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CAPITOLO 1 – FASE INFORMATIVA
1.1 La scuola per la prima infanzia
Il nido d’infanzia occupa una posizione particolarmente delicata all’interno di un
moderno sistema di servizi volti a favorire il benessere dei cittadini: tocca la base più sensibile
della società, influendo sulla vita delle famiglie e svolge un ruolo chiave tra il diritto alla
miglior formazione dei bambini e il diritto al lavoro e alla realizzazione sociale dei genitori, in
particolare delle madri. Sebbene la sua tradizione sia relativamente breve, l’istituto del nido d’infanzia ha avuto una evoluzione sostanziale, passando da una funzione prevalentemente
assistenziale rivolta ai casi di maggiore disagio, a una di sostegno alle madri per la tutela del
loro lavoro, fino ad essere riconosciuto come opportunità di crescita e di formazione dei
bambini in un contesto esterno e complementare a quello familiare.
1.1.1 Evoluzione del tipo edilizio
La maggiore attenzione all’infanzia si registra durante la Rivoluzione Industriale;
all’inizio fattori economici di tipo produttivo più che pedagogici sollevano il problema della
custodia e del ricovero dei figli degli operai, solitamente abbandonati a se stessi nel corso della giornata lavorativa dei genitori. I nidi e le scuole d’infanzia erano quindi finalizzati a preparare
le giovani generazioni delle classi meno abbienti a diventare gli operai delle nascenti fabbriche e seguivano gli stessi precetti in uso nell’edilizia scolastica e universitaria.
L’itinerario storico inizia dalla Francia dove, nel 1770, a Waldersbach in Alsazia, viene
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 7 protestante Frederic Oberlin (1740-1826). In tale struttura i bambini più piccoli vengono
intrattenuti con giochi mentre quelli più grandi vengono impegnati in attività guidate. Le salles d’asile si diffondono rapidamente in Francia, ma vengono disattesi gli obiettivi di Oberlin perché le sale si riducono soltanto a grandi stanzoni con notevoli carenze igienico sanitarie che
accolgono anche 300 bambini.
Figura 1-1: Asilo d’infanzia francese (1880)
In Inghilterra più fortuna ha invece l’iniziativa del filantropo Robert Owen (1771-1858),
che in qualità di proprietario di una filanda nel New Lamark, in Scozia, fonda nel 1816 l’Istituzione per la formazione razionale del carattere giovanile. A questo istituto viene annessa
una scuola infantile composta da 2 sezioni che ospitano bambini dai 2 ai 6 anni e dai 6 ai 12.
Questa esperienza getta le basi per la prima infant school la cui tipologia si diffonde
rapidamente prima in Inghilterra e poi negli altri paesi.
In Italia la fondazione degli asili infantili si deve all’abate Ferrante Aporti (1791-1858)
che li chiama Scuole infantili di carità. La prima scuola viene aperta a Cremona nel 1828 e all’inizio accoglie, a pagamento, soltanto bambini di famiglie agiate, mentre successivamente
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 8 verrà aperta anche a quelli di famiglie meno abbienti. A causa del personale insegnante poco
preparato tali strutture vengono correntemente chiamate soltanto asili poiché la loro funzione si
riduce esclusivamente alla semplice custodia dei bambini, quasi sempre ospitati in ambienti
inappropriati e malsani.
Figura 1-2: Asilo d’infanzia inglese (1880)
L’asilo aportiano, che si ispira al concetto dello sviluppo armonico delle forze fisiche,
intellettuali e morali del bambino, è caratterizzato dalla separazione tra maschi e femmine e da
una grande quantità di aule, a differenza della contemporanea unica aula della show room
inglese o delle 2 aule della salle d’asile francese. L’iniziativa di Aporti non è immune da
critiche e opposizioni ma, malgrado ciò, a partire dal 1833 il suo modello di scuola infantile ha
larga diffusione in tutto il territorio italiano.
La trasformazione istituzionale degli asili infantili in strutture educative si attribuisce a
F. Froebel (1782-1852), fondatore nel 1893 dei Giardini d’infanzia (Kindergarten). L’educazione, secondo Froebel, deve basarsi sull’attività creatrice individuale e/o collettiva e
senza condizionamenti esterni sui bambini mediante la libertà del gioco. In queste strutture i bambini erano posti a stretto contatto con la natura, come avviene ancor’oggi nelle scuole
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 9 materne tedesche. La singolare denominazione muove dal fatto di considerare i bambini come
piante e i maestri come giardinieri che ne devono avere cura. La prima denominazione data da
Froebel è stata per questo Vivai di bambini.
In Italia i giardini d’infanzia vengono introdotti da Adolfo Pick (1829-1894) che ne apre
il primo esempio a Venezia nel 1869.
Nel corso dell’Ottocento, in Italia, le sole strutture per l’infanzia sono le scuole infantili
e i giardini d’infanzia, entrambe esistenti grazie all’iniziativa privata e alla pubblica
beneficenza. Infatti la prima legge sull’istruzione pubblica del 1859 non contempla gli asili
infantili e il silenzio in materia regna fino alla legge del 1888 in cui si trovano riferimenti in
riguardo:
Art.5 – gli edifici per asili infantili devono comprendere: a) Un ampio atrio per spogliatoio;
b) Una stanza per lavatoio;
c) Ampie classi per tre sezioni di scuole miste; d) Grande sala per ricreazione;
e) Cortile e giardino; f) Cucina e latrine;
La superficie delle classi deve essere calcolata in 0,80 mq per allievo e mai essere inferiore a 30. l’altezza non inferiore a 4,50 m e la sua lunghezza non superiore ai 10 m.
Dal punto di vista della tipologia edilizia tra asili infantili e giardini d’infanzia non
esiste sostanziale differenza: comunemente, i primi erano intesi come istituti di beneficenza, i
secondi come asili a pagamento
Il Novecento segna una fondamentale svolta per gli indirizzi educativi da adottare nella nascente scuola per l’infanzia: in Francia, con una legge, già dal 1881 si passa dalle salles d’asile alle ecoles maternelles.
In Italia le fondatrici di metodi pedagogici che danno vita a relative strutture per l’infanzia sono le sorelle Agazzi e Maria Montessori (1870-1952). Il metodo pedagogico delle
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 10 spazi scolastici la stessa atmosfera dell’ambiente domestico. Il metodo della Montessori, a cui si
attribuisce la nascita della pedagogia scientifica e sperimentale, è fondato sulla conoscenza
psicologica del bambino, al fine di poter eliminare tutti gli errori educativi e limitativi delle sue
esperienze. Il modello montessoriano si basa sulla libertà del bambino, senza condizionamenti esterni dell’adulto e sull’organizzazione di spazi e arredi appropriati ai bisogni e alle possibilità
infantili. L’ambiente scolastico deve essere a misura, psicologica e dimensionale, di bambino, in modo che non possa essere ostacolato nei movimenti e nell’uso degli spazi.
Nel 1914 gli asili infantili e i giardini d’infanzia vengono riconosciuti innanzitutto e
come istituti di educazione anche se con la proibizione dell’insegnamento della lettura e della
scrittura.
La Riforma Gentile del 1923 non apporta ulteriori innovazioni didattiche se non il
cambiamento del nome degli asili infantili in scuole del grado preparatorio del bambino alla scuola elementare allungandone la durata a 3 anni come oggi.
Il quadro dell’evoluzione tipologica delle scuole materne fino all’attuale normativa tecnica del
18 dicembre 1975 è chiarito dal D.M. del 4 maggio 1925 “Approvazione delle norme per la
compilazione dei progetti di edifici scolastici” cui si ricavano le seguenti direttive: XVII
Gruppi scolastici: Dove se ne riconosca l’opportunità, si possono riunire in uno stesso fabbricato le scuole elementari maschili e femminili e l’asilo infantile o alloggiare questi diversi reparti scolastici in fabbricati vicini. La capienza di un gruppo scolastico non dovrà superare 1000 alunni. I locali spettanti ad ogni reparto dovranno essere perfettamente separati. XVIII
Norme particolari per la compilazione dei progetti di edifici ad uso infantili: Per gli asili infantili ad un aula occorrono, oltre di questa che può servire anche da ricreatorio, i seguenti locali: spogliatoio, refettorio, una stanza per la maestra, cucina, bagno, latrina, piazzale per giuochi. La stanza da bagno, come ogni altro locale di soggiorno, deve essere riscaldabile. Per gli asili d’infanzia a più di un’aula è necessario aggiungere un locale per ricreazione, una stanza per i bambini indisposti, una stanza per guardaroba, un piccolo ambiente per dispensa
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 11 ed un altro per deposito degli attrezzi di pulizia. Nei piccoli edifici ad uso asilo potranno inoltre comprendersi le abitazioni per il personale insegnante. L’aula ed il locale di ricreazione debbono essere a pianterreno e comunicare con il piazzale dei giuochi mediante porta a vetri, col minimo numero di gradini occorrenti per avere il dislivello necessario per il vespaio. La capienza delle aule non deve superare i 60 bambini, con una superficie non interiore metri quadrati 1 per ciascuno. Dove sia costruito un locale per ricreazione, questo avrà una superficie di metri quadrati 1,25 per bambino, avuto presente il numero di quelli dell’aula più grande. Le finestre siano numerose e possibilmente aperte in più parti. Per i refettori le dimensioni minime debbono essere calcolate considerando la larghezza delle tavole di metri 0,60, la lunghezza fra gli assi di due tavole parallele vicine metri 2,20. Fra il pavimento dei locali degli asili infantili ed il terreno debbono adottarsi gradinate con ciglio arrotondato e pedata leggermente inclinata e larga non meno di metri 0,35: l’alzata di ogni gradino deve essere tutt’al più di metri 0,12. Trattandosi di latrine a sciacquone, si preferisca la disposizione del vaso con apertura ovale e bordi bene arrotondati, e per la relativa pulizia si disponga una presa speciale d’acqua. Presso il gruppo di latrine non manchi quella per il personale insegnante. Le latrine per gli asili infantili debbono avere il sedile alto da metri 0,15 a 0,20, con orifizio ovale di metri 0,15 per 0,20, ed essere divise l’una dall’altra da semplici tramezzi lunghi metri 1,20 alti metri 1,50 senza chiusura anteriore. Ogni edificio per asilo infantile non può essere progettato per più di 200 bambini. Le istruzioni riportate per gli edifici ad uso scuole elementari non modificate dalle norme sopra indicate si debbono osservare anche per la compilazione dei progetti di edifici per asili infantili.
Col passare degli anni, grazie allo straordinario lavoro di educatori, pedagogisti e
psicologi, i bambini non furono più considerati come adulti in sedicesimo e la scuola dell’infanzia, da fabbrica per imparare ed edificio deputato alla custodia dei bambini e a
impartire nozioni preparatorie per accedere alle istituzioni scolastiche, divenne il luogo dello
sviluppo psico-motorio, relazionale, sensoriale e affettivo del bambino. Una risposta alle nuove esigenze educative fu la creazione di scuole per l’infanzia basate su unità pedagogiche, le
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 12 sezioni, caratterizzate in base all’età dei bambini ( tre, quattro e cinque anni) e dimensionate per ospitarne una trentina.
Successivamente, la tendenza è stata quella di abbandonare la tipologia di scuola
incentrata sulla sezione, intesa come sede rigida e immutabile di una didattica trasmissiva, per giungere ad una suddivisione dello spazio più articolata, in grado di consentire l’attuazione di
metodi d’insegnamento basati sul coinvolgimento attivo dei bambini mediante attività da
svolgere individualmente o in piccoli gruppi.
Tale approccio educativo fu alla base della Normativa tecnica sull’edilizia scolastica
del 1975, ancora vigente per le scuole dell’infanzia, e si tradusse fondamentalmente:
- nell’allestimento di specifici ambiti funzionali (nuclei di attività) dotati delle attrezzature necessarie (pittura, cucina, travestimenti …) ubicati all’interno (angolo di
sezione) o all’esterno (centro di interesse) della sezione e comuni a più classi per consentire l’incontro di bambini di età differente;
- nella previsione di ambiti per attività ordinate ( “attività che gli scolari svolgono a tavolino o su bancone”), libere ( “di carattere motorio o ludico o di carattere
complementare ecc.” ) e pratiche (“indossare o togliersi gli indumenti, piccole
operazioni di toletta personale, uso dei servizi, mensa, ecc.”).
Le iniziative assistenziali per la prima infanzia, che in Italia sono le premesse per gli
attuali asili nido, si intraprendono nel decennio 1840-1850 con l’organizzazione dei presepi, ubicati presso fabbriche o nelle immediate vicinanze, per la custodia e l’allattamento dei
bambini da parte delle loro madri. Si tratta quindi, delle prime strutture di tipo aziendale.
La prima struttura assistenziale con caratteristiche territoriali fu il Pio ricovero pei
bambini lattanti, aperto a Milano nel 1850 per iniziativa del pedagogista Giuseppe Sacchi (1804-1891). Il ricovero, a gestione privata, e accoglieva soltanto figli legittimi distribuiti in 2
sezioni: lattanti e divezzi. Successivamente altre strutture analoghe vennero aperte a Varese e a
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 13 affluenza di bambini, dovuta alla difficoltà incontrata dalle madri ad allontanarsi, più volte al
giorno, dal luogo di lavoro per recarsi ai ricoveri.
Dal punto di vista demografico l’istituzione di strutture assistenziali per l’infanzia fa
registrare un notevole abbassamento dei tassi mortalità infantile e la diminuzione dei casi di
abbandono. Il presepe costituì indubbiamente un vantaggio per le famiglie e soprattutto, una
prima attenzione ai problemi della maternità.
La diffusione dei presepi, fino alla prima metà del Novecento, si registra maggiormente nell’Italia Settentrionale ed in misura minore in quella centrale; in tutto il Paese, escludendo
quelli di tipo aziendale, nel 1907 se ne potevano contare in tutto 39.
Di particolare rilievo risultò essere l’apertura a Mantova, nel 1905, dell’Istituto pro
lattanti che gettò le basi alla territorialità dell’asilo nido moderno, soprattutto per l’introduzione dell’allattamento artificiale, sperimentato per la prima volta in questa occasione.
Con la Legge n.2277/1925 venne istituita l’ONPMI, Opera Nazionale per la Protezione
della Maternità e dell’Infanzia, finalizzata al potenziamento della famiglia e alla cura della popolazione infantile, con evidenti motivazioni politiche piuttosto che sanitarie. Alcuni stralci
del regolamento R.D. 15 aprile 1926 n. 718 così recitano:
- Art. 198. Ogni asilo materno deve avere la sede in locali costruiti e adattati secondo le
esigenze dell’edilizia sanitaria, provvisti di un sistema di riscaldamento igienico e comprendenti, oltre ai refettori, alle camera da bagno e ai locali per le gestanti, una camera da parto, una sala operatoria, uno o più dormitori per le puerpere. Nell’asilo deve esservi possibilmente un apposito reparto, separato dagli altri locali dell’Istituto, per assistenza delle gestanti tubercolotiche…
- Art. 200. Ogni consultorio per lattanti e divezzi fino al terzo anno deve possibilmente
disporre di una sala di aspetto divisa in compartimenti, di una sala per la pesata dei bambini, di un gabinetto medico, di una camera di isolamento per i sospetti di malattie infettive.
- ART. 201.- Negli asili nido o presepi l’altezza minima deve essere di tre metri e devono
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 14 L’asilo nido o presepe dell’ONPMI costituisce la premessa istituzionale e tipologica per quello
odierno.
Figura 1-3: Casa della Madre e del Bambino dell’ONMI in Piazza del Noviziato a Palermo (1934)
Figura 1-4: Casa della Madre e del Bambino dell’O.N.M.I. in Piazza del Noviziato a Palermo (1934)
Gli asili nido aziendali vengono istituiti con la legge del 26 agosto 1950, n. 860 sulla
Tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri. In essa si fa obbligo al datore di lavoro l’organizzazione di attrezzare una camera di allattamento nelle adiacenze dei locali dell’azienda
al fine di poter ospitare i figli delle lavoratrici madri quando erano occupate almeno 30 donne
coniugate di età non superiore ai 50 anni. La camera di allattamento consisteva in una vera e
propria stanza per la custodia dei bambini e gli asili nido, ospitando bambini di diverse fasce di
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 15 1.1.2 Architetture moderne per l’infanzia
Olanda
Tra i primi esempi di edifici scolastici moderni spiccano quelli olandesi. Ad esempio le
scuole realizzate da Willem Marinus Dudok (1884-1974) a Hilversum, dove era a capo dell’ufficio tecnico municipale o ad Amsterdam la scuola all’aperto, all’interno della vasta corte
di un isolato di abitazioni, nella quale Johannes Duiker (1880-1935) attuava un modo di
distribuire gli ambienti in radicale alternativa rispetto alla disposizione tradizionale delle aule
allineate lungo un corridoio. Ad Amsterdam una coppia di aule per piano si apre su un
terrazzo-veranda comune, grande quanto una di esse.
Figura 1-5: Duiker - Scuola all’aperto ad Amsterdam (1930), pianta e veduta generale. A destra, scuola a Hilversum
Svizzera
Un altro paese dove si diede presto molta attenzione all’architettura per l’infanzia è la
Svizzera, patria delle prime scuole pubbliche, istituite da Johann H. Pestalozzi (1746-1927) a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. C’è davvero imbarazzo a scegliere tra il gran numero di
esempi interessanti di edifici per l’istruzione di ogni ordine e grado costruiti in quella nazione se
ne segnalano due, rappresentativi di due caratteristiche che in complesso li distinguono.
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 16 Un asilo dell’architetto Hans Leuzinger (1887-1971) a Giarus del 1934, dall’aspetto
esterno non particolarmente notevole, ma con una pianta anticipatrice di criteri distributivi
moderni, è testimonianza di una ricerca finalizzata a diffondere un livello medio soddisfacente
più che a produrre eterogenee opere di eccezione.
Un altro asilo, posteriore di un trentennio, dà prova della continuità di quella ricerca. Fa
parte di un più vasto complesso scolastico, progettato da Alfred Roth (1903-1998), autore, oltre
che di scuole eseguite anche in altri paesi, di un ottimo libro sull’edilizia scolastica, ristampato e
aggiornato più volte in successive edizioni.
Figura 1-7: Roth - Complesso scolastico a Zurigo (1963) planimetria e veduta esterna
Francia
In scala ridotta, ci furono operazioni analoghe, al tempo del Fronte Popolare, in alcuni comuni della cintura parigina. Come a Suresnes, dove Eugène Beaudoin (1898-1983) e Marcel
Lods (1891-1978) progettarono una scuola all’aperto, riservata ad alunni che avessero bisogno
di assistenza sanitaria. È formata da padiglioni, uno per ciascuna classe di elementari, e da un
lungo corpo di fabbrica che, oltre a laboratori e servizi comuni, comprende in posizione centrale una scuola materna. Data l’importanza attribuita alle cure mediche, bambini e ragazzi, entrando
nelle scuole elementare e materna da due ingressi indipendenti, passavano in una stanza dove le
loro condizioni venivano quotidianamente controllate. L’accesso alle scuole era segnato da un
grosso mappamondo in cemento, attorno al quale si svolgeva a spirale una rampa. Nel vasto giardino c’era in una piccola vasca bassa dove nei giorni caldi ci si poteva bagnare.
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 17 Figura 1-8: Beaudoin e Lods - Scuola all’aperto nella cintura periferica di Parigi (1936). La ricreazione sul tetto del lungo corpo di fabbrica. La vasca nel giardino e il mappamondo all’ingresso
Italia
In Italia, nel periodo tra le due guerre l’architetto di maggior rilievo è stato Giuseppe
Terragni (1904-1943). La sua opera più nota è la Casa del Fascio a Como forse però la meglio
riuscita si trova nella stessa città, l’asilo Sant’Elia. Mirabile esempio architettonico, ma anche
preziosa testimonianza di quanto siano cambiate le esigenze e i criteri necessari a soddisfarli.
I bambini venivano radunati in aule che arrivavano a contenerne 50 ciascuna e in un
refettorio con più di cento posti, in ambienti scatolari alti quattro metri e mezzo, per loro del
tutto fuori scala. Da notare la semplice eleganza dell’ingresso e la polifunzionalità dell’atrio,
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 18 un lato e in generale il rapporto tra interno ed esterno, con le aule affacciate su una striscia di
terreno che può essere ombreggiata da tendoni fissati alla struttura.
Figura 1-9: Terragni - Asilo S.Elia a Como (1937), pianta, fronte d’ingresso e fronte delle aule
Merita di essere segnalata l’alta qualità, ottenuta a basso costo (all’epoca 50 lire a metro
cubo) della scuola materna che Cesare Cattaneo (1912-1943), altro architetto comasco, realizzò
con l’ingegner Luigi Origoni presso Cantù nel 1937. Questo per confermare come nell’architettura italiana tra le due guerre le esperienze più interessanti siano state quelle
connesse ad attività ordinarie della vita quotidiana.
In questo esempio va notata l’organizzazione articolata dei pochi e semplici ambienti che
compongono lo spazio: due aule e il refettorio collocati nei corpi perpendicolari del fabbricato a forma di L e i servizi distaccati al di là dell’ingresso, che immette nello spazio di ricreazione che
fa da snodo. Questo spazio polivalente, ha con l’area attrezzata all’aperto una relazione curata con un’attenzione per il rapporto tra interno ed esterno non frequente a quel tempo da
riscontrare.
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 19 Per le costruzioni destinate in particolare ai bambini più piccoli è a partire dalla metà
del secolo scorso che progetti e realizzazioni crescono in misura considerevole. Due fenomeni
sollecitano, da parte degli architetti, attenzione molto maggiore per i servizi di questo tipo. Il
rapido incremento dell’occupazione femminile contrae il numero medio dei componenti del
nucleo familiare: sono molte le donne, infatti, che lavorano senza avere parenti ai quali lasciare
in custodia i figli. Nello stesso tempo gli sviluppi della pedagogia e della psicologia hanno
messo in luce quanto sia vantaggioso affidarli a persone competenti ed esperte e far trascorrere
loro, insieme con altri bambini, le ore durante le quali si trovano ad essere lontani dai genitori.
Tra scuola materna e asili nido, per quanto riguarda la loro architettura, ci sono differenze ma
altrettante somiglianze.
Per dare un’idea di come soluzioni e criteri sperimentati nelle une siano positivamente
trasferibili negli altri, selezionandoli e adattandoli, possiamo di nuovo ricorrere al lavoro ammirevole di due progettisti olandesi: Hertzberger (1932) e Van Eyck (1918-1999).
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 20 Herman Hertzberger è un celebre progettista di scuole di notevolissima qualità. Una
delle sue prime opere, la scuola Montessori a Delft, costruita tra il 1960 e il 1981, è pensata per
rispondere strettamente al programma montessoriano che si fonda sul rapporto di tipo informale
tra insegnante e allievi e sulla possibilità di organizzarsi contemporaneamente in un grande
numero di attività. Per consentire tale contemporaneità, gli spazi di insegnamento non possono
avere la forma dell’aula tradizionale, nella quale le diverse attività che vi si devono svolgere
comporterebbero il disturbarsi reciproco dei gruppi e il conseguente crearsi di situazioni
caotiche.
Il modulo base è l’aula a forma di L in modo che ogni bambino non sia più obbligato a
condividere lo spazio con tutti gli altri, potendo utilizzare spazi differenziati simili a quelli della casa. L’aula è formata da due spazi comunicanti, uno grande il doppio dell’altro. Il primo si
affaccia all’esterno attraverso finestroni con davanzali-sedili bassi, così che i bambini possano
guardare fuori. Destinato ad attività particolari, lo spazio più piccolo si distingue dall’altro per
differenze di quota del pavimento e della copertura; più lontano dalle finestre, riceve luce anche
dall’alto. È di qui che si entra nell’aula, da una porta affiancata a una vetrina. Tra le aule e il
grande atrio-sala polivalente che le disimpegna c’è reciproca comunicazione visiva, simile a
quella tipica olandese tra case-botteghe e spazi pubblici di strade e piazze. E come in una
piazza, nel mezzo della sala comune un semplice parallelepipedo fa da panchina e da podio e, con l’aggiunta di una pedana, si trasforma in palco.
Figura 1-12: Hertzberger - Scuola Montessori a Delft, fasi dello sviluppo
Si comincia con il progetto di quattro aule nel 1960, ma se ne costruiscono cinque nel 66, se ne aggiunge un’altra due anni dopo e diventano otto nel ‘79, undici nell’81. Una tale
capacità di crescita nel tempo fa risaltare immediatamente il principio di concepire la costruzione dell’edificio come ordinata organizzazione di elementi componibili. Lo stesso
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 21 schema iniziale prevedeva la possibilità di uno sviluppo spaziale nel tempo, costituendo però
una unità autonoma autosufficiente e completa. Tale criterio ha prodotto il risultato di creare una specie di piccola città all’interno della scuola, nella quale il grande e articolato spazio
centrale ha assunto le fattezze di una strada che ha il ruolo di ordinare tutti gli spazi dell’intero
insieme.
Figura 1-13: Scuola-convitto ad Amsterdam (1962), planimetria, veduta dell’edificio dall’alto e pianta di un nucleo.
Hertzberger è discepolo di Aldo van Eyck, uno dei progettisti più rappresentativi della
seconda metà del Novecento. Una delle sue opere più note è una scuola-convitto ad Amsterdam per bambini e ragazzi disabili o comunque bisognosi di sostegno. L’organismo architettonico è
basato sull’aggregazione di unità di gruppo componibili. Ogni unità è articolata in tre spazi
comunicanti, distinti per funzioni e integrati da un’area all’aperto, secondo uno schema che
sembra ancor più di altri adatto a suggerire soluzioni per gli asili nido. Quattro unità sono
attrezzate per attività da svolgere durante il giorno; altre quattro hanno in più un ambiente al
primo piano per restarvi a dormire di notte.
Appare con la massima chiarezza come in questo caso l’architettura si basi sul criterio
di procedere per aggregazioni successive, che dalla scala più piccola dell’unità di gruppo
arrivano gradualmente a definire l’organismo complessivo.
Sempre ad Amsterdam, Van Eyck ha realizzato un servizio sociale di interesse singolare. Si tratta dell’espansione di un edificio preesistente, sede di un’istituzione per assistere
ragazze madri, che comprende una parte dove ospitare i loro bambini. Il corpo di fabbrica basso
destinato a questa funzione, perpendicolare a quello di quattro piani prospicente la strada, si prolunga nella corte interna. Come nell’esempio precedente è suddiviso in unità, dove i bambini
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 22 vivacemente gli ambienti ed è coerente con il proposito di creare spazi il più possibile gradevoli
e confortevoli.
Van Eyck durante tutta la sua carriera dimostrò passione e altrettanta capacità nell’individuare particolari esigenze sociali e nel cercare modi di risolverle. Agli inizi del suo
lavoro ad Amsterdam attrezzò, per conto del Comune, centinaia di spazi di gioco per bambini e
ragazzi, ricavandoli in ogni genere di situazione possibile. Riuscì persino a rendere accoglienti
aree ristrette rimaste libere nei distacchi tra i fabbricati.
Figura 1-14: Van Eyck -Servizio per l’assistenza delle ragazze madri ad Amsterdam. Spazio di gioco in un quartiere
È particolarmente apprezzabile come egli è riuscito a raggiungere l’obbiettivo che si era
proposto facendo uso di mezzi quanto mai semplici ed economici. Questa esperienza
quantitativamente e qualitativamente straordinaria sottolinea l’importanza del ruolo che la sistemazione del terreno scoperto ha nella costruzione di ambienti per l’infanzia.
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 23 1.1.3 Architetture contemporanee internazionali
Nelle pagine che seguono sono illustrati alcuni esempi internazionali di asili nido e scuole per l’infanzia che offrono un campione vario e interessante di architetture di qualità per
questo genere di servizi.
Asilo Sundpark
località: Copenaghen, Danimarca anno di costruzione: 1998-1999
superficie: 880 mq circa
architetti: Nohr & Sigsgaard arkitektfirma
1. ingresso
2. percorso di distribuzione
3. spazio per un gruppo di bambini (infants) 4. spazio per un gruppo di bambini (kindergarten) 5. portico 6. servizi fasciatoio 7. spogliatoio 8. spazio comune 9. serra 10. cucina
11. uffici e ambienti per il personale 12. deposito carrozzine
Figura 1-15: Asilo Sundpark, pianta.
Figura 1-16: Asilo Sundpark, sezione e vista esterna.
L’asilo Sundpark ha un solo piano a sviluppo lineare. L’organizzazione planimetrica è
impostata su cinque fasce funzionali parallele, orientate in direzione nord-sud, che contengono
rispettivamente i servizi comuni e gli ambienti per il personale, il percorso di distribuzione, gli
spogliatoi e i servizi igienici, gli spazi per i gruppi di bambini, il portico. Gli ambienti per i
bambini, disposti lungo il lato est, sono progettati per funzionare autonomamente oppure come
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 24 verso il giardino. Di questi ambienti, tre ospitano i bambini fino a tre anni, gli altri due quelli da
tre a cinque anni. Tra i due gruppi si trova uno spazio comune, utilizzato anche per il pranzo,
contiguo alla cucina e a una serra. Il percorso di distribuzione è scandito dagli ambiti di ingresso
degli spazi per i gruppi di bambini e aperto con grandi vetrate verso il giardino. Il volume ha
sezione trasversale trapezoidale ed è quasi interamente rivestito in legno.
Figura 1-17: Asilo Sundpark, vista posteriore.
In alto, lo spazio centrale per il pranzo e per le attività comuni. In basso, la serra che media il passaggio tra lo
spazio comune e il giardino.
In alto, gli spazi per i gruppi di bambini: le porte a libro aperte permettono di unire gli ambienti. In basso, la struttura in vista e le vetrate verso il giardino danno qualità allo spazio distributivo.
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 25 Asilo a Lustenau
località: Lustenau, Austria anno di costruzione: 1999
superficie: 1080 mq circa
architetti: Dietrich/Untertrifaller Architekten 1. ingresso 2. percorso di distribuzione 3. spogliatoio 4. ambiente per un gruppo di bambini 5. spazio soppalcato 6. portico 7. servizi igienici fasciatoio
8. ambienti per attività comuni e per il personale
Figura 1-19: Asilo a Lustenau, pianta e sezione.
Figura 1-20: Asilo a Lustenau, vista esterna.
L’asilo di Lustenau è composto da due corpi di fabbrica, in parte a un piano in parte a
due, collegati tra loro. Il primo ha sviluppo longitudinale e contiene tre nuclei di ambienti per
gruppi di bambini, che comprendono spogliatoio, servizi igienici e un grande spazio per il gioco e per le altre attività. Quest’ultimo ha pianta a T con una parte soppalcata e prosegue all’esterno
in un portico riparato che affaccia a sud verso il giardino.
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 26 Lungo il lato opposto al portico, un percorso vetrato distribuisce i tre nuclei e li collega
con i servizi comuni che sono riuniti in un volume a due piani, in parte interrato, disposto ortogonalmente rispetto al corpo principale. Le pareti esterne dell’edificio sono rivestite in
legno. Differenze di quota della copertura piana articolano il volume con vetrate che illuminano
in profondità gli ambienti per i bambini.
Figura 1-22: Asilo a Lustenau, viste esterne e interne.
Lungo il fronte sud i volumi più alti, che corrispondono alle zone soppalcate degli ambienti per i bambini, scandiscono il portico; sul fronte nord il percorso di distribuzione è tamponato da una vetrata continua; l’interno del percorso che collega gli ambienti per i gruppi di bambini e il blocco dei servizi comuni.
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 27 Bornehuset Frejas Have
località: Roskilde, Danimarca anno di costruzione: 1997-1998
superficie: 650 mq circa
architetti: Tegneusten Vandkunsten ApS
1 spazio per un gruppo di bambini 2 ambiente per il riposo
3 spazio comune e distributivo 4 patio
5 ambienti per il personale 6 uffici
7 cucina
8 deposito carrozzine 9 magazzino della cucina 10 parcheggio biciclette
Figura 1-23: Bornehuset Frejas Have, pianta e planimetria generale
L’asilo di Himmelev è a un piano, a pianta impostata sulla geometria del quadrato. Il
cuore dell’edificio è il patio che ha un angolo aperto verso il giardino. Su due lati del patio, in
strettissima relazione con lo spazio esterno, affaccia un grande ambiente comune a forma di L,
alle estremità del quale si trovano due nuclei di ambienti per bambini. Alle spalle dello spazio
comune sono disposti la cucina e gli ambienti per il personale. Lungo un lato esterno sono
collocati depositi vari e un ambiente per il riposo dei bambini.
Figura 1-24: Bornehuset Frejas Have, vista esterna
Per sottolineare il carattere introverso dell’edificio, le pareti che delimitano il volume
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 28 impluvio con un sistema di gronde che trasforma la raccolta dell’acqua piovana in un gioco d’acqua.
Un angolo della corte è aperto verso il giardino attrezzato per il gioco dei bambini. In primo piano uno degli elementi metallici che raccolgono l’acqua piovana e la convogliano in una vasca a terra. Sulla corte interna affacciano le pareti vetrate del grande ambiente comune.
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 29 Asilo della Parrocchia Munster
località: Ingolstadt Hollerstauden, Germania anno di costruzione: 19951996
superficie: 800 mq circa
architetti: Gunter Behnisch, Manfred Sabatke
1. ingresso
2. ambienti per attività comuni 3. veranda spazio distributivo 4. patio
5. ingresso alle unità dei bambini spogliatoio 6. servizi igienici fasciatolo 7. spazio soppalcato per un gruppo di bambini
8. cucina
Figura 1-26: Asilo della Parrocchia Munster, pianta e sezione
L’asilo della parrocchia Munster è composto da quattro volumi a due piani, coperti con
tetto a falde, disposti “a girandola” intorno a un patio centrale e collegati tra loro da una veranda
vetrata. I tre volumi a sud ospitano ciascuno un gruppo di 25 bambini, mentre quello a nord
contiene i locali di riunione e per il personale. Dalla veranda si accede ai nuclei destinati ai
bambini, composti da un atrio con spogliatoio, dal locale dei servizi igienici e da un grande
ambiente in parte soppalcato nel quale si svolgono le varie attività. In ogni nucleo, sotto la parte
soppalcata in posizione riparata dalla scala, è collocato un angolo cucina. Nel volume a nord,
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 30 accedono dai soppalchi dei due nuclei contigui. Il patio centrale viene utilizzato per il gioco e
per le attività psicomotorie.
Figura 1-27: Asilo della Parrocchia Munster, viste interne ed esterne
In alto, a sinistra il patio centrale visto da uno degli abbaini. A destra vista del complesso dall’esterno.
In basso, a sinistra la veranda che circonda il patio, dalla quale si accede ai quattro nuclei che compongono l’asilo.
A destra interno di uno degli ambienti per i gruppi di bambini. Gran parte delle finiture interne, compreso il pavimento, sono in legno; si vedono la scala e il soppalco, sotto al quale si trova l’angolo cucina.
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 31 1.1.4 Architetture contemporanee italiane
Nelle pagine che seguono sono illustrati alcuni esempi italiani di nidi e scuole per l’infanzia che offrono un campione vario e interessante di architetture di qualità per questo
genere di servizi.
Asilo Nido Aziendale Tetra Pack località: Modena, via Uccelliera 19 anno di costruzione: 2004-2005 importo dell’opera: 1.339.477 Euro
superficie utile: 505 mq circa superficie a verde: 1595 mq architetti: ZPZ Partners - Modena
Figura 1-28: Asilo Nido Aziendale Tetra Pack, vista esterna
Il progetto propone un asilo nido per 42 bambini da 12 a 36 mesi, con posti riservati a
dipendenti Tetra Pack e quota parte ai cittadini modenesi, in base a un rapporto di convenzione
con il Comune di Modena.
Il progetto prevede due aree verdi, una a Sud e una a Nord del nido, con colline
seminate a verde, ottenute utilizzando la terra di riporto dello scavo di fondazione. La pavimentazione esterna perimetrale dell’edificio è in cemento pigmentato, che si amplia in una
forma ellittica in corrispondenza dell’ingresso.
La struttura scolastica è pensata come elemento di un più vasto progetto pedagogico: realizzare un luogo per l’infanzia ricco di occasioni per autoapprendere e crescere, un grande
laboratorio complesso e articolato negli spazi, nei colori, nei materiali, nelle luci, nelle prospettive visive flessibile e adattabile alla ricerca didattica. Due ambienti – aula organizzano
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 32 guardaroba, mentre la zona servizi igienici è baricentrica e comune alle due sezioni, impostata come luogo della cura del corpo e dei giochi d’acqua. Entrambe le sezioni sono completate dalla
piazza centrale che supporta attività collettive, a piccoli gruppi, con elementi di arredo che
fungono da protagonisti.
Figura 1-29: Asilo Nido Aziendale Tetra Pack, assonometrie e pianta
Il progetto prevede una struttura portante in legno lamellare con rivestimento esterno in doghe orizzontali di legno di larice naturale su supporto ventilato. L’impianto di riscaldamento
è a pannelli radianti a pavimento, a bassa temperatura, soluzione particolarmente idonea dal
momento che consente di evitare i radiatori e genera una condizione di pavimento asciutto, non
umido, confortevole sia per il gattonamento e il gioco dei bambini piccoli. Sono previsti
pannelli ad inversione di ciclo, cioè con la possibilità di distribuire fluidi freddi d’estate,
contribuendo al controllo della temperatura. Un
apposito sistema, inoltre, consente il controllo e
la regolazione di umidità, temperatura e purezza dell’aria, tramite immissione di aria
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 33 posti nel giardino in modo da rendere visibile la scelta ecologica ai bambini e ai genitori, e di sistemi di accumulo dell’acqua calda.
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 34 Asilo Nido Foro Boario
località: Forlì (FC), via Sauli anno di costruzione: in costruzione importo dell’opera: 1.248.121 Euro
superficie utile: 540 mq superficie a verde: 670 mq
architetti: Arch. Pinzarrone Comune di Forlì
Figura 1-32: Asilo Nido Foro Boario, vista esterna
L’edificio consta di un unico piano fuori terra. È prevista la realizzazione di 3 sezioni
(piccolissimi, piccoli e grandi). L’asilo nido è direttamente servito da una cucina per la
preparazione sul posto dei pasti. Sono, altresì, realizzati locali specifici per servizi ausiliari,
quali lavanderia, stireria, uffici, locali per il personale. Dal punto di vista funzionale, le tre
sezioni sono disposte con i lati lunghi prevalentemente orientati verso Sud per godere della
massima illuminazione naturale e del soleggiamento anche nei mesi invernali. Le tre sezioni,
inoltre, sono accessibili tramite un ampio corridoio di distribuzione interno e si affacciano verso
il parco del Foro Boario.
Le finestrature delle zone giorno sono realizzate con la parte inferiore che si sviluppa a
partire da 40 cm in modo che il bambino possa avere una completa visibilità degli spazi esterni. È previsto uno spazio specifico per le attività manuali dei bambini definito “atelier”. Questo è lo
spazio a disposizione dei bambini di tutte le sezioni, accompagnati da un’insegnante, per attività
sensoriali di manipolazione e pasticciamento; tale ambiente, di circa 30 mq, è collocato in posizione centrale fra le sezioni del nido. L’atelier si articola verso il parco con uno spazio
adibito a serra, con lo scopo, nel periodo invernale, di preriscaldare l’aria e nel periodo estivo, di preraffrescare l’aria delle zone riposo e dell’atelier. Nel periodo primaverile, inoltre, l’atelier,
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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 35 riponendo lateralmente l’infisso di separazione dalla serra, si potrà ampliare mettendolo in
contatto con il porticato.
Figura 1-33: Asilo Nido Foro Boario, planimetria
Il corridoio interno è dotato di captatori con dispositivi ottici per favorire la massima
luminosità ed evitare abbagliamento e surriscaldamento nei mesi estivi; gli infissi esterni sono
in legno, con vetri doppi o selettivi in alcune zone. Il tamponamento esterno è di spessore 56,5
cm con doppia parete di blocchi porizzati con farina di legno con isolamenti interni in fibra di legno. L’impianto di distribuzione è a bassa temperatura a pavimento alimentato dai pannelli
solari termici (20mq) e dall’impianto di teleriscaldamento. È presente l’impianto di recupero
delle acque piovane per gli scarichi del wc, un generatore eolico e un impianto fotovoltaico.
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 36 Asilo Nido e Scuola D’infanzia
località: Gatteo (FC)
anno di costruzione: progetto esecutivo importo dell’opera:
superficie utile: 1.317 mq circa superficie a verde: 3.997 mq architetti: Arch. Ferrante - Bologna
Figura 1-35: Asilo Nido E Scuola D’infanzia Gatteo, prospettiva ingresso
L’area è localizzata all’interno dell’abitato di Gatteo, in prossimità delle scuole medie e
del campo sportivo, nonché limitrofa ad una nuova di espansione residenziale in fase di
realizzazione.
Il progetto ha inteso proporre una riconnessione fisico – urbana dei luoghi circostanti
con il nuovo plesso, cercando un’occasione di “ricucitura” di percorsi fruitivi, alternativi ai carrabili, per una fruizione sicura, protetta e “attraente” della scuola, sia dal centro urbano che
dal nuovo quartiere residenziale a Nord.
L’impianto planimetrico è articolato in 3 corpi distinti per le 3 funzioni – centro pasti,
asilo nido, scuola per l’infanzia – incernierati intorno ad un atrio che, destinato alle attività
comuni del nido, rappresenta un elemento di connessione formale e compositiva. L’articolazione dei corpi edilizi e l’orientamento consentono di sfruttare luce e calore,
garantendo al fronte Sud un maggior irraggiamento, mentre la facciata a Nord beneficia di una
minor temperatura e, grazie alla ventilazione trasversale, contribuisce al raffrescamento passivo
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 37 Il progetto architettonico è caratterizzato dalla presenza di ampie superfici vetrate
orientate prevalentemente a Sud e Sud – Est, opportunamente schermate da pensiline e sporti.
Figura 1-36: Asilo Nido E Scuola D’infanzia Gatteo, planimetria generale
Figura 1-37: Asilo Nido E Scuola D’infanzia Gatteo, schemi comportamento termico in estate e inverno
Tale soluzione progettuale consente, soprattutto nei periodi di transizione (primavera e
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 38 schermature naturali a ciclo stagionale per il controllo dei picchi estivi, nonché uno sfruttamento
della luce naturale, con conseguente riduzione dei consumi per l’illuminazione miglioramento
della percezione visiva. La circolazione e il raffrescamento dell’aria sono indotti privilegiando la ventilazione naturale e l’effetto camino, con conseguente abbassamento del surriscaldamento
interno (nei regimi estivi) e controllo e regolazione del tasso di umidità e della temperatura interna. Nelle aule la presenza di volumi alti favorisce il richiamo e l’estrazione di aria calda.
Particolare attenzione è stata rivolta alla zona riposo del nido, dove 4 camini di ventilazione
svolgono la funzione di aria calda ed esausta.
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 39 Scuola dell’Infanzia di San Prospero
località: Imola (BO), via Mastrati anno di costruzione: 2003-2004 importo dell’opera: 1.851.016 Euro
superficie utile: 1.113 mq circa superficie a verde: 3.500 mq
architetti: Arch. Dal Fiume – Comune di Imola
Figura 1-39: Scuola dell’infanzia di San Prospero, vista esterna
La scuola di San Prospero sorge in un’area periferica di una frazione di Imola.
L’impianto planimetrico è determinato dal percorso solare e dai venti dominanti: un muro curvo
delimita al Nord l’edificato che a Sud l’edificio si apre in una serie di volumi disposti lungo
l’asse E-W per sfruttare al meglio l’esposizione e i guadagni solari. Scelte che insieme alla
compattezza del volume, al buon isolamento e allo sfruttamento degli apporti solari hanno
permesso di ottenere una buona efficienza energetica.
Tutti i tamponamenti esterni sono in muratura monostrato in mattoni porizzati di 42 cm
di spessore con intonaco a base di calce idraulica naturale. La struttura portante in cemento
armato è isolata con pannelli di sughero per eliminare i ponti termici e la copertura, con struttura
in legno, è del tipo ventilato e isolata termicamente. I locali a Nord hanno una copertura con
tetto verde e una zona adiacente, pavimentata con doghe di legno,è utilizzabile come punto di
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 40 Due grandi serre, incastonate nelle aule e utilizzate per le attività creative dei bambini, forniscono un rilevante apporto per il riscaldamento dell’edificio nelle stagioni intermedie e in quella invernale. Il pavimento e il muro che separa la serra all’aula, realizzato in mattoni di terra
cruda con intonaco di argilla, fungono da accumulatori di calore e un sistema di canalizzazioni e bocchette permette il recupero dell’aria calda per il riscaldamento e della sala polivalente a
Nord.
Figura 1-40: Scuola dell’infanzia di San Prospero, vista esterna
Nel periodo estivo le schermature fisse in legno e quelle mobili (tendaggi) riducono al minimo l’apporto solare evitando il suo riscaldamento. Per limitare il consumo di acqua potabile
è stato predisposto un sistema di recupero delle acque piovane. A completamento del progetto è prevista l’installazione sulla copertura di pannelli fotovoltaici.
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 41 Asilo Nido Comunale
località: Mozzo (BG), via Trento anno di costruzione: 2006
importo dell’opera: 720.000 Euro
superficie utile: 466 mq circa superficie a verde: 10.000 mq circa architetti: De8 Architetti - Bergamo
Figura 1-41: Asilo Nido Comunale a Mozzo, vista esterna
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 42 Il comune di Mozzo ha individuato un lotto nei pressi dell’arteria di collegamento con la
città di Bergamo, per la realizzazione di un programma sociale costituito dal nuovo asilo nido e
da un atelier per portatori di handicap. Il sito confina a Nord con la vigna più estesa del Parco
dei Colli di Bergamo. L’intervento è stato un’occasione per poter realizzare un programma strettamente legato all’ambiente senza dover necessariamente ambire ad un lessico
architettonico contemporaneo. Un complesso “sostenibile”, che unisce la ricerca tecnologica per
il contenimento delle fonti energetiche non rinnovabili ad un approccio bio-climatico per lo sfruttamento delle caratteristiche locali. La presenza della vigna ha influenzato l’orientamento
dell’impianto; così come le viste libere e la possibilità di beneficiare dell’apporto di luce
naturale e irraggiamento solare ne hanno caratterizzato il layout.
Figura 1-43: Asilo Nido Comunale a Mozzo, viste interne
La scelta è stata di orientare il grande atrio, dove si svolge la maggior parte dell’attività
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 43 non schermata, consente al programma educativo quotidiano di svolgersi in stretto legame con l’ambiente.
La progettazione si è basata sull’applicazione di tre macro principi, che dovrebbero
essere le linee guida di ogni nuovo intervento di trasformazione urbana: il risparmio energetico, l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e l’impiego di tecnologie bioclimatiche.
Figura 1-44: Asilo Nido Comunale a Mozzo, sezione trasversale, illuminazione e ventilazione naturale
L’edificio in progetto si caratterizza per alcune scelte di base inerenti l’applicazione di
tecnologia solare passiva. Particolare attenzione è stata riservata la possibilità di utilizzare al massimo l’apporto di luce naturale: il grande atrio a Nord e la luce diretta dalla vetrata al primo
livello da Sud (l’inclinazione della copertura consente di ombreggiare i raggi solari durante la
stagione estiva e di beneficiare dei raggi invernali, avendo essi un’inclinazione minore). A Sud,
una spessa muratura in pietra, assorbe l’irraggiamento solare, diffondendo all’interno il calore
accumulato in maniera graduale. Il grande volume dell’atrio viene ventilato con aperture
contrapposte. Durante la stagione più calda le aperture al primo livello permettono, aperte
durante la notte, il free-cooling.
La copertura del grande atrio è in legno lamellare. La fitta ripartizione della struttura secondaria permette di ottenere un’acustica ottimale. L’illuminazione artificiale è di tipo
indiretto. Il sistema di riscaldamento è realizzato con pavimento radiante a bassa temperatura con caldaia a condensazione. L’edificio è dotato di impianto di aria primaria per una corretta
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 44 1.1.5 Attuali orientamenti per gli spazi educativi
Gli asili nido territoriali o comunali sono stati istituiti con la Legge 6 dicembre 1971,
n.1044 Piano quinquennale per l'istituzione di asili-nido comunali con il concorso dello Stato
che ha delegato alle Regioni il compito della emanazione delle norme tecniche che ne fissano i
criteri per la costruzione, la gestione e il controllo, tenendo presente in generale i seguenti
requisiti:
- essere realizzati in modo da rispondere sia per localizzazione, sia per modalità di funzionamento, alle esigenze delle famiglie;
- essere dotati di personale qualificato sufficiente ed idoneo a garantire l’assistenza sanitaria e psicopedagogica del bambino;
- possedere requisiti tecnici, edilizi ed organizzativi tali da garantire l’armonico sviluppo del bambino.
È la legge che istituisce in Italia l’asilo nido come noi lo conosciamo tutt’ora, cioè come un
servizio sociale di interesse pubblico (Art. 1) con lo scopo principale di provvedere alla temporanea custodia dei bambini, per assicurare una adeguata assistenza alla famiglia e anche per facilitare l'accesso della donna al lavoro nel quadro di un completo sistema di sicurezza sociale (Art. 2). In altre parole, l’asilo nido è per la legge n.1044/71 ancora un servizio principalmente di custodia e assistenza, centrato maggiormente sui bisogni degli adulti, della
società e dello sviluppo delle opportunità lavorative in particolare della donna. Questa legge rappresenta pur sempre un balzo in avanti rispetto all’ONMI, ma i bisogni educativi dei bambini
sono secondari rispetto al bisogno di cura e sicurezza.
Il grande merito della 1044/71 è di aver incentivato la realizzazione diffusa, tramite appositi finanziamenti, dei primi asili nido comunali. Inoltre, all’art. 6, si precisa che gli asili
devono essere dotati di personale qualificato sufficiente ed idoneo a garantire l'assistenza
sanitaria e psico-pedagogica del bambino. Questo apre la porta alla nuova figura dell’educatore di asilo nido così come noi è tutt’oggi e diversa da quanto era previsto nell’ONMI.
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 45 Su questo punto si inseriscono, tra l’altro, le successive leggi regionali che ridefiniscono
parte delle caratteristiche degli asili nido e puntualizzano i requisiti per gli educatori.
In Toscana i servizi educativi per la prima infanzia sono disciplinati da una legge quadro, la
la LR 32 del 26 luglio 2002 Testo unico della normativa della Regione Toscana in materia di
educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro che sostituisce la precedente LR 22/1999 per la quale era stato redatto un approfondito Regolamento di attuazione che entrava nel merito dell’organizzazione dei servizi, in particolare per i nidi forniva
indicazioni esplicite anche sull’articolazione degli spazi che spesso risultavano poco adattabili
ai programmi pedagogici.
La Toscana è stata fra le Regioni che hanno contribuito maggiormente a trasformare l’immaginario negativo costruito intorno ai servizi educativi, attraverso studi e ricerche, che
hanno posto al centro del progetto pedagogico proposte educative sempre più orientate all’accoglienza e cura dei bambini. La Regione Toscana ha, da sempre, conferito ai servizi
educativi un’importante funzione di agenzia educativa permanente e ha individuato, da subito,
nella famiglia un interlocutore privilegiato evidenziando la necessità di garantire la continuità dei comportamenti educativi con l’ambiente familiare. Negli anni i servizi hanno, infatti, evoluto i loro pensieri intorno all’immagine di bambino e alle finalità del progetto educativo. La
tradizionale matrice custodialista viene effettivamente superata a favore di un’immagine forte
che mette al centro gli aspetti educativi e formativi. Contemporaneamente, la stessa ricerca,
collegandosi alle esperienze più significative svoltesi nei servizi stessi, ha conferito una
rinnovata lettura delle potenzialità e delle precoci competenze dei bambini piccoli, giungendo a
caratterizzare i servizi educativi non più come contesto di dubbio valore, ma piuttosto come
situazione privilegiata, offerta al bambino piccolo per sviluppare pienamente, e in forma integrata con l’esperienza familiare, le proprie complessive potenzialità.
Alla luce di quanto detto finora, la Regione Toscana risulta a livello nazionale tra le migliori Regioni nell’ambito delle politiche per la prima infanzia, non solo per la domanda accolta, ma
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 46 Nonostante l’adeguatezza del sistema dei servizi offerto, rimane tuttavia come obiettivo
prioritario quello del potenziamento, dello sviluppo e qualificazione del sistema stesso,
attraverso strategie ed azioni mirate sul territorio. Negli ultimi anni il sistema dei servizi
educativi si è trasformato ed è stato caratterizzato da una importante diversificazione delle
tipologie e da una forte integrazione tra pubblico e privato nella gestione. Tali due cambiamenti
richiedono il supporto di una disciplina più adeguata che ne consenta lo sviluppo e il
consolidamento. Un obiettivo importante nel quadro delle politiche regionali è, quindi, quello di
creare una comunità educante attraverso una forte valorizzazione di tutte le energie e sinergie
presenti sul territorio. Da queste necessità è scaturito la DGR 433 del 10 giugno 2013, Regolamento di Attuazione dell’art.4bis del Testo Unico in materia di servizi educativi per la
prima infanzia. Oltre a definire le caratteristiche del sistema integrato dei servizi educativi, le
caratteristiche del personale che vi opera e i requisiti organizzativi il nuovo Regolamento è più essenziale, non fa riferimento alla strutturazione degli ambienti ma si limita a definire, per
ciascun servizio, caratteristiche standard organizzative, prestazionali e dimensionali che, per i nidi d’infanzia, vengono riassunte di seguito:
standard e caratteristiche strutturali comuni a tutti i servizi educativi in merito alla collocazione e agli spazi esterni;
standard dimensionali degli spazi interni che prevedono una superficie minima di 5mq per bambino;
standard dimensionali degli ambienti destinati ai bagni e al cambio dei bambini che prevedono una superficie minima di 8mq con 3 wc, un lavandino a canale, un fasciatoio e
una vaschetta con doccia flessibile. Tale spazio deve essere previsto per ognuna delle unità
pedagogiche;
la ricettività minima e massima è fissata rispettivamente in 7 e 60 posti in età compresa tra 3 e 36 mesi;
l’orario quotidiano di funzionamento, a partire dalla mattina, è compreso tra un minimo di sei ore e un massimo di dodici. Ciascun bambino può frequentare il nido per un massimo di
Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un
nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 47 il periodo di apertura deve essere di un minimo di 42 settimane nell’arco dell’anno e
almeno dal lunedì al venerdì durante la settimana;
per i bambini sono previsti il pranzo e le modalità di frequenza differenziate;
il rapporto numerico tra educatori e bambini iscritti al nido è calcolato sulla base delle diverse fasce di età: 1/6 per i bambini di età inferiore ai 12 mesi, 1/7 tra 12 e 24 mesi, 1/10
tra 24 e 36 mesi;
il personale ausiliario operante nel nido deve essere numericamente adeguato ai diversi compiti da svolgere.
Riassumendo, con la LR 32/2003 e il successivo Regolamento DGR 433/2013 viene
definito e aggiornato il sistema dei servizi educativi per la prima infanzia che comprendono,
oltre al nido, il centro bambini e famiglie e lo spazio gioco e che offrono opportunità educative e
ludiche differenziate. Non più solo un istituto che salvaguarda l’occupazione dei genitori e
compensa situazioni di particolare disagio ma rappresenta, per un numero sempre maggiore di
famiglie, una rosa di offerte formative che possono essere scelte con gradualità, con tempi e
modi diversi. Servizi flessibili e continuamente aggiornati che danno ai bambini una occasione
di educazione alla socialità, opportunità resa particolarmente significativa e attuale dalla
riduzione del numero dei componenti la famiglia media, con l’aumentare dei figli unici.
In supporto all’impianto normativo la Regione Toscana ha voluto elaborare una serie di
prototipi per i nidi d’infanzia interfacciandosi a un modello pedagogico non troppo definito,
nella convinzione che una struttura di qualità, con la giusta e non eccessiva dose di flessibilità e
con un allestimento ben studiato, sia in grado di accogliere nidi variamente gestiti. Innanzi tutto
perché gli elementi comuni sono in complesso molto più determinanti delle differenze. In secondo luogo perché, come l’indagine sul campo ha dimostrato, gli educatori hanno una grande
capacità di manipolare gli spazi a loro disposizione per adeguarli ai propri programmi educativi. D’altra parte metodi formativi e criteri organizzativi, poiché continuano a evolvere più