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volume 20, numero 3, 2005

Microbiologia Medica 197

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VALUTAZIONE DELL’IMPORTANZA DELL’HPV DNA TEST PER LA PREVENZIONE DEL CANCRO CERVICALE

Carcheri M.,Ventura A., Caci E., Graziani G., Lacitignola G., Oliveri C., Riva R.

Laboratorio Analisi Azienda Ospedaliera “Villa Scassi”, corso O. Scassi,1, 16149 Genova

Introduzione: Lo scopo dello studio è stato quello di valuta-re la percentuale di positività e la distribuzione dei genotipi di HPV in un gruppo di donne sottoposte ad indagini

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volume 20, numero 3, 2005

Microbiologia Medica 198 che per la prevenzione del carcinoma cervicale correlando la

positività ottenuta con i risultati della diagnostica citologica. Metodi: Sono state esaminate 446 donne (301 citologia nor-male, 94 LSIL e 51 HSIL) presentatesi presso i nostri ambu-latori per indagini di prevenzione del carcinoma della cervice. I campioni sono stati raccolti mediante cyto-brush endocervica-le e successivamente sottoposti ad indagine moendocervica-lecolare median-te il median-test HPV Screen (Nuclear Laser Medicine srl) che rileva la presenza di vari tipi di papillomavirus umani tipizzandoli. Risultati: La prevalenza totale dell’HPV DNA nel gruppo studiato è risultata del 34.3% (153/446); nel gruppo delle donne a citologia normale del 19.3% (58/301) e in quello delle pazienti con HSIL delll’80.4% (41/51).La prevalenza maggiore (39%) è stata riscontrata nella fascia di età compre-sa tra i 20-30 anni, mentre l’età media delle pazienti con dia-gnosi di HSIL è risultata di 37 anni. Delle 153 donne positive all’indagine molecolare, 23 (15%) sono risultate infettate da HPV a basso rischio, 116 (75.8%) da virotipi ad alto rischio e 14 (9%) con entrambi. Delle 116 donne positive per HPV ad alto rischio, 47 (40.5%) sono risultate infettate da HPV 16. Conclusione: La percentuale di positività e la distribuzione dei genotipi virali sono risultate sostanzialmente analoghe a quanto riportato in letteratura. L’aver riscontrato la presenza di HPV DNA nel 19.3% delle situazioni di diagnosi citologica negativa sottolinea i limiti, già ampiamente documentati, dello screening primario eseguito con il solo Pap test. I test moleco-lari, in associazione con una scrupolosa indagine citologica, potrebbero pertanto individuare anche infezioni allo stadio ini-ziale o tenute sotto controllo dal sistema immunitario, e migliorare quindi la diagnosi precoce di cervicocarcinoma.

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