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https://archive.org/details/b30389379
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1 Uno de’ fondatori della nostra Reale Accademia j l’insigne Professore Cigna, incaricato dell’insegna-
I mento deH’anatomia nella Re^ia Università, in-
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I stitui nell’Ospedale di San Giovanni delle esperienze |
I
tendenti a riconoscere Felettricità del sangue. EgliI
servivasi a quest’uopo dell’elettrometro del celebreI
Professore di Fisica Vassalli-Eandi, col quale esplo- I rava il sangue di individui affetti principalmente da malattie acute , come pure da idropi, da paralisi, I ecc., deducendo la varia quantità di elettricità ani-j
male dal maggior o minore scostamento delle lami¬nette. Questi fatti di cui nella mia qualità allora | d’incisore anatomico io fui testimonio , mi eccita- | I rono ad intraprendere delle esperienze tendenti allo
; stesso fine , delle quali la prima fu la seguente :
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Estratta piccola quantità di sangue da persona in perfetto stato di salute, e raccoltala nel sopra¬
detto elettrometro , tosto le laminette si scostarono assai ; il cielo era sereno. Da ciò ho creduto poter asserire che Tintensità delFelettricità animale fosse identica con quella delTelettricità atmosferica. Ri¬
petei quindi gli esperimenti del Professore Cigna, dai quali mi risultò che generalmente Telettricità era maggiore nel sangue di malati affetti da malattie acute che non in quello di malati cronici.
Nacquemi poscia il sospetto che potesse essere l’elettricità animale il conduttore delle emanazioni miasmatiche comunicabili ; ed a questo fine ho in¬
trapreso le esperienze che formano il soggetto del mio Deuxième essai sur les miasmes inserito fra le memorie della Reale Accademia. Delle quali espe¬
rienze da me fatte alPOspedale di San Giovanni su malati di tifo petecchiale, farò un rapido cenno.
Disposto l’apparato docimiasmatico di mia inven¬
zione, raccolsi il sangue di questi malati nella prima vescica, di dove fattolo passare in un’altra, fu sotto¬
posto all’ azione del fluido risultante da una pila di cinquanta coppie, i cui conduttori terminavano nell’ eudiometro. Un altra quantità di sangue fatta passare da una in altra vescica fu sottoposta suc¬
cessivamente all’azione del cloro , quindi a quella del fluido di un’altra pila, i cui conduttori mette¬
vano capo parimenti in un secondo eudiometro.
L’acqua del primo eudiometro presentò alcuni fiocchetti sospesi , mentre limpida affatto rimase
—
5
—quella del secondo. Avendo voluto gustare e far gustare ad altri l’acqua del primo , poche goccie sulla lingua bastarono ad eccitarmi il vomito, e un piccolo cucchiaio tenuto in bocca qualche istante da un’altra persona, le cagionò non solo il vomito, ma il deliquio da cui rinvenne dopo alcuni mi¬
nuti. Era presente a questo sperimento il celebre Professore Giobert, il quale giudicò essere dovuti tali effetti all’acido idrocianico di cui constatò la presenza nell’acqua contenuta nell’eudiometro me¬
diante l’analisi.
Incoraggiato da simili risultati volli comporre una pila con dischi di una mammella cancerosa frapposti ai dischi metallici invece dei panni, ed applicati i conduttori alla parte anteriore ed al¬
quanto interna della mia coscia destra ve li tenni fìssi pendente mezz’ ora. Nulla provai nè in tal tempo , nè in sei mesi consecutivi , quando im¬
provvisamente mi si fecero sentire alcune trafitture in detta regione che si ripetevano spesso per due o tre mesi senza che nulla comparisse di visibile al¬
l’occhio o sensibile al tatto. Per tre anni circa non sentii più nulla, quindi ricominciarono le trafit¬
ture , le quali cessarono per ricominciare la terza volta; dopo qualche tempo si mostrò in detto sito un tumoretto distinguibile soltanto al tatto, il quale lentissimamente andò crescendo per giungere al volume di un pisello di colore tendente al livido , e si rese stazionario da cinque anni circa. Dunque l’elettricità svolta dalla pila portò su di me il prin-
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6
—cìpio canceroso ; e questo sembra dimostrato da ciò che avendo ripetutamente operato nella stessa maniera sulla medesima regione della mia coscia si¬
nistra con una pila ordinaria, nulla comparve mai da molti anni.
Antichissima è l’applicazione deU’elettrlcità colla macchina elettrica nella cura delle paralisi, come pure si impiegò con vantaggio il fluido della pila ; ma havvi qualche osservazione di paralisi incom¬
pleta trattata inutilmente colle ripetute applicazioni della macchina elettrica , e della pila ordinaria, che fu vinta impiegando una pila composta coi panni intermediarii inzuppati nella tintura di fiori d’arnica montana : che dieci galvanizzazioni di un’ora basta¬
rono a restituire i movimenti alla parte.
Una signora soffriva dolori atrocissimi all’utero , che nessun rimedio valse a mitigare ; due sole gal¬
vanizzazioni locali con una decozione satura di fo¬
glie d’atropa belladonna li calmarono come per incantesimo.
Nelle esperienze da me fatte col celebre Profes¬
sore Giulio sopra alcuni rimedii sciolti nel sugo gastrico o nella saliva, descritte ne! volume delle memorie della Reale Accademia delTanno 1798 ,
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osservai che spalmando ad esempio la regione lom¬bare e le estremità inferiori di un idropico colla manteca di squilla marina non si otteneva alcun effetto, mentrechè facendo delle frizioni sulle parli I spalmate, si accresceva la secrezione delle orine sino 1 a renderne dodici e più libbre nelle vcnliquallr’oi e
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con grande soilievo del malato. Da ciò non potreb- hesi inferire che reiettricità sviluppala colle frizioni abbia servito di conduttore del rimedio diuretico?
Convinto pertanto che reiettricità è il mezzo di cui si serve la natura per trasmettere i principii morbosi comunicabili, ma che serve ad un tempo di conduttore per portare nel corpo ammalato i ri¬
medii, ho instituite altre esperienze neU’Ospedale Cottolengo , le quali sto per riferire.
Ragguardevole essendo il numero di malati scro- O O foiosi in tenera età ed affetti specialmente da ma¬
lattie delle articolazioni , era naturale il credere aU’esistenza di qualche vizio congenito che fosse causa di tali malori ; ho perciò procurato colTin- tervento del signor Dottore Granelli, Chirurgo or¬
dinario di detto ospedale, di stabilire di qual natura potesse essere il vizio sovraccennato per poter pro¬
cedere razionalmente agli esperimenti , i cui ri¬
sultati sembrano non doversi attribuire alla sola elettricità svolta dalla pila, siccome opinano alcuni.
Sul numero di 45 scrofolosi per lue congenita 22 furono trattati colla pila composta con panni inzuppati in una soluzione di deuto-cloruro di mer¬
curio , e gli altri colTuso interno del muriato di barite pendente rinverno del 1856. Quindi alF epoca opportuna furono mandati gli uni e gli altri alle terme d’Acqui sotto la direzione del Dottore Granetti. Al loro ritorno erano pressoché scom¬
parsi affatto i varii tumori ghiandolosi e cicatrizzate le ulceri consecutive alla suppurazione delie ghian-
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—dole in coloro che furono prima sottoposti alla gal¬
vanizzazione diretta a correggere il principio vene¬
reo congenito e degenerato ; mentrechè quelli che furono prima trattati col muriato di barite peggio¬
rarono tutti a segno che parecchi dovettero cessare l’uso dei fanghi prima del tempo stabilito.
Lo stesso sperimento fu ripetuto su di 31 in¬
dividui affetti da malattie delle varie articolazioni con carie. Anche in questo caso le terme hanno operato molto vantaggiosamente su quelli che fu¬
rono prima trattati colla galvanizzazione col deuto- cloruro ; ed alcuni che erano già stati condannati air amputazione , uscirono dell’ ospedale dentro un mese perfettamente guariti. Per lo contrario di quelli che non furono assoggettati alla cura sud¬
detta, pochi poterono reggere all’uso dei fanghi, peggiorando in breve tempo le malattie locali, ed aftìevoliendosi d’assai la loro costituzione.
Queste esperienze comparative ebbero adunque tali risultati , che non ammettono opposizione di sorta ; giacché furono ripetute per quattro anni consecutivi sempre col medesimo successo.
Citerò per ultimo il caso di un giovine che, avendo contratto un ulcere venereo assai esteso al labbro inferiore ^ venne sottoposto alla galvaniz¬
zazione locale col deuto-cloruro coprendo l’ulcere con semplici filaccie asciutte. Dopo dieci galvaniz¬
zazioni di un’ora, si cicatrizzò l’ulcere, ma ne seguì una copiosa salivazione che durò molti giorni.
[lo l’onore di significare alla S. F. che Vin¬
fermo ricoK>erato al 66 delVOpera pia Cottolengo per ottalmia scrofolosa con fotofobia, ectropio ecc,
venne sottoposto alVazione del galvanismo colVin^
zupparne i panni nel liquore mercuriale del Gar- dan, e che dopo otto galvanizzazioni di due ore cadmia , sensibilmente diminuirono i sintomi, e massime Vimpressione della luce venne notabilmen¬
te, e senza dolore tollerata. Parimenti lo scrofoloso al affetto da molte ulceri, e da pedartrocace destro, sotto l’azione del galvanismo, n’ebbe già cdcune cicatrizzate ^ ed il pedartrocace scemò di tu- midezza, infiammazione, e dolore. In ambidue la sifilide congenita constitui la disposizione alla scro-
— 40 —
fola. Ragion vuole^ perciòche il deuto-cloruro in queste circostanze agisca qual rimedio specifico.
Questi due fatti comprovano Vopinione della S.
V. che gli ammalati scrofolosi stati preparati col galvanismo inzuppandone i panni nella soluzione di muriato di soda in alcuni, ed in cpiella di mu~
fiato di borita in altri, prima d'intraprendere la cura termale acquense^ non ne ritrassero beneficio di sorta, e ciò^ appunto per la detta sifilide ingenita,
a neutralizzare la quale ^ nulla valsero i muriati.
Coloro poi ne' quali il galvanismo venne ammini¬
strato con panni inzuppati nella soluzione di deuto- cloruro di mercurio^ riportarono dalle terme risul- tamenti inaspettati ^ molto favorevoli. Onde che si desume dalle sopraddette ossservazioni :
4° Che il fluido galvanico è conduttore de' mate¬
riali^ di cui si compone la pila.
2"" Che l'uso della pila ne' varii malati ricoverati nell'Opera pia Cottolengo^ è un metodo più utile di molti altri., perchè nella suddetta Opera ricettandosi ammalati, che gici dagli altri Ospedali vennero ri¬
finitati, siccome affetti da mali o contagiosi^ o cro¬
nici , e gli affetti da quest'ultimo male , pressoché lutti esausti di vitalità pel lungo soffrire , per le diverse accumidate medicine portate da varii siste¬
mi , non sono più capaci di sperimentarne cdlre.
5° Che malgradò le ripetute cure idrargirose, spesse volte vedonsi comparire qualche tempo dopo nuovi sintomi di sifilide per causa di virus stazio¬
nario. In tal caso le galvanizzazioni con panni
— il —
inzuppali nel liquor del Gardan pare ^ che abbiano virtù di scuoterne il cirus^ cosicché intrapren¬
dendo poscia , col mezzo delle frizioni, una nuova cura (jenerale si ottennero felicissimi successi.
Nelle malattie locali , che minacciano gravi disordini, o siavi una irritabilità cutanea da non permettere le frizioni, e che la mucosa (jastro-en- lerica sia affetta da floqosi, le galvanizzazioni hi tal caso raggiungono lo scopo desiderato, introdu¬
cendo in cfuel modo lo specifico nelheconomia ani¬
male a dose infinitesime,
Con tutta venerazione ed ossequio, ho Vonore di dichiararmi :
Della S. F. e Chiaf"""
Torino il aprile 1840.
Obbed““^ ed Umil“‘° Servo D. GllANETTI
Chirurgo della E. Casa , dell'Opera Fia Cottolengo , eee.
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