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le sordità acquisite prima dei tre anni, in periodo di apprendimento del linguaggio, costituiscono un ulteriore 10%

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Academic year: 2021

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INTRODUZIONE

La scelta dell’argomento trattato, in questo lavoro di tesi, è motivata sia dell’esperienza maturata durante l’attività professionale svolta in questi anni, sia da una particolare predisposizione caratteriale nell’essere d’aiuto, alle persone in genere, ed in modo particolare a bambini con deficit che, con maggiore informazione ed attenzione, potrebbero essere evitati o quantomeno molto limitati. Questa tesi è improntata su tutti gli aspetti inerenti questo corso di laurea specialistica; infatti, la scelta di inserire nel capitolo primo la classificazione dell’ipoacusie e le cause di sordità infantili, vuole ricordare ed informare, per gli addetti e per i non addetti ai lavori, quale problema si sta affrontando e quali sono le problematiche legate ad esso. Appurato qual è il problema d’affrontare si passa, nel capitolo secondo, alla fase successiva che riguarda il vero e proprio argomento della tesi “la prevenzione delle sordità infantili.” Le ricerche svolte da un gruppo di ricercatori nel corso dell’ultimo decennio, hanno avuto un impatto rivoluzionario nella lotta contro i drammatici effetti della sordità infantile, una disabilità che colpisce circa due bambini su mille ed un bambino su sette, in particolare nei casi di nati prematuri. Solo in Italia i bambini audiolesi sono circa 100.000. Le sordità insorte prima o al momento della nascita, in Italia, costituiscono l’ 80% fra tutte le sordità infantili gravi; le sordità acquisite prima dei tre anni, in periodo di apprendimento del linguaggio, costituiscono un ulteriore 10%; 1-2 bambini su 1000, nati apparentemente sani, presentano sordità alla nascita; 5- 10 bambini su 100 nati a rischio, con varia patologia neonatale, presentano sordità; il 25- 30% delle sordità precoci infantili sono di origine sconosciuta, ma verosimilmente una parte di esse potrà essere in un prossimo futuro classificata come di origine genetica. La diagnosi della sordità viene attualmente effettuata con molto ritardo, a circa 24/36 mesi di vita, età alla quale gli interventi riabilitativi (protesi acustiche, logoterapia, interventi psicologici sulla famiglia, impianti cocleari nei casi più gravi) non sono in grado di assicurare il pieno sviluppo né della voce né del linguaggio, impedendo quindi il pieno inserimento del bambino sordo nella vita sociale. Il punto di svolta è consistito nello sviluppo di metodiche e di tecnologie per la diagnosi estremamente precoce della sordità infantile basate sulla registrazione delle otoemissioni acustiche. Ad un ritmo sempre più accelerato, lo screening uditivo neonatale, descritto nel capito terzo, viene adottato da un numero crescente di sistemi sanitari in tutto il mondo. È stato infatti possibile dimostrare che gli interventi riabilitativi messi in atto a pochissimi mesi di vita permettono un recupero ben al di là di ogni più rosea aspettativa, in quanto solo nella primissima infanzia viene sfruttata appieno la plasticità del sistema nervoso in fase di sviluppo. Il capitolo quarto

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descrive i costi ed i benefici della prevenzione spaziando, dalla gestione degli screening fino ai benefici che la prevenzione e, di conseguenza, gli screening, possono avere anche con dispendio minimo di risorse. Nel capitolo quinto, infine, con l’ausilio della ricerca svolta da Luciano Bubbico sulla sordità infantile in Italia per l’Istituto Italiano di Medicina e Salute si è voluto mettere in evidenza come nel nostro paese al fronte del problema sordità infantile vi sono ancora pochi lavori sull’argomento. Infatti, la ricerca si è basata sulla valutazione dei costi che il nostro Paese deve attualmente sostenere per l’inquadramento nella vita sociale di un soggetto con deficit uditivo. Lo scopo di questo lavoro di tesi è quello di invogliare tutti, dagli specialisti, media, direttori ed amministratori sanitari, politici, ai cittadini a fare prevenzione in modo da poter evitare o ridimensionare patologie, in questo caso le sordità infantili, che possono essere “sconfitte” ancora prima di diventarlo.

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