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EFFETTI DEL DIRADAMENTO SULLA STABILITÀDEL SOPRASSUOLO E SUGLI ASSORTIMENTI LEGNOSIRITRAIBILI IN UN POPOLAMENTO DI DOUGLASIA

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(1)

– I.F.M. n. 5 anno 2002

(*) Dottore di ricerca in arboricoltura da legno, Dip. di Prod. Vegetale, Università della Basilicata.

(**) Professore ordinario di Tecnologia del legno e utilizzazioni forestali, Università della Basilicata.

(***) Dottore forestale, collaboratore esterno presso il Dip. di Prod. Vegetale, Università della Basilicata.

(****) Ricercatore presso il Dip. di Prod. Vegetale, Università della Basilicata.

LUIGI TODARO (*) - STEFANO QUARTULLI (**) - ALFREDO ROBUSTO (***) NICOLA MORETTI (****)

EFFETTI DEL DIRADAMENTO SULLA STABILITÀ DEL SOPRASSUOLO E SUGLI ASSORTIMENTI LEGNOSI

RITRAIBILI IN UN POPOLAMENTO DI DOUGLASIA

FDC 242 : 228 : 85 : 174.7 Pseudotsuga menziesii

La ricerca riguarda un popolamento di douglasia (Pseudotsuga menziesii Mirb.

Franco) di 30 anni di età, situato nella catena costiera calabrese. Lo scopo è di valutare due diversi sistemi di diradamento in riferimento alla stabilità del soprassuolo e degli assortimenti legnosi ritraibili. I diradamenti sono stati effettuati nel 1986. Lo studio, effettuato in 12 parcelle sperimentali (4 testimone, 4 selettivo e 4 geometrico-sistemati- co), mostra che, in percentuale, dal trattamento selettivo si ottiene un più elevato numero di piante stabili ed un maggiore volume di toppi da sega. Il trattamento geometrico siste- matico riporta effetti intermedi.

I

NTRODUZIONE

La scelta di sistemi di diradamento appropriati ricopre un ruolo pre- dominante nelle problematiche legate alla gestione degli impianti di conife- re. Su tale decisione influiscono diversi fattori quali l’ambiente, la specie, le scelte politico-economiche, ecc., capaci di stabilire anche le destinazioni delle produzioni legnose future.

L’omissione dei diradamenti influenza, fra l’altro, in maniera conside-

revole la stabilità dei soprassuoli artificiali (P

IUSSI

, 1986). Uno dei fattori

(2)

452

L

ITALIA FORESTALE E MONTANA

che maggiormente causano lo sradicamento e lo stroncamento delle piante è il vento che, in casi eccezionali, sottopone le piante a momento flettente elevato con susseguenti rotture a livello della chioma o del fusto (L

A

M

ARCA

et al., 1994) o delle radici (M

ATTHECK

, 2000).

Secondo tali studi, il fenomeno è legato alla stabilità delle piante che, in caso di competizione, presentano una ridotta crescita in diametro ed una contemporanea riduzione della chioma e dell’apparato radicale; la stabilità, infatti, dipende anche dalla profondità di chioma, ritenuta da L

A

M

ARCA

(1983) un importante indicatore di stabilità. Nel determinare la stabilità, l’indice maggiormente utilizzato è il rapporto di snellezza (h/d) (L

A

M

ARCA

, 1983); la stabilità delle piante aumenta al decrescere di tale rapporto e, quindi, aumenta con la bassa densità dell’impianto, naturalmente a parità di altre condizioni. A questo proposito, si è voluto indagare sull’effetto del diametro e dell’altezza nei riguardi della stabilità di un popolamento di douglasia (Pseudotsuga menziesii Mirb. Franco) in funzione dei trattamenti e sulla loro incidenza nel determinare le condizioni di stabilità.

Un altro obiettivo del lavoro consiste nella stima dei probabili volumi dei toppi da sega presenti nei vari trattamenti, a dieci anni dall’intervento, non tralasciando che la valutazione di un corretto sistema di diradamento passa, tra l’altro, attraverso considerazioni di tipo economico.

M

ATERIALI E METODI

Area di studio

L’area sperimentale si trova in località Serra Salinaro, nella foresta demaniale Pellegrina-Cinquemiglia, sulla catena costiera cosentina tra i comuni di Guardia Piemontese (CS) e Fuscaldo (CS). L’altitudine media è compresa tra 900 e 1000 m s.l.m..

Informazioni più dettagliate sono presenti in lavori svolti da alcuni Autori nelle aree interessate dalla nostra ricerca (M

ENGUZZATO

e T

ABACCHI

, 1986; M

ENGUZZATO

, 1989; C

ANTORE

e I

OVINO

, 1989).

L’impianto è stato effettuato nella primavera del 1967. Il seme è d’o- rigine americana ma la provenienza è ignota. Negli anni successivi alla piantagione sono stati eseguiti, con prontezza, i risarcimenti delle fallanze e le ripuliture delle specie infestanti. Nel 1984, un intervento di potatura ha interessato i primi 2 m del fusto. L’intervento di diradamento è avve- nuto nel 1986. I sesti d’impianto sono quadrati o rettangolari, con distan- za fra le piante variabile tra 2 m e 2,3 m, in relazione alla morfologia dei suoli.

Il disegno sperimentale è uno schema a blocchi randomizzati con tre

(3)

453 D

OUGLASIA

:

DIRADAMENTI

,

STABILITÀ SOPRASSUOLO E ASSORTIMENTI LEGNOSI

diversi sistemi di trattamento ripetuti quattro volte, per un totale di 12 par- celle. Ognuna di queste parcelle ha una superficie pari a 900 m

2

. Le tesi a confronto sono:

– testimone;

– diradamento selettivo basso, che ha rilasciato una densità pari a un s % di Hart-Becking (C

IANCIO

e N

OCENTINI

, 1978), pari a 19 con il 53% delle piante esistenti eliminate, pari al 39% dell’area basimetrica;

– diradamento geometrico-sistematico, effettuato mediante l’asportazione di una fila su tre, con il 33% delle piante esistenti eliminate, pari al 31%

dell’area basimetrica.

Descrizione delle prove e misure realizzate

Nella primavera del 1997 è stato eseguito il cavallettamento totale delle dodici parcelle. In particolare, i rilievi sono consistiti nella misura del diametro ad 1,30 m da terra di tutte le piante presenti, nella valutazione della condizione vegetativa e nella misura dell’altezza totale di un campione di piante.

In seguito, per ogni trattamento considerato, sono stati calcolati i prin- cipali parametri dendrometrici: numero di piante ad ettaro, area basimetri- ca, diametro medio, volume unitario e volume totale. I valori del volume sono stati stimati mediante cubatura per sezioni sugli alberi in piedi con le procedure di seguito specificate. I parametri dendrometrici del popolamen- to al 1984 ed al 1986 (prima e dopo il diradamento) sono stati estrapolati dalle pubblicazioni di M

ENGUZZATO

e T

ABACCHI

(1986) e M

ENGUZZATO

(1989).

Tavola di cubatura ad un’entrata

Per il popolamento in esame esistono le tavole di cubatura predisposte da M

ENGUZZATO

e T

ABACCHI

(1986). Si è ritenuto opportuno, tuttavia, con i diametri e le altezze che raggiungono valori elevati, costruire una nuova tavo- la di cubatura ad un’entrata, con le altezze indicative per classe diametrica.

Per la costruzione della tavola di cubatura ad un’entrata dell’intero popolamento, sono stati misurati 405 alberi modello in piedi, distribuiti nelle parcelle e proporzionalmente nelle varie classi di diametro. Per ognuna delle 12 parcelle, quattro per blocco, è stata considerata un’area di saggio (sub-parcella) di 300 m

2

in cui sono stati compiuti i rilievi di seguito descritti.

Per ogni pianta è stato misurato il diametro a 0,5 m, a 1,30 m, a 2 m,

l’altezza relativa alla sezione lungo il fusto di diametro pari a 20 cm e l’al-

tezza totale. Il rilievo dell’altezza del corrispondente diametro pari a 20 cm

(4)

454

L

ITALIA FORESTALE E MONTANA

è stato possibile mediante l’utilizzo di un’asta metrica graduata e di un cavalletto ottico («Pentaprisma»).

La costruzione della curva ipsometrica del popolamento è stata effet- tuata utilizzando le altezze degli alberi modello.

Il calcolo dei volumi è stato realizzato per sezioni, applicando la for- mula di Smalian: il primo toppo era compreso tra la sezione a terra e la sezione a 1,30 m, il secondo tra 1,30 m e 2 m, il terzo tra 2 m e l’altezza cor- rispondente alla sezione di diametro pari a 20 cm. L’ultima parte della pian- ta è stata considerata come un cono avente un diametro di base pari a 20 cm e per altezza la differenza tra quella totale e quella corrispondente a 20 cm di diametro.

In seguito è stata compensata la curva «diametro a 1,30 – volume»

mediante l’equazione di una parabola quadratica (Fig. 1).

La tavola di cubatura illustrata nella tabella 1 è il risultato finale.

y = 0,0008x2 + 0,0001x - 0,0739 R2 = 0,9585

0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4 1,6 1,8 2,0

0 10 20 30 40 50 60

Diametro (cm) Volume del fusto intero (m3 )

Figura 1 – Valori osservati ed equazione del volume del fusto intero in funzione del diametro a 1,30 m.

– Stem volume (observed values and regression equation) as a function of stem diameter at breast height.

(5)

455 D

OUGLASIA

:

DIRADAMENTI

,

STABILITÀ SOPRASSUOLO E ASSORTIMENTI LEGNOSI

La stabilità del popolamento

La variazione della stabilità complessiva dei popolamenti è stata analiz- zata considerando una metodologia che pone in relazione il rapporto di snellezza con le classi di diametro (L

A

M

ARCA

, 1983). A tal proposito, per ogni trattamento, sono state costruite le curve ipsometriche al 1997, utiliz- zando le altezze dei 405 alberi modello.

Per ciascuna classe diametrica è stata determinata l’altezza totale corri- spondente, utilizzando le equazioni delle curve ipsometriche proprie d’ogni trattamento. Il rapporto tra le altezze così ottenute ed il valore del diametro

Tabella 1 – Tavola di cubatura ad un’entrata.

– Single entry volume table.

D (1,30 m) Altezza (m) V. del fusto intero (m3)

10 16,5 0,005

11 17,5 0,022

12 18,0 0,040

13 19,0 0,060

14 19,5 0,082

15 20,0 0,105

16 20,5 0,129

17 21,0 0,156

18 21,5 0,184

19 22,0 0,213

20 22,5 0,244

21 23,0 0,277

22 23,0 0,311

23 23,5 0,347

24 24,0 0,385

25 24,5 0,424

26 24,5 0,464

27 25,0 0,507

28 25,5 0,551

29 25,5 0,596

30 26,0 0,643

31 26,0 0,692

32 26,0 0,742

33 26,5 0,794

34 27,0 0,848

35 27,0 0,903

36 27,5 0,959

37 27,5 1,018

38 28,0 1,078

39 28,0 1,139

40 28,5 1,202

41 28,5 1,267

42 28,5 1,333

43 29,0 1,401

44 29,0 1,471

45 29,5 1,542

48 30,0 1,774

(6)

456

L

ITALIA FORESTALE E MONTANA

della classe corrispondente ha permesso di calcolare il rapporto di snellez- za. Sono state calcolate, inoltre, il numero e la percentuale di piante stabili

«aventi» un coefficiente di snellezza inferiore a 90.

Stima degli assortimenti ritraibili nei vari trattamenti

Il calcolo della ripartizione in assortimenti è avvenuto sulla base delle seguenti ipotesi:

– il tronco da sega è stato suddiviso in toppi aventi 4 m di lunghezza e almeno 20 cm di diametro sopra corteccia in punta;

– non si è tenuto conto della presenza di rami lungo il fusto;

– la ripartizione è avvenuta tra due categorie assortimentali, una rappre- sentata dai toppi da sega ed una da «altri assortimenti», includendo in questa voce le sottomisure ed il cimale.

Utilizzando i valori relativi alla cubatura per sezioni, effettuata nelle sub- parcelle, sono stati calcolati i volumi unitari ed i successivi volumi totali.

È stato, quindi, stimato il diametro a metà dei toppi di 4 m, ricavabile da ciascun fusto. Si è trattato di stimare il diametro a 2 m, a 6 m, a 10 m ed a 14 m. A tale scopo, per ogni classe di diametro e per ogni trattamento, sono state predisposte le equazioni lineari, calcolate sperimentalmente nelle sub-parcelle, per l’individuazione del diametro (Y), in funzione dell’altezza lungo il fusto (x) dei singoli toppi da sega (Tab. 2). Tali equazioni sono state realizzate ponendo in ascissa i valori di altezza da terra di ogni albero: 0,5 m, 1,30 m, 2 m e l’altezza totale, in ordinata, la metà (raggio) dei corrispon- denti valori di diametro. Tali equazioni non hanno la pretesa di chiarire il complesso fenomeno dei profili dei fusti di douglasia (C

ORONA

e F

ERRARA

1986; C

ORONA

e F

ERRARA

, 1987; B

IGING

e G

ILL

, 1996), ma hanno soltanto

Tabella 2 – Equazioni lineari per l’individuazione dei diametri attesi dei toppi da sega in funzione dei trattamenti.

– Regression equations for estimating saw log diameters in the different treatments.

Diametro (1,30 m) Testimone Selettivo Geometrico-sistematico

24 Y=-0,56x+12,968 Y=-0,55x+13,266 Y=-0,5446x+13,135 27 Y=-0,5917x+14,659 Y=-0,5813x+14,609 Y=-0,5833x+14,683 30 Y=-0,6397x+16,195 Y=-0,6253x+16,379 Y=-0,6175x+16,231 33 Y=-0,6921x+18,045 Y=-0,6468x+17,555 Y=-0,6342x+17,478 36 Y=-0,7674x+16,187 Y=-0,6903x+19,066 Y=-0,6999x+19,425 39 Y=-0,7250x+20,358 Y=-0,735x+20,358 Y=-0,745x+20,365

42 Y=-0,773x+21783 Y=-0,763x+21783

45 Y=-0,8032x+23,52

48 Y=-0,8722x+25,282

(7)

457 D

OUGLASIA

:

DIRADAMENTI

,

STABILITÀ SOPRASSUOLO E ASSORTIMENTI LEGNOSI

lo scopo di individuare un procedimento semplice e speditivo per la cuba- tura in assortimenti del popolamento esaminato.

Sostituendo alla x il valore d’altezza di 2 m, di 6 m, di 10 m e di 14 m (diametro a metà dei singoli toppi da sega), è stato stimato il raggio a metà del toppo da sega. Con calcoli successivi unitari (per pianta) e totali (per numero di piante per ogni classe), si è giunti ad una stima del volume dei toppi da sega per l’area di saggio e ad ettaro, per ogni trattamento. Sot- traendo al volume totale il volume dei toppi da sega ricavabili, è stato otte- nuto il volume degli altri assortimenti.

R

ISULTATI E DISCUSSIONI

Nelle tabelle 3 e 4 sono riportati i dati relativi al 1986 prima del dira- damento, la sua entità e le condizioni del popolamento dieci anni dopo. La situazione al 1997 è corredata dai risultati del test di Duncan per valutare l’eventuale significatività delle differenze tra le tesi in termini di area basi- metrica ad ettaro, diametro medio e volume ad ettaro. La discussione dei dati scaturiti è oggetto di un lavoro precedente (T

ODARO

, 1999).

Stabilità dei popolamenti

Sotto il profilo climatico, una particolare menzione merita il vento umido che, spirando da ponente, è presente quasi tutto l’anno. Questo vento, tuttavia, è raramente pericoloso per la stabilità dei popolamenti di douglasia; più temibili sono i venti che spirano dalla cima dei versanti verso il mare che si originano improvvisamente, per differenze di temperatura e pressione, tra le zone marine e montane. In aree particolarmente ventose e soggette a nevicate, come la catena costiera calabrese, un numero conside- revole di piante di douglasia è stato danneggiato da tali fenomeni meteorici, soprattutto nelle valli in cui la possibilità di moti turbolenti è più elevata (P

ACI

, 1997).

È stato osservato in alcuni casi che, anche laddove la densità dell’im-

pianto non era eccessiva, si sono avuti fenomeni di schianto. Questo signi-

fica che, in aree particolari ed in presenza di eventi eccezionali, anche

piante con un rapporto di snellezza basso possono essere soggette a

schianti o sradicamenti. Per questa motivazione, ed in considerazione

delle intrinseche caratteristiche quali fattori genetici, natura del suolo,

ecc., i dati devono essere sempre rapportati alle aree studiate e, comun-

que, deve essere chiaro che i valori di soglia del rapporto di snellezza

sono, nel nostro caso, assolutamente indicativi e non estensibili ad altre

aree geografiche.

(8)

Tabella 3– Caratteristiche delle parcelle sperimentali prima e dopo il diradamento. – Characteristics of experimental plots before and after thinnings. Situazione al 1986, prima del diradamentoEntità del diradamento (1986)Situazione dopo il diradamento (1986) BloccoTrattamentoPiante viveG dgVPiante viveG dgVPiante viveG dgV n./ham2/hacmm3/han./ham2/hacmm3/han./ham2/hacmm3/ha 1Testimone164439,4717,7296,80000164439,4717,7296,8 2Testimone181142,4119,5316,20000181142,4119,5316,2 3Testimone146741,1521,3311,60000146741,1521,3311,6 4Testimone165641,0220308,50000165641,0220308,5 Valori medi16454120308000016454120308 1Selettivo223343,7617,8322,4117816,7215,2118,5105527,0720,4203,9 2Selettivo205544,4118,7329,694416,3916,8116,3111128,0220,2213,4 3Selettivo216645,6918,5338,6125518,0515,312891127,6422,2210,7 4Selettivo203346,9419,3351,3116619,8216,6144,286727,1222,5207,1 Valori medi21224519335113618161279862721209 1Geom-sist.162233,5118,3247,74669,9318,673,5115623,5818,2174,1 2Geom-sist.167837,4519278,757811,521884,6110024,7519,1184,7 3Geom-sist.205543,6818,6324,173314,0917,7103,6132229,5919220,6 4Geom-sist.186645,719,9343,462214,4819,4108,4124431,2220,2235 Valori medi1805401929860013189312062719204

(9)

Tabella 4–Caratteristiche delle parcelle sperimentali al 1997. – Characteristics of experimental plots in 1997. Situazione al 1997 Blocco Area diTrattamentoPiante viveG dgVG tot.V tot. saggion./ham2/hacmm3/ham2/ham3/ha 13Testimone146756,7022,2459,71056,70459,710 213Testimone123350,5022,8439,92050,50439,920 315Testimone104448,0024,2395,02048,00400,820 422Testimone124449,9022,6451,94049,90451,940 Valori medi124751,28 a23,0 a436,648 ab51,28438,098 18Selettivo103354,6025,9499,34071,32617,840 217Selettivo90044,8025,2428,45061,19544,750 326Selettivo83347,8027,0423,45065,85551,450 46Selettivo84451,5027,9460,96071,32605,160 Valori medi90349,68 ab26,5 b453,050 b67,42579,800 110Geom-sist.85633,3022,2277,41043,23350,910 214Geom-sist.85637,2023,5320,94048,72405,540 329Geom-sist.101152,1025,6462,66066,19566,260 47Geom-sist.91143,5024,6388,03057,98496,430 Valori medi90941,53 b24,0 a362,260 a54,03454,785 * I valori medi contrassegnati dalle stesse lettere non sono significativamente differenti per p<0,05.

(10)

460

L

ITALIA FORESTALE E MONTANA

Nella nostra ricerca ci siamo limitati ad individuare l’effetto del dia- metro e dell’altezza sulla stabilità dei popolamenti in funzione dei tratta- menti e a descrivere quantitativamente la loro influenza sulle condizioni di stabilità.

Rapporto di snellezza in funzione delle classi di diametro

La distribuzione degli alberi per classi di diametro al 1997 è illustrata in figura 2.

Servendoci delle equazioni perequatrici delle curve ipsometriche pro- prie di ogni trattamento, è stata individuata l’altezza attesa delle piante per classe di diametro, in modo da rapportarla al diametro corrispondente e calcolare il rapporto di snellezza per classe e per trattamento (Tab. 5). Sia numericamente sia in percentuale, il trattamento selettivo mostra migliori condizioni di stabilità. Si osserva, infatti, che esiste una differenza statisti- camente significativa tra i valori medi percentuali del trattamento testimo- ne (16,5% di piante stabili) e quelli del trattamento selettivo (38,8%),

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450

10 15 20 25 30 35 40 45

Diametro

N. alberi/ha

Testimone Selettivo Geom-sis

Figura 2 – Distribuzione del numero di piante ad ettaro per classi diametriche al 1997.

– Stem diameter distribution (ha-1) in 1997.

(11)

Tabella 5– Stabilità del popolamento in funzione dei trattamenti. – Stability of stands in different treatments. TestimoneSelettivoGeometrico-sistematico d 1,30 mhh/d p/hahh/dp/hah h/d p/ha 58,6011,3811,99 1015,40154,023617,0117,26172,5625 1519,38129,2023320,30135,334420,33135,56203 2022,20111,0241922,63113,1719722,52112,59222 2524,3997,5735324,4497,7831124,2196,85231 3026,1887,2713925,9286,4226125,6085,32133 3527,6979,136127,1877,647526,7776,4864 4029,0072,51628,2670,651127,7869,4525 4529,2264,92328,6863,726 N. alberi/ha1247903909 % di alberi stabili16,5 b38,8 a25,1 ab N. di alberi stabili206350228 * I valori medi contrassegnati dalle stesse lettere non sono significativamente differenti per p<0,05.

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462

L

ITALIA FORESTALE E MONTANA

mentre quello geometrico sistematico (25,1%) non differisce statistica- mente da nessun trattamento.

In tutti i trattamenti considerati, la classe diametrica «soglia» è in corrispondenza del valore 30 cm (evidenziato in grassetto). Per classi infe- riori a questo valore tutte le piante sono instabili. Le diverse percentuali di piante stabili nascono dal diverso andamento delle curve del numero di piante in funzione del diametro, come evidenziato in figura 2; il tratta- mento testimone presenta una curva sensibilmente spostata a sinistra rispetto agli altri due e, quindi, un maggior numero di piante nelle classi di diametro piccolo.

Dall’analisi dei dati ottenuti, sembra opportuno rilevare l’importanza di un tempestivo intervento che riduca la densità dell’impianto. Il diametro delle piante non cresce nella stessa misura rispetto all’incremento in altezza;

il rapporto di snellezza di popolamenti fitti, quindi, tenderà ad essere forte- mente sbilanciato verso l’instabilità. I catastrofici eventi meteorici del dicembre 1999, abbattutisi sui boschi di molti Stati europei, lo confermano.

Il diradamento può anche provocare una maggiore conicità del fusto, come asserisce F

ERRARI

(1989); tuttavia, è certamente più conveniente, entro certi limiti, avere una piccola variazione di rendimento di segagione piuttosto che un notevole quantitativo di piante abbattute con conseguenti gravissimi danni sull’intero ecosistema.

Stima degli assortimenti ritraibili

Mediante le procedure descritte in precedenza, è stata effettuata la stima del probabile diametro degli eventuali toppi da sega ricavabili per ogni trattamento. Una volta stimati i diametri a metà dei toppi, è stato possibile determinare i volumi attesi, unitari (per ogni albero) e comples- sivi, dei tronchi da lavoro per trattamento. In seguito, sono stati sottratti ai volumi del fusto intero, calcolati in precedenza, i volumi del tondame da sega, ricavando dei valori finali che rappresentano il volume degli altri assortimenti.

La procedura di calcolo è stata effettuata per ognuna delle 12 parcelle ed i dati scaturiti sono stati sottoposti ad analisi della varianza. I risultati (Tab. 6) evidenziano che, rispetto al volume totale, la percentuale del volu- me da sega ritraibile dalle aree diradate con criteri di tipo selettivo (62,2%) è significativamente più alta rispetto a quella delle aree testimone (47,5%).

Il trattamento geometrico sistematico fornisce risultati statisticamente inter- medi (56,2%).

Il popolamento diradato selettivamente presenta circa 75 m

3

/ha di

toppi da sega in più rispetto al popolamento testimone ed al popolamento

(13)

463 D

OUGLASIA

:

DIRADAMENTI

,

STABILITÀ SOPRASSUOLO E ASSORTIMENTI LEGNOSI

Tabella 6 – Stima del volume per categorie di assortimento in funzione dei trattamenti.

– Estimate of volume assortments in different treatments.

Testimone

Blocco Parcella Vol. tot (m3) Vol. da sega (m3) Vol. da sega (%) Vol. altri assortimenti (m3)

1 3 459,710 201,050 43,7 258,660

2 13 439,920 201,240 45,7 238,680

3 15 395,020 214,360 54,3 180,660

4 22 451,940 209,530 46,4 242,410

Valori medi 436,648 206,545 47,5 a 230,103

Selettivo

Blocco Parcella Vol. tot (m3) Vol. da sega (m3) Vol. da sega (%) Vol. altri assortimenti (m3)

1 8 499,340 293,376 58,8 205,964

2 17 428,450 230,957 53,9 197,493

3 26 423,450 279,373 66,0 144,077

4 6 460,960 322,672 70,0 138,288

Valori medi 453,050 281,595 62,2 b 171,456

Geometrico-sistematico

Blocco Parcella Vol. tot (m3) Vol. da sega (m3) Vol. da sega (%) Vol. altri assortimenti (m3)

1 10 277,410 137,7 49,6 139,710

2 14 320,940 162,862 50,7 158,078

3 29 462,660 298,904 64,6 163,756

4 7 388,030 231,921 59,8 156,109

Valori medi 362,260 207,847 56,2 ab 154,413

* I valori medi contrassegnati dalle stesse lettere non sono significativamente differenti per p<0,05

trattato con diradamento geometrico sistematico. Attualmente, in base ad informazioni assunte nell’area calabrese, i toppi da sega di douglasia sono venduti, all’imposto, ad un prezzo variabile tra 61.97 e 77.47 € alla tonnel- lata, mentre gli assortimenti per triturazione sono venduti ad un prezzo oscillante tra 15.49 e 25.82 € alla tonnellata. I tondelli, il cui diametro oscil- la tra i 12 ed i 18 cm, hanno un prezzo che varia tra 41.32 e 51.65 € alla tonnellata.

Considerando che si ottengono circa 75 m

3

/ha in più, con la massa

volumica allo stato fresco per la douglasia calcolata mediamente in 750

kg/m

3

(G

IORDANO

, 1981), si ha un valore di circa 56 t; il maggior ricavo

ottenuto con il trattamento selettivo, fissando il valore medio in 70 €

alla tonnellata, è di quasi 4.000 € ad ettaro. Questo dato, tuttavia, è un

risultato economico parziale, tenuto conto che i costi dei diradamenti

(14)

464

L

ITALIA FORESTALE E MONTANA

possono non aver compensato i maggiori ricavi. Il risultato ottenuto è, in ogni caso, da non sottovalutare nella pianificazione degli impianti di douglasia, poiché è stato raggiunto in soli 10 anni dall’intervento di dira- damento.

C

ONCLUSIONI

Il valore di macchiatico non sempre positivo, dovuto anche alla man- canza di rete viaria adeguata, la carenza di meccanizzazione e la difficoltà di collocazione sul mercato meridionale del prodotto intercalare rappre- sentano le cause preponderanti della mancata applicazione dei dirada- menti.

Oculate strategie nel settore forestale potrebbero fornire soddisfacenti vantaggi nel breve e nel lungo periodo. Un modello colturale di gestione dei popolamenti artificiali meridionali, possibilmente flessibile (N

OCENTINI

e P

ROFILI

, 1995), che tenga conto della multifunzionalità che una foresta può ricoprire, è indispensabile per i numerosi territori occupati da dougla- sia. Unitamente agli aspetti biologici, non si possono trascurare gli aspetti economici derivanti dalla raccolta e commercializzazione degli assortimenti ritraibili.

La nostra ricerca, limitata ad uno specifico territorio calabrese, eviden- zia alcuni aspetti negativi che la mancanza di diradamenti appropriati può provocare. L’omissione o i ritardi con i quali si applicano i diradamenti pos- sono causare gravi danni ai popolamenti artificiali di conifere principal- mente in termini di stabilità.

In definitiva, nell’ambito del nostro studio, il trattamento selettivo ha mostrato i migliori risultati da un punto di vista gestionale, soprattutto in confronto al trattamento testimone. Con il diradamento, la stabilità com- plessiva del popolamento è migliorata, fornendo, inoltre, un maggiore apporto quali-quantitativo di legname da sega.

R

INGRAZIAMENTI

Si ringraziano i Proff. O. La Marca e P. Corona per gli utili consigli forniti durante il lavoro e per la revisione critica del testo. I Proff. G.

Menguzzato e F. Iovino per la disponibilità delle parcelle sperimentali.

(15)

465 D

OUGLASIA

:

DIRADAMENTI

,

STABILITÀ SOPRASSUOLO E ASSORTIMENTI LEGNOSI

SUMMARY

Effects of different thinning regimes on stand stability and timber assortments in a Douglas-fir forest

The effect of different thinning regimes (selective and geometric thinning) on the stability of trees and timber assortments has been studied in a 30-years old Douglas fir stand (Pseudotsuga menziesii Mirb. Franco) located on the coastal range in Calabria (Italy). Thinning has been carried out in 1986 and measurements have been done in 1997 in twelve experimental plots (4 controls, 4 selective thinning plots and 4 geometric thinning plots). A higher stand stability and a higher amount of saw log assortments have been found in plots subjected to selective thinning. Stand stability and saw log volume were intermediate in the geometric thinning regime.

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Università degli Studi della Basilicata, Potenza.

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