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La nuvola del lavoro

di Corriere - @Corriereit

Perché scommettere (ancora)

sull’apprendistato

21 FEBBRAIO 2015 | di La Redazione

Ma se i due tipi di contratto a tempo indeterminato coesistono, Ma se i due tipi di contratto a tempo indeterminato coesistono, quale contratto conviene di più al lavoratore? E quale invece al quale contratto conviene di più al lavoratore? E quale invece al datore di lavoro?

datore di lavoro?

Il tempo stimato per la lettura di questo post è di 4 minuto\i.

 di Maria Vinciguerra*

Il contratto a tutele crescenti non è stato definito il contratto “unico” a tempo indeterminato, come avrebbero voluto alcuni economisti del lavoro. Se non è ”unico” è evidente che continuino ad esistere altri contratti a tempo indeterminato differenti dal contratto a tutele crescenti.

Il contratto di apprendistato è, per decisione del legislatore, un contratto a tempo

indeterminato ma non è un contratto a tutele crescenti perché ha una disciplina assolutamente diversa.

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E ancora, l’apprendistato conviene al lavoratore perché è un E ancora, l’apprendistato conviene al lavoratore perché è un contratto a tempo indeterminato a cui non dovranno essere contratto a tempo indeterminato a cui non dovranno essere applicate le norme del contratto a tutele crescenti ovvero quelle applicate le norme del contratto a tutele crescenti ovvero quelle relative al licenziamento ma varranno le norme che riguardano relative al licenziamento ma varranno le norme che riguardano tutti gli altri contratti a tempo indeterminato non a tutele tutti gli altri contratti a tempo indeterminato non a tutele crescenti. Mi sembra lapalissiano.

crescenti. Mi sembra lapalissiano.

tutele crescenti, riceve una formazione che può durare anche fino a 5 anni. Il lavoratore impara un mestiere o una professione, è seguito da un tutor. 

La formazione continuativa consente all’apprendista di arricchire il proprio bagaglio professionale da utilizzare nel mercato del lavoro e gli consentirà di avere così tra le proprie mani il miglior voucher per ricollocarsi.

Il contratto a tutele crescenti non prevede alcuna formazione. Può quindi tutt’al più essere valido solo per lavori ripetitivi e di bassa qualità.

Dal lato datoriale, l’apprendistato consente agevolazioni contributive e  riduzioni retributive. Il datore di lavoro investe così quel risparmio economico nel capitale umano che rappresenterà nel futuro il motore della propria azienda.

Se l’investimento nella formazione si rivelerà sbagliato, se l’apprendista dimostrerà di non avere le attitudini per quel determinato lavoro, al datore di lavoro basterà comunicare il recesso al termine della formazione solo rispettando il preavviso contrattuale. L’apprendistato è una scommessa che può vedere vincenti sia il datore di lavoro che il lavoratore, porta vantaggi per entrambi.

Le tutele del lavoratore crescono con il crescere costante della formazione nel luogo di lavoro: i lavoratori qualificati sul campo si ricollocano più facilmente nel mercato, conservano più facilmente il proprio posto di lavoro, arricchiscono le società con il loro patrimonio conoscitivo. Il contratto a tutele crescenti consente solo un licenziamento più facile. *Avvocato giuslavorista

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