Un vero viaggio non è cercare nuove terre ma avere nuovi occhi.
Marcel Proust
Questo libretto nasce da un laboratorio nell'ambito del progetto
“Lavori in Comune”, una settimana di volontariato per le persone, per il Comune di Ravenna, rivolto a ragazzi e ragazze dai 14 ai 18 anni. Sotto la guida di Anita Guardigli dell'Associazione Asja Lacis, abbiamo svolto una ricerca sul territorio di Marina di Ravenna tra passato e presente. Abbiamo visitato i luoghi significativi di Marina e in seguito abbiamo consultato la bibliografia della biblioteca “Ada Ottolenghi”, da cui abbiamo preso le informazioni. In questo libretto abbiamo raccontato i luoghi di Marina di Ravenna dal nostro punto di vista.
VIA D'ALAGGIO
La via costeggiava il percorso del Candiano da Ravenna al mare. Una via costeggiata dai caratteristici pini che secondo D'Annunzio ne facevano, insieme al porto canale, una delle strade più belle d'Italia.
Su questa via sorgevano diversi edifici, alcuni oggi scomparsi in seguito agli interventi di ampliamento del Candiano. Questi edifici, come ad esempio la trattoria Uciletti, contribuivano sicuramente a movimentare la zona, oggi occupata da sole attività industriali. Una strada viva, centrale per le attività portuali e i traffici. Più vicini a Marina di Ravenna, oltre a un caseggiato detto “Case Lunghe”, vi erano tre edifici chiamati Marchesato, Fabbrica Vecchia e Casa dei Dosi
CASA DEI DOSI
Quella dei Dosi era una famiglia proveniente dall'entroterra, più precisamente da Massa Lombarda, un paesino tra Bologna e Ravenna; si presero carico della gestione della zona valliva.
La casa, affacciata sul canale dei Piomboni, era poco distante dalla Fabbrica Vecchia. Davanti alla casa bisogna immaginarsi un punto di ancoraggio per le barche dei pescatori, una banchina dalla quale i Dosi partivano per raggiungere la Pialassa della quale si occupavano. Negli anni '60, la casa fu smantellata per far spazio ai cantieri della zona.
MARCHESATO
Il Marchesato, eretto nel 1781, apparteneva alla nobile famiglia dei Cavalli i quali vi trasferirono la loro attività. In origine era destinato a diversi usi, infatti al piano terra vi era l'osteria a cui si accedeva attraverso la porta principale. Oltre all'osteria vi era una bottega con annesso magazzino e cantina. Sul lato sud si poteva trovare una chiesa dedicata a Maria e ai Santi Andrea e Antonio. Al piano superiore vi erano solai, usati come ripostigli, e le stanze dei marchesi. L'architettura dell'edificio, ampio e spazioso, ci fa capire quanto fosse centrale il porto a quell'epoca.
FABBRICA VECCHIA
La Fabbrica Vecchia, anche detta “Il Casone della Sanità”, fu eretta nel 1762. L'appellativo “fabbrica” non è dovuto ad un'attività svoltasi all'interno dell'edificio, ospitava infatti la dogana, un'osteria e la Sanità marittima, cioè la moderna Capitaneria di Porto. Alla sommità del tetto vi era una lanterna, che per prima svolse la funzione di faro. Quando il faro venne trasferito nel nuovo edificio vicino alla bocca del porto, i due fabbricati vennero convertiti in condomini. Nel 1979 nacque una fondazione chiamata “Comitato per la salvaguardia della Fabbrica Vecchia e del Marchesato” con l'obbiettivo di ristrutturare i due edifici per renderli un punto d'interesse culturale, didattico e turistico. Questo progetto, purtroppo, non è stato ancora realizzato.
MERCATO DEL PESCE
Nel 1865 il mercato del pesce si trasferì ai margini del Piazzale del Faro, lungo la banchina del Candiano, diventando così il centro della vita portuale di Marina e Porto Corsini.
Negli anni precedenti all'ultimo conflitto mondiale, il mercato era uno dei più importanti dell'Adriatico. La fornitura avveniva, oltre che da parte dei pescatori locali, anche dai chioggiotti. La compravendita del pesce si svolgeva attraverso aste a calare.
Verso gli anni '70 del '900 si ebbe una prima fase di declino dovuta alla scarsità delle specie ittiche che provocò l'allontanamento dei pescatori esterni, lasciando il mercato ai soli pescatori locali. Si ebbe un ulteriore declino negli anni '90 con lo scioglimento delle principali cooperative marittime
“Biagio Crociati” e “Sub-Pesca”, assegnando quindi la gestione del mercato del pesce, tramite il comune, alla cooperativa “La Romagnola”, nel 1998. Oramai il mercato marittimo è rimasto ai pescatori locali che portano avanti la tradizione e donano quel fascino di borgo marittimo a Marina e Porto Corsini.
Nell'edificio, che risale agli anni '30 del 900, divenuto oramai bene storico e artistico, sono presenti la Cooperativa pescatori
e il gruppo di biologi dell'Associazione Cestha, Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat naturali.
Esterno del vecchio mercato del pesce.
Vista del nuovo mercato del pesce con antistante bacino per le barche.
COLONIA CROCE ROSSA ITALIANA
Circa a metà di via delle Nazioni si trova una ex colonia detta Colonia Croce Rossa Italiana o Colonia Marina della provincia di Ravenna. L'edificio è costruito su quattro piani con un'architettura del novecento, e si ricollega al movimento del razionalismo. L'ingresso è particolare, modellato da due colonne, un frontone spezzato e una grande finestra ad arco con la chiave di volta esposta. L'edificio non è di forma rettangolare esatta ma ricorda una barca, perché da una parte è molto più largo (poppa) e dall'altra si stringe sempre di più (prua). Le finestre dei dormitori sono simili a quelle tipiche degli anni '20. Oggi la colonia è circondata da una pineta che porta alla spiaggia. Da qualche anno è stata riaperta, sistemata e ora è divenuta un residence con appartamenti per turisti.
BUNKER
Cosa sono i Bunker? I bunker sono fortificazioni militari difensive formate da un complesso di costruzione che può essere disposto su più livelli, collegati o meno tra loro. Sono quindi strutturati per difendere se stessi, i loro occupanti e anche il territorio circostante. In particolare nel territorio ravennate i bunker difendevano la costa dagli attacchi dei sommergibili nemici e dovevano contenere possibili sbarchi.
Potremmo quindi considerare la nostra costa un po' come se fosse la nostra “Normandia”, anche se lo sbarco non avvenne mai.
Nel comune di Ravenna, principalmente lungo la costa, ci sono una cinquantina di bunker tedeschi risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. Ci potremmo quindi chiedere come mai questi musei a cielo aperto non abbiano mai catturato la nostra attenzione. La risposta è semplice: parecchi sono di proprietà privata, utilizzati come cantine, e altri sono stati demoliti.
Questi beni si estendono da Nord a Sud, a Casal Borsetti,
Savio, Cervia, Punta Marina e chi più ne ha più ne metta!
A Marina di Ravenna, per appunto, la maggior parte dei bunker sono di proprietà privata mentre due sono in centro, in area demaniale, celati ma facilmente accessibili. Di sicuro vi starete chiedendo dove siano; uno, ad esempio, è molto semplice da trovare, si trova all'interno del parco pubblico e di sicuro lo avrete visto centinaia di volte, ma non vi sarete tanto soffermati ad osservarlo. Non è insolito ritrovare durante i lavori di scavo testimonianze del passato o oggetti di uso quotidiano, e quindi perché mai non dovremmo valorizzare tutto questo come un bene culturale quale è, che ci aiuta a non dimenticare la storia recente del nostro Paese, che forse al giorno d'oggi non viene più ritenuta così importante? Ma oggi come vengono utilizzati questi bunker? Un po' abbiamo già risposto a questa domanda, molti sono di proprietà privata situati nei giardini di case e vengono utilizzati come cantine, altri invece sono oggetto di street art di artisti che li decorano in maniera creativa, come quello che si trova nel parcheggio del Centro Civico di Marina di Ravenna.
Esempio di street art
12 MUSEO SUBACQUEO E ZONA PAGURO
The Historical Diving Society è un'associazione culturale, internazionale, autonoma no-profit, che promuove la conoscenza della storia subacquea, con la consapevolezza che sia una parte importante e significativa dello sforzo tecnologico umano. Presumo che vi starete chiedendo cosa c'entra un'associazione internazionale no-profit con Marina di Ravenna. In realtà questa associazione è molto importante dato che grazie alla collaborazione con il Comune di Ravenna e al contributo di Enti e Società private, è stato realizzato il primo museo subacqueo d' Italia, “Il Museo Nazionale delle Attività Subacquee”. Inaugurato nel 1998, è situato, al piano terra, nell'edificio del Centro Civico di Marina di Ravenna, in Piazza Marinai d'Italia n. 19... e non passa di certo inosservato dato che all'esterno sono poste una campana di immersione e due torrette butoscopiche! Diciamo che non è proprio usuale vederle in una piazza!
13 All'interno il museo è suddiviso in quattro sale dove possiamo trovare svariate cose; ad esempio, una è dedicata all'attività subacquea, un'altra alla statua del Cristo degli Abissi, un'altra ancora, logicamente, al lavoro dei subacquei ed infine l'ultima è riservata a mostre tematiche.
Sicuramente i nostri palombari più esperti conosceranno ciò di cui si parlerà in seguito: la Zona Paguro. Che cos'è quindi la
14 Zona Paguro? Si tratta del relitto della piattaforma metanifera Paguro costruita tra il 1962 e il 1963 che, dopo solo tre anni, fu fermata poiché aveva raggiunto il suo obiettivo: un giacimento di metano. Perché parliamo di relitto? Ecco quello che avvenne: durante alcune operazioni tecniche l'equilibrio idrodinamico divenne instabile provocando un'eruzione di gas, che causò l'incendio della piattaforma e il suo affondamento con la morte di tre operatori dell'Agip. Potremmo quindi dire che è stato un disastro ed una tragedia per la perdita di vite. Al giorno d'oggi questo relitto, la parte più alta del quale si trova a dieci metri sotto il livello del mare, è divenuto l'habitat naturale per molte specie marine, diventando quindi meta di molti subacquei per la ricchezza di vita che si è sviluppata in quel reef artificiale.
PIAZZA DORA MARKUS
Durante la visita a Marina di Ravenna incontriamo vari monumenti e luoghi storici. Il primo che incontriamo è piazza Dora Markus, una piazza molto importante, che lega la letteratura con l'arte. Dora Markus è una poesia degli anni 20 del '900 scritta da Eugenio Montale, noto poeta e scrittore italiano, vincitore del Premio Nobel. La piazza prima era chiamata "Dei Mille" in ricordo di Garibaldi e della sua impresa, però oggi, per opera di Walter delle Monica, ha acquisito il nome della poesia montaliana, ovvero Dora Markus. La piazza è di forma rettangolare e ai due lati corti si trovano alcune decorazioni ovvero sei mosaici. Che cos' hanno di particolare questi mosaici? Sono mosaici che risalgono agli anni '90 del 1900; artisti famosi hanno realizzato i cartoni, poi dodici giovani mosaicisti ravennati li hanno trasposti in sei mosaici, con tessere di marmo, smalto e pasta vetrosa. La particolarità di questa piazza, inaugurata il 26 ottobre 1997 , è data dal fatto che solitamente le piazze e le strade prendono il nome da un personaggio locale, un autore, un artista, un avvenimento, invece tale luogo prende il nome della poesia.
Come mai hanno deciso di farla proprio lì? È stato deciso di farla lì perché una volta Porto Corsini si trovava dove oggi c'è Marina di Ravenna, erano un unico luogo, e Montale nella sua poesia descrisse l'odierna Marina di Ravenna. Porto Corsini prendeva il nome dal cardinale Lorenzo Corsini, poi papa Clemente XII,che ne volle la costruzione a metà del XVIII secolo. Ogni opera musiva presente nella piazza rappresenta un differente soggetto legato alla lirica montaliana, anche se hanno lo stesso significato. Il significato principale è il legame tra arte e letteratura, ma ce ne sono altri: il significato storico che si tramanda nel tempo, le prospettive di richiamo turistico e il rapporto sempre più stretto con il mosaico. Questa è la piazza
principale di Marina di Ravenna dove si svolgono concerti e feste.
Come sono stati fatti questi mosaici?
Questi mosaici sono moderni, contemporanei, riportano uno stile novecentesco, soprattutto figurativo. Sono realizzati in piccoli cicli rispetto agli antichi mosaici bizantini che decoravano completamente intere pareti. In ogni cantiere al lavoro c'era la partecipazione con gli artisti anche di architetti e artigiani.
BARETTO
Il Baretto era un locale, situato sotto il faro, chiuso e demolito in occasione del rifacimento del molo. Era un luogo molto suggestivo e per questo molto frequentato da giovani ed adulti, un punto di ritrovo per tutta la comunità di Marina e non solo.
In seguito alla demolizione è stato spostato provvisoriamente sul lato opposto del faro. Al momento sono in corso i lavori di
riedificazione del baretto nella sua posizione originale grazie ai fratelli Moretti, che nel 1998 hanno rilevato l'attività dal precedente proprietario Stefano Zaffagnini, il quale negli anni '80 rese storico il locale. Il progetto è quello di un bar tutto nuovo, con una veste moderna, nella speranza che venga mantenuto lo spirito e l'atmosfera del Baretto.
MARINA: LA MOVIDA NEL TEMPO
D'estate i colori, la musica e soprattutto le persone trasformano Marina nella regina della movida ravennate, ma cosa non bisogna perdersi? Ci sono tantissimi locali, non potremo ricordarli tutti!
“Sotto il sole, sotto il sole di Marina!”. Per i più avventurieri e sportivi ci sono svariate attività a cui partecipare: tornei di racchettoni, calcio o pallavolo e per chi sa osare anche kite surf.
Perciò “Take me to the beach!” dovrebbe essere il motto;
imperdibili le serate a tema per i più giovani fino ai “senior”
del divertimento, come quelle organizzate dal “Singita” dove travestimenti e acrobati sono all'ordine del giorno, e come resistere allo schiuma-party al bagno Marina Bay?
Il divertimento non termina qui, si può bere sugli sgabelli che si affacciano direttamente sulla strada, come accade al
“Bukowski”, ballare al ritmo latino al “Localito clandestino”, tutto ciò mentre si attende l'apertura della discoteca più conosciuta di Marina: il Touchè Santafè, ci aspetta anche in serate infrasettimanali.
Per la Notte Rosa o quella di San Lorenzo, o a Ferragosto, è possibile ballare nella piazza di Marinara, mentre i più romantici ammireranno le stelle in spiaggia, ma per chi vuole gustare i piatti tipici, perché si sa che a pancia piena si ragiona meglio, ci si può recare ai diversi Festival, presenti da giugno fino a settembre.
Per chi con la mente e con il palato vuole viaggiare in Marocco c'è il “Cous cous festival”, chi invece preferisce immergersi nel caos newyorkese deve cimentarsi nella “cultura” dello street food, e i più tradizionalisti non devono perdersi la “Sagra della cozza”, dove prelibatezze di mare vengono abbondantemente servite ai partecipanti.
Ma Marina è sempre stata conosciuta per la sua movida? SI!!
Era nota per i suoi storici locali, come il “Dancing Grotta Verde”, che fu fondato nel 1947, per rispondere alle necessità di una popolazione che aveva bisogno di divertirsi e dimenticare ciò che la guerra aveva causato. Ben presto la Grotta Verde divenne un luogo famoso e frequentato, ma a differenza degli odierni locali si entrava alle nove e non ci si tratteneva oltre l'una di notte, erano altri tempi; ebbe il suo momento “di gloria” negli anni '60, a seguito di ciò vi fu un declino che causò dei cambiamenti, portando il dancing a divenire una discoteca, prima col nome di “Vitelloni”, riferito ai tanti “latin lovers” assidui frequentatori del locale, poi con il nome attuale, “Matilda”.
Nel 1972, al Jolly Club di Marina di Ravenna (attuale Santa Fè), si esibì un gruppo inglese, ancora nella sua formazione originale, ovvero con la presenza di Peter Gabriel come cantante. Erano i Genesis, che in seguito sarebbero diventati uno dei pilastri del rock progressive britannico e internazionale.
Un altro locale storico fu lo “Xenos”; ora, al suo posto, per ricordarlo, vi sono mura di street art, mentre l'ultimo a chiudere è stato l' “Hemingway cafe”, che restava aperto anche in inverno. Ci sono dei rimpianti tra la popolazione? Sicuramente resta il ricordo delle serate trascorse, mentre i giovani vorrebbero qualche locale per divertirsi e far vivere la movida anche in autunno e in inverno, secondo una prospettiva turistica, economica e sociale.
IL TERRITORIO E IL PAESAGGIO DI MARINA
Il territorio circostante Marina di Ravenna è piuttosto variegato, e durante la Seconda Guerra Mondiale fu sfruttato, per la sua posizione favorevole, anche dai partigiani italiani, che riuscirono a fuggire dalla città e a nascondersi nelle zone delle Valli, proprio alle spalle di Marina. Memoria di questo periodo è l'Isola degli Spinaroni. Oggi è possibile godere di questo ambiente naturale, suggestivo e piuttosto complesso, dalle valli alla costa, in tutta tranquillità. Le pinete prospicienti la costa, da Marina a Punta Marina, offrono scenari per passeggiate suggestive; bisogna tenere gli occhi aperti per notare animali e piante particolari! Ravenna è conosciuta universalmente per gli straordinari mosaici d'epoca romana, gota e bizantina; con l'iniziativa “Mosaico di Notte” è possibile ammirarli anche in orario serale; per continuare la tradizione è possibile partecipare al laboratorio itinerante “Mosaico in Tour”, che si svolge nei diversi lidi della costa, da Cervia sino al ferrarese. A Marina anche quest'anno è stato riconosciuto il titolo di “Bandiera Blu” ; ciò è dovuto all'acqua pulita, ai servizi di valore, alla facile accessibilità, come avviene in diversi stabilimenti balneari, dove lunghe passerelle di legno danno la possibilità anche ai disabili di raggiungere la spiaggia.
Vi sono anche passerelle che preservano l'ambiente, in particolare la zona delle dune.
IL PRESEPE DI SABBIA
A Marina di Ravenna viene realizzato uno straordinario Presepe di Sabbia da artisti che si ispirano a dipinti e statue dell'antichità, di soggetto religioso, con la scena della Natività, a cui vengono aggiunti personaggi storici di rilievo, quali per esempio i dignitari della corte bizantina o l'imperatrice Teodora. I personaggi o gli edifici riprodotti possono arrivare
all'altezza di tre metri e mezzo. Questo Presepe di sabbia è un vanto per Marina e si svolge da alcuni anni allo stabilimento balneare "Obelix" in Viale delle Nazioni, o nella zona a questo prospiciente. Non bisogna dimenticare poi l'esposizione di differenti presepi, che risulta una vera sorpresa per i visitatori invernali, nella chiesa di San Giuseppe a Marina.
LA NOSTRA MARINA
Quando penso al mare mi vengono in mente tutti i bei momenti passati con gli amici e la famiglia, sia quelli legati all'infanzia, sia quelli legati agli ultimi anni. Ricordi di ritrovi con gli amici storici, che vedi solamente durante l'estate. Giornate d'infanzia spensierate passate a giocare con la sabbia, le palette, i secchielli e gli stampini, tutti ovviamente regalati dagli amici della nonna. E le serate passate al parco giochi, sfrecciando sulle macchinine dell'autoscontro e saltando sulle reti elastiche. Ora che gli anni son passati, trascorriamo il nostro tempo diversamente, ma il posto, gli amici, la famiglia e le emozioni sono sempre le stesse.
Bianca
Vado in barca da quando sono piccola e ho notato le differenze sul turismo all'interno del circolo nautico che frequento.
Quando ero piccola arrivavano turisti da tutto il mondo, ora invece solo dall'Europa.
Adele
Da piccola adoravo prendere il traghetto, perché nonostante sia un viaggio breve a me pareva lunghissimo. Mi sentivo come se dovessi affrontare un cambiamento, come se quel viaggio mi portasse all'interno di una nuova realtà. Fisicamente era così, poiché cambiavo paese passando da Porto Corsini a Marina di Ravenna o viceversa ma oggettivamente non è un viaggio molto lungo e di sicuro non ti fa cambiare realtà. Nel momento in cui salivo a bordo del traghetto mi sentivo libera poiché guardando l'orizzonte vedevo il mare aperto. Il mare mi ha sempre fatto sentire libera perché ho sempre pensato che non è
qualcosa che si riesce a domare o a contenere. Mentre viaggiavo con la fantasia ammirando il mare e i pesci che nuotavano in libertà, senza nemmeno accorgermene, arrivavo a destinazione.
Ilaria
Piazza Dora Markus è sempre stata un luogo di incontro per gli abitanti di Marina e per i turisti, ed è così che ricordo le mie serate estive riunita con la mia famiglia e gli amici.
Sofia
Marina avrebbe bisogno di più interventi di riqualificazione, i nuovi progetti dovrebbero riguardare le zone meno attive, dovrebbero cercare di animarle soddisfacendo le necessità legate al turismo.
Si ha la necessità di creare un collegamento, una relazione con la città, che eviti l'aggravarsi della desolazione, specialmente nei mesi invernali.
Invitare i cittadini a riscoprire il territorio, a creare iniziative e a parteciparvi per movimentare un po' la zona e magari attirare qualche curioso da fuori città. Ci vorrebbe una cura maggiore dei luoghi che sono o sono stati simboli per Marina.
Perché maggiore cura significa maggiore interesse, un interesse che si spera faccia muovere l'economia e tornare in vita le zone dimenticate di Marina.
Francesco
Piccole o più grandi, colorate o bianche , ciò che mi ricorda Marina sono le sue conchiglie, cercarle durante una fredda giornata d'inverno con il rumore del mare, oppure sotto il sole estivo. Le conchiglie sono dei doni che ci regala il mare.
Chiara
BIBLIOGRAFIA
Jean Pascal Marcacci, Bunker Tour Linea Gotica, Guerra e Resistenza nel Belvedere ‘43 - ’45, Bologna, 2017
Sauro Paesanti, La Valle di Valì Itinerari della Memoria dalla sacca di Goro alla fabbrica vecchia di Marina di Ravenna, Edizioni Capit Ravenna, 2006
Pericle Stoppa, Porto Corsini Marina di Ravenna Una Storia, Edizioni Capit Ravenna, 1998
Giancarlo Bazzoni, Cesare Fiori, Il recupero del complesso della Fabbrica vecchia a Marina di Ravenna, Comitato per la salvaguardia della Fabbrica Vecchia e del Marchesato, 2002
Ubaldo Anzelmo, Giancarlo Bazzoni, Umberto Mingozzi, Porto Corsini Marina di Ravenna in cartolina (1899-1950), Comitato per la salvaguardia della Fabbrica Vecchia e del Marchesato, 2016
SITOGRAFIA
http://www.fabbricavecchia.ra.it/marina http://fabbrica.racine.ra.it/comitato http://www.fabbricavecchia.ra.it
Wikipedia, vari voci riguardanti la movida e
il divertimento dei giovani a Marina di Ravenna nel tempo
Estate 2018
Laboratorio per ragazzi e ragazze dai 14 ai 18 anni
C’era una volta a Marina…
Da Porto Corsini a oggi
Realizzato nell’ambito del progetto organizzato dal Comune di Ravenna - Assessorato al Decentramento “LAVORI IN
COMUNE”. Una settimana di volontariato e cittadinanza attiva per la tua città.
Hanno partecipato:
ADELE BALDISSERRI ILARIA CAROLA
CHIARA MASSA BIANCA POGGI
FRANCESCO RAVAGLIA LUANA SANTONI
SOFIA IMMACOLATA VELLA
Tutor: ANITA GUARDIGLI(Associazione Asja Lacis) Operatrice culturale: FRANCESCA BALDINI
Si ringrazia Francesca Ferruzzi, bibliotecaria della biblioteca
“Ada Ottolenghi” per la collaborazione.
Ravenna, agosto 2018 Comune di Ravenna
Assessorato del Decentramento
A cura degli operatori culturali di Territorio [email protected]
Segreteria organizzativa: Hubert Gamba, Giulia Chiesurin, Rachele Benzoni.
Versione on line del presente testo sulla home page:
http://www.comune.ra.it/Aree-Tematiche/Decentramento