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2 2 H V 2 profondità (m)

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Academic year: 2021

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(1)

Le tecniche di sismica passiva sono basate sulla misura e l’analisi delle vibrazioni del terreno indotte da sorgenti non controllate

In particolare, l’ambient vibration seismology è basata sullo studio del cosiddetto “rumore sismico ambientale” (ambient vibrations)

Il termine “rumore” è mutuato dalla sismologia nella quale costituiva un elemento di distrurbo rispetto al “segnale”

costituito dai cosiddetti “eventi sismici” o terremoti di origine

tettonica

(2)

Ci si aspetta che le vibrazioni ambientali dipendano:

1. Dalla forma e dalla distribuzione delle sorgenti 2. Dal rapporto esistente fra le sorgenti

3. Dalle modalità di propagazione dell’energia dalle sorgenti e quindi dalle caratteristiche del sottosuolo

Quest’ultimo punto è del massimo interesse. Infatti se è possibile

stabilire delle relazioni fra la forma dello spettro medio e la

struttura del sottosuolo, allora è possibile utilizzare il campo

di rumore ambientale per la caratterizzazione dinamica dei

terreni in posto

(3)

Le vibrazioni ambientali sono costituite da piccole vibrazioni del terreno (spostamenti dell’ordine di 10 -4 -10 -3 cm, in un intervallo di frequenze molto al di sotto della soglia di percezione umana) che è possibile osservare sperimentalmente in qualunque punto della Terra

Viene di volta in volta anche designato con i termini di rumore sismico (seismic noise), microtremore (microtremor),

microsismi (microseisms), rumore ambientale (ambient vibrations)

Questo tipo di fenomeno è stato indagato sin dai primordi della sismologia strumentale ma negli ultimi anni c’è stata una

progressiva crescita interesse dei sismologi e degli ingegneri in

vista delle sue potenziali applicazioni per la caratterizzazione

dinamica del sottosuolo e delle strutture edilizie

(4)

Quando sono misurate, el vibrazioni ambientali mostrano un andamento molto irregolare ed esibiscono quindi una natura essenzialmente stocastica

Questo implica che lo studio di questo tipo di fenomeno richiede un approccio

sostanzialmente diverso da quello tipico della sismica, molto legato ad una

visione “deterministica” del fenomeno: l’attenzione si sposta dallo studio delle

singole fasi sismiche a quello delle proprietà medie del segnale

(5)

Le vibrazioni ambientali sono ubique

Se si considerano solo siti posti su roccia e lontano da centri urbani o siti

industriali, le proprietà spettrali medie delle vibrazioni ambientali mostrano una forma spettrale largamente indipendente dalla posizione.

Quando ci si sposta però vicino ad aree urbane e su sedimenti la situazione

E dal punto di vista spettrale?

(6)

E’ importante farsi un’idea delle dimensioni delle onde alle diverse frequenze (o periodi) nel campo delle vibrazioni ambientali

Se immaginiamo velocità delle onde sismiche (onde S per esempio) dell’ordine di 500 e 1000 m/sec si avrà che

Sotto 1 Hz, le lunghezze d’onda diventano rapidamente assai grandi

Ci si può aspettare che la scala dei fenomeni responsabili di

queste perturbazioni cresca con la lunghezza d’onda

(7)

Sedimenti

Roccia

Tre stazioni nella stessa area urbana (Sapporo) misurano rumore di giorno e di notte

Sedimenti

(8)

Si vede che alla scala considerata (3 min.) le ampiezze rimangono

circa costanti (in media) ma cambiano a distanza di ore o giorni

(stazione OYF)

(9)

L’ampiezza delle vibrazioni ha un carattere casuale e segue una

distribuzione Normale con proprietà persistenti nel tempo almeno

alla scala della decina di minuti

(10)

Varie tipologie di vibrazione misurate in tempi e posizioni differenti nella città di Bucarest

Salvo nel caso 5, tutte mostrano un carattere con buona

approssimazione gaussiano

(11)

A distanza di mesi, le ampiezze sono circa le stesse la

forma (il contenuto spettrale) cambia

(12)

Si evidenziano comportamenti differenti fra le basse (<1 Hz) e le altre frequenze (>1Hz), fra le componenti orizzontali e verticali del moto e fra i due siti

(Componente Verticale) (Componente orizzontale)

(13)

(Componente Verticale) (Componente orizzontale)

Roccia Sedimenti

Due stazioni nella stessa area urbana (una su roccia MIS e una su sedimenti UKD) misurano rumore di giorno e di notte

Roccia Sedimenti

Notte

Giorno

(14)

Si osservano variazioni giorno/notte solo per frequenze superiori a 1 Hz) in entrambe le stazioni: sono quindi frutto di attività antropica

Le frequenze più basse rimangono costanti nel corso della giornata alle due stazioni: sono frutto di fenomeni naturali di lunga durata

(Componente Verticale) (Componente orizzontale)

(15)

(Componente Verticale) (Componente orizzontale)

Le due stazioni mostrano forme spettrali differenti

In particolare, le componenti orizzontali e verticali mostrano ampiezze differenti fra le due stazioni

Esistono quindi differenze che dipendono dalla stratigrafia

(16)

In generale, studi di questo genere nel corso degli anni hanno messo in

evidenza che il rumore ambientale può essere differenziato in tre domini di frequenza

- Bassa frequenza (<0.5 Hz) - Microsismi

E’ di origine essenzialmente naturale con sorgenti di grandi dimensioni spaziali (onde oceaniche, grandi perturbazioni atmosferiche, ecc.); ha un carattere stazionario (ovvero le sue proprietà statistiche non cambiano nel tempo) alla scala delle ore e dei giorni.

Alta frequenza (>1 Hz) – Microtremore

E’ di origine essenzialmente antropica (traffico veicolare e pedonale, attività industriale, ecc.) e talvolta naturale ma a scala locale (vento sugli edifici e le piante, ecc.); mostra carattere significative variazioni alla scala delle attività antropiche (giorno/notte, festivi/feriali, ecc.).

- Frequenza intermedia (<1 Hz e >0.5 Hz)

A seconda delle caratteristiche del sottosuolo, sia sorgenti naturali che

antropiche possono condizionare le vibrazioni ambientali, con un livello di

stazionarietà variabile da caso a caso

(17)

Fra le cause principali del rumore in bassa frequenza ci sono le perturbazioni atmosferiche e le onde marine

Si noti che in bassa frequenza le vibrazioni hanno grandi

lunghezze d’onda (centinaia o migliaia di metri) e quindi devono

essere generati da fenomeni a larga scala

(18)

Variazione delle forme spettrali nel tempo alle diverse frequenze alle stazioni HKD e MIS

Si noti il diverso comportamento alle basse ed alle alte frequenze Bassa Frequenza

Alta Frequenza

(19)

L’effetto del vento

(20)

L’effetto di queste grandi perturbazioni si osserva anche a

centinaia di km di distanza

(21)

Secondo una teoria largamente condivisa, le onde marine di grande lunghezza d’onda generano vibrazioni ambientali a causa dei

battimenti generati dall’interferenza di onde oceaniche riflesse dalla linea di costa

Questa onda stazionaria funge da percussore sul fondo marino

Mare aperto

Linea di costa Onda riflessa

Onda incidente

Onda incidente Onda Riflessa

Onda stazionaria

(22)

Cosa avviene per le alte frequenze? Per esempio ecco l’effetto di un

veicolo in moto su una pavimentazione irregolare a velocità diverse

(23)

Ampiezza delle vibrazioni ambientali nella varie parti della città di Bucarest nelle diverse ore del giorno e nelle diverse frequenze

Notare che la scala delle variazioni cambia con la

(24)

Finora abbiamo quindi appreso che:

1. Il campo delle vibrazioni ambientali ha un carattere

essenzialmente stocastico; pertanto, la sua analisi deve avere luogo con metodi di tipo statistico/probabilistico

2. Le vibrazioni ambientali sono presenti ovunque sulla

superficie della Terra anche se con ampiezze e caratteristiche diverse

3. Nel campo delle basse frequenze (<0.5 Hz), le vibrazioni sono indotte da cause essenzialmente naturali (onde marine perturbazioni atmosferiche, ecc.); pertanto, in questo

intervallo di frequenza, la forma dello spettro risulta con

buona approssimazione stazionaria alla scale delle ore fino i

giorni o mesi

(25)

4. Nel campo delle alte frequenze (>1Hz), il campo è

controllato da sorgenti antropiche (p.es. il traffico veicolare);

quindi anche alla scala delle ore o delle decine di minuti, la variabilità è assai maggiore e maggiori sono le irregolarità presenti

5. La variabilità spaziale del campo di rumore dipende dalla frequenza (o dalla lunghezza d’onda): maggiore è la

frequenza più piccola è la scala di delle variazioni laterali 6. Si mettono comunque in evidenza variazioni nella forma

spettrale indotte dalla caratteristiche del sottosuolo

Come sfruttare questo ultimo aspetto per la caratterizzazione del sottosuolo? Bisogna innanzitutto capire quali sono le fasi

sismiche presenti nel campo di vibrazioni ambientali

(26)

Per tentare di trovare una soluzione, ritorniamo alle

caratteristiche delle perturbazioni generate alla superficie o all’interno di un mezzo elastico

Si ricorderà che in questi casi, esiste una semplice relazione lineare fra lo spettro della sollecitazione j-ma responsabile della perturbazione F(ω)e lo spettro di quest’ultima H(ω) in un dato punto i-mo

( ) ω ( ) ( ) ω j ω

i G r F

H = ,

(27)

( ) ω ( ) ( ) ω j ω

i G r F

H = ,

Dipende dalla sorgente

F(ω) e dalle caratteristiche del mezzo

Sorgente

La “risposta” del sottosuolo alla sollecitazione e rappresenta la modalità di propagazione della perturbazione dallo sorgente al sito

Include fattori geometrici (percorso delle onde) e

fisici (quali fasi sismiche si propagano e come)

(28)

Ampiezze spettrali del rumore sismico misurato in un intervallo di 6 ore (dalle 7 alle 13 locali). Sulla sinistra il periodogramma calcolato su finestre temporali di 2 minuti sovrapposte di 30 sec ognuna. In ascissa è riportato il tempo in minuti, mentre in ordinata sono le frequenze in Hz. I colori sono

proporzionali all’ampiezza del segnale in dB. Sulla destra è riportato il periodogramma medio (linea centrale) e relativa deviazione standard (le due linee a destra e sinistra).

La forma dello spettro in un dato punto (ma non la sua

ampiezza) sembra piuttosto costante almeno alla scala

delle ore

(29)

In questo intervallo si sono presumibilmente attivate molte e diverse sorgenti

Lo spettro medio non riflette quindi le singole sorgenti

(almeno in questo caso) ma qualcosa di persistente come la struttura del sottosuolo

Questo suggerisce che se si considera uno spettro medio calcolato su un intervallo abbastanza esteso da includere l’attivazione di molte sorgenti diverse poste in posizioni differenti, si possa scrivere

[ H

i

2 ( ) ω ] ≈ K H 2 ( ) ( ) ω [ G

i

2 ω ]

Contributo “medio” in i delle diverse sorgenti Spettro di potenza medio delle

vibrazioni osservate in i

Effetto “medio” di

propagazione in i

che dipende dalle

caratteristiche del

sottosuolo!

(30)

[ H

i

2 ( ) ω , t ] ≈ K H 2 ( ) ( ) ω , t [ G

i

2 ω ]

Quindi lo spettro medio sull’intervallo considerato non dipenderà dalla singola sorgente (se l’intervallo è

abbastanza lungo) ma varierà comunque nel tempo

Come faccio ad eliminare la

dipendenza dal tempo?

Se potessi eliminarla potrei dedurre G da H ovvero caratterizzare la “risposta” del

sottosuolo nel sito i!!

(31)

[ H

i

2 ( ) ω , t ] ≈ K H 2 ( ) ( ) ω , t [ G

i

2 ω ] [ V

i

2 ( ) ω , t ] ≈ K V 2 ( ) ( ) ω , t [ B

i

2 ω ]

Spettro medio orizzontale Spettro medio verticale

[ ( ) ]

[ ( ) ] ( ) ( ) [ ( ) ] [ ( ) ω ω ]

ω ω ω

ω

2 2 2

2 2

2

, , ,

,

i i

i i

B G t

K

t K

t V

t H

V

H Rapporto spettrale medio

( ) t K ( ) t

K H 2 ω , ≈ V 2 ω ,

Se le sorgenti mediamente

sollecitano in uguale misura le componenti verticali e orizzontali

Allora [ ( ) ]

[ ( ) ] [ ( ) ]

[ ( ) ] [ ( ) ] [ ( ) ω ω ]

ω ω ω

ω

2 2 2

2 2

2

, ,

i i

i i

i i

B G V

H t

V

t

H ≈ ≈

Che dipende solo dalle caratteristiche del mezzo e dalla modalità di

propagazione

(32)

Andamento dei rapporti fra le ampiezze spettrali del rumore misurato sul piano orizzontale e quelle relative al moto verticale (rapporti H/V o HVSR) per le misure in figura 6. A sinistra i valori medi del rapporto spettrale per tutta la durata della misura mentre a destra le sue variazioni nel tempo

Un aspetto interessante emerge se esaminiamo il rapporto fra gli spettri di ampiezza nelle direzioni

orizzontali e verticali delle vibrazioni ambientali nello

stesso sito

(33)

Si manifesta una forma assai più persistente nel tempo!

(34)

Quindi se sono soddisfatte le assunzioni:

1. Gli spettri medi delle vibrazioni ambientali sono

calcolati per un intervallo di tempo sufficientemente lungo da includere una molteplicità di sorgenti

distribuite uniformemente attorno al sito

2. Se queste sollecitano in modo statisticamente uguale le componenti orizzontali e verticali del moto

Allora i rapporti spettrali medi H/V sono funzione solo delle caratteristiche medie (nelle diverse direzioni) del sottosuolo

Quindi da misure di rumore risulta possibile risalire alle proprietà del mezzo al netto del contributo delle

diverse sorgenti

(35)

[ ( ) ]

[ ( ) ] [ ( ) ] [ ( ) ω ω ]

ω ω

2 2 2

2

i i

i i

B G V

H

Misure di vibrazioni ambientali

Caratteristiche del sottosuolo

A questo punto, il problema è stabilire una relazione fra i

parametri meccanici del sottosuolo (Vs, Vp, densità, ecc.) e la funzione

[ ( ) ] [ 2 ( ) ω ω ]

2

i i

B G

Questa relazione deve essere stabilita per via teorica a partire da

1. Un modello di sottosuolo

2. L’identificazione delle fasi sismiche presenti nel campo di

(36)

In linea di principio, ci si può aspettare che nel campo di

vibrazioni siano presenti tutte le diverse fasi sismiche (onde P, onde S, onde di Rayleigh, Love e relativi modi superiori).

Il problema è quello di valutare il peso relativo delle diverse fasi nei diversi casi, ovvero in funzione della tipologia (media) delle sorgenti e delle caratteristiche meccaniche del mezzo attraverso cui si propagano le perturbazioni elastiche

Dato che, in generale, le onde di volume si attenuano più

rapidamente e che la maggior parte delle possibili sorgenti si

trovano alla superficie, ci si può aspettare che un ruolo dominante

sia giocato dalle onde superficiali

(37)

In molti casi, quest’ultima congettura sembra confermata dalle osservazioni soprattutto per quanto riguarda le

frequenze più basse

Vibrazioni ambientali

Terremoto

Per esempio, confrontando le ampiezze dei segnali misurati in

superficie ed in profondità

(38)

Altri studi sembrano confermare la forte e persistente

presenza di onde superficiali nelle vibrazioni ambientali

(39)

Assumendo che

1. attorno al sito esista una distribuzione uniforme di sorgenti puntuali con ampiezza casuale e indipendenti fra loro orientate con probabilità uniforme nello spazio

2. che il mezzo sia caratterizzato da eterogeneità di tipo 1D (almeno nelle vicinanze del sito per le lunghezze d ‘onda relative a ciascuna frequenza)

Informazioni in questo senso possono venire dalla

modellazione numerica

(40)

0.5 1 2 5 10 20 0

1 2 3 4

frequency (Hz)

HVSR

(c)

0.5 1 2 5 10 20

10−17 10−16 10−15

frequency (Hz) P H (m2 )

(a)

0.5 1 2 5 10 20

10−17 10−16 10−15

P V (m2 )

(b)

0.5 1 2 5 10 20

0 2000 4000 6000 8000 10000

r 2 (m)

(d)

Simulazioni numeriche

f

s

f

P

0

20

40

60

80

100

120

profondità (m)

VP VS

La posizione dei massimi dei rapporti

spettrali mostra una buona correlazione

con le frequenze di risonanza delle

onde S (f

S

=V

S

/4H, f

P

=V

P

/4H )

(41)

0.5 1 2 5 10 20 0

1 2 3 4

frequency (Hz)

HVSR

(c)

0.5 1 2 5 10 20

10−17 10−16 10−15

frequency (Hz) P H (m2 )

(a)

10−17 10−16 10−15

P V (m2 )

(b)

0 2000 4000 6000 8000 10000

r 2 (m)

(d)

Campo completo High

frequency range

(HFR) Low

frequency range (LFR)

Intermediate

frequency

range (IFR)

(42)

Effetto del contrasto di impedenza sismica

0.5 1 2 5 10 20

0 1 2 3 4

1.5 2 3 4 5

frequency (Hz)

HVSR

(c)

0.5 1 2 5 10 20

10−17 10−16 10−15

1.5 2 3

frequency (Hz) P H (m2 )

(a)

0.5 1 2 5 10 20

10−17 10−16 10−15

1.5 2 3

frequency (Hz) P V (m2 )

(b)

Increasing R

(43)

Relativa importanza delle onde superficiali

Al di sopra della frequenza di risonanza delle onde P, le onde superficiali dominano il campo d’onde (le onde di Rayleigh dominano le componenti verticali e quelle di Love le componenti orizzontali)

0.5 1 2 5 10 20

10−3 10−2 10−1 100

frequency (Hz) P H[SWM] / P H[FWM]

(a)

0.5 1 2 5 10 20

10−3 10−2 10−1 100

frequency (Hz) P V[SWM] / P V[FWM]

(b)

HFR: Dominano le onde superficiali

LFR: Altre fasi sono dominanti

(44)

0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 0

20

40

60

80

100

120

velocità (m/s)

profondità (m)

VP VS

0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800

0

20

40

60

80

100

120

velocità (m/s)

profondità (m)

VP VS

200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000

0

20

40

60

80

100

120

velocità (m/s)

profondità (m)

VP VS

Approssimazione onde superficiali

Campo completo

In generale,

considerare il campo come composto dalle sole onde superficiali rappresenta

comunque una buona

approssimazione del campo completo

almeno al di sopra

della sequenza di

risonanza delle

coperture

(45)

Effetto delle dimensioni dell’area libera da sorgenti

0.5 1 2 5 10 20

0 2 4 6 8 10

frequency (Hz)

HVSR

(c)

0.5 1 2 5 10 20

10−20 10−19 10−18 10−17 10−16 10−15

frequency (Hz) P H (m2 )

(a)

0.5 1 2 5 10 20

10−20 10−19 10−18 10−17 10−16 10−15

frequency (Hz) P V (m2 )

(b)

r

1

=0

r

1

=200 m r

1

=100 m

Le sorgenti vicine (<100 m) dominano le basse frequenze e influenzano la zona a frequenze

intermedie (Vert.): La forma della curva HVSR dipende dalle dimensioni dell’area libera

(46)

0.5 1 2 5 10 20 0

1 2 3 4

0.01 0.2

frequency (Hz)

HVSR

(c)

0.5 1 2 5 10 20

10−18 10−17 10−16 10−15 10−14

0.01↓ 0.1↓

frequency (Hz) P H (m2 )

(a)

0.5 1 2 5 10 20

10−18 10−17 10−16 10−15 10−14

0.01↓ 0.1↓

frequency (Hz) P V (m2 )

(b)

Effetto del rapporto di Poisson nello strato soffice

Increasing ν

(47)

0.5 1 2 5 10 20 0

1 2 3 4

frequency (Hz)

HVSR

(c)

0.5 1 2 5 10 20

10−18 10−17 10−16 10−15

frequency (Hz) P H (m2 )

0.5 1 2 5 10 20

10−18 10−17 10−16 10−15

frequency (Hz) P V (m2 )

Effetto dello smorzamento (Q p =1/2ξ S and Q s 1/2ξ P factors)

Decreasing

Qs

(48)

In sintesi:

1. Le vibrazioni ambientali hanno ampiezze generalmente piccole e un carattere casuale

2. Le vibrazioni ambientali sono l’effetto combinato di

sorgenti naturali e artificiali: le prime dominano le basse frequenze (<0.5/1 Hz) mentre le seconde dominano quelle alte (>1 Hz)

3. In bassa frequenza, l’ampiezza delle vibrazioni ambientali risulta stabile alla scala delle ore o dei giorni, mentre in alta frequenza questa stabilità è ristretta alla scala delle decine di minuti

4. Assai più stabili risultano i rapporti di ampiezza spettrale

fra le componenti orizzontali e verticali del moto

(49)

5. Nella misura in cui, gli spettri medi sono espressione di una molteplicità di sorgenti distribuite all’intorno del punto di misura, i rapporti di ampiezza spettrale H/V delle vibrazioni misurate dipendono essenzialmente dalle caratteristiche

meccaniche del mezzo all’interno del quale le vibrazioni si propagano

6. Le vibrazioni risultano composte in misura variabile sia da onde di volume (P ed S) che da onde superficiali (Rayleigh nella

componente verticale, Love e Rayleigh in quella orizzontale) anche se queste ultime giocano un ruolo spesso prevalente

soprattutto per le frequenze superiori alla frequenza di risonanza

delle onde P

(50)

7. Per questo motivo, le curve H/V mostrano massimi in

corrispondenza della frequenza di risonanza delle onde S, ovvero del massimo della funzione di ellitticità. In assenza di contrasti di impedenza, la curva attesa è piatta

8. L’ampiezza del massimo è proporzionale al contrasto di impedenza ma non in modo lineare

9. Comunque l’ampiezza non corrisponde all’entità dell’amplificazione attesa

10.L’ampiezza del massimo (e più in generale della curve

HVSR attorno al massimo) è influenzata da numerosi fattori (smorzamento, distribuzione delle sorgenti, coefficiente di Poisson ovvero la rapporto V P /V S ) il che lo rende un

osservabile piuttosto ambiguo anche se potenzialmente

molto informativo

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