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volume 20, numero 3, 2005

Microbiologia Medica 173

059

INCIDENZA DI INFEZIONE DA CHLAMYDIA TRACHOMATIS IN DIFFERENTI CAMPIONI BIOLOGICI: CONFRONTO FRA DUE METODI Archenti A., Ibba C., Cabrini E.

Ospedale S. Giuseppe, Milano

Oggetto dello studio della durata di sei mesi, Gennaio-Giugno 2005, sono state le infezioni a trasmissione sessuale causate da Chlamydia Trachomatis.

Nei vari paesi occidentali compresa l’Italia, la prevalenza dell’infezione in soggetti giovani asintomatici di entrambi i sessi varia tra il 5 e il 20%, in donne asintomatiche è del 5% (con evoluzione in cerviciti nel 33% dei casi e in uretriti con una percentuale del 15-25), in donne gravide del 4%, in donne con malattia infiammatoria pelvica del 20% e in uomi-ni con uretriti non gonococciche oscilla fra il 30 e il 50% (30% prostatiti croniche e vescicoliti e 70% epididimiti-orchiti). La diagnosi di tali infezioni non può prescindere

dall’apporto del dato di laboratorio.

A tale scopo, considerando un’esperienza precedente ove 99 campioni comprensivi di tamponi endocervicali e uretrali saggiati con metodo IFA (immunofluorescenza diretta-Biomerieux) con una percentuale di positività riscontrata pari a zero, 95 campioni sono stati analizzati utilizzando come metodica di confronto la tecnologia PCR (amplifica-zione genica)-Roche.

La percentuale di positività riscontrata pari al 7%, tra l’altro perfettamente paragonabile ai dati di letteratura, ha permes-so di fare la seguente considerazione, e più precisamente che le ottime sensibilità e specificità della metodica PCR (90-98%) rispetto al metodo IFA (80-90), così come la ripetibili-tà dei dati (l’immunofluorescenza è fortemente influenzata dall’esperienza dell’operatore), consentono di ritenerlo un metodo estremamente valido e potenzialmente adatto per effettuare un programma di screening riguardante l’infezio-ne, soprattutto in soggetti asintomatici o con grave esordio della malattia.

Ciò pertanto è di stimolo nel proseguimento dello studio per il cui approfondimento futuro saranno analizzate nello speci-fico e separatamente le differenti classi di campioni biologi-ci su cui è stato standardizzato il metodo.

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