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IL PERIODICO D ARTE. IL Periodico d Arte. Numero 4. Gennaio Marzo TRIMESTRALE ANNO 2021

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GRANDI MAESTRI

2020: Annus Horribilis

Il 2020 sarà per sempre ricordato come l’anno del Covid-19 che ha decimato la popolazione globale. In questo scenario artisti di tutto il mondo sono morti entrando così a far parte di quel Pantheon di immortali che mai sarà obliato.

Il Moderatismo Social-liberale (saggio socio-economico- politico) è una raccolta di considerazioni analitiche da parte di un moderno intellettuale italiano (critico d’arte, giornalista e gallerista) che vede tramontare i vecchi valori in virtù di una trasformazione epocale. Il saggio vede come un Art Manager in questo Paese debba fare i conti con una società che a partire dal Covid- 19 ha accelerato un processo di deterioramento culturale.

Pagina 4

IL PERIODICO D’ARTE

Questa Testata giornalistica è regolarmente registrata presso il Tribunale di Torino. Numero di Registro Stampa: n°63/2019

Direttore Responsabile e Giornalista: Dott. Andrea Domenico Taricco Redazione: Via Genova 23 – 10126 Torino

Tel. 349 4412278

Email: [email protected] Facebook: Il Periodico d’Arte

Sito: https://ilperiodicod-arte.webnode.it

Gennaio – Marzo

TRIMESTRALE ANNO 2021

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Rinascenza Contemporanea II

USA (Arkansas)

Cystal Bridges Museum of American Art

Nato dall’idea dell’architetto israeliano-canadese Moshe Sadfie e dalla collaborazione con la britannica Buro Happold il Crystal Bridges Museum nasce nel 2011 a Bentonville (Arkansas).

La sua fondatrice Alice Walton ha guidato le operazioni di costruzione in cui si snoda un complesso di oltre ventimila metri quadrati tra gallerie, biblioteche e giardini scultorei.

Il design interamente in vetro è avveniristico tra spazi al chiuso ed ampi slanci verso l’esterno: fattori che hanno coinvolto lo storico d’arte John Wilmerding per dirigere la programmazione del museo.

Sappiamo che il Museo è entrato in relazione ad altri musei partecipando all’esposizione di capolavori provenienti da collezioni prodigiose sino alle scelte attuali che proprio nel 2020 hanno spinto l’aspetto organizzativo ad aprire una struttura satellite denominata The Momentary (Il Momentaneo) fondata sulle arti visive, alimentari e dello spettacolo determinando in questo modo un interscambio con gli spettatori.

Dall’altra parte invece ospita una collezione permanente con al centro opere dell’arte americana dal periodo coloniale all’attuale in cui possono esporre solo ed esclusivamente cittadini degli Stati Uniti d’America anche se hanno soggiornato in Europa.

SILENT

REVOLUTIONS:

ITALIAN DRAWINGS FROM THE TWENTIETH CENTUR

Edouard Kopp ed Irina Zucca Alessandrelli curano la mostra iniziata già a novembre sino all’11 aprile 2021 al Menil Drawing Institute di Houston in cui sarà ravvisabile una sorta di commistione tra Stati Uniti ed Italia.

Più di 68 disegni della Collezione RAMO tra cui opere di de Chirico, Afro, Lucio Fontana, Alighiero Boetti solo per fare qualche esempio che mostrano il ruolo fondamentale del disegno nel XX secolo: da questo punto di vista si affiancheranno i movimenti che hanno caratterizzato l’arte italiana pensando al Futurismo, all’Arte Povera, alla Metafisica spaziando così dalla Storia al Mito attraverso la soggettività sino ai presupposti Spazialisti ed Astratti.

E’ la prima volta che un’istituzione americana accoglie una collezione italiana espressa fondamentalmente dalla presenza esclusiva di disegni ed è per questa ragione che ha accolto la presenza di Armando Varricchio, Ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti.

André DERAIN

Sperimentatore Controcorrente

Andrè Derain è una delle figure più importanti della storia dell’arte internazionale del XX secolo che insieme a Pablo Picasso e Henri Matisse hanno trasformato il concetto di arte tradizionale in quello che conosciamo oggi.

Ha ereditato l’esperienza Impressionista per aprire la stagione dei Fauver con Matisse ed iniziatore del cubismo accanto a Picasso e Braque sino al Ritorno al Classico.

Sappiamo che nel periodo in cui visse con Braque ebbe una spinta primitivista sino poi al successo che gli giunse tra gli anni Venti e Trenta.

Museo d’Arte Mendrisio Fino al 31 gennaio 2021

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Rinascenza Contemporanea II

ALDOUS Huxley: Il Mondo Nuovo

Nel 1932 Aldous Huxley concepì questo romanzo di fantascienza senza precedenti: al centro delle sue visioni il controllo mentale attraverso l’ausilio di droghe per la creazione di una società perfetta ridefinita secondo concezioni eugenetiche.

Siamo esattamente nel 2540, nell’anno Ford 632 dopo una guerra devastante iniziata negli anni Quaranta dopo la quale gli stati riuniti progettano una realtà in serie in cui il modello T si sostituisce alla cristianità rifiutando la conoscenza del vecchio e della storia.

Produzione extrauterina che definirà soggetti alfa destinati cioè al comando, i beta sulla burocrazia e le tre caste inferiori come i gamma, delta ed epsilon per i lavori inferiori.

Da qui si entra nella descrizione di una zona pre-moderna meno civilizzata corrispondente al Messico in cui il protagonista John dovrà fare i conti con il suo condizionamento:

entrerà in disaccordo con le abitudini e la politica del mondo civilizzato sino alla scoperta della sessualità attraverso l’interesse per Lenina.

Questi conflitti determineranno dapprima una sorta di autoisolamento: diviene così un modello per gli stessi media che combatte che oramai lo considerano un selvaggio.

Ragioni che lo spingeranno infine a togliersi la vita. Per una società il cui motto è Comunità, Identità, Stabilità John rappresenta l’antieroe perfetto in cui identificarsi.

Per un mondo di umani realizzati in laboratorio e divisi in caste schiavizzate dalla droga chiamata soma e dalla propaganda di regime che impone slogan come Ognuno appartiene a tutti gli altri è facile comprendere che il rapporto al passato nazista e ad un futuro distopico hanno sicuramente inciso sull’autore britannico figlio di uno scrittore e nipote di un biologo darwinista: tra le altre cose insegnante ad Eton di un futuro mostro sacro come George Orwell.

Ad un certo punto della sua vita divenne indù e conobbe Krishnamurti dandosi al vegetarianismo ed alla meditazione sino ad una probabile amicizia con Aleister Crowley che lo avrebbe iniziato alla mescalina.

Nel ’55 morì la sua prima moglie e l’anno seguente sposò la torinese Laura Archera e giunse a scrivere romanzi come Le porte della percezione e L’Isola.

Da qui fondò lo Human Potential Movement per ricercare le potenzialità mistiche dell’essere umano altrimenti sacrificato alla schiavitù della logica.

Malato di tumore, incapace di parlare sul letto di morte scrisse su un biglietto alla moglie di farsi iniettare una dose di LSD e mentre ascoltava la lettura del Libro Tibetano dei Morti si spense la mattina del 22 novembre 1963.

Sarà considerato il genio per eccellenza della fantascienza universale: si pensi che Igor Stravinskij gli dedicò la sua ultima composizione per orchestra.

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Rinascenza Contemporanea II

La fine del Mito: il CINEMA

tra sequel, remake, spin-off e reboot

DUNE: (2020)

Reeboot di fantascienza

E’ uscito il 18 dicembre 2021 negli Stati Uniti il reboot della celebre pellicola adattata al romanzo di Frank Herbert.

L’idea di un remake è partito nel 2008 poi nel 2016 la Legendary Pictures ne ha acquisito i diritti dando a Denis Villeneuve la regia del film realizzato nel 1884 da David Lynch: il film originale doveva essere realizzato negli anni ’70 da Alejandro Jodorowsky Sempre Villeneuve ha realizzato Arrival e Blade Runner 2049.

Il Cinema è il macro-contenitore capace di creare, ripetere e riproporre all’infinito lo stesso prodotto. Facciamo un esempio partedo delle opportune differenze: il sequel è la continuazione di un film, il remake realizza nuovamente un film del passato sino allo spin-off che ripropone soggetti di un’altra opera magari basandosi su un personaggio marginale sino a reboot che prende spunto da una pellicola del passato ma la cambia del tutto. Questo sacrifica certamente l’originalità. Il 2021 sarà considerato l’anno dei grossi sequel all’americana soprattutto stravolti dall’emergenza Coronavirus: dal 19 marzo Tomb Raider 2 con il ritorno di Lara Croft per arrivare il 5 maggio a Ghostbuster: Legacy ovvero il trequel degli altri due nel 1984 e nel 1989. Ma ancora le sorprese non sono finite: un formidabile Keanu Reeves in Matrix 4 dopo circa 18 anni di assenza, John Wick 4 sempre a maggio fino a Suicide Squad scritto e diretto da James Gunn autore già dei due precedenti Guardiani della Galassia. Jurassic World Dominion sesto episodio della saga iniziata nel 1993.

Giungiamo così ad ottobre con The Batman in cui Robert Pattison tornerà a vestirsi da pipistrello nei suoi primi anni sino a Spider-Man 3 ed al terzo capitolo della saga: Animali Fantastici prevista per il 12 novembre.

Sempre a novembre Mission Impossible 7 in cui Tom Cruise torna in Italia a girare la parte della spia ed il 17 dicembre l’attesissimo Avatar 2 in cui James Cameron torna a circa un decennio dal lontano 2009.

Come è facile intuire sembra che l’originalità sia stata momentaneamente messa da parte: i film che un tempo venivano proposti per la propria originalità di unicità ora sono a puntate (vedi il modello Star Wars, Indiana Jones, X-Men e compagnia bella) quasi come se fosse impossibile chiudere per sempre una storia. In questo modo decadono i miti dell’unicità e ci si concentra con successi al botteghino che per avere la sicurezza dei risultati ripropongono la stessa storia per un numero esorbitante di puntate che trasformeranno il Cinema in una mega produzione di Soap Opere filmiche con mastodontici effetti speciali e con un pubblico assicurato: su questa linea torniamo per un attimo alla fantascienza pensando a Star Wars che da saga cinematografica è stato assorbito dalla televisione ed inversamente a Star Trek che da televisivo a realizzato poi saghe cinematografiche.

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Rinascenza Contemporanea II

Il Moderatismo

Social-Liberale

(saggio socio-economico-politico)

L’ultima mia fatica. Ricordo di essere rimasto a Torino in piena estate solo cinque volte in quarantacinque anni: la prima nel 1993 a causa di un trasloco, la seconda nel 1998 durante il servizio civile in cui facevo da spola tra la città ed il mare.

Nel 2002 dopo la morte di mia nonna avvenuta il 31 luglio (fu catastrofico) ed ancora nell’anno della mia laurea nel 2007 (avvenuta tardi perché lavoravo e studiavo) ci costrinse a rinviare di gran lunga la partenza ed infine quest’anno a causa della lunga convalescenza post- operatoria dal tumore concomitante al recupero lavorativo dovuto al Covid-19.

Queste cinque estati torinesi racchiuse nel palmo di una mano contro una quarantina in giro per l’Italia e l’Europa: ebbene in questo periodo compreso tra il confinamento ed il lavoro estivo ho trascorso il mio tempo a scrivere, pensare, creare. Ed ecco il risultato: cinque libri che spaziano dalla filosofia dell’arte alla saggistica socio-economico-politica, dalla saga medievale al romanzo storico sino al poema fantascientifico.

Il Moderatismo social liberale (saggio socio-economico-politico) costituisce una raccolta di concezioni ideologiche nate dall’osservazione di questo Bel Paese di cui faccio parte come cittadino fieramente orgoglioso che valuta i possibili scenari in previsione di una imminente catastrofe finanziaria sia dal punto di vista economico che politico che investirà non solo l’Italia ma il mondo intero.

L’effetto valanga stravolgerà gli scenari tradizionali perché la quarta rivoluzione industriale attraverso il passaggio di mano alla seconda guerra fredda in corso proietterà la macro-economia a costituire un’oligarchia mondialista che attraverso un team tecno-sanitario utilizzerà il Covid-19 come strumento di Ristrutturazione Globale.

Una serie di lockdown progressivi indeboliranno gli anelli deboli della catena economica: le task force al servizio delle grandi élite determinerà una caduta del PIL del 20%. I ceti medi compresi quelli professionali ed artigianali verranno azzerati dai grandi sistemi finanziari internazionali in cui i titoli andranno nelle mani di un sistema bancario centralizzato e nel quale la Cina avrà il monopolio.

Il vecchio mondo che vedeva la produzione cinese da una parte e dall’altra il debito americano finanziato con la plusvalenza cinese sino al controllo degli Usa definirà nuovi orizzonti senza precedenti.

Il tempo di questa trasformazione è oramai giunto e l’Italia nel contesto europeo è condannata ad essere svenduta o trattata come una sorta di campo profughi internazionale. E’ necessaria l’unione europea o sarebbe il caso di ridisegnare questo tipo di alleanza? L’amministrazione interna poi che sia di destra o sinistra è capace di far fronte a queste spinte esterne o si limita a seguitarne il copione?

Il testo analizza la Generazione Z depositaria delle illusioni precedenti: a questo segue la trappola tecnologica che non consente la relazione inter-umana riducendo il soggetto a funzione dell’algoritmo che va per la maggiore attraverso l’aumento progressivo dei likes.

Se le cose dovessero continuare in questo modo entro un decennio perderemmo letteralmente quello che i nostri nonni difesero con le loro vite: è necessario che il popolo comprenda costituzionalmente di essere padrone e depositario di questa terra che chiamiamo Italia e come Popolo sovrano dobbiamo riprendere per mano le diverse fazioni politiche e trasformarle in qualcosa di rappresentativo in cui il popolo possa democraticamente tornare ad essere attivo nella vita politica per far fronte al cambiamento.

L’emergenza pandemica deve essere affrontata apertamente senza cadere necessariamente nell’indifferenza dei propri alloggi all’ombra di slogan che dicono Andrà tutto bene tantomeno in forme stupide di complottismo che nega addirittura l’esistenza stessa del virus modificato in laboratorio proprio con l’intenzione di avviare questo periodo di trasformazione globale.

La soluzione sta nel mezzo: il moderatismo social-liberale prende spunto da forze politiche pre-unitarie di uomini che avevano in mente il sogno di un’Italia Unita, forte e decisa indipendentemente dalla fazione o provenienza concettuale: da una parte la concezione socialista dove stabilire regole uguali per i diversi e la spinta liberale deve innescare in questi il desiderio di superarsi e migliorarsi attraverso la competizione e la collaborazione.

Non credo che le figure attualmente al potere rispecchino queste caratteristiche: forse è bene prendere coscienza della reale situazione e scendere in campo con la convinzione che l’unione fa la forza per il bene individuale e di tutti.

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Rinascenza Contemporanea II

La VETRINA

Raffaella Artemisia Volpiano Aggressive. Fluid Oil painting

La Vetrina è la nuova rubrica del 2021 in cui Il Periodico d’Arte seleziona un’opera e la pubblica in questa pagina collocandola a sua volta nella galleria virtuale. Si intitola AGGRESSIVE fluid oil painting un 70x50 e l’artista è Raffaella Artemisia Volpiano docente di Arte Visiva piemontese che fonde i due aspetti portanti della condizione umana: la ratio e dall’altra la dimensione più libera e creatrice. Da questo connubio sorgono creature al limite della seduzione che purificano proprio la logica dalle costrizioni di sorta. Liberando proprio la femminilità dalle catene sociali la Volpiano torna alla natura riportando in superficie il senso del peccato originale da cui si diramano tutte le pulsioni costringendo l’essere a riequilibrarsi con le passioni che le moralizzazioni epocali avevano incatenato alle apparenze.

Ecco svelato l’arcano. Solo adesso è possibile ammirare le gambe accavallate di questa figura femminile che nella sua posa mostra sicuramente l’aspetto provocatorio che attrae nell’immediato l’immagine ma in un altro senso possiamo leggere questo movimento come il raggiungimento di uno status sociale mentre lo sfondo oscuro risucchia l’immagine sino ad inghiottirla riportandola dal mondo di provenienza.

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Rinascenza Contemporanea II L’intervista

Giusy Mellà: Verso la libertà.

L’arte salva la vita (2017)

Partiamo dal titolo del suo testo autobiografico “ Verso al libertà. L’arte salva la vita” da cui l’artista mediterranea trapiantata oramai da tempo nel contesto piemontese ci descrive il suo senso esistenziale: ci confida infatti che sin dall’età di dodici anni ha sentito la vocazione per l’arte che l’ha spinta a frequentare successivamente l’Accademia delle Belle Arti.

Ma la caratteristica è che la sua profondità d’animo proiettandola nelle regioni inesplorate dell’inconscio dove ha trovato lo spirito. Laggiù ha visto cose a noi ignote.

E’ stata infatti ispirata da forze energetiche stravolgenti verso la consapevolezza dell’essere sapendo di operare nel bene verso la luce ed il successo. Così è andata.

La meditazione è il fulcro della sua ricerca interiore in cui comprende il valore del distacco, del silenzio e della contemplazione. Caratteri che fanno sicuramente parte della sua pittura fatta di gesto, di colore condensato in slanci gestuali molto significativi. A volte è come se qualcuno la prendesse per mano e le indicasse il percorso da svolgere:

sovrasta in lei un animismo che la proietta in forma benefica nel modo stesso di affrontare la vita.

C’è in lei un senso di bellezza e rispetto, di serenità e profondità capaci di dilatare il tempo stravolgendolo nel suo divenire sino a svuotarlo delle certezze precedenti.

In questa luce mi ha descritto le sue esperienze professionali ricordando una mostra organizzata all’Hotel Carlton di Cannes realizzata anni fa dal ritorno dai Caraibi e dell’incontro con un noto chef di Zurigo che la invitò a sue spese ad esporre nella rinomata città svizzera: “Voleva questi quadri…” dice l’artista dall’altra parte della cornetta: “…li aveva amati dalla prima volta che li vide e desiderava portarli nel suo contesto e venderli. Cosa che fece annunciandomi che avrei stravolto ulteriormente con la mia pittura!”

In tutti questi anni la Mellà ha dato tantissimo con collezioni rivoluzionarie pensando a quella intitolata Cielo fino a lavori di ricerca profonda come Terra passando anche per vie controverse come Nero in trasformazione, Punto d’incontro ed altre ancora.

In tutti questi lavori creativi si percepisce il suo stato meditativo grazie al quale è capace oramai di raggiungere il vuoto mentale ed aprirsi ad ascoltare cosa assai ardua per un’epoca materiale come questa.

Le sue opere credo hanno proprio questa facoltà intermedia, al limite del subliminale in cui incuriosiscono l’osservatore per poi imbrigliarlo in tutta una catena di percezioni dilatate che hanno l’obiettivo di scuoterlo con dolcezza e di risvegliarlo dal sonno della ragione in cui è sprofondato.

Ha conosciuto il prof. Sgarbi che subito è entrato in sintonia con lei sino a portarla in relazione ad un altro intellettuale poi scomparso del calibro di Maurizio Sciaccaluga.

Il suo è un temperamento forte, deciso, positivo: caratteristiche che hanno determinato il suo essere da quando era piccola.

“Nessuno può modificare l’eterno presente” mi dice con voce ferma a telefono mentre la intervisto per l’articolo. Siamo in zona rossa, chiusi nelle nostre rispettive case nella seconda settimana di novembre mentre il mondo è sconvolto dalla Pandemia.

Eppure lei non si scoraggia esprimendomi il suo disappunto per un’epoca travagliata come la nostra in cui i pochi hanno la meglio sulle masse e la cattiva amministrazione sta abbattendo definitivamente ciò che restava del nostro amato Paese. Ma alla fine, prima di chiudere la conversazione trova il coraggio di ripetermi:

“ Dobbiamo solo tenere a mente che abbiamo un percorso da svolgere…” e con voce sorridente conclude: “…e che alla fine la luce vince sulle tenebre”

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Rinascenza Contemporanea II

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Rinascenza Contemporanea II

Anna Actis Caporale Mostra d’Inverno

11 gennaio – 11 marzo 2021

Il ciclo delle quattro Trasmutatrici viene aperto dalla figura di Anna Actis Caporale pittrice e fotografa piemontese oramai dedita all’arte da diverso tempo: da una parte il padre Aldo noto artista canavese Sergio suo fratello sperimentatore hanno inciso in lei un desiderio di ricerca che fino a qualche tempo fa esorcizzava attraverso il viaggio. Poi d’un tratto le cose sono cambiate: a causa di un incidente domestico dovuto alla puntura di una rosa si sono accavallate delle complicazioni di salute che hanno via via radicalizzato la vita dell’artista.

Ma lei non si è scoraggiata, anzi: il fatto di non poter più viaggiare fisicamente ha definito in lei quel coraggio tipico degli esploratori indomiti spingendola a tirar fuori proprio quelle fotografie che faceva nel corso dei suoi innumerevoli viaggi per il mondo e li ha così convertiti in pittura.

La mostra d’Inverno armonizzata dalle note di Vivaldi racconta proprio di questo viaggio oltre i confini delle nazioni dall’Asia alle Americhe sino all’Africa portando con sé colori, le atmosfere e le dimensioni di mondi assolutamente lontani ed affascinanti.

Soggiace un senso di contemplazione atto a ridefinire quanto è stato trasmesso dall’artista mediante uno spontaneismo tattile in cui i colori sembrano amalgamarsi sino a perdere il senso della profondità, del volume o della tridimensionalità:

questo smascheramento della forma la mette a nudo restituendoci l’essenza stessa delle cose. In questo modo la descrizione del contingente diviene più efficace spingendo l’osservatore a soffermarsi sui dettagli al limite del vero per la forza evocativa dei colori capaci addirittura di cogliere i suoni, i moti e le voci delle figure che popolano i suoi quadri.

Un viaggio nel viaggio dunque ottenuto attraverso il sapiente uso della tecnica messa a disposizione di uno stile maturato nel tempo: la pittrice traduce così i modelli pittorici del precedente Gruppo degli OTTO che fondavano il loro ragionamento sull’Onirismo espressivo ossia sull’elaborazione concettuale a metà strada tra la realtà ed fantastico per approdare all’Istintivismo puro. In questo flusso la creazione tende alla Smaterializzazione assoluta varcando confini che non danno più spazio alla materia per quanto questa rappresenti solo lo stadio iniziale.

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Rinascenza Contemporanea II

LOOK OVER Oltre lo sguardo

LOOK OVER

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Rinascenza Contemporanea II

1921

Un secolo fa

L’alambicco dell’alchimista

Circa un secolo fa nel pieno del triennio fascista a Palazzo Pesaro di Milano inaugurava Arte contemporanea italiana in cui esponevano artisti del calibro di Leonardo Bistolfi, Felice Casorati, Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville fino a de Carolis.

Nel frattempo Filippo Tommaso Marinetti pubblicava il Manifesto del Tattilismo mentre a Roma al Palazzo delle Esposizioni si inaugura la “ Prima Biennale Romana del cinquantenario della Capitale” con un omaggio a Rembrandt Bugatti mentre la Galleria d’Arte Moderna di Milano si trasferiva nella grande Villa Reale. Nel frattempo i Dadaisti di Parigi entravano in contrasto con i futuristi disturbando le presentazioni di Filippo Tommaso Marinetti.

Mentre a Madrid nasceva la rivista ULTRA, organo dell’Ultrismo ed a Berlino Raoul Houssmann, Lazslo Moholy- Nagy, Ivan Puni e Jean Arp pubblicavano il Manifesto dei Costruttivisti. Sempre in Germania si inaugurava La Giovane Italia la mostra di VALORI PLASTICI curata da Mario Broglio in cui esposero Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Arturo Martini, Giorgio Morandi aprendo le porte alla Nuova Oggettività.

Infine in Russia Konstantin Medunecky, Georgji Stemberg e Vladimir Stenberg aprono al Costruttivismo mentre New York vedeva la grande mostra post- impressionista tra cui Matisse e Derain.

Un secolo fa le ricerche artistiche, culturali e ideologiche hanno stravolto il mondo: guerre e catastrofi hanno trasformato il modo di considerare la Realtà.

La Tragedia

del Teatro Italiano

Quello che sta accadendo in Italia e nel mondo a causa del Covi d-19 è sicuramente il risultato della globalizzazione: a prescindere dalle cause che hanno scatenato questa piaga pandemica è certo che sta sconvolgendo l’economia e le usanze della civiltà precedente.

Chi ne paga in maggior misura lo scotto è sicuramente il mondo dello spettacolo: teatri, sale cinematografiche e musei in generale tentano la via dell’adattamento ma è una situazione disastrosa.

Pensiamo ad esempio al Teatro alla Scala che ha congelato gli spettacoli sino a marzo 2021. A prescindere dal coraggioso tentativo della Settantasettesima Mostra

Internazionale d’Arte

Cinematografica tenuta a settembre a Venezia in cui tra mascherine e termo-scanner è stato possibile proseguire la tradizione spettacolare sino allo sperimentale 38° Torino Film Festival. In ogni caso le programmazioni cinematografiche hanno registrato un calo rispetto all’anno precedente del 70% con persone che lavorano in questo settore seriamente in difficoltà.

Bisognerebbe creare un richiamo all’ordine soprattutto creando un ponte tra gli organizzatori di spettacoli, fiere e di concerti con il Ministero dei Beni delle attività culturali e del turismo tentando regole e dinamiche per non sacrificare un settore già in difficoltà.

A questo possiamo aggiungere il tentativo di cantanti del calibro di Manuel Agnelli che su invito del violinista Rodrigo D’Erasmo hanno messo su una squadra di artisti in relazione alle forze politiche tentando la via collaborativa per far accettare emendamenti necessari allo scenario

artistico.

Come ha sottolineato il cantante proprio la mancanza di unione in questo settore ha fatto nascere nel pubblico la convinzione che i lavoratori dello spettacolo non fossero dei professionisti e qui consideriamo figure come fonici, assistenti, tecnici delle luci etc.

Un settore come quello artistico già in crisi ha ricevuto il colpo di grazia!

Dobbiamo comprendere che dalla musica al teatro al cinema il mondo dello spettacolo in generale deve trovare una propria collocazione nello scenario culturale del nostro Paese.

Come è comparso da diverse ricerche la cultura è oramai in una fase di decadenza totale:

pensiamo alla scuola che dallo smart working e dalle lezioni a distanza perderà progressivamente quel senso aggregativo capace di trasmettere regole etiche e comportamentali.

Mentre il mondo del cinema e quello della musica sono in parte riusciti a far fronte al Covid-19 il Teatro è quello che forse ha pagato di più lo scotto: l’80%

degli italiani tra il 2016 ed il 2017 non è mai entrato in un teatro.

Allora vengono alla mente le parole di un noto critico teatrale Silvio D’Amico che nel 1928 scrisse: “…crisi di che natura?

D’ordine economico? O è com’è dunque organizzato questo Teatro moderno se per vivere non gli basta un sì largo concorso di pubblico ma ha bisogno d’esaurire letteralmente i biglietti tutte le sere?..” ed ancora: “…ora se il Teatro italiano vuol salvarsi bisogna che si metta al passo con gli altri…”Una crisi di tipo generazionale ed identitaria che investe tutto ciò che ha a che vedere con la cultura.

Più di ottantacinque anni fa il noto critico aveva fatto queste considerazioni. Il covid-19 è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso già traballante: consapevoli del fatto che la Cultura in Italia sia penalizzata ci associamo a coloro che la vedono Essenziale.

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Rinascenza Contemporanea II

700

Nel mezzo del cammin della nostra vita/

mi ritrovai per una selva oscura

Gustave Dorè.

Illustrazione I Canto dell’Inferno di Dante

Proprio ad Ottobre nella fase dei Decreti del Governo poco prima che iniziasse la Seconda ondata pandemica che nella suddivisione in zone rosse, arancioni e gialle chiudessero diverse attività il Ministro per i Beni le attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini ha annunciato presso il Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio di Firenze: “…la legge che ha istituito i tre grandi centenari di Leonardo nel 2019, di Raffaello nel 2020 e di Dante nel 2021 è stata fatta diversi anni favorendo di preparare per tempo le celebrazioni…”E’ stato istituito un Comitato organizzativo presieduto da Carlo Ossola che ha selezionato un centinaio di iniziative tra una rosa di oltre quattrocento progetti. Ovviamente si tratta di iniziative locali che interesseranno maestrane di tutto il mondo e come ha ribadito lo stesso Ministro: “…sarà l’occasione per celebrare il padre della nostra lingua in modo permanente ricordandone la grandezza letteraria e rendere viva l’identità nazionale dell’Italia a cui il Poeta ha dato un contributo essenziale…”. Soprattutto in un momento come questo in cui servono valori comuni per un senso di appartenenza all’unità nazionale la cultura è fondamentale!

Settecento anni dalla morte di DANTE

Firenze è pronta per le celebrazioni dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri: il Sommo Poeta sarà celebrato attraverso una sequenza di iniziative che partiranno dal Museo della Lingua Italiana istituito a Santa Maria Novella da cui poi l’Accademia della Crusca organizzerà un evento espositivo proprio nel Chiostro di Santa Maria Novella.

Le sorprese ovviamente non finiranno qui.

Saranno coinvolti gli Uffizi con l’esposizione di un’opera monografica di oltre quindici metri realizzata da Giuseppe Penone che toccherà i versi danteschi intorno ad un albero per arrivare ad una scultura sempre di Penone esposta in piazza della Signoria intitolata Identità.

Inoltre gli Uffizi in relazione al Museo Galileo imboccherà la via di un evento intitolato Dall’Inferno all’Empireo- Il mondo di Dante tra Scienza e Poesia.

Non mancheranno concerti diretti dal direttore Riccardo Muti oltre che alla lettura integrale del testo presso il Teatro Goldoni.

Non dimentichiamo presso l’Opera di Santa Croce in cui il prof. Alessandro Barbero presenterà Dante sino alla mostra multimediale Dante Poeta Eterno sviluppato sulle incisioni di Gustave Dorè. Queste sono solo alcune delle iniziative in programma nel capoluogo fiorentino che in questo modo tenterà di esorcizzare le problematiche contemporanee del Covid-19 attraverso la celebrazione dell genio indiscusso della Poesia Globale.

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Rinascenza Contemporanea II

I Grandi Maestri 2020: l’annus horribilis

L’anno bisestile appena trascorso non sarà sicuramente dimenticato. Sarà ricordato come l’anno della Pandemia che ha seminato molte vittime: i dati certificano circa un milione e mezzo ma non è ancora finita.

Apprendiamo anche che nel nostro Paese circolasse almeno dal mese di settembre del 2019 ed in tutto questo tempo sono stati contagiati anche personaggi famosi di cui la maggioranza è stata in grado di fronteggiare la malattia altri invece ci hanno lasciati: attori, cantanti, musicisti, poeti, registi di fama nazionale ed internazionale sono morti lasciando in eredità la loro arte, il loro modo unico e riconoscibile di vedere il mondo. Persino atleti del calibro di Diego Armando Maradona che hanno trasformato lo sport in Arte se ne sono andati (in questo caso per ragioni diverse dal Covid-19). Il bollettino spietato di una guerra invisibile che non farà dimenticare l’anno ‘20. Con loro abbiamo sognato, abbiamo pianto, ci siamo immedesimati in altre realtà sino a dimenticarci almeno per un attimo delle storture di questo mondo. Poi all’improvviso abbiamo appreso da notiziari, da telegiornali o dagli scoop che girano sui social network che erano trapassati:

quanti di noi si sono domandati se era una notizia falsa? Ogni volta sembrava impossibile. Questi artisti, questi Maestri del secolo scorso che erano entrati a far parte delle nostre vite facendoci sentire membri di una comunità globale improvvisamente se ne sono andati. Ci hanno lasciati qui, soli in questa landa di lacrime:

prima uno poi l’altro. Uno sterminio di grandi artisti, celebri e meno celebri che sono entrati a far parte della Storia delle Arti in cui il valore delle loro azioni, delle loro scelte estetiche e del loro gusto individuale ha guidato i suoi figli. Questo olocausto di grandi e piccoli spero sia giunto alla fine e che il mondo risorga!

La genealogia di un semidio

Sin da quando ero ragazzino ho sempre nutrito una certa fascinazione per Superman, l'eroe sovrumano proveniente da Xripton: lui che sulla Terra viaggiava più veloce della luce, che gareggiava con i treni in corsa o che salvava chiunque fosse in pericolo. Meglio conosciuto come Clark Kent era stato messo in salvo dal suo pianeta oramai al collasso ed era approdato al nostro ancora in fasce. Colpisce l'assonanza al semidio che cade dal cielo e che viene adottato dai mortali che ne nascondono al mondo la sua vera identità: ed il personaggio giusto e misterioso si cela nel mondo giornalistico innamorandosi di una splendida collega che lo ignora fingendo sempre di non capire e di non essere capito. KALHEL quando avvengono disastri cerca una cabina telefonica in cui avviene la metamorfosi dal sempliciotto quattrocchi sfigato dall'eroe ultramondo dalla parte dei giusti.

Nel film di Quentin Tarantino "Kill Bill" c'è proprio un elogio di Bill al supereroe rispetto agli altri eroi senza doti innate: dal ricco Batman che da piccolo ha perso i genitori a Spiderman che è stato punto da un ragno ad Hulk soggetto a trasformazioni determinate da un incidente in laboratorio.

Superman è Superman. Può volare, piegare il metallo, lanciare laser dagli occhi e nessuno sulla terra può sottometterlo: la criptonite rappresenta l'unico ostacolo. Solo il minerale proveniente dal suo pianeta lo indebolisce. Eppure il cinema lo ridimensiona in uno scontro contro Batman: l'uomo pipistrello lo vince e dalle sequenze successive il semidio muore apparentemente per proteggerci per poi risorgere letteralmente e diventare membro della Justice League capeggiata proprio da Batman con l'intervento di Flash e Wonder Woman. Il potente Superman è un essere sovrumano a metà strada tra l'alieno incompreso ed un Messia moderno che aiuta il suo prossimo facendo miracoli: se tornasse oggi il figlio di Dio diventerebbe una Star di Hollywood o farebbe la fine che ha fatto più di duemila anni fa?

Paragone folle credo che non vuole diventare blasfemo. Assolutamente no: qui si ragiona!

Mettiamola così: Superman ha scelto il cinema od il cinema ha scelto Superman. In qualunque caso la macchina dei sogni ha consentito all'eroe degli eroi di solcare i cieli della Terra portando una ventata di grandezza, di positività e misericordia. Grazie Superman per tenerci in considerazione nonostante i nostri difetti. Siamo infatti l'unica specie nell'universo che distrugge se stessa e questo alieno fenomenale ha deciso di proteggerci da noi stessi quasi come se si trattasse di un intervento divino. Divino si fa per dire, ovviamente perché di mezzo c'è Hollywood in cui tutto è possibile.

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Rinascenza Contemporanea II

Massimo Recalcati Per Lacan

Neoilluminismo, neoesistenzialismo, neostrutturalismo

Presentiamo il testo dello psicoanalista Massimo Recalcati pubblicato nel 2005 in cui sin dalle prime pagine dichiara la sua personale affezione allo psicoanalista francese facente parte della corrente filosofico-antropologica strutturalista e post-strutturalista compresa tra gli anni ’50 e ’80.

L’elemento di massima rilevanza consisteva proprio nel rapporto tra inconscio e godimento ovvero tra il primo inteso come un linguaggio che non agisce e che per mezzo dell’io cosciente si muove il godimento ovvero la pulsione: secondo queste direttive il trauma non è affatto il sesso come nell’accezione freudiana ma il linguaggio proprio per il fatto che l’inconscio sia un linguaggio decodificato che va analizzato secondo tre accezioni di cui nella prima l’inconscio è chiuso e ricerca nella parola per passare alle leggi del linguaggio sino alla pulsione di morte.

Ciò che colpisce Recalcati è il soggetto diviso domandandosi fino a che punto potesse spingersi al desiderio d’essere ed alla pulsione di morte.

Su queste connotazioni inizia il viaggio attraverso tre matrici essenziali di cui il prefisso NEO indica un presupposto di teorizzazione per l’approfondimento degli Ismi necessari alla comprensione.

Partiamo così dalla relazione di Lacan con la stagione dei lumi in cui rivisitando il criticismo kantiano stravolge la concezione del soggetto partendo dai gradi di responsabilità sostenendo ciò che era pre-freudiano ovvero intriso di responsabilità della ragion critica che attraverso Freud e poi Lacan sposta il pendolo da questa zone al desiderio inconscio.

La sezione neoesistenzialista mette al centro le visioni di Heidegger, Sartre in cui la contingenza dell’esistenza allontanatasi dal senso dell’universale perde qualsiasi fondamento:

ispirandosi al lavoro di Jaspers sposta la questione della psicosi su una linea che congela il causalismo deterministico in cui il discorso del soggetto diviene discorso dell’altro. Infine la linea neostrutturalista in cui si associano i criteri del soggetto e del godimento portando ad estreme conseguenze l’attraversamento critico dell’esistenzialismo filosofico per mezzo del quale è centrale il Soggetto o meglio la struttura necessaria per la contingenza del soggetto stesso.

Da questa opposizione tra singolare ed universale ne deriva un soggetto libero di essere attraverso la struttura dell’Altro.

Nuove frontiere della mente

Il cervello è una macchina incredibilmente vasta che ha da sempre affascinato la scienza e che da poco è stata approfondita con metodologie di ricerca avanzate: il cervello infatti costituisce per gli scienziati un evento senza eguali dato che è costituito da più di 100 miliardi di neuroni e 100 trilioni di connessioni sinaptiche interdipendenti.

Se pensiamo ai metodi neuro-scientifici della Brain Imaging ad esempio scopriamo una sorta di rivoluzione perché consentono di penetrare gli stati d’animo, le emozioni o cosa proviamo: strumenti di indagine che consentiranno di penetrare ulteriormente i misteri della nostra coscienza sino alla sede dell’anima in cui è possibile strutturane la relazione al mondo esterno, all’ambiente sino ai principi di neurogenesi ovvero alla formazione di nuove connessioni sinaptiche.

In altre parole l’habitat influisce sulla realtà interiore non solo in termini psichici ma profondamente biologici se consideriamo che l’utilizzo di questo motore lo alimenta così come le dinamiche ansiogene lo stressano sino a pratiche di reciprocità emozionale:

un ambiente sano, costruttivo e favorevole stimola componenti e risorse altrimenti trascurate come è vero il suo contrario.

Da questi presupposti vengono stravolte le convinzioni precedenti che credevano nel fatto che il cervello fosse un meccanismo statico, immutabile e che i neuroni giunti ad un certo punto della loro crescita non potessero modificarsi.

Lo sviluppo è perpetuo, costante e con formulazione simbiotica di adattamento al luogo esterno e di psico- influenza. Ma la cosa più sorprendente è la sede delle emozioni: sappiamo che i ricordi più spaventosi vengono immagazzinati nell’ipotalamo ovvero in una regione antica del cervello che equivalgono a quelle iniziali della nostra evoluzione. La paura è uno stimolo fondamentale per la sopravvivenza e ne ha consentito l’evoluzione: l’adattamento a situazioni scomode e di inferiorità hanno dovuto per via maggiore determinare delle scelte drastiche, delle selezioni necessarie, delle valutazioni coordinate e trattenute in nuclei di memoria nelle zone cerebrali superiori: la teoria che sosteneva il rapporto della memoria ad un contesto partendo dall’ippocampo per essere trasferita alla corteccia.

Da qui l’importanza di zone così antiche del cervello per comprendere la reazione all’ansia ed alle paure della contemporaneità: i neuroni ipotalamici se stimolati producono ossitocina fondante per il controllo emozionale. E’ possibile interagire con queste cellule mediante l’ausilio di proteine. L’arte può farlo ad esempio attraverso stimoli naturali a prescindere da interazioni puramente artificiose.

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Rinascenza Contemporanea II

Banksy: l’artista contestatore

L’opera della bambina con il palloncino in mano ha fatto il giro del mondo con a fianco la scritta (c’è sempre speranza): un murales realizzato nel 2002 da Banksy sulla facciata di un negozio londinese. Sappiamo che il lavoro a stencil è stato staccato dal muro nel 2014 e che nel 2018 è stato venduto all’Asta per un valore di circa 1.180.000 euro. Ma la cosa sconvolgente è che subito dopo l’acquisto l’opera è scivolata in basso passando attraverso la cornice trita-documenti che l’ha ridotta in una miriade di striscioline segno di un’ulteriore polemica al sistema consumistico da una parte pur facendone parte ed al complesso sistema –arte dall’altra dal quale evidente mente si sente estraneo.

Il noto writer inglese è ancora sconosciuto: nessuno sa chi sia realmente.

Classe 1974 è nato a Bristol e l’ausilio della sua satira attraverso la street art tocca dinamiche culturali politiche ed etiche senza mai tirarsi indietro.

Tutto questo non avviene solamente sul piano narrativo quanto sulla scelta estetica di introdurre sempre elementi dissonanti capaci di aumentare lo sgomento ed il dissociazionismo ricettivo.

Forse il segreto del suo successo consiste proprio in questa ambiguità sostanziale dei sui messaggi, del suo anonimato, del suo modo di concepire il linguaggio mettendo a nudo i criteri che regolano il mondo ordinario dell’arte.

In definitiva è proprio questa carica polemica, anarchica, contestatoria all’arte che dà sostegno alla sua indiscussa abilità tecnica: l’ironia dissacrante, il sarcasmo crudo e polemico fanno di lui un imprevedibile detrattore della mercificazione dell’arte e la colpisce dall’interno dimostrando al mondo come sia possibile entrare come un cavallo di Troia nei Musei e poi metterli in ginocchio colpendoli dall’interno.

Una delle sue caratteristiche infatti consiste nell’entrare nei musei più importanti del mondo adattandosi stilisticamente ai presupposti richiesti per poi sconfinare aggiungendo un’infinità di dettagli per così dire anacronistici capaci di deridere, scimmiottare sino ad umiliare i padroni di casa: clandestinamente fa delle aggiunte ambigue. Di chi si tratta? Alcuni menzionano un componente della band Massive Attack, altri sostengono che sia un gruppo di sei artisti, altri ancora che si tratti di una donna.

La bambina con il palloncino (There is always hope) 2002

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Rinascenza Contemporanea II

Cari lettori,

il Periodico d’Arte celebra il suo primo anno di esistenza e per il suo primo anniversario da Quadrimestrale diventa Trimestrale augurandosi di sopravvivere alle avversità storiche, politiche e sanitarie che stanno flagellando il mondo.

Si spera inoltre che questo numero in più che vedrà in ogni stagione la sua uscita possa attrarre un numero maggiore di lettori, curiosi, interessati assolutamente non in termini materiali ma esclusivamente a scopo culturale.

Già la cultura. Qui in Italia siamo messi male: si pensi che dai calcoli Istat il 40,6% della popolazione media legge un solo libro all’anno di cui solo il 78,4%

utilizza ancora la carta mentre il 7,9% va sugli e-book.

Soprattutto i giovani per motivi didattici sono i più alti consumatori di cultura determinando questo dato sulle condizioni di influenza familiare.

La cosa sconcertante è che dal 2018 esistono famiglie che non comprano più libri: sempre in termini statistici sappiamo che l’Italia è al ventitreesimo posto in Europa per quanto riguarda la cultura in generale. In altre parole siamo alla pari dell’Ungheria, del Portogallo o della Romania.

Affrontando ulteriormente questi dati possiamo affermare che sul piano europeo l’Italia figuri agli ultimi posti con lo 0.6% del PIL ponendosi come terzo paese dell’Unione Europea per il finanziamento culturale.

Covid-19: con la distinzione tra attività, tra codici ateco o categorie necessarie e non necessarie per tenere aperto o no musei, gallerie, mostre e le attività culturali in generale sono cadute nell’oblio.

Pensiamo ai cinema, ai teatri e ad un’infinità di intellettuali, artisti e mestieranti abbandonati e scartati dal sistema sociale. Sicuramente le norme di sicurezza, di distanziamento sociale hanno dovuto sacrificare e mettere a dura prova il nostro Paese ma l’Arte e la Cultura sono state sacrificate.

Interi settori di questo universo già traballante sono stati e saranno per ondate (gialle, arancio, rosse) spazzati via per sempre. Chi tutela un artista?

Un intellettuale? Dalle grandi fondazioni, musei e gallerie

prestigiose magari

sovvenzionate e statalizzate ai liberi professionisti tutelati da finanziamenti privati a quelli come me (critici d’arte, giornalisti, galleristi) che non hanno nessuno su cui contare cosa devono fare?

Io dico continuare. Nonostante la Pandemia sono qui a scrivere, a progettare eventi, mostre, libri ma tutto questo per sopravvivere necessita di fondi. Sono un art manager senza portafogli e dirigo questo giornale come un capitano dovrebbe fare (e molte volte non fanno).

Bisogna andare avanti da soli nonostante tutto. In una realtà corrotta fatta di conoscenze e di amici di amici che si aiutano a vicenda poi esistono quelli come me che trascorrono la vita sui libri, all’ombra degli eventi e con la televisione spenta. Queste le premesse per andare avanti: la vera pandemia oltre il Covid-19 è l’ignoranza dilagante!

Redazione:

Via Genova 23- 10126 Torino Tel: 349 4412278

Proprietario:

Andrea Domenico Taricco

Direttore Responsabile:

Andrea Domenico Taricco

Caporedattore:

Andrea Domenico Taricco

Sommario:

Guardandoci intorno:

pag. 1 - 2

Interviste Pag. 3 - 4 – 5

Monografie:

pag. 6 - 7 - 8 – 9

Teorie:

pag. 10

Curiosità:

pag. 11

Approfondimenti:

pag. 12

Cultura:

pag. 13 - 14

Nota del Direttore:

pag. 15

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