINE O FRATELLINI…

COME VI SIETE SENTITI? CHE EMOZIONI AVETE PROVATO?

Talvolta Kelly pensa che la mamma voglia più bene alla sua sorellina piuttosto che a lei, e anche le persone che vengono a trovarle spesso prestano più attenzione a Jane che a lei…

D. CHE NE PENSATE?

KELLY VORREBBE CHIEDERVI UN CONSIGLIO SU COME SECONDO VOI DOVREBBE COMPORTARSI CON JANE QUANO TORNA IN INGHILTERRA…

KELLY VI RINGRAZIA PER L’ASCOLTO CHE LE AVETE DATO, ADESSO SI SENTE UN PO’

MEGLIO E PROMETTE CHE PROVERA’ A FARE QUELLO CHE LE AVETE SUGGERITO…

TORNERA’ A TROVARVI E VI RACCONTERA’ COME E’ ANDATA…

III SESSIONE

Kelly vi saluta e vi ringrazia per i consigli che le avete dato la volta scorsa, perché con la sua sorellina Jane va un po’ meglio: è stata più paziente con lei pensando che, come le avete suggerito voi, è davvero piccolina rispetto a lei e così ha deciso di insegnarle a costruire una torre con le costruzioni della Lego e insieme si sono divertite a distruggerla e a ricostruirla. Inoltre, Kelly vi confida che non è rimasta male quando la mamma ha allattato Jane e anzi si è offerta di aiutarla a cambiare il pannolino alla sorellina.

Oggi vuole parlarvi di cosa le piace: ama la musica, disegnare e andare in bicicletta, le piace mangiare i wrustel ma anche le patatine fritte e la torta al cioccolato.

Ora desidera raccontarvi cosa le è successo pochi giorni fa’: era al parco e un

bambino che non conosceva non l’ha fatta giocare e l’ha presa in giro così: “Sei una

(13)

femmina e se cadi dallo scivolo cominci subito a piangere e io non sopporto chi piange!”

POTETE IMMAGINARE COME SI E’ SENTITA KELLY?

KELLY VUOL SAPERE SE VI E’ MAI SUCCESSO QUALCOSA DI SIMILE E…QUALI EMOZIONI AVETE PROVATO…

KELLY DESIDERA CHIEDERVI COME VI SARESTE COMPORTATI NEL CASO AVESTE ASSISTITO A QUELLO CHE E’ ACCADUTO A LEI…

E COME SECONDO VOI POTREBBE REAGIRE KELLY SE QUALCHE COMPAGNO, O COMPAGNA, LA ESCLUDERA’ ANCORA DA UN GIOCO?

Inoltre, Kelly ha visto lo stesso bambino indicare un altro bimbo, sulla sedia a rotelle, e commentare: “Anche quel bambino non può fare tutto quello che faccio io, perciò deve starsene da solo in disparte, per non intralciare gli altri bambini che vogliono correre nel parco.”

KELLY VI CHIEDE COSA NE PENSATE…LEI HA SENTITO DENTRO DI SE’ CHE NON ERA ASSOLUTAMENTE D’ACCORDO: HA PROVATO RABBIA E INDIGNAZIONE NEI

CONFRONTI DEL BAMBINO PREPOTENTE…VOI COME VI SARESTE COMPORTATI NEI CONFRONTI DI QUEL BAMBINO?

KELLY ORA SI SENTE MEGLIO PERCHE’ L’AVETE ASCOLTATA E ACCOLTA, E’ FELICE DI ESSERSI CONFRONTATA CON VOI.

LA STORIA DI ALI (Italia) I SESSIONE

Oggi vi ho portato una bella sorpresa: sapete che la nostra scuola ha degli amici che frequentano scuole di paesi lontani dall’Italia e…ogni tanto vengono a trovarci!

D.CHIEDIAMOGLI IN INGLESE COME SI CHIAMA…

CANTIAMOLE LA CANZONE “GOODMORNING ALI…”

VI RICORDATE COME SI CHIEDE “COME STAI?”

(14)

Ali è un bambino turco di sei anni che vive nella città di Bursa e frequenta la classe prima della scuola Primaria, proprio come voi. Parla la lingua turca e l’Inglese. Abita con la sua famiglia in un appartamento con una sorella gemella, Shamila, e un fratello più grande di lui di quattro anni che si chiama Omar.

Desidera condividere con voi una brutta esperienza che ha vissuto la settimana scorsa, prima di venire a trovarci: un pomeriggio è tornato da scuola molto triste perché una compagna della classe quinta le aveva dato noia durante tutta la

ricreazione in giardino e lui aveva reagito facendogli lo “sgambetto”…La compagna si è “sbucciata” il ginocchio dal quale è uscito perfino un po’ di sangue…

Ali è dispiaciuto, ma anche arrabbiato, perché la maestra l’ha sgridato molto … e lo ha messo in punizione.

D. ALI VI CHIEDE SE ANCHE A VOI E’ MAI SUCCESSO QUELLO CHE E’ ACCADUTO A LUI…

D. ALI VI CHIEDE COME VI SIETE SENTITI? CHE EMOZIONI AVETE PROVATO?

Inoltre, quando lo prendeva in giro quella compagna più grande, gli altri bambini lo stavano a guardare senza dire niente, senza difenderlo e aiutarlo e lui si è sentito molto solo…

D. ALI VI CHIEDE COSA AVREBBERO POTUTO FARE SECONDO VOI GLI ALTRI COMPAGNI PER AIUTARLO…

D. ALI VI DOMANDA SE AVETE DEI SUGGERIMENTI DA DARGLI SU COME POTREBBE REAGIRE NEL CASO UN ALTRO COMPAGNO, O UN’ALTRA COMPAGNA, LO

“PRENDESSE ANCORA IN GIRO”…

ALI VI RINGRAZIA DELLA VOSTRA ACCOGLIENZA, DEL VOSTRO ASCOLTO E DEI CONSIGLI CHE GLI AVETE DATO, PROVERA’ A METTERLI IN PRATICA QUANDO TORNERA’ IN TURCHIA ALLA SUA SCUOLA E POI VERRA’ ANCORA A TROVARVI PER RACCONTARVI COME E’ ANDATA…

SALUTIAMO ALI CON IL CANTO “GOODBYE ALI…”

(15)

II sessione: story-telling con Ali

Ali è molto contento di essere tornato a trovarvi e vuole dirvi che è andata un po’

meglio con la sua compagna che l’aveva preso in giro la volta scorsa…Innanzitutto ha chiamato le maestre non appena la compagna si è avvicinata a lui e poi lui ha difeso altri compagni che venivano disturbati così anche loro l’hanno difeso quando

qualcuno cominciava a dargli noia…l’unione fa la forza!

Però vuole raccontarvi cosa gli è successo in classe due settimane fa’…

Si sente un po’ triste perché il papà ha perso il lavoro in questo periodo, lavorava per una grande industria che produce pezzi di automobili, e perciò la sua famiglia ha dovuto cambiare casa e andare ad abitare in un quartiere popolare dove l’affitto della casa costa meno e…lui si sente “spaesato” perché non conosce nessuno e ha nostalgia dei suoi vicini di casa e della sua vecchia casa…spera di non dover

cambiare anche scuola presto e per questo è molto triste…anche perché ha vissuto questa brutta esperienza che vuole raccontarvi…

Aveva da poco perso un dentino, giocava da solo nel cortile del suo palazzo, e un bambino che non conosceva ha iniziato a chiamarlo “sdentato”… Ali gli ha risposto che anche lui tra poco avrebbe perso tutti i denti, allora quel bambino ha continuato a “prendersi gioco di lui” … Ali è rimasto molto male e non sapeva cosa rispondergli

… così ha iniziato a piangere…e allora gli è stato detto che i maschi non piangono come le “femminucce”…

ALI VI CHIEDE COSA NE PENSATE DI QUELLO CHE QUEL BAMBINO GLI HA DETTO

POTETE IMMAGINARE QUALI EMOZIONI HA PROVATO ALI?

ALI VUOLE SAPERE SE AVETE UN CONSIGLIO DA DARGLI NEL CASO CHE QUEL BAMBINO O UN ALTRO CONTINUI A PRENDERLO IN GIRO QUANDO TORNERA’ AL SUO PAESE…

(16)

ALI TEME CHE I SUOI GENITORI LO ISCRIVERANNO A UNA NUOVA SCUOLA PIU’

VICINA A CASA E…SI SENTE MOLTO TRISTE E ANCHE UN PO’ ARRABBIATO AL PENSIERO DI DOVER LASCIARE I SUOI COMPAGNI E LA SUA VECCHIA CASA…

COSA VOLETE SUGGERIRGLI? QUALCUNO HA AVUTO LA STESSA ESPERIENZA?

SALUTIAMO E RINGRAZIAMO ALI PER LA SUA VISITA

III SESSIONE

Ali è molto contento di essere tornato a trovarvi, vi saluta e vi ringrazia per i suggerimenti che gli avete dato la volta scorsa …

Ali oggi vuole parlarvi delle lingue che sa parlare e dei suoi gusti preferiti: oltre all’Inglese e al turco, che studia a scuola ama cantare in arabo, la lingua parlata dalla sua famiglia che pratica l’Islam, la religione più praticata in Turchia. Inoltre, gli piace suonare il flauto e giocare a calcio, ma non ama studiare l’inglese perché lo trova una lingua difficile, tanto diversa dal turco e dall’arabo. Ha paura del buio, ma soprattutto teme i bambini che lo prendono in giro. Per esempio vuole raccontarvi cosa gli è successo pochi giorni fa’ prima di tornare a Viareggio a trovarci. I suoi genitori hanno deciso di iscriverlo in una scuola più vicina alla nuova casa dove abitano adesso, così Ali può recarsi a scuola a piedi con il suo fratello e la sua sorella.

Nella sua nuova scuola alcuni bambini non lo hanno accolto bene, prendendolo in giro perché aveva dei vestiti più grandi della sua taglia e un po’ scoloriti, infatti la mamma gli aveva adattato i vestiti di suo fratello maggiore Omar per risparmiare soldi. Inoltre, rispetto al resto degli alunni della sua classe, Ali ha la pelle un po’ più scura perché i suoi nonni appartengono a un gruppo etnico della Turchia orientale, e una compagna, indicandolo agli altri, ha riso di lui… Ali si è sentito molto

imbarazzato e ha abbassato gli occhi senza sapere cosa rispondere…

ALI DESIDERA SAPERE SE VI SIETE MAI TROVATI NELLA SUA SITUAZIONE, COME VI SIETE SENTITI E CHE EMOZIONI AVETE PROVATO.

ALI VI CHIEDE DI SUGGERIRGLI COSA POTREBBE RISPONDERE E COME POTREBBE COMPORTARSI NEL CASO CHE UN ALTRO COMPAGNO, O UN’ALTRA COMPAGNA, GLI DICA COSE SIMILI IN FUTURO.

(17)

ALI ORA DEVE ANDARE, VI RINGRAZIA PERCHE’ IL VOSTRO ASCOLTO E LA VOSTRA COMPRENSIONE L’HANNO FATTO SENTIRE MEGLIO…PROVERA’ A FARE QUELLO CHE GLI AVETE SUGGERITO E POI TORNERA’ A RACCONTARVI COME E’ ANDATA.

LA STORIA DI NAIMA (Italia)

NAIMA SI PRESENTA

Naima ha 4 anni e viene dalla Nigeria. E’ arrivata in Italia lo scorso anno e ha iniziato a frequentare la nostra scuola, ma ha fatto molte assenze perché si ammalava spesso. Si sono trasferiti poiché il suo papà è venuto a lavorare in un cantiere a Viareggio che costruisce grandi barche. Il suo papà sa lavorare il legno molto bene.

La sua mamma è in cerca di lavoro, ma per ora non ha trovato niente. In Nigeria Naima ha due fratelli più grandi che sono rimasti là con i nonni e forse verranno qui anche loro.

Naima non parla ancora bene la nostra lingua perché non è ancora un anno che sta in Italia.

NAIMA SI E’ FATTA MALE

Non è più venuta nella nostra scuola perché le è successa una brutta cosa: si è fatta molto male!

Un giorno era andata a giocare nel parco e si è arrampicata su un albero. A Naima piace molto stare nella natura, arrampicarsi sugli alberi, correre nei prati, però qualche volta fa delle cose pericolose.

La sua mamma le diceva sempre: “non andare in alto, che è pericoloso!”, ma a lei piaceva, così quel giorno si arrampicò su un albero ed era davvero alta, voleva far vedere ai suoi amici come era stata brava ma ha messo male un piede e….. è scivolata giù, facendosi molto male!

(18)

La sua mamma è corsa subito e Naima sembrava morta perché non rispondeva, poi è arrivata l’ambulanza e l’hanno portata via con le sirene spiegate. Sono arrivati presto all’ospedale e le hanno fatto gli esami per capire cosa era successo. Dopo qualche ora ha ripreso conoscenza e chiamava la mamma ma non riusciva a

muovere le gambe. I dottori hanno detto che bisogna fare altri esami e ci vorrà un po’ di tempo…

Ora Naima è triste perché non riesce a fare le cose che fanno i suoi amici: non può più correre, saltare, arrampicarsi... e alcuni che prima giocavano con lei, ora non giocano più.

VOI COSA PENSATE?

COSA VORRESTE DIRE AI SUOI AMICI?

COSA VOLETE DIRE A LEI?

I bambini propongono alcuni giochi da fare al tavolino e altri da fare in giardino con la palla adatti anche a chi non si può muovere. Qualcuno vuole invitare Naima a casa sua.

NAIMA PARLA DEL SUO NATALE

Naima è tornata dopo la pausa di Natale e ci ha detto che ha trascorso un po' di tempo nel suo paese, la Nigeria. Ci ha raccontato come ha celebrato il Natale a casa sua e lei ci ha portato un ananas dal suo paese. In Nigeria il giorno di Natale tutta la famiglia si riunisce, anche coloro che sono andati a vivere in altri paesi, come Naima ei suoi genitori. L'albero di Natale è fatto con foglie di palma, decorata con fiori colorati. Il giorno di Natale ha mangiato riso con la salsa.

I bambini erano interessati alla storia di Naima.

Come hai festeggiato il Natale?

Che cosa hai mangiato?

I bambini hanno raccontato come hanno celebrato il Natale e che cosa hanno mangiato. Abbiamo scoperto le diverse tradizioni.

(19)

Abbiamo poi mangiato ananas, alcuni bambini non avevamo mai assaggiato e quasi tutti i bambini è piaciuto molto. E 'stato un momento di festa.

NAIMA HA PAURA

NAIMA: Sono andata in aereo e avevo paura; poi quando sono arrivata a casa ho fatto dei brutti sogni e ho paura del buio.

ANNALISA: Anche voi avete paura del buio?

M.: Il mio papà ha spento la luce e io non ci vedevo più!

L..: Io non ho nemmeno paura del buio

E.: Quando la mamma spenge la luce lei mi fa le carezze e mi mette accanto a lei J.: Il mio papà mi abbracciava quando era nel letto con me

M.: Io ho fatto un sogno brutto, mi ha punto una zanzara!

E.: Io ho fatto un sogno brutto, mi mordeva un cane e poi sono andata accanto alla mia mamma

L.: Io nel soppalco dormo nel lettino da campeggio e la mamma e il babbo nel soppalco davanti a me.

S.: Io dormo su nel lettino con la mamma

S.: Io dormo nel letto da solo, c’è anche C., abbiamo due letti A.: Io dormo su

L.: Io faccio la pipì nel pannolone quando è notte NAIMA: Anche voi fate brutti sogni?

G.: Io sogno gli alieni, vanno nella strada, rubano i bambini

E.: Ho sognato una saponetta che mi vuole fare il bagno, nella vasca N.: I vampiri volano, avevano i denti appuntiti

S.: Non faccio brutti sogni, quando io dormo da solo in cameretta non mi mangia nessuno

(20)

I..: Sogno i ladri, vogliono rubare me

M.: Io ho visto un vampiro a punta, però era finto, era un ragazzo A.: Io sono stata dalla mamma e ho dormito, ho paura del fantasma

L. : IO sogno i fantasmi e il drago, mi mangiano e quando mi sveglio piango R.: Sogno i draghi, sputano il fuoco, mi mangiano

A.: Ho paura dei fantasmi, sono bianchi, mi inseguono

NAIMA E’ MOLTO PREOCCUPATA PER I SUOI SOGNI E I BAMBINI LE SUGGERISCONO DI FARSI ABBRACCIARE DALLA MAMMA O DAL PAPA’ PRIMA DI DORMIRE ,

QUALCUN ALTRO DICE DI TENERE UNA PICCOLA LUCINA ACCESA E DI PORTARSI NEL LETTO UN PUPAZZINO DA ABBRACCIARE.

LA STORIA DI CATERINA (Italia)

Ecco a voi Caterina, ha 5 anni e viene da Tallinn, Estonia. Vive con i suoi genitori e con sua sorella, sua madre é incinta.

Ha i capelli biondi e lunghi ed é arrivata in Italia con la sua famiglia. E' nata con un problema: l'ossicino della sua gamba é più corto e spesso le causa problemi mentre cammina ma a Viareggio c'é un dottore speciale che la farà sentire meglio grazie ad un intervento.

Ai suoi genitori Viareggio é piaciuta così tanto che hanno deciso di rimanere qua per un lungo periodo ma suo padre non é ancora riuscito a trovare un lavoro, per questo motivo spesso é nervoso e arrabbiato.

Caterina vuole incontrare i bambini italiani. E' molto felice di essere in Italia prima di tutto perché incontrerà il dottore che la opererà e secondariamente perché così può visitare un paese nuovo e incontrare nuovi amici. I bambini sono curiosi di incontrare una bambina che proviene da un altro paese e ha una caratteristica particolare: parla nell'orecchio della maestra!

(21)

Ma Caterina é anche triste per la sua gamba: spera di incontrare il dottore il prima possibile.

A.:- Dov'é la tua mamma?

Caterina: La mia mamma é a casa perché é incinta, mi nascerà una sorellina, e non sta molto bene.

Giorgia:Anche la mia mamma é incinta e sono molto felice che nascerà una sorella Caterina says she is afraid of the hospital and asks if someone has ever been in hospital.

Celeste dice che una volta é andata in ospedale quando si é bruciata con l'acqua bollente ma ora sta bene.

D. dice che sua madre é stata tante volte in ospedale e lui aveva paura dei dottori ma ora lei sta meglio.

Caterina dice anche che suo padre é spesso nervoso perché non riesce a trovare un lavoro.

Alcuni bambini dicono che i loro papà non hanno il lavoro e sono anch'essi nervosi e arrabbiati.

Caterina é felice di ritornare dai bambini. Durante le vacanze estive é nata sua sorella Giada: é molto carina ma anche noiosa perché piange tutta la notte. Lei sta ancora spettando di essere operata.

A. vuole sapere come sta

Caterina dice che non sta tanto bene.

E. dice che anche lei ha una sorellina che si chiama Miriam, ma é buona e non piange tutta la notte!

I bambini sono molto felici di incontrare di nuovo Caterina e le chiedono quando il dottore la opererà.

Caterina:Forse la prossima settimana.

Lei spera di ritornare quando avrà risolto il problema.

I bambini la salutano e vogliono abbracciarla e baciarla.

(22)

Caterina torna a trovare i bimbi. Ora é felice perché é stata operata e può camminare meglio, deve solo fare le terapie per la gamba.

Anche i bambini sono felici, vogliono baciarla ma temono anche che lei torni in Estonia ora...

Lei dice che suo padre non ha ancora trovato lavoro ma hanno intenzione di restare a Viareggio per un lungo periodo. Così, promette che verrà a fare loro visita in futuro perché ormai sono diventati suoi amici. Ora sua sorella é diventata una brava bambina, spesso le sorride e ora lei si sente una bambina fortunata!

Alcuni bambini vogliono abbracciarla e baciarla...Caterina saluta tutti.

LA STORIA DI MARTA CLAUDIA CHE...NON VEDE (Spagna)

Marta Claudia è una bambina senza alcun problema apparente o meglio, sì: porta gli occhiali. Ed anche se questo non dovrebbe rappresentare alcun inconveniente, nel suo caso comporta qualcosa di particolarmente sgradevole per lei, ovvero senza occhiali non vede praticamente niente. Inoltre, i medici le hanno proibito di mettersi le lenti a contatto, perché ha una malattia che le impedisce di portarle. Anche se potrebbe sembrare una cosa non importante, per lei è un veramente difficile, perché non se li può togliere durante la ricreazione per giocare o per fare la sua attività preferita: la psicomotricità.

Anche quando li porta, la sua visione non è delle migliori ed è per questo motivo che quando gioca non ha la stessa agilità degli altri compagni e delle altre compagne.

Non ha potuto sviluppare il senso della vista come gli altri, perché le hanno trovato questa grave miopia da un anno ed inoltre le tocca sopportare gli scherzi dei suoi amici e delle sue amiche: tutta la sua mancanza di destrezza è sempre stata attribuita a “goffaggine” motoria e non al suo problema con la vista.

Il suo maestro, Javier, ha notato che ha migliorato moltissimo le sue attività di classe e che sta imparando molto rapidamente, però Marta Claudia ogni volta che può “si dimentica” intenzionalmente gli occhiali, perché le danno molto fastidio quando gioca e soprattutto ora, che è estate, le danno ancora più noia.

(23)

I genitori le hanno messo una cordicella perché non se li tolga più. Sanno quanto sia importante che porti gli occhiali tutto il giorno. Però Marta Claudia è triste. Lei ritiene che portare le lenti tutto il tempo sia un inconveniente e, sebbene la stiano aiutando a migliorare a leggere e a scrivere, in questo momento ha una priorità, cioé sente che la cosa più importante è quella di poter giocare con gli amici senza alcuna limitazione o senza che dicano continuamente “Fai attenzione a Marta Claudia!” Lei vuole essere normale o meglio… sentirsi normale. Come risolviamo questo problema? Parliamone.

LA STORIA DI OMAR: IL BAMBINO DEL MARE (Spagna)

Non so se sapete che cosa succede molto vicino a qui. Ci sono tante famiglie che tentano di attraversare il mare da un luogo chiamato Africa ed arrivare fino alle nostre spiagge per cercare un futuro migliore. Loro, laggiù, non hanno opportunità di lavoro, di costruirsi una casa, di mantenere la famiglia, ecc. e si giocano la vita per trovarle.

Omar è uno di questi bambini che, insieme alle loro famiglie, hanno tentato di attraversare lo Stretto di Gibilterra, che si trova ad appena un’ora da Jerez, dalla nostra terra. Non tutti ce la fanno ed alcuni di loro si fermano durante il cammino, insieme ai pesci, per raccontare loro quanto hanno lottato per avere un futuro migliore.

Omar, il nostro protagonista, è il terzo di una famiglia di 8 fratelli (5 sorelle e 3 fratelli), che sono arrivati a Jerez con la loro mamma, ma senza il loro papà. Lui è stato uno di quelli che si è fermato a raccontare storie ai delfini. Quando sono arrivati alcuni mesi fa, essendo in tanti, non hanno potuto inserirli tutti nella stessa scuola. Qui da noi ci sono solo due di loro.

Nonostante tutto Omar è felice. In verità sa che qui, forse, potrà studiare una cosa che adora: gli animali. Ha una voglia immensa di imparare, ogni giorno arriva con gli occhi spalancati osservando tutto in ogni minimo dettaglio, come quando a voi regalano una bicicletta. Ma a lui non occorrono grandi cose. Basta un un pennarello per attirare la sua attenzione.

(24)

Tuttavia un problema c’è, Omar non sa nulla di spagnolo e, nonostante si sforzi moltissimo, non capisce quasi niente. Tutti vogliono subito giocare con lui e questo è bellissimo. Però a volte lo seguono per il cortile della ricreazione come se fosse un

“fenomeno da baraccone”. Lui lo sa, ma avendo una gran voglia di farsi degli amici non gliene importa molto. Ma sono davvero suoi amici questi bambini che lo vedono come un “giocattolo”? Che cosa possiamo fare per aiutarlo? Parliamone.

LA STORIA DI PETER CHE ...VUOLE RESTARE (Spagna)

Peter è un bambino fantastico. affettuoso, diligente, si è sempre preso cura di sua sorella Eva ed aiutato i suoi genitori nelle faccende di casa. Il suo problema è che non resta mai a vivere in un posto per più di un anno scolastico e per questo motivo fa molta fatica a relazionarsi con gli altri bambini. Parla perfettamente lo spagnolo e l’inglese, però non è capace di farsi degli amici perché sa che nel giro di poco tempo dovrà andarsene a causa del lavoro di suo padre Roberto.

Roberto è un militare e deve sempre spostarsi con la famiglia, però la sua mamma Anne, nata in Inghilterra, vuole restare finalmente a vivere vicino alla nostra scuola.

Sa che per Peter è importante ed inoltre qui può contare sull’aiuto della famiglia di Roberto, che è di Jerez.

Peter è emozionato all’idea, però non sa come comportarsi di fronte a questa nuova situazione. La maestra della sua classe conosce bene la sua situazione e aiuta Peter per quanto può.

Il problema è che siamo a novembre, l’anno scolastico è già iniziato da tempo, i bambini e le bambine della scuola hanno i propri amici e le proprie amiche e, pertanto, l’adattamento di Peter sarà ulteriormente difficile.

La maestra lo ha messo in prima fila però lui si sente troppo protagonista e non gli piace stare al centro dell’attenzione. No ha il coraggio di dirlo a nessuno, neppure ai suoi genitori. È consapevole della sua situazione, ma questo non lo aiuta a

migliorare le sue capacità sociali. In cortile nessuno ancora gli presta particolare attenzione ed anche lui non fa niente per migliorare la situazione.

(25)

La maestra lo osserva, sa che c’è qualcosa che non va e decide di parlare con Peter.

All’inizio lui solleva a malapena la testa dal suo posto. Sembra che non voglia parlare con nessuno, ogni tanto abbozza appena un sorriso. È vero, la maestra vuole fare qualcosa che attiri la sua attenzione. Però…che cosa potrebbe fare secondo voi?

Come può integrare Peter nel gruppo? Parliamone.

La storia di Can (Turchia)

Can vive con i suoi genitori in un appartamento. I suoi genitori lavorano entrambi in un ospedale come dottori. Qualche volta lavorano troppo. La zia Ayse si prende cura di lui quando i suoi genitori hanno dei turni notturni in ospedale. Lei lo accoglie quando torna da scuola e gli prepara il pranzo e qualche volta gioca con lui, quando ha terminato di riordinare la casa.

A Can piacciono molto i fine settimana perché può finalmente stare più a lungo con i suoi genitori. Di solito escono: tutti in famiglia amano il movimento e lo sport, così vanno spesso a fare delle passeggiate insieme. Hanno anche un cane, Fistik, che portano fuori con loro: è grande e con il pelo giallo, Can gli vuole molto bene, è stato lui a dargli il nome e insieme si divertono molto.

A Can piace anche molto andare al cinema con suo padre e gli piace cucinare i biscotti con sua madre. Vivono dei momenti davvero belli insieme. Lui ama molto la sua famiglia. Inoltre, a Can piace molto passare il tempo con i suoi amici e giocare con loro.

Can ha una sua stanza tutta per sé. Ha molti giochi, possiede automobiline e camioncini.

Can frequenta anche un corso di ballo e il suo insegnante dice che ha molto talento.

Il suo papà lo incoraggia a frequentare il corso.

CAN VORREBBE SAPERE SE VA BENE CHE UN MASCHIO PIANGA, PERCHE’ I SUOI AMICI LO PRENDONO IN GIRO DICENDO CHE I MASCHI NON VANNO AI CORSI DI BALLO

Buongiorno bambini, un visitatore molto speciale vuole incontrarvi oggi. Ha quattro anni. Ha un cane di nome Fistik che è molto birichino. Lo salutiamo per bene…

(26)

Can frequenta una scuola qui vicino e ha bisogno del vostro aiuto…voi sembrate tutti così disponibili e sono sicura che potrete dargli qualche consiglio.

Can si sente molto solo ed escluso a scuola qualche volta. Vi sentite mai così come lui? (L’insegnante mostra la foto di una bambina piccola che sembra discriminata e arrabbiata). Cosa vi ha aiutato a sentirvi meglio? Non è bello sentirsi esclusi vero?

Can ha i capelli lunghi ama molto i capelli lunghi; anche il suo papà porta i capelli lunghi. A Can piacciono molto i capelli lunghi del suo papà. Anche lui vuole portare i capelli lunghi quando cresce.

A VOI CHE TIPO DI CAPELLI PIACCIONO? COME VI SEMBRANO I VOSTRI CAPELLI?

A Can piace molto la scuola perché gli piace imparare cose nuove. A VOI PIACE ANDARE A SCUOLA? STATE BENE A SCUOLA? COSA VENITE A FARE A SCUOLA? CAN VUOLE IMPARARE COSE NUOVE…QUALCUNO/A DI VOI VUOL DIRE QUALCOSA IN PROPOSITO?

La sua maestra ha detto agli amici di Can che lui sta imparando a ballare e gli ha chiesto di mostrare loro cosa ha imparato al corso. Allora Can ha fatto loro vedere cosa ha imparato ma alcuni compagni lo hanno preso in giro…E’ UNA COSA GIUSTA DA FARE SECONDO VOI? COME PENSATE CHE SI SIA SENTITO CAN? AVETE MAI FATTO L’ESPERIENZA DI ESSERE PRESI IN GIRO DA UN COMPAGNO O DA UNA COMPAGNA? COME VI SIETE SENTITI? COSA DOVREBBE FARE CAN SECONDO VOI?

E COME DOVREBBERO COMPORTARSI I COMPAGNI DI CAN?

L’altro giorno Can è stato ancora preso in giro dai compagni (l’insegnante mostra la foto di una bambina preoccupata) e … si è sentito spaventato…

Più tardi due dei bambini della sua scuola hanno continuato a prenderlo in giro e lo hanno spinto mentre giocavano. La sua maestra si è arrabbiata con loro.

PERCHE’ SECONDO VOI LA MAESTRA LI HA SGRIDATI?

CHI PUO’ DIRMI COME DOVREMMO COMPORTARCI IN CLASSE? COSA DICE DI SOLITO LA MAESTRA IN PROPOSITO?

Can ora è un po’ imbarazzato …non voleva ferire i suoi amici, dice che vuole solo disegnare …

(27)

SECONDO VOI COSA DOVREBBE FARE CAN PER RICORDARSI I VOSTRI CONSIGLI?

POTETE SUGGERIRE COME DOVREMMO COMPORTARCI IN CLASSE?

LA STORIA DI CICEK (Turchia)

Cicek vive con il suo papà e la sua mamma. A causa dell’orario di lavoro dei suoi genitori la nonna si prende cura di lei quando torna da scuola. Non ha fratelli e sorelle, ma le piacerebbe molto averli. A causa di una malattia che ha avuto quando era neonata, non si può muovere senza l’aiuto di un adulto. Sta ricevendo speciali cure in un centro specializzato tre volte a settimana. Deve fare delle iniezioni che le provocano molto dolore, ma la mamma le dice che deve farle per stare meglio.

Frequenta la scuola dell’infanzia cinque giorni a settimana e suo padre la accompagna portandola in braccio. Non ha una sedia a rotelle perché non è ancora abbastanza grande, ma gliela compreranno quando sarà cresciuta. Allora andrà dovunque desidera. Suo padre lavora per conto proprio. Cicek ama la compagnia della sua mamma: giocano insieme e disegnano. La sua nonna le racconta delle storie meravigliose.

Ama giocare nel parco della scuola. Ama andare sull’altalena e guardare i suoi amici giocare nel giardino. Le piacciono le attività legate alle storie raccontate a scuola.

La sua insegnante la aiuta a camminare durante le attività di svago a scuola. Qualche volta vuole che altri alunni come Elif la aiutino.

Uno dei suoi problemi è che a lei piace molto chiacchierare e giocare con i suoi amici. Qualche volta al parco o in classe i bambini non vogliono giocare con lei e questo la rende molto infelice.

CICEK VUOLE SAPERE SE ANCHE A VOI VI E’ MAI ACCADUTO QUALCOSA DI SIMILE...

CICEK E’ CONTENTA DI ESSERE QUI CON VOI E… VI CHIEDE, SECONDO VOI, PERCHE’ I SUOI COMPAGNI NON VOGLIONO GIOCARE CON LEI TALVOLTA

QUALI GIOCHI POTRESTE SUGGERIRLE DI FARE CON I SUOI COMPAGNI QUANDO TORNERA’ ALLA SUA SCUOLA?

(28)

La Storia di Koit (Turchia)

Ha cinque anni. È originario dell’Estonia. Si è trasferito dall’Estonia con la sua mamma, che si è risposata con un uomo turco di Bursa, dopo il divorzio con suo padre. Si fermeranno qui per un breve periodo. Poi dovranno tornare in Estonia.

Inizialmente a Koit non piaceva Bursa. Gli mancavano la sua casa e i suoi amici dell’Estonia. Ha due sorelle. Essendo adolescenti, sono rimaste in Estonia con il papà. Dal momento che la nostalgia è forte, si vedono e si parlano spesso via Skype.

Lui chiama il suo patrigno “fratello Hakan”. Non lo chiama “papà”. È molto divertente e gli vuole un gran bene. Fanno tanti giochi assieme.

Da quando si è fatto dei nuovi amici, Koit ha iniziato ad apprezzare Bursa. Ha cominciato a frequentare una nuova scuola. All'inizio è stato molto difficile perché non parlava turco e per questo motivo i suoi compagni non comunicavano e non volevano giocare con lui; ma adesso riesce a parlare un pochino il turco ed è in grado di comunicare con loro.

Questioni problematiche da affrontare:

1.sentirsi discriminati per la mancanza di comunicazione e per l’origine straniera;

2.famiglia separata.

Attuazione

Tutti gli altri bambini a scuola si conoscono. Lui non conosce nessuno, perché è appena arrivato. Cosa faresti per aiutarlo a stare meglio se fosse nella tua classe?

Lui si arrabbia quando gli amici non giocano con lui o quando ridono di lui. Non sa che cosa fare. Puoi dargli dei consigli? Cosa si può fare in una situazione del genere?

L’insegnante racconta che Koit ha portato delle fotografie del suo paese. Così le prende, estraendole dal sacchetto della bambola. Dice che vorrebbe mostrare loro le foto. Le fa vedere.

(29)

Parlano delle foto. Come sono le loro case? Sono diverse? E i suoi compagni di classe? Sono diversi da noi, non è vero? Con quale tipo di giochi pensi che giochino nella loro classe?

Koit ha una notizia per voi. Presto tornerà in Estonia. La sua famiglia ha completato tutto quello che doveva fare qui. Ciò lo rende molto felice. Il suo insegnante aveva una sorpresa per lui. Avevano organizzato per Koit una visita della città tutti insieme, in modo che potesse avere dei bei ricordi da condividere con gli amici al suo ritorno in Estonia. Hanno visto dei luoghi bellissimi.

L’insegnante gli ha detto: “Abbiamo visto alcune zone di Bursa e stiamo facendo delle attività sulla città.” Lui è molto felice. L’insegnante ha chiesto ai bambini di disegnare alcune immagini di Bursa per Koit, in modo che possa portarle in Estonia e farle vedere ai suoi amici. I bambini disegnano e dipingono delle immagini.

L’insegnante le ha raccolte tutte, le ha messe in una in una busta e le ha riposte nella borsa di Koit.

P.S. Anche la famiglia divorziata può essere oggetto di trattazione.

Le tre Persona Dolls inglesi:

“La gente dimenticherà quello che hai detto, la gente dimenticherà quello che hai fatto,

ma non dimenticherà mai come l’hai fatta sentire.”

(Maya Angelou)

La storia di Elizabeth (Inghilterra)

Elizabeth ha 6 anni. Il suo compleanno è il 12 giugno. Ha i capelli rossi e gli occhi verdi. Elizabeth ha le lentiggini sul naso. Vive con la mamma, il papà e la sua sorellastra che si chiama Julie. Julie è molto più grande di Elizabeth, ha 17 anni.

Elizabeth va in chiesa con la sua mamma la domenica e ama ascoltare le storie della Bibbia. Elizabeth si diverte a giocare con le sue bambole, in particolare quella con i

(30)

capelli lunghi biondi. Frequenta un corso di danza ogni sabato, ma quando balla in casa la mamma le dice di stare attenta ai soprammobili di porcellana che tiene esposti sulle mensole e questo la rende nervosa.

Presentazione di Elizabeth ai bambini

- Elizabeth è stata introdotta ai bambini durante il circle time.

- Ha condiviso un po' della sua storia personale e i bambini sono stati incoraggiati a esplorare le somiglianze e le differenze. Per esempio siamo stati in grado di creare un grafico dei colori degli occhi aggiungendo Elizabeth al gruppo dei bambini con gli occhi verdi o un grafico dei compleanni che raggruppa tutti insieme i compleanni di giugno.

- Altre discussioni hanno riguardato quello che le piace fare (aiutare la mamma a cucinare il sabato pomeriggio) e questo ha permesso ai bambini di parlare di ciò che piace loro fare e perché.

- A Elizabeth piace leggere e scrivere, ma trova la matematica difficile. I bambini hanno esplorato come questo è normale perché tutti siamo bravi in cose diverse, ma anche hanno fatto proposte su come potevano aiutare Elizabeth ad affrontare alcune difficoltà nei problemi di matematica.

- La preoccupazione iniziale di Elizabeth è legata ai suoi capelli rossi.

Altre aree previste da analizzare con Elizabeth.

• Andare d'accordo con gli altri nella casa. Elizabeth deve condividere la camera con la sorella e lei ascolta la musica forte. I vostri fratelli o sorelle vi danno mai fastidio?

Voi date mai loro noia? Cosa possiamo fare in proposito?

• Mangiare una dieta sana. Elizabeth vorrebbe andare al Mc Donalds, ma la sua mamma dice che il cibo che vende non è sano: che cosa ne pensi?

• Elizabeth è preoccupata di sporcare i suoi vestiti. Come pensate che si senta avendo questa preoccupazione? Lei talvolta vorrebbe indossare i jeans come i suoi amici. Che tipo di vestiti vi piace indossare? E 'importante vestirsi come i propri amici o avere il proprio stile?

La storia di ZAK (Inghilterra)

Zak ha 4 anni. Il suo compleanno è il 18 luglio. Lui ha gli occhi azzurri, i capelli lisci e biondi

(31)

Ha bisogno di indossare sempre gli occhiali perché Zak non può vedere molto bene.

Vive con la mamma e la sua sorellina che ha solo due mesi. Hanno un grosso cane marrone “trasandato” chiamato Buffy. I nonni di Zak vivono vicino e qualche volta vanno a prenderlo da scuola. Gli piace andare al pollaio con il suo nonno, dove può raccogliere le uova che le galline depongono, ma non gli piace molto mangiare le verdure che il nonno coltiva.

A volte la mamma di Zak lo porta al mercato, per cercare cose utili per la sua sorellina. Se Zak è buono a volte la mamma gli compra un giocattolo.

Presentazione di Zak ai bambini.

- Zak è stato introdotto ad alcuni bambini nella fase di inserimento in una classe quando si è unito ai bambini per raccontare una storia.

- Molti bambini portavano gli occhiali.

- Alcuni alunni stavano avendo difficoltà ad adattarsi a portare gli occhiali e un bambino, in particolare, aveva preso l'abitudine di gettare gli occhiali di altri compagni nel cortile della scuola.

- Zak è venuto a visitare la classe durante la fase di I° livello durante il circle time, quando cercavamo di affrontare questi problemi.

Dopo la presentazione di Zak alla classe, lui ha raccontato un po' della sua storia personale e poi abbiamo discusso il suo problema. E’ stato detto che Zak trova difficoltà a portare gli occhiali, essi continuamente scivolano lungo il suo naso!

Ascoltare il problema di Zak, ha aperto la discussione per i bambini che hanno dei problemi simili, o ai quali non piace indossare i loro occhiali. Zak ha detto ai bambini che non gli importa di indossarli, ma a volte se guarda un libro, scivolano giù sul più bello e lui si infastidisce. Diverse proposte sono state fatte dai bambini che hanno cercato di aiutare il loro nuovo amico. Durante la discussione è stato detto che gli occhiali sono davvero importanti ed è necessario trattarli con attenzione. Questa discussione ha condotto i bambini a parlare di tutte le altre cose che meritano cura e rispetto.

Altre aree previste per la copertura con Zak.

• Affrontare un “nuovo arrivo” in famiglia. Zak è a volte stanco, perché la sua sorellina piange di notte e la mamma è molto impegnata con lei durante il giorno.

• A Zak piace mangiare i fagioli e le patate fritte. La mamma vuole che lui mangi le verdure. A voi cosa piace mangiare? Come possiamo rendere le verdure più

(32)

appetitose? (Laboratorio pratico)

• Zak non ha visto suo padre per un po' e lui gli manca molto.

• Al mercato Zak ha comprato una grande lente di ingrandimento. È il suo oggetto preferito. Avete un oggetto preferito? (La creazione di un tavolo di 'Cose Preziose' nella classe sarà una buona occasione per i bambini di imparare a trattare le cose con cura e rispetto.

LA STORIA DI STEPHANIE (Inghilterra)

Stephanie ha 6 anni. Il suo compleanno è il 12 agosto. Ha gli occhi blu, i capelli lunghi e castani. Stephanie è sovrappeso e lei è stata introdotta ai bambini per affrontare il problema dell'obesità infantile. Non le piace il suo nome e preferirebbe essere chiamata Steph. (sua sorella, molto più grande di lei, si chiama Josie,

abbreviazione di Josephine). Stephanie si diverte solo con passatempi piuttosto sedentari - giocando con il suo Nintendo o guardando un DVD. A merenda le piacciono le patatine. La sua storia personale di casa suggerisce che Stephanie trascorre molto tempo con gli adulti. Sua sorella è già andata a vivere per conto suo e Stephanie e la sua mamma trascorrono il tempo insieme facendo shopping,

giocando con le bambole e realizzando con la lana dei morbidi pupazzi.

A Stephanie piace passare il tempo con la sua mamma, ma vorrebbe avere alcuni amici a casa per giocare. Lei viene spesso presa in giro a scuola per i suoi vestiti fuori moda e per la sua corporatura. Desidererebbe che mamma la portasse al parco più spesso, perché le sembra che i bambini si divertano tutti molto a giocare all’aria aperta.

Le piacerebbe avere un cucciolo con cui giocare, ma la mamma le dice che farebbero confusione in casa.

Presentazione di Stephanie ai bambini.

Stephanie è stata utilizzata finora solo con i bambini del II° Key Stage. E’ stata introdotta specialmente per affrontare il suo problema di sovrappeso e ci si aspettava che molti bambini “ridessero” di lei. In realtà solo uno o due bambini hanno riso di lei, mentre la maggior parte hanno trovato qualcosa di molto positivo da dirle, come complimentarsi per i suoi capelli lunghi (che a Elizabeth non

piacciono e che preferirebbe tagliare con uno stile più moderno) o per le sue scarpe nere lucide. Proseguendo nella conoscenza di Stephanie i bambini hanno scoperto

(33)

che a Stephanie non piacciono le lezioni di ginnastica perché alcuni bambini poco gentili hanno riso di lei quando indossava i suoi pantaloncini corti

I bambini sono stati molto comprensivi e si sono offerti per esserle d’aiuto per fare insieme gli esercizi di ginnastica. Un bambino ha suggerito che potrebbe svolgere da sola le lezioni con il Signor Patey, l’insegnante di ginnastica, perché lui è davvero gentile. Poi, quando scoprirà che lei può fare molti esercizi, potrà tornare a farli con la classe e nessuno riderà più di lei e sarà fiera delle cose che riuscirà a fare.

La prossima volta che Stephanie ha visitato la classe abbiamo specificamente esaminato il fatto che lei ha trovato lezione di ginnastica molto sconvolgente.

Questa volta un bambino è stato molto schietto e le ha detto che a lei sarebbe piaciuta la lezione di ginnastica se non fosse stata così grassa! Questo ha aperto un bel dibattito e alcuni bambini si sono trovati d’accordo, ma la maggior parte ha detto che Elizabeth non poteva farci niente. Naturalmente questa discussione ha portato ad una discussione sul perché alcune persone sono sovrappeso,

sull'esercizio fisico e sulle merende sane. Diversi bambini hanno suggerito che a Elizabeth di andare a giocare sulla parete di arrampicata al parco, perché è un esercizio fisico, ma è molto divertente. Essi hanno anche suggerito di sostituire con la frutta le patatine preferite all’aroma di formaggio o di cipolla. Lavorare su quest'area importante della fiducia in se stessi e dello sviluppo di una immagine positiva di sé è un obiettivo che dobbiamo continuare a incentivare, ma riteniamo che i bambini più grandi hanno sperimentato una buona partenza.

Future aree da considerare con Stephanie.

L'obesità è l’argomento principale che vogliamo affrontare con l’aiuto di Stephanie, ma ci sono altre aree che Stephanie potrebbe aiutare i bambini ad esplorano.

• I vestiti. Molti dei nostri alunni hanno vestiti alla moda, mentre alcuni bambini hanno l’aspetto trascurato. Tutta la questione dell’abbigliamento e dell’uniforme della scuola potrebbe essere esplorata in seguito.

• Merende sane.

• Giochi attivi per il parco giochi

• La mamma di Stephanie è molto protettiva con lei e non le permette di giocare all’aperto. Questo può farla sentire molto sola. L'intera questione della solitudine può essere esplorata. Anche il problema della sicurezza quando si gioca all’aperto, potrebbe essere esplorata attraverso il lavoro con Stephanie.

• Ogni Persona Doll ha una sua storia di vita, che le insegnanti hanno contribuito a

(34)

creare Quando i bambini esplorano le Persona Dolls, o gli insegnanti introducono una nuova questione, bisogna aggiungere queste informazioni al fascicolo della bambola, per garantire la coerenza nella sua storia di vita. Ad esempio, la sorellina di Zak non ha un nome, una volta che questo è stato deciso, deve essere registrato nel fascicolo.

LA STORIA DI MAIE (Estonia)

Maie è una bambina molto carina, a lei piace ballare e sogna di essere una principessa. Nella sua classe ci sono molte bambine alle quali piace giocare alle principesse, tutte indossano belle gonnelline e anche lei ha delle belle gonne.

Un giorno Maie viene a scuola con un bellissimo vestito blu, quando arriva in classe vede le compagne fare un gioco interessante. Maie vorrebbe giocare con loro e glielo chiede, ma le bambine guardano Maie e le rispondono”no, tu non puoi giocare al nostro gioco perché non hai una gonna bella come le nostre il tuo vestito non è carino, tu non puoi stare qui.”

LA STORIA DI ANANE (Estonia)

Il padre di Anane è molto alto, circa 1.96cm, anche Anane è molto alto infatti è il bambino piu’ alto della classe, è molto vivace, atletico e forte, lui ama le competizioni durante le quali puo’ mostrare le sue competenze. Molto spesso arriva primo al traguardo e lui ne è molto felice, ma quando questo non succede per lui è molto difficile accettare la sconfitta.

Quando Anane litiga con i suoi compagni perché vuole vincere, li chiama imbroglioni e spesso litigano. Le maestre sono molto preoccupate per questi comportamenti anche perchè gli altri bambini iniziano a chiamare Anane egoista.

La maestra ha deciso così di parlare con la mamma per capire se ci sono dei problemi a casa, e si è scoperto che il padre di Anane è in Africa per lavoro. La

(35)

mamma è così rimasta l’unica responsabile di tutte le attività della famiglia, ammettendo che per questa ragione è molto stanca e nervosa e non riesce a seguire il bambino come dovrebbe. La madre sa che è una situazione temporanea, ma al momento è preoccupata: Anane sente molto la mancanza del padre e degli allenamenti di basketball che facevano insieme, a volte lo andava a prendere a scuola durante le lezioni per stare insieme a lui.

Un giorno a scuola è stato installato un canestro e Anane è emerso per le sue ottime capacità di giocatore: sentendosi il migliore in qualcosa, anche la maestra se ne è accorta e gli ha chiesto di insegnare agli altri bambini a giocare a basketball. Anane ha accettato volentieri e ha parlato di questo suo nuovo impegno al padre durante una chiamata Skype. Tutto questo ha reso molto orgoglioso il papà il quale gli ha promesso, una volta tornato a casa dal suo viaggio, di andare a scuola ad insegnare a giocare ai suoi compagni. Dopo qualche giorno la maestra si è accorto che il bambino aveva molti meno problemi con i compagni, con i quali non litigava più e dei quali è diventato grande amico.

LA STORIA DI KATI (Estonia)

Un giorno Kati era molto triste per qualcosa accaduto a scuola: le bambine stavano giocando con le bambole. Kati si è avvicinata a loro chiedendo di giocare, ma una bimba le ha detto: “no, con noi non giochi perché sei brutta e hai l’apparecchio ai denti e nel nostro gioco ci sono solo bambine belle.” Kati si è rattristata molto e ha pianto perché anche a lei non piace il suo apparecchio che trova fastidioso e brutto, inoltre non consce nessun altro che porti l’apparecchio.

Kati è andata dalla maestra a raccontare quello che le era successo, ma lei le ha detto che non doveva disturbare le altre bambine quando giocano….

(36)

Profilo di Kelly

(37)

Nome: Kelly Brown. Età: 6 anni.

Luogo di nascita: Durham (U.K.) Data di nascita: 30gennaio 2007

Sesso: femmina.

Aspetto fisico: capelli neri e occhi marroni, altezza media.

Colore della pelle: marroncina.

Origine etnica: caraibica. Lingue parlate: inglese e un dialetto caraibico.

Religione: cristiana protestante. Background culturale: famiglia di immigrati.

Hobbies: ascoltare le storie, ascoltare la musica, andare in bicicletta e mascherarsi, soprattutto a carnevale.

Cibi preferiti: patatine, wrustel, torta di cioccolata.

Paure: dormire al buio.

Cibi non graditi: carne e spinaci.

Abilità: danzare, cantare e disegnare. Handicaps: qualche volta deve indossare gli occhiali, per far “riposare” i suoi occhi (problema temporaneo).

Struttura familiare: vive con i suoi genitori e la sua sorellina Jane.

Classe sociale: classe operaia.

Lavoro dei genitori: il padre lavora come operaio per le ferrovie britanniche e la madre è casalinga.

Tipologia della casa: vive in un appartamento nei sobborghi della città di Durham.

Dove dorme: dorme nel suo lettino nella camera dei genitori.

Animali domestici: pesci rossi.- Altro:

PROFILO DI ALI

(38)

Nome: Ali Calif Età: 7 anni Luogo di nascita: Bursa (Turchia)

Data di nscita: 2 febbraio 2006

Sesso: maschio

Aspetto fisico: capelli neri, occhi marroni, altezza media.

Colore della pelle: marroncina chiara

Origine etnica: Turca Lingue parlate: Turco, un pochino di Arabo e di Inglese

Religione: Islam Classe sociale: operaia

Hobbies: giocare con Ie macchinine, con le costruzioni, con le bambole, giocare a calcio, ballare.

Cibi preferiti: kebab, gelato, cioccolata

Paure: essere preso in giro dai compagni di scuola, perché gli piace danzare e giocare con le bambole

Cibi non graditi: pesci e fagioli

Abilità: recitare e danzare. Handicaps: deve portare un apparecchio dentale durante la notte

Struttura familiare:

vive con i suoi genitori, ha un fratello più grande, Omar, e due sorelle più piccole, Shamila e Elif

Lavoro dei genitori: il padre lavorava in un’industria di automobili e poi è rimasto disoccupato; la madre è una collaboratrice scolastica.

Tipo di abitazione: vive in un appartamento di un quartiere popolare di Bursa.

Dove dorme: dorme in un letto a castello

Animali domestici: pesci rossi e un gatto.

Altro: spesso ospitano nel loro appartamento i nonni, che abitano in

(39)

sorelle. perché il nonno deve fare delle terapie all’ospedale di Bursa.

(40)

Profilo di Naima

Nome: Naima Età: 4 anni

Luogo di nascita: Nigeria Data di nascita: 20.04.2007

Genere: Femminile

Aspetto fisico: capelli neri riccioluti, occhi neri, alta, snella

Tipo di pelle: scura

Origine etnica: nigeriana Lingue straniere: nigeriano, alcune parole di italiano

Religione: non si conoscono le credenze della famiglia.

Contesto Culturale: la sua famiglia è povera e numerosa (5 figli). Vive con i genitori oggi in Italia, il fratello e le sorelle vivono in Nigeria.

Hobbie: giocare con i suoi amici Fobie: Paura di volare, di cambiare casa

Cibo preferito: frutta fresca, riso Cibo non gradito: radici, carne

Abilità: arrampicarsi, danzare, saltare Handicaps: è stata ferma alcuni mesi a causa di

Riferimenti

Documenti correlati

- Va bene, andiamo avanti. - Leggendo imparo tante cose nuove. - Anche in questa frase succedono due cose, quali sono?.. - Cambiando scuola ho conosciuto nuovi amici... - Anche

Infine altre scelte importanti di zonizzazione hanno riguardato la necessità di impedire l’ingresso diretto del canale dei Navicelli nella Darsena Toscana (però con la perdita di

Curata da Rodolfo Bona con la collaborazione di Claudia Menichini e Elena Martinelli, e promossa da Fondazione Banca del Monte di Lucca, Fondazione Lucca Sviluppo e Fondazione

I funghi della carie si diffondono nell'aria attraverso le spore, che giunte sul legno germinano se il legno ha un’umidità superiore al 20%, tuttavia non.. necessariamente

TRIESTE – Il Gruppo Laghezza, leader nel mercato italiano delle operazioni doganali, ma presente sull’intera catena logistica con magazzini, attività di trasporto e di

Una seconda carta del 1663 rappresenta il tratto di territorio tra Taggia e Nizza (fig. La carta è abbastanza generale e più interessata a mostrare le tante insenature e la

L’Autorità, qualora in corso di esecuzione si renda necessario un aumento o una diminuzione delle prestazioni fino a concorrenza del quinto dell'importo del presente atto, può

Nella pluridecennale storia della scuola, infatti, accanto alle lezioni frontali sono sempre state svolte attività di laboratorio (educazione alla lettura, educazione