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6. La Valfreddana percepita

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Academic year: 2021

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6.

La Valfreddana

percepita

6.1 Quadro teorico

Uno degli strumenti di maggior rilievo di questo studio è senz’altro il questionario sulla percezione della qualità della vita in un terri-torio a bassa densità, formulato e distribuito a un campione di po-polazione scelto nel comprensorio della nostra area di studio. La scelta di adottare un metodo di analisi quantitativo per l’appro-fondimento di aspetti di carattere territoriale non è certo una novi-tà. Storicamente sono consolidate e riconosciute esperienze simili a livello internazionale. L’ISTAT, fra le varie campagne di cui è auto-re, diffonde ogni anno l’indagine sugli Aspetti della vita quotidiana,1

che è stata utilizzata anche per questo questionario. Più sporadiche e meno organizzate le iniziative a scala ridotta, spesso intraprese come strumenti partecipativi per la realizzazione di interventi di pianifi-cazione o progettazioni e recuperi di brani urbani di centri storici. Tuttavia, per quanto concerne le esperienze locali di carattere co-noscitivo e pianificatorio, si può dire che per la prima volta si è

in-1 Come più avanti specificato, si tratta di una delle indagini compiute dall’istituto con cadenza annuale, che rientra nel Programma statistico nazionale. Per maggiori informazioni si rimanda al seguito della trattazione o al sito internet dell’Istituto Nazionale di Statistica

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teso rivolgere alla popolazione un questionario percettivo. Si è cioè coinvolto un campione significativo in un processo di approfondi-mento della percezione del territorio in cui vivono, del senso di co-munità e della coesione sociale, della qualità ambientale, economi-ca e culturale dell’area in rapporto alla qualità della loro vita. A livello generale dai risultati del questionario si possono trarre in prima battuta rilevanti indicazioni sugli orientamenti che il territorio manifesta, sulle più marcate criticità percepite e sull’attesa di alcuni interventi. In aggiunta si possono fare valutazioni importanti sulla consapevolezza di alcuni processi in atto, sugli indicatori della co-scienza di luogo della popolazione, sugli elementi principali che secon-do gli abitanti contribuiscono a descrivere la vita in Valfreddana. Inoltre si ricorda come informazioni relative alla percezione di un territorio da parte degli abitanti non siano incluse in processi ammi-nistrativi, di settore o anche politici: di rado infatti, nei percorsi par-tecipativi di formazione di strumenti urbanistici come i piani strut-turali, si ricorre a indagini di questo tipo, ritenute particolarmente diseconomiche dal punto di vista dei tempi e delle energie che mobili-tano. Più spesso allora ci si rifà alle elaborazioni di Istituti di Statistica e Enti estrapolando da essi i dati relativi agli ambiti territoriali di in-teresse. Vedremo nel seguito le insidie e i problemi che si riscontrano operando in tal senso, specie nei confronti delle aree rurali o a bassa densità abitativa, caratterizzate da un tessuto insediativo articolato e sparso, e ancor più se tali contesti si trovano in corrispondenza di margini o confini amministrativi; proprio come nel nostro caso. Come detto il questionario, che si propone come un modello di indagi-ne conoscitiva e valutativa riproducibile in altri simili contesti territo-riali, si intitola “Qualità della vita di un territorio a bassa densità”. Tale tema è stato affrontato dalla dottoressa Fabiola Safonte, ricerca-trice presso il Dipartimento di Gestione dei sistemi Agroambientali dell’Università di Catania in un suo recente contributo su Scienza del Territorio, nel 2014. La ricercatrice, che ringrazio per il prezioso con-tributo offertomi, si confronta col tema della qualità della vita facen-do presente la complessità nel circoscrivere il concetto in mancanza di un impianto metodologico unitario e di strumenti operativi condi-visi cui riferirsi per la misurazione. In questo quadro si oscilla fra le ricerche che pongono al centro dei propri approfondimenti l’oggetti-vità e la gerarchia dei bisogni sociali e quelle che invece prediligono una soggettività di giudizio. Su questo terreno si confrontano le due contrastanti visione di benessere, la prima basata sui prodotti, la se-conda sull’accesso. Se a tutto ciò si uniscono elementi che

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contribu-iscono a aumentare la complessità concettuale di qualità della vita, come le recenti elaborazioni legate al benessere sostenibile, all’im-pronta ecologica e alla carrying capacity, ne deriva una difficoltà inestricabile sul piano della conoscenza e dell’effettiva adeguatezza di qualsiasi strumento di indagine diretta della Qualità della vita.2

Da queste premesse teoriche scendiamo all’oggetto del nostro stu-dio. In assenza di una letteratura specifica e di esperienze simili, ci possiamo rifare a strumenti più generali, come quelli dell’ISTAT. Tuttavia, fin da un primo esame dei contenuti appare evidente la necessità di declinare in chiave più specifica il concetto di Qualità della Vita per territori non urbani. Sfuma infatti nel nostro caso, l’individuazione di un contesto di riferimento largamente e social-mente riconosciuto come omogeneo: non si può non considerare il fatto che uno strumento come le indagini multiscopo Istat, se uti-lizzate per lo studio di un centro urbano abbiano immediatamente, nell’immaginario collettivo, un perimetro ben individuato entro il quale gli intervistati limitano le valutazioni. Il rivolgerci invece a un altro contesto, sicuramente non urbano, modifica il raggio di azio-ne dell’indagiazio-ne; per evitare fraintendimenti soggettivi o interpre-tazioni personali e plurali, si è reso necessario stabilire un ambito fisico di riferimento e comunicarlo direttamente agli intervistati. La questione è ancor più complicata dalle consistenti differenze metodologiche che nel corso del tempo hanno individuato crite-ri differenti per la classificazione dei tercrite-ritocrite-ri in rurali e urbani. Il nostro caso di studio rappresenta proprio il più complesso, in cui i diversi ambiti comunali rientrano in diverse categorie.3 Il

sondag-gio di questo studio ne risulta omogeneo solo in considerazione di quel contesto intercomunale di confine, un tempo a carattere spic-catamente rurale e oggi definibile a bassa densità insediativa. L’obiettivo, alla luce di questo chiarimento, diventa allora com-prendere come partecipi alla Qualità della vita individuale, il ter-ritorio così limitato geograficamente ma sviluppato come una costruzione sociale che deriva dall’interazione fra i soggetti e le componenti materiali e immateriali del luogo e che fonda l’identità

2 Safonte G.F., Terra e ambiente. L’approccio territorialista e la qualità della vita nelle aree

rurali, in Scienza del Territorio, Vol II, Firenze University Press, Firenze, Anno 2014.

3 Come già visto in precedenza, l’Area di studio del nostro lavoro ha in sé due difficoltà: la non coincidenza con un unico ambito amministrativo comunale (è infatti porzione di quattro Comuni) e, in conseguenza di questo fatto, la non omogenea classificazione, dal momento che ognuna delle quattro porzioni risulta essere della stessa categoria territoriale della propria unità amministrativa.

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locale in funzione dell’azione collettiva dei soggetti.4 Un

questiona-rio dunque che analizza il capitale territoriale e le sue sottodimen-sioni adeguatamente caratterizzate in funzione della comples-sità del contesto non urbano e conduce a uno stadio finale in cui le varie componenti studiate consentono una valutazione com-plessiva della qualità della vita degli abitanti di quel territorio.

6.2 Il questionario

Il questionario si sviluppa attraverso 30 domande, a scelta o a ri-sposta multipla (con l’eccezione di due in cui si richiede l’assegna-zione di un punteggio di valutal’assegna-zione per il settore indagato), orga-nizzate in cinque categorie tematiche: ambiente e paesaggio, servizi pubblici, economia e lavoro, abitudini e sicurezza, cultura. Per ogni categoria sono state elaborate domande che richiedessero agli in-tervistati giudizi di percezione, di merito, di valore, di conoscenza e di sensibilità sulle tematiche presentate. L’architettura logica del questionario consente due tipi di utilizzo: da un lato rappresenta lo strumento privilegiato per l’approfondimento delle dinamiche en-dogene dell’area di studio e l’individuazione di divergenze o aspet-ti specifici all’interno di essa; dall’altro consente l’isaspet-tituzione di un confronto significativo con macroambiti, in particolare di livello regionale. Per otto delle trenta domande del questionario, infatti, ci si è ricondotti alla citata Indagine Multiscopo Istat, Aspetti del-la vita quotidiana dell’anno 2015. Limitatamente a quegli otto casi è dunque possibile leggere i dati in rapporto con le rilevazioni dei medesimi indicatori su base regionale. Per le altre ventidue inve-ce, sono stati realizzati quesiti specifici che si adattano con mag-gior precisione a un contesto rurale e di campagna e si rivolgono a un campione di popolazione eterogeneo per età e formazione. In ogni caso, se si escludono alcune limitatissime specificazioni loca-li, sia per modalità di lettura dei risultati sia per oggetto delle do-mande, il questionario può essere riproposto in aree di studio simili come strumento di rilevazione delle dinamiche sociali in atto. Seguendo questo approccio metodologico, che approda alla valuta-zione della Qualità della vita come stadio finale di un processo che parte dall’esame delle dimensioni del capitale territoriale, il

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daggio chiede agli intervistati alcune informazioni personali, che hanno costituito importanti chiavi di lettura per l’interpretazione dei risultati. I dati strutturali presi in considerazione sono: il sesso, l’età, lo stato civile, il numero di componenti del nucleo famigliare, la frazione di residenza, il titolo di studio, la professione e gli anni di residenza nella frazione. Tali dati costituiscono in parte alcuni livelli della stratificazione campionaria, che tra poco verrà approfondita.

6.3 Il disegno di campionamento

L’individuazione del campione cui sottoporre il questionario ha rappresentato uno dei passaggi più significativi, delicati e faticosi dell’intero processo.

Si sommavano infatti in questa fase diverse necessità: in primis l’e-sigenza di garantire la rappresentatività del risultato ottenuto; poi il criterio di fattibilità dell’operazione, contenendo la dimensione campionaria; infine la ricerca di un metodo capace di intercettare le diverse componenti variamente rappresentative della popolazione. Quest’ultima possibilità si rendeva praticabile soltanto per alcune categorie di informazione che erano a disposizione fin dalle fasi pre-paratorie del questionario (sesso, età e frazione di residenza). Occorre a questo punto tracciare una premessa relativa alla consisten-za dei dati statistici sulla popolazione del territorio. Nelle campagne censuarie dell’ISTAT infatti, si trovano gran parte dei risultati utili per lo studio demografico in senso territoriale. Tuttavia, l’analisi appro-fondita del livello di aggregazione dei dati disponibili sul sito internet dell’Istituto nei vari formati digitali, mostra chiaramente la difficol-tà di poter prendere come riferimento di studio i dati così elaborati. Il problema principale, come già rilevato nel capitolo precedente, sta nella modalità di definizione delle sezioni di censimento. Se in-fatti per le realtà urbane e per i centri raccolti di medie dimensioni si ha la possibilità ricostruire assai agevolmente l’associazione fra porzione urbana, o nel nostro caso frazione, e sezione di censimen-to, lo stesso non può dirsi per gli insediamenti sparsi; essi infat-ti rientrano per la maggior parte nell’unica sezione di censimen-to aggregata su base comunale e definita come case sparse.

La rappresentazione delle sezioni di censimento della nostra area di studio, confrontata con la mappatura del tessuto insediativo, mostra chiaramente l’assoluta impossibilità di riferirsi alla

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rileva-zione demografica dell’ISTAT per la quantificarileva-zione di qualsiasi parametro di indagine e dunque pure per la definizione del cam-pione da considerare. La circostanza di poter conoscere diretta-mente il territorio ha fatto sì che venisse notata immediatadiretta-mente la discrepanza fra il risultato censuario e la condizione attuale.

Non potendoci dunque riferire alla fonte privilegiata di studio dei dati statistici, universalmente riconosciuta e considerata per simili analisi territoriali, è stato necessario ricercare più precise e, vista la distanza dall’ultimo censimento nazionale della popolazione, anche aggiornate rilevazioni. Ciò si è reso possibile attraverso la collabora-zione con i Servizi demografici dei quattro Comuni coinvolti nell’area di studio. Attraverso gli archivi anagrafici in loro possesso, sono sta-ti rintracciasta-ti gli abitansta-ti residensta-ti per frazione, suddivisi per sesso e classe di età aggiornati al 31 dicembre 2015. In ognuna delle categorie sono risultate significative differenze rispetto alle fonti Istat. Inoltre, aspetto determinante, le anagrafi comunali raccolgono i dati di resi-denza rispetto ai confini territoriali delle frazioni, all’interno dei qua-li sono compresi non solo i centri storici ma anche gqua-li insediamenti sparsi nel territorio aperto;5 tale aspetto risolve definitivamente la

problematica dell’attendibilità dei dati, fornendo una base statistica aggiornata e pertinente con la realtà. Tutte da discutere le questioni emerse dall’impossibilità di lavorare i dati ISTAT, ad oggi unico rife-rimento statistico ufficiale per qualsiasi tipo di studio territoriale. Tuttavia, l’aver trovato dati molto fedeli alla realtà e organizza-ti in modo opportuno rispetto alle indagini da condurre, non ha risolto completamente tutti i problemi relativi alla costruzione del campione. In particolare, le informazioni a disposizioni era-no assolutamente insufficienti per pervenire ad un campione di tipo probabilistico casuale.6 Per operare in tal senso sarebbe

sta-5 Le recenti disposizioni di legge prevedono che ogni servizio demografico comunale o interco-munale (nel caso di Unioni di Comuni che prevedano la gestione associata fra più enti di tale ser-vizio), debba aggiornare i propri dati per l’inserimento nell’Anagrafe unica nazionale, database di riferimento nato soprattutto per esigenze di localizzazione univoca in caso emergenze. Tale iniziativa è stata l’occasione per rivedere e aggiornare i confini delle frazioni alla luce di dispo-sizioni ministeriali mai attuate. Nel caso del Comune di Camaiore ad esempio, i confini territo-riali delle frazioni ricalcavano quelli delle giurisdizioni ecclesiastiche delle singole parrocchie. 6 In realtà la procedura di campionamento che si sarebbe potuto applicare è il cosiddetto cam-pionamento stratificato procedura di camcam-pionamento probabilistico che si applica nella stati-stica inferenziale. Il primo passo da compiere è la suddivisione della popolazione, dalla quale si intende estrarre il campione, in sottopopolazioni dette “strati”, il più possibile omogenei rispetto alla variabile di cui si intende stimare il valore utilizzando un’altra variabile correlata a quella che costituisce l’oggetto dello studio. Successivamente si estrae, mediante una proce-dura di campionamento casuale semplice (cioè con riposizione), il campione relativo a

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ciascu-to necessario infatti possedere le liste della popolazione, che con-tengono informazioni generali e complete su una collettività, informazioni che se stratificate danno luogo a un campione proba-bilistico rappresentativo, i cui risultati cioè posseggono un errore massimo predeterminato e fissato sul totale della popolazione. In assenza di dati sufficienti per una simile costruzione si correva il ri-schio molto concreto, di abbassare troppo l’intervallo di confidenza e di alzare sopra il livello di minima accettabilità l’errore campionario. In considerazione di tutti questi aspetti si è optato per la costruzione di un campione non probabilistico stratificato in tre stadi. Consideran-do il totale della popolazione, pari a poco meno di 3800 unità, si è ri-tenuto possibile estendere l’indagine a un campione del 5% del totale. I quattro stadi di campionamento sono stati i Comuni, le frazioni, il sesso e l’età. Ciò significa che le 190 unità campionarie, corrispon-denti al 5% della popolazione, sono state suddivise in quote pro-porzionali per i quattro comuni di provenienza. Si è così ottenuto il numero di persone cui sottoporre il questionario per ogni comune (83 persone nel Comune di Pescaglia, 50 nel Comune di Camaio-re, 34 nel Comune di Massarosa e 23 nel Comune di Lucca).

Essendo poi in possesso dei dati relativi alla distribuzione della popo-lazione per frazione, si è individuata la percentuale di ogni frazione in relazione al totale di popolazione del proprio ambito comunale, come mostrato nella tabella. Così facendo siamo pervenuti al totale delle persone cui sottoporre il questionario per ogni frazione. In parallelo si è proceduto alla suddivisione percentuale del campione per sesso e per età, computandone l’incidenza proporzionale, percentuale e in valore assoluto prima per ambito comunale (primo stadio di stratifi-cazione), poi per singola frazione (secondo stadio di stratificazione); in questo modo si è verificato integralmente il processo di calcolo. Alla fine di tale processo si è dunque pervenuti a tale quadro di sintesi:

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Stratificazione del campione per Comune (primo stadio) Comune Popolazione residente nell’area di studio (sopra i 14 anni) Campionamento

(5%) Correzione percentuale Campione

Camaiore

986

49,3

Eccesso

50

Lucca

472

23,55

Difetto

23

Massarosa

691

34,55

Difetto

34

Pescaglia

1656

82,8

Eccesso

83

TOTALE

3805

190

Stratificazione del campione per frazione Comune di Camaiore (secondo stadio)

Frazioni Popolazione residente nell’area di studio (sopra i 14 anni) Campionamento

(5%) percentuale CampioneCorrezione

Montemagno

301

15,05

Difetto

15

Valpromaro

154

7,7

Eccesso

8

Gombitelli

95

4,75

Eccesso

5

Migliano

54

2,7

Eccesso

3

Orbicciano

123

6,15

Difetto

6

S.M. Albiano

98

4,9

Eccesso

5

Fibbiano M.

68

3,4

Difetto

3

Fibbialla

93

4,65

Eccesso

5

TOTALE

986

50

(9)

Stratificazione del campione per frazione Comune di Lucca (secondo stadio)

Frazioni Popolazione residente nell’area di studio (sopra i 14 anni) Campionamento

(5%) percentuale CampioneCorrezione

Piazzano

168

8,4

Difetto

8

Torre

241

12,05

Difetto

11

Castagnori

31

1,55

Eccesso

2

Vecoli

32

1,6

Eccesso

2

TOTALE

472

23

Stratificazione del campione per frazione Comune di Massarosa (secondo stadio)

Frazioni Popolazione residente nell’area di studio (sopra i 14 anni) Campionamento

(5%) percentuale CampioneCorrezione

Pieve a Elici

329

16,55

Eccesso

17

Gualdo

211

10,45

Difetto

10

Montigiano

111

5,55

Difetto

5

Valpromaro

40

2

Nessuna

2

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Stratificazione del campione per frazione Comune di Massarosa (secondo stadio)

Frazioni Popolazione residente nell’area di studio (sopra i 14 anni) Campionameto

(5%) Correzione percetuale Campione

Monsagrati - S. Martino in F. - Torcigliano

1225

61,25

Difetto

61

Fiano - Loppeglia

431

21,55

Difetto

22

TOTALE

1656

83

Stratificazione del campione per frazione Comune di Camaiore (terzo stadio)

Frazioni Totale del campione

Popolazione per sesso

(%) Campione per sesso

Maschi Femmine Maschi Femmine

Montemagno

15

47,51

52,49

7

8

Valpromaro

8

48,05

48,70

4

4

Gombitelli

5

51,58

38,95

3

2

Migliano

3

53,70

46,30

2

1

Orbicciano

6

46,34

52,03

3

3

S.M. Albiano

5

51,02

44,90

3

2

Fibbiano M.

3

51,47

47,06

2

1

Fibbialla

5

47,31

48,39

2

3

TOTALE

50

(11)

Stratificazione del campione per frazione Comune di Lucca (terzo stadio)

Frazioni Totale del campione

Popolazione per sesso

(%) Campione per sesso

Maschi Femmine Maschi Femmine

Piazzano

8

48,21

51,79

4

4

Torre

11

50,62

49,38

6

5

Castagnori

2

45,16

54,84

1

1

Vecoli

2

62,5

37,5

1

1

TOTALE

23

Stratificazione del campione per frazione Comune di Lucca (terzo stadio)

Frazioni Totale del campione

Popolazione per sesso

(%) Campione per sesso

Maschi Femmine Maschi Femmine

Monsagrati - S. Martino in F. - Torcigliano

61

50,53

49,47

31

30

Fiano - Loppeglia

22

50,35

49,65

11

11

TOTALE

83

Stratificazione del campione per frazione Comune di Massarosa (terzo stadio)

Frazioni Totale del campione

Popolazione per sesso

(%) Campione per sesso

Maschi Femmine Maschi Femmine

Pieve a Elici

16

48,63

51,37

8

9

Montigiano

10

48,34

51,66

5

5

Gualdo

5

55,86

50,45

3

2

Valpromaro

2

35,00

40,00

1

1

TOTALE

34

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dall’altro con i dati a disposizione si è ottenuto un campione di popolazione che attraverso i criteri di individuazione (soprattut-to la possibilità di assegnare, in dipendenza dei residenti, un cer(soprattut-to numero di intervistati per frazione e di poter comprendere uno o più rappresentanti di ambo i sessi per ogni classe di età decenna-le in quasi tutte decenna-le maggiori frazioni), riteniamo essere assai rap-presentativo e pertinente con lo scopo dell’indagine. Da conside-rare anche il fatto che la scelta di una costruzione ragionata del campione, ha consentito di poter rivolgere il questionario anche a testimoni privilegiati in ogni frazione; ciò è stato possibile gra-zie al determinante sostegno di conoscenti e amici che hanno saputo indicare i soggetti in questione in ogni singola realtà.

6.4 La rilevazione

Tutti i questionari sono stati somministrati durante i mesi di no-vembre e dicembre 2016. Dopo aver individuato collaboratori per ogni frazione, esperti e conoscitori del proprio territorio, si è proceduto alla consegna dei moduli, che sono stati compilati in forma autonoma e anonima dagli intervistati, per essere poi ri-tirati circa una settimana più tardi. La modalità cartacea di di-stribuzione del questionario si è rivelata l’unica effettivamente praticabile stante la considerevole incidenza della popolazione an-ziana priva di possibilità e dimestichezza telematica.

Le tranta domande che compongono il questionario, possono essere raggruppate per scopo di indagine in tre categorie: misura, percezione e proposta.

La prima si propone di “misurare” l’importanza relativa di ciascuna dimensione in cui è scomponibile il capitale territoriale e come di conseguenza ciascuna di essi possa influenzare il livello percepito di Qualità della Vita.

La logica sottesa dal modello di rilevazione prevede che il livello di soddisfazione per la propria qualità della vita, sia osservabile secondo due prospettive differenti:

• una di tipo non attribute based, in virtù della quale si riconosce all’intervistato, grazie alla propria elaborazione cognitiva, la capacità di formulare una valutazione globale sulla soddisfazione nei confronti della Qualità della Vita, considerata

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nel suo complesso.

• l’altra, che si è inteso privilegiare, di tipo multi attribute based, che considera invece la soddisfazione come una variabile mul-tidimensionale costituita da elementi differenti individuati dai diversi aspetti del capitale naturale, che nel questionario si traducono in altrettanti items da valutare. Per gli items che prevedono una valutazione in termini di livello soggettivo di soddisfazione è possibile associare un punteggio.

La seconda sezione contiene domande relative all’atteggiamento nei confronti del proprio territorio in termini di vissuto storico e contemporaneo (in particolare la sezione riguardante gli aspetti di cultura locale) e di percezione di alcune dinamiche e caratteristiche territoriali. Nella terza e ultima rientrano i quesiti di proposta, che cercano di intercettare la fiducia degli intervistati rispetto a iniziati-ve di vario genere che riguardano le comunità oggetto di studio.

6.5 Un’indagine simile: le Multiscopo Istat

Prima di procedere con l’analisi dei risultati scaturiti dai questionari occorre introdurre alcune precisazioni sulle Indagini Multiscopo Istat, prese a riferimento sia per la modalità di questionario, sia soprattutto in fase di analisi mediante l’istituzione di confronti fra gli indicatori analoghi da noi misurati nell’area di studio e dall’Istat su base regionale.

Lo strumento Istat a cui ci riferiamo si intitola Aspetti della vita quotidiana; fa parte di un sistema integrato di rilevazioni sociali, le Indagini Multiscopo sulle famiglie, e raccoglie informazioni fonda-mentali sulla vita quotidiana degli individui e dei nuclei famigliari. In queste campagne si pone l’accento sulle abitudini comuni, sui problemi dei cittadini e sul grado di soddisfazione che essi incon-trano nell’accesso e nel funzionamento dei servizi che qualificano la qualità della vita. L’indagine, inaugurata nel 1993, viene svolta annualmente su un campione di circa 28.000 famiglie distribuite in 850 comuni italiani di diversa ampiezza demografica. Si noti anche la procedura adottata per il disegno campionario. Per una ricerca ad obiettivi plurimi, come quella in esame, è poco realistico pensare di poter disegnare una strategia campionaria che assicuri prefissati livelli di precisione di tutte le stime prodotte. La questione è

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com-plicata dal fatto che l’indagine Multiscopo, essendo estesa a tutto il territorio nazionale, ha la finalità di determinare stime per livelli territoriali differenti, il che comporta l’adozione di soluzioni di tipo ottimale diverse e contrastanti. La necessità di dover produrre risul-tati ad alta attendibilità per livelli territoriali differenti (nazionale e regionale) ha determinato l’esigenza di far ricorso ad una strategia che perviene alla definizione della numerosità campionaria attra-verso approssimazioni successive. In base alle considerazioni prece-denti le Indagini Multiscopo adottano un’ottica mista basata sia su criteri di costo ed organizzativi, sia su una valutazione degli errori campionari delle principali stime a livello nazionale e con riferimen-to a ciascuno dei domini terririferimen-toriali di interesse.7 L’allocazione del

campione di famiglie e di comuni tra le varie regioni è stata quindi calcolata adottando un criterio di compromesso tale da garantire sia l’affidabilità delle stime a livello nazionale sia di quelle a livello di ciascuno dei domini territoriali descritti nel precedente paragrafo. Per il nostro lavoro ci siamo riferiti alla terza parte del sistema di in-dagine, costituita da un questionario a compilazione individuale. Si tratta di un modello somministrato per autocompilazione (modello verde). Questo viene consegnato dal rilevatore a ciascun componen-te della famiglia e contiene quesiti che possono essere agevolmencomponen-te compilati in autonomia dal rispondente anche senza l’intervento di-retto del rilevatore. I dati che ne risultano sono disponibili attraver-so il sito ISTAT sia a livello di microdato (per la consultazione e le attività di ricerca) sia come metadato. I primi, consentono di poter estrarre dal totale del campione, alcuni strati di carattere territo-riale. A seguito di recenti discipline a tutela della riservatezza degli intervistati, non è possibile scendere sotto un livello di aggregazio-ne regionale; tale fatto tuttavia non inficia la possibilità e la bontà di un possibile raffronto fra i dati raccolti in un’area di studio di estensione minore e il livello regionale. Se si considera poi che nel nostro caso l’area di studio non coincide con nessun contesto am-ministrativo unico, la modalità di confronto col dato toscano non risulta inopportuno. Nei risultati dell’indagine 2015, sempre per le stesse ragioni di garanzia dell’anonimato degli intervistati, sono state soppresse anche altre variabili, non solo territoriali come la

7 I criteri seguiti possono essere sintetizzati nei seguenti punti: 1) la dimensione del campione teorico in termini di famiglie, prefissata a livello nazionale essenzialmente in base a criteri di costo ed operativi, è pari a circa 24.000 famiglie; 2) il numero di comuni campione interessa-ti non deve essere superiore a 900 in modo da conseninteressa-tire un buon lavoro di controllo e super-visione. Da FILE A USO PUBBLICO mIcro, ISTA Aspetti della vita quotidiana - Anno 2015.

(15)

Provincia di residenza, il Comune di residenza e l’ampiezza demo-grafica del Comune di residenza, ma anche di carattere personale come il settore di attività economica e la frequenza scolastica.

6.6 Ambiente e paesaggio: punti di forza fragili su

cui lavorare

Passando a questo punto alla lettura dei dati del nostro questio-nario, la prima sezione, costituita dalle sei domande, si occupa di ambiente e paesaggio: una componente significativa per i territori come questi, come conferma la percezione degli abitanti, che mo-strano livelli di soddisfazione alti per le caratteristiche ambientali. Tali temi dunque rappresentano un punto di forza dell’area e giocano un ruolo assai significativo per la valutazione complessiva della qualità della vita.

E se le caratteristiche ambientali e paesaggistiche sono riconosciute come le principali del territorio versiliese dell’area di studio (le por-zioni dei Comuni di Camaiore e Massarosa) – domanda 1 - , riguardo alla soddisfazione della qualità ambientale, si possono riscontrare valori più modesti nelle frazioni del Comune di Pescaglia e in par-ticolare in quelle del fondovalle (non certo trascurabile la presen-za proprio qui di insediamenti produttivi nell’immediata vicinanpresen-za delle aree residenziali di più recente urbanizzazione o di piccoli nu-clei storici in cui già si rintraccia un prototipo tipologico della corte lucchese); per le altre zone il livello è ovunque alto – domanda 2. In riferimento a quest’ultima, possiamo istituire un pri-mo confronto con il dato regionale rilevato dall’ISTAT. La stessa domanda rivolta al campione individuato dall’Istitu-to ci segnala come la percezione della qualità ambitentale nel nostro territorio sia migliore di quella riscontrata dai toscani; l’86% degli intervistati in Valfreddana si ritiene molto o abba-stanza soddisfatto dei livelli ambientali di acqua, aria, condizioni di rumore, contro l’80% (valore comunque alto) dei Toscani.

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1. L’ ambiente naturale e il paesaggio quanto caratterizzano il tuo territorio?

A. Sono le caratteristiche principali B. Lo caratterizzano in maniera rilevante C. Lo caratterizzano in maniera significativa D. Sono caratteristiche poco importanti E. Sono caratteristiche trascurabili

Distribuzione del totale delle risposte

(17)

2. Pensa agli ultimi 12 mesi. Ti ritieni soddisfatto della

situazione ambientale (qualità dell’aria, qualità dell’acqua

potabile, rumore, ecc.) della zona in cui vivi? A. Molto soddisfatto

B. Abbastanza soddisfatto C. Poco soddisfatto D. Per niente soddisfatto

Distribuzione del totale delle risposte

Distribuzione delle risposte per comune

(18)

Più articolata la lettura paesaggistica, che si propone di individuare gli elementi di valore e di criticità per il territorio e cerca di rintrac-ciare le possibili azioni di valorizzazione (domande 3, 4, 5).

Il dato assoluto assegna all’ambiente naturale e al suo rapporto con le attività umane un importante ruolo di caratterizzazione del pae-saggio (domanda 3); risponde in tal senso il 60% degli intervista-ti, con un’ interessante e imprevista maggioranza proveniente dal-le stesse frazioni del Comune di Pescaglia in cui si percepisce una più scadente qualità ambientale. Significativo il valore assegnato ai centri storici e alla presenza di elementi naturali unici sul territorio nelle frazioni delle Seimiglia di Camaiore e in quelle delle colline di Massarosa (rispettivamente per il 41% e il 37%). E altrettanto rilevante lo scadimento di pregio che interessa il paesaggio agra-rio storico, elemento di valore per appena il 2% degli intervistati di Camaiore, ben più importante per quelli di Lucca (il 21%).

Molto chiara invece la percezione sulle minacce per il paesaggio (domanda 4): per l’88% degli intervistati i maggiori fattori di pre-occupazione riguardano la conservazione del patrimonio esistente: per quasi i due terzi i rischi più seri interessano gli spazi aperti in cui si riscontra una sempre più marcata assenza di attività agricola e di terre coltivate; un quarto percepisce problematica la tenden-za allo spopolamento dei centri storici. Dappertutto nei vari am-biti amministrativi, si ha una lettura pressoché omogenea rispetto al dato totale. Con timore si assiste alla contrazione degli spazi de-stinati all’agricoltura nelle Seimiglia di Camaiore e nei paesi colli-nari di Pescaglia. Meno incidenti tali preoccupazioni nel Comune di Massarosa, laddove è più forte il loro mantenimento; nel con-tempo, nelle stesse frazioni è significativo il pericolo di alterazio-ne paesaggistica dovuto a nuove infrastrutture (arriva al 10%). Analoga percezione, ma rispetto alla possibilità di installazione di nuovi impianti produttivi, nelle frazioni di fondovalle di Pescaglia. Una possibile lettura per età delle risposte conferma un quadro di marcata sensibilità nei confronti del non utilizzo delle aree agricole. Tuttavia rispetto al popolamento degli insediamenti storici, il tema è più vivo presso gli intervistati aventi più di 60 anni e in partico-lare nelle aree di Camaiore, Massarosa e Lucca. Fra gli strati più giovani della popolazione intervistata, sotto i 40 anni, accanto alla perdita di spazi agricoli e di attività legate alla terra, si fanno spa-zio i problemi dovuti alle nuove infrastrutture, con livelli assai alti

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a Massarosa e Pescaglia. In quest’ultimo ambito in particolare, si registrano anche le percentuali più significative rispetto al pericolo di spopolamento dei borghi storici. Tale dato fa riflettere se si con-sidera che proprio questo territorio è stato oggetto delle più ampie alterazioni dei tessuti insediativi; qui più che altrove, le politiche locali hanno concesso all’edificabilità gran parte degli spazi agricoli vallivi o nelle immediate vicinanze dei centri storici di collina. Nel caso delle frazioni di San Martino in Freddana e Monsagrati, le più interessate da processi di trasformazione urbana, il dato è estrema-mente interessante. L’ipotesi di lettura che si può avanzare, riscon-trando percentuali così ampie, è che per molti degli intervistati si sommi a un’esperienza personale, che li ha portati a trasferirsi in queste frazioni dai vicini centri collinari nativi, una consapevolezza di luogo che non associa agli attuali luoghi di residenza la natura di borgo storico, riconosciuta invece nei paesi di origine della collina. La stessa questione in termini ambientali, viene posta agli inter-vistati prendendo a riferimento l’analoga domanda delle Indagini Multiscopo Istat del 2015. I problemi ambientali che si propon-gono in questo quarto quesito non sono di natura locale ma gene-rale; si ha la possibilità in questo modo di valutare la sensibilità della risposta nei confronti di minacce ambientali la cui conoscen-za o i cui effetti possono essere diretti o meno su questa zona. L’esito dell’indagine sulla Valfreddana mostra come si sia inteso ri-spondere alla domanda su un doppio livello; la prevalenza assoluta dei problemi legati ai cambiamenti climatici e al dissesto idrogeolo-gico sono indice di una più forte lettura locale. Il resto delle risposte, che seguono a lunga distanza, denotano un senso di carattere gene-rale, assegnato alla domanda da una minoranza del campione inter-vistato. In testa nella percezione della gravità l’effetto serra e il buco nell’ozono, la produzione e lo smaltimento dei rifiuti, l’inquinamen-to del suolo e delle fonti idriche e l’estinzione di alcune specie di ani-mali e vegetali. Del tutto residuali il resto delle risposte indicate. Interessanti i risultati di questo quesito disaggregati su base comuna-le: se infatti in tutti gli ambiti i maggiori timori sono in linea col dato generale, con particolare rilievo nelle frazioni di Camaiore e di Luc-ca, nel Comune di Massarosa si presenta una maggiore distribuzione delle minacce ambientali, in cui particolare rilievo è dato ai proble-mi legati all’effetto serra e all’inquinamento delle acque e dei suoli. Il medesimo dato elaborato per la Regione Toscana si

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presen-3. Secondo te, quali sono i principali valori del paesaggio del tuo

territorio? (Puoi indicare più di una risposta)

A. Flora e fauna molto abbondanti B. Il paesaggio agrario storico C. La presenza di Centri Storici

D. Elementi naturali unici nel territorio

E. Buon rapporto fra ambiente naturale e attività umane F. Altro...

Distribuzione del totale delle risposte

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4. Quali sono le principali minacce per il paesaggio del tuo

terriorio? (Puoi indicare più di una risposta)

A. Realizzazione di nuove infrastrutture ( di viabilità, elettrodotti, attività estrattive)

B. Installazione di nuovi impianti produttivi e industriali C. Abbandono delle ultime terre coltivate

D. Spopolamento dei borghi storici E. Mancanza di attività agricola F. Altro...

Distribuzione del totale delle risposte

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5. Quali dei seguenti problemi ambientali ti preoccupano maggiormente?(Puoi indicare più di una risposta)

A. Effetto serra e buco nell’ozono

B. Estinzione di alcune specie animali e vegetali

C. Cambiamenti climatici (innalzamento della temperatura, variazione del regime delle precipitazioni)

D. Produzione e smaltimento dei rifiuti E. Inquinamento acustico (rumore)

F. Inquinamento del suolo (ad esempio causato dai pesticidi) G. Inquinamento dei fiumi, laghi , mari e falde

H. Dissesto idrogeologico (alluvioni, inondazioni, allagamenti, frane)

I. Catastrofi provocate dall’uomo (incidenti industriali, sversamenti)

J. Distruzione delle foreste

K. Inquinamento elettromagnetico (causato da ripetitori radio-TV e telefonici, linee elettriche ad alta tensione)

L. Rovina del paesaggio causata dall’eccessiva costruzione di edifici

M. Esaurimento delle risorse naturali N. Altro...

Distribuzione del totale delle risposte

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Risultato delle frazioni del Comune di Camaiore

Risultato delle frazioni del Comune di Massarosa

Risultato delle frazioni del Comune di Pescaglia

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ta assai più omogeneo nella percezione di preoccupazione di un maggior numero di problemi ambientali proposti. Sopra ogni al-tro risultato l’apprensione per i cambiamenti climatici; più di-staccati ma comunque sopra il 30% delle risposte la questione dell’impatto ambientale e ecologico del ciclo dei rifiuti, i fenome-ni di dissesto idrogeologico e l’inquinamento delle fonti idriche. Notevolmente percepite dai toscani anche le problematiche po-ste dall’effetto serra e dal buco nell’ozono, dall’inquinamento del suolo e dall’impatto delle catastrofi provocate dall’uomo.

La domanda 6, che conclude la serie di quelle paesaggisti-co-ambientali, dopo aver sondato la percezione dei maggio-ri maggio-rischi e delle più significative potenzialità termaggio-ritomaggio-riali, cerca di far esprimere gli intervistati su quali orientamenti dovrebbero essere perseguiti per la valorizzazione di questo patrimonio. Il dato generale riflette quanto descritto in precedenza, con oltre il 50% delle risposte che individuano come prioritario un interven-to organizzativo ed economico, di carattere pubblico o imprendi-toriale, in favore dell’agricoltura e della forestazione sul territorio, con un picco del 73% nelle frazioni del Comune di Lucca. Si avver-te molto chiaramenavver-te una percezione di fragilità nel sisavver-tema infra-strutturale di collegamento, segnalato in tutti gli ambiti comuna-li dai residenti delle frazioni colcomuna-linari e in particolare da quelcomuna-li del territorio di Pescaglia. Un quinto degli intervistati intende positi-vamente misure nei confronti del ripopolamento dei centri abita-ti, e in generale non si avverte come urgente il contenimento delle aree edificabili, dal momento che prevale la consapevolezza ormai storica di indisponibilità in tal senso da parte dei comuni, che si coniuga con le più recenti inversioni di tendenza del mercato.

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6. Cosa pensi si debba fare per la valorizzazione del patrimonio

ambientale e paesaggistico del tuo territorio? (Puoi indicare

più di una risposta)

A.Politiche di ripopolamento dei centri abitati

B.Interventi per sostenere e organizzare l’attività agricola sul territorio

C.Interventi per conservare e valorizzare, anche economicamente, il patrimonio forestale

D.Nuove infrastrutture per consentire l’accesso ai borghi storici, ai luoghi di interesse culturale e di pregio ambientale

E.Contenimento delle aree edificabili F. Altro...

Distribuzione del totale delle risposte

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6.7 La Valfreddana chiede servizi

La seconda sezione del questionario, la più lunga, riguarda il tema fondamentale dei servizi pubblici, argomento all’ordine del gior-no nella vita delle comunità dell’area di studio, interessate da un lento e costante processo di contrazione dei punti di erogazione e di accesso a servizi storicamente presenti nel territorio. Anche in questa zona, come richiamato in precedenza in questo lavoro, si assiste sempre più all’innesco di un circolo vizioso che al ridursi dell’offerta del servizio, fa seguire una delocalizzazione della do-manda che giustifica (per i gestori) il malfunzionamento e i disagi fino alla definitiva sparizione dei punti di accesso. Lo spettro delle richieste spazia dalle domande di valore, a quelle di soddisfazione; dalla conoscenza delle abitudini, a quelle di percezione storica del sistema dei servizi, fino alle misure segnalate come più urgenti. Molto significative, per una lettura complessiva dei dati raccolti, le analisi delle risposte per età, per frazione e per anni di residenza sul territorio.

La presenza e l’efficienza dei servizi pubblici sul territorio, per l’in-clusione sociale della comunità, la vitalità del contesto e la capacità di iniziativa sono capisaldi di assoluto rilievo per l’85% degli intervistati. Sono definiti come fondamentali e irrinunciabili per il 54%, con valori estremi negli ambiti locali compresi fra il 73% e il 37%; importanti per il 34% dei rispondenti, con minimi e massimi fra il 47% di Lucca e il 15% di Massarosa.

Tutti gli strati anagrafici della popolazione presentano tendenze confrontabili in ogni ambito, ma per gli intervistati over 60, aumenta il valore dei servizi pubblici, da molti indicato come massimo termine di giudizio per la qualità della vita.

Le successive quattro domande riferiscono di livelli di soddisfazione su servizi importanti per la definizione della qualità della vita delle famiglie. Si è inteso specificare le richieste in relazione alle questio-ni aperte maggiormente sigquestio-nificative, rinunciando a una classifica-zione e categorizzaclassifica-zione dei servizi sul piano della loro gestione o della loro tipologia. Se dunque da un lato le dinamiche in atto nel territorio hanno suggerito l’opportunità di costruire indicatori di soddisfazione per servizi la cui domanda è crescente e la cui rispo-sta nel territorio presenta notevoli difficoltà, dall’altro ci si è basati

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7. Quanto è importante la presenza e l’efficienza dei servizi

pubblici per la vitalità del tuo territorio?

A. Fondamentale e irrinunciabile B. Importante

C. Abbastanza importante D. Poco significativa E. Per niente importante

Distribuzione del totale delle risposte

(28)

sulla chiave di lettura offerta dalla Strategia per le Aree Interne e sulle precondizioni relative ai servizi (istruzione, sanità e mobilità). La domanda 8 indaga la soddisfazione degli intervistati rispetto alla presenza sul territorio di servizi destinati alla prima infanzia; si intendono quei servizi a domanda individuale di carattere educa-tivo, ludico e ricreativo che sono presenti nell’area in maniera mol-to sporadica. In particolare manca un asilo nido; le famiglie che ne necessitano trovano una parziale risposta nei vari ambiti comunali di cui sono cittadini residenti, con servizi nido pubblici nei comuni di Camaiore e Lucca e privati a Massarosa. Nel Comune di Pesca-glia non ve ne sono. L’area di studio comunque non possiede asili nido e a esclusione di pochissimi spazi ludici attrezzati all’aperto o di attività organizzate da associazioni e gruppi locali, il settore è in una condizione di notevole arretratezza. Situazione del resto del tutto simile a contesti territoriali analoghi, che assommano alla bas-sa densità insediativa, il carattere di confine dei vari ambiti. Per ottenere un quadro pertinente e reale della situazione di questa categoria di servizi non bisogna dimenticare che la loro organizza-zione, in particolare dei nidi pubblici, essendo di carattere comunale, viene dimensionata su flussi di utenza riferiti agli ambiti demografici comunali. L’accesso dunque è garantito prioritariamente ai cittadini richiedenti, residenti nel Comune; considerazione chiaramente non trascurabile in un contesto come quello che stiamo studiando, dove si intrecciano continuamente ambiti amministrativi e in cui i servi-zi, specie quelli a domanda individuale, risentono di considerazioni di mercato che inevitabilmente penalizzano le aree meno popolate. D’altro canto, i servizi privati in questo settore, dopo anni di fiorente attività, vivono oggi un periodo di difficoltà imputabile alla difficile congiuntura economica, in cui si innesca una dinamica che a minori disponibilità di lavoro delle fasce giovanili e fertili della popolazione, fa corrispondere inferiori possibilità economiche e il combinato e con-seguente venir meno della necessità e della sostenibilità di un’assi-stenza infantile presso asili nido o altre strutture ludico-ricreative. Alla domanda hanno risposto tutti gli intervistati; ed eccone il quadro di soddisfazione, che mostra la netta insufficienza del si-stema sul territorio. Poco o per niente soddisfatto della presenza di servizi destinati alla prima infanzia il 58% dei partecipanti al questionario. Analogo a questo dato generale il parziale prove-niente da ogni ambito comunale, con la significativa eccezione del Comune di Massarosa, dove quasi il 70% si ritiene

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soddisfat-8. Ti ritieni soddisfatto della presenza sul tuo territorio

di servizi destinati alla prima infanzia? (asili nido, servizi

ludico-ricreativi, ecc.) A. Molto soddisfatto B. Abbastanza soddisfatto C. Poco soddisfatto D. Per niente soddisfatto

Distribuzione del totale delle risposte

(30)

to dei servizi offerti. Altrove i giudizi negativi prevalgono di gran lunga con percentuali superiori al 65% per le frazioni dei Comu-ni di Camaiore e Pescaglia e oltre il 70% per quelle di Lucca.

Osservando le risposte delle classi di età maggiormente coinvolte nella domanda di servizi destinati alla prima infanzia, il risultato migliora notevolmente, con un livello di soddisfazione maggiore in tutti i quattro settori comunali e in particolare a Camaiore e Pe-scaglia. Dai commenti al questionario tuttavia cresce la richiesta di questi servizi e di una loro organizzazione più vicina al territo-rio. Non di rado infatti, specie fra i giovani intervistati, si assiste a cittadini residenti in un Comune, che usufruiscono del servizio in questione in un altro Comune, fuori dall’area di studio; per quanto nel questionario fosse segnalato il limite geografico di riferimento dell’indagine, è dunque possibile che sia prevalsa nettamente nella risposta l’esperienza personale a discapito di quella territoriale. Il sistema scolastico nel suo complesso, con i livelli di istruzione dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, è oggetto del-la domanda 9. La situazione territoriale sul piano organizzativo di questi servizi sta vivendo una fase di complessa riorganizzazione. Le politiche scolastiche sono il tipico esempio di competenza con-corrente di più e diversi livelli organizzativi spesso in conflitto. D’al-tra parte proprio la presenza della scuola ha rappresentato anche per questi territori il principale veicolo di inclusione sociale, non-ché il simbolo più capillare dello Stato nelle comunità. E se fino agli anni Sessanta ogni frazione mantiene la propria Scuola Ele-mentare, spesso sostenuta e sussidiata dal contributo dei Comuni, il processo di accentramento dei servizi da un lato e l’innalzamento degli standard dimensionali dall’altro, hanno prodotto una situa-zione diversa e difficile sul piano organizzativo e di servizio.

Senza ripetere considerazioni già avanzate giova comunque ricordare che ogni Comune è responsabile degli edifici scolastici e dell’organizzazione dei servizi integrati, in particolare di trasporto e mensa fino alle scuole medie inferiori. L’offerta didattica è invece prerogativa degli Istituti scolastici, organizzati territorialmente con un unico dirigente per più plessi.

Allo stato attuale i servizi scolastici nell’area di studio sono costitu-iti da: tre scuole dell’infanzia (nei Comuni di Camaiore, Massarosa e Pescaglia), due scuole primarie (nei comuni di Massarosa e Pe-scaglia), una scuola media inferiore (nel comune di Pescaglia).

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9. Ti ritieni soddisfatto della presenza e della distribuzione sul tuo

territorio di servizi destinati alla prima infanzia? (scuole

dell’infanzia, scuole primarie, scuole medie inferiori) A. Molto soddisfatto

B. Abbastanza soddisfatto C. Poco soddisfatto D. Per niente soddisfatto

Distribuzione del totale delle risposte

(32)

Fino a quattro anni fa erano presenti altri tre plessi, uno di scuola dell’infanzia e due di primaria oggi non più attivi.

Un panorama in rapida evoluzione, che costringe i Comuni a ag-giornare continuamente i piani dei servizi accessori in una logica non più solo limitata ai confini amministrativi. Siamo quindi all’i-nizio di un processo di inevitabile collaborazione fra enti vicini, spesso complicato dalla burocrazia e da una tradizionale e tutta da superare suddivisione in ambiti d’area che hanno separato, e in parte continuano a farlo, la Versilia dalla Lucchesia.

Ne risulta un quadro che mostra un buon livello generale di soddisfa-zione pari al 67% delle opinioni degli intervistati. Maggiori criticità nei territori che più di recente hanno patito il venir meno della presen-za dell’istituzione scolastica: è il caso delle frazioni delle Seimiglia di Camaiore, dove prevale con il 52% il parere negativo sulla presenza e distribuzione dei servizi scolastici, e nei paesi di Fiano e Loppeglia nel Comune di Pescaglia, in cui la percezione negativa arriva al 64%. Tali tendenze, in positivo nel resto dei contesti, in negativo in questi due, sono confermati dalla lettura per classi di età, in cui i componenti intervistati delle giovani famiglie con figli rispondono in modo non dissimile dal resto della popolazione.

Con la domanda 10 si affronta sommariamente e in un’accezione declinata in chiave territoriale, il tema dell’assistenza sanitaria. Su tale settore, in considerazione dell’offerta dei servizi nell’area di stu-dio, si è circoscritto il piano della valutazione alla dotazione presen-te: ci si riferisce dunque all’accesso e all’efficienza alle farmacie del territorio, all’organizzazione della medicina di base, alle prestazioni socio-assistenziali o di emergenza svolte da associazioni di volonta-riato locali. Facendo riferimento al quadro conoscitivo nella distri-buzione e localizzazione dei servizi assistenziali, la percezione della popolazione si dimostra positiva per metà degli intervistati, con una leggera prevalenza degli insoddisfatti. Stesse proporzioni per le fra-zioni di Camaiore e leggermente maggiori per quelle di Pescaglia e Massarosa. Ben più difficile invece la situazione dei residenti inter-vistati del Comune di Lucca, che per quasi i tre quarti si dichiarano poco o per niente soddisfatti dei servizi di assistenza offerti.

Se si pensa che nella classificazione delle Aree interne della Strate-gia nazionale, il Comune di Lucca rientra nella categoria dei poli di attrazione urbana (possedendo tutti i criteri sui pre requisiti per lo sviluppo di istruzione, sanità e mobilità), la percezione di una par-te dei suoi cittadini sul sispar-tema dell’assispar-tenza, per quanto parziale

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10. Ti ritieni soddisfatto dalla presenza e dall’efficienza sul tuo

territorio di servizi assistenziali? (medicina di base, emergenza

sanitaria, assistenza socio-sanitaria) A. Molto soddisfatto

B. Abbastanza soddisfatto C. Poco soddisfatto D. Per niente soddisfatto

Distribuzione del totale delle risposte

(34)

visto la ridotta popolazione dell’area di studio sul totale della popo-lazione residente nel Comune, indica comunque quanto sia distante in termini percettivi la qualità dei servizi offerti con determinazioni e criteri di prossimità fisica o appartenenza amministrativa.

La lettura per classi di età, riferita in particolare alle fasce di po-polazione più anziana (consideriamo le ultime due fasce over 60), ci presenta un quadro omogeneo in tutti gli ambiti ammi-nistrativi, con una soddisfazione media del livello di assisten-za offerto e picchi negativi per i cittadini lucchesi. Del cam-pione intervistato, le donne comprese in questa fascia di età mostrano livelli di soddisfazione maggiore rispetto agli uomini. Il settore della mobilità è sicuramente il più critico secondo la per-cezione della cittadinanza, che in percentuali considerevoli addirit-tura non lo riconosce più come un servizio, vista l’organizzazione assolutamente non rispondente alle reali possibilità di utilizzo. Data la complessità del tema e la pluralità di aspetti coinvolti nell’utilizzo, nell’accesso e nell’efficienza di questo servizio, si è scelto di riferirsi a uno schema di domanda già in uso nelle indagini multiscopo dell’I-STAT. Il quesito si è articolato in due livelli: un primo valutativo, in cui si chiede un giudizio complessivo del trasporto pubblico, un secondo descrittivo delle condizioni del servizio in termini di frequenza delle corse, puntualità, possibilità di trovare posto a sedere, velocità delle corse, pulizia delle vetture, comodità di attesa alle fermate, possibi-lità di collegamento offerte, comodità di orari e costo dei biglietti. I risultati delineano una situazione molto difficile su ogni piano. Il giudizio complessivo che gli intervistati assegnano alla condizione attuale del trasporto pubblico è insufficiente per il 76% di coloro che hanno risposto. Ovunque l’organizzazione della mobilità pubblica è inadeguata: nei vari ambiti comunali si oscilla fra il 68% di Massarosa e l’ 86% di Lucca (e in questo primato negativo si riscontra nuovamente l’ambiguità di territori e comunità facenti parte di un’amministrazio-ne capoluogo dotate di un doppio livello di servizio urbano e extrau-rbano e che percepiscono come negativo il sistema dei trasporti). Tuttavia, sia per la complessità e pluralità dei temi, sia per la pos-sibilità di articolazione del giudizio, occorre approfondire la lettu-ra. Le opinioni assolutamente negative sono quelle di chi sostiene che per gli attuali livelli di servizio offerti, il territorio sia sostan-zialmente privo di trasporti pubblici data l’impossibilità logistica, la scomodità, la diseconomia nell’utilizzo. Una parte considere-vole di valutazioni fortemente negative proviene anche da quelle

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11. Che giudizio complessivo dai ai servizi di trasporto

pubbli-co? Dai un voto da 0 a 10. (0 peggiore - 1o migliore)

A. ...

B. Se vuoi, approfondisci il tuo giudizio, descrivendo il servizio in termini di frequenza delle corse, puntualità, possibilità di trovare posto a sedere, velocità delle corse, pulizia delle vetture, comodità di attesa alle fermate, possibilità di collegamento

offerte, comodità di orari e costo dei biglietti...

Distribuzione del totale delle risposte

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frazioni che non sono raggiunte dal servizio, che lo considerano un elemento di esclusione e penalizzazione; è il caso dei paesi di Gombitelli e Migliano nel Comune di Camaiore, di Montigiano e Gualdo nel Comune di Massarosa, di Castagnori nel Comune di Lucca. Valori molto bassi di giudizio pesano significativamente negli ambiti amministrativi di Lucca, Camaiore e Massarosa. Laddove la popolazione esprime livelli di valutazione negativa ma meno estremi, contesta in particolare la scarsa frequenza delle cor-se, l’assenza di servizio nei giorni festivi, l’impossibilità di utilizzo per i lavoratori vista la mancanza di collegamento con i comparti produttivi, il rapporto assolutamente sbilanciato fra qualità offerta e costo, l’organizzazione del servizio su riferimenti di ambito ammi-nistrativo superati, la puntualità delle corse e la pulizia delle vettu-re. Un sistema complesso dunque che presenta forti mancanze sia nell’organizzazione territoriale interna sia in quella di area vasta, in collegamento con i centri maggiori e che non soddisfa nessuno, né chi non usa i trasporti pubblici ritenendoli inutilizzabili, né chi è costretto a usarli e nemmeno chi vorrebbe usarli, in particola-re gli anziani, che fanno notaparticola-re le caparticola-renze del sistema locale. Chi esprime un giudizio positivo, una esigua minoranza soprattutto in certi ambiti comunali, pur facendo emergere elementi di forte critici-tà, valuta positivamente la permanenza del servizio sugli stessi livelli e standard nel corso del tempo, in particolare per quel che riguarda il numero e la frequenza delle corse. In effetti le variazioni maggiori che hanno interessato la mobilità nel territorio pertengono unicamente alla distribuzione delle fermate e all’aumento consistente delle tariffe. I traporti pubblici dunque finiscono per essere un servizio resi-duale, utilizzati e fruiti nella loro funzione servente, soltanto dalla popolazione studentesca. Nelle classi di età inferiori ai trent’anni il giudizio complessivo sull’efficienza dei servizi di mobilità sale anche se debolmente; più severi gli anziani da cui appare più for-te il rammarico per l’esclusione che le condizioni di erogazione di servizio producono proprio sulla loro fascia di popolazione; cate-goria anagrafica tra l’altro che dimostra di conservare una stima e un prestigio maggiori in termini sociali per i servizi pubblici. A questo punto ci occupiamo di istituire un confronto fra la nostra rilevazione e il dato misurato a livello regionale per la Toscana. Pri-ma di procedere alla lettura è necessaria però una precisazione per evitare errori di valutazioni consistenti. Nel questionario elaborato dall’ISTAT, si distengue opportunamente il livello di soddisfazione per i servizi di mobilità pubblica all’interno del Comune di

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residen-12. Con quale tipo di connessione accede ad internet

da casa? (Puoi indicare più di una risposta)

A. DSL, ADSL, VDSL ecc. o altra connessione a banda larga via rete fissa (ad esempio: cavo, fibra ottica, satellitare, rete pubblica, WIFI ecc.)

B. Connessione a rete di telefonia mobile tramite cellulare abilitato o smartphone

C. Connessione a rete di telefonia mobile tramite SIM card o chiavetta USB

D. Linea telefonica tradizionale o ISDN

Distribuzione del totale delle risposte

Distribuzione delle risposte per comune

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za, e quelli che consentono la comunicazione con i Comuni limi-trofi. Categorie tutt’altro che arbitrarie, dal momento che per gran parte dei centri urbani maggiori (non solo per i capoluoghi di Pro-vincia), l’organizzazione dei servizi di trasporto si estende al solo, o comunque prevalentemente, all’ambito amministativo che ospita quei servizi, solitamente il maggiore dell’area. Tale generalizzazio-ne, per quanto sconfessata da sempre più frequenti organizzazioni della mobilità estese indipendentemente dai confini comunali, è la realtà della nostra area di studio. E è lecito dunque supporre che non sia un caso isolato. Per le peculiarità di posizione geografica della Valfreddana e per la frammentazione amministrativa è dun-que necessario e significativo istituire un confronto con i dati re-lativi alla soddisfazione per i servizi di mobilità extraurbani. Da notare l’esiguo numero di rispondenti, che nelle indagini Multisco-po risMultisco-ponde alla domanda 26.1, dichiarando così di usufruire dei ser-vizi di mobilità pubblica e associando i relativi livelli di soddisfazione. Per quanto riguarda i collegamenti urbani risponde circa un quinto del totale del campione; per gli spostamenti extraurbani un decimo. Dall’ analisi dei dati riferiti al giudizio assegnato emerge un confronto particolarmente singolare e impietoso per la nostra area di studio. Se infatti per il 70% degli intervistati toscani si esprimono positivamen-te sulla qualita del servizio di trasporto pubblico (voti pari o superiori al 6), oltre i tre quarti dei residenti in Valfreddana dichiara un’opi-nione negativa. Se avessimo analizzato l’analogo indicatore sui servi-zi di mobilità urbana, il dato complessivo sarebbe variato di poco. I singoli aspetti su cui si è chiesto un commento, per quanto non confrontabili con le rilevazioni regionali (qui si chiedeva per ogni aspetto del servizio un livello di soddisfazione mentre nel nostro questionario un commento in merito), mostrano comunque l’im-magine di una mobilità pubblica che mantiene, agli occhi del pub-blico toscano, un livello medio di accettabilità, nonostante le dif-ficoltà organizzative. Tutt’altro che accettabile come si è visto la percezione del livello di erogazione del servizio nella Valfreddana. Altro aspetto particolarmente significativo per le aree a bassa den-sità e i territori rurali è costituito dall’accesso alla rete informati-ca. Con l’abusato termine digital divide, si indica il fenomeno per il quale si assiste alla marginalizzazione di strati sociali della po-polazione dai sistemi digitali, in particolare per quel che concerne l’informazione. Analogo paradigma possiamo istituirlo in termi-ni territoriali; e in un intreccio complesso di carenze

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infrastruttu-rali, di regole di mercato e di economie di scala che valorizzano i grandi numeri penalizzando le piccole realtà, il divario digitale ap-pare particolarmente significativo proprio nelle aree rurali.

Come abbiamo visto, dietro a questo concetto non sta soltanto e semplicemente una dotazione di servizio migliore o peggiore a se-conda della tipologia di accesso internet che si ha. La limitazione sui collegamenti internet coincide spesso con uno dei più forti con-dizionamenti per poter esprimere al meglio capacità di impresa, di condivisione di esperienze, di conoscenza e di divulgazione. D’al-tra parte la questione della conoscenza degli strumenti informati-ci e di connettività è ancora una volta legata al tema e alla natu-ra civica dei servizi pubblici, veicolo di inclusione, di conoscenza e di sviluppo. Si alimenta facilmente, di nuovo, un circolo vizioso in cui a carenze infrastrutturali si associa la mancanza di cono-scenza delle funzioni e degli strumenti propri del servizio inat-tivo, che alimenta la diffidenza e il disinteresse verso quel mezzo e le sue possibilità. Viceversa una buona condizione infrastrut-turale genera facilmente, in particolare nel caso delle dotazioni informatiche, circuiti virtuosi che fanno corrispondere a nuove possibilità, nuovo desiderio di conoscenza e consapevolezza.

Seppure limitatamente le risposte date segnalano anche questo tipo di fenomeno. Il 50% di coloro che dichiarano di disporre di una con-nessione internet afferma di averne una di banda larga via rete fissa (DSL, ADSL, VDSL o altra connessione via cavo, fibra ottica, satel-litare, rete pubblica, wi-fi). In tutti gli ambiti amministrativi i valori superano il 50% eccetto nelle frazioni del fondovalle della Freddana del Comune di Pescaglia. Molti anche gli utenti che accedono a inter-net e ai servizi di connessione attraverso la rete di telefonia mobile tramite cellulare o smartphone. Sono il 28% coloro che dichiarano di disporne e di utilizzarla. Sotto il dato complessivo gli utenti delle Seimiglia di Camaiore, del comprensorio lucchese incluso nell’area di studio e delle frazioni collinari di Pescaglia (tutte zone con mi-nore copertura di segnale delle compagnie di telefonia mobile); più alto invece il numero degli utenti a Massarosa e nelle frazioni di San Martino in Freddana e Monsagrati nel Comune di Pescaglia. E sono il 12% coloro che utilizzano SIM card o chiavette USB, con-centrati soprattutto nei Comuni di Pescaglia e Lucca. Dei due dati, relativi all’uso della rete mobile per la connessione internet, l’ultimo è alternativo a forme di connessione a rete fissa. Ciò potrebbe in-dicare che malgrado l’estensione della rete ADSL tuttora in corso,

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per alcune categorie di utenti resta accessibile, pratica e vantaggiosa una modalità di collegamento che non prevede una rete fissa. Residuali ma comunque non trascurabili (specie nei contesti di Pescaglia e di Lucca) le connessioni a linea tradizionale telefonica, in parte da intendersi in compresenza con sistemi di rete mobile, come sottolineato da alcune risposte multiple.

Inevitabile leggere questo dato per classi di età. Un primo risul-tato ci indica che a livello anagrafico il divario digitale inizia nel-la fascia di poponel-lazione compresa fra 60 e 70 anni e diventa par-ticolarmente forte sopra i 70 anni. Chi possiede una connessione in queste classi d’età ne utilizza una a banda larga via rete fissa: solitamente ha alle spalle un’esperienza professionale nel pub-blico impiego e un titolo di studio che va dalla licenza media alla laurea. Tranne poche eccezioni tutti gli altri raggruppamenti ana-grafici posseggono una connessione e dichiarano di utilizzarla. La lettura dei dati per frazione non consente l’individuazione di ri-sultati molto significativi dipendendo in particolare dal livello di in-frastrutturazione e dalle eventuali possibilità alternative di scelta. In molte delle località del territorio si può apprezzare lo scarso grado di copertura della rete mobile (è il caso di Valpromaro e Orbicciano nel Comune di Camaiore o di Gualdo nel Comune di Massarosa); d’altro canto annosi problemi nelle infrastrutture di linea fissa rendono im-percorribile l’opportunità di un collegamento in tal maniera per gli abitanti di Fibbialla e di alcune località nel Comune di Pescaglia. Infine non di poco conto le condizioni economiche del servizio, indi-cate fra le cause di non utilizzo di internet come vedremo di seguito; di difficile valutazione attraverso questo questionario, l’incidenza delle offerte economiche sulla tipologia del servizio fornito, ma non è da escludere una relazione fra questi aspetti, significativamente incidente.

Nel leggere i risultati dello stesso indicatore misurato dall’ISTAT nelle indagini Multiscopo, il divario maggiore fra il livello regionale e quello locale riguarda le connessioni di rete fissa: oltre dieci punti percentuali in meno per la Valfreddana. Difficile, istituire altri con-fronti significativi. Questo primo e unico dato ci mostra un arretra-mento nelle condizioni di accesso alle comunicazioni e connessioni telematiche, con un gap tuttavia non troppo esteso, su cui a nostro pa-rere si innestano difficoltà infrastrutturali e scarsa attenzione all’ar-gomento, soprattutto da parte degli anziani, porzione di popolazione fortemente rappresentata nel territorio. Come mostrato dal grafico,

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