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I PARCHEGGI
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CAPITOLO 3: I PARCHEGGI
3.1 Generalità sui parcheggi
Il fattore fondamentale che determina il successo nella realizzazione e nella fruibilità di un parcheggio è un progetto efficiente, basato sull’equilibrio ottimale tra le esigenze funzionali,economiche, estetiche e gestionali.
I parcheggi hanno dimensioni variabili, dalle piccole aree con pochi posti auto, ai grandi impianti progettati per diverse centinaia di veicoli.
Vi sono dei criteri di progettazione di validità generale che possono essere opportunamente adattati alle caratteristiche ed alle dimensioni del parcheggio in progetto, affinchè ne sia garantita l’efficienza.
Tali criteri specificano gli standard progettuali che dovrebbero essere rispettati nella realizzazione di parcheggi di superficie o in struttura nei quali l’utente stesso conduce il proprio veicolo al posto di sosta, e riguardano soprattutto il dimensionamento degli spazi destinati alla sosta, alla manovra ed alla circolazione dei veicoli.
Il campo di applicazione riguarda la progettazione dei parcheggi fuori strada, sia di superficie che in struttura, con piani di parcamento interrati o fuori terra collegati da rampe.
Le dimensioni relative agli stalli e alle corsie di parcheggio possono essere estese anche ai parcheggi su strada.
Qualora a causa delle dimensioni dell’aria o per altri specifici motivi, non sia
possibile l’applicazione delle dimensioni standard qui previste, i progettisti
dovranno valutare caso per caso la possibilità di adottare valori diversi, a
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condizione che tali valori non pregiudichino il buon funzionamento del parcheggio, tenuto conto dell’esigenze dell’utenza della committenza.
Nei confronti delle dimensioni e delle misure indicate è comunque ammessa una tolleranza del 3%, qualora si presentino particolari esigenze in relazione al posizionamento ed al dimensionamento di alcuni elementi del parcheggio.
I valori relativi alle dimensioni standard si riferiscono ai parcheggi con stalli aperti, cioè senza pareti perimetrali o portone, destinati ai veicoli classificati dal nuovo Codice della Strada come autovetture.
Nell’ambito di ciascun parcheggio potranno essere previsti anche spazi destinati alla sosta di veicoli leggeri (motocicli, b), ovvero di veicoli di maggiori dimensioni (fuoristrada, furgoni).
In questi casi i dimensionamenti dovranno tener conto delle effettive dimensioni e delle esigenze di manovra di ciascun veicolo.
I valori sono stati determinati in base alle caratteristiche di un ipotetico veicolo standard le cui dimensioni coprono circa il 95% delle autovetture circolanti in Europa, immatricolate nell’ultimo decennio.
Tali dimensioni sono:
Lunghezza m 4,80
Larghezza m 1,75
Interasse m 2,80
Altezza m 1,70
Raggio esterno di curvatura m 5,80
Ai fini dell’applicazione dei criteri dimensionali i parcheggi vengono distinti
per classi, come indicato nella tabella sottostante, a seconda dei diversi livelli
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di funzionalità e di comodità di manovra che devono avere in relazione al loro utilizzo principale.
Classe Tipologia della sosta Utenza prevalente Esempi
1 sosta breve a rotazione
elevata operativa e occasionale
zone commerciali o uffici pubblici, centri
direzionali, impianti sportivi e ricreativi ad utilizzazione continua
2 sosta media mista (operativa e/o
abituale)
stazioni, aeroporti, università, scuole, ospedali, centri amministrativi, impianti sportivi e ricreativi in occasione
di spettacoli di richiamo
3 sosta lunga abituale o pendolare
parcheggi riservati ai dipendenti di uffici,
industrie, aziende, parcheggi per residenti
e abbonati
4
parcheggi ad uso privato o riservato o realizzati in condizioni eccezionali e per i
quali è necessario adottare soluzioni limite
5 parcheggi destinati ai disabili
Tabella 3.1 Tipo di sosta e utenza prevalenti
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Classe 1: questi parcheggi devono offrire all’utente il massimo confort, tanto per la circolazione interna che per le manovre, quanto per la facilità di movimento attorno al veicolo parcheggiato e l’apertura completa di tutte le portiere. In genere le manovre devono essere facili e rapide;
Classe 2: il confort che viene offerto è di livello medio: è lecito attendersi da parte dell’utenza un’attenzione ed una cautela maggiore rispetto alla classe 1, sia durante le manovre sia nell’apertura delle portiere;
Classe 3: l’utente è frequentatore abituale del parcheggio, ne conosce le caratteristiche, sa come orientarsi e come eseguire le manovre appropriate. In alcuni casi puo’ essere previsto che l’ingresso nello stallo avvenga in retromarcia. L’apertura delle portiere può anche non essere completa;
Classe 4: Viene richiesta all’utente molta attenzione ed un’attiva collaborazione, per esempio nel parcheggiare correttamente e con cautela in retromarcia. Le dimensioni previste per questa classe lasciano un margine minimo per distrazioni ed errori; pertanto questi impianti vanno progettati esclusivamente quando non vi sia altra alternativa se non la rinuncia alla realizzazione del parcheggio. Inoltre in tali dimensioni non sono previste alcune strutture che interferiscono con lo stallo, l’apertura delle portiere è limitata al primo scatto;
Classe 5: Non si tratta di strutture autonome ma di spazi con caratteristiche
specifiche previsti in tutti i parcheggi ad uso pubblico.
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L’organizzazione di un parcheggio, sia esso a raso o in struttura, deve tendere ad ottimizzare la celerità, la chiarezza dei percorsi, la facilità di manovra e la funzionalità di utilizzo da parte dell’utente.
E’ opportuno evitare di disporre posti per la sosta lungo le corsie di circolazione che conducono a settori di parcheggio contenenti un elevato numero di posti auto, onde evitare che la circolazione venga rallentata dalle manovre di parcheggio.
Nel percorso dei veicoli è necessario evitare per quanto possibile le intersezioni, i tratti di percorso ripetuto o inutile, i doppi sensi di marcia ed i tratti di corsie di manovra a fondo cieco.
Nella valutazione dei percorsi interni è importante tener conto del fatto che nei parcheggi ad uso pubblico a rotazione l’utente deve poter perlustrare il maggior numero di posti auto mediante un unico percorso continuo di adeguato sviluppo, mentre nei parcheggi residenziali o per abbonati con posto riservato, nei quali gli utenti conoscono bene i percorsi da seguire per raggiungere i posti auto, può essere conveniente prevedere due o più percorsi brevi diretti alle diverse aree del parcheggio.
I vantaggi della circolazione a senso unico nelle corsie di manovra sono riassumibili come segue:
Larghezza corsia inferiore;
Possibilità di angolare i posti auto;
Maggiore facilità di manovra e celerità nei percorsi;
Ricerca del posto libero agevolata;
Minore presenza di punti di conflitto o di intersezione dei flussi.
Per contro, l’utente uscendo dal posto auto deve prestare maggiore attenzione
al senso di marcia giusto, che deve essere adeguatamente segnalato e
richiamato spesso onde evitare errori.
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Anche se non sempre possibile, è opportuno che i percorsi siano organizzati in modo tale che l’utente nella sua ricerca del posto auto possa sempre ripercorrere il tragitto fatto e poter tornare eventualmente al punto di partenza del percorso interno al parcheggio senza dover uscire da esso, per verificare la presenza di posti liberi che si fossero resi disponibili o che gli fossero sfuggiti durante la prima perlustrazione.
Dagli aspetti distributivi interni, oltre che dalla funzionalità degli accessi, dipende la capacità dinamica di un parcheggio, cioè l’efficienza in relazione alla celerità di riempimento e di svuotamento.
Il termine utilizzato per valutare tale capacità dinamica è il tempo di svuotamento, che non deve essere generalmente superiore ad un ora per un parcheggio di dimensioni medio grandi.
Ai fini della definizione dell’inclinazione degli stalli rispetto al senso di marcia della corsia di accesso, definiamo come:
Parcheggio in linea quello nel quale l’asse dello stallo e quello della corsia sono parallele (0°);
Parcheggio angolato o a lisca quello nel quale l’asse dello stallo è inclinato (30°, 45°, 60°, etc…) rispetto all’asse della corsia;
Parcheggio a pettine quello nel quale l’asse dello stallo è inclinato di 90° rispetto all’asse della corsia.
L’ottimizzazione delle superfici utilizzate per il parcamento dei veicoli è tanto migliore quanto più i posti auto sono orientati verso i 90° rispetto alla corsia.
In termini di costi di produzione la disposizione più vantaggiosa è quella dei
posti auto a 90° rispetto all’asse della corsia; in tal caso però la corsia di
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manovra deve avere una larghezza adeguata, altrimenti il numero di manovre necessarie per parcheggiare risulta eccessivo.
Entro certi limiti il rapporto tra larghezza del posto auto e larghezza della corsia può essere considerato inversamente proporzionale.
Invece il parcheggio angolato o a lisca (tra i 30° e i 75°) presenta un vantaggio per l’utente in relazione alla manovra di ingresso dello stallo, che avverrà solo col veicolo in marcia avanti, in quanto riduce la complessità della manovra e ne incrementa la rapidità; anche l’uscita a marcia indietro è più semplice, e non presenta alcuna possibilità di equivoco in relazione al senso di marcia della corsia di accesso, mentre nel caso di parcheggi a pettine con corsia di accesso a senso unico c’è il rischio che l’utente distratto, in uscita dallo stallo, si inserisca nella corsia contro mano.
Le tabelle seguenti riportano le dimensioni standard degli stalli aperti senza ostacoli e delle corsie di parcheggio, in funzione della classe e per diversi valori dell’angolo β tra l’asse longitudinale degli stalli e l’asse di parcheggio.
Stallo in metri larghezza della corsia ( C ) in metri Classe larghezza x lunghezza
senso unico doppio senso
(a x b )
1 2,50 x 5,00 6,00 6,20
2 2,40 x 5,00 5,80 6,00
3 2,35 x 4,80 5,60 5,80
4 2,25 x 4,80 5,00 5,40
5 3,20 x 5,00 === ===
Tabella 3.2 Stalli a 90° rispetto alla corsia
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a c
bb
Figura 3.1 parcheggio a pettine
Nel parcheggio in linea, gli stalli devono essere ad almeno 20 cm di distanza da ogni struttura che superi i 15 cm di altezza dal pavimento, come muri, guardrail e pilastri.
Se la struttura si trova sul lato del posto guida, tale distanza deve essere adeguatamente incrementata, in modo da garantire l’apertura della portiera e l’uscita del conducente dal veicolo.
Classe
Stallo in metri Stallo cieco1 larghezza corsia ( c ) in metri larghezza x
lunghezza lunghezza ( b'
) senso unico2
( a x b)
1 2,10 x 5,80 6,4 3,5
2 2,00 x 5,50 6 3,3
3 1,90 x 5,30 5,8 3,1
4 1,80 x 5,10 5,6 2,9
5 2,00 x 6,00 6,4 ===
1. stallo il cui lato anteriore o posteriore si trova adiacente ad un ostacolo (parete, pilastro, guardrail, ecc.)
2. nelle autorimesse soggette alle norme di sicurezza antincendi di cui al decreto del Ministero dell'Interno 1 febbraio 1986 la larghezza della corsia è fissata in metri 4,50 Tabella 3.3 Stalli in linea rispetto alla corsia
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c a
0,20 b b'
Figura 3.2 Parcheggio in linea
La lunghezza b è comprensiva dello spazio necessario per effettuare la manovra di parcheggio.
E’ anche possibile marcare gli stalli a gruppi di due, lasciando tra una coppia e l’altra lo spazio di manovra, come indicato in figura
b b
b
Figura 3.3 Parcheggio in linea con stalli in coppia
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Nel caso di stalli per disabili ( Classe 5 ) la lunghezza b dello stallo include il passaggio pedonale destinato al disabile.
La larghezza minima di m 2,00 prevista dal codice della strada non deve in ogni caso pregiudicare la possibilità di uscita del disabile dalla vettura.
Nel caso in cui lo stallo sia chiuso sul lato opposto a quello di accesso da un cordolo fermaruota, la lunghezza netta dello stallo può essere ridotta fino ad un massimo di m 0,60, purché nessun ostacolo impedisca alla sporgenza anteriore o posteriore del veicolo parcheggiato di fuoriuscire liberamente.
Angolo
Classe
Stallo in metri Larghezza corsie Doppio stallo
(c) ( d )
β larghezza x lunghezza in metri in metri
a x b a' x b' senso unico ingombro
30° 1 2,40 x 5,00 4,80 x 4,60 3,4 7,1
30° 2 2,30 x 5,00 4,60 x 4,50 3,2 7
30° 3 2,25 x 4,80 4,50 x 4,35 3 6,75
30° 4 2,20 x 4,60 4,40 x 4,20 3 6,5
45° 1 2,40 x 5,00 3,40 x 5,25 3,8 8,75
45° 2 2,30 x 5,00 3,25 x 5,15 3,6 8,7
45° 3 2,25 x 4,80 3,20 x 5,00 3,4 8,4
45° 4 2,20 x 4,60 3,10 x 4,80 3,2 8,05
60° 1 2,45 x 5,00 2,85 x 5,55 4,5 9,9
60° 2 2,35 x 5,00 2,70 x 5,50 4,3 9,85
60° 3 2,30 x 4,80 2,65 x 5,30 4 9,45
60° 4 2,25 x 4,80 2,60 x 5,30 3,8 9,45
75° 1 2,45 x 5,00 2,55 x 5,45 5,3 10,3
75° 2 2,35 x 5,00 2,45 x 5,45 5,1 10,25
75° 3 2,30 x 4,80 2,40 x 5,25 4,8 9,9
75° 4 2,25 x 4,80 2,35 x 5,20 4,6 9,85
1. Nelle autorimesse soggette alle norme di sicurezza antincendi di cui al Decreto del Ministero dell'Interno 1 febbraio 1986 la larghezza minima della corsia è fissata in m 4,50
Tabella 3.4 Stalli angolati rispetto alla corsia
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Tanto nei parcheggi a 90° quanto nei parcheggi angolati il progettista può, se lo ritiene opportuno, diminuire la lunghezza b dello stallo di una misura che non dovrebbe eccedere 1 20 cm, purchè la larghezza c della corsia di parcheggio venga incrementata del medesimo valore, in modo che la somma b + c resti costante.
ß
b'cdcb'
a
Figura 3.4 Parcheggio angolato
La riduzione della lunghezza dello stallo può invogliare l’utente a parcheggiarvi il veicolo più in profondità.
Alcuni stalli possono essere destinate ad auto di piccole dimensioni, purchè :
Siano opportunamente segnalati;
Vengano prese le precauzioni necessarie affinchè il loro utilizzo improprio da parte dei veicoli medio-grandi non costituisca un intralcio per la circolazione e la manovra;
Il loro numero non superi una percentuale modesta del totale dei posti
auto.
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Le dimensioni minime per questi stalli sono, per parcheggio a pettine, di metri 2,20 x 4,20.
Tali misure possono esser ulteriormente ridotte qualora gli stalli siano riservati a vetture molto piccole ( citycar ).
Nel caso di posto auto chiusi, le misure degli stalli vanno opportunamente incrementate, per tener conto degli ostacoli costituiti dalle pareti e dal portone del box stesso.
Per quanto concerne le dimensioni degli stalli per i disabili (classe 5 ) si deve fare riferimento alle indicazioni contenute nel Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della strada (DPR. 495/1992, come modificato dal DPR n. 610/1996) ed alla normativa relativa all’abbattimento delle barriere architettoniche.
L’art. 149, comma 5, del citato regolamento prescrive che: “Gli stalli di sosta
riservati alle persone invalide devono essere delimitati da strisce gialle e
contrassegnati sulla pavimentazione dall'apposito simbolo; devono, inoltre,
essere affiancati da uno spazio libero necessario per consentire l'apertura
dello sportello del veicolo nonché la manovra di entrata e di uscita dal
veicolo, ovvero per consentire l'accesso al marciapiede” (figure ii.445/a,
ii.445/b, ii.445/c).
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>150450
130 190 230
Figura 3.5 Delimitazione degli stalli di sosta riservata agli invalidi (dimensioni in centimetri)
La figura indica una larghezza dello stallo pari a m 1,90 affiancata da uno spazio libero per consentire l’apertura dello sportello pari a 1,30.
In totale dunque la larghezza dello stallo deve essere pari o superiore a m 3,20.
Il Decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n.236 (Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche), al punto 8.2.3 stabilisce: “Nelle aree di parcheggio devono comunque essere previsti, nella misura minima di 1 ogni 50 o frazione di 50, posti auto di larghezza non inferiore a m 3,20, e riservati gratuitamente ai veicoli al servizio di persone disabili.
Detti posti auto, opportunamente segnalati, sono ubicati in aderenza ai
percorsi pedonali e nelle vicinanze dell'accesso dell'edificio o attrezzatura.
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Al fine di agevolare la manovra di trasferimento della persona su sedia a ruote in comuni condizioni atmosferiche, detti posti auto riservati sono, preferibilmente, dotati di copertura”.
Per i parcheggi in linea, le dimensioni degli stalli per disabili sono quelle indicate nella Tabella 3.2 per la Classe 5.
Vale infatti quanto prescritto all’art.10, comma 2, del DPR n. 503/1996 :” Per i posti riservati disposti parallelamente al,senso di marcia, la lunghezza deve essere tale da consentire il passaggio di una persona su sedia a ruote tra un veicolo e l’altro.
Il requisito si intende soddisfatto se la lunghezza del posto auto non è inferiore a 6 metri; il tal caso la larghezza del posto auto riservati non eccede quella di un posto auto ordinario”.
E’ anche possibile l’abbinamento di due stalli per disabili con interposto un unico passaggio pedonale.
Per quanto riguarda il superamento di dislivelli, vale quanto prescritto al punto 8.1.1 del citato decreto ministeriale n. 236/1989 : “Non viene considerato accessibile il superamento di un dislivello superiore a 3,20 m ottenuto esclusivamente mediante rampe inclinate poste in successione.
La larghezza minima di una rampa deve essere:
- di 0,90 m. per consentire il transito di una persona su sedia a ruote;
- di 1,50 m per consentire l'incrocio di due persone.
Ogni 10 m di lunghezza ed in presenza di interruzioni mediante porte, la
rampa deve prevedere un ripiano orizzontale di dimensioni minime pari a
1,50 x 1,50 m, ovvero 1,40 x 1,70 m in senso trasversale e 1,70 m in senso
longitudinale al verso di marcia, oltre l'ingombro di apertura di eventuali
porte.
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Qualora al lato della rampa sia presente un parapetto non piano, la rampa deve avere un cordolo di almeno 10 cm di altezza.
La pendenza delle rampe non deve superare l'8%”.
Deve essere assicurata una comunicazione in piano tra ogni stallo e il percorso pedonale adiacente.
Gli stalli devono situati per quanto possibile in prossimità di ascensori a norma per disabili, di accessi pedonali all’impianto, di luoghi sicuri statici.
Gli stalli devono essere identificati con il simbolo internazionale per i portatori di handicap.
Il segnale deve essere ben visibile da un veicolo che si approssima allo stallo,
mediante l’istallazione anche di un segnale verticale.
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3.2 Parcheggi a raso
In area urbane densamente abitate ed urbanizzate, l’individuazione degli spazi da destinare alla realizzazione di strutture di sosta dipende soprattutto dalle possibilità urbanistiche di edificazione nella zona, che inevitabilmente influenzano la determinazione della tipologia di autorimessa progettualmente ammissibile nel contesto del tessuto urbano in cui dovrà essere inserito il parcheggio.
Il parcheggio a raso rappresenta di solito l’intervento di sosta più facilmente realizzabile da parte delle amministrazioni pubbliche o dei soggetti dalle stesse delegati.
La relativa semplicità costruttiva e la conseguente economicità ne fanno la prima soluzione a cui pensare in caso si necessità di sosta soprattutto in aree periferiche o pericentrali, laddove vi sia adeguata disponibilità di spazi, ma pur sempre nell’ambito di una attenta valutazione dimensionale, dato che e il numero di posti auto ottenibile in rapporto alla superficie del lotto a disposizione sarà decisamente inferiore rispetto a quello di un parcheggio in struttura.
Un requisito di non secondaria importanza dei parcheggi a raso consiste nel fatto che a questo tipo di interventi per la sosta possono essere temporaneamente destinate aree in attesa di una destinazione urbanistica definitiva.
In certi casi tali aree sono reperibili anche all’interno dei centri storici o nelle
loro vicinanze, e possono offrire l’opportunità per la realizzazione di un
parcheggio che assolva una funzione temporanea ma importante anche in
funzione della riorganizzazione della sosta in una certa zona cittadina.
90
I parcheggi a raso presentano quasi sempre un’ agevole fruibilità da parte degli automobilisti, soprattutto per l’assenza delle rampe e dei percorsi pedonali interni che spesso caratterizzano i parcheggi in struttura.
La fruibilità di un parcheggio a raso risulta intuitiva, e la circolazione all’interno dello stesso presenta caratteristiche analoghe a quelle della circolazione su strada, data la completa assenza di elementi come pilastri che a volte ostacolano le manovre nei parcheggi in struttura.
L’ubicazione del parcheggio al medesimo piano stradale contribuisce alla percezione quasi immediata della presenza della struttura di sosta da parte dell’automobilista il quale ripone nel parcheggio a raso una inconscia preferenza rispetto ad una soluzione di parcheggio in struttura, dovuta in genere alla semplicità dell’accesso al posto di sosta ed all’assenza di quei fattori che solitamente risultano deterrenti nei confronti del parcheggio in struttura.
È di fondamentale importanza schermare il più possibile l’area a parcheggio o comunque creare una separazione psicologica, una schermatura delle aree destinate alla circolazione delle automobili e dei pedoni da quelle destinate alla sosta dei veicoli.
La separazione può avvenire tramite elementi decorativi naturalistici come siepi, muretti, avvallamenti del terreno, semplicemente cambiando la pavimentazione o in qualunque altro modo si ottenga uno stacco psicologico tra il luogo di sosta e la circolazione.
La predetta schermatura può essere una barriera psicologica piuttosto che
fisica da riempire, parzialmente, accettando di lasciare solo intravedere le
macchina o permettendo un’ampia visuale, o completamente la vista delle
vetture.
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All’interno del parcheggio, la disposizione degli stalli rispetto alle corsie di percorrenza può essere segnalata in vari modi (Fig. 3.6 e Fig. 3.7); il vero vincolo per queste segnalazioni di delimitazione di stalli è che si devono mantenere nel tempo.
La pavimentazione in conglomerato bituminoso delle strade di accesso al parcheggio può essere sostituita da materiali alternativi che permettano la possibilità di composizioni cromatiche e di materiali tali da poter dare una valenza architettonica alla struttura interna al parcheggio.
I materiali alternativi si possono identificare in gettate di cemento grezzo o
colorato, blocchetti di cemento prefabbricati di vario colore, autobloccanti in
cemento, pietra a spacco, ciottoli di fiume, ghiaia, mattoni gelivi, erba e piante
in genere.
92 Figura 3.6 Possibili segnalazioni stradali o interne all’autorimessa dei diversi posti auto
93 Figura 3.7 Situazione teorica più idonea per posti auto di maggiore comfort
Le linee di divisione degli stalli sono ottenibili tramite la colorazione della superficie in conglomerato bituminoso o cementizio, utilizzando l’applicazione a caldo di un materiale plastico colorato, oppure inserendo nella pavimentazione blocchetti o pietra di colore diverso, in modo da realizzare visibilmente la differenziazione delle aree.
Nelle zone particolarmente calde, il parcheggio a raso può essere spesso coperto con strutture semplici ed esili (vere e proprie tettoie) che hanno un notevole impatto architettonico sull’ambiente nel quale il parcheggio è inserito.
A questo proposito risulta di notevole importanza scegliere i materiali di
queste strutture per ottenere qualcosa di consono alle caratteristiche del luogo
94
e soprattutto diano l’idea di una costruzione e non di un semplice riparo dagli agenti atmosferici senza alcuna valenza architettonica.
La copertura che si viene a realizzare nei suddetti casi dovrà garantire una superficie in pianta leggermente superiore a quella dello stallo tipico, e una limitata altezza (generalmente non più di 2,10 m), creando così un impatto ambientale ridotto.
I parcheggi a raso richiedono una dotazione impiantistica ben più semplice rispetto ai parcheggi in struttura, infatti in genere non è necessario prevedere impianti di rivelazione gas e fumi, di spegnimento incendi, e risulta sempre facilitata, anche in
caso di presenza di recinzioni, la predisposizione delle vie di fuga per l’evacuazione di sicurezza dell’area.
Le attrezzature e gli impianti di gestione veicolare previsti in sede di progetto avranno una configurazione simile a quella dei parcheggi in struttura, comunque da dimensionarsi secondo la capacità del parcheggio e il grado di utilizzo previsto.
Per quanto concerne le dimensioni e la disposizione delle corsie di manovra e degli stalli valgono le indicazioni riportate nel paragrafo precedente, con l’avvertenza che, non essendovi né pilastri né pareti, i posti auto potranno avere dimensioni leggermente inferiori rispetto a quelli situati nei parcheggi in struttura.
Nel progetto di un luogo di sosta per autoveicoli, sia che si tratti di
un’autorimessa o di un parcheggio a raso all’aperto, deve essere posta
particolare attenzione per gli utenti disabili, ossia gli utenti con difficoltà
motorie. In tale direzione il D.M. 14 giugno 1989, n° 236 (inerente alle
prescrizioni per il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche)
95
e successivamente il D.P.R. 16 settembre 1996, n° 503 forniscono specifiche indicazioni sugli spazi minimi per la sosta dei veicoli di tali utenti.
In sintesi, i decreti affermano quanto segue:
negli edifici aperti al pubblico deve essere previsto 1 posto auto per disabile ogni 50 o frazione di 50 posti;
tale posto auto deve avere larghezza non inferiore a 3,20 m e deve essere riservato gratuitamente al servizio di persone disabili; il medesimo stallo deve
essere opportunamente collegato al marciapiede o al percorso pedonale, che evidentemente a sua volta deve essere conforme alle indicazioni dei due decreti (Fig. 3.8);
per i posti auto riservati disposti parallelamente al senso di marcia, la lunghezza dello stallo deve essere tale da consentire il passaggio di un utente su sedia a rotelle tra un veicolo e l’altro; il requisito si intende soddisfatto se il posto auto ha lunghezza almeno pari a 6 m (Fig. 3.9); in tale situazione, il posto auto per disabili può mantenere una larghezza pari a quella dei normali posti auto.
Da questi primi punti si deduce che la misura di 3,20 m (misura minima che
può essere aumentata a discrezione del progettista) deriva da una valutazione
dell’ingombro del veicolo di circa 170 cm, cui si affianca in adiacenza uno
spazio di 150 cm necessario per le manovre dell’eventuale carrozzina (e
ovviamente del veicolo stesso).
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Altresì i decreti legislativi evidenziano le seguenti prescrizioni:
in tutti casi, i posti auto per disabili devono essere opportunamente segnalati, ubicati nei pressi del mezzo di sollevamento ed in posizione tale da cui sia possibile, in breve tempo, raggiungere in emergenza un luogo sicuro statico o una via di esodo accessibile;
le rampe carrabili e/o pedonabili devono essere dotate di corrimano;
la pendenza massima trasversale del parcheggio non deve superare il 5% (in caso contrario bisogna rispettare ulteriori specifiche prescrizioni qui omesse);
per i parcheggi a raso all’aperto, i posti auto riservati, opportunamente segnalati, devono essere posizionati in aderenza ai percorsi pedonali e nelle vicinanze dell’accesso dell’edificio o dell’attrezzatura per cui vengono predisposti;
la delimitazione e la segnalazione del posto auto devono avvenire mediante strisce gialle e contrassegno sulla pavimentazione (apposito simbolo di utente su carrozzina);
è preferibile dotare di copertura i posti riservati per i disabili, così da
agevolare la manovra di trasferimento della persona su sedia a rotelle in
condizioni atmosferiche non favorevoli.
97 Figura 3.8 Dimensioni minime di un posto auto per utenti con difficoltà motorie
Figura 3.9 Posto auto per utenti con difficoltà motorie in presenza di parcheggi paralleli alla strada