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Economia della felicità Corso 2015-16

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(1)

Economia della felicità Corso 2015-16

Stefano Bartolini

Università di Siena

(2)
(3)

http://www.econ-pol.unisi.it/didattica_bartolini/

Informazioni sul corso

(4)

Happiness questions (World Values Survey)

Taking all things together, would you say you are:

• 1 'Very happy'

• 2 'Quite happy'

• 3 'Not very happy'

• 4 'Not at all happy'

(5)

http://www.econ-

pol.unisi.it/didattica_bartolini/

• Programma della prova intermedia di economia della felicità

• La prova riguarderà:

-La parte prima seconda e terza del testo Bartolini S., 2013,

“Manifesto per la felicità: come passare dalla società del ben- avere a quella del ben-essere”. Feltrinelli.

-L’articolo Stefano Bartolini e Francesco Sarracino, 2014, Happy for how long? How social capital and economic growth relate to happiness over time, Ecological Economics 108, 242–256

-L’articolo Stefano Bartolini e Francesco Sarracino, 2015, The dark side of Chinese growth: declining social capital and well- being in times of economic boom, Università di Siena.

• Modalità d’esame - L’esame può contenere domande aperte, domande a risposta multipla

(6)

Life satisfaction questions (World Values Survey)

All things considered, how satisfied are you with your life as a whole these days?

• 1 'Dissatisfied'

• 2

• 3

• 4

• 5

• 6

• 7

• 8

• 9

• 10 'Satisfied'

(7)

L’affidabilità del benessere soggettivo

Le dichiarazioni soggettive di felicità sono

statisticamente affidabili. Infatti sono ben correlate con misure della felicità di tipo oggettivo quali:

• Il numero e la durata dei ‘sorrisi autentici’, i c.d.

sorrisi di Duchenne.

• La risposta della pressione sanguigna e del ritmo cardiaco allo stress,

• Malattie psicosomatiche come mal di testa o disturbi digestivi.

• La risposta allo stress di misure della resistenza della pelle

• Onde cerebrali misurate dai brain scanners

(8)
(9)
(10)

Misure oggettive di felicità

• Malattie mentali, suicidi, psicofarmaci, alcolismo, droghe

• Impressionante la crescita di ansia e depressione

(11)

Cosa rende felici secondo voi

• Bisogni primari, soddisfazione sul lavoro, relazioni, soldi, sole, famiglia, salute,

diffusione della povertà, aspirazioni,

criminalità, viaggiare, religione, sport, hobby, animali domestici, cultura, qualità

dell’alimentazione, qualità dell’ambiente, identità sociale e culturale, qualità del

governo, l’opinione degli altri, libertà.

(12)

Trend in US happiness

USA: la felicità è in declino da decenni

Fonte: Stevenson and Wolfers 2008, dati GSS

(13)

Fonte: Stevenson and Wolfers 2008

(14)

Prosperità e felicità

(15)

«Ci sono cose molto più

importanti del denaro

nella vita.

Il problema è che sono

maledettamente

care»

(16)
(17)

Il paradosso della felicità:

Gli americani sono sempre meno felici

(18)

Che cosa predice queste differenze?

Sappiamo cosa non le predice: la crescita

Il paradosso di Easterlin: la crescita dei

redditi non aumenta la felicità media nel

lungo periodo

(19)

Soddisfazione per la propria vita e PIL

su almeno 15 anni

(20)

Felicità e PIL su almeno 15 anni

(21)

... vite più lunghe e più salubri

Eppure la crescita ci ha

portato ...

(22)

...tecnologie molto

utili

(23)

... possibilità di

viaggiare, ecc.

(24)

Però...

(25)

... !

…..la crescita economica sembra associata ad alcuni indesiderabili effetti sul benessere

(26)

China 1990-2007: average life satisfaction -7.1%

India 1990-2006: average life satisfaction - 7.6 %

(27)

• Average GDP growth rate since 1990s: about 10%

• % of people living with less than 1.25 $ per day

1981 2008

84% 13%

• % of rural population with access to improved water sources

1990 2010:

56% to 85%.

• Since 1990: yearly growth of household consumption expenditure 6.5%.

• Pigs slaughthered: 1990 2010 310 ml 667 ml

• Indian figures are similar, just slightly less triumphal.

Chinese objective records

(28)

Spiegazioni del paradosso

L’aumento delle aspirazioni potrebbe compensare l’impatto postitivo della crescita economica

– Adattamento (Aspirazioni guidate dal passato)

Dopo un periodo gli individui si adattano ai loro standard di vita

– Paragoni sociali (Aspirazioni guidate dagli altri)

La gente si paragona con gli altri e stabilisce le proprie aspirazioni di conseguenza

(29)

Social comparisons

(30)

Social comparisons

(31)

Social comparisons

(32)

Aspirations affect utility

) ,

(

, *,

,t i t i t

i

f C C

U   U

i

/  C

i*

 0

) (

, 1

*

,t

i t

i

g C

C C

i*,t

/ C

i,t1

0

) (

,

* ,

it t

i

g C

CC

i*

/  C

t

 0

* ,t

C

i = Consumption aspirations of ind. i 1

,t

Ci = Past consumption of ind. i

= Consumption of the reference group of ind. i

t

Ci,

(33)

I beni relazionali predicono la felicità nel lungo periodo

• Che cosa accade se nelle regressioni

precedenti sostituiamo il PIL con i beni

relazionali? (Bartolini, and Sarracino (2011)

• La misura di beni relazionali: quota della popolazione che partecipa in almeno una associazione o gruppo

• Dati: World Values Survey

(34)

Groups and associations

Social welfare service for elderly

Religious organizations

Education, arts, or cultural activities

Labour unions

Political parties

Human rights

Conservation, the

environment, ecology, animal rights

Youth work

Professional associations Sports or recreation

Women’s group Peace movement

Organizations concerned with health

Consumer groups Other groups

(35)

Soddisfazione di vita e associazionismo (almeno 15 anni)

(36)

Tri-variate regressions of life satisfaction on social capital and GDP in the long run (at least 15 years)

(37)

Felicità e associazionismo (almeno 15 anni)

(38)

Prima conclusione

• I dati sul benessere usati nelle regressioni sul PIL e sui beni relazionali sono gli stessi

• Nel lungo periodo la crescita non conta

• Ma i beni relazionali contano molto

(39)

Dal lungo al medio termine

• Che accade se accorciamo il periodo?

• Che accade se cambiamo la variabile di beni relazionali? La fiducia

• Dati dalla European Social Survey (4

rilevazioni ogni due anni nel 2002-2008)

(40)

Felicità e fiducia nel medio termine (6 anni)

(41)

Y= -0.075 + 1.751 N = 24

Felicità e PIL nel medio termine (6 anni)

(42)

Tri-variate regressions of happiness or life satisfaction, on trust and GDP,

over 6 years

(43)

Seconda conclusione

• Nel medio termine i beni relazionali contano ancora parecchio

• Ma il PIL comincia a divenire rilevante

(44)

Dal medio al breve periodo

• Che accade se accorciamo ancora il periodo?

• Usiamo gli stessi dati di prima (ESS 2002-2008) ma dividendo le serie storiche in tre

sottoperiodi: 2002-2004, 2004-2006, 2006- 2008

(45)

Happiness and trust over the short run (2 years)

(46)

Happiness and GDP over the short run (2 years)

(47)

Medium and short run compared

Short run Medium run

(48)

Conclusione: il PIL

• Non conta nel lungo periodo

• Comincia ad essere importante nel medio periodo

• La sua importanza aumenta all’accorciarsi del periodo.

(49)

Conclusione: i beni relazionali

• Sono fortemente correlati al benessere nel medio e lungo periodo

• Questa correlazione tende a evaporare nel breve periodo

(50)

Bartolini, Bilancini e Pugno (2011):

la tendenza della felicità in USA 1975-2004 è spiegata da quattro forze che agiscono in direzioni contrastanti:

L’aumento del reddito

Il declino dei beni relazionali

Il declino della fiducia nelle istituzioni

I paragoni sociali

Perchè gli americani sono sempre più infelici?

(51)

Income matters for the well-being of

low-income individuals

(52)

I vari indicatori segnalano:

• aumento della solitudine, delle difficoltà

comunicative, della paura, del senso di isolamento, della diffidenza, della instabilità delle famiglie, delle fratture generazionali;

• diminuzione della solidarietà, della onestà, della partecipazione sociale, dell’impegno civico;

• rarefazione dei rapporti amicali e di vicinato

• peggioramento del clima sociale.

Il declino dei beni relazionali

(53)

The decline of relational goods and of trust in institutions

Probit (# is OLS) Time Coeff. Probit (# is OLS) Time Coeff.

Married -.030*** Other Groups -.004**

Separated .038*** #other Groups -.001**

Divorced .003

General trust -.015*** Confident in banks -.024***

People unfair .010*** Confident in companies -.006***

People helpful -.006*** Confident in org. religion -.023***

Monthly with relatives -.001 Confident in education -.024***

Monthly with neighbors -.015*** Confident in executive -.007***

Monthly with friends .006*** Confident in universities -.010***

Monthly at bar -.009*** Confident in press -.045***

1-2 Puntnam's Group -.010*** Confident in medicine -.020***

3+ Puntnam's Groups .002 Confident in television -.030***

#Putnam's Groups -.003** Confident in sup. court .0002 1 Olson's Group -.008*** Confident in in science -.003***

2+ Olson's Groups .004 Confident in congress

#Olson's Groups -.001** Confident in military forces .016***

-.020***

Trends in US Social Capital (GSS, 1975-2004)‏

(54)
(55)

The Impact of Relational Goods on Happiness

OLS Estimation Coefficient t-stat

Female 0.01 0.57

Age -0.01 -3.13

Age square 0.00 3.13

Black -0.11 -3.71

Other non-white 0.00 -0.06

% Diff, Regional price index -0.05 -1.24 Ln household income/1000 0.07 6.01 Ln Reg-Age-Race Income/1000 -0.04 -1.77

Household size -0.02 -2.50

Years of education 0.00 0.31

Retired 0.02 0.63

Unemployed -0.19 -3.90

Keeping house 0.03 1.18

Student 0.07 1.28

Other -0.11 -1.42

Parents divorced or separated -0.02 -0.51 Living with own parents at 16 0.00 -0.05

(56)

Type of SC OLS Estimation Coefficient t-stat

Married 0.1870 6.93

2nd+ Marriage 0.0274 1.05

Separated -0.0675 -1.93

Divorced -0.0298 -0.55

Widowed -0.1106 -2.67

Number of Children 0.0053 0.86 Non-Instrumental Monthly with relatives 0.0440 2.73 Relational SC Monthly with neighbors 0.0392 2.34 Monthly with friends 0.0421 2.53 Monthly at bar -0.0551 -2.54 Others can be trusted 0.0137 0.77

Others are helpful 0.0671 3.62 Others are unfair -0.0536 -2.65 Member of 1 or 2 P-Groups 0.0393 2.12

Member of 3+ P-Groups 0.1011 4.29 Purely Instrumental Member of 1 O-Group 0.0133 0.70 Relational SC Member of 2+ O-Groups -0.0485 -1.69

(57)

The Impact of Trust in Institutions on Happiness

Type of SC OLS Estimation Coefficient t-stat Very confident in banks 0.0777 3.74 Very confident in companies 0.0937 4.68 Very confident in org. religion 0.0158 0.82 Very confident in education 0.0758 4.01 Very confident in executive 0.0529 2.19 Very confident in org. labor 0.0439 1.49 Non-Relational Very confident in press -0.0120 -0.55

SC Very confident in medicine 0.0039 0.22

Very confident in television 0.0058 0.23 Very confident in supreme court 0.0048 0.26 Very confident in scientific -0.0055 -0.31 Very confident in congress 0.0088 0.33 Very confident in military forces 0.0116 0.62

Year Dummies YES

(58)

Accounting for the Happiness Trend

I showed that SC is DECLINING and BENEFICIAL

Next step: to compute the impact of each variable over the period 1975-2004, i.e.

Δh = α(X2004 - X1975)

α is the vector of coefficients, X2004 and X1975 are vectors containing average values of regressors in year 2004 and 1975

(59)

Disaggregation of Happiness Variation in 1975-2004

Groups of Regressors Partial Sums Type of SC Demographics -0.0075 -0.0075

Absolute Income 0.0910

Relative Income -0.0620 0.0290 Income Other Socio-economics 0.0135 0.0350 All non-SC Marital Status & Children -0.0309

Social Contacts -0.0003

Trust in Individuals -0.0091 Non-Instr.

Putnam's Group -0.0025 -0.0428 RSC

Olson's Group -0.0006 -0.0434 RSC

Confidence in institutions -0.0061 -0.0495 All SC Predicted variation -0.0145

Observed Variation -0.0192 Impact on h

Accounting for the Happiness Trend

(60)

Tendenze degli orari di lavoro in Europa continentale e USA - 1955-2005, ore annuali medie -

Un’altra peculiarità americana: orari di

lavoro sempre più lunghi

(61)
(62)
(63)

Perchè gli americani lavorano sempre più?

 Questo è un circolo vizioso: la povertà relazionale causa la povertà di tempo e quest’ultima causa la

povertà relazionale

 I poveri di tempo sviluppano relazioni peggiori

 I poveri di relazioni lavorano di più

Bartolini e Bilancini 2010 (dati Usa 1972—2004) mostrano che:

 Gli individui cercano nel lavoro e nel denaro una compensazione al peggioramento delle loro condizioni relazionali.

(64)

Perchè gli americani lavorano sempre più se il denaro non compra la

felicità?

Una risposta

• Il declino dei beni relazionali ha giocato un ruolo nel declino della felicità

dell’americano medio e nell’aumento

delle sue ore di lavoro

(65)

Povertà sociale vs. prosperità economica

• Gli americani sono sempre più poveri di tempo e di relazioni, di fiducia nelle loro istituzioni, di benessere.

Questi dati sono il sintomo di una profonda crisi sociale

• Ma gli USA conservano il fascino della prosperità

economica. Il tasso di crescita del PIL USA è stato più elevato negli ultimi 25 anni rispetto ai grandi paesi europei (tranne la GB).

(66)

Ma l’aumento del PIL è necessariamente un vantaggio?

La crescita NEG

Possiamo difenderci dal degrado dei beni relazionali ed ambientali sostenendo delle spese.

Per sostenerle dobbiamo lavorare e produrre di più. Dobbiamo cioè aumentare il PIL.

Ma la crescita economica può degradare i beni relazionali ed ambientali.

La crescita NEG è un circolo vizioso: il degrado ambientale e relazionale alimenta la crescita economica e questa alimenta il degrado.

La crescita NEG è indesiderabile dal punto di vista del

benessere. La ricchezza di ciò che è privato è alimentata dal degrado di ciò che è comune

(67)

Ricchezza

privata

(68)

Povertà

comune

(69)

Povertà

relazionale

(70)

Povertà

comune

(71)

NEG: the key equations

NEG models insert some key equations in traditional endogenous (or exogenous) growth models

• Ut=U(Xt,C2t,Lt), UX>0, UC>0, UL>0

• Xt=Rt+C1t, 0

The resource Rt is subject to negative externalities Rt+1=F(Yt, Rt) FY0, FR0

R: Common

C1 : Defensive expenditure: substitutes for the common

C2 : Part of consumption aimed at satisfying other needs: does not substitute for the common

L: Leisure

Y: aggregate output

(72)
(73)
(74)

Crescita: paragoni internazionali

Country

Average GDP annual growth %

United States 2,015958

United Kingdom 2,030543

Italy 1,891657

France 1,843757

Germany 1,918091

Netherlands 1,926773

Sweden 1,768505

Denmark 1,633376

Tassi di crescita del PIL, 1980-2000

(75)

La crescita USA è di tipo NEG?

Usa (e GB) in confronto all’Europa continentale mostrano (1980-2000) :

Maggior crescita

Tendenze crescenti vs.

decrescenti degli orari di lavoro

(76)

La crescita USA è di tipo NEG?

Conclusione: è un quadro compatibile con la crescita NEG

Usa (e GB) in confronto all’Europa continentale mostrano (1980-2000) :

Maggior crescita

Tendenze crescenti vs.

decrescenti degli orari di lavoro

Tendenza peggiore della felicità.

Tendenze peggiori dei beni relazionali

Prudenza: scarsa qualità dei dati sui beni relazionali

(77)

Results: social capital trends in EuropeTrends of trust 1980-2000 (Sarracino 2010, WVS data)

(78)

Trends of associational activity 1980-2000

(79)

Results: SC & SWB trends in Europe

Happiness trends 1980-2000

(80)

Results: social capital trends in EuropeTrends of trust 1980-2000

(81)

Trends of associational activity 1980-2000

(82)

Results: SC & SWB trends in Europe

Happiness trends 1980-2000

(83)

Results: social capital trends in EuropeTrends of trust 1980-2000

(84)

Trends of associational activity 1980-2000

(85)

Results: SC & SWB trends in Europe

Happiness trends 1980-2000

(86)

Results: social capital trends in EuropeTrends of trust 1980-2000

(87)

Trends of associational activity 1980-2000

(88)

Results: SC & SWB trends in Europe

Happiness trends 1980-2000

(89)

Results: social capital trends in EuropeTrends of trust 1980-2000

(90)

Trends of associational activity 1980-2000

(91)

Results: SC & SWB trends in Europe

Happiness trends 1980-2000

(92)

Results: social capital trends in EuropeTrends of trust 1980-2000

(93)

Trends of associational activity 1980-2000

(94)

Results: SC & SWB trends in Europe

Happiness trends 1980-2000

(95)

Trends of trust 1980-2000

(96)

Trends of associational activity 1980-2000

(97)

Happiness trends 1980-2000

(98)

Source: Stevenson and Wolfers 2008

(99)

Perchè può crescere il PIL?

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

1890 1929 1948 1966 1979 1989 2002

Guard Labor as a Percentage of the Labor Force

G uard labor

G uard labor without unemployment

Guard labor

Guard labor senza disoccupazione

Percentuale di “guard labor” sul totale del lavoro, Stati Uniti, 1890-2002

(100)
(101)

Guard labor: confronti internazionali

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Svizzera Islanda Svezia Danimarca Norvegia Austria Portogallo Italia Olanda Irlanda Canada Belgio Australia Nuova Zelanda Spagna Regno Unito Stati Uniti Grecia

Guard Labor/Labor Force

Fonte: Bowles e Jayadev, 2006

(102)

Supervisori sul lavoro

(103)

• Lun 14-3, Ore 16.30 in aula Franco Romani c’è la presentazione di una nuova iniziativa studentesca denominata USiena Business & Economics Society.

L'obiettivo principale di questa society è l'accrescimento culturale e professionale degli studenti. Al fine di

perseguire tale obiettivo, si organizzano dibattiti ed

approfondimenti a cadenza settimanale su tematiche di attualità mentre, a cadenza mensile, si promuovono

incontri con aziende, esperti e professionisti dei vari settori economici. Questi soggetti sono chiamati a dare testimonianza della loro esperienza lavorativa, in modo da aiutare gli studenti a comprendere le varie dinamiche e ad orientarsi nel mondo del lavoro.

Alla presentazione saranno presenti il professore

Michelangelo Vasta ed il professore Ciro Corvese come rappresentanti di deps e disag.

(104)

• Occhio agli avvisi: forse lun-mart salteremo la lezione. Forse

recupereremo mercoledì.

(105)

Domande chiave

C’è qualche differenza nei modelli economici, sociali e culturali che motiva queste differenze?

Perché in USA (e GB) i beni relazionali

peggiorano? E perché in Europa hanno una tendenza migliore?

(106)

Il ruolo della cultura:

la cultura del consumo

Bassa priorità a:

• affetti, relazioni in generale, solidarietà, comportamenti pro-sociali in generale ecc.

Essere consumisti significa dare una elevata priorità nella vita a:

• soldi, consumo, successo

(107)

Cultura del consumo e benessere:

evidenza dalla psicologia sociale

Le persone consumiste:

• sono meno felici

• hanno maggiori sintomi di ansia, di irritabilità

• maggior rischio di depressione

• guardano più televisione

• hanno una salute peggiore

(108)

Cultura del consumo e relazioni:

evidenza dalla psicologia sociale

Gli individui più consumisti hanno relazioni peggiori con gli altri

Sono meno:

• generosi,

• empatici

• cooperativi

Hanno maggior tendenza a:

•la amicizia strumentale

•il cinismo

•la sfiducia negli altri

(109)

Perchè peggiorano le relazioni?

La diffusione dei valori del consumo

• USA: percentuale degli studenti universitari che ritengono che una ottima situazione

economica sia un obiettivo essenziale della vita

• 39% nel 1970

• 74% nel 1995

Nel 1995 era divenuto l’obiettivo principale della vita.

(110)

Stati Uniti: percentuale di individui che identifica le voci elencate come componenti della ‘buona vita’

1975 1991 _____________________________________________

• Un mucchio di soldi 38 55

• Un lavoro pagato molto più della media 45 60

• Matrimonio felice 84 77

• Lavoro interessante 69 63

(111)

Cultura del consumo: Europe vs. US

(dati WVS)

(112)

Cultura del consumo: Europe vs. US

(dati WVS)

(113)

Cultura del consumo: Europe vs. US

(dati WVS)

(114)

Cultura del consumo: Europe vs. US

(dati WVS)

(115)

China 1990-2007: average life satisfaction -7.1%

The Easterlin paradox: China

(116)

India 1990-2006: average life satisfaction - 7.6 %

The Easterlin paradox: India

(117)

China and India: predictors of the decline in LS (Bartolini and Sarracino WD 2015)

• Upsurge of the importance of social comparisons

• Decline in social capital: trust,

associational activity and various measures of civic behavior declined

(118)

Oaxaca decomposition

(119)

Decomposition of the decline in life satisfaction in China, 1990-2007 (- 7.1%)

Source: Bartolini and Sarracino 2014a, WVS data

(120)

China, 1990-2006: part of the life

satisfaction gap explained by changes in

preferences

(121)

Materialism in China

(122)

The decline of life satisfaction in China

Source: Bartolini and Sarracino 2012, WVS data

(123)

Relationship between life satisfaction and

income decile in 1990 and 2007.

(124)

Anti-poor economic growth: life satisfaction

and income deciles in 1990 and 2001.

(125)

Pro-rich economic growth: life satisfaction

and income deciles in 2001 and 2007.

(126)

Explained part of the well-being gap (-16,4%)

for the lower class 1990 - 2001 in China.

(127)

Unexplained part of the well-being gap for

the lower class 1990 - 2001 in China.

(128)

Explained part of the well-being gap for the

middle class 1990 - 2001 in China.

(129)

Trend of income inequality in China

(130)

Decomposition of the decline in life satisfaction in India, 1990-2006 (- 7.6%)

Source: Bartolini and Sarracino 2014b, WVS data

(131)

India, 1990-2006: part of the life

satisfaction gap explained by changes in

preferences

(132)

Private

wealth

(133)

Relational poverty

(134)

Social comparisons

(135)

NEG in developing countries

Industrial take-offs are the paradigm of the coexistence of growth and social and environmental cleavages.

All industrial revolutions share some regularities: erosion of traditional institutions, environmental devastation, reduction in the access to land

These “push” factors drive the urbanization of farmers and the increase in the participation to the labor market The take-off: cause and consequence of negative

externalities

(136)

China

China makes no exception to such regularities

The crisis of the Yellow river basin = environmental devastations of the British Industrial Revolution.

The expropriation of agricultural land = the enclosures Extensive erosion of social capital and rapid changes in people’s values clearly emerge from the figures of

Bartolini and Sarracino 2014a (India is similar) India is similar

(137)

Policy implications

It is not economic growth that matters but its social quality

If the price of growth is the social (and environmental) decay it is not worth

Too much focus on the stimulation of possession and competition

Scarce focus on the protection of common resources This produces growth, paying the price of the decline in

social capital and well-being and too long work hours Shift of policy priorities from growth to social capital, the environment and well-being

(138)

Drivers of the Easterlin paradox

• Decline of social capital and increasing importance of social comparisons

• The Easterlin paradox: from the positive to the negative side of sociability

(139)

Research question 1

• Social capital and social comparisons are treated as independent factors

• Question 1. Is this true?

• Evidence from positive psychology: more materialistic people have less social

capital

(140)

Research question 2

• Social comparisons are treated as a part of human nature

• Question 2. Is this true or are there social engines of social comparisons?

(141)

Hypothesis: social capital affects the relationship between income and well-

being

(142)
(143)
(144)
(145)
(146)
(147)
(148)

Next steps

• Test of causality: does an increase in

social capital decrease the importance of money for people’s well-being?

• Evidence from positive psychology: poor relationships boost materialism.

• A compensation mechanism: poor relationships cause insecurity and

materialism is a response to insecurity

(149)
(150)
(151)
(152)
(153)
(154)
(155)
(156)
(157)
(158)
(159)
(160)
(161)
(162)
(163)

Results

• Social capital moderates more the

negative impact of growth on well-being (reference income) than the positive

impact (absolute income)

• High social capital roughly halves the

impact of absolute income on well-being and cancels out the impact of reference income

(164)

Conclusion

• Greater social comparisons and declining social capital are two sides of the same coin

• We observe their association in the time series of the countries that experienced the Easterlin paradox because they are associated in individuals.

(165)
(166)
(167)

Pubblicità, identità, felicità

• “Sono un pubblicitario. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma” (Frederic Beigbeder, celebre pubblicitario)

• “Compro, dunque sono. La marca definisce il consumatore.

Siamo ciò che vestiamo, che mangiamo, che guidiamo. La collezione di marche che assembliamo intorno a noi è

divenuta tra le più dirette espressioni della nostra

individualità,” (Il presidente di una grande multinazionale di prodotti di consumo)

• “La pubblicità, quando è ben fatta, fa sentire alla gente che senza un prodotto sono dei perdenti” (Nancy Shalek,

presidente della Shalek Agency)

(168)

Negli Stati Uniti ogni nuova generazione, rispetto alla

precedente:

• si dichiara meno felice

Il disagio dei

giovani

(169)

Ogni nuova generazione

• ha una maggior

probabilità di malattie mentali

Il disagio dei

giovani

(170)

Il disagio dei giovani

Ogni nuova generazione

• ha relazioni peggiori

(171)

Il disagio dei giovani

Ogni nuova generazione

• ha maggiori valori del consumo

(172)

Il problema sono le nuove generazioni

Negli USA ogni nuova generazione rispetto alla precedente:

• si dichiara meno felice

• ha una maggior probabilità di malattie mentali

• ha relazioni peggiori

• ha maggiori valori del consumo CHE COSA E’ CAMBIATO NELLA VITA DEI BAMBINI?

(173)

La vita di bambini e ragazzi negli ultimi decenni è cambiata

Abbiamo creato per loro una vita da piccoli adulti

• Crescente pressione sul tempo Nati per lavorare?

• Crescente pressione commerciale.

Nati per comprare?

• Crescente povertà relazionale

(174)

La pubblicità e i bambini

• “La pubblicità, quando è ben fatta, fa sentire alla gente che senza un

prodotto sono dei perdenti.... I ragazzi sono molto sensibili a questo ... ciò apre le loro vulnerabilità emotive. Ed è molto facile da fare con i ragazzi perchè sono emotivamente i più vulnerabili” (Nancy Shalek, presidente della Shalek Agency)

• “Ci sono solo due modi per aumentare i clienti: o li sposti sulla tua marca o li cresci fin da piccoli” (James U. Mc Neal, professore di marketing alla Texas A&M)

• “Tutti ormai capiscono qualcosa che è molto logico e basilare, cioè che quando possiedi un ragazzo giovane, lo possiedi per molti anni a venire.

Le imprese dicono: ‘hey, voglio possedere ragazzi sempre più giovani’ “ (Mike Searles, presidente della Kids ‘R’).

• “Quando abbiamo i ragazzi come obiettivo noi della General Mills

seguiamo il modello della Procter and Gamble ‘dalla culla alla tomba’. Noi crediamo nel prenderli da piccoli e tenerli tutta la vita” (Wayne Chilicky, dirigente della General Mills).

(175)

Le origini del pensiero pubblicitario

• “Per attirare l’attenzione delle masse” la pubblicità

“deve limitarsi a un piccolo numero di assunti e ripeterli costantemente”; “nessun cambiamento

deve modificarne il tenore”; “ogni pubblicità in affari e in politica consegue il suo successo nella durata”. E ancora “la sua azione deve sempre fare appello al sentimento e molto poco alla ragione”; “il suo livello spirituale deve essere tanto più basso quanto

maggiore è la massa da raggiungere”

(Adolf Hitler, La mia battaglia, cap.6)

(176)

Le origini del pensiero pubblicitario

• La pubblicità è “l’arte dell’argomento semplice in un linguaggio popolare”; “l’arte della

ripetizione costante”; “l’arte di sapersi rivolgere agli istinti, alle emozioni, ai

sentimenti e alle passioni popolari”, l’arte di presentare i fatti sotto l’apparenza della

oggettività”, “l’arte di occultare fatti non graditi”, “l’arte di mentire pur essendo credibile”.

(Da un discorso di Goebbels)

(177)

Gli incentivi funzionano?

• Incentivi monetari alla donazione del sangue

diminuiscono e non aumentano il sangue donato

• Incentivi monetari per giocare a SOMA diminuiscono l’interesse per il SOMA

• Multe a carico dei genitori che prelevano in ritardo i loro figli dagli asili alla fine della giornata, aumentano il numero di ritardi

• Questi esempi minano una assunzione di

base della teoria economica: che gli incentivi ad un certo tipo di comportamento

aumentino la disponibilità a quel comportamento

(178)

Perchè ? La teoria della

sostituzione delle motivazioni

• Motivazioni intrinseche: quelle attività che non ricevono alcun gratificazione se non l’attività in sé

• Motivazioni estrinseche: attività che sono

strumentali al raggiungimento di qualche altro scopo che non sia l’attività in sé.

• Le motivazioni non si sommano ma tendono a sostituirsi

(179)

Perchè le motivazioni si sostituiscono?

• I compensi monetari minano le motivazioni

intrinseche perchè cambiano la percezione degli individui sul perchè fanno qualcosa

• Fare qualcosa per divertimento o per senso civico è diverso dal farlo per soldi e le due motivazioni non possono essere sommate

• La ragione: il bisogno umano di dare un senso a ciò che si fa

(180)

L’economia di mercato promuove il materialismo

• Il capitalismo fa leva sul fare il proprio interesse, cioè sulle motivazioni estrinseche

• Ciò facendo provoca una gigantesca sostituzione delle motivazioni intrinseche

• La misura in cui fa questo dipende dal grado di

penetrazione dei rapporti di mercato nelle varie sfere della vita sociale

(181)
(182)

Negative relationship over time between social capital and growth:

a global phenomenon

Sarracino 2011, in a large sample of countries, finds

that the faster economic growth the more likely the decline of social capital

Correlations among trends of SC proxies and log GDP per capita (at least 10 years)

(183)

This relationship only holds in the half of countries that experienced the most rapid increase in inequality

(184)
(185)
(186)

The index of civic cooperation is based on answers concerning the acceptability of:

• “claiming government benefits which you are not entitled to”

• “avoiding a fare on public transport”

• “cheating on taxes if you have the chance”

• “accepting a bribe”.

Answers range on a 1 (never justifiable) to 10 (always justifiable) scale.

(187)
(188)

BUYING ALONE:

how the decreasing American happiness turned into the crisis

Many analyses try to answer the question: Why did an initially small and localized default crisis (sub-prime mortgages in US) become a dramatic global financial crisis?

The answers generally focus on credit supply:

• The abundance of capitals inflows in the US coming from abroad which determined a credit bubble and financed a consumption boom

• The lack of transparency of the default risk implicit in

structured assets derived from the securization of mortgages and loans

(189)

Securization of mortgages: growth in

structured assets (1980 US $ per household).

Source: Jagannagath et al. 2009

(190)

What has driven the high credit demand in the US?

Credit demand has been driven by

consumption demand

(191)

The enormous debt of American households

• Americans lived beyond their possibilities.

• Mortgages and credit cards were the

way Americans bought bigger and nicer houses, and more consumer’s goods,

than those that they could have

afforded

(192)

US: Private consumption grew more than wages.

Source: Jagannathan et al. 2009

(193)

Although …..

• Loss of competitiveness (1996-2007 + 600% trade deficit)

• Increase in income inequality

(194)

Personal saving rate as a percentage of disposable personal income. Source: McCully (2011)

(195)

Private Consumption-to-GDP Ratio across Countries.

Consumption in PPP GDP per capita (2005 constant prices). Source: Heston et al. (2011)

(196)

Total Consumption-to-GDP Ratio across Countries.

Consumption is the sum of private and government consumption in PPP GDP per capita (2005 constant

prices). Source: Heston et al. (2011)

(197)

Home prices indexes (HPI).

Source: Jagannathan et al. 2009

(198)

Ratio between value of US residential mortgages and residential home values. Source:

Jagannathan et al. 2009

(199)

Booming sectors

Home entertainment: the industry of social isolation

(200)

Booming sectors

Vacations: the industry of evasion

Riferimenti

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-L’articolo Stefano Bartolini e Francesco Sarracino, 2015, The dark side of Chinese growth: declining social capital and well- being in times of economic boom, Università di Siena..