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(1)

Sistema di gestione per la qualità certificato da DNV UNI EN ISO 9001:2008

CERT-12313-2003-AQ-MIL-SINCERT

Sistema di gestione ambientale certificato da DNV UNI EN ISO 14001:2004

CERT-98617-2011-AE-ITA-ACCREDIA

Progettazione ed erogazione di servizi di ricerca, analisi, pianificazione e consulenza nel campo dell’ambiente e del territorio

AZIENDA AGRICOLA MAGGIOLO

ALLEVAMENTO DI POLLI DA CARNE NEL COMUNE DI

CASTELFRANCO VENETO (TV)

Studio di impatto ambientale (compresa la Valutazione previsionale di impatto acustico)

Relazione

Settembre 2015

(2)

PAGINA 2 / 194 Settembre 2015

Società proponente

Az. Agricola Maggiolo

Via Bella Venezia 147, Castelfranco

Società responsabile dello Studio di Impatto Ambientale

AMBIENTE ITALIA S.R.L.

Via Carlo Poerio 39 - 20129 Milano tel +39.02.27744.1 / fax +39.02.27744.222 www.ambienteitalia.it

Posta elettronica certificata:

[email protected]

Il gruppo di lavoro, che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto ambientale, è così composto:

Approvazione degli elaborati Dott. Mario Zambrini

Responsabile di progetto Eng. Teresa Freixo Santos

Aspetti progettuali Dott. ssa Anna Geotti

Eng. Teresa Freixo Santos Aspetti programmatici

Analisi Ambientali Stima degli impatti

Dott. Armando Buffoni Eng. Teresa Freixo Santos Arch. Mario Miglio

Dott. ssa Valentina Toninelli Dott. Mario Zambrini Elaborazioni cartografiche e simulazioni fotografiche Dott.ssa Valentina Toninelli

La valutazione previsionale dell'impatto acustico, inclusa la campagna di monitoraggio acustico, è stata eseguita dal Dott. Mario Zambrini e dall’Eng. Teresa Freixo Santos, tecnici competenti nel campo dell’acustica ambientale ai sensi dell’articolo 2, commi 6 e 7 della legge n. 447/95, riconosciuti, rispettivamente, con Decreto Giunta Regionale Lombardia n. 10602 del 23 Giugno 2004 e n. 12714 del 3 Dicembre 2010.

(3)

Studio di Impatto Ambientale

COD: 15V055 PAGINA 3 / 194

INDICE

1 PREMESSA 8

1.1 Oggetto dello Studio di impatto ambientale 8

1.2 Riferimenti normativi 8

1.3 Struttura dello studio di impatto ambientale 9

1.4 Gruppo di lavoro 10

2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE 12

3 AZIENDA AGRICOLA 15

3.1 Caratteristiche dei capannoni di allevamento 17

3.1.1 Silos per lo stoccaggio mangime 20

3.1.2 Sistema di ventilazione 21

3.2 Attività di allevamento – descrizione delle fasi di allevamento nella situazione

attuale e nello scenario di progetto 22

4 ATTIVITÀ DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE 26

5 ATTIVITÀ DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO 29

5.1 Motivazione dell’intervento di ampliamento 29

5.2 Dimensionamento dell’allevamento in caso di ampliamento 29

6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI 32 7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN

AMBIENTE ESTERNO 34

7.1 Consumo di materie prime 34

7.2 Consumi energetici 35

7.3 Ciclo idrico 36

7.4 Scarichi idrici 37

7.5 Spolgie di animali 37

7.6 Produzione di rifiuti solidi 38

7.7 Emissioni in atmosfera 38

8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 856/2012 39

9 DECOMMISSIONING 40

10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE 42

10.1 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento – Regione Veneto 42

10.1.1 Riferimenti generali 42

(4)

PAGINA 4 / 194 Settembre 2015

10.1.2 Riferimenti per l’area di analisi 43

10.2 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – Provincia di Treviso 44

10.2.1 Riferimenti generali 44

10.2.2 Relazioni con le previsioni del PTCP 46

10.3 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto 48

10.3.1 Riferimenti generali 48

10.3.2 Relazioni con le previsioni del PAT 49

10.4 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego 54

10.4.1 Riferimenti generali 54

10.4.2 Relazione con le previsioni del PAT 54

10.4.3 Relazione con le previsioni del PRG 60

10.5 Classificazione acustica del territorio comunale 61

10.5.1 Riferimenti generali 61

10.5.2 Riferimenti per l’area di analisi 63

10.6 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati) 64

10.6.1 Riferimenti generali 64

10.6.2 Riferimenti per l’area di analisi 66

10.7 Piano per l’Assetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di

Venezia 67

10.7.1 Riferimenti generali 67

10.7.2 Riferimenti per l’area di analisi 67

10.8 Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria 69

10.8.1 Riferimenti generali 69

10.8.2 Riferimenti per l’area di analisi 69

10.9 Programma di Sviluppo Rurale 70

10.9.1 Riferimenti generali 70

10.9.2 Riferimenti per l’area di analisi 71

10.10 Aree Protette 71

10.10.1 Riferimenti generali 71

10.10.2 Riferimenti per l’area di analisi 72

10.11 Rete Natura 2000 72

10.11.1 Riferimenti generali 72

10.11.2 Riferimenti per l’area di analisi 74

10.12 Important Bird Area (IBA) 75

10.12.1 Riferimenti generali 75

(5)

Studio di Impatto Ambientale

COD: 15V055 PAGINA 5 / 194

10.12.2 Riferimenti per l’area di analisi 75

10.13 Zone umide di importanza internazionale 75

10.13.1 Riferimenti generali 75

10.13.2 Riferimenti per l’area di analisi 76

11 REGIME VINCOLISTICO 76

11.1 Vincolo sismico 76

11.1.1 Riferimenti generali 76

11.1.2 Riferimenti per l’area d’indagine 77

11.2 Vincolo idrogeologico 78

11.2.1 Riferimenti generali 78

11.2.2 Riferimenti per l’area d’indagine 78

11.3 Patrimonio culturale: beni culturali e beni paesistici vincolati 78

11.3.1 Riferimenti generali 78

11.3.2 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e l’allevamento avicolo 79

12 USI DEL SUOLO 85

12.1 Impatti sull’uso del suolo 85

13 FLORA E FAUNA 86

13.1 Fauna 86

13.2 Flora 91

13.3 Stima degli impatti 91

14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI 93

14.1 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici 93

14.2 Impatti sui beni architettonici e archeologici 98

15 PAESAGGIO 101

15.1 Quadro conoscitivo del Paesaggio 101

15.2 Caratteri del Paesaggio nell’area di analisi 106

15.3 Impatti sul paesaggio 107

16 ACQUE 109

16.1 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee 109

16.2 Consumi di acqua 113

16.3 Impatti sulle acque 113

17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE 114

17.1 Premessa 114

(6)

PAGINA 6 / 194 Settembre 2015 17.2 Breve richiamo delle caratteristiche dell’Azienda e dell’attività di allevamento116 17.3 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo 117

17.4 Emissione aziendali 119

17.4.1 Fattori di emissione 119

17.4.2 Quadro emissivo aziendale 120

17.4.3 Sorgenti fugitive 123

17.4.4 Ventilazione 123

17.5 Quadro meteoclimatico 124

17.5.1 Precipitazioni 124

17.5.2 Temperatura 125

17.5.3 Umidità relativa 126

17.5.4 Anemolologia 127

17.5.5 Classi di stabilità atmosferica 130

17.1 Qualità dell’aria 130

17.2 Modello di dispersione 131

17.2.1 Scelta della tipologia di modello e del codice software 131 17.2.2 Estensione del dominio territoriale di analisi 131

17.2.3 Scansione temporale 131

17.2.4 Descrizione del modello 132

17.2.5 Dati di input del modello 134

17.2.6 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie 134

17.3 Normativa di riferimento 135

17.3.1 Particolato 135

17.3.2 Ammoniaca 135

17.3.3 Idrogeno solforato 136

17.3.4 Composti odorigeni 136

17.4 Risultati delle simulazioni 138

17.4.1 Composti odorigeni 138

17.4.2 Ammoniaca 141

17.4.3 Particolato fine 143

17.4.4 Idrogeno solforato 145

17.5 10 Considerazioni conclusive 147

18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALL’ATTIVITÀ DI ALLEVAMENTO 148

18.1 Assi viari interessati dal traffico indotto 148

18.2 Stima del traffico indotto dall’attività di allevamento 150

(7)

Studio di Impatto Ambientale

COD: 15V055 PAGINA 7 / 194

19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO 156

19.1 Premessa 156

19.2 Stima dell’impatto acustico – modello di simulazione 156 19.3 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici 158 19.4 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate all’attività di allevamento 160

19.4.1 Sorgenti fisse e sorgenti mobili 160

19.5 Livelli ambientali ante operam 164

19.5.1 Indagine fonometrica 164

19.5.2 Livelli ambientali rilevati 165

19.6 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto 173

20 RIFIUTI 179

21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE 179

22 ALLEGATO TECNICO 180

22.1 Aria e emissioni odorigene 180

22.1.1 Bibliografia di riferimento 180

22.1.2 Allegato – Descrizione del modello Windimula 181

(8)

PAGINA 8 / 194 Settembre 2015

1 PREMESSA

1.1 Oggetto dello Studio di impatto ambientale

L’Azienda Agricola Maggiolo è localizzata in Via Bella Venezia 147, Castelfranco Veneto in Provincia di Treviso. Nell’azienda agricola si svolge l’attività di allevamento di polli a terra fino ad un massimo di 39.500 polli per ciclo. L’azienda intende sfruttare la potenzialità massima pari a 110.000 capi per ciclo.

Per tanto l’azienda intende avviare le seguenti procedure:

 Valutazione di impatto ambientale ai sensi del D. Lgs 152/2006 smi “Norme in materia ambientale”, in quanto ricadente al punto ac) dell’Allegato III “Impianti per l'allevamento intensivo di pollame o di suini con più di 85.000 posti per polli da ingrasso, 60.000 posti per galline”.

 Valutazione di incidenza ai sensi del DPR 357/97 Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche” in quanto rientrare all’interno della area Natura 2000 ZPS IT3240026 “Prai di Castello di Godego”.

 Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi del D. Lgs 152/2006 smi, in quanto ricadente al punto 6.6. a) dell’Allegato I “Impianti per l'allevamento intensivo (…) con più di 40.000 posti pollame”.

La presente relazione costituisce quindi lo studio di impatto ambientale funzionale allo espletamento della procedura di Valutazione di impatto ambientale di competenza della Provincia di Treviso.

1.2 Riferimenti normativi

In data 14 febbraio 2009 sono entrate in vigore le norme in materia di procedure di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), così come previsto dall’art. 35 “Disposizioni transitorie e finali” della Parte Seconda del D. Lgs. 152/06 “Norme in materia ambientale” come modificato successivamente.

D’accordo con il D. Lgs 152/06 e smi, art. 35 “Disposizioni transitorie e finali”, “1. Le regioni adeguano il proprio ordinamento alle disposizioni del presente decreto, entro dodici mesi dall'entrata in vigore. In mancanza di norme vigenti regionali trovano diretta applicazione le norme di cui al presente decreto. 2.

Trascorso il termine di cui al comma 1, trovano diretta applicazione le disposizioni del presente decreto, ovvero le disposizioni regionali vigenti in quanto compatibili. (…)” Con le DGRV n. 308 del 10 febbraio 2009, n. 327 del 17 febbraio 2009 (Allegati A e B), n. 4145 del 29 dicembre 2009, n. 1539 del 27 settembre 2011 e ancora n. n. 575 del 03 maggio 2013, la Regione del Veneto ha delineato gli indirizzi applicativi specifici in materia di valutazione ambientale di coordinamento tra il D.lgs. 152/2006 come modificato ed integrato dal D.Lgs. 4/2008, con la L.R. 10/1999.

Secondo la normativa nazionale (e regionale) vigente, sono sottoposti a procedura di VIA, tra altre tipologie (All. III), le seguenti tipologie di allevamento:

ac) Impianti per l’allevamento intensivo di pollame o di suini con più di:

o 85.000 posti per polli da ingrasso, 60.000 posti per galline;

o 3.000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o o 900 posti per scrofe.

(9)

Studio di Impatto Ambientale

COD: 15V055 PAGINA 9 / 194

1.3 Struttura dello studio di impatto ambientale

Lo studio di impatto ambientale è stato predisposto sulla base delle indicazioni di cui al D. Lgs 152/2006 smi Allegato VII - Contenuti dello Studio di impatto ambientale, e che fanno riferimento d’accordo con l’art. 22 del medesimo decreto a:

a) descrizione del progetto con informazioni relative alle sue caratteristiche, alla sua localizzazione ed alle sue dimensioni;

b) descrizione delle misure previste per evitare, ridurre e possibilmente compensare gli impatti negativi rilevanti;

c) dati necessari per individuare e valutare i principali impatti sull'ambiente e sul patrimonio culturale che il progetto può produrre, sia in fase di realizzazione che in fase di esercizio;

d) descrizione sommaria delle principali alternative prese in esame dal proponente, ivi compresa la cosiddetta opzione zero, con indicazione delle principali ragioni della scelta, sotto il profilo dell'impatto ambientale;

e) descrizione delle misure previste per il monitoraggio.

Lo studio di impatto ambientale è quindi articolato coerentemente con le disposizione di cui all’Allegato VII , secondo l’articolazione di massima presentata nello schema seguente.

A. Quadro di riferimento programmatico

Descrive sinteticamente gli elementi conoscitivi ed analitici utili ad inquadrare dell’intervento nel contesto della pianificazione territoriale riferita alla regione, alla provincia ed al comune interessato dall’allevamento, nonché nel quadro definito dalle norme settoriali vigenti e in itinere. In particolare, verranno:

 analizzati e sintetizzati gli elementi di pianificazione e programmazione territoriale e di settore, vigenti e previsti, con i quali l’opera proposta interagisce;

 verificate ed illustrate le interazioni dell’opera con gli atti di pianificazione e la compatibilità con le relative prescrizioni.

B. Quadro di riferimento progettuale

Descrive sinteticamente, riprendendo quanto sviluppato nel Progetto dell’intervento, tutte le opere e le attività previste in fase di cantiere ed in fase di piano funzionamento, con particolare riferimento alle componenti ed alle azioni progettuali significative in ordine ai potenziali impatti sull’ambiente ed alla loro mitigazione. Illustra i criteri alla base della scelta localizzativa e tecnologica.

C. Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti

L’inquadramento territoriale ed ambientale dell’impianto persegue l’obiettivo di illustrare le conoscenze disponibili circa le caratteristiche dell’area coinvolta dal medesimo intervento, funzionalmente alla definizione di eventuali ambiti di particolare criticità ovvero di aree sensibili e/o vulnerabili.

Individua e caratterizza i potenziali impatti derivanti dalla realizzazione dell’allevamento, stima le potenziali modifiche indotte sull’ambiente (situazione attuale), individua e descrive le misure da adottare per minimizzare, mitigare o compensare gli impatti del progetto. Inoltre individua, le misure previste per il monitoraggio in fase di esercizio.

Piano di Monitoraggio Allegato cartografico Sintesi non tecnica

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PAGINA 10 / 194 Settembre 2015

1.4 Gruppo di lavoro

Il gruppo di lavoro, che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto ambientale per conto di Ambiente Italia srl, è così composto:

Approvazione degli elaborati Dott. Sc. Agr. Mario Zambrini

Responsabile del progetto Eng. Teresa Santos

 Quadro di riferimento programmatico Eng. Teresa Santos

Arch. Mario Miglio Dott.ssa Valentina Toninelli

 Quadro di riferimento progettuale Eng. Teresa Santos

Dott.ssa Anna Geotti

 Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti

 Aria e Odori Dott. Armando Buffoni

 Rumore Eng. Teresa Santos, Dott. Sc. Agr. Zambrini

 Acque e Suolo Eng. Teresa Santos

 Ecosistemi, Flora e Fauna Dott.ssa Toninelli

 Assetto territoriale e Paesaggio Arch. Mario Miglio

 Traffico Eng. Teresa Santos

 Elaborazione cartografia e fotografica Dott.ssa Valentina Toninelli

 Documentazione ai fini della procedura di AIA Dott.ssa Anna Geotti

 Studio per la valutazione di incidenza Dott.ssa Valentina Toninelli

La valutazione previsionale dell'impatto acustico, inclusa la campagna di monitoraggio acustico, è stata eseguita dal Dott. Mario Zambrini e dall’Ing. Teresa Freixo Santos, tecnici competenti nel campo dell’acustica ambientale ai sensi dell’articolo 2, commi 6 e 7 della legge n. 447/95, riconosciuti, rispettivamente, con Decreto Giunta Regionale Lombardia n. 10602 del 23 Giugno 2004 e n. 12714 del 3 Dicembre 2010.

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Studio di Impatto Ambientale

COD: 15V055 PAGINA 11 / 194

QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE

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2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE

Con Decreto legislativo 27 settembre 2010, n. 181 è stata recepita in Italia la Direttiva 2007/43/CE che stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne. Secondo tale decreto:

1. Tutti gli stabilimenti devono rispettare le disposizioni di cui all'allegato I:

Abbeveratoi. 1. Gli abbeveratoi sono posizionati e sottoposti a manutenzione in modo da ridurre al minimo le perdite.

Alimentazione. 2. Il mangime è disponibile in qualsiasi momento o soltanto ai pasti e non dev'essere ritirato prima di 12 ore dal momento previsto per la macellazione.

Lettiera. 3. Tutti i polli hanno accesso in modo permanente a una lettiera asciutta e friabile in superficie.

Ventilazione e riscaldamento. 4. Vi deve essere sufficiente ventilazione per evitare il surriscaldamento, se necessario in combinazione con i sistemi di riscaldamento per rimuovere l'umidità in eccesso.

Rumore. 5. Il livello sonoro deve essere il più basso possibile. La costruzione, l'installazione, il funzionamento e la manutenzione dei ventilatori, dei dispositivi di alimentazione e di altre attrezzature sono tali da provocare la minore quantità possibile di rumore e che in ogni caso non arrechino danno agli animali.

Luce. 6. Tutti gli edifici sono illuminati con un'intensità di almeno 20 lux durante le ore di luce, misurata a livello dell'occhio dell'animale e in grado di illuminare almeno l'80 % dell'area utilizzabile. Una riduzione temporanea del livello di luce può essere ammessa se ritenuta necessaria in seguito al parere di un veterinario. 7. Entro i sette giorni successivi al momento in cui i polli sono collocati nell'edificio e fino a tre giorni prima del momento previsto per la macellazione, la luce deve seguire un ritmo di 24 ore e comprendere periodi di oscurità di almeno 6 ore totali, con almeno un periodo ininterrotto di oscurità di almeno 4 ore, esclusi i periodi di attenuazione della luce.

Ispezioni. 8. Tutti i polli presenti nello stabilimento devono essere ispezionati almeno due volte al giorno. Occorre prestare particolare attenzione ai segni che rivelano un abbassamento del livello di benessere e/o di salute degli animali. 9. I polli gravemente feriti o che mostrano segni evidenti di deterioramento della salute, come quelli con difficoltà nel camminare o che presentano ascite o malformazioni gravi, e che è probabile che soffrano, ricevono una terapia appropriata o sono abbattuti immediatamente. Un veterinario è contattato ogniqualvolta se ne presenti la necessità.

Pulizia. 10. Ad ogni depopolamento definitivo, le parti degli edifici, delle attrezzature o degli utensili in contatto con i polli sono pulite e disinfettate accuratamente prima di introdurre nel capannone un nuovo gruppo di animali. Dopo il depopolamento definitivo di un capannone si deve rimuovere tutta la lettiera e predisporre una lettiera pulita.

(13)

Studio di Impatto Ambientale

COD: 15V055 PAGINA 13 / 194

Registrazioni. 11. Il proprietario o il detentore deve registrare, in formato cartaceo o elettronico, per ciascun capannone dello stabilimento, i seguenti dati: a) il numero di polli introdotti; b) l'area utilizzabile; c) l'ibrido o la razza dei polli, se noti; d) per ogni controllo, il numero di volatili trovati morti con indicazione delle cause, se note, nonché il numero di volatili abbattuti e la causa; e) il numero di polli rimanenti nel gruppo una volta prelevati quelli destinati alla vendita o alla macellazione. Le informazioni (…) sono contenute in un registro il cui modello è adottato con decreto (…); in alternativa gli operatori del settore possono utilizzare altri strumenti di registrazione già previsti e presenti in azienda, qualora contengono le informazioni di cui al presente punto. Tali registrazioni sono conservate per un periodo di almeno tre anni e vengono rese disponibili all'autorità competente quando effettui un'ispezione o qualora ne faccia richiesta.

Interventi chirurgici. 12. Sono proibiti tutti gli interventi chirurgici, effettuati a fini diversi da quelli terapeutici o diagnostici, che recano danno o perdita di una parte sensibile del corpo o alterazione della struttura ossea. La troncatura del becco può tuttavia essere autorizzata dall'Autorità Sanitaria competente per territorio una volta esaurite le altre misure volte a impedire plumofagia e cannibalismo. In tali casi, detta operazione è effettuata, soltanto previo parere di un veterinario, da personale qualificato su pulcini di età inferiore a 10 giorni. Inoltre, l'Autorità Sanitaria competente per territorio può autorizzare la castrazione degli animali. La castrazione è effettuata soltanto con la supervisione di un veterinario e ad opera di personale specificamente formato. Il Ministero della salute (…), stabilisce i criteri generali per autorizzare gli interventi di cui al presente paragrafo.

2. La densità massima di allevamento in ogni capannone dello stabilimento non deve superare in alcun momento 33 kg/m².

3. In deroga al comma 2, l'autorità sanitaria territorialmente competente può' autorizzare una densità di allevamento superiore, a condizione che siano rispettate le disposizioni di cui all'allegato II (oltre a quelle di cui all'allegato I):

1. Il proprietario o il detentore comunica all'autorità competente l'intenzione di ricorrere a una densità superiore a 33 kg/m2 di peso vivo. Egli indica la densità di allevamento che intende raggiungere ed informa l'autorità competente di qualsiasi modifica della stessa almeno 15 giorni prima della collocazione del gruppo di polli nel capannone. Se l'autorità competente lo richiede, la notifica è accompagnata da un documento che riprende in sintesi le informazioni contenute nella documentazione di cui al punto 2.

2. Il proprietario o il detentore tiene a disposizione nel capannone la documentazione che descrive in dettaglio i sistemi di produzione. In particolare, tale documentazione comprende informazioni relative a particolari tecnici del capannone e delle sue attrezzature quali:

a) una mappa del capannone indicante le dimensioni delle superfici occupate dai polli;

b) sistemi di ventilazione e, ove pertinente, di raffreddamento e riscaldamento, comprese le rispettive ubicazioni, un piano della ventilazione indicante in dettaglio i parametri di qualità dell'aria prefissati, come flusso, velocità e temperatura dell'aria;

c) sistemi di alimentazione e approvvigionamento d'acqua e loro ubicazione;

(14)

PAGINA 14 / 194 Settembre 2015 d) sistemi d'allarme di riserva in caso di guasti ad apparecchiature automatiche o

meccaniche essenziali per la salute ed il benessere degli animali;

e) procedure operative che assicurino interventi di riparazione urgenti in caso di guasti alle apparecchiature essenziali per la salute e il benessere degli animali;

f) tipo di pavimentazione e lettiera normalmente usate.

(…)

3. Ciascun capannone di uno stabilimento deve essere dotato di sistemi di ventilazione e, se necessario, di riscaldamento e raffreddamento concepiti, costruiti e fatti funzionare in modo che:

a) la concentrazione di ammoniaca (NH³) non superi 20 ppm e la concentrazione di anidride carbonica (CO²) non superi 3000 ppm misurati all'altezza della testa dei polli;

b) la temperatura interna non superi quella esterna di più di 3° C quando la temperatura esterna all'ombra è superiore a 30° C;

c) l'umidità relativa media misurata all'interno del capannone durante 48 ore non superi il 70%

quando la temperatura esterna è inferiore a 10° C.

4. Qualora sia concessa la deroga di cui al comma 3, la densità massima di allevamento in ogni capannone dello stabilimento non deve superare in qualsiasi momento 39 kg/m².

5. Quando sono soddisfatti i criteri di cui all'allegato V, l'autorità sanitaria territorialmente competente può autorizzare un ulteriore aumento, fino ad un massimo di 3 kg/m² rispetto alla densità di allevamento prevista nel comma 4:

1. Criteri:

a) il monitoraggio dello stabilimento effettuato dall'autorità competente negli ultimi due anni non ha rivelato carenze rispetto ai requisiti del presente decreto;

b) il proprietario o il detentore effettua il monitoraggio utilizzando le guide alle buone pratiche di gestione di cui all'art. 7;

c) in almeno sette gruppi consecutivi di polli successivamente controllati e provenienti da un capannone, la mortalità giornaliera cumulativa è stata inferiore a 1% + 0,06% moltiplicato per l'età alla macellazione espressa in giorni. Qualora non sia stato effettuato alcun monitoraggio dello stabilimento dall'autorità competente negli ultimi due anni, deve essere effettuato almeno un monitoraggio per controllare se sia rispettato il requisito di cui alla lettera a).

2. Circostanze eccezionali. In deroga al punto 1, lettera c), l'autorità competente può decidere di aumentare la densità di allevamento quando il proprietario o il detentore abbia fornito spiegazioni sufficienti riguardo alla natura eccezionale di un tasso di mortalità giornaliera cumulativo più alto o abbia dimostrato che le cause sfuggono al suo controllo.

Con successivo Decreto 4 febbraio 2013 “Disposizione in materia di protezione di polli allevati per la produzione di carne, ai sensi degli articoli 3, 4, 6 e 8 del decreto legislativo 27 settembre 2010, n. 181”, il ministero ha, come previsto dal Dlgs 181/2010, precisato come determinare la densità di allevamento (definendo anche il modello per la registrazione dei dati relativi ai polli allevati) e ha definito i criteri e

(15)

Studio di Impatto Ambientale

COD: 15V055 PAGINA 15 / 194

modalità per l’aumento in deroga della densità nonché l’organizzazione e svolgimento di corsi di formazione e riconoscimento del personale che si occupa di allevamento di polli:

1. La densità di allevamento, come definita all'art. 2, comma 1, lettera i) del D.lgs n. 181/2010 (…) è determinata moltiplicando il peso vivo medio di un campione di almeno venticinque polli per il numero complessivo dei polli presenti contemporaneamente in un capannone (…).

3 AZIENDA AGRICOLA

L’Azienda Agricola Maggiolo è localizzata in Via Bella Venezia 147, Comune di Castelfranco, Provincia di Treviso. Nell’azienda agricola si svolge l’attività di allevamento di polli a terra potendo quindi i capi muoversi liberamente all’interno del capannone.

L’azienda è costituita dai seguenti fabbricati1:

N. 1 fabbricato ad uso civile (abitazione) del proprietario dell’azienda agricola nonché gestore dell’allevamento;

N. 5 capannoni adibiti all’allevamento dei polli;

N. 1 fabbricato adibito a magazzino;

N. 1 tettoia coperta adibita a magazzino.

L’area sulla quale insiste l’azienda occupa una superficie di circa 25.000 m2 di cui: circa 6.200 m2 coperti; 3.900 m2 scoperti pavimentati e i rimanenti scoperti non pavimentati.

Fabbricati – capannoni di allevamento

Larghezza, m Lunghezza, m

Superficie Utile di allevamento,

m2

Superficie dell’anticamera,

m2

Superficie totale, m2

Capannone 1 9 102 918 13,5 932

Capannone 2 9 121 1.089 22,5 1.112

Capannone 3 9 128 1.152 18 1.170

Capannone 4 9 128 1.152 18 1.170

Capannone 5 10 117 1.170 30 1.200

totale 5.481 102 5.583

1 Si rimanda alla Tavola “Inquadramento territoriale – foto aerea” inserita nell’Allegato Cartografico.

(16)

PAGINA 16 / 194 Settembre 2015 Azienda Agricola Maggiolo – Capannoni e silos per stoccaggio mangime

Azienda Agricola Maggiolo – Magazzino segatura per lettiera

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COD: 15V055 PAGINA 17 / 194

3.1 Caratteristiche dei capannoni di allevamento

L’allevamento è costituito da 5 capannoni per l’allevamento con caratteristiche costruttive pressoché identiche. I capannoni sono dotati di adeguato isolamento della copertura che permette di ottimizzare i consumi di energia termica ed elettrica.

I capannoni sono dotati di anticamera, in cui sono presenti gli impianti e i quadri di controllo.

Il sistema di alimentazione automatica. Le mangiatoie sono regolarmente disposte nello spazio a disposizione degli animali che si alimentano direttamente. Installate su strutture mobili in senso verticale, percorrenti l’intera area dei capannoni, sono dotate di dispostivi che consentono di dosare il mangime in uscita sul vassoio della mangiatoia, in relazione alle necessità di allevamento.

Il sistema di abbeveraggio automatico è di tipo a gocce (nipples).

Lo spazio utile calpestabile di allevamento (escludendo la superficie di anticamera) risulta pari a 5.481 m2. Per la lettiera viene utilizzato truciolo collocata su tutta la superficie utile di allevamento.

Il raffrescamento è garantito dal sistema di pannelli cooling inseriti intestata a ciascuno dei capannoni: il pannello è in fibra dotata di canali attraverso cui scorre l’acqua, l’aria passa attraverso e si raffredda consumando in evaporazione una parte dell’acqua in circolo, la parte restante vien raccolta in cisterne interrate e riutilizzata.

La ventilazione dei capannoni è garantita mediante l’azionamento di ventilatori assiali a parete collocati nel lato ovest di ciascun capannone.

Caratteristiche strutturali capannoni Capanno

ne

Superficie Utile di allevamen

to, m2

Superficie dell’antica

mera, m2

Superfici e totale,

m2

Materiale costruttivo Isolamento coperture

1 918 13,5 932 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4 cm ( 8 cm)

2 1.089 22,5 1.112 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4 cm ( 8 cm)

3 1.152 18 1.170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4 cm ( 8 cm)

4 1.152 18 1.170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4 cm ( 8 cm)

5 1.170 30 1.200 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4 cm ( 8 cm)

Totale 5.481 102 5.583

(18)

PAGINA 18 / 194 Settembre 2015 Caratteristiche strutturali capannoni (continuazione)

Capannone Mangiatoie, n.

Abbeveratoi,

n. n° neon Finestrature, m2

pannelli raffrescanti,

m2

sistema baumec

1 200 1.500 10 160 50 X

2 240 1.700 12 110 60 X

3 254 1.750 12 110 60 X

4 254 1.750 14 204 - X

5 304 1.710 12 200 - X

Azienda Agricola Maggiolo – interno di un capannone

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COD: 15V055 PAGINA 19 / 194

Azienda Agricola Maggiolo – sistema di distribuzione automatizzato del cibo

Azienda Agricola Maggiolo – sistema di distribuzione dell’acqua

(20)

PAGINA 20 / 194 Settembre 2015 Azienda Agricola Maggiolo – sistema di raffrescamento laterale (pannelli cooling)

3.1.1 Silos per lo stoccaggio mangime

Il mangime è stoccato in silos collocati all’esterno dei capannoni e viene estratto tramite un sistema di movimentazione automatica motorizzata, che lo invia in tramogge interne ai capannoni.

Complessivamente l’azienda ha una capacità di stoccaggio di 85 t data dalla esistenza di 8 silos di capacità variabile tra 7 e 13 t collocati tutti sul lato est.

Capacità di stoccaggio di mangime

Capannone silos silos silos silos silos Capa cità

1 9 14 23

2

3 7 13 20

4 7 13 20

5 7 15 22

Capacità

totale 85

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3.1.2 Sistema di ventilazione

La ventilazione dei capannoni è di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete collocati nel lato ovest di ciascun capannone.

Ventilazione dei capannoni

Capannone Modello EM50 Modello ED36HE

Portata 30.000 13.140 m3/h

1 4 2

2 8 -

3 8 -

4 8 -

5 6 -

Azienda Agricola Maggiolo – sistema di ventilazione e ventole di areazione

(22)

PAGINA 22 / 194 Settembre 2015

Fonte: Munters, specifiche tecniche dei modelli: EM/EMS – EDHE/EDSHE-EC air extraction / circulation fan – Declaration of conformity (2013)

3.2 Attività di allevamento – descrizione delle fasi di allevamento nella situazione attuale e nello scenario di progetto

Al fine di un inquadramento dettagliato del processo produttivo attuale e in caso di ampliamento del numero di polli allevati, si riporta di seguito una descrizione per fasi.

 Accasamento: i pulcini arrivano, su mezzi adeguati al trasporto, in contenitori che vengono svuotati direttamente all’interno di ciascun capannone. L’incubatoio da cui provengono i pulcini di norma è ubicato nel Comune di San Pietro in Gù a circa 25 km circa di distanza dall’azienda agricola Maggiolo. Dopo avere sistemato gli animali, le casse sono accatastate sul mezzo e spedite all’incubatoio senza che vengano lavate.

 Allevamento: Le tipologie di capi richiesti dal soccidante dipendono dal mercato e dalla stagione; a conclusione di un ciclo, il soccidante pianifica l’accasamento successivo nel rispetto dei vincoli di densità imposti dalla normativa vigente. La maggior parte dei cicli sarà di tipo misto.

(23)

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COD: 15V055 PAGINA 23 / 194

 Caricamento: a fine ciclo, i polli vengono caricati su apposite gabbie previamente pulite e disinfettate e quindi trasportati da trasportatori autorizzati fino al macello che venga effettuata alcuna sosta in altri allevamenti.

 Svuotamento dei capannoni e preparazione per un nuovo ciclo: pulizia e disinfezione dell’ambiente e di tutte le attrezzature presenti all’interno del ricovero, compresi i silos, i sistemi di distribuzione del mangime e dell’acqua e ventilatori, nonché la cella frigorifera.

 Gestione della pollina e della lettiera: consegna della pollina e lettiera ad una ditta specializzata.

 Vuoto sanitario: durante questo periodo, l’allevamento rimane completamente libero di capi di allevamento. Durante questo periodo l’azienda effettua le attività di manutenzione che consistono nella verifica della funzionalità: dei dispositivi per distribuzione di acqua e cibo e della centralina di controllo delle condizioni interna dei capannoni, punti di illuminazione e dei punti di illuminazione. L’esecuzione delle manutenzioni viene fatta nel rispetto dei tempi del vuoto sanitario.

Pulizia e disinfezione dei capannoni

Pulizia Disinfezione

Luogo di applicazione

Pavimenti e attrezzature Pavimenti e pareti Agente di lavaggio Acqua a pressione, non viene fatto

lavaggio, ma solo bagnatura

Acqua con disinfettante Mezzo utilizzato Pala meccanica con raschiatore e

spazzatura manuale

Idropulitrice o atomizzatore per applicazione della soluzione disinfettante sulle superfici

Descrizione modalità

Viene effettuata la pulizia delle superfici interne e delle apparecchiature, in modo che i residui si depositino sul pavimento, poi con scope a mano viene effettuato la pulizia a fondo

Terminata la pulizia si spruzza la soluzione sulle pareti e sui pavimenti fino a completa bagnatura, lasciando che il disinfettante espleti la sua azione

I trattamenti di derattizzazione vengono svolti mensilmente dal gestore con prodotto MOURIN; il gestore effettua ad ogni trattamento il relativo registro.

Per la salvaguardia della sicurezza biologica, il sito di allevamento è completamente recintato con rete metallica altra 2,5 m sul lato est e parzialmente sul lato nord e con muro alto 2,5 m in calcestruzzo sui lati sud, ovest e parzialmente sul lato nord. Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) è stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile e facilmente disinfettabile, di dimensioni adeguate al passaggio dei mezzi per il trasporto e scarico del mangime direttamente sui silos collocati tutti sul lato frontale e per il carico, a fine ciclo, della pollina (lettiera mista pollina) da effettuare sul lato posteriore. L’allevamento dispone di due aree di stoccaggio chiuse: una per lo truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una, separata e adeguatamente segnalata, per il deposito dei rifiuti prodotti.

I mezzi che accedono all’area, qualora ritenuto opportuno, vengono irrorati con disinfettante sui pneumatici utilizzando soluzioni di Eviron D che viene nebulizzata sulle ruote con pompa a spalla.

(24)

PAGINA 24 / 194 Settembre 2015 La tabella che segue riporta il riscontro sulla conformità dell’allevamento ai requisiti di biosicurezza aviaria.

Requisiti strutturali degli allevamenti avicoli Situazione allevamento 1) I locali di allevamento (capannoni) debbono avere:

pavimento in cemento o in materiale lavabile per facilitare le operazioni di pulizia e disinfezione;

applicato

pareti e soffitti pulibili; applicato

attrezzature facilmente pulibili e disinfettabili; applicato

presenza di sistemi che impediscono l’accesso di volatili; applicato

chiusure adeguate. applicato

2) Tutti gli allevamenti debbono inoltre essere dotati di:

barriere all’ingresso idonee ad evitare l’ingresso non controllato di automezzi (cancelli o sbarre mobili);

applicato

piazzole di carico e scarico dei materiali d’uso e degli animali con dimensioni minime pari all’apertura del capannone;

applicato - le aree intorno ai capannoni sono pavimentate

una superficie larga un metro lungo tutta la lunghezza esterna del capannone che dovrà essere mantenuta pulita;

applicato

aree di stoccaggio dei materiali d’uso (lettiere vergini, mezzi meccanici etc.) protette;

applicato

una zona filtro dotata di spogliatoio, lavandini e detergenti all’entrata di ogni azienda vietata agli estranei. Deve essere prevista anche una dotazione di indumenti adeguati;

applicato

uno spazio per il deposito temporaneo dei rifiuti. applicato - presente area dedicata Gestione degli allevamenti avicoli

Le attrezzature di allevamento, se utilizzate da più aziende, devono essere sottoposte ad accurato lavaggio e disinfezione ad ogni ingresso ed uscita;

non applicabile - solo una azienda

nelle zone attigue ai capannoni non ci deve essere alcun materiale; applicato

negli allevamenti di svezzamento ogni ambiente di allevamento deve essere delimitato da pareti e dotato di proprio accesso indipendente, anche nel caso confini su uno o più lati con altre unità produttive;

non applicabile - i capi arrivano in allevamento già

svezzati

per lo stoccaggio degli animali morti devono essere installate idonee celle di congelazione collocate all’esterno del perimetro dell’area di allevamento, assicurando che il trasporto sia effettuato da Ditte regolarmente autorizzate.

Le celle possono essere collocate anche all'interno, a condizione che l'operazione di carico degli animali morti avvenga all'esterno

Applicato - presente cella frigorifera da 20 m3

(25)

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COD: 15V055 PAGINA 25 / 194

Azienda Agricola Maggiolo – piazzale anteriore (lato est)

Azienda Agricola Maggiolo – piazzale posteriore e recinzione (lato ovest)

Azienda Agricola Maggiolo – recinzione (lato ovest)

(26)

PAGINA 26 / 194 Settembre 2015

4 ATTIVITÀ DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE

L’azienda opera fino ad una capacità massima pari a 39.500 capi di peso variabile tra 1,8 e 3,6 kg/capo. Indicativamente il pollo leggero da leggero da 1,6/1,8 kg circa ha bisogno di circa 34/37 giorni di crescita, il pollo da 2,5/2,7 kg ha bisogno di circa a 45/47 giorni (utilizzato prevalentemente nel circuito dei supermercati) ed il pollo pesante da 3,5/3,7 kg ha bisogno di circa 55/60 giorni. Quindi un tipico ciclo misto ha una durata di circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento: uno dopo circa 34/37 giorni quando i capi raggiungono un peso medio di 1,8 kg; un secondo dopo 45/47 giorni quando i capi rimanenti raggiungono un peso di 2,7 kg circa. I rimanenti capi verranno quindi caricati verso il macello al raggiungimento di circa 3,6 kg dopo 60 giorni circa.

Tra due cicli di allevamento, viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle normative vigenti per un periodo di 21 giorni. L’azienda realizza quindi un totale massimo di 5 cicli ogni anno (di cui l’ultimo ricade parzialmente nell’anno successivo). Prima dell’inizio del vuoto sanitario viene asportata la lettiera, segue la pulizia e disinfezione dell’ambiente e di tutte le attrezzature presenti all’interno del ricovero, compresi i sistemi di distribuzione del mangime e dell’acqua. Questa pratica è prevista dal piano di profilassi sanitaria per evitare propagazione di agenti patogeni sul ciclo successivo.

Il ciclo produttivo consiste quindi nell’allevamento di polli da carne in 5 capannoni per una superficie utile di allevamento complessiva di 5.481 m2. L’azienda lavora in soccida con il gruppo Veronesi pertanto riceve dal soccidante pulcini, mangime, farmaci e disinfettanti e consegna i capi a fine ciclo.

La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attività di un ciclo misto, con indicazione dei giorni di accasamento, rifornimento di mangime, sfoltimento e quindi di avvio al macello dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata.

L’impostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dell’allevamento quindi al lordo della mortalità fisiologica e mediamente pari al 5% per ciclo completo di allevamento.

L’impostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010, n. 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013, relativamente alla densità massima da non superare pari a 33 kg/m2. Inoltre, lo schema viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla tabella che segue; si tenga presente che chiaramente la crescita dei capi è graduale essendo graduale anche il fabbisogno alimentare giornaliero, ma che per necessarie ragioni di semplificazione si è assunto cautelativamente un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita.

Situazione attuale – densità

Taglia dei capi Peso medio dei capi,

kg/capo Numero di capi Densità massima kg/m2

Capi/ m2

piccolo 1,8 11.132 13,0 7

medio 2,7 7.182 14,0 5

grande 3,6 21.186 13,9 4

totale 39.500

(27)

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COD: 15V055 PAGINA 27 / 194

Regime alimentare tipico

Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg

Razione quotidiana

g / gg

1 Avviamento Fino a 10° giorno 0,04 – 0,27 29

2 Accrescimento Dal 10°-21° giorno (ca.) 0,27 – 0,94 78

3 Accrescimento Dal 22° al 45° giorno (ca.) 0,94 – 3,4 200

4 Finissaggio Dal 46° fino alla fine ciclo 3,4 -3,9 375

Situazione attuale - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 39.500 capi

Giorno

Numero di capi (capacità massima)

Alimentazione per capi g/giorno

Fabbisogno mangime t / giorno

Stoccaggio di

mangime, t Trasporto

85,0 mangime

1 19.750 29 0,6 84,4 accasamento

2 39.500 29 1,1 83,3 accasamento

3 39.500 29 1,1 82,2

4 39.500 29 1,1 81,1

5 39.500 29 1,1 79,9

6 39.500 29 1,1 78,8

7 39.500 29 1,1 77,7

8 39.500 29 1,1 76,6

9 39.500 29 1,1 75,4

10 39.500 29 1,1 74,3

11 39.500 78 3,1 71,2

12 39.500 78 3,1 68,2

13 39.500 78 3,1 65,1

14 39.500 78 3,1 62,0

15 39.500 78 3,1 58,9

16 39.500 78 3,1 55,9

17 39.500 78 3,1 52,8

18 39.500 78 3,1 49,7

19 39.500 78 3,1 46,6

20 39.500 78 3,1 43,6

21 39.500 78 3,1 40,5

22 39.500 200 7,9 32,6

23 39.500 200 7,9 24,7

24 39.500 200 7,9 16,8

25 39.500 200 7,9 8,9

26 39.500 200 7,9 1,0

27 39.500 200 7,9 78,1 mangime

28 39.500 200 7,9 70,2

29 39.500 200 7,9 62,3

30 39.500 200 7,9 54,4

31 39.500 200 7,9 46,5

(28)

PAGINA 28 / 194 Settembre 2015 Giorno

Numero di capi (capacità massima)

Alimentazione per capi g/giorno

Fabbisogno mangime t / giorno

Stoccaggio di

mangime, t Trasporto

32 39.500 200 7,9 38,6

33 39.500 200 7,9 30,7

34 39.500 200 7,9 22,8

35 39.500 200 7,9 14,9

36 28.368 200 5,7 9,2 1° sfoltimento, caricamento vs

macello

37 28.368 200 5,7 3,5

38 28.368 200 5,7 82,9 mangime

39 28.368 200 5,7 77,2

40 28.368 200 5,7 71,5

41 28.368 200 5,7 65,9

42 28.368 200 5,7 60,2

43 28.368 200 5,7 54,5

44 28.368 200 5,7 48,8

45 28.368 200 5,7 43,2

46 21.186 375 7,9 35,2 2° sfoltimento, caricamento vs

macello

47 21.186 375 7,9 27,3

48 21.186 375 7,9 19,3

49 21.186 375 7,9 11,4

50 21.186 375 7,9 3,4

51 21.186 375 7,9 80,5 mangime

52 21.186 375 7,9 72,5

53 21.186 375 7,9 64,6

54 21.186 375 7,9 56,7

55 21.186 375 7,9 48,7

56 21.186 375 7,9 40,8

57 21.186 375 7,9 32,8

58 13.506 375 5,1 27,8 caricamento vs macello

59 5.826 375 2,2 25,6 caricamento vs macello

60 - 375 - 25,6 caricamento vs macello

61 consegna pollina ditta esterna

(29)

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COD: 15V055 PAGINA 29 / 194

5 ATTIVITÀ DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO

5.1 Motivazione dell’intervento di ampliamento

L’allevamento era di proprietà del Sig Bonifacio Maggiolo, padre dell’attuale gestore; nel 2008, il figlio Cesare Maggiolo prende in affitto i capannoni e inizia la sua gestione, utilizzandone solo tre, in quanto gli altri due necessitavano di interventi di miglioramento. Dal 2014, Cesare Maggiolo diventa proprietario dell’allevamento e decide di procedere alla sistemazione dei due capannoni non utilizzati, per poter arrivare a sfruttare la potenzialità complessiva delle superfici: non sono state eseguite opere di edilizia, si è trattato prevalentemente di sistemazione degli impianti elettrici, con installazione delle centraline di controllo. A seguito della sistemazione è possibile utilizzare tutta al superficie utile di allevamento disponibile.

Considerata la superficie utile di allevamento disponibile, l’Azienda Agricola Maggiolo intende ampliare la propria capacità di allevamento di polli da carne fino ad una massimo pari a 110.000 capi per ciclo.

Si tratta quindi esclusivamente di un ampliamento del numero di capi allevato senza alcun ampliamento delle strutture o costruzione di nuove.

5.2 Dimensionamento dell’allevamento in caso di ampliamento

L’azienda intende quindi operare fino ad una consistenza massima di allevamento pari a 110.000 capi di peso variabile tra 1,8 e 3,6 kg/capo, ricorrendo allo stesso schema di allevamento già in pratica attualmente. Quindi realizzando cicli di allevamento di tipo misto di durata complessiva pari a circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento: uno dopo circa 34/37 giorni quando i capi raggiungono un peso medio di 1,8 kg; un secondo dopo 45/47 giorni quando i capi rimanenti raggiungono un peso di 2,7 kg circa. I rimanenti capi verranno quindi caricati verso il macello al raggiungimento di circa 3,6 kg dopo 60 giorni circa.

Tra due cicli di allevamento, verrà allo stesso modo garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle normative vigenti per un periodo di 21 giorni. L’azienda realizzerà un totale massimo di 5 cicli ogni anno (di cui l’ultimo potrà ricadere parzialmente nell’anno successivo). Prima dell’inizio del vuoto sanitario verrà sempre asportata la lettiera, seguendo la fase di pulizia e disinfezione dell’ambiente e di tutte le attrezzature presenti all’interno del ricovero, compresi i sistemi di distribuzione del mangime e dell’acqua.

La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attività di un ciclo misto, con indicazione dei giorni di accasamento, rifornimento di mangime, sfoltimento e quindi di avvio al macello dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata.

L’impostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dell’allevamento quindi al lordo della mortalità fisiologica e mediamente pari al 5% per ciclo completo di allevamento.

L’impostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010, n. 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013, relativamente alla densità massima da non superare pari a 39 kg/m2, in deroga al limite di 33 kg/m2 e previa presentazione di apposita richiesta, entro 15 giorni prima dell’accasamento dei capi, all’autorità sanitaria territorialmente competente. Inoltre, lo schema viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla tabella che segue; si tenga

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