Terapia dell’obesità
Emergenza sanitaria e sociale
In Europa il sovrappeso e l’obesità sono responsabili
• di circa l’80% dei casi di diabete tipo 2
• del 55% dei casi di ipertensione arteriosa
• del 35% di casi di cardiopatia ischemica
E’ inoltre un fattore di rischio per le dislipidemia aterogena, steatosi epatica, sindrome delle apnee notturne e osteoartrosi.
Tutto ciò si traduce in 1 milione di morti l’anno e 12 milioni di malati all’anno.
Stile di vita inadeguato
Scorretta alimentazione e inattività fisica (bilancio energetico positivo) sono alla base dell’allarmante e continuo aumento della prevalenza di sovrappeso e di obesità, soprattutto nelle popolazioni in via di sviluppo, tanto che l’OMS ha coniato il termine «Globesity»per sottolineare l’andamento epidemico del fenomeno
Evidenza del ruolo eziopatogenetico svolto da fattori nutrizionali.
È stata ampiamente dimostrata la correlazione tra malattie cardiometaboliche (come obesità, diabete mellito tipo 2,
dislipidemia, malattie cardiovascolari) e determinate abitudini alimentari. Ad esempio, elevato consumo di alimenti ad alta densità energetica ma di basso valore nutrizionale (alimenti con grasso visibile, soft drinks con dolcificanti calorici, prodotti da forno/snacks, dolciumi ecc.)
Obesità: aspetti generali
Definizione
Malattia cronica recidivante caratterizzata da un eccessivo o anomalo accumulo di grasso
Cause
Eziopatologia complessa. E’ causata da molteplici fattori genetici, ambientali e individuali che interagiscono tra loro in modo variabile e non completamente chiarito, in grado di determinare una alterazione del bilancio energetico
- fattori genetici predisponenti - stile di vita inadeguato
Fattori ambientali e culturali, mutevoli nello spazio e nel tempo, incidono sullo stile di vita.
Terapia complessa
Percorso terapeutico personalizzato
Obesità, dal latino obesitas (grasso, grosso o paffuto)
Importanza clinica
Associata ad un elevato rischio di complicanze multiple, di disabilità e correlata a morte prematura
Flebite
Stasi venosa
Cancro
Fegato, pancreas, rene, seno, utero, prostata, colon, esofago
Pancreatite
Malattie cardiovascolari Diabete
Dislipidemia Ipertensione Stroke Cataratta
Gotta Disordini respiratori
Riduzione del volume polmonare Apnee ostruttive nel sonno
Sindrome obesità-ipoventilazione
Malattia epatica non alcolica Steatosi, steatoepatite, cirrosi
Osteoartrite
Malattie della colecisti
Colelitiasi, colecistite, polipi, tumori
Malattie ginecologiche
anomalie del ciclo mestruale ovaio policistico
infertilità.
ipertensione intracranica idiopatica
Classificazione e diagnosi
La diagnosi è clinica e si basa sulla valutazioni di parametri antropometrici: indice di massa corporea o body mass index (BMI = Kg/m2)
18-24,9 normopeso 25-29,9 sovrappeso
30-34,9 obesità di grado I 35-39,9 obesità di grado II
40-49,9 obesità di grado III (morbigena)
≥ 50 obesità di grado IV (morbigena grave)
Da associare a circonferenza addominale (indice di valutazione della distribuzione del grasso a livello viscerale (rischio elevato di sviluppare complicanze cardio-metaboliche)
misurazione a livello di cresta iliaca fianco dx con nastro metrico
Misurazione peso, altezza e determinazione del BMI al fine di identificare il grado di sovrappeso/obesità
La complessità dell’obesità impone un approccio multidisciplinare (Endocrinologo, Nutrizionista, Psicologo, Fisioterapista, Chirurgo), basato sul contemporaneo intervento su più fronti:
• biologico (nutrizionale/attività fisica, incluso il trattamento farmacologico e chirurgico quando indicati)
• psicologico e socio-culturale (educativo)
Obiettividel trattamento del paziente obeso:
• decremento ponderale (tra 5-15% del peso corporeo in 6-12 mesi o 500-1000 g a settimana)
• stabilizzazione del peso nel tempo (problematico: vincolata all’apprendimento pedagogico dell’autogestione della patologia)
• Prevenzione e trattamento di eventuali alterazioni metaboliche che accompagnano l’obesità (dislipidemia, ipertensione, alterata glicemia a digiuno, diabete tipo 2).
Gestione
Valutazione dei fattori di rischio cardiovascolare e altre condizioni mediche associate all’obesità
Esame clinico e indagini ematochimiche per identificare la presenza di ulteriori fattori di rischio cardiovascolare (sia
metabolici, sia emodinamici: ipertensione, dislipidemia e, in particolare, diabete mellito di tipo 2) o altre condizioni mediche correlate all’obesità come la sindrome delle apnee notturne o problematiche osteoarticolari
Valutazione dello stile di vita: comportamento e abitudini alimentari, storia del peso (peso alla nascita, peso abituale, numero di perdite di peso >5 Kg).
• counseling
• restrizione calorica
•attività fisica
•terapia comportamentale
2. Terapia medica
3. Terapia chirurgica Presidi terapeutici
Sospensione della terapia farmacologica se il paziente non perde peso. Dopo 3/4 mesi di trattamento se NON si raggiunge una perdita di peso del 5% nei pazienti non diabetici e una perdita di peso> 3% nei pazienti diabetici il trattamento deve essere INTERROTTO.
Applicata solo in associazione alle modificazioni dello stile di vita
Adatta per soggetti che presentano BMI>30 kg/m2 o BMI>27 kg/m2 con comorbidità
BMI >40 kg/m2 o BMI>35 kg/m2 che presenta almeno una comorbidità Età compresa tra 18-60 anni. Sono previste deroghe in casi particolari
Dimostrato fallimento di precedenti tentativi di perdere peso e/o di mantenere la perdita di peso con interventi dietetici
Piena disponibilità ad un prolungato follow-up post-operatorio
1. Modifica stile di vita
Primo livello di intervento
European practical and patient centered guidelines for adult obesity management in primary care, Obesity Facts 2019
• Spiegare al paziente l’importanza del calo ponderale, non solo ai fini estetici, ma soprattutto per la diminuzione dei fattori di rischio (colloquio motivazionale).
• Indicare non il calo ponderale come obiettivo, ma piuttosto l’idea di stile di vita sano (attività fisica e modificazioni del comportamento alimentare)
• Enfatizzare l’utilità di un calo ponderale anche modesto (--> aspettative del pz)
La perdita stabile del 10% del peso corporeo iniziale, ottenuta con perdita prevalente di tessuto adiposo, è adeguata a correggere la componente morbigena (alterazioni metaboliche) dovuta alla eccessiva adiposità
• Spiegare cosa è una dieta bilanciata (educazione alimentare)
• Sottolineare l’importanza dell’esercizio fisico (per calo ponderale e mantenimento)
Counseling
Ogni intervento dietetico, non dovrebbe mai tralasciare una componente di semplice ma completa informazione ed educazione alimentare.
Modifica stile di vita
• Costituisce sempre il primo approccio.
• Impiegare preferibilmente regimi dietetici con introito calorico 800 kcal/die ( 3347.2 kjoule), in media:
• 1500-2000 kcal nei maschi;
• 1300-1500 kcal nelle femmine.
Restrizione calorica
Maschi
66,473 + (13,7516 x peso) + (5,0033 x altezza) - (6,755 x età) Femmine
655,095 + (9,563 x peso)+ (1,8496 x altezza) - (4,6756 x età)
Equazione di Harris-Benedict
Resting Energy Expenditure (REE)
LARN: livelli di assunzione giornalieri raccomandabili di energia e di nutrienti
Fabbisogno energetico (kcal/die)
Proteine (g/die)
Lipidi (g/die)
Carboidrati (g/die) Maschi
(18-29 anni) 2543 65 72 421
Femmine
(18-29 anni) 2043 51 57 332
◼ Non provocare alterazioni nei rapporti fra i vari nutrienti.
◼ Assicurare introito di sali minerali e vitamine secondo i fabbisogni giornalieri per età e sesso.
◼ Escludere l’uso di alcolici.
◼ Ridurre gli alimenti ad elevato tenore di grassi e prediligere quelli ad elevato contenuto in fibre.
◼ Prediligere uso di carboidrati complessi e ridurre uso di glucidi semplici.
carboidrati lipidi
saturi
monoinsaturi poliinsaturi proteine
50-55%
25-30%
7-10%
10%
10%
10-15%
nutrienti contenuto in %
Dieta
Carboidrati
I carboidrati dovrebbero rappresentare il 50 - 55% dell’energia totale della dieta, preferendo il consumo di alimenti
ricchi in fibra o contenenti amidi a lento assorbimento (cereali integrali, frutta e verdura) , mentre deve essere contenuta la quota di energia derivante da zuccheri semplici (max 10%).
Rispetto ai cereali raffinati, quelli integrali sono da preferire in particolare nelle persone con intolleranza ai carboidrati (prediabete) o con diabete conclamato.
L’indice glicemico
di un alimento indica la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all’assunzione di unquantitativo dell’alimento contenente 50 g di carboidrati. La velocità si esprime in percentuale, prendendo il glucosio come riferimento (100%). Questo dato è influenzato in primo luogo dalla qualità dei carboidrati (quanto più sono semplici, tanto più l’indice glicemico aumenta), dalla presenza di fibre, dalla cottura, e dalle interazioni con grassi e proteine dell’alimento.
Il carico glicemico
tiene conto anche della quantità di carboidrati presenti nell’alimento e si calcola in base alla formula:Indice glicemico x g carboidrati/100
Stabilisce l’impatto sulla glicemia della quantità di alimento assunto sulla base dell’indice glicemico e della quantità di carboidrati introdotti con l’alimento
L’indice glicemico deve essere preso in considerazione nella scelta degli alimenti da introdurre nella dieta quotidiana, in particolare per persone con diabete o intolleranza glucidica/insulino-resistenza
Macronutrienti
Standard Italiani per la Cura dell’Obesità SIO-ADI
Proteine
Nei pazienti senza evidenza di nefropatia le proteine dovrebbero fornire il 15% dell’energia totale giornaliera.
L’apporto proteico giornaliero raccomandato dovrebbe essere di 0,8 – 1,2 gr/kg peso corporeo desiderabile (per peso desiderabile si intende un peso corrispondente ad un BMI di 22,5 kg/m2).
Le proteine devono essere di buon valore biologico e provenire da fonti proteiche sia animali che vegetali.
La perdita di peso è il primo parametro che incide sulle alterazioni metaboliche associate all’obesità, indipendentemente dalla fonte e dall’apporto proteico.
Standard Italiani per la Cura dell’Obesità SIO-ADI
Macronutrienti
Un contenuto in proteine più elevato nelle diete ipocaloriche determina benefici modesti in termini di riduzione di peso, massa grassa e trigliceridemia e di conservazione di massa magra e dispendio energetico a riposo.
qualità proteica e potenziale plastico
degli amminoacidi contenuti negli alimenti
equilibrio tra aminoacidi assorbiti e amminoacidi ritenuti
Grassi
Una dieta equilibrata dovrebbe contenere una quota lipidica non superiore al 30% dell’introito calorico giornaliero con un apporto ottimale pari al 10% in MUFA, 10% PUFA, 10% acidi grassi saturi
L’introduzione di almeno 2 porzioni alla settimana di pesce deve essere raccomandata,
poiché fornisce acidi grassi n-3 polinsaturi con effetti benefici sulla prevenzione del rischio cardiovascolare.
L’apporto giornaliero di colesterolo non deve superare i 300 mg
L’uso di acidi grassi trans, presenti soprattutto nei prodotti industriali contenenti grassi idrogenati, deve essere
drasticamente ridotto perché associato ad aumento del peso corporeo e della circonferenza vita (obesità addominale) in studi di popolazione. Si raccomanda di non superare i 2,5 gr die di acidi grassi trans perché in relazione ad un aumento del rischio cardiovascolare.
Fibre
Le fibre alimentari esercitano effetti di tipo funzionale e metabolico. Oltre che all’aumento del senso di sazietà e al miglioramento della funzionalità intestinale, l’introduzione di fibra con gli alimenti riduce il rischio di diabete, malattie cardiovascolari e di alcuni tumori del tratto gastrointestinale. Si considera ottimale un’introduzione di almeno 30 g/die.
Alcol
L’alcol, per le sue caratteristiche metaboliche, poiché fornisce energia di pronta
disponibilità in assenza di una quota significativa di macronutrienti, va sconsigliato nella fase di dimagramento.
Standard Italiani per la Cura dell’Obesità SIO-ADI
Macronutrienti
• Management dello stress
• Strategie di tipo cognitivo-comportamentale
• Gruppi di supporto
• Terapia della famiglia
Terapia comportamentale
(recupero benessere psicofisico e riduzione rischio di ricadute)
Psicologo
Comportamenti virtuosi da suggerire fin da subito:
Autocontrollo mediante diario giornaliero dell’introito calorico e della attività fisica
Controllo delle porzioni (ad es. piatto più piccolo, non guardare TV mentre si mangia, ecc.)
Controllo dello stimolo (ad es. limitando l’assunzione di cibo a precisi tempi e luoghi)
• Aumenta il dispendio energetico e il metabolismo basale e minimizza la perdita di massa magra in regime dietetico
• Diminuisce i fattori di rischio per malattia cardiovascolare, migliora la sensibilità insulinica
• Potenzia l’efficacia ed ottimizza l’impiego di farmaci necessari per le eventuali comorbidità
• Produce benefici effetti psicologici
• E’ il più importante fattore predittivo di recidiva
• In soggetti giovani può costituire l’unica linea di trattamento
Attività fisica
Favorire la ripresa di un’attività fisica compatibile con le condizioni cliniche del paziente
Aerobico
Movimenti ritmici, ripetuti e continui degli stessi grandi gruppi muscolari per almeno 10 min (es. camminare, andare in bicicletta, jogging, nuoto, acquagym).
Può incrementare la fitness cardiorespiratoria se effettuata con sufficiente intensità e frequenza. Si definisce di intensità moderata per VO2 max 40-60% (50-70% della Fc max)
e vigorosa se VO2 max >60% (> 70% Fc max) Resistenza
Attività che utilizzano la forza muscolare per muovere un peso o fanno effettuare un lavoro contro
resistenza. Esempi sono dati dagli esercizi con pesi o con l’uso di macchine specifiche. Se effettuata con regolarità ed intensità da moderata a elevata, incrementa la fitness muscolare, cioè la quantità di forza che il muscolo può esercitare e la resistenza, intesa come la capacità del muscolo di continuare a lavorare
senza affaticamento.
La resistenza è definita di elevata intensità se è > 75% della ripetizione massima (1 RM), cioè del massimo peso che può essere sollevato in 1 ripetizione. E’ considerata moderata se la resistenza è compresa tra il 50 e il 74% di 1 RM
Flessibilità
il livello o grado di mobilità delle articolazioni.
Gli esercizi che mantengono o migliorano la flessibilità sono principalmente quelli di stretching.
Tipo di attività fisica
Approvati da FDA,
autorizzazione rifiutata da EMA
Orlistat
Meccanismo d’azione:
inibizione reversibile della lipasi gastrica e intestinale:
Riduzione del 30% dell’assorbimento di trigliceridi introdotti con la dieta Malassorbimento delle vitamine liposolubili, steatorrea, incontinenza fecale
Liraglutine
Analogo del GLP-1
La dose iniziale di liraglutide è di 0,6 mg al giorno.
Successivamente la dose deve essere aumentata fino a 3 mg al giorno con incrementi di 0,6 mg a intervalli di una settimana.
Meccanismo:
aumenta la sensazione di sazietà (ritardo dello svuotamento gastrico e effetto ipotalamico)
↓ i segnali che stimolano l’appetito interagendo con neuroni POMC nel nucleo arcuato
Controindicazioni: gravidanza e allattamento al seno, epatopatie, nefropatie, cardiopatie gravi
Nucleo arcuato dell’ipotalamo
POMC = pro-opiomelanocortina MOP-R = recettori degli oppiacei α-MSH = alfa-melanocita
(MC4-R) = recettore melanocortinico-4
Combinazione farmaceutica (NB890) a rilascio prolungato Ogni compressa contiene 8 mg di naltrexone 90 mg di bupropione
Effetti indesiderati
Nausea, costipazione, mal di testa, vomito, vertigini, insonnia
Un inibitore della ricaptazione della dopamina e (+ debole) della noradrenalina
La necessità di continuare il trattamento deve essere valutata dopo 16 settimanee rivalutata annualmente.
Terapia delle dislipidemie
Dislipidemia e rischio cardiovascolare
Gordon T et al. Am J Med. 1977;62:707-714
Ris chio di CHD
LDL-C (mg/dL) 0.0
1.0 2.0 3.0
100 160 220 85 65 45 25
The Framingham Heart Study
Progetto SCORE (Systematic Coronary Risk Estimation) = valutazione complessiva del rischio cardiovascolare
Documentata patologia cardiovascolare aterosclerotica
Diabete mellito con documentato danno d’organo (microalbuminuria, retinopatia o neuropatia) Malattia renale cronica grave (eGFR < 30 mL/min/1.73 m2)
SCORE ≥ 10% (rischio a 10 anni di evento cardiovascolare maggiore)
Fattori di rischio: sesso, età, abitudine al fumo, ipertensione (>140/90 mmHg o in trattamento), colesterolemia totale e HDL-C (<40 mg/dL), anamnesi familiare positiva per malattia cardiovascolare precoce, ecc.
Singolo fattore di rischio molto elevato (TC > 310 mg/dL; LDL-C >190 mg/dl ecc.) Pazienti con ipercolesterolemia familiare
Diabete mellito da oltre 10 anni o un addizionale fattore di rischio Malattia renale cronica moderata (eGFR 30-59 mL/min/1.73 m2)
SCORE ≥ 5% e ≤ 10% (rischio a 10 anni di evento cardiovascolare maggiore)
Diabete tipo 1 e tipo 2 da meno di 10 anni in giovani pazienti (35aa DMT1 e 50 DMT2) SCORE ≥ 1% e ≤ 5% (rischio a 10 anni di evento cardiovascolare maggiore)
SCORE < 1%
2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk
Obiettivi del trattamento per il colesterolo LDL nelle diverse categorie di rischio per CVD
2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk
formula di Friedewald: Colesterolo LDL = colesterolo totale - [colesterolo HDL + (trigliceridemia/5)]
attendibile soltanto se la concentrazione plasmatica di trigliceridi è inferiore a 300 mg/dl.
Cambiamenti dello stile di vita con effetto terapeutico
2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk
•
Perdita di peso: HDL-C 1 mg/dL per ogni 3 kg.
•
Cessazione del fumo:
−livelli HDL-C in fumatori 7–20% più bassi che in non fumatori.
−livelli HDL-C ritornano nella norma entro 30–60 gg. dalla cessazione del fumo.
•
Esercizio fisico: esercizio aerobico livelli HDL-C in maniera dose- dipendente.
•
Grassi totali: diete a basso contenuto di grassi HDL-C in tutti i pazienti.
•
Restrizione calorica: acutamente HDL-C.
•
Alcool (20-30 g): ↑ HDL-C
Modifica stile di vita: efficacia su HDL-C
➢
Statine
inibisce la sintesi epatica di colesterolo - Idrossimetilglutaril (HMG)-CoA reduttasi – (tappa limitante sisntesi epatica colesterolo)➢
Ezetimibe
➢
Acido bempedoico
inibisce la sintesi epatica di colesterolo - ATP Citrato Liasi (ACL) - a monte del bersaglio delle statine➢
Resine acidi biliari
➢
Fibrati
➢
Inibitori della proteina PCSK9 (
Proprotein Convertase Subtilisin/Kexin type 9)
➢
Oli di pesce
Farmaci ipolipemizzanti
Inibitori CETP (Proteina di trasferimento degli esteri del colesterolo): non è stata ancora richiesta l’approvazione delle agenzie regolatorie
Niacina: non approvata in Europa
Visita 1
Statina (o ac.
bempedoico o ezetimibe se
statina non tollerata) Iniziare terapia per ridurre LDL-C
Visita 2
aumentare dose di statina
(dose più alta raccomandata
o tollerata) Se goal LDL-C non raggiunto, intensificare terapia
Visite f-u
Monitorare risposta e aderenza alla terapia
Visita 3
Se goal LDL-C non raggiunto, aggiungere altri farmaci
(ezetimibe, PCSK9 in.) o visita special.
se goal raggiunto, trattare altri fattori di rischio
Trattamento dell’ipercolesterolemia (alto LDL-C)
6 sett
6 sett
4–6
mesi
2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk
In pz. con TG elevati (iperlipemia mista) nonostante il trattamento con statina, aggiungere oli di pesce (n-3 PUFAs o fibrato)
2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk Es: Atorvastatina (40-80 mg); rosuvastatina (20-40 mg)
Es: Lovastatina (40 mg); Pitavastatina (2-4 mg)
Obiettivo per pz.
con rischio alto:
ad es, Punt SCORE ≥ 5% e ≤ 10%
La Rosa JC et al. JAMA. 1999;282:2340-2346 Crouse JR III et al. Arch Intern Med. 1997; 157:1305-1310 Pedersen TR et al. Am J Cardiol. 1998;81:333-335
Endpoints +20 0 –5 –10–15–20–25–30–35
Riduzione rischio relativo (%)
–40–45–50
Eventi coronarici maggiori Morti coronariche
Morti cardiovascolari
Eventi non cardiovascolari
Mortalità totale Ictus
Claudicatio intermittens Angina
Statine: riduzione rischio CV
2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk
Visita 1
Stile di vita + statina Iniziare terapia per ridurre TG e/o
aumentare HDL-C
Visita 2
aggiungere oli di pesce (n-
3 PUFAs) o fibrato Se goal TG e/o HDL-C
non raggiunto, intensificare terapia
Visite f-u Visita 3
Se goal TG e/o HDL-C non raggiunto, continuare o visita spec.
se goal raggiunto, trattare altri fattori di rischio
Trattamento dell’ipertrigliceridemia e basso HDL-C
(dislipidemia aterogena tipicamente associata agli stati di insulino-resistenza)
6 sett
6 sett
4–6
mesi Monitorare
risposta e aderenza alla terapia
Lifestyle modification provides the first option to improve atherogenic dyslipidaemia. Weight loss is, in most cases, the most
effective measure since it is associated with very pronounced effects on plasma TG and HDL levels, together with a modest decrease in TC and LDL-C levels.
More potent statins
(atorvastatin and rosuvastatin) reduce TG levels by 10 - 20%
Effetto trascurabile su HDL
M
>40 mg/dL F
>50 mg/dL
<150 mg/dL
Target HDL-C Target TG
uptake recettore LDL- mediato di LDL e VLDL (fegato)
VLDL (sieriche) LDL-C (sieriche) sintesi
colesterolo
sintesi recettore LDL (B-E) colesterolo
intracellulare
Apo B Apo E
Apo B
Circolazione sistemica Epatocita
sintesi epatica del colesterolo
colesterolo intracellulare
sintesi recettore LDL
uptake colesterolo non-HDL dal circolo sistemico
LDL
IDL remnants (sieriche)
VLDLR
VLDL
Statine: meccanismo d’azione
HMG-CoA reduttasi Ac. bempedoico
ACL
_ _
Statine: controindicazioni ed eventi avversi
Controindicazioni
◼ Ipersensibilita' alla statina o ad uno qualsiasi degli eccipienti
◼ Epatopatia in fase attiva o innalzamenti persistenti delle transaminasi sieriche senza causa evidente.
◼ Gravidanza e allattamento.
◼ Somministrazione concomitante di farmaci substrato del CYP3A4 (antiinfettivi, calcioantagonisti, ciclosporina, gemfibrozil ecc.)
Effetti collaterali Comuni
◼ Cefalea
◼ Mialgie
◼ Astenia
◼ Intolleranza GI
◼ Sintomi simil-influenzali Rari
A. Aumento degli enzimi epatici (ALT)
◼ 0.5-2.5% dei pazienti dose-dipendente (problemi epatici gravi molto rari)
◼ Riduzione dose o interruzione statina fino a normalizzazione livelli B. Miopatia (monitorare livelli CPK)
◼ 0.2-0.4% dei pazienti; rabdomiolisi rara con rischio maggiore per alte dosi e in insufficienza renale. Il rischio aumenta se associata a gemfibrozil (da evitare) ma non in combinazione con altri fibrati (es., fenofibrato o bezafibrato)
◼ Riduzione del rischio: cautela in pazienti con insufficienza renale, soprattutto in combinazione con fibrati, impiego della dose più bassa efficace evitando interazioni farmacologiche, attento monitoraggio dei sintomi
◼ Interruzione statina
2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk
Ezetimibe: meccanismo d’azione
Colesterolo
NPC1L1
enterocita lume
intestinale
Altmann SW et al. Science. 2004;303:1201-1204
Ezetimibe
Colesterolo
circolazione sistemica
uptake recettore LDL- mediato di LDL e VLDL
VLDL (sieriche) LDL-C (sieriche)
IDL remnants (sieriche)
Bays HE et al. Clin Ther. 2001;23:1209-1230
Ezetimibe: efficacia su LDL-C
3% increase in HDL-C, 8% reduction in TGs, and a 13% reduction in TC
Ballantyne CM et al. Circulation. 2003;107:2409-2415
Ezetimibe + atorva: efficacia su LDL-C
Ezetimibe + Resine(colesevelam, colestipol, or cholestyramine): quando aggiunta a sequestrante degli acidi biliari aumenta del 10-20% la riduzione di LDL-C rispetto al trattamento singolo con resina
2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk
Controindicazioni
•
Ipersensibilità ad ezetimibe (rash, etc.)
•
Aumento non spiegato moderato o severo degli enzimi epatici (patologia epatica attiva)
•
Non studi adeguati su donne in gravidanza
Eventi avversi
•
Comuni: dolore addominale, diarrea, astenia
•
Rari: nausea, artralgie, elevazione transaminasi e enzimi muscolari, reazioni allergiche
•
Molto rari: rabdomiolisi, colelitiasi e colecistite, pancreatite, trombocitopenia
Ezetimibe: controindicazioni ed eventi avversi
2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk
Effetto netto: LDL-C (- 18% - 25% al massimo dosaggio)
colecisti
recettori LDL
rimozione VLDL e LDL
colesterolo 7- idrossilasi
conversione colesterolo in acidi biliari
secrezione acidi biliari
fegato
escrezione acidi biliari
ileo terminale
Circolo entero-epatico acidi biliari
riassorbimento acidi bilairi
Resine: meccanismo d’azione
2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk 2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk
Prodotti disponibili
◼
Colestiramina, 4–16 g/die
◼
Colestipol, 5–20 g/die
◼
Colesevelam, 625 mg cp, 6–7 cp/die (3,8 – 4,5 g) Efficacia (max dosaggio)
◼
↓ LDL-C 18-25%; possible ↑ TG; ↔ HDL
◼
Eventi avversi
◼
Intolleranza GI: costipazione, meteorismo, dolore addominale, flatulenza
◼
Tossicità sistemica assente
Interazioni farmacologiche (colestiramina e colestipol)
◼
Lega altri farmaci e impedisce l’assornimento di farmaci e/o vitamine liposolubili
◼
Assumere 4 ore prima o 1 ora dopo altri farmaci
Resine: caratteristiche cliniche
2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk
Rosenson RS et al. J Am Coll Cardiol. 2018; 72:314-329
Inibitori PCSK9: meccanismo d’azione
Alirocumab and Evolocumab Ab monoclonali anti-PCSK9
Effetto sui lipidi:
• ↓ LDL-C dose-dipendente (in media 60% )
• + efficace di Ezetimibe in combinazione con statine
• ↓ TG del 26% (da confermare)
• ↑ HDL (9%) e ApoA-1 (4%)
• ↓ Lp(a) 30 - 40%
Proprotein Convertase Subtilisin/Kexin type 9
Fibrati: meccanismo d’azione
PPAR-
Apo-A1
Apo-A2 SR-B1 LPL
ABCA-1
HDL-C
TG fibrati
Peroxisome Proliferator-activated receptor α
1) ↑ lipasi lipoproteica con formazione di acidi grassi (β-ossidazione o trasporto a tessuto adiposo)
2) ↑ proteine regolatorie e componenti delle HDL che favoriscono
efflusso e trasporto inverso del colesterolo
2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk
Preparati
◼ Bezafibrato: 400-600 mg
◼ Fenofibrato: 145-200 mg
◼ Gemfibrozil: 900-1200 mg
Efficacia su lipidi (fenofibrato > gemfibrozil)
◼ TG 30-50%
◼ LDL-C ; o =; o (nel caso di TG molto elevati)
◼ HDL-C 5-20% in ipertrigliceridemia
Controindicazioni
◼ Disfunzione epatica
◼ Disfunzione renale
◼ Pre-esistente malattia della colecisti
Eventi avversi
◼ Disturbi GI
◼ Colelitiasi
◼ Miositi (minore con fenofibrato che con gemfibrozil)
Fibrati: caratteristiche cliniche
Effetto su CVD :
the overall efficacy of fibrates on CVD outcomes is much less robust than that of statins
Cell membrane
Oli di pesce: meccanismo d’azione
Acidi grassi n-3 (o omega-3) = acido eicosapentanoico (EPA) e docosaesaenoico (DHA)
Effetto dose-dipendente Acidi grassi n-3: 2-4 g/die
Peroxisome Proliferator-activated Receptorsα and γ
Calder PC, J Nutr. 2012;142:592S-599S.
Pesci azzurri di grande e piccola taglia (aringhe, acciughe, sardine, merluzzo, salmone, tonno, ricciola ecc.) sono tra i pesci più ricchi di omega-3
Harris WS et al. J Cardiovasc Risk. 1997;4:385-391 Pownall HJ et al. Atherosclerosis. 1999;143:285-297
Oli di pesce: efficacia su lipidi
Department of Translational and Precision Medicine
Progetto SAPiS
Terapia dell’obesità
Quale tra i seguenti NON rientra tra gli obiettivi del trattamento di un paziente obeso?
A. Avviare l'apprendimento di tecniche per modificare lo stile di vita
B. Indicare il calo ponderale come obiettivo da raggiungere il più velocemente possibile C. Identificare e iniziare a modificare gli obiettivi irrealistici di perdita di peso del paziente D. Prevenire e trattare le complicanze dell'obesità (fisiche e psicologiche) e le disabilità
eventualmente presenti
E. Educare il paziente all’autogestione della patologia per la stabilizzazione del peso nel
tempo
Department of Translational and Precision Medicine
Progetto SAPiS
Valutazione del rischio cardiovascolare e target terapeutici
Stima del rischio vascolare e target terapeutici. Quale delle seguenti affermazioni è corretta?
A. Il punteggio SCORE consente di assegnare una categoria di rischio CV, definito come il rischio di eventi CV fatali entro 5 anni
B. Le carte EUROPEE - progetto SCORE consentono di stimare il rischio totale CV per soggetti in apparente stato di salute, sulla base di noti fattori di rischio (sesso, età, ipertensione, familiarità, fumo, ecc.)
C. I soggetti con malattia CV nota o con diabete e associato danno d’organo sono considerati a rischio alto senza la necessità di utilizzare la carta SCORE
D. Ad ogni categoria di rischio sono associati obiettivi terapeutici specifici in termini di livelli desiderati di LDL diversi tra uomo e donna
E. La formula di Friedewald: Col. LDL = Col. totale - [Col. HDL + (TG/5)] è attendibile solo
nei soggetti <65 anni
Department of Translational and Precision Medicine
Progetto SAPiS
Terapia delle dislipidemie
Riguardo ai farmaci ipolipemizzanti, quali delle seguenti affermazioni NON è corretta:
A. Secondo le ultime linee guida ESC/EAS, le statine rappresentano il trattamento farmacologico di base per tutte le dislipidemie
B. Le statine ad elevata potenza (atorvastatina e rosuvastatina) riducono il livello di TG del 10 - 20%
C. L’associazione statina + ezetimibe è utile per aumentare i livelli di colesterolo HDL nei pazienti con dislipidemia aterogena
D. In pazienti con TG elevati nonostante terapia con statina (dislipidemia mista), aggiungere oli di pesce o fibrato
E. La modifica dello stile di vita è la prima opzione per migliorare la dislipidemia aterogena
Department of Translational and Precision Medicine
Progetto SAPiS
Terapia dell’obesità e delle dislipidemie
Take-home messages
L’obesità è una malattia cronica recidivante caratterizzata da un eccessivo o anomalo accumulo di grasso. Gli aspetti quantitativi e, soprattutto, quelli qualitativi del tessuto adiposo (ad es., distribuzione) sono correlati al rischio cardiometabolico
Approccio primario: modificare lo stile di vita (dieta, attività fisica strutturata). La terapia medica è indicata solo per pazienti con BMI >30 o BMI >27 + 1 comorbidità;
quella chirurgica è indicata solo per pazienti con BMI >40 o BMI>35 + 1 comorbidità
Le carte Europee del rischio del progetto SCORE consentono di valutare il rischio di eventi CV fatali a 10 anni. Ad ogni categoria di rischio (molto alto, alto, moderato e basso) è associato un obiettivo terapeutico specifico in termini di livelli desiderati di LDL Anche in caso di ricorso alla t. farmacologica, nella gestione del paziente dislipidemico i cambiamenti dello stile di vita devono essere sempre suggeriti: cessazione del fumo, perdita di peso, ↓ grassi totali, attività fisica. Le statine sono il farmaco di prima scelta
Ezetimibe, inibitori della proteina PCSK9, o resine possono essere usate in aggiunta alla statina per raggiungere il target terapeutico di LDL. Ac. bempedoico in alternativa a statina. In pz. con TG elevati (iperlipemia mista) nonostante t. con statina, aggiungere oli di pesce o fibrato