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Studio di Impatto Ambientale (4375 KB)

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sede legale ed amministrativa: Oderzo (TV)

DISCARICA PER RIFIUTI INERTI

RINNOVO AUTORIZZAZIONE

(D. Lgs 152/2006 – L.R. 4/2016 – D.G.R.V. n. 2966/2006)

STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE

REDATTORE:

LABORATORIO ANALISI CHIMICHE DOTT: A. GIUSTO –

SERVIZI AMBIENTE S.r.l.

Via Pezza Alta, n. 22 – Loc. Rustignè 31046 Oderzo (TV)

Tel./Fax 0422.853993 www.laboratorigiusto.it

e-mail: info@laboratorigiusto.it Pec: box@pec.laboratorigiusto.it

COMMITTENTE: MARVIT S.r.l.

Sede legale:

Via Podgora, n. 48

31029 Vittorio Veneto (TV)

Tel. 0438912261 Fax. 0438912243 e-mail: info@marvit.com

Pec: marvitsrl@legalmail.it

Sede impianto:

Via Podgora, n. 48

31029 Vittorio Veneto (TV)

Tel. 0438912261 Fax. 0438912243 e-mail: info@marvit.com

Pec: marvitsrl@legalmail.it

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Emissione 22/08/2016

LABORATORIO AN. CHIM. DOTT.A.GIUSTO - SERVIZI AMBIENTE S.r.l.

Via Pezza Alta, 22 – 31046 Oderzo (TV) Tel./Fax 0422853993

Pag. 2 di 96 Rev. n. 00 INDICE

1 PREMESSA ... 4

2 INQUADRAMENTO GENERALE DEL PROGETTO E CONSIDERAZIONI... 6

2.1 Enti competenti per il progetto ...…………... 6

3 QUADRO PROGRAMMATICO ... 7

3.1 STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ………... 7

3.1.1 PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (PTRC) ...7

3.1.1.1 PTRC 1992 VIGENTE ………...7

3.1.1.2 PTRC 2009 ADOTTATO ………... 12

3.1.2 CONCLUSIONI ………... 23

3.1.3 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP) ... 24

3.1.4 CONCLUSIONI ………... 30

3.1.5 ALTRI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE DI INTERESSE ... 36

3.1.5.1 Rete Ecologica (RETE NATURA 2000) ………... 36

3.1.5.2 Piano Tutela delle Acque (PTA) ………... 37

3.1.5.3 Piano per l’Assetto Idrogeologico (PAI) ………... 38

3.1.5.4 Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (PRTRA) ... 38

3.1.5.5 Pianificazione in materia di gestione dei rifiuti ... 42

3.2 STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DEL COMUNE DI VITTORIO VENETO ... 43

3.2.1 Piano di Assetto Territoriale (PAT) ……... 43

3.2.2 Piano Regolatore Generale (PRG) ………... 43

3.3 COERENZA CON GLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE ... 46

4.SITUAZIONE ATTUALMENTE AUTORIZZATA DALLA PROVINCIA DI TREVISO – STATO DI FATTO. 47 4.1 Ubicazione dell’impianto, viabilità circostante e destinazione urbanistica dell’area ... 47

4.2 Struttura della discarica attuale ………... 47

4.3 Ciclo tecnologico della ditta che produce i rifiuti in ingresso ... 50

4.3.1 Descrizione dei processi ……... 51

4.3.2 Caratteristiche dei limi di marmo CER 01.04.13 ………... 52

4.4 Tipologia di rifiuti in ingresso ………... 53

4.5 Potenzialità della discarica per rifiuti inerti e prescrizioni autorizzative ... 53

4.6 Gestione delle acque di scarico ………... 54

4.7 Gestione delle acque meteoriche ……... 55

4.7.1 In fase di esercizio ………... 55

4.7.2 A discarica esaurita ………. 56

4.8 Emissioni in atmosfera ………56

4.9 Inquinamento acustico ………56

4.10 Certificato di Prevenzione Incendi ……… 57

5 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ……….58

5.1 DEFINIZIONE DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI ………58

5.2 ATMOSFERA ……….. 59

5.2.1 Caratterizzazione meteo climatica ……… 59

5.2.1.1 Precipitazioni ……… 60

5.2.1.2 Termometria ………. 61

5.2.1.3 Peculiarità del clima di Vittorio Veneto ………. 62

5.2.1.4 Trend climatici ……….. 63

5.2.2 Stato di qualità dell’aria ……….. 64

5.2.2.1 Situazione del Comune di Vittorio Veneto ………... 70

5.2.3 Ambiente superficiale ………. 71

5.2.3.1 Qualità delle acque superficiali ……….. 71

5.2.4 Suolo, sottosuolo, idrologia ……… 73

5.2.4.1 Inquadramento geologico generale ………73

5.2.4.2 Inquadramento idrogeologio e idrologico ………..74

5.2.4.3 Qualità delle acque sotterranee ………..75

5.2.4.4 Vulnerabilità della falda ………79

5.2.5 Paesaggio ………..79

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Pag. 3 di 96 Rev. n. 00

6 PORTATA DEGLI IMPATTI ……… 81

6.1 Ambito d’influenza potenziale ……….. 81

6.2 Valutazione della significatività degli impatti ……….. 82

6.2.1 Metodologia di valutazione della significatività degli impatti ……… 82

6.3 Caratteristiche di progetto in riferimento alla valutazione impatti ambientali ……… 84

6.3.1 Emissioni in atmosfera ………84

6.3.1.1 Emissioni di polveri ………..84

6.3.1.2 Emissioni di gas inquinanti ………. 85

6.3.1.3 Emissioni odorigene ……… 85

6.3.2 Emissioni in acque superficiali ……….. 86

6.3.3 Acque sotterranee ……….. 87

6.3.3.1 Contaminazione della falda ……… 87

6.3.4 Suolo e sottosuolo ………... 88

6.3.4.1 Contaminazione del suolo per lisciviazione ………. 88

6.3.4.2 Alterazione della naturalità dei terreni ……….. 88

6.3.4.3 Eliminazione del patrimonio arboreo esistente ………88

6.3.5 Traffico veicolare ………. 89

6.3.6 Rumore ………. 90

6.3.7 Utilizzo di risorse naturali non rinnovabili ……… 90

6.3.8 Salute e benessere della popolazione ………. 91

6.3.8.1 Emissione di rumore ……… 91

6.3.8.2 Aumento traffico veicolare ……….. 91

6.3.8.3 Emissione di polveri, inquinanti pericolosi e odori ……….. 91

6.3.9 Fauna e habitat faunistici ……… 92

6.3.9.1 Perturbazione di specie di interesse comunitario ……… 92

6.3.9.2 Frammentazione di habitat e habitat di specie ……… 93

6.3.10 Paesaggio ……… 94

6.3.10.1 Alterazione delle componenti paesaggistiche locali ………...94

6.4 Conclusioni ……….95

7 ALLEGATI ………..96

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Pag. 4 di 96 Rev. n. 00 1 - PREMESSA

La ditta MARVIT S.r.l. è titolare e gestisce una discarica per rifiuti inerti sita in Comune di Vittorio Veneto (TV), Via Podgora, n. 48 – Zona Industriale di San Giacomo di Veglia.

La discarica è autorizzata dalla Provincia di Treviso con i seguenti Decreti:

• D.D.P. n. 384/2007 del 27/06/2007: Piano di Adeguamento e rinnovo autorizzazione esercizio della discarica per rifiuti inerti sita in Vittorio Veneto. L.R. 3/00 – D. Lgs.

36/03 – D. Lgs. 152/2006.

• D.D.P. n. 831/2007 del 20/12/2007: Rifiuti accettabili presso la discarica di rifiuti inerti (ex 2A) sita a Vittorio Veneto.

• D.D.P. n. 454/2008 del 25/06/2008: Approvazione variante non sostanziale del Piano di Adeguamento della discarica per rifiuti inerti a Vittorio V.to. L.R. 3/00 - D. Lgs. 36/03 – D. Lgs. 152/2006.

• D.D.P. n. 34/2009 del 19/01/2009: Proroga termini realizzazione sub argini della discarica per rifiuti inerti (ex 2A) a Vittorio V.to. L.R. 3/00 – D. Lgs. 36/03 – D. Lgs.

152/2006.

• D.D.P. n. 399/2010 del 30/08/2010: Proroga termini di adeguamento della discarica per rifiuti inerti (ex 2A) sita a Vittorio V.to. L.R. 3/00 – D. Lgs. 36/03 – D. Lgs.

152/2006.

• D.D.P. n. 158/2011 del 25/03/2011: Disposizioni e proroga termini adeguamento.

• D.D.P. n. 358/2011 del 24/06/2011: Approvazione variante non sostanziale del Piano di Adeguamento al D. Lgs. n. 36/2003 della discarica per rifiuti inerti (ex 2A) sita a Vittorio Veneto.

• D.D.P. n. 688/2011 del 27/12/2011: Parametri di verifica ammissibilità rifiuti discarica per rifiuti inerti (ex 2A).

• D.D.P. n. 205/2013 del 27/03/2013: Proroga dei termini di adeguamento.

• D.D.P. n. 465/2013 del 22/08/2013: Sospensione termini adeguamento.

• D.D.P. n. 454/2015 del 29/12/2015: Proroga dei termini adeguamento.

Il D.D.P. n. 384/2007 del 27/06/2007 autorizza l’esercizio della discarica fino al 31/12/2016.

Avendo la discarica una capacità residua di ca. 17.000 m3, la ditta intende presentare domanda di rinnovo all’esercizio della discarica, ma poichè il volume inizialmente utilizzabile della discarica è pari a ca. 115.000 mc. , ai sensi dell’art. 13 della L.R. n. 4 del 18/02/2016, la ditta presenta la domanda di valutazione d’impatto ambientale di cui la presente relazione fa parte.

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Pag. 5 di 96 Rev. n. 00 Non sono previste modifiche rispetto a quanto già autorizzato.

Su incarico della ditta Marvit S.r.l., il Laboratorio Analisi Chimiche dott. A. Giusto – Servizi Ambiente S.r.l. di Oderzo (TV) ha predisposto il seguente Studio di Impatto Ambientale (SIA) relativo al sito in cui si trova la discarica per rifiuti inerti ubicata nel Comune di Vittorio Veneto (TV) gestita alla stessa ditta Marvit S.r.l.

Lo scopo del presente documento è quello di valutare gli effetti significativi sull'uomo, sulla fauna, sulla flora, sul suolo, sull'acqua, sull'aria, sul paesaggio, sui beni materiali e culturali della gestione della discarica per rifiuti inerti secondo quanto previsto dall’art. 22 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.

La discarica di rifiuti inerti in oggetto (D1) supera il limite dimensionale ai sensi dell’allegato III “Progetti sottoposti alla Verifica di assoggettabilità di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano”, lettera “p” alla Parte seconda del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. e ricade nell’Allegato A1, lettera “p” della L.R. n. 4 del 18 febbraio 2016 “disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”

Il volume inizialmente utilizzabile della discarica raggiunge infatti i 115.000 m3.

L’art. 13 della L.R. n. 4 del 18 febbraio 2016 prevede che le domande di rinnovo di autorizzazione all’esercizio di attività per le quali all’epoca del rilascio non era stata effettuata alcuna VIA e che attualmente rientrino nel campo di applicazione delle norme vigenti in materia di VIA siano soggette alla procedura di VIA.

Nel caso in oggetto l’autorità competente in materia di VIA è la Provincia.

La presente valutazione degli impatti prodotti dal progetto in esame è confrontata con i criteri stabiliti dall’Allegato VII alla parte seconda D. Lgs. 152/2006 e s.m.i., ovvero:

Contenuti dello Studio di Impatto Ambientale di cui all'art. 22.

In particolare si tiene conto di:

1) Caratteristiche del progetto (dimensioni, possibili fonti di inquinamento);

2) Localizzazione del progetto riguardo alla “sensibilità ambientale” dell’area geografica interessata dall'impatto dei progetti e alla programmazione territoriale e urbanistica del sito.

3) Caratteristiche dell'impatto potenziale sull’ambiente circostante.

4) Descrizione delle misure previste per evitare, ridurre o compensare eventuali impatti sull’ambiente circostante.

Il presente studio è stato redatto sulla base delle indicazioni contenute nella D.G.R. n. 995 del 21 marzo 2000 (che definisce specifiche tecniche per l’elaborazione dei SIA per gli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti con progetti assoggettati a procedura di

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Pag. 6 di 96 Rev. n. 00 Valutazione d’Impatto Ambientale) e alle indicazioni contenute nella normativa di riferimento nazionale.

Lo Studio Ambientale è finalizzato ad illustrare le caratteristiche dimensionali e tecniche del Progetto, inquadrare lo stesso sia nella legislazione di settore vigente sia nei documenti di programmazione e pianificazione territoriale e di settore e a valutare gli impatti legati alla sua gestione.

2 - INQUADRAMENTO GENERALE DEL PROGETTO E CONSIDERAZIONI

La discarica è situata all’estremo Sud-Ovest del Comune di Vittorio Veneto, in Via Podgora, n° 48 – Zona Industriale di San Giacomo di Veglia – in una ex cava per inerti utilizzati per il rilevato autostradale.

Catastalmente il terreno è individuato dai mappali nn. 54, 226, 227, 228, 55A, 55B, Sezione H del Foglio VI del Comune di Vittorio Veneto.

La ditta Marvit S.r.l. conferisce in discarica (D1) solo rifiuti di propria produzione, non polverulenti:

− limi e fanghi da taglio e molatura marmo (C.E.R. 01 04 13);

− sfridi e ritagli di marmo (C.E.R. 01 04 13).

Il volume annuo che viene attualmente discaricato è di circa 1.500 m3/anno.

Il volume inizialmente utilizzabile della discarica raggiunge i 115.000 m3 .

2.1 - ENTI COMPETENTI PER IL PROGETTO

Si riportano qui di seguito i principali Enti competenti per il rilascio di pareri, nulla osta, concessioni, autorizzazioni e assensi per il progetto allo studio, che verrebbero sostituiti nel provvedimento di approvazione della Provincia di Treviso:

- Comune di Vittorio Veneto, per gli aspetti urbanistici ed eventuali deroghe.

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Pag. 7 di 96 Rev. n. 00 3. QUADRO PROGRAMMATICO

3.1 STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E URBANISTICA 3.1.1 PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (PTRC)

Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) costituisce il quadro di riferimento per la pianificazione locale, in conformità con le indicazioni della programmazione socio- economica definite nel Piano Regionale di Sviluppo (PRS). Il PTRC ha il fine di delineare gli obiettivi e le linee principali di organizzazione del territorio regionale, nonché le strategie e le azioni volte alla loro realizzazione. In particolare questo strumento “disciplina” le forme di tutela, valorizzazione e riqualificazione del territorio.

Il PTRC della Regione Veneto vigente è stato approvato nel 1992 per rispondere all’obbligo, dettato con la Legge n. 143 dell’8 agosto 1985, di salvaguardare le zone di particolare interesse ambientale, attraverso l’individuazione, il rilevamento e la tutela di un’ampia gamma di categorie di beni culturali e ambientali.

La Regione del Veneto con propria deliberazione n. 815 del 30 marzo 2001 ha avviato il processo di aggiornamento del vigente PTRC, adottando un nuovo piano nel 2009. Con deliberazione n. 2587 del 7agosto 2007 la Giunta Regionale del Veneto ha adottato il Documento Preliminare del PTRC come previsto dall'art. 25, comma 1, della L.R. 11/2004.

Il Documento Preliminare contiene gli obiettivi generali che s'intendono perseguire con il piano e le scelte strategiche di assetto del territorio, nonché le indicazioni per lo sviluppo sostenibile e durevole del territorio (art.3 c.5 della L.R. 11/04).

Secondo quanto riportato nella DGRV n. 372 del 17/02/2009 - “Adozione del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento” - il nuovo PTRC, si pone dunque come quadro di riferimento generale e non intende rappresentare un ulteriore livello di normazione gerarchica e vincolante, quanto invece costituire uno strumento articolato per direttive, su cui impostare in modo coordinato la pianificazione territoriale dei prossimi anni, in raccordo con la pluralità delle azioni locali.

3.1.1.1 P.T.R.C. 1992 VIGENTE:

Il PTRC vigente, che è stato approvato nel 1992, risponde all’obbligo di salvaguardare le zone di particolare interesse ambientale, attraverso l’individuazione, il rilevamento e la tutela di un’ampia gamma di categorie di beni culturali ed ambientali.

Esso provvede, con riferimento esclusivo alle competenze regionali e nel rispetto di quelle nazionali, a:

• indicare le zone e i beni da destinare a particolare disciplina, ai fini della difesa del suolo e della sistemazione idrogeologica, della tutela delle risorse naturali, della salvaguardia e dell'eventuale ripristino degli ambienti fisici, storici e monumentali, della prevenzione e difesa dall'inquinamento, prescrivendo gli usi espressamente vietati e quelli compatibili con le esigenze di tutela nonché le eventuali modalità di attuazione dei rispettivi interventi;

• individuare le aree del territorio provinciale nelle quali può essere articolato il Piano Territoriale Provinciale;

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Pag. 8 di 96 Rev. n. 00

• determinare il complesso di prescrizioni e vincoli automaticamente prevalenti nei confronti dei piani di settore di livello regionale e degli strumenti urbanistici di livello inferiore.

Nelle Norme di attuazione del PTRC, l’art. 51 “Valutazione Impatto Ambientale” individua, nel paragrafo riguardante le “Zone ad alto rischio”, le “zone soggette a vincolo idrogeologico” e fra le “zone ad alta sensibilità ambientale”, “gli ambiti naturalistico- ambientali e paesaggistici di livello regionale”, “gli ambiti di interesse faunistico”, “gli ambiti di alta collina e montagna”, “parchi e riserve naturali”.

Si sono esaminate le tavole del Piano, riportanti i vincoli idrogelogici, gli ambiti naturalistici e le valenze storico ambientali e paesaggistiche.

• Tavola 1 – Difesa del Suolo: il sito oggetto di studio si pone all’esterno di aree sottoposte a vincolo idrogeologico, a rischio sismico ed a rischio di esondazione così come individuate nella cartografia. È ricompreso in area di Fascia di ricarica degli acquiferi (art.

12 N.A.), a nord della linea settentrionale delle risorgive.

• Tavola 2 – Ambiti naturalistico-ambientali e paesaggistici di livello regionale:

il sito in esame non ricade in nessuno degli ambiti indicati.

• Tavola 4 – Sistema insediativo ed infrastrutturale storico e archeologico: il sito in esame non ricade in nessuno degli ambiti indicati.

• Tavola 5 – Ambiti per la istituzione di Parchi e Riserve regionali naturali ed archeologici ed aree di massima tutela paesaggistica: il sito in esame non ricade in nessuno degli ambiti individuati per l’istituzione di Parchi e Riserve.

Tavola 9.37 – Ambito per la istituzione di Parchi e Riserve naturali ed archeologiche e di aree di tutela paesaggistica: non sono presenti ambiti nelle vicinanze del sito di interesse.

• Tavola 10.19 – Valenze storico-culturali e paesaggistiche-ambientali: il sito di localizzazione dell’impianto non interessa aree o ambiti di valenza individuati.

Dall’analisi del PTRC si può definire che non emergono indicazioni contrarie o vincoli particolari per la realizzazione del nuovo impianto, pertanto il progetto si può ritenere compatibile con la programmazione del piano.

Di seguito sono riportati gli estratti delle tavole del PTRC considerate, relativamente all’area d’intervento (Figure 1÷6).

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Pag. 9 di 96 Rev. n. 00 Figura 1- Tavola n° 1 - Difesa del suolo.

Figura 2 - Tavola n° 2 – Ambiti naturalistico-ambientali e paesaggistici.

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Pag. 10 di 96 Rev. n. 00 Figura 3 - Tavola n° 4 – Sistema insediativo ed infrastrutture storico-archeologiche.

Figura 4 - Tavola n° 5 – Istituzione di parchi e riserve naturali e archeologiche ed aree a massima tutela paesaggistica.

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Pag. 11 di 96 Rev. n. 00 Figura 5 - Tavola n° 9.37 – Istituzione di parchi e riserve naturali e archeologiche ed aree di tutela paesaggistica.

Figura 6 - Tavola n° 10.19 – Valenze storico-culturali e paesaggistico-ambientali

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Pag. 12 di 96 Rev. n. 00 3.1.1.2 P.T.R.C. 2009 ADOTTATO:

Con deliberazione di Giunta Regionale n. 372 del 17/02/09 è stato adottato un nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ai sensi della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 (art. 25 e 4).

Il P.T.R.C. adottato è costituito dai seguenti allegati:

Allegato A1: relazione al documento preliminare Allegato A2: relazione ambientale

Allegato A3: relazione ambientale (sintesi) Allegato A4: allegati cartografici:

Quadro sinottico del sistema degli obiettivi:

1. Uso del suolo;

2. Biodiversità;

3. Energia, risorse, ambiente;

4. Mobilità;

5. Sviluppo economico:

- Produttivo;

- Ricettivo, turistico e rurale;

6. Crescita sociale e culturale;

Allegato A5: PTRC – Piano paesaggistico territoriale.

Il PTRC, nel suo ruolo di orientamento delle trasformazioni territoriali, individua come principio guida per l’azione di pianificazione quello della coerenza ai principi della sostenibilità e alle peculiarità del Veneto, intendendo la sostenibilità non come semplice conservazione dell’esistente, ma come sua integrazione con gli aspetti competitivi dello sviluppo.

In relazione alla discarica di progetto, sono state esaminati gli allegati cartografici del Piano, dei quali si riporta stralcio con individuazione dell’ambito di intervento e descrizione dei tematismi interessati.

Tavola 01a - Uso del suolo - terra (scala 1:250.000)

Nella tavola “Uso del suolo - Terra” l’ambito interessato dal progetto ricade in area con

“tessuto urbanizzato” prossima ad aree definite “area di agricoltura mista a naturalità diffusa”. Nella tavola 09, a scala maggiore (1:50.000) la zona inedificata contermine al sito viene definita come “area agropolitana in pianura”, che indica aree rurali di pianura, caratterizzate da presenza di una forte utilizzazione del territorio da parte delle infrastrutture, della residenza e del sistema produttivo. Il sito non ricade quindi in alcuna tematica relativa al sistema della tutela del sistema rurale agricolo e agricolo-forestale.

Tavola 01b - Uso del suolo - acqua (scala 1:250.000)

Nella tavola “Uso del Suolo - Acqua” l’ambito di progetto ricade in “area di primaria tutela quantitativa degli acquiferi” (in quanto all’interno della fascia di ricarica degli acquiferi). A Nord-Est e a Sud-Ovest del sito sono individuati pozzi a servizio di pubblico acquedotto, a distanze superiori ai 2.500 m.

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Pag. 13 di 96 Rev. n. 00 Tavola 02 - Biodiversità (scala 1:250.000)

Nella tavola “Biodiversità”, viene delineato il sistema della rete ecologica del veneto costituita da:

− area nucleo;

− parco;

− corridoio ecologico;

− grotta;

− “tegnue” (habitat marini su affioramenti rocciosi);

L’ambito di progetto non ricade in alcuno dei sistemi della rete ecologica individuati. Esso ricade in area con “tessuto urbanizzato”.

Tavola 03 - Energia e Ambiente (scala 1:250.000)

Nella tavola “Energia e Ambiente” le politiche per l’energia e l’ambiente sono declinate attraverso i sistemi e gli elementi relativi a:

− inquinamenti da fonti diffuse (radon);

− sistema dei poli principali per la produzione di energia elettrica (centrali termoelettriche a combustibile fossile, centrali termoelettriche a fonti rinnovabili e centrali idroelettriche);

− sistema impianti per la raccolta e trattamento dei rifiuti (inceneritori, discariche di RSU e di rifiuti non pericolosi, impianti produzione da rifiuti CDR, impianti di compostaggio);

− siti a rischio di incidente rilevante;

− inquinamento elettromagnetico;

− sistema della distribuzione del gas;

− sistema della protezione civile;

− inquinamento da NOx.

In base alla cartografia ed ai tematismi della tavola, l’ambito di localizzazione dell’impianto ricade in area con presenza di discariche attive e si ha la presenza di una forte industrializzazione che individua la classificazione di aree di emergenza del sistema della protezione civile.

Inoltre, l’area di studio rientra:

1) in area interessata da inquinamento da NOx tra 20 e 30 µg/m3 (media rilevata da luglio 2004 a giugno 2005);

2) in area con possibili livelli eccedenti di radon.

Tavola 04 - Mobilità (scala 1:250.000)

Nella tavola “Mobilità” viene riportato lo schema della mobilità regionale, delineato sulla base della pianificazione regionale di settore. Il PTRC promuove una migliore razionalizzazione dei sistemi insediativi e delle reti di collegamento viario di supporto.

L’area interessata dalla localizzazione dell’impianto ricade in ambito avente densità territoriale compresa tra 0,30 e 0,60 abitanti/ettaro ed è posta all’interno di un terminal intermodale da sviluppare. Il casello autostradale più vicino è quello di “Vittorio Veneto Sud” sulla A27.

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Pag. 14 di 96 Rev. n. 00 Tavola 05a - Sviluppo Economico Produttivo (scala 1:250.000)

Nella tavola “Sviluppo Economico Produttivo” vengono riportati:

− i territori, piattaforme e aree produttive;

− le eccellenze produttive;

− le eccellenze produttive con ricadute territoriali locali;

− la rete delle infrastrutture di comunicazione;

− l’incidenza della superficie ad uso industriale sul territorio comunale;

− gli elementi territoriali di riferimento.

Il PTRC persegue processi di aggregazione e concentrazione territoriale e funzionale delle aree produttive, al fine di contrastare il fenomeno della dispersione insediativa.

L’area di insediamento dell’impianto ricade in zona caratterizzata da un’incidenza della superficie ad uso industriale sul territorio comunale < 0.03, all’interno di un territorio

“urbano complesso”.

Tavola 05b - Sviluppo Economico Turistico (scala 1:250.000)

Nella tavola “Sviluppo Economico Turistico” vengono riportati i vari sistemi del turismo e delle produzioni DOC, IGP e DOP.

L’area di intervento non ricade in nessun sistema turistico individuato.

Esso ricade in area con presenza di un numero di produzioni DOC, DOP e IGP da 4,1 a 6.

Tavola 06 - Crescita Sociale e Culturale (scala 1:250.000)

Nella politica del riconoscimento del patrimonio umano e delle conoscenze locali quali risorse territoriali da valorizzare, vengono definiti i seguenti sistemi di articolazione:

− il sistema delle politiche per la valorizzazione del territorio;

− i sistemi lineari ordinatori del territorio da valorizzare;

− il sistema delle polarità culturali e storico-ambientali;

− il sistema della salute;

− gli elementi territoriali di riferimento.

L’area di intervento ricade in area di “collina” prossima alla “linea ferroviaria storica”

Venezia-Callalzo e a “itinerario principale di valore storico-ambientale”, all’interno di “area di archeologia industriale”.

Tavola 07 - Montagna del Veneto (scala 1:250.000)

La tavola “Montagna Veneta” non viene qui analizzata in quanto l’area di intervento è esterna ai relativi ambiti di pianificazione

Tavola 08 - Città, Motore di Futuro (scala 1:250.000)

Nella tavola “Città, Motore di Futuro” viene delineata l’armatura territoriale della struttura insediativa urbana del Veneto, definendo:

− il sistema metropolitano regionale e le reti urbane;

− il sistema del verde territoriale;

− l’urbanizzazione e le infrastrutture.

L’area di insediamento dell’impianto viene a trovarsi nell’ambito di riequilibrio territoriale che comprende i poli urbani di vittorio Veneto e Conegliano.

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Pag. 15 di 96 Rev. n. 00 Tavola 09 - Sistema del Territorio rurale e della Rete ecologica (scala 1:50.000) In questa tavola viene descritta in maniera più ampia e dettagliata, rispetto alla Tavola 01a “Uso del suolo - Terra” la diversità paesaggistica dei contesti geografici del Veneto, delineando:

− il sistema della rete ecologica;

− il sistema del territorio rurale.

L’area di intervento è compresa nella tavola “Alpago-Cansiglio”, nella quale si evidenzia che l’impianto di progetto ricade in area agropolitana di pianura, per la quale si rimanda ai contenuti dell’Articolo 9 delle Norme tecniche di Piano.

Ambiti di Paesaggio - Atlante Ricognitivo

Il PTRC ha individuato degli obiettivi di qualità paesaggistica per i paesaggi del Veneto secondo quanto espresso all'art. 71 delle NTA.

Il territorio regionale è stato suddiviso in 39 ambiti paesaggistici, per ciascuno dei quali il Piano ha individuato specifici obiettivi e indirizzi di qualità paesaggistica, suddivisi in prioritari e generali.

Il Comune di Vittorio Veneto ricade in parte nell’ambito paesaggistico n. 16 “Prealpi e Colline Trevigiane”. L’ambito è delimitato come segue:

− a Nord-Ovest ricalca, in parte, le pendici del massiccio del Grappa ed, in parte, il confine provinciale Belluno-Treviso;

− a Sud, segue principalmente il tracciato della strada Schiavonesca-Marosticana (SS 248 e SP 248) e della strada Pontebbana (SS 13);

− a Est, è delimitato dal margine dell’Altopiano del Cansiglio.

L’ambito esclude, nella sua parte centrale, l’alveo del fiume Piave facente parte dell’ambito n. 19.

L’ambito comprende:

− Il Versante Prealpino e la Valsana;

− Il Quartier del Piave;

− Le colline dell’Alta Marca Trevigiana;

− Il Rilievo Collinare del Montello;

− I colli Asolani;

− Il versante del Grappa e la Valcavasia.

L’ambito mostra i caratteri tipici della fascia prealpina e, marginalmente, quelli dell’alta pianura. Il settore dell’alta pianura, in cui si colloca l’area d’intervento, è costituito dagli ampi conoidi fluvioglaciali del Piave, caratterizzati da depositi alluvionali per lo più grossolani. L’elevata permeabilità dei terreni e la ricca presenza di corsi d’acqua fanno sì che il territorio fornisca il massimo contributo all’alimentazione delle falde acquifere sotterranee. L’ambito è caratterizzato da un’elevata presenza di aree coltivate, tenute a vigneto nella parte collinare e a seminativo nella parte di pianura. La parte più densamente popolata dell’ambito è disposta ai piedi delle colline dove si distinguono alcuni sistemi urbani complessi disposti lungo gli assi stradali, compreso l’asse Vittorio Veneto- Conegliano in cui è presente in direzione Nord-Sud l’autostrada A 27 affiancata dalla SS n.

51. In merito ai valori storico culturali, l’ambito è caratterizzato dalla presenza di elementi storico-testimoniali di rilevante interesse, sia religiosi che civili. La presenza delle comunità

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Pag. 16 di 96 Rev. n. 00 monacali, a partire dall’anno mille, contribuisca alla definizione del paesaggio, grazie alla diffusione di sistemazioni fondiarie, opere di bonifica e la costruzione di complessi architettonici spesso imponenti come l’abbazia di Vidor e quella di Follina. Nell’ambito sono presenti castelli fortificati (rocca di Asolo, castello di Collato, castello di Conegliano, Castelbrando) e numerosi centri storici. Numerose in tutto l’ambito sono anche le strutture proto-industriali azionate dalle acque (sistema di mulini lungo il Meschio). Nella parte più urbanizzata lungo gli assi viari di maggior afflusso, compreso l’asse Vittorio Veneto- Conegliano, i modelli insediativi e le tipologie edilizie attuali hanno reso meno riconoscibile il sistema insediativo storico.

Gli obiettivi e indirizzi di qualità paesaggistica previsti per l’ambito in questione, mirano a preservare l’integrità delle aree ad elevata naturalità ed alto valore ecosistemico (dorsale prealpina), scoraggiare interventi edilizi, infrastrutture e sistemazioni agrarie che compromettano l’integrità dell’assetto dei sistemi geologico-geomorfologico ad elevata integrità e di alto valore ambientale. Migliorare la qualità paesaggistica ed ambientale delle cave e delle discariche durante la loro lavorazione. Prevedere azioni di coordinamento della ricomposizione paesaggistica dei siti interessati da cave dismesse e discariche esaurite, come occasione di riqualificazione e riuso del territorio, di integrazione della rete ecologica e fruizione didattico-naturalista. A questo si unisce la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e dell’edilizia rurale caratteristica e il miglioramento della qualità urbanistica degli insediamenti produttivi di fondovalle, con riduzione della frammentazione delle aree, introduzione di verde, razionalizzazione dell’uso del suolo e delle risorse non rinnovabili, promozione di bioedilizia ed energie rinnovabili, conservazione dell’integrità delle visuali estese.

Tra gli obiettivi elencati nel PTRC - Ambiti di Paesaggio, in relazione all’obiettivo n. 35

“qualità dei paesaggi di cava”, si rileva che l’impianto in oggetto completata la coltivazione della discarica ed il suo ricoprimento come da autorizzazione in essere permetterà il recupero di una vecchia area di cava come zona adibile a parco/giardino e/o area adibibile ad attività sportive all’aperto.

Di seguito si allegano stralci delle Tavole citate con indicazione della localizzazione dell’impianto di progetto (Figure 7÷16).

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Pag. 17 di 96 Rev. n. 00 Figura 7 - Tavola n° 1.a – Uso del suolo – terra.

Figura 8 - Tavola n° 1.b – Uso del suolo – acqua.

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Pag. 18 di 96 Rev. n. 00 Figura 9 - Tavola n° 2 – Biodiversità.

Figura 10 - Tavola n° 3 – Energia e Ambiente.

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Pag. 19 di 96 Rev. n. 00 Figura 11 - Tavola n° 4 – Mobilità.

Figura 12 - Tavola n° 5a – Sviluppo Economico – Produttivo.

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Pag. 20 di 96 Rev. n. 00 Figura 13 - Tavola n° 5b – Sviluppo Economico – Turistico.

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Pag. 21 di 96 Rev. n. 00 Figura 14 - Tavola n° 6 – Crescita Sociale e Culturale.

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Pag. 22 di 96 Rev. n. 00 Figura 15 - Tavola n° 8 – Città motore del futuro.

Figura 16 - Tavola n° 9 – Sistema del territorio rurale e della rete ecologica.

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Pag. 23 di 96 Rev. n. 00 3.1.2 CONCLUSIONI:

Dall’analisi del Pianto Territoriale Regionale di Coordinamento, sia vigente che adottato, si rileva che l’area interessata dalla discarica in oggetto non ricade in:

− Zone sottoposte a vincolo idrogeologico;

− Zone a rischio sismico;

− Zone soggette a rischio idraulico;

− Ambiti naturalistici di livello regionale, zone umide e zone selvagge;

− Zone archeologiche, centri storici di particolare rilievo, ambiti per l’istituzione di riserve archeologiche e di parchi naturali-archeologici;

− Area di tutela paesaggistica per presenza di corso d’acqua significativo.

L’area ricade in:

− Fascia di ricarica degli acquiferi

La discarica in oggetto non interferisce con le acque sotterranee, sia per la qualità che per i quantitativi della falda, come dimostrano le analisi delle acque sotterranee finora eseguite dalla ditta MARVIT S.r.l. che hanno sempre evidenziato l’assenza di inquinamento connesso con al coltivazione della discarica.

Non sono presenti acque di scarico in quanto tutte le acque provenienti dalle fasi di taglio e levigatura del marmo naturale vengono chiarificate e riutilizzate nei medesimi progetti produttivi.

Le acque meteoriche, a discarica esaurita saranno drenate e smaltite per assorbimento nel terreno. Poiché tali acque non verranno a contatto con il rifiuto inerte smaltito non si ritiene possibile l’inquinamento della falda acquifera sottostante.

Non emergono quindi controindicazioni relativamente agli obiettivi, alle strategie ad alle politiche ambientali e di sviluppo contenute nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC).

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Pag. 24 di 96 Rev. n. 00 3.1.3 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.) – PROVINCIA DI TREVISO

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, è stato approvato con Delibera di Giunta Regionale n. 1137 del 23 marzo 2010, pubblicata sul B.U.R. del giorno 11 maggio 2010, ed è entrato in vigore il giorno 26 maggio 2010.

Il PTCP è formato secondo le disposizioni della L.R. Veneto 23 Aprile 2004 n. 11 “Norme per il governo del territorio”, dell’art. 20 del D.Lgs n. 267/2000, della L.R. 61/85 e del PTRC vigente e adottato con deliberazione di Giunta Regionale n. 372 del 17/02/09, di cui ha recepito prescrizioni, vincoli e obiettivi.

Il PTCP della Provincia di Treviso è uno strumento operativo di pianificazione territoriale programmatoria ed operativa condivisa dalle parti sociali e proiettato ad uno sviluppo sostenibile.

E’ in questa prospettiva che occorre inserire il significato delle innovazioni introdotte nell’ordinamento giuridico veneto dalla L.R. 11/2004, e cioè, fondamentalmente:

a) il ruolo del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) nel governo/coordinamento della trasformazione territoriale d’area vasta e nel coordinamento delle autonomie territoriali comunali;

b) la distinzione tra piani di rango superiore (livello strategico quali: Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC), PTCP e piani comunali ed intercomunali PAT/PATI (Piano di Assetto Territoriale Intercomunale) e piani operativi, Piani di Intervento (PI), Programmi integrati,……;

c) la funzione di cerniera dei PTCP e dei PATI tra PTRC e PI, cioè tra programmazione e gestione della trasformazione insediativa;

d) l’introduzione di nuovi strumenti operativi (concertazione e partecipazione, accordi tra soggetti pubblici e privati, accordi di programma, perequazione urbanistica, credito edilizio, compensazione urbanistica, società di trasformazione urbana, programmi complessi…).

Il PTCP della Provincia di Treviso è configurato non come previsione prevalentemente cartografica di un desiderabile stato

finale

del territorio, ma come processo continuo di pianificazione mirato al perseguimento di

obiettivi

d'interesse generale e caratterizzato da:

1) norme tecniche corredate da elaborati grafici progettuali a disciplina delle trasformazioni ammissibili;

2) valutazione continua degli esiti indotti nelle risorse territoriali dalle trasformazioni ammissibili mediante il monitoraggio del piano;

3) partecipazione plurima alla formazione delle scelte che incidono sull'uso delle risorse territoriali.

La L.R. veneta 11/2004, riprendendo gli indirizzi dati dalla Direttiva 2001/42/CE, introduce la Valutazione Ambientale Strategica come procedura per la costruzione sostenibile dei

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Pag. 25 di 96 Rev. n. 00 processi di pianificazione territoriale, sottoponendo quest’ultima alla “

valutazione preventiva degli esiti prevedibilmente conseguenti alla trasformazione delle risorse territoriali indotta dalle politiche del territorio

” permettendo così scelte progettuali che presentano maggiori probabilità di conseguire gli effetti desiderati e risultano più facilmente condivisibili.

Sulla base di questi presupposti i tecnici autori del PTCP di Treviso hanno operato, alla ricerca di indirizzi progettuali e normativi tali da consentire alle Amministrazioni locali con competenza territoriale: Provincia, Comuni, un governo della trasformazione territoriale aperto all'interesse pubblico e soggetto alla continua valutazione dei suoi esiti.

IL PTCP è stato costruito attraverso un lungo iter, utilizzando i nuovi strumenti per la formazione dei piani urbanistici quali la Valutazione Ambientale Strategica che, introducendo la partecipazione della popolazione e le valutazioni ambientali, ha permesso di effettuare scelte condivise e sostenute con elementi oggettivi.

Il Piano, pur essendo definito, non è intoccabile in quanto, mediante l’azione del monitoraggio, sarà continuamente valutato e quindi riadattato al fine di farlo convergere verso il conseguimento degli obiettivi che la collettività si è posta.

Nel Piano sono stati trattati molti argomenti:

− la riorganizzazione delle aree industriali;

− la riorganizzazione della mobilità: adeguamento della viabilità stradale e

integrazione con la SFMR e interventi di miglioramento/integrazione di quest’ultima;

− gli indirizzi per la tutela e valorizzazione del patrimonio agroforestale, in particolare per quanto riguarda l’edificato presente in questa parte di territorio;

− la classificazione dei Centri Storici e l’individuazione di quelli di interesse provinciali;

− indicazioni per la rivitalizzazione dei C.S. principali;

− la tutela e valorizzazione degli edifici di pregio architettonico con individuazione di quelli di interesse provinciale;

− le indicazioni per il riassetto idraulico del territorio;

− gli interventi a sostegno della naturalità, per la salvaguardia della flora e fauna, tra i quali la realizzazione dei corridoi ecologici e riforestazione di parti di territorio;

− le indicazioni per il recupero delle cave a fini idraulici, di riserva acque e per scopi naturalistici;

− la normativa per gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante;

− le indicazioni per i futuri sviluppi residenziali;

− l’individuazione delle unità di paesaggio all’interno del territorio provinciale;

− indicazioni sulla prevenzione e difesa dall’inquinamento;

− indicazioni per il risparmio energetico e la promozione delle fonti rinnovabili;

− indicazioni relative al commercio ed alla grande distribuzione;

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Pag. 26 di 96 Rev. n. 00

− indicazioni relative al turismo;

− indicazioni sul ruolo metropolitano di Treviso ed in particolare per il progetto della Grande Treviso,

− l’area della montagna;

− il quaderno progetti con oltre 30 progetti distribuiti nei seguenti settori:

naturalistico;

turistico e del tempo libero;

sistemazioni idrauliche;

logistica-mobilità;

industria e servizi;

agricoltura;

area urbana e città metropolitana.

Infine è stato costruito il Rapporto Ambientale in cui sono riportate le valutazioni ambientali e socioeconomiche che hanno determinato molte scelte all’interno del Piano, definite anche alla luce del conseguimento dello sviluppo sostenibile.

Per ottenere questo ultimo obiettivo è necessario che tutti i livelli di pianificazione (regionale, provinciale, comunale) si muovano su linee coerenti. Il PTCP ha solo alcuni ambiti in cui è competente a dettare norme, il principio di sussidiarietà impone che ciascuno, per le proprie competenze, operi coerentemente.

Per questa ragione il PTCP propone, oltre all’apparato normativo delle norme tecniche di Piano, anche un allegato alla relazione definito “ Indirizzi normativi”, in cui sono indicate, in modo puntuale, possibili soluzioni che potranno essere attuate dai Comuni in fase di redazione dei PAT-PATI.

Il Piano, nel suo iter di costruzione, è stato coordinato con il PTRC e con i PTCP delle province confinanti.

Per quanto riguarda l’inquadramento del progetto rispetto al PTCP vigente, verranno in seguito esaminati, in relazione all’intervento di progetto, i seguenti elaborati grafici del PTCP, con l’intento di descrivere il territorio interessato dalla realizzazione dell’opera:

Tavola 1. 1. A Zona Nord - Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale (scala 1:50.000)

La tavola evidenzia i vincoli e gli ambiti dei piani di livello superiore, a cui si attengono i Comuni in sede di pianificazione territoriale. Le indicazioni cartografiche del PTCP permettono di individuare l’ubicazione dell’area di studio in relazione ai limiti delle aree di ciascun vincolo.

In particolare, la zona interessata dalla discarica in oggetto è esterna ad aree vincolate.

Tavola 2. 1. A Zona Nord – Carta delle aree soggette a dissesto idrogeologico e fragilità ambientale (scala 1:50.000)

La Carta delle Fragilità individua gli ambiti del territorio relativi alla pericolosità geologica, idraulica ed ambientale. Osservando la Carta, l’area di studio è compresa in una zona bassa sensibilità alla franosità e pericolosità idraulica.

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Pag. 27 di 96 Rev. n. 00 Tavola 3.1.A Zona Nord – Carta delle reti ecologiche (scala 1:50.000)

La rete ecologica provinciale è il riferimento per la definizione, e per lo sviluppo di reti ecologiche di livello locale, ed è costituita principalmente da: siti della Rete Natura 2000 (area nucleo), stepping stone, corridoi ecologici, buffer zone (area cuscinetto), restoration area (ambito dotato di elementi con naturalità diffusa, anche con presenza di nuclei naturali relitti). L’area di localizzazione della discarica viene classificata come di “area di potenziale completamento della rete ecologica”.

Tavola 4.1.A Zona Nord – Sistema Insediativo - Infrastrutturale (scala 1:50.000)

Il Sistema Insediamenti e Infrastrutture ha l’obiettivo di definire i criteri per una pianificazione che prediliga la tutela e la limitazione dell’uso del territorio. In particolare l’intento del PTCP è di definire i criteri che comportino l’utilizzo delle nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative. Tramite un’accurata organizzazione dei sistemi insediativi e delle infrastrutture è possibile garantire la funzionalità dei terreni naturali e trarre così beneficio dalle eventuali opere di mitigazione. Inoltre mediante un’accurata panoramica delle realtà insediative e infrastrutturali è possibile redigere un progetto nel rispetto delle varianti di natura geologica, geomorfologica, idrogeologica, paesaggistica, ambientale, storico-monumentale e architettonica.

La zona oggetto di indagine, è individuata all’interno di un’area produttiva non ampliabile con superficie < 50.000 m2.

Tavola 5.1.A Zona Nord – Carta geomorfologica della Provincia di Treviso e Unità di Paesaggio (scala 1:50.000)

Nella tavola vengono riportati tutti gli elementi geomorfologici della Provincia di Treviso e le unità paesaggistiche.

In tal modo è possibile identificare le componenti naturalistiche (suolo e sottosuolo, ambiente idrico) e le aree geomorfologiche andando così ad effettuare una pianificazione e un apparato normativo con il fine di eliminare possibili fattori di degrado ed eventuali interferenze antropiche con esse non compatibili.

La zona oggetto di indagine, è individuata come cava all’interno di un’area geomorfologica denominata “Anfiteatro morenico di Vittorio Veneto”.

Di seguito si allegano stralci delle Tavole citate con indicazione della localizzazione dell’impianto di progetto (Figure 17÷21).

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Pag. 28 di 96 Rev. n. 00 Figura 17 - Tavola n° 1.1.A – Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale.

Figura 18 - Tavola n° 2.1.A – Carta delle aree soggette a dissesto idrogeologico e fragilità ambientali.

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Pag. 29 di 96 Rev. n. 00 Figura 19 - Tavola n° 3.1.A – Carta delle reti ecologiche.

Figura 20 - Tavola n° 4.1.A – Sistema Insediativo-Infrastrutturale.

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Pag. 30 di 96 Rev. n. 00 Figura 21 - Tavola n° 5.1.A – Carta geomorfologica della Provincia di Treviso e Unità di Paesaggio.

3.1.4 CONCLUSIONI:

Dall’analisi della cartografia del Piano Provinciale, emerge che il sito di intervento ricade in un’area produttiva non ampliabile con superficie < 50.000 m2 e individuata come cava all’interno di un’area geomorfologica denominata “Anfiteatro morenico di Vittorio Veneto”.

L’area di localizzazione della discarica è compresa in una zona bassa sensibilità alla franosità e pericolosità idraulica e viene classificata come di “area di potenziale completamento della rete ecologica”. Non sono segnalati altri vincoli di tipo paesaggistico, storico-archeologico, ambientale, naturale, né da previsioni di infrastrutture e reti che possano rappresentare condizioni di vincolo o di criticità nei confronti della permanenza della discarica esistente nel sito in oggetto.

Il progetto, altresì è compatibile con le direttive di Piano in particolare in materia di tutela della risorsa idrica e inquinamento acustico.

Di seguito si verificano in sintesi, le direttive di Piano di cui al punto 3.13 della Relazione relative alla Prevenzione e difesa dall’inquinamento (applicabili all’intervento di progetto, in relazione con il progetto stesso).

Punto 3.13.1 - ARIA

La qualità dell'aria è dipendente dall'apporto di inquinanti rilasciati nell’atmosfera, dalle condizioni meteorologiche e conformazionali del territorio. Come fonti principali di

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Pag. 31 di 96 Rev. n. 00 inquinanti sono riconosciute le attività produttive, il traffico autoveicolare e le combustioni negli impianti termici sia ad uso civile che produttivo. In Provincia di Treviso, alcuni inquinanti come CO, SO2 e recentemente anche il benzene non destano preoccupazione in quanto i valori registrati sono inferiori ai rispettivi Valori Limite previsti dalla normativa vigente. Un ulteriore sforzo delle politiche svolte al risanamento dell’aria deve essere invece finalizzato alla progressiva riduzione di inquinanti quali il particolato PM10, l’ozono, il Benzo(a)pirene ed i COV in generale.

La coltivazione della discarica in oggetto, già esistente, non andrà ad incrementare la concentrazione di tali inquinanti nell’aria.

Punto 3.13.2 - ACQUA

(Direttive per le zone di ricarica della falda)

L’acqua è per la provincia di Treviso una delle maggiori ricchezze naturali. La rete idrografica, costituita da fiumi e da corsi d’acqua, molti dei quali di risorgiva, che attraversano il territorio provinciale, costituisce un importante punto di forza.

Si evidenzia un impoverimento della risorsa acqua sia per le acque superficiali che sotterranee. Lo stato in cui versa la risorsa idrica sotterranea, dal punto di vista quantitativo, non può certamente definirsi idilliaco, pur se non drammatico; è stata accertata nel corso degli ultimi decenni una tendenza alla progressiva riduzione della quota piezometrica nei pozzi di monitoraggio ubicati nella cosiddetta alta pianura.Queste criticità, se non opportunamente mitigate, sicuramente altereranno l’equilibrio tra la risorsa acqua e il territorio, riducendone i punti di forza e le potenzialità.

Il Piano ha preso coscienza di queste problematiche e ha proposto una serie di azioni suddivise per obiettivo, in particolare per le aree produttive il Piano propone la razionalizzazione delle stesse al fine di raggiungere gli obiettivi di qualità dell’ambiente idrico imposti dalla normativa vigente.

Dal punto di vista della tutela della risorsa acqua la coltivazione della discarica in oggetto risponde positivamente alle direttive di Piano in quanto non interferisce con le acque sotterranee, sia per la qualità che per i quantitativi della falda, come dimostrano le analisi delle acque sotterranee finora eseguite dalla ditta MARVIT S.r.l. che hanno sempre evidenziato l’assenza di inquinamento connesso con al coltivazione della discarica. Non sono presenti acque di scarico in quanto tutte le acque provenienti dalle fasi di taglio e levigatura del marmo naturale vengono chiarificate e riutilizzate nei medesimi progetti produttivi.

Gli scarichi dei servizi igienici della ditta MARVIT S.r.l., dopo l’immissione in vasche Imhoff, vengono convogliati in pozzo perdente per subirrigazione; le vasche Imhoff vengono svuotate da ditte autorizzate almeno una volta l’anno.

Le acque meteoriche, a discarica esaurita saranno drenate e smaltite per assorbimento nel terreno. Poiché tali acque non verranno a contatto con il rifiuto inerte smaltito non si ritiene possibile l’inquinamento della falda acquifera sottostante.

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Pag. 32 di 96 Rev. n. 00 Punto 3.13.3 – SUOLO (RIFIUTI)

Le tematiche relative a questa componente che vengono trattate dal PTCP sono indirizzate ai rifiuti prodotti in Provincia e alle possibili azioni di bonifica da realizzare sul territorio, nonchè al problema connesso con le “attività di cava”.

In analogia con quanto previsto per i RSU ed in accordo con i principi normativi, anche la gestione dei rifiuti speciali deve tendere ad una complessiva riduzione dei quantitativi prodotti, a favore di un maggiore impiego di materie prime secondarie, ottenute dal recupero di rifiuti, o di tecnologie produttive che evitino sprechi.

Secondo il PTCP le cave esistente ed esaurite possono/devono essere recuperate ai fini naturalistici, utilizzandole come compensazione ambientale per la realizzazione di altre opere. Per quanto possibile dovranno essere prevalentemente utilizzate come bacino di raccolta acque in modo da ottenere i seguenti benefici:

− bacino di laminazione per eventi piovosi di particolare intensità (salvaguardia da rischio idraulico);

− bacino per la raccolta di acque da utilizzare in agricoltura in periodi siccitosi;

− creazione di ambiente naturalistico umido e quindi di maggiore valenza ai fini della biodiversità;

− sistema che permette la raccolta di acque di scorrimento e lentamente le fa confluire in falda rimpinguandola.

Il recupero ai fini naturalistici delle cave dovrà essere inserito prevalentemente nei corridoi ecologici stabiliti dal PTCP.

Per quanto riguarda il sito in oggetto il recupero della cava pre-esistente come discarica dei rifiuti inerti prodotti dalle lavorazioni della ditta MARVIT S.r.l. è già stato autorizzato dalla Provincia di Treviso fin dal 1990. D’altra parte limi e fanghi da taglio e molatura marmo e gli sfridi e ritagli di marmo (C.E.R. 01 04 13) non hanno, al momento, possibilità di utilizzo come materie prime secondarie, né possono essere riutilizzati in altro modo.

Punto 3.13.4 RUMORE

L’inquinamento acustico è oggi considerato uno dei principali fattori di peggioramento della qualità della vita umana. Trattato per molto tempo come un problema secondario, di livello strettamente locale, solo negli ultimi anni ha assunto importanza in quanto si è compresa la sua incidenza sulla nostra salute.

Ai Comuni, come specificato nell’art. 14 della Legge Quadro sull’inquinamento acustico n.

447/1995, è affidato il compito di valutare la correttezza formale della documentazione acustica che deve essere prodotta dai soggetti titolari di nuovi insediamenti lavorativi o residenziali (art. 8 commi 2, 3 e 4), mentre la valutazione tecnica della conformità acustica è demandata all'A.R.P.A. la documentazione acustica che deve essere prodotta è la seguente: Documentazione di Impatto Acuistico (D.I.A.) e Documentazione Previsionale di Clima Acustico (D.P.C.A.). E’ necessario anteporre ad ogni intervento di nuova pianificazione urbanistica, la realizzazione della zonizzazione acustica, ossia la suddivisione del territorio in base alla sua destinazione d'uso e al censimento e caratterizzazione delle sorgenti acustiche presenti. Come recita l’art. 6, comma 1, lettera b, della Legge Quadro,

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Pag. 33 di 96 Rev. n. 00 l’approvazione di un piano di classificazione acustica di un territorio comunale deve essere coordinata con gli strumenti urbanistici già adottati.

La Legge Quadro indica la possibilità di operare riduzioni relativamente ai limiti d'immissione per l'inquinamento acustico. Tali riduzioni, a cura delle Amministrazioni Comunali, potranno essere attuate secondo le seguenti modalità:

− con l'introduzione di valori di qualità da conseguirsi nel breve, medio e lungo periodo (art. 2 comma 1 lettera h della Legge Quadro). Tali valori costituiscono il segno del raggiungimento delle finalità della Legge;

− con l'introduzione di limiti di esposizione al rumore inferiori nel caso che il territorio presenti un rilevante interesse paesaggistico - ambientale e turistico.

Al fine di recepire quanto disposto dalla vigente normativa in materia e di affrontare i relativi problemi l’Amministrazione Provinciale ha ritenuto necessario inserire nel PTCP delle linee guida con l’intento di essere di supporto alle Amministrazioni Comunali per una pianificazione tesa al raggiungimento di una politica di gestione del proprio territorio ambientalmente sostenibile. Le Amministrazioni Comunali dovranno rivedere il Piano di Zonizzazione e dovranno il fare il successivo Piano di Risanamento. Nella nuova pianificazione, nell’ambito della V.A., dovrà essere verificata la compatibilità delle destinazioni d’uso del territorio con il livello di rumorosità presente. Il PTCP, relativamente a questa componente, ha attuato una serie di azioni, quali:

− realizzazione di barriere arboree di adeguata profondità (25m), se non sufficienti per la situazione, si dovrà posizionare barriere fonoassorbenti adeguate al raggiungimento dei limiti di legge;

− strade realizzate in trincea con barriere arboree sui lati (quando compatibile con la situazione idrogeologica);

− creazione di zone cuscinetto alle aree industriali;

− indicazione delle fasce di rispetto sulle varie categorie di strade;

− credito incentivato per la demolizione di abitazioni già costruite nelle fasce di rispetto stradale;

− valutazione ambientale, anche per l’aspetto connesso al rumore, per la verifica della compatibilità della destinazione d’uso delle aree da urbanizzare;

− realizzazione da parte dei comuni, prima di costruire il PAT, della zonizzazione acustica e del Piano di Risanamento.

Per quanto riguarda il sito in oggettoil Comune di Vittorio Veneto (TV) ha provveduto con delibera del C.C. n° 108 del 19/12/2003 alla classificazione acustica del territorio comunale, ai sensi del DPCM 01/03/1991, della D.G.R. n° 413 del 21/09/1993 e della L.R.

n° 21 del 10/05/1999.

In particolare, la zona in cui è inserito la discarica della ditta MARVIT S.r.l. è stata classificata come area di classe V con valore limite di emissione del rumore (livello equivalente) pari a 70 dB(A) diurni (6.00-22.00). La zona risulta circondata da zone ugualmente classificate in classe V o che hanno limiti analoghi alla classe V (fasce di transizione). Date le modalità di conferimento in discarica dei limi e fanghi da taglio e molatura marmo e degli sfridi e ritagli di marmo (C.E.R. 01 04 13) che avvengono solo nella fascia temporale diurna (06-22), mediante mezzi meccanici, si ritiene che esse

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Pag. 34 di 96 Rev. n. 00 producano un inquinamento acustico tale da non superare i valori limite previsti dalla normativa vigente. La realizzazione di una barriera arborea posta lungo il lato Ovest e sul fronte della strada Cal Larga, contribuisce al rispetto dei limiti di legge.

Punto 3.13.5 EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE

L’esposizione delle persone alle emissioni elettromagnetiche, negli ultimi anni, è aumentata per la diffusione di apparecchi e/o infrastrutture che producono campi elettrici e magnetici.

Il PTCP intende fornire indicazioni ai Comuni su come affrontare questo problema in quanto agendo con regole chiare in fase di programmazione e pianificazione di tali infrastrutture, trasparenti e omogenee sul territorio provinciale è possibile ridurre l’impatto ambientale e l’esposizione della popolazione presente nelle vicinanze di tali opere. Per affrontare questi problemi nel 2001 è entrata in vigore la “legge quadro sulla protezione delle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”, legge del 22 febbraio 2001 n. 36, che stabilisce una regolamentazione unica sui campi elettromagnetici con frequenze comprese tra 0 Hz e 300 GHz.

Tra le maggiori sorgenti di campi elettromagnetici nell’ambiente troviamo gli elettrodotti e le cabine di trasformazione che generano campi a “bassa frequenza” (50Hz), mentre per l’alta frequenza le sorgenti sono per lo più antenne per tele radiocomunicazioni ed in particolar modo le Stazioni Radio Base.

Nel sito in oggetto non sono presenti tali sorgenti di campi elettromagnetici, né altre sorgenti significative.

Punto 3.13.6 INQUINAMENTO LUMINOSO

L’inquinamento luminoso può essere definito come l’alterazione della quantità naturale di luce presente nell’ambiente notturno provocata dall’immissione di luce artificiale. Si può anche dire che l’inquinamento luminoso è una sorta di disturbo della percezione visiva dovuto alla dispersione di parte del flusso luminoso, emesso da una sorgente artificiale, il quale non raggiunge (o oltrepassa) l’area da illuminare assegnata al sistema (funzionalità).

In mancanza di una norma nazionale alcune Regioni hanno approvato leggi regionali contro l’inquinamento luminoso, prima tra tutte il Veneto, con la L. R. n. 22 del 27/06/1997, la quale definisce, agli effetti della stessa disposizione di legge, inquinamento luminoso “ogni forma di irradiazione di luce artificiale rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste”.

Il Piano Regionale per la Prevenzione dell’Inquinamento Luminoso (PRPIL) indica:

a) le norme tecniche per la progettazione, l'esecuzione e la gestione degli impianti di illuminazione esterna;

b) le tipologie degli impianti di illuminazione esterna disciplinati dalla presente legge, compresi quelli a scopo pubblicitario, da assoggettare ad autorizzazione da parte dell'amministrazione comunale e le relative procedure;

c) i criteri per l'individuazione delle zone di protezione degli osservatori astronomici, nel rispetto delle misure minime i cui all'articolo 9 della L.R. n. 22/97;

d) le misure di protezione da applicare nelle zone di cui alla lettera c), nel rispetto delle misure minime di cui all'articolo 9 della L.R. n. 22/97;

Riferimenti

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