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«Ripresa, le aziende devono poter avviare le riorganizzazioni»

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18-07-2020 4

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11S

«Ripresa, le aziende devono poter avviare le riorganizzazioni»

a ripresa, che tutti ci auguriamo, sarà possibile solo se le aziende avvieran- no e realizzeranno le ineludibill riorgan'zzazioni imposte dai mercati e queste riorganizzazio- ni, purtroppo, comporteranno una inevitabile riduzione della forza lavoro, quella non più utiliz- zabile, che - se rimanesse in carico alle imprese - ne ostacolerebbe la riorganizzazione.

Per questo - ha detto Arturo Maresca, ordinario di diritto del Lavoro all'università «Sapienza»

di Roma, e da più di 4o anni con- sulente delle imprese - il blocco dei licenziamenti, che ha già rag- giunto una durata di cinque me- si, non può andare oltre i13.7 ago- sto, anche come segnale di un ri- torno alla normalità. Se invece per valutazioni politiche si deci- derà di non affrontare il proble- ma occupazionale, optando per una nuova proroga del divieto, occorrerà calibrare l'intervento in modo graduale vista la neces- sità di equilibrare sul piano co- stituzionale la tutela dell'occu- pazione con l'iniziativa econo- mica privata.

Professore, cosa intende per intervento graduale?

Oggi il divieto di licenziare, le- gato alla concessione della cassa integrazione d'emergenza, vale per tutti i recessi datoriali eco- nomici sia individuali che col- lettivi. È perciò generalizzato e non tiene conto di specifiche si- tuazioni. Una nuova proroga, a mio avviso, dovrebbe intanto esentare dalla stretta i casi di fallimento visto che l'impresa purtroppo non c'è più. Il blocco dei licenziamenti, poi, non do- vrebbe riguardare neppure i casi di chiusura dell'azienda per ces- sazione dell'attività che non de- ve essere riferita solo alla cessa- zione totale dell'attività, ma oc- corre riferire anche alle fattis- pecie relative a cessazioni parziali dell'attività legate a unità produttive autonome, ad esempio singoli stabilimenti. E evidente infatti che in questi ca- si non ci sono possibilità di ri- presa in quel sito produttivo e, quindi, la stessa cassa integra- zione è obiettivamente inadatta.

Sui licenziamenti individuali?

Certo, è necessario inoltre con- sentire i licenziamenti indivi-

duali per giustificato motivo og- gettivo anche in considerazione del fatto che questi recessi, per legge, non possono interessare più di quattro lavoratori in 120 giorni. Ciò consentirebbe so- prattutto alle Pmi di apportare modifiche organizzative con in- terventi, dolorosi, ma micro.

L'esenzione dal blocco dei licen- ziamenti deve poi riguardare tutti i licenziamenti che sono se- guiti da una conciliazione che in- dica la sussistenza di una scelta condivisa di uscita dal lavoro.

Un tema delicato sono !licen- ziamenti collettivi...

Non c'è dubbio, e, per me, do- vrebbero essere consentiti, dal18 agosto, se c'è un accordo sindaca- le. In questo modo si crea anche un equilibrio con le norme del de-

GIUSLAVORISTA Arturo Maresca è ordinario di diritto del Lavoro all'università

«Sapienza» di Roma

cretoliquiditàsull'accesso agevo- lato al credito quando la riduzio- ne del personale è condivisa con il sindacato.

Troppe eccezioni al divieto?

No. Rimarrebbero bloccati tutti i licenziamenti individuali sopra le quattro unità e i collettivi, se non c'è accordo sindacale.

E per chi esce dall'azienda?

Ecco questa è la vera sfida che ha di fronte il governo: occorre po- tenziare la Naspi (la nuova in- dennità di disoccupazione, ndr) e l'assegno di ricollocazione, fa- cendo decollare effettivamente le politiche attive, attraverso una strategia mirata di sostegno alla ricollocazione delle persone che perderanno il lavoro e che non possono essere lasciate sole, ma neppure in carico alle aziende.

Siamo di fronte a un bivio: serve il coraggio di abbandonare vec- chi strumenti ed invece investire diversamente le risorse su misu- re innovative anche di orienta- mento e formazione affidate alla sapiente regia di soggetti com- petenti, perché le persone si di- fendono nel mercato dellavoro, non con sussidi temporanei.

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