• Non ci sono risultati.

(1)Capitolo 4 L’Analisi Archeologica 4

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "(1)Capitolo 4 L’Analisi Archeologica 4"

Copied!
58
0
0

Testo completo

(1)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

4. L’ ANALISI

ARCHEOLOGICA

(2)

4.1. Le carte di visibilità

Le torri nuragiche in Sardegna costituiscono un campo di applicazione straordinario per le analisi spaziali in genere data l’alta densità e la varietà di monumenti. Lo studio delle visibilità è una di queste analisi e nasce con lo scopo di ricostruire il paesaggio archeologico visibile da uno o più punti di osservazione. Tali punti vengono scelti dall’utente in base alle ricerche da effettuare e spesso essi coincidono con i siti veri e propri. Conoscere “cosa si vedeva” da un monumento o quale sia stato il campo visivo di un sito archeologico significa aumentare le informazioni su quel sito e avere la possibilità di indagarlo in altre direzioni.

Dal punto di vista tecnico il software ArcView 3.2 offre una funzione chiamata Calculate Viewshed che si trova nella finestra Surface, attivabile dopo aver caricato l’estensione Spatial Analyst. Nella Figura 4.1.1. viene illustrato il principio attraverso il quale il software calcola le visibilità con algoritmi matematici che usano la posizione del sito e il modello digitale del terreno come base.

Figura 4. 1. 1. Le carte di visibilità vengono realizzate di default con punto di osservazione al livello del terreno. E’ possibile impostare l’altezza del punto di osservazione in base al monumento oggetto di analisi (l’altezza dei nuraghi e dei protonuraghi può variare da alcuni metri fino a 26m nel caso del Nuraghe Arrubbiu).

Per poter realizzare una carta di visibilità servono almeno uno Shape File “puntuale” e un modello digitale del terreno.Se i punti dello Shape File corrispondono ai siti di un determinato territorio si procede a selezionare il sito di cui realizzare la carta di visibilità rendendo attivi lo Shape File e il file del modello digitale del terreno. Dopo aver avviato la funzione Calculate Viewshed il risultato è una carta binaria in formato di matrice con valori 0, corrispondente alle aree “non visibili”, e 1 per indicare le aree “visibili”. Ai due valori corrispondono due colori diversi (Figura 4.1.2). Per avere una migliore visualizzazione si procede a convertire la carta

(3)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

LE CARTE DI VISIBILITA’

in shape file mantenendo solo il valore 1 relativo alle zone visibili. Per il file ottenuto si sceglie una retinatura trasparente che permette di intravedere gli altri file sottostanti come il modello digitale del terreno, i monumenti compreso quello di cui si è realizzata la carta di visibilità (Figura 4. 1. 3.).

Figura 4. 1. 2. Esempio di Carta di visibilità di tipo binario. Al colore rosso corrisponde il valore 0 che indica le zone non visibili, al colore verde corrisponde il valore 1 che indica le zone visibili. Il punto giallo dentro il cerchio nero indica il punto di osservazione, in questo caso un nuraghe monotorre.

Figura 4. 1. 3. Elaborazione della carta di visibilità binaria. Il risultato è uno shape file con solo le zone visibili caratterizzate da retinatura trasparente a righe verticali.

(4)

4.2 Il Neolitico

Per quanto riguarda il neolitico, la regione del Marghine-Planargia risulta abbondantemente insediata da monumenti che vengono attribuiti generalmente al neolitico recente. Si tratta principalmente di tombe e necropoli, dei villaggi non vi è alcuna traccia nelle carte archeologiche. Nuove tecniche di ricognizione del territorio, specialmente di tipo aerofotografico e informatico, unite alle battute “a piedi” sul terreno saranno utili a svelare il mistero dell’assenza di abitati in un territorio che conta circa 54 tombe ipogeiche e 34 dolmen.

Il GIS è sicuramente uno di questi strumenti.

(5)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

IL NEOLITICO

4.2.1. La Carta delle Domus de Janas

Dal punto di vista della distribuzione dei siti sul territorio si notano immediatamente due gruppi distinti di monumenti, uno relativo alla regione della Planargia l’altro alla regione del Marghine, separati da una fascia di circa 16km di territorio totalmente priva di domus de janas (Figura 4.2.1).

Figura 4. 2. 1. Distribuzione delle Domus de Janas nel Marghine-Planargia. Da notare il gap nella zona centrale e l’alta densità di monumenti nelle zone marcate dai cerchi gialli, corrispondenti alla bassa Planargia e al Marghine.

Il Marghine.

Nel gruppo del Marghine sono visibili due grandi raggruppamenti di monumenti, uno sulla catena montuosa del Marghine e l’altro sul tavolato a sud-est del gruppo montuoso. Il primo si trova a una quota media di 650m s.l.m. e sembra composto da 3 gruppi le cui caratteristiche d’insediamento potrebbero far pensare ad aree funerarie appartenenti a 3 gruppi umani differenti.

Del gruppo 1 (Figura 4.2.3) fanno parte 5 tombe ipogeiche ubicate in un area di 2.100

(6)

Figura 4. 2. 2. Domus de janas del Marghine. I numeri in nero indicano i raggruppamenti secondo parametri spaziali.

Figura 4. 2. 3. Domus de janas della regione del Marghine, Gruppo 1.

(7)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

IL NEOLITICO

Figura 4. 2. 4. Domus de janas della regione del Marghine, Gruppo2.

I siti del gruppo 2 (Figura 4.2.4) si trovano a distanze diverse dai corsi d’acqua ma tutti sul versante meridionale della catena del Marghine.

I siti del gruppo 3 (Figura 4.2.5) e sono caratterizzati dalla “distanza dal primo vicino”

rispettivamente di 350 e dalla posizione a quote tra i 350 e i 390m s.l.m.

I siti dei gruppo 4 (Figura 4.2.5) sono invece caratterizzati dalla “distanza dal primo vicino” rispettivamente di 430m e dalla posizione a quote tra i 350 e i 390m s.l.m.

Il gruppo 5 (Figura 4.2.6) è caratterizzato da 6 tombe a una “distanza dal primo vicino” compresa tra i 3800 e i 1900 m. ma 4 di questi distano “dal primo vicino” 1879m, 1850m e 2050m, quindi distanze molto simili tra loro.

Quelli del gruppo 6 (Figura 4.2.7) si trovano nel bacino del fiume Tirso. Di questi, un sito si trova entro 500m dal corso d’acqua più vicino, 3 entro 300m e 2 entro 100m. Le quote s.l.m. vanno da 160 a 204m escluse le domus di S’Ippidosu e di Furrighesu che si trovano a quota 297m s.l.m..

(8)

Figura 4. 2. 5. Domus de janas della regione del Marghine, Gruppi 3 e 4.

Figura 4. 2. 6. Domus de janas della regione del Marghine, Gruppo 5.

(9)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

IL NEOLITICO

Figura 4. 2. 7. Domus de janas della regione del Marghine, Gruppo 6.

(10)

La Planargia.

I monumenti della Planargia (Figura 4.2.8) sembrano essere disposti in maniera meno regolare. E’probabile che le genti del neolitico recente vivessero nella Planargia in gruppi più piccoli rispetto a quelli del Marghine e che ad ognuno di questi appartenessero uno o due soli ipogei.

Figura 4. 1. 8. Domus de janas della Planargia. I numeri in nero indicano i raggruppamenti secondo parametri spaziali.

Il gruppo 8 (Figura 4.2.10) è composto da 4 tombe disposte a meno di 100m alla destra e alla sinistra di un corso d’acqua. Le quote vanno dai 115 ai 240m s.l.m.

Il gruppo 9 (Figura 4.2.9) è composto da 5 tombe ipogeiche disposte ad una distanza dal primo vicino compresa tra i 1500 e i 2000m. (La parte bianca nella figura è dovuta alla mancanza di dati nelle battute aerofotogrammetriche per la realizzazione della Carta Tecnica Regionale).

Le coordinate geografiche del gruppo 10 riportate sul volume di riferimento sono errate pertanto non è possibile fare analisi spaziali. Si tratta comunque di monumenti disposti a 14, 32 e 92 m s.l.m.

(11)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

IL NEOLITICO

Figura 4. 2. 9. Domus de janas della regione della Planargia, Gruppo 9.

Figura 4. 2. 10. Domus de janas della regione della Planargia, Gruppo 8.

(12)

4.2.2. La Carta dei Dolmen

Il Marghine.

Figura 4. 2. 11 Dolmen del Marghine. I numeri in nero indicano i raggruppamenti secondo parametri spaziali.

Il gruppo 1 (Figura 4.2.12) comprende 15 monumenti con caratteristiche insediative simili. Esistono però sensibili differenze tra essi per quanto riguarda la “distanza dal primo vicino”, la distanza dai corsi d’acqua e le quota s.l.m..Sono stati individuati perciò altri gruppi all’interno del gruppo 1, i cui siti si caratterizzano più omogeneamente.

Il gruppo 6 (Figura 4.2.13) per esempio contiene 3 monumenti che distano rispettivamente 146, 149 e 154 m dal corso d’acqua più vicino. Questi sono posizionati tra loro a 1.36 km e 1.64 km di distanza e a quote altrettanto simili, 305, 305 e 306 m s.l.m. I parametri in questo caso vengono rispettati pienamente.

Anche il gruppo 7 (Figura 4.2.13) contiene 3 monumenti la cui distanza dal corso d’acqua più vicino però può essere trascurata in fase di studio, in quanto è evidente che la scelta del luogo d’insediamento per questi siti è stata influenzata invece dalla necessità di occupare i margini del tavolato quasi a controllo del territorio a nord. Anche le quote, 297, 291, e 290 m s.l.m., mostrano una notevole comune tendenza d’insediamento.

(13)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

IL NEOLITICO

Figura 4. 2. 12. Dolmen della regione del Marghine, Gruppo1. Questo raggruppamento raccoglie la gran parte delle tombe domeniche dell’intera regione, suddivise in ulteriori sottogruppi in base a caratteristiche spaziali comuni.

Figura 4. 2. 13 Dolmen della regione del Marghine, Gruppi 6 e 7.

(14)

Il gruppo 8 (Figura 4.2.14) è composto da 4 monumenti, disposti alle quote di 355, 344, 351 e 355m s.l.m., entro 300m dal corso d’acqua più vicino e a 1.126 km e 0.900 km di distanza dal monumento più vicino.

Il gruppo 9 (Figura 4.2.14) è composto ancora da 3 siti, disposti alla medesima quota di 390m s.l.m. e a 772m e 804m di distanza dal monumento più vicino.

Anche il gruppo 10 (Figura 4.2.14) è composto da 3 siti, disposti alle quote di 382, 404 e 412m s.l.m. e a 772m e 804m di distanza dal monumento più vicino.

Figura 4. 2. 14. Dolmen della regione del Marghine, Gruppi 8, 9 e 10.

Il gruppo 4 (Figura 4.2.15) è composto da due soli siti disposti alle quote di 398m e 427m s.l.m. e alla distanza tra loro di 1.476 km. Questo valore è molto comune tra le distanze fra dolmen.

Il gruppo 2 (Figura 4.2.16), infatti, è composto anch’esso da due soli siti disposti alla stessa distanza, circa 450m, dal corso d’acqua più vicino, alle quote di 640 e 652 m s.l.m. e alla distanza tra loro di 1.380 km.

Il gruppo 3 (Figura 4.2.16) è composto da 3 siti, di cui 2 disposti alle quote di 767 e 740m s.l.m., distanti tra loro 1.260 km e entro 100m dal corso d'. Il terzo si trova a 380m s.l.m. a 1.750 m dal monumento più vicino.

(15)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

IL NEOLITICO

Figura 4.2.15.Dolmen della regione del Marghine, Gruppo 4.

Figura 4. 2. 16. Dolmen della regione del Marghine, Gruppi 2 e 3

(16)

La Planargia

Gli unici dolmen di questa regione, appartenenti al gruppo 5, (Figura 4.2.17) si trovano tra i 427 e i 504m s.l.m. a circa 10Km a est dalla linea di costa. Non vi sono sepolture di questo tipo quindi nella bassa Planargia, ritenuta probabilmente poco sicura per ragioni di controllo del territorio. La Planargia occidentale infatti presenta un lungo tratto di costa e un ampia insenatura naturale, l’attuale foce del fiume Temo, favorevole all’attracco dal mare di eventuali nemici. Sembrerebbe proprio che il pericolo, per le comunità della Planargia, provenisse dal mare. Un dato importante dal punto di vista delle analisi spaziali è che la tendenza da parte delle comunità delle tombe “trilitiche” a ritirarsi sugli altopiani, abbandonando gli insediamenti a valle, è evidente. Dal confronto tra la CARTA DELLE DOMUS DE JANAS e la CARTA DEI DOLMEN si nota la differenza in termine di numero di sepolture, 20 domus – comprese diverse necropoli ipogeiche – contro 3 tombe domeniche, e si nota anche la diversa ubicazione delle tombe rispetto ai rilievi. Mentre gli ipogei si trovano tutti a valle e non sugli altopiani, alcuni addirittura in prossimità della costa, i dolmen al contrario sono a 3.6 Km all’interno del tavolato roccioso dell’alta Planargia. Anche i siti fortificati di cultura Monte Claro (Monte Baranta-Olmedo, Monte Ossoni-Castelsardo, Sa Fraicata-Bortigiadas), per i quali non vi è dubbio sulla funzione difensivo-militare in risposta ad un periodo di tensioni e paure, tendono ad essere ubicati su postazioni d’altura con ampia visibilità e controllo del territorio.

Figura 4. 2. 17. Dolmen della Planargia.

(17)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

IL NEOLITICO

Figura 4. 2. 17. Dolmen della Planargia, Gruppo 5.

Questa strategia d’insediamento sarà la stessa anche per i Protonuraghi -quelli della Planargia si trovano tutti sugli altipiani, non vi sono protonuraghi nella bassa Planargia - .Tutto questo per dire che le comunità dei costruttori dei dolmen sembrano essere le prime ad avvertire e a manifestare, attraverso la posizione dei loro monumenti, quella “paura” o “insicurezza”

diffusa nel sub/post-neolitico in Sardegna. Sembra esserci un filo comune che lega i monumenti del Marghine-Planargia, dal tardo Neolitico all’Età del Bronzo, attraverso un percorso di organizzazione sociale a scopo militare-difensivo che vede nella civiltà nuragica la sua massima applicazione.

Il gruppo 5 (Figura 4.2.17) è composto da 2 tombe domeniche e da una necropoli disposti a una distanza dal primo vicino compresa tra 2200m e 1900 m. Si tratta quindi di uno o più gruppi sociali stanziati a 12Km di distanza da quelli del Marghine.

(18)

Thiessen Poligon e Pathway.

Per i dolmen del Marghine-Planargia sono stati costruiti i poligoni di Thiessen (Figura 4.2.18) che sembrano confermare l’idea di una suddivisione del territorio in parti “uguali” o comunque una certa regolarità nella distribuzione delle tombe.

E’stata fatta inoltre la ricostruzione ipotetica di un “percorso stradale antico” attraverso la funzione informatica CREATE PATHWAY che sembrerebbe congiungere la maggior parte dei monumenti (Figura 4.2.19) .

Figura 4. 2. 19. Pathway per i dolmen del Marghine.

Figura 4.2. 18. thiessen poligon per i dolmen del Marghine Planargia.

(19)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

IL NEOLITICO

4.2.3 Le Allèe couverte

Tra i monumenti del Marghine si trovano 2 Allèe couverte (Figura 4.2.20) posizionate tra 100 e 200 m dal corso d’acqua più vicino, alle quote di 408 e 305m s.lm., visibilmente collegate a due dolmen dai quali distano circa 25 e 160m.

Figura 4. 2. 20. Allèe couverte indicate col quadrato di colore viola.

(20)

4.3. Le muraglie megalitiche

Tra le cinque muraglie megalitiche del Marghine-Planargia quella di S’Albaredda si trova nel comune di Tresnuraghes, distante decine di km dalle altre 4 che invece si trovano a sud-est della catena del Marghine. Questa, trovandosi al confine della zona oggetto di questo studio e in posizione isolata rispetto agli altri siti della medesima tipologia, non offre grandi elementi di analisi. E’ possibile soltanto supporre la sua appartenenza ad un gruppo i cui membri stiano a sud della regione del Marghine-Planargia.

Delle altre quattro muraglie, 3 si trovano nel comune di Dualchi e l’altra nel comune di Macomer. Quelle di Dualchi sono allineate a 1.3 e 1.9 km di distanza l’una dall’altra. Mentre l’ultima a nord dista 7.27 km da quella di Macomer, la più settentrionale delle quattro. Dalle analisi spaziali si sono ricavate informazioni importanti relative a caratteristiche d’insediamento comuni tra le quattro muraglie, che farebbero pensare a una appartenenza allo stesso gruppo socio-culturale. Tutte risultano allineate sullo stesso asse con orientamento NO/SE perpendicolare all’asse NE/SO della catena montuosa del Marghine. Tutte e quattro hanno in comune la distanza dal corso d’acqua più vicino, trovandosi infatti nella fascia tra i 100 e i 200m. Anche la tipologia d’insediamento sul ciglio di terrazzi rocciosi a controllo delle valli fluviali sottostanti è in comune per tutte e quattro le muraglie. Inoltre, almeno 3 di queste, quella di Macomer solo in parte, hanno in comune la posizione di fronte e a pochi km, da una tomba domenica e con le spalle verso aree non insediate quindi sgombre da pericoli nemici.

Risultati altresì interessanti a supporto dell’appartenenza allo stesso gruppo socio-culturale delle 4 muraglie, provengono dalle analisi di visibilità. Le muraglie di S’Acchilartu, Frenegarzu e Pedra Oddetta risultano, infatti, in comunicazione visiva tra loro, cioè da ognuna è possibile vedere le altre due. Questa strategia d’insediamento, legata alla possibilità di comunicare visivamente da un monumento all’altro o semplicemente di “controllarsi a vicenda”, si manterrà nel tempo e sarà caratteristica dei nuraghi durante tutta l’Età del Bronzo.

E’ possibile quindi che questa tecnica o questo bisogno di tenersi in contatto visivo sia nato proprio durante l’Età del Rame, come testimoniano queste analisi, periodo di paure e insicurezze testimoniate da nuove costruzioni in pietra, a scopo difensivo e militare, mai viste prima durante il Neolitico. Molti sono i vantaggi dal punto di vista politico-militare del vedere e controllare gli insediamenti e i territori vicini. Anche l’insediamento sul ciglio di terrazzi rocciosi o sulla cima di rilievi più o meno alti a dominio dei territori, delle valli e dei corsi d’acqua sottostanti, la stessa utilizzata dalle successive genti dei Protonuraghi (vedi paragrafo

(21)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

LE MURAGLIE MEGALITICHE

successivo), sembrerebbe quindi parte di una generale strategia difensiva e militare utile e funzionale alla sopravvivenza dei gruppi sociali. Questa tecnica possibilmente verrà modificata nel tempo, sarà perciò compito degli archeologi studiarne i cambiamenti e ricercarne le ragioni.).

La muraglia megalitica di Pedra Oddetta (si trova su uno sperone roccioso alla quota di 559m s.l.m. Da questa posizione di controllo totale del valico dei rilievi del Marghine è visibile anche un’ampia porzione di territorio altamente insediato sia a nord che a sud della muraglia stessa.

Figura 4. 3. 1. Particolare della carta Visibility of Muraglia Megalitica di Pedra Oddetta, Macomer (NU).

E’ possibile perciò che la visibilità sia stata volutamente orientata non soltanto sul valico ma anche verso quelle aree altamente antropizzate quasi a esercitarne una funzione di controllo o prevenzione militari. A sud la muraglia è in comunicazione visiva con la Muraglia megalitica di Frenegarzu e con quella di S’Acchilartu con le quali pare esservi un legame culturale testimoniato da simili strategie insediative. Un particolare da notare è la presenza di un dolmen

(22)

alla muraglia stessa. E’auspicabile quindi una qualche relazione tra la fortezza megalitica e queste tombe. Anche un riuso di questi ipogei non è da escludere.

La muraglia megalitica di Frenegarzu (Figura 4.3.2) si trova su uno sperone roccioso alla quota di 348 m s.l.m. a controllo delle zone a sud e a ovest del monumento.

Figura 4. 3. 2. Particolare della carta Visibility of Muraglia Megalitica di Frenegarzu, Dualchi (NU). Le zone di colore turchese rappresentano le aree visibili dalla muraglia megalitica. A ovest della muraglia è visibile anche un dolmen

Da questa posizione è visibile la muraglia di Pedra Oddeta e quella di S’Acchilartu. Circa 600m a ovest, oltre il corso d’acqua, si trova il dolmen di Mura Pranosa che risulta pienamente visibile dalla muraglia megalitica. Oltre a questo altre 4 tombe domeniche, posizionate sul ciglio dei terrazzi rocciosi, sono visibili: i 2 dolmen di Arbu 1 e 2, il dolmen di Corrizzola e il dolmen di Serbine. Non è da escludere quindi una qualche relazione tra queste due aree archeologiche.

. La muraglia megalitica di S’Acchilartu (Figura 4.3.3) si trova in una zona pianeggiante alla quota di 335 m s.l.m. Da questa posizione sono visibili le muraglie di Frenegarzu e di Pedra Oddetta. Sono visibili inoltre il dolmen Lughe a 260m a nord e il recinto megalitico di Su Coloru anch’esso a nord di 427m.

(23)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

LE MURAGLIE MEGALITICHE

E’ evidente come la visibilità da questa struttura megalitica sia totalmente proiettata verso nord quasi a “prevenire” un possibile pericolo proveniente da questa zona o a proteggere qualcos’altro situato sempre a nord della muraglia.

Figura 4. 3. 3. Particolare della carta Visibility of Muraglia megalitica di S’Acchilartu, Dualchi (NU).

(24)

La muraglia megalitica di Sa Corte (Figura 4.3.4) si trova su pianoro rialzato pochi metri a controllo di un corso d’acqua. La visibilità di questo monumento è proiettata a sud-est con un controllo totale del corso d’acqua. Nessuna relazione visiva con le altre tre muraglie del Marghine. Mentre a 380 m si trova il dolmen Badde Ide che ricade nell’area visibile dalla muraglie. Ancora una volta un dolmen visibile da una muraglia megalitica e separato da un corso d’acqua.

(25)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

LE MURAGLIE MEGALITICHE

4.4. I Protonuraghi

Nella regione del Marghine-Planargia sono stati censiti 77 protonuraghi (Figura 4.4.1).

Il primo livello di analisi per quanto riguarda lo studio di visibilità è stato elaborare per ogni protonuraghe una carta di visibilità. Tutte la documentazione prodotta costituisce il Catalogo delle Carte di Visibilità allegato a questo lavoro in formato digitale. Un secondo livello di analisi ha visto lo studio e l’integrazione delle carte finalizzati alla individuazione di sistemi di difesa o di controllo del territorio nella regione. Le immagini e le considerazione che seguono sono il risultato preliminare di queste analisi. Un terzo livello di analisi attraverso lo studio comparato delle visibilità con le caratteristiche architettoniche dei singoli monumenti, auspicabile in futuro, fornirà informazioni culturali importanti sulla strategia d’insediamento e sull’evoluzione dell’architettura di questi monumenti enigmatici.

Figura 4. 4. 1. I protonuraghi del Marghine Planargia.

Il secondo livello di analisi ha portato all’individuazione di circa 18 gruppi di protonuraghi secondo il seguente parametro di valutazione: aree di visibilità comune,

(26)

attraverso la visibilità sembrano più chiare rispetto ad altri in cui fattori come la cronologia interferiscono probabilmente nella piena comprensione della strategia d’insediamento dei gruppi umani.

PROTONURAGHI 1

Questo gruppo di monumenti è composto da 3 protonuraghi, Mura S’Inzaimo, Sililogu e Sorighes, disposti su un rilievo ai margini sud-orientali del comune di Silanus. Il Sililogu e il Sorighes si trovano sui lati opposti di un terrazzo roccioso, dirimpetto a 500m di distanza l’uno dall’altro, e separati dalla valle del Rio Su Fruscu. Il loro campo di visibilità sembra avere un orientamento non casuale in quanto per entrambi i monumenti esso è ben definito sovrapponendosi quasi l’uno sull’altro. Inoltre dal Sililogu è possibile vedere il Sorighes e viceversa. L’impressione che si ha osservando la carta relativa al gruppo Protonuraghi 1 (Figura 4. 4. 2 .) è che questi due monumenti si “controllino” a vicenda. E’indubbio comunque che questi abbiano avuto la possibilità di comunicare visivamente l’uno con l’altro. Inoltre è da notare che ogni monumento è in posizione decentrata rispetto all’area di visibilità la quale è totalmente antistante il monumento. Sembrerebbe quindi che l’area alle spalle del monumento non sia oggetto d’interesse di questi monumenti.

Figura 4. 4. 2 . Protonuraghi 1, Particolare della Carta Visibility of Protonuraghi Mura S’Inzaimu, Sorighes, Sililogu.

(27)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

LE MURAGLIE MEGALITICHE

Sembrerebbe inoltre che il protonuraghe Mura S’Inzaimo sia in comunicazione visiva solo con il Sililogu. Non è da escludere invece che tutti e tre i monumenti fossero in comunicazione reciproca tra loro in quanto la visibilità del Mura S’Inzaimo arriva a 45m dal Sorighes (probabilmente questa arriverebbe nella realtà fino a comprendere il monumento), ed è da considerare che le analisi sono state fatte su un modello digitale del terreno approssimativamente vicino alla realtà.

Nell’area di visibilità di questo gruppo rientrano 2 nuraghi semplici e 2 nuraghi complessi.

(28)

PROTONURAGHI 7

Questo gruppo è composto da 7 protonuraghi: Sulivera, Ono, Iscala Etza, Cuguttu, Frenegarzu, Cubas e Crabas disposti sul ciglio meridionale di un ampio terrazzo naturale alla sinistra del Rio Murtazzolu e del Rio Cuguttu, poco più di 1km a nord del comune di Dualchi (Figura 4. 4. 3. ).

Figura 4. 4. 3. Veduta aerea del grande altipiano a nord del centro abitato del comune di Dualchi insediato da 10 protonuraghi indicati col cerchio rosso. Da notare la particolare disposizione dei monumenti sul ciglio del terrazzo roccioso (a sud) e in posizione sopraelevata in presenza di pendenze (a ovest sul lato sinistro dell’altipiano).

La loro posizione strategica, a dominio delle valli sottostanti, crea un area assolutamente protetta alle spalle dei monumenti di oltre 7km2 di ampiezza.

Di fronte, invece, la riva destra del Rio Murtazzolu e i terrazzi soprastanti, sono sotto il controllo totale dei protonuraghi, come dimostra la carta Visibility of Protonuraghi 7 ( Figura 4. 4. 4. ).Sulla sponda opposta si trova il Protonuraghe Bilippone a circa 1km dal ciglio del terrazzo roccioso. Questo monumento è in controllo visivo con 3 torri, Ono, Iscala Etza e Sulivera. E’ possibile che questo sia posteriore ai tre protonuraghi in quanto costruito in posizione tale da poter controllare esattamente i suddetti monumenti. Inoltre la sua posizione a distanza dal ciglio dell’altipiano suggerisce una strategia d’insediamento diversa.

Anche i protonuraghi Crabas e Cubas sono in comunicazione visiva tra loro ( Figura 4. 4. 5. ).

Il Protonuraghe Frenegarzu e il Cuguttu controllano tutto il versante occidentale ( Figura 4. 4.

(29)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

LE MURAGLIE MEGALITICHE

6.). Il Protonuraghe Frenegarzu è in comunicazione visiva con il Protonuraghe Bardalatzu situato sull’altra sponda del Rio Murtazzolu.

Figura 4. 4. 4. Protonuraghi 7, Particolare della Carta Visibility of Protonuraghi Iscala Etza, Sulivera, Ono.

Figura 4. 4. 5. Protonuraghi 7, Particolare della Carta Visibility of Protonuraghi Crabas, Cubas, Arbarighinu.

(30)

Figura 4. 4. 6. Protonuraghi 7, Particolare della Carta Visibility of Protonuraghe Frenegarzu e ProtonuragheGuguttu.

(31)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

LE MURAGLIE MEGALITICHE

PROTONURAGHI 3

Questo gruppo è costituito da 6 protonuraghi: Muros Cunculos, Tutturighe, Orreddo, Sa Itria, Ozzastros e Sa Mura e S’Ulumu, disposti ai margini sud-orientali del tavolato roccioso nel comune di Silanus a una quota media di 300m s.l.m.

All’interno di questo gruppo si notano protonuraghi situati sul ciglio dell’altipiano e protonuraghi situati invece all’interno rispetto ai confini naturali del rilievo. Quelli sul ciglio sono in comunicazione visiva tra loro e sembrano non avere nessuna relazione con quelli più interni (Figura 4. 4. 7. ).

Figura 4. 4. 7. Protonuraghi 3, Particolare delle Carte Visibility of Protonuraghi Tutturighe, Sa Mura e S’Ulumu e del protonuraghe Orreddo.

Il protonuraghe Tutturighe è in comunicazione con il protonuraghe Sa Mura E S’Ulumu e probabilmente con il Muros Cuncolos.

Il Protonuraghe Orredo è in comunicazione con il protonuraghe Sa Mura E S’Ulumu e probabilmente con il Protonuraghe Sa Itria. Questi 3 monumenti sembrano appartenere a un

“distretto” a parte nel gruppo Protonuraghi 3. Il Protonuraghe Sa Mura e S’Ulumu comunica con l’Orredo e con il Tutturighe.

La posizione dei protonuraghi Muros Cunculos e Sa Itria, all’interno rispetto al ciglio del tavolato roccioso ricorda quella dei protonuraghi Uana, Bilippone e Biriola. La differente strategia d’insediamneto può essere legata a fattori economici, sociali o anche cronologici. Le

(32)

Figura 4. 4. 8. Protonuraghi 3, Particolare delle Carte Visibility of Protonuraghi Muros Cuncolos e Protonuraghe Sa Itria.

I collegamenti visivi tra una torre e l’altra potrebbero essere utilizzati come elementi ausiliari nella definizione dei rapporti di cronologia relativa tra i protonuraghi, a supporto di altri archeologici di vario tipo.

Il protonuraghe Ozzastros si trova sulle pendici orientali di un altipiano alla quota di 264m s.l.m. in posizione decentrata dal resto dei monumenti. A conferma di questo isolamento sta il suo campo di visibilità: questo monumento infatti non è direttamente in comunicazione con nessun altro monumento e la sua visibilità e totalmente orientata a est verso un area priva di insediamenti. A 3.1km e a 5.9km a sud-est dal protonuraghe si trovano le domus de janas di Perca e’Zancanu e di Sa Orta e su Mucrone. Sembrerebbe quindi una torre “di frontiera” che guarda a est a protezione degli insediamenti più interni.

(33)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

LE MURAGLIE MEGALITICHE

PROTONURAGHI 10

Il protonuraghe Berre ( Figura 4. 4. 9. )si trova sulle pendici sud-orientali dei rilievii del Marghine nel comune di Bortigali alla quota di 433m s.l.m.. Il monumento sembra far parte, insieme ai protonuraghi Tusari e Aidu Arbu, di un sistema di controllo del territorio che vedrebbe le torri protonuragiche posizionate sul ciglio degli altipiani a dominio di valli, fiumi e altipiani. Questi protonuraghi sono infatti in comunicazione visiva tra loro: il Berre vede il Tusari e viceversa, e vede anche l’Aidu Arbu; quest’ultimo vede quindi il Tusari e il Berre.

Figura 4. 4. 9. Protonuraghi 10, Particolare delle Carte Visibility of Protonuraghi Berre, Tusari, Ortu e Aidu Arbu.

Di questo gruppo fa parte anche il protonuraghe Ortu che risulta in comunicazione visiva solo con l’Aidu Arbu. E’probabile che questo monumento sia stato costruito in tempi diversi, prima o dopo degli altri 3 protonuraghi; non si esclude neppure una funzione diversa da quella difensiva per questo monumento.

(34)

PROTONURAGHI 9

Il gruppo 9 è composto da 2 monumenti: i protonuraghi di Monte Manzanu e di Su Nou de Siriani, ubicati nel comune di Macomer sul lato nord-occidentale della catena montuosa del Marghine (Figura 4. 4. 10. ).

Figura 4. 4. 10. Protonuraghi 9, Particolare delle Carte Visibility of Protonuraghi Su Nou de Tiriani e Di Monte Manzanu.

Essi distano 0.77 km uno dall’altro in un territorio privo di monumenti della stessa tipologia, se escludiamo il protonuraghe Monte Pitzolu che si trova a 2.8km dal Su Nou de Tiriani, per un area di circa 10km di diametro. La loro posizione, in cima a due vette alla quota di 724 e 709m s.l.m., può essere considerata altamente strategica e probabilmente il frutto di una pianificazione difensivo- militare assolutamente efficiente: i costruttori di queste torri avevano infatti un controllo complessivo del territorio a 360°, equamente ripartito nei versanti nord- occidentale per il protonuraghe di Monte Manzanu e sud-orientale per il Su Nou de Siriani.

Secondo elemento di interesse nell’analisi del gruppo Protonuraghi 9 è che entrambi sono in comunicazione con altre torri ubicate esattamente ai margini di aree geograficamente ben delimitate. Il Monte Manzanu con l’Elighe con il Losa e con il Mura e

Coga ai confini settentrionali della regione. Su Nou de Siriani con Su Nou de Pedramaggiore e con il Monte Pitzolu situati sulla linea spartiacque della catena montuosa, a controllo del versante sud-orientale della stessa. Anche il protonuraghe Monte Manzanu è in comunicazione visiva con gli ultimi due. Interessante sarebbe studiare quale tra questi è stato costruito per primo e quale può essere la sequenza cronologica secondo la quale queste torri sono state costruite. La domanda, infatti, nasce spontanea: sono stati costruiti per primi i

(35)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

LE MURAGLIE MEGALITICHE

protonuraghi Su Nou de Pedramaggiore e il Monte Pitzolu, e successivamente il Monte Manzanu e Su Nou de Siriani, o viceversa? In termini di analisi visibilità ci si chiederebbe quali tra questi monumenti siano stati posizionati, in maniera tale da poter “vedere” o “essere visto”, quindi cronologicamente successivi, dagli altri due? Allo stato attuale delle ricerche, a questa domanda non è possibile rispondere. Non è possibile neppure ricostruire la sequenza cronologica dell’occupazione umana del Marghine nell’età tra il Bronzo Antico e il Bronzo Medio1 in quanto le informazioni archeologiche relative a ciascun monumento si limitano per il 95% dei casi alle descrizioni, seppur preziose, del Moravetti nell’opera di riferimento per questo lavoro. Una considerazione logica è però concessa. Il Pedramaggiore e il Monte Pitzolu, rispettivamente a 769 e 1024m s.l.m., si trovano a circa 10km di distanza tra loro mentre solo 770 metri separano i protonuraghi Monte Manzanu e Su Nou de Siriani.

Sembrerebbe quindi più logico intravedere una strategia comune d’insediamento per il Monte Manzanu e per il Su Nou de Siriani che per gli altri due, finalizzata non solo al controllo generale del territorio ma anche alla comunicazione visiva con monumenti periferici che quindi preesistevano al gruppo Protonuraghi 9.

Un ulteriore elemento di interesse nell’analisi della carta di visibilità di riferimento è che questi due monumenti, non sono in comunicazione visiva tra loro, uno “guarda” infatti a nord- ovest l’altro a sud-est! Quali relazioni esistevano quindi tra queste due torri così strategicamente ubicate ma prive di comunicazione diretta fra loro? Lo studio approfondito delle carte di visibilità, comparato con i dati archeologici e architettonici dei monumenti, saprà dare altre informazioni utili ad una maggiore comprensione delle dinamiche insediative.

(36)

PROTONURAGHI 11

Questo gruppo è composto da 4 protonuraghi: l’Aladorza, il Pedra Oddetta A, il Pedra Oddetta B e S’Iscra e S’Abbasanta (Figura 4. 4. 11. ).

Figura 4. 4. 11. Protonuraghi 11, Particolare delle Carte Visibility of Protonuraghi S’Iscra e S’Abbasanta, Pedra Oddetta A, Pedra Oddetta B, Aladorza.

Ubicati nella fascia centro orientale del territorio del comune di Birori alle quote di 361, 380, 372 e 370 m s.l.m. i protonuraghi si trovano sulla sponda settentrionale del Rio Murtazzolu, l’

Aladorza su quella meridionale, a circa 200m dal corso d’acqua, e a una distanza tra i 470 e i 960m l’uno dall’altro. Il gruppo si trova al centro di una

zona di 6km di diametro prevalentemente pianeggiante ma solcata da diversi corsi d’acqua e priva di monumenti. Caratteristica di questo gruppo di monumenti è l’apparente mancanza di comunicazione visiva tra loro. Dallo studio del gruppo Protonuraghi 11 si nota però che questo

“distretto” di monumenti è organizzato in maniera da avere il controllo visivo totale del territorio all’esterno dei confini del distretto stesso. Ogni monumento infatti controlla un versante preciso o un’area scoperta dal controllo di altre torri protonuragiche. Il protonuraghe Aladorza “controlla”il versante occidentale, quello orientale è sotto il controllo del protonuraghe S’Iscra e S’Abbasanta, il Pedra Oddetta A controlla la fascia centrale del

“distretto” e il protonuraghe Oddetta B ha una visibilità nettamente ridotta ma orientata al controllo pieno della valle del Rio Murtazzolu.

(37)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

LE MURAGLIE MEGALITICHE

PROTONURAGHI 12

Questo gruppo è composto da 3 monumenti: i protonuraghi Biriola, Bilippone e Uana, ubicati nel territorio comunale di Dualchi alle quote di 319, 292 e 344 m s.l.m. e disposti a triangolo a una distanza di 3.2km circa l’uno dall’altro (Figura 4. 4. 12. ).

Figura 4. 4. 12. Protonuraghi 12, Particolare delle Carte Visibility of Protonuraghi Uana, Bilippone, Biriola.

Secondo una strategia insediativia completamente diversa dagli altri gruppi questi si trovano infatti su terreni pianeggianti, a distanza di centinaia di metri dai margini degli altipiani sui quali sono stati costruiti, in posizione di “tranquillità” assoluta, se paragonati alle altre torri

“arrampicate” sul ciglio dei terrazzi rocciosi con ampia vista sui territori circostanti. Il loro campo di visibilità invece non comprende nessuno dei monumenti del gruppo protonuraghi 12 e neanche di altri gruppi. Non vi è comunicazione visiva quindi con nessun altra torre se escludiamo il Bilippone che è in contatto visivo con il protonuraghe Ono e il Sulivera. E’

possibile però che questi ultimi due monumenti siano stati costruiti successivamente al Bilippone e che quindi anche questo originariamente fosse in condizione di “isolamento”

visivo. La differente strategia d’insediamento potrebbe essere dovuta a vari fattori come la diversa posizione gerarchica nella scala sociale dei costruttori di queste torri, la diversa funzione di questi protonuraghi o la semplice costruzione in un periodo diverso caratterizzato da esigenze sociali e militari diverse.

(38)

Un altro elemento di diversità rispetto agli altri gruppi di torri si nota nei protonuraghi Bilippone e l’Uana i quali sono posizionati a più di 500m dal corso d’acqua più vicino, sensibilmente lontani rispetto al trend generale.

PROTONURAGHI 16

Questo gruppo è composto da 3 monumenti: il protonuraghe Seneghe, Lighedu e Sa Idda Ezza ubicati nel territorio del comune di Suni alle quote di 235, 326 e 337m s.l.m.( Figura 4. 4. 13. ) .

Figura 4. 4. 13. Protonuraghi 16, Particolare delle Carte Visibility of Protonuraghi Sa Idda Bezza, Lighedu, Seneghe.

.La particolarità di queste torri è la posizione sul ciglio di due ampie depressioni circolari, probabilmente di natura erosiva, solcate dai corsi d’acqua Riu Trabalza e Rio Sa Laccheddu. Il Seneghe e Sa Idda Ezza si trovano ai lati opposti delle due depressioni a una distanza di circa 3.3km uno dall’altro. Tra questi monumenti vi è una perfetta comunicazione visiva molto probabilmente ricercata in quanto ognuno di essi ricade precisamente all’interno dell’area di visibilità dell’altro per poche decine di metri. Il protonuraghe Lighedu, invece, si trova a ridosso del Riu Trabalza incassato tra le sponde del corso d’acqua. Assolutamente particolare è il campo di visibilità di questo monumento che risulta anch’esso frutto di una ricercata strategia d’insediamento. Dal protonuraghe Lighedu è possibile infatti vedere una porzione di territorio assai limitata che traguarda precisamente il protonuraghe Seneghe. Questo farebbe pensare a una probabile posteriorità del Lighedu rispetto al Seneghe motivata da esigenze di

(39)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

LE MURAGLIE MEGALITICHE

maggior controllo del valico verso la valle da parte dei costruttori del Seneghe attraverso la costruzione di una nuova torre. Meno dubbi si hanno nel sostenere che in ogni caso il Lighedu è in relazione con il Seneghe.

(40)

4.5. I Nuraghi

LA PLANARGIA

Figura 4. 5. 1. Modello digitale del terreno della Planargia: in rosso i nuraghi e in celeste i Protonuraghi.

Figura 4. 5. 2. Hillshade (carta dell’esposizione al sole) della Planargia.

(41)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

I NURAGHI

Lo studio delle visibilità per i nuraghi della Planargia ha restituito un modello di controllo del territorio organizzato in cellule composte da pochi monumenti (due, tre o quattro al massimo) con strategie d’insediamento diverse e con monumenti non sempre comunicanti tra loro. La possibilità di “vedersi” tra monumenti quindi non era l’unico mezzo per controllare il territorio. In questo paragrafo verranno analizzate alcune di queste cellule con l’ausilio delle carte di visibilità.

(42)

La Planargia occidentale.

La Planargia occidentale presenta una geomorfologia caratterizzata da singoli rilievi che dal mare risalgono verso est fino al grande terrazzo roccioso. I nuraghi della bassa Planargia, apparentemente indifferenti alla linea di costa, ad una analisi più approfondita dello spazio attorno sembrano invece posizionati strategicamente. Su questi rilievi si trovano 20 torri nuragiche posizionate almeno in tre file parallele con orientamento NNE-SSW (Figura 4.5.3) (la quarta - la più interna - è composta da sole due torri).

Figura 4. 5. 3. Disposizione in tripla fila dei nuraghi con orientamento NNE/SSO.

La disposizione in file parallele è dovuta probabilmente alla necessità di opporre un fronte di controllo-comunicazione tra nuraghi parallelo alla linea di costa. La comunicazione avveniva probabilmente tra una fila e l’altra, da ovest verso est e viceversa attraverso sistemi di comunicazione visiva tra nuraghi. La volontà di disporre le torri su file parallele si intravede se si osserva lo posizione dei monumenti rispetto ai rilievi. Mentre le torri dell’alta Planargia seguono l’orientamento N-S dei margini dell’altipiano, quelli della prima fila partendo da ovest sono invece allineati perpendicolarmente ai rilievi. E’evidente quindi che la scelta del luogo in cui edificare le torri dipende solo in parte dalla morfologia del terreno e in parte dalla strategia di controllo del territorio.

(43)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

I NURAGHI

I nuraghi Figu, Tirrula, e Iscala.

A sud del centro abitato di Tresnuraghes, sulla seconda fila di monumenti partendo da ovest, si trovano 3 nuraghi (Figura 4.5.4), il Figu, il Tirrula, e il nuraghe Iscala, disposti sui tre versanti ai margini di un altipiano. Privi di comunicazione visiva tra loro, queste torri esercitano comunque il controllo del territorio a 360° . Il nuraghe Iscala “guarda” a nord-est, il Figu a sud e l’Iscala a ovest.

Figura 4. 5. 4. Esempio di controllo del territorio a 360° senza comunicazione visiva tra monumenti.

Il nuraghe Figu controlla anche lo sbocco al mare del Riu de Giana, ottima via di ingresso verso l’entroterra. Considerando che le carte di visibilità sono prodotte partendo da un punto unico al livello del terreno è verosimile che le visibilità reali da questi monumenti fossero più ampie se proiettate invece da un raggio utile di 10 metri attorno alla torre e da una altezza di diversi metri per ognuna di esse. Da un modello di controllo del territorio di questo tipo in cui le tre torri “non si vedono tra loro” e in cui ognuna di esse controlla una porzione diversa di territorio, probabilmente secondo una strategia comune, sembrerebbe che queste convivessero in una sorta di alleanza o comunque che tra loro non vi fosse alcuna rivalità.

(44)

I nuraghi Punta Lorio, San Nicola, Muristene e Monte Furru.

Spostandosi verso nord tra i centri abitati di Magomadas e Bosa, alla distanza di circa 800m dal mare e alla quota media di 130m s.l.m., si trovano 4 nuraghi: il Punta Lorio, il San Nicola, il Muristene e il Monte Furru (Figura 4.5.5).

Figura 4. 5. 5. Disposizione in tripla fila. La fila occidentale è composta dai nuraghi Punta Loiro, San Nicola, Muristene e Monte Furru. La zona di colore arancione corrisponde all’area di visibilità del Nuraghe Monte Furru.

Queste torri sono posizionate non in cima dei rilievi ma sui versanti sud-orientali, secondo una diversa strategia d’insediamento che dal punto di vista della visibilità potrebbe essere definita “vedere senza essere visti” , ovvero mantenere il controllo delle vie di comunicazione con la minore esposizione visiva possibile. La scelta è anche funzione dell’esposizione al sole in quanto come si può vedere dalla carta dell’Hillshade (Figura 4.5.3) i versanti a S-E sono i più illuminati e al riparo dai venti provenienti dal mare, specialmente quelli di nord-ovest. Da osservare a questo proposito è la posizione del nuraghe Monte Furru a ridosso del Rio Turas e dei nuraghi San Nicola e Punta Lorio rispettivamente a controllo delle valli a nord e a sud.

Tutti e tre inoltre, sono in comunicazione visiva con il nuraghe complesso San Michele (Figura 4.5.8) , l’unico di questa tipologia nella zona, e con il monotorre semplice Sebes. La comunicazione con la “seconda fila” di monumenti è evidentemente ricercata in quanto la costa e le valli possono essere controllate agevolmente posizionando le torri direttamente sulla

(45)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

I NURAGHI

costa e alla foce dei corsi d’acqua non permettendo però la comunicazione tra loro, motivo per cui invece è stato scelto il versante sud-est del rilievo piuttosto che quello occidentale.

Figura 4. 5. 6. Particolare della carta di visibilità del Nuraghe Punta Loiro.

(46)

Dal nuraghe San Nicola e dal nuraghe Lorio (Figure 4.5.6 e 4.5.7) si controllano ampie porzioni di mare. La loro posizione sul versante orientale dei rilievi permette di non essere visibili fino a qualche centinaia di metri al largo dalla costa evitando così di essere avvistati dal mare. Allo stesso tempo questa posizione non preclude il controllo della costa, in quanto dalle torri è facilmente raggiungibile la cima dei rilievi ottenendo così una visione totale sulla costa. Non è improprio definire assolutamente strategica la posizione di questi nuraghi, che ad un analisi dal basso e non aerea come quella offerta dal GIS appaiono distribuiti in maniera casuale e indifferenti al territorio.

Figura 4. 5. 8. Particolare della carta di visibilità del Nuraghe complesso San Michele e del Nuraghe Sebes.

I nuraghi San Lò e Rocca Pischinale.

Ancora verso nord troviamo il Nuraghe San Lò (Figura 4.5.9), il quarto della prima fila, a circa 160metri dalla sponda destra del fiume Temo e a circa 3km dall’attuale foce del corso d’acqua. Anche questo monumento sembra posizionato secondo la strategia “vedere senza essere visti” ovvero in condizione da non essere avvistato dal mare ma contemporaneamente in grado di controllare eventuali ingressi dal mare alla foce del fiume. In più il San Lò ha un ampia visibilità verso l’entroterra a 360° ma curiosamente non è in grado di vedere direttamente il nuraghe Pischinale. Quest’ultima torre (Figura 4.5.10) si trova a circa 1km a nord del San Lò alla quota di 173 m s.l.m. riparato al riparo dai rilievi circostanti.

(47)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

I NURAGHI

La posizione di questo monumento è particolare in quanto non è visibile dal San Lò e la sua visibilità è molto limitata.

Figura 4. 5. 9. Particolare della carta di visibilità del Nuraghe San Lo’.

(48)

Sembrerebbe perciò che i costruttori di questa torre avessero ricercato questa collocazione in modo da “non essere visti ma contemporaneamente avere la possibilità di vedere”.

Osservando il modello digitale del terreno ci si accorge infatti che tra i rilievi immediatamente a sud vi è un passaggio naturale verso sud attraverso il quale è comunque possibile esercitare il controllo visivo della pendenza fino alla sponda del fiume. Questa torre sembrerebbe quindi un unità d’ausilio o comunque complementare al sistema di controllo del territorio. Entrambi i monumenti rispettano ancora una volta la strategia di insediamento “vedere senza essere visti”.

Dalla carta di visibilità del nuraghe San Lò (4.5.9) si nota inoltre che non vi è comunicazione con il nuraghe Albaganes, il quale come tutti i nuraghi di questa area è posizionato sul versante S-E del rilievo a pochi metri dalla cima. Risalendo quindi verso la quota più alta gli abitanti dell’Albaganes erano in grado di comunicare e controllare la bassa valle del fiume Temo. Ancora una volta la scelta del luogo d’insediamento sembra essere stata frutto di una pianificazione i cui fattori erano il controllo delle vie di comunicazione, l’esposizione dei versanti, la comunicazione visiva con altri monumenti e la riduzione al minimo delle possibilità di essere avvistati a distanza.

I nuraghi Cadone, Camminu, S’Ena e s’Ulimu, Multa Ratta.

Il territorio comunale di Suni presenta tre ampie depressioni pseudo-circolari ( Figura 4.5.11) di probabile origine erosiva e attualmente solcate dai corsi d’acqua Riu Crabalza, Riu Sa Laccheddu, Torrente Uras e Riu Pali Trotto. Le prime due presentano una situazione archeologica particolarmente interessante in quanto per entrambe si ripete esattamente lo stesso modello d’insediamento (Figura 4.5.12): un protonuraghe posizionato sul ciglio e quasi all’estremità del rilievo; due nuraghi monotorre ubicati alla stessa distanza di circa 320m l’uno dall’altro, non più sul ciglio ma all’interno della depressione; il campo di visibilità (Figura 4.5.13) dei monotorre è esattamente lo stesso, nel senso che le due torri all’interno della depressione hanno lo stesso campo di controllo visivo. Dal punto della visibilità all’interno di ciascuna delle due depressioni i due nuraghi sono in comunicazione visiva uno con l’altro e con il protonuraghe situato all’estremità del rilievo.

Da sud a nord la prima che si incontra ha un diametro di circa 1.5 Km ed è profonda circa 200m.

(49)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

I NURAGHI

Figura 4. 5. 11. Hillshade della planargia sett. Particolare delle depressioni

Figura 4. 5. 12. digital elevation model (DEM) della planargia sett. Particolare delle depressioni.

(50)

Figura 4. 5. 13. Particolare della carta di visibilità dei nuraghi nelle 2 depressioni: i colori blu e rosso sono riferiti rispettivamente ai nuraghi Camminu e Cadone mentre i colori marrone e viola ai nuraghi S’Ena e S’ulimu e Multa Ratta.

(51)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

I NURAGHI

La Planargia settentrionale.

Ai margini settentrionali del grande tavolato dell’alta Planargia (Figura 4.5.14) si trovano circa 10 nuraghi monotorre, 3 nuraghi monotorre con villaggio e 2 nuraghi complessi.

Tutti hanno in comune la posizione sul ciglio del rilievo eccetto per il Nuraghe Su Natolu Biancu situato sul versante occidentale dell’altopiano a controllo della valle del torrente Uras.

Figura 4. 5. 14. Carta dei monumenti dell’Eta’del Bronzo per la Planargia sett.

I nuraghi Nuracale, Su Siddadu e Fra Farinas.

Risalendo verso nord si trovano i nuraghi semplici Nuracale, Su Siddadu e il nuraghe con villaggio Fra Farinas in comunicazione visiva tra loro (Figura 4.5.15), ma mentre il Nuracale è orientato al controllo della valle sul versante occidentale, il nuraghe Su Siddadu sembra controllare il versante orientale con ampia profondità di campo. Questo ultimo inoltre è in contatto visivo a nord-est con il monotorre Sa Zarra, con il monotorre con villaggio Sa Divisa a 1.7km di distanza e a sud-est con il nuraghe complesso San Michele. Il nuraghe Su Siddadu sembrerebbe svolgere una funzione importante di comunicazione con gli altri versanti dell’altipiano, mentre il Nuracale svolgerebbe la funzione di semplice controllo delle vie

(52)

Il nuraghe con villaggio Fra Farinas comunica visivamente con l’altro nuraghe con villaggio Sa Divisa a 2.2km di distanza. In questa maniera il versante N-O dell’altipiano è sotto controllo su entrambi i versanti, mentre per l’estremità settentrionale non si hanno dati – nel volume di riferimento- sulla presenza o meno di torri in quanto questa non rientra nei territori comunali del Marghine-Planargia.

Figura 4.5.15 carta delle visibilità dei nuraghi Nuracale e Siddadu della planargia sett.

Una considerazione su come il bisogno di comunicare visivamente tra monumenti possa aver influito o addirittura determinato una certa tipologia architettonica delle torri nuragiche è spontanea.Comunicare da una cima all’altra dei rilievi non richiede costruzioni particolarmente alte mentre su morfologie pianeggianti diventa indispensabile sviluppare in altezza il punto di osservazione per ottenere la maggiore profondità di campo possibile. La visibilità, specialmente nei pianori con fitta vegetazione arbustiva, è infatti proporzionale alla quota da cui viene proiettato il controllo del territorio. E’ possibile quindi che l’insediamento su rilievi pianeggianti abbia portato i costruttori dei protonuraghi o dei primi nuraghi a sviluppare in altezza le torri ottenendo quei fantastici capolavori dell’architettura antica che ancora oggi spuntano sulla linea dell’orizzonte.

(53)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

I NURAGHI

I nuraghi Sa Pedra Pinta, Assi e Chirisconis.

L’estremità nord-orientale dell’altipiano è insediata dai nuraghi Sa Pedra Pinta e Chirisconis (Figura 4.5.16) che svolgono la funzione di controllo del versante. 480m a sud- ovest dal Chirisconis si trova il monotorre con villaggio Assi, entrambi in comunicazione visiva con il primo. E’possibile quindi che il Chirisconis svolgesse la funzione di controllo del versante orientale in ausilio del nuraghe Assi posizionato internamente rispetto al margine dell’altipiano. E’ probabile inoltre che il nuraghe Assi fosse in comunicazione anche con il nuraghe Nuraddeo. La zona antistante questi nuraghi, possibilmente insediata durante l’età del bronzo, non rientra nel volume di riferimento perciò non è possibile fare analisi complete sul controllo del territorio.

Figura 4. 5. 16. carta delle visibilità dei nuraghi Sa Pedra Pinta, Assi e Chirisconis.della planargia sett.

I nuraghi Gioilzinu, Miali A, Miali B e il nuraghe Sos Bandidos.

Proseguendo verso sud si trovano i nuraghi Gioilzinu, Miali A, Miali B e il nuraghe Sos Bandidos (Figura 4.5.17). Questi tre monumenti sono in comunicazione visiva tra loro e rappresentano una cellula ben circoscritta e orientata al controllo della valle del fiume Riu

(54)

Narbonittu, Ardeu e Nuraddeo. Il sistema di controllo del territorio sembrerebbe prevedere quindi un secondo livello secondo il quale i monumenti sul ciglio del rilievo potrebbero comunicare con almeno uno dei monumenti interni, in maniera da coprire questi ultimi da eventuali attacchi o pericoli provenienti dalle valli.

Figura 4. 5. 17.delle visibilità dei nuraghi Gioilzinu, Miali A e B, Sos Bandidos.plan nord est bassa.

Figura 4. 5. 18. carta delle visibilità del nuraghe Mannu.

(55)

Capitolo 4 L’Analisi Archeologica

I NURAGHI

La Planargia orientale e il gruppo di Sindia.

Figura 4. 5. 19 La Planargia orientale.

(56)

Nel comune di Sindia (Figura 4.5.19), a sud-ovest dell’attuale centro abitato, in un area di circa 3x7km e a una quota media di 450m s.l.m., si trovano 24 torri nuragiche di cui 4 nuraghi complessi, 2 nuraghi monotorre con villaggio, 18 nuraghi semplici e 3 tombe di giganti. In questa area sono visibili due differenti morfologie del terreno a nord e a sud del Riu sa Laccheddu (4.5.20). La strategia d’insediamento è esattamente la stessa, nuraghi situati ai margini dell’area segnata da corsi d’acqua a controllo del territorio circostante, come si vede nelle figure 15 e 17, e torri interne protette dai nuraghi di periferia.

Il gruppo Nord.

Nel gruppo a nord del Riu sa Laccheddu, 9 nuraghi sono ubicati nelle zone periferiche del rilievo quasi a delimitarne i margini naturali, mentre 2 torri si trovano all’interno dell’area. Un esempio di controllo del territorio e di insediamento strategico da parte di questi monumenti è visibile nei nuraghi Uturos de Canna e Ziu Andria situati a 870m a ovest dal centro abitato (Figura 4.5.21). Entrambi controllano 2 valli il primo controlla la valle a nord-ovest il secondo quella a nord. La scelta del luogo di costruzione del nuraghe sembra ancora una volta subordinata alla visibilità o meglio alla possibilità di controllare due aree diverse. E’ possibile inoltre che i due monumenti siano stati costruiti in tempi diversi a causa di mutate esigenze di controllo del territorio.

Figura 4. 4. 21. Visibilità nuraghe Uturos de Ganna e nuraghe Ziu Andria

Riferimenti

Documenti correlati

The EP-EUI Policy Roundtable on Evidence and Analysis in EU Policy-Making was co-organised by the Global Governance Programme (GGP) of the Robert Schuman Centre for Advanced

Questa tesi di laurea è una ricerca concentrata sull’iconografia di Orfeo nei mosaici di quarto secolo delle ville romane in Britannia, analizzando sia il

Les algériens n’ont pas encore structuré un marché qui porte l’empreinte de leur communauté comme l’ont fait les libanais, les chinois, les grecs ou les italiens,

Secondo il 64,5% dei lavoratori, infatti, un’azienda che offre servizi di welfare in sostituzione a premi retributivi viene giudicata positivamente, perché marginalmente può portare

The vector layers of Pakistan consist of three different maps depicting the total water withdrawal in cubic kilometre per year, Total blue water in cubic kilometre per year, Access

Whether, or to what extent, it is possible for Member States to attain their objectives or for the Commission to get proposals accepted against national

With the signing of the Memorandum of Understanding on Specific Economic Policy Conditionality (MoU) by the so-called 'Troika' (International Monetary Fund, European

A new understanding of the nature of society changed the way people thought about equality and solidarity in the late nineteenth century.. The founding fathers of European sociology