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CAPITOLO 5

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 5

5. ANALISI DATI

Nella mia indagine ho ricercato le sinestesie in tutte le parti di testo scritto che costituiscono la pubblicità, ovvero la testata, il corpo del messaggio e la frase conclusiva.

Per l’italiano ho utilizzato la rivista settimanale “L’Espresso”, mentre per il tedesco, il corrispettivo “Der Spiegel”. In totale ho analizzato 78 numeri de “L’Espresso”, per la precisione 52 sono i numeri relativi all’anno 20111 e 26 quelli del 2012. Anche per quanto riguarda il tedesco ho analizzato un’annata e mezzo di numeri de “Der Spiegel”. A causa di alcune difficoltà nel reperire i numeri relativi all’anno 2011 della rivista tedesca qui in Italia, ho deciso di prendere in esame i numeri dell’annata disponibile più prossima e cioè del 20092. Per la precisione 53 numeri sono dell’anno 2009, mentre 25 del 20123, per un totale, quindi, di 78 numeri. Ho effettuato l’ analisi delle sinestesie linguistiche nelle riviste per tokens, ovvero riportando tra parentesi il numero delle volte che è stata rilevata; se non viene data alcuna specificazione, significa che la sinestesia è stata riscontrata una sola volta. Inoltre ho riportato le sinestesie linguistiche così come apparivano all’interno della pubblicità, quindi se la sinestesia era al singolare, l’ho riscritta al singolare, altrimenti l’ho riportata al plurale.

1 Ho potuto consultare i numeri de “L’Espresso” relativi all’anno 2011 grazie alla collezione messa a disposizione dalla Biblioteca San Giorgio di Pistoia.

2 Ho potuto consultare i numeri de “Der Spiegel” relativi all’anno 2009 grazie alla collezione messa a disposizione della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

3 Sia per quanto riguarda i numeri de “L’Espresso” che del “Der Spiegel” riguardanti i primi sei mesi del 2012, li ho acquistati personalmente ogni settimana in edicola.

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Ho riportato tutti i dati in una tabella Excel in cui è stata specificata la source, il target, la marca e la sua indicazione semantica. Ho compilato due tabelle per ogni lingua, in cui in una ho elencato le sinestesie pure e nell’altra le pseudosinestesie.

Per quanto riguarda l’italiano ho individuato 33 sinestesie pure e 30 pseudosinestesie; mentre nelle riviste tedesche ho attestato 9 sinestesie pure e 22 pseudosinestesie.

Nei prossimi paragrafi analizzerò i dati di entrambi i corpora, quello in italiano e quello in tedesco, e poi li metterò a confronto cercando di spiegare e di mettere in evidenza le differenze ma anche i punti in comune.

5.1 Il corpus italiano

Il corpus italiano è costituito da 33 sinestesie pure e 30 pseudosinestesie. Analizzerò prima le sinestesie pure e successivamente le pseudosinestesie. Nell’Appendice A sono stati raccolti alcuni esempi, a nostro avviso i più significativi, di pubblicità contenenti fenomeni sinestetici.

5.1.1 Sinestesie pure

Nella Tabella 5.1, utilizzando il programma Excel, ho inserito i fenomeni sinestetici puri che ho individuato dall’analisi delle riviste:

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SINESTESIE PURE

INDICAZIONE

SOURCE TARGET MARCA SEMANTICA

1. ombra fresca tatto Vista Frigerio tende da giardino 2. soft colours tatto Vista Betwoin Abbigliamento 3. sound caldo tatto Udito L'Espresso Musica 4. suono secco tatto Udito Lindt Dolciumi 5. profumo denso tatto Olfatto Terre d'Hermès Profumi 6. fragranze fresche tatto Olfatto RNC Fragances Profumi 7. profumazione fresca tatto Olfatto Erbolario Profumi 8. rum morbido tatto Gusto Ron Zacapa Liquori 9. gusto fresco tatto Gusto MG.K VIS Medicinali 10. grappe morbide tatto Gusto Roner Liquori 11. crema vellutata tatto Gusto Nespresso Caffè 12. suono cristallino vista Udito IWC Orologi 13. acuti e bassi profondi vista Udito B&O Computer 14. rumore netto vista Udito Lindt Dolciumi 15. grande silenziosità vista Udito Ravelli Stufe 16. toni cristallini vista Udito Asus Computer 17. profumo/i elegante/i (x2) vista Olfatto Mastri Vernacoli Vino 18. aroma profondo vista Olfatto Ron Zacapa Liquori 19. vini eleganti vista Gusto Tavernello Vino 20. grappe eleganti vista Gusto Roner Liquori 21. sapore rotondo vista Gusto Mastri Vernacoli Vino 22. gesto dolce gusto Vista Pompadour Tè 23. forma gustosa gusto Vista Espresso/Repubblica Libri

24. tasty colours gusto Vista Betwoin Abbigliamento 25. sottofondo agrumato gusto Udito Mastri Vernacoli Vino

26. note fruttate gusto Udito Nespresso Caffè 27. fragranze frizzanti gusto Olfatto RNC Fragances Profumi 28. dolce essiccazione gusto Tatto Granoro Pasta

29. colore vibrante udito Vista Kemon prodotti per capelli 30. profondità sonora udito Vista Asus Computer 31. sapore armonico udito Gusto Mastri Vernacoli Vino 32. note aromatiche (x2) olfatto Udito Mastri Vernacoli/Nespresso vino/caffè 33. gusto aromatico olfatto Gusto Pecorino Romano D.O.P Formaggi

Tabella 5.1: Sinestesie pure attestate nella mia indagine

Dall’analisi del corpus delle sinestesie pure italiane è risultato che il tatto è la fonte privilegiata, segue la vista, poi il gusto, l’udito e per ultimo l’olfatto. Invece per quanto riguarda il target, la destinazione privilegiata dei trasferimenti sinestetici è la sfera sensoriale dell’udito, segue il gusto, poi la vista, l’olfatto e infine il tatto. Nel grafico 5.1 è possibile osservare le percentuali di occorrenza per ogni sfera sensoriale sia per quanto riguarda la source che il target.

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0 5 10 15 20 25 30 35

vista udito olfatto gusto tatto

source target

Grafico 5.1: Percentuali di occorrenza delle sfere sensoriali

Questi dati sembrano confermare le tendenze generali attestate in letteratura, ovvero che il tatto, essendo il senso più concreto e meno differenziato, risulta essere la fonte più utilizzata, mentre l’udito, che insieme alla vista è il senso più astratto e più differenziato, è la destinazione più frequente.

Ad avere un comportamento che si discosta parzialmente dagli andamenti generali, è la sfera sensoriale del gusto. Nel mio studio risulta che per la maggior parte dei casi, svolge la funzione di target, mentre nello studio di Paissa (1995) e negli studi precedenti svolti in altre lingue, la sfera sensoriale del gusto aveva il ruolo di senso donatore. Anche Marotta (2012), invece, ha registrato un diverso ordine all’interno della gerarchia sensoriale attestata in letteratura, infatti nel suo studio gli aggettivi che si riferiscono al tatto e al gusto non risultano essere più numerosi rispetto a quelli visivi e uditivi. Mi trovo quindi a concordare con i risultati dell’indagine di Marotta, ma solo per quanto riguarda la sfera sensoriale del gusto, perché invece gli aggettivi che si riferiscono al tatto, nel mio studio, sono molto frequenti e svolgono prevalentemente il ruolo di source. Per la precisione, ho registrato solo un fenomeno sinestetico in cui il tatto riceve un trasferimento, ovvero in “dolce essiccazione”.

Un altro dato da mettere in luce è la presenza della sfera sensoriale dell’olfatto. In letteratura sono piuttosto rari i trasferimenti sinestetici in cui vengono coinvolti gli stimoli olfattivi. Addirittura Marotta (2012), nella sua analisi semantico-distribuzionale, non ha preso in considerazione nessun aggettivo inerente alla sfera

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sensoriale dell’olfatto. Questo perché in letteratura il senso dell’olfatto è considerato “povero”, sia sul piano cognitivo che su quello linguistico. Tuttavia, studi recenti, per esempio Mazzeo (2012), stanno dimostrando il contrario, rivalutando il ruolo e la funzione di questa sfera sensoriale. Nel mio corpus, infatti, ho riscontrato ben 8 esempi di fenomeni sinestetici in cui è presente la sfera olfattiva, precisamente sei volte avente funzione di target (“profumo denso”, “fraganze fresche”, “profumazione fresca”, “profumo elegante”, “fraganze frizzanti” e “aroma profondo”) e due di source (“note aromatiche” e “gusto aromatico”).

Nella tabella 5.2 ho inserito le percentuali di tutti i trasferimenti che ho riscontrato nella mia analisi:

Mapping Percentuale (%) vista  udito 15% tatto  gusto 12% vista  gusto 12% tatto  olfatto 9% gusto  vista 9% tatto  vista 6% tatto  udito 6% gusto  udito 6% udito  vista 6% gusto  olfatto 3% gusto  tattoo 3% vista  olfatto 3% gusto  vista 3% udito  gusto 3% olfatto  udito 3% olfatto  gusto 3% Totale 100%

Tabella 5.2: Percentuali di occorrenza dei mapping attestati

E’ interessante notare che il mapping più frequente è quello in cui la sfera dell’udito viene definita in termini visivi. Questo è un dato piuttosto anomalo poiché ci saremmo aspettati che a trasferire il significato verso l’udito fossero state le sfere sensoriali del tatto o del gusto e non della vista, che dopo l’udito, è di norma la sfera sensoriale privilegiata per il target. In Paissa (1995), infatti, il trasferimento più

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frequente è proprio quello che si muove dal tatto verso l’udito. Questo trasferimento, nel mio corpus è presente solo con una percentuale pari al 7%. Al secondo posto, con la percentuale pari al 13.3%, troviamo un altro mapping piuttosto inusuale, ovvero quello in cui gli aggettivi tattili trasferiscono il loro significato alla sfera sensoriale del gusto.

All’interno del mio corpus troviamo solo due sinestesie pure a ricorrere per due volte: “note aromatiche”, entrambe le volte al plurale e all’interno di pubblicità riguardanti bevande, una volta il vino e l’altra il caffè e “profumi eleganti”, che una volta ricorre al singolare e l’altra al plurale. Tutte le altre sinestesie occorrono una sola volta.

Tra le sinestesie pure troviamo due esempi in inglese (“soft colours” e “tasty colours”) e uno misto (“sound caldo”). Ho deciso di inserirle nella tabella perché l’utilizzo delle lingue straniere, in particolare dell’inglese, è una delle caratteristiche del linguaggio pubblicitario.

In riferimento alla tesi sostenuta da Catricalà (2008), secondo la quale la forma al plurale costituisce un vincolo alla realizzazione della sinestesia stessa, nel mio studio non trova conferma, poiché solo il 36,4% dei fenomeni sinestetici ricorre al plurale.

Nella Tabella 5.3 ho elencato gli aggettivi sensoriali che sono stati attestati nella mia indagine con indicazione del senso source:

VISTA UDITO OLFATTO GUSTO TATTO

cristallino vibrante aromatico dolce fresco

profondo sonoro gustoso morbido

netto armonico agrumato caldo

grande fruttato secco

rotondo frizzante denso

elegante vellutato

Tabella 5.3 Elenco degli aggettivi sensoriali attestati nel corpus delle sinestesie pure

Tra gli aggettivi sensoriali che ho attestato nella mia indagine, solo alcuni fanno parte dell’elenco che Paissa ha utilizzato per condurre la sua indagine lessicografica, ovvero: cristallino, sonoro, armonico, dolce, gustoso, fresco, morbido, caldo, secco,

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denso e vellutato. Confrontando il suo corpus con il mio, ho individuato le sinestesie pure che ormai sono entrate a far parte ufficialmente nella lingua italiana di uso comune, ovvero: “suono cristallino”, “gusto aromatico” e “profumo fresco”.

In quanto la mia indagine si è svolta utilizzando materiale pubblicitario, mi è sembrato opportuno e interessante analizzare le categorie semantiche e individuare quelle che più di altre fanno utilizzo dei fenomeni sinestetici per sponsorizzare i vari prodotti. Le indicazioni semantiche che compaiono nel mio corpus sono:

 vini (18%)  profumi (12%)  liquori (12%)  caffè (9%)  computer (9%)  abbigliamento (6%)  dolciumi (6%)  tende da giardino (3%)  musica (3%)  medicinali (3%)  tè (3%)  libri (3%)  pasta (3%)  orologi (3%)  stufe (3%)

 prodotti per capelli (3%)

 formaggi (3%)

La categoria semantica del vino risulta essere quella che ha la percentuale più alta nell’utilizzo di sinestesie. Al secondo posto troviamo a peri merito, le categorie dei profumi e dei liquori.

Come attestato da molti studi, la costruzione sintattica che prevale in modo molto significativo, anzi quasi esclusivo, è il sintagma nominale di tipo attributivo; nella mia indagine, però, ho individuato quattro esempi di sinestesie pure in cui vengono utilizzate altre forme di strutture sintattiche, per la precisione due, ovvero:

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- “il profumo della freschezza”, in cui la sfera sensoriale del tatto svolge la funzione di source mentre quella dell’olfatto la funzione di target;

- “sfumature di gusto”, in cui il gusto è il senso source, mentre la vista il senso target.

 N + Complemento di fine

- “musica per i tuoi occhi”, in cui le sfere sensoriali coinvolte sono l’udito (source) e la vista (target).

- “luce per le tue orecchie”, in cui la funzione di source è svolta dalla vista, mentre la funzione di target dall’udito.

Queste sinestesie pure reclamizzano una lampada con un sistema hi-fi incorporato.

Entrambe le costruzioni sintattiche possono essere incluse all’interno della configurazione sintattica individuata da Catricalà (2008), ovvero:

SN=N+SPREP dove SPREP=prep+N

Catricalà ha registrato questo tipo di struttura sintattica in tutte le lingue coinvolte nel suo studio, ovvero italiano, francese, greco antico, latino, spagnolo, inglese e totzil. Marotta, invece, nell’articolo in cui analizza i vincoli semantici e sintattici dei fenomeni sinestetici, non fa nessun riferimento a questo tipo di costruzione sintattica, poiché la sua indagine si sofferma in particolare sul sintagma verbale e su altre strutture sintattiche in cui sono coinvolti i verbi percettivi.

5.1.2 Pseudosinestesie

Nella Tabella 5.4 ho riportato tutti i fenomeni pseudosinestetici che ho riscontrato nella mia indagine:

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PSEUDOSINESTESIE

INDICAZIONE

SOURCE TARGET MARCA SEMANTICA

1. idee brillanti (x2) vista astratto Accenture/Emirates Agenzia/Viaggi 2. innovazione luminosa vista astratto Alvita Medicinale 3. strategia chiara vista astratto IBM Computer 4. investimento chiaro vista astratto Enel Luce 5. profonda amicizia vista psichico 6. garanzie chiare vista astratto Sistema multiresine 7. rapporto profondo vista astratto BNL-BNP Banche 8. lato oscuro vista astratto Bmw Auto 9. innovazioni brillanti vista astratto Ravelli Stufe 10. futuro brillante vista astratto DHL Spedizioni 11. futuro verde vista astratto Greenpeace

12. sfida durissima tatto astratto IWC Orologi 13. regole dure tatto astratto ANIA Assicurazioni 14. geometrie solide tatto astratto Ferrero Legno

15. pausa rinfrescante tatto astratto Marocco Viaggi 16. iniziative concrete tatto astratto Coop 17. fresca bontà tatto astratto Casa Modena cibo 18. fresche idee tatto astratto Casa Modena cibo 19. soffice riposo tatto astratto Magniflex Materassi 20. sapori vivaci psichico gusto Lefay Viaggi 21. gusto giovane psichico gusto MG.K VIS Medicinale 22. vini vivaci psichico gusto Tavernello Vini 23. gusto pieno e deciso psichico gusto Tourtel Birre 24. sapore equilibrato psichico gusto Mastri Vernacoli Vini 25. aspro contrasto gusto astratto Omega Orologi 26. anima croccante gusto psichico Perugina Dolciumi 27. emozione frizzante gusto psichico Cantine Maschio Vini 28. croccante bontà gusto psichico Enervit Dolciumi 29. sweet spring gusto astratto Berwich Abbigliamento 30. ricchezza aromatica olfatto astratto Nespresso Caffè

Tabella 5.4: Fenomeni pseudosinestetici attestati nella mia indagine

Trattandosi di pseudosinestesie, oltre alle cinque sfere sensoriali, in questa tabella troviamo anche le categorie dei nomi astratti e del campo morale-psichico. Nello studio di Paissa (1995), invece non c’è la distinzione tra queste due categorie semantiche, i nomi di natura astratta vengono considerati come appartenenti al campo morale-psichico. Questa distinzione all’interno dei fenomeni pseudosinestetici è stata introdotta da Marotta (2012) e poiché i risultati registrati dal suo studio hanno messo in evidenza che le associazioni tra aggettivi percettivi e nomi astratti costituiscono il gruppo dei fenomeni sinestetici più consistente, ho

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ritenuto opportuno anch’io separare queste due categorie semantiche. Va precisato, però, che non sempre è semplice compiere questa distinzione.

Dall’analisi del corpus delle pseudosinestesie, la sfera sensoriale della vista è risultata essere la fonte privilegiata; al secondo posto troviamo il tatto, poi a pari merito la sfera morale-psichico e il gusto e infine l’olfatto. Invece, per quanto riguarda la destinazione, è la categoria dei nomi astratti ad occupare la prima posizione, seguono il gusto e la sfera morale-psichico. Nel Grafico 5.2 è possibile osservare le percentuali di occorrenza riguardanti le sfere sensoriali e le categorie dei nomi astratti e del campo morale-psichico sia in riferimento alla fonte che alla destinazione: 0 10 20 30 40 50 60 70

vista udito olfatto gusto tatto psichico astratto

source target

Grafico 5.2: Percentuali di occorrenza delle sfere sensoriali, dei nomi astratti e del campo

morale-psichico

Ciò che salta subito all’occhio è l’altissima percentuale della categoria dei nomi astratti (62%). Le sfere sensoriali che maggiormente trasferiscono il loro significato alla categoria dei nomi astratti sono la vista e il tatto. I trasferimenti che coinvolgono il campo psichico, invece non sono così numerosi. Inoltre, il campo morale-psichico svolge anche la funzione di source, anzi sono più numerosi i fenomeni sinestetici aventi la sfera morale-psichico come fonte che come destinazione. In entrambe le indagini di Paissa (1995) e di Marotta (2012) sono state prese in esame solo le coppie sinestetiche in cui il campo morale-psichico svolgeva la funzione di target poiché il punto di partenza della loro ricerca è l’aggettivo percettivo, invece l’attenzione del mio studio si estende ai fenomeni sinestetici in generale, quindi per

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la mia indagine i sintagmi “vivacità saporità” e “sapore vivace” sono entrambi fenomeni sinestetici, solo che il rapporto source-target risulta rovesciato. È interessante notare, però, che l’unica sfera sensoriale a ricevere i trasferimenti dalla categoria semantica del campo morale-psichico è il gusto.

In questo corpus la sfera sensoriale della vista ha un andamento che si discosta dalle tendenze generali registrate in letteratura. La sfera sensoriale della vista si trova al primo posto come sfera sensoriale source privilegiata. Questo è un dato piuttosto anomalo e lo diventa ancora di più quando si registra che nessuna pseudosinestesia ha la sfera sensoriale della vista che svolge la funzione di target. Sorprendentemente la sfera sensoriale dell’udito è completamente assente. Troviamo invece l’olfatto coinvolto in un solo trasferimento sinestetico, ovvero in “ricchezza aromatica”, che svolge la funzione di source.

Anche per quanto riguarda le pseudosinestesie, ho calcolato le percentuali di occorrenza di tutti i mapping riscontrati:

Mapping Percentuale (%) vista  astratto 34,5 % tatto  astratto 24% psichico  gusto 17,3% gusto  psichico 10,3% gusto  astratto 6,9% psichico  vista 3,5% Olfatto  astratto 3,5% Totale 100%

Tabella 5.5: Percentuali di occorrenza dei mapping attestati

Il trasferimento più frequente è quello in cui i nomi appartenenti alla categoria semantica dei nomi astratti vengono definiti in termini visivi, dato che non ci sorprende, avendo riscontrato una percentuale molto alta riguardante la sfera sensoriale della vista avente funzione di source. Segue poi il mapping che trasferisce il significato dei termini della sfera tattile alla categoria dei nomi astratti. Numerosi sono anche i trasferimenti che dalla sfera morale-psichico si muovono verso la sfera sensoriale del gusto.

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Troviamo solo una pseudosinestesia che ricorre due volte, e cioè “idee brillanti”, entrambe le volte alla forma plurale. Tutte le altre pseudosinestesie ricorrono una sola volta.

Tra le pseudosinestesie è presente solo un esempio in lingua inglese, ovvero “sweet spring”.

Le pseudosinestesie che ricorrono al plurale sono 8 e corrispondono al 27,6% del totale. Nonostante sia una percentuale importante, anche in questo caso, non è possibile concordare con la teoria riguardante la forma al plurale di Catricalà (2008). Nella Tabella 5.7 ho inserito gli aggettivi sensoriali che ho individuato in questa indagine:

VISTA UDITO OLFATTO GUSTO TATTO

profondo aromatico dolce fresco

luminoso frizzante duro

chiaro aspro concreto

oscuro croccante solido

brillante soffice

verde turchese

Tabella 5.7: Elenco degli aggettivi sensoriali attestati nel corpus delle pseudosinestesie

Anche tra questi aggettivi sensoriali ce ne sono solo alcuni che Paissa ha utilizzato per la sua indagine lessicografica, ovvero: luminoso, chiaro, oscuro, brillante, verde, aromatico, dolce, aspro, fresco e duro. Tra i fenomeni pseudosinestetici che ho attestato nel mio studio non c’è nessuna sinestesia lessicalizzata.

Ho individuato le indicazioni semantiche che ricorrono in questo corpus e le ho elencate qui di seguito in ordine decrescente :

 vini (11%)

 viaggi (11%)

 medicinali (7%)

 orologi (7%)

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 computer (3,6%)  luce (3,6%)  banche (3,6%)  automobili (3,6%)  stufe (3,6%)  spedizioni (3,6%)  materassi (3,6%)  birre (3,6%)  abbigliamento (3,6%)  caffè (3,6%)

In questo corpus le categorie semantiche che maggiormente fanno uso dei fenomeni pseudosinestetici all’interno delle pubblicità sono, a pari merito, la categoria semantica dei vini e quella dei viaggi.

Anche in questo corpus ho riscontrato alcuni esempi di pseudosinestesie che non hanno struttura sintattica di sintagma nominale di tipo attributivo, per la precisione tre strutture sintattiche diverse, una delle quali ho riscontrato anche nel corpus delle sinestesie pure e che quindi mi limiterò a riportare:

 N + Complemento Indiretto - “dolcezza del clima”

 Verbi percettivi denominali

- “Bella l’estate da gustare fino in fondo” - “Fresche idee da gustare”

Questa costruzione sintattica è stata individuata anche da Marotta (2012), che definisce verbi come colorare, profumare ecc. “denominali”, cioè che derivano da un sostantivo che appartiene a una sfera sensoriale. Il verbo gustare appartiene a questo tipo di verbi, poiché deriva dal sostantivo “gusto”. Inoltre con questo tipo di verbi è possibile formulare solo associazioni monoestetiche e pseudosinestetiche e infatti, in entrambi gli esempi individuati, il verbo gustare viene associato a due nomi (“estate” e “idee”) che appartengono alla categoria dei nomi astratti.

 Nome Soggetto [percezione x] + Verbo [percezione y] - “Life tastes great” (La vita ha un ottimo sapore)

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Anche questa struttura sintattica è stata individuata da Marotta (2012). In realtà le associazioni con questa struttura sintattica risultano essere per la maggior parte dei casi agrammaticali, sia quelle sinestetiche che quelle monoestetiche. Non vengono fatti però riferimenti espliciti riguardo alle associazioni con la sfera morale-psichica o con i nomi astratti. In questo caso, quindi la percezione x, che svolge la funzione grammaticale di soggetto, corrisponde alla sfera semantica dei nomi astratti, mentre la percezione y alla sfera sensoriale del gusto.

5.1.3 Conclusioni

In seguito all’analisi di entrambe le sezioni del corpus italiano, quella delle sinestesie pure e quella delle pseudosinestesie, è possibile affermare che:

• I trasferimenti sinestetici puri risultano essere più numerosi, anche se veramente di poco, rispetto alle associazioni sinestetiche con i nomi astratti e con la sfera morale-psichica. Questo dato è in disaccordo con i risultati degli studi di Paissa (1995) e di Marotta (2012), nei quali prevalgono i fenomeni pseudosinestetici.

• Nelle sinestesie pure il tatto è risultato essere il senso donatore più comune, mentre l’udito il senso destinatario privilegiato; invece per quanto riguarda le pseudosinestesie, è la categoria semantica dei nomi astratti ad essere il target più frequente, mentre la vista è la sfera sensoriale che riceve la maggior parte dei trasferimenti.

• Le sfere sensoriali della vista e del gusto non seguono gli andamenti generali attestati in letteratura: in questo corpus la vista è per la maggior parte dei casi un senso donatore, mentre il gusto un senso ricevente.

• All’interno delle pseudosinestesie risultano essere molto più numerose le associazioni sinestetiche tra le sfere sensoriali e la categoria semantica dei nomi astratti (70%) rispetto ai fenomeni sinestetici che coinvolgono la sfera morale-psichico (30%). Questo dato trova conferma nell’analisi di Marotta (2012).

• Sono molte le coppie dei fenomeni sinestetici che ormai sono entrate a far parte del linguaggio parlato e che quindi col passare del tempo hanno perso il loro significato originale inerente a una specifica sfera sensoriale, acquisendo così un significato più astratto e diventando di conseguenza polisemici. Questo processo

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richiama la procedura di grammaticalizzazione di un sostantivo, il cosiddetto semantic bleaching, che prima di arrivare a svolgere la funzione di desinenza, per esempio, si svuota del suo significato (Marotta 2012). Qui di seguito alcuni esempi di aggettivi, i quali, con il passare del tempo hanno perso un po’ di colore: “morbido”, “aromatico”, “duro”, “brillante”, “profondo”, “oscuro”, “chiaro”.

All’interno del corpus, le sinestesie lessicalizzate risultano essere molto poche. Questo perché l’ambito in cui ho indagato è quello pubblicitario, dove lo scopo principale è di attirare l’attenzione. Il copywriter, quindi, cerca intenzionalmente di creare fenomeni sinestetici sempre nuovi e d’effetto.

• La categoria semantica nella quale è stato riscontrato il maggior utilizzo di fenomeni sinestetici è quella dei vini; tra le sinestesie pure sono stati attestati numerosi esempi di fenomeni sinestetici anche nella categoria semantica dei profumi, mentre le pseudosinestesie risultano cospicue anche all’interno degli slogans pubblicitari inerenti al settore viaggi.

• La sfera sensoriale dell’olfatto è presente in modo rilevante solo all’interno delle sinestesie pure. Ciò è dovuto alla numerosa presenza di pubblicità all’interno delle riviste dedicate all’industria dei profumi.

5.2 Il corpus tedesco

Il corpus tedesco è costituito da 9 sinestesie pure e 22 pseudosinestesie. È possibile osservare alcuni esempi di pubblicità tedesche contenti sinestesie nell’Appendice B.

Dopo aver analizzato le riviste e aver individuato i fenomeni sinestetici, ho ritenuto opportuno, non essendo il tedesco la mia madrelingua, avvalermi dell’ausilio di un dizionario di lingua tedesca, Duden (1999), e di un dizionario etimologico, Kluge (1975), in modo da poter trovare una valida conferma oppure una smentita alle mie intuizioni.

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5.2.1 Sinestesie pure

Nella Tabella 5.5 ho elencato i fenomeni sinestetici puri che ho individuato in seguito all’analisi delle riviste:

REINE SYNÄSTHESIEN

SEMANTISCHE

SOURCE TARGET MARKE ANGABE

1. frische Optik

(ottica fresca) Tastsinn Sicht P.M. Rivista 2. Warmweiß

(bianco caldo) Tastsinn Sicht Lumitronix Lampade 3. frisches Aussehen

(aspetto fresco) Tastsinn Sicht Liebherr Elettrodomestici 4. frischer Spargel

(asparago fresco) Tastsinn Geschmack Badischer Wein Vini 5. weiches Brauwasser

(birra morbida) Tastsinn Geschmack Warsteiner Birra 6. fruchtiges Aromenspiel

(aroma fruttato) Geschmack Geruch Württemberg Vini 7. aromatischer Geschmack

(gusto aromatico) Geruch Geschmack Castello Formaggi 8. harmonischer Wein (vino armonico) 9. eleganter Weisswein (vino elegante) Gehör Sicht Geschmack Geschmack Württemberg Badischer Wein Vini Vini

Tabella 5.8: Sinestesie pure attestate nella mia indagine

La prima cosa che salta all’occhio è il numero esiguo di esempi di sinestesie pure. Nonostante ciò è possibile fare dei commenti.

I fenomeni sinestetici puri sono stati riscontrati tutti una sola volta e tutti alla forma singolare.

Dall’analisi del corpus è risultato che il tatto è la sfera sensoriale source privilegiata, seguono a pari merito il gusto, l’olfatto e l’udito. Invece, in riferimento al target, la sfera sensoriale più utilizzata è il gusto, segue la vista e infine l’olfatto. Nel grafico 5.3 è possibile osservare le percentuali di occorrenza delle sfere sensoriali, sia in riferimento alla fonte che alla destinazione:

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0 10 20 30 40 50 60

vista udito olfatto gusto tatto

source target

Grafico 5.3: Percentuali di occorrenza delle sfere sensoriali

Per quanto riguarda la fonte, questi dati confermano gli andamenti generali riscontrati in letteratura, ovvero che il tatto, senso più concreto e meno differenziato, risulta essere la sfera sensoriale più ricca di prestiti. Invece i dati registrati in riferimento alla destinazione si discostano da quelli attestati dagli studi precedenti: con una percentuale pari al 55,5% è la sfera sensoriale del gusto a ricevere il maggior numero di trasferimenti. Ciò è riconducibile all’alta frequenza di pubblicità riguardanti cibo e vini. Al secondo posto, con una percentuale pari al 37.5%, troviamo la sfera sensoriale della vista. Invece, sia gli studi di Day (2006), Salzinger (2010) e Salzmann (2012) avevano confermato la dominanza dell’udito come sfera sensoriale target.

Nella Tabella 5.6 ho inserito le percentuali riguardanti la frequenza di tutti i trasferimenti intersensoriali che ho attestato nella mia indagine:

Tabella 5.9: Percentuali di occorrenza dei mapping riscontrati

Mapping Percentuale (%) tatto  vista 33.3% tatto  gusto 22.2% gusto  olfatto 11% olfatto  gusto 11% udito  gusto 11% vista  gusto 11% Totale 100%

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Sono stati registrati solo cinque trasferimenti, ciò è dovuto ovviamente alle piccole dimensioni di questo corpus. Il mapping intersensoriale più frequente è quello in cui la sfera sensoriale della vista viene definita in termini tattili; segue al secondo posto il trasferimento che procede dal tatto verso il gusto. Confrontando questi dati con quelli dello studio di Day (1996), in cui l’autore aveva analizzato le sinestesie individuate nell’opera “Buddenbrooks” di Thomas Mann, constatiamo delle discrepanze: il mapping che in questo corpus risulta essere il più frequente, ovvero quello che si muove dalla sfera sensoriale del tatto verso quella della vista, nel corpus di Day è presente con una percentuale pari solo al 1.7%, mentre il secondo, in cui la sfera sensoriale del gusto viene definita in termini tattili, non compare affatto. Il trasferimento più frequente, invece, era risultato essere quello che definisce la sfera sensoriale dell’udito in termini tattili, che in questo corpus non compare affatto. La sfera sensoriale dell’udito è presente una sola volta, addirittura con funzione di source e non di target: “harmonischer Wein” (vino armonico). Ad ogni modo, va sottolineata la diversa natura dei due corpora, quello di Day contiene sinestesie letterarie, mentre quello della mia indagine sinestesie linguistiche. Anche facendo un paragone con il corpus delle sinestesie lessicalizzate di Salzmann (2012), troviamo qualche discrepanza: la sfera sensoriale del gusto risulta essere utilizzata, per la maggior delle volte, come senso source e non target; ad ogni modo, entrambi i trasferimenti più frequenti attestati nel mio studio, risultano essere utilizzati più volte anche in questa indagine.

Osservando lo schema elaborato da Werning et al. (2006) riguardante la direzionalità dei mapping, si nota che due trasferimenti attestati in questa indagine non vi compaiono, ovvero quello che dall’olfatto si muove verso il gusto e quello che definisce il gusto in termini uditivi.

Nella Tabella 5.10 ho inserito gli aggettivi sensoriali che ho trovato nel mio corpus, con indicazione del senso source:

VISTA UDITO OLFATTO GUSTO TATTO

elegant harmonisch aromatisch fruchtig frisch

warm weich

Tabella 5.10: Elenco degli aggettivi sensoriali attestati nel corpus delle sinestesie pure

(19)

Solo gli aggettivi che si riferiscono alla sfera sensoriale del tatto e dell’udito sono stati utilizzati da Salzmann (2012) nella stesura dell’elenco di sinestesie lessicalizzate nella lingua tedesca, ovvero frisch, warm, weich e harmonisch. Tra le sinestesie pure attestate nella mia indagine, risultano essere lessicalizzate solo “frischer Spargel” e “harmonischer Wein”.

Le categorie semantiche che ho individuato in questo corpus sono:

 vini (44,4%)  lampade (11%)  elettrodomestici (11%)  riviste (11%)  birra (11%)  formaggi (11%)

Con la percentuale pari al 44,4% la categoria semantica dei vini risulta essere quella che più frequentemente, all’interno degli slogans pubblicitari, ricorre all’utilizzo dei fenomeni sinestetici.

Per quanto riguarda la struttura sintattica delle sinestesie pure riscontrate nel mio studio, ho individuato solo sintagmi nominali di tipo attributivo e un sostantivo composto da un aggettivo e un sostantivo, ovvero “Warmweiß” (bianco caldo). Non è stata attestata nessun’altra struttura sintattica.

5.2.2 Pseudosinestesie

In questa indagine sono stati attestati 22 esempi di pseudo sinestesie, il loro elenco viene fornito nella Tabella 5.11.

(20)

PSEUDOSYNÄSTHESIEN

SEMANTISCHE

SOURCE TARGET MARKE ANGABE

1. brillante Präsenz

(presenza brillante) Sicht Abstrakt Breitling Orologi 2. transparente Beratung

(consulenza trasparente) Sicht Abstrakt Quirin Bank Banche 3. grauen Wintermonate

(mesi invernali grigi) Sicht Abstrakt Tui Viaggi 4. grünes Gewissen

(coscienza verde) Sicht Psychisch Miele Elettrodomestici 5. schwarz rot goldene Zeiten

(periodi neri rossi e oro) Sicht Abstrakt Der Spiegel Libri 6. grünes Vergnügen

(godimento verde) Sicht Psychisch Moskovskaya Liquori 7. glanzvoller Gipfel

(apice luminoso) Sicht Abstrakt Der Spiegel Libri 8. goldene Regeln

(regole d’oro) Sicht Abstrakt Harvard Business Computer 9. brillanter Bilqualität

(qualità brillante) Sicht Abstrakt T Telefoni 10. tiefere Leidenschaft

(passione profonda) Sicht Psychisch Emirates Viaggi 11. blaues Wunder

(meraviglia blu) Sicht Abstrakt RTL Televisione 12. charakterstarker Wein

(vino dal carattere forte) Psychisch Geschmack Württemberg Vini 13. cooles Weiß

(bianco tenue) Psychisch Sicht Liebherr Elettrodomestici 14. angenehmes Warmweiß

(bianco caldo confortevole) Psychisch Sicht Lumitronix Lampade 15. frische Haltung

(posizione fresca) Tastsinn Abstrakt Lexwaren Libri 16. sanfter Genuss

(piacere morbido) Tastsinn Abstrakt De Longhi Elettrodomestici 17. solide Empfehlung

(consiglio solido) Tastsinn Abstrakt Bulthaup Elettrodomestici 18. konkreten Tipps

(consigli concreti) Tastsinn Abstrakt BKK Banche 19. hartes Training (x2)

(allenamento duro) Tastsinn Abstrakt Deutsche Post/Vattenfall Posta/elettricità 20. soliden Basis

(basi solide) Tastsinn Abstrakt SAP Computer 21. solide Planung (pianificazione solida) 22. süße Träume (sogni dolci) Tastsinn Geschmack Abstrakt Abstrakt Harvard Business Continental Computer Gomme auto

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Dallo studio del corpus è risultato che la categoria source privilegiata è la sfera sensoriale della vista, segue la sfera sensoriale del tatto, poi la sfera del campo morale-psichico e infine il gusto. Per quanto riguarda la destinazione, invece, è senza dubbio la categoria semantica dei nomi astratti a prevalere nettamente. Ci sono, comunque, anche alcuni esempi in cui a svolgere la funzione di target sono la sfera del campo morale-psichico, la sfera sensoriale della vista e quella del gusto. Nel grafico 5.4 è possibile osservare le percentuali di occorrenza delle sfere sensoriali e delle categorie semantiche dei nomi astratti e della sfera morale-psichico in riferimento alla fonte e alla destinazione.

0 10 20 30 40 50 60 70 80

vista udito olfatto gusto tatto psichico astratti

source target

Grafico 5.4: Percentuali di occorrenza delle sfere sensoriali e delle categorie semantiche dei

nomi astratti e della sfera morale-psichico

Il dato più evidente è quello che riguarda la percentuale della categoria semantica dei nomi astratti: 73%. Ancora una volta, nella mia indagine, la sfera sensoriale della vista ha un comportamento che si discosta dagli andamenti generali attestati negli studi precedenti: invece di prediligere la funzione di target, svolge per la maggior parte dei casi la funzione di source. La presenza consistente della sfera sensoriale della vista, è riconducibile al nostro campo di indagine: la pubblicità. È importante notare la completa assenza della sfera sensoriale dell’olfatto, ma lo è ancora di più constatare quella della sfera sensoriale dell’udito, il quale in letteratura risulta essere il senso target privilegiato.

(22)

Nella Tabella 5.8 ho elencato tutti i trasferimenti che sono stati riscontrati nel mio studio: Mapping Percentuale (%) vista  astratto 36,4% tatto  astratto 32% vista  psichico 13,6% psichico  vista 9% psichico  gusto 4,5% gusto  astratto 4,5% Totale 100%

Tabella 5.8: Percentuali di occorrenza dei mapping attestati

Anche per quanto riguarda le pseudosinestesie i trasferimenti non sono numerosi: ne sono stati attestati solo cinque. Il mapping che risulta largamente più frequente è quello che procede dalla sfera sensoriale della vista verso la categoria semantica dei nomi astratti; al secondo posto troviamo il trasferimento in cui i nomi astratti vengono definiti in termini tattili; segue poi il mapping che trasferisce i significati dei termini che si riferiscono alla sfera sensoriale della vista alla categoria semantica della sfera morale-psichico.

Nella Tabella 5.12 ho elencato gli aggettivi sensoriali attestati nel corpus delle pseudosinestesie con riferimento al senso source:

VISTA UDITO OLFATTO GUSTO TATTO

brillant süß frisch transparent sanft grau solid grün konkret glanzvoll hart golden tief blau

Tabella 5.12: Elenco degli aggettivi sensoriali attestati nel corpus delle pseudosinestesie

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Tra questi aggettivi sensoriali ce ne sono solo alcuni che Salzmann ha utilizzato per la sua indagine lessicografica, ovvero: brillant, grau, grün, frisch, sanft, hart e süß. Nessuna pseudosinestesia attestata nella mia indagine è presente all’interno del suo elenco di sinestesie lessicalizzate.

Osservando la tabella 5.10 si nota che soltanto una pseudosinestesia ricorre due volte: “hartes Training”. Tutti gli altri esempi ricorrono una sola volta.

In questo corpus ricorrono alcune sinestesie in cui troviamo dei termini provenienti dall’inglese, ovvero l’aggettivo cool e i sostantivi Design, Tipps e Training, ma, a differenza dell’italiano, sembra che questi termini siano entrati a far parte del vocabolario di uso quotidiano e che si siano anche pienamente adattati alla lingua tedesca e alle sue regole grammaticali; infatti, per esempio, all’aggettivo cool è attaccata la desinenza “-es” che sta a indicare la concordanza del genere neutro tra l’aggettivo e il nome. Inoltre in tedesco è diventato polisemico, oltre al significato “figo”, ne ha acquisito un altro, ovvero “tranquillo, calmo”, accezione che in inglese non esiste.

Le pseudosinestesie che ricorrono alla forma plurale sono solo 5, ovvero solo il 22,7% di tutto il corpus. Quindi, anche in questo caso, la maggioranza dei fenomeni sinestetici è stata attestata alla forma singolare.

Qui di seguito riporto l’elenco, in ordine decrescente, delle indicazioni semantiche che ricorrono in questo corpus:

 elettrodomestici (18,9%)  computer (13,6%)  libri (13,6%)  viaggi (9%),  banche (9%).  vini (4,5%)  orologi (4,5%)  liquori (4,5%)  telefoni (4,5%)  televisione (4,5%)  lampade (4,5%)  posta (4,5%)  gomme auto (4,5%)

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La categoria semantica che per sponsorizzare i prodotti utilizza più frequentemente le pseudosinestesie è quella degli elettrodomestici. Seguono, a pari merito, le categorie semantiche dei computer e dei libri. L’indicazione dei vini, che nelle sinestesie pure occupa il primo posto, è presente solo con una percentuale pari a 4,5 %.

Anche tra le pseudosinestesie tedesche, la struttura sintattica che prevale in modo netto è il sintagma nominale di tipo attributivo. Nella mia indagine, però ho individuato altre costruzioni sintattiche, che vi elenco qui di seguito:

 N + Complemento di specificazione

- “Glanz der Vergangenheit” (Lo splendore del passato)

 Composto (N + N)

- “Pausenlärm” (il rumore della pausa)

Entrambe queste due strutture sintattiche rientrano nel gruppo dei sintagmi nominali costituiti da un sostantivo e da un sintagma preposizionale individuato da Catricalà (2008). Il secondo esempio è una parola composta, formata dall’unione di due sostantivi che può essere parafrasato solo utilizzando il complemento di specificazione, quindi diventa “Lärm der Pausen” 4.

 Verbi percettivi deaggettivali

- “eine Abend zu versüßen” (una serata da addolcire)

Il verbo „versüßen“ fa parte del gruppo dei verbi deaggettivali poiché deriva dall’aggettivo „dolce“. Questo tipo di verbi si presta piuttosto bene nelle associazioni sinestetiche, monoestetiche e anche pseudosinestetiche, come in questo caso in cui il complemento oggetto è costituito dal sostantivo „Abend“, che appartiene alla categoria die nomi astratti. Questa struttura sintattica è stata individuata anche da Marotta (2012).

 Soggetto [percezione x] + Verbo [percezione y]

- “Das Leben schmeckt schön” (La vita ha un ottimo sapore)

In questo esempio le percezioni coinvolte sono la sfera sensoriale del gusto, che svolge la funzione di predicato verbale, e la sfera semantica dei nomi astratti, che svolge la funzione di soggetto. Si tratterebbe, quindi, di un’associazione pseudosinestetica. Anche questa struttura sintattica è stata individuata da Marotta

4 Anche nel corpus delle sinestesie pure avevo individuato un sostantivo composto, ovvero “Warmweiß” (N + Aggettivo), ma è stato inserito nella tabella insieme agli altri fenomeni sinestetici, poiché parafrasandolo diventa anch’esso un sintagma nominale di tipo attributivo: “warmes Weiß”.

(25)

(2012), ma secondo l’autrice questo tipo di struttura risulta inaccettabile poiché un predicato con valenza percettiva esige specifici vincoli semantici sul soggetto. Tenendo conto l’ambito di indagine della mia ricerca, la pubblicità, possiamo affermare che questi vincoli non risultano poi così rigidi.

5.2.3. Conclusioni

In seguito all’analisi delle due sezioni del corpus tedesco, è possibile affermare che:

• Le associazioni sinestetiche con i nomi astratti e con la sfera morale-psichica risultano essere molto più numerosi rispetto ai trasferimenti sinestetici puri. Questo dato è in accordo con i risultati dello studio di Salzmann (2012).

Nelle sinestesie pure la sfera sensoriale source privilegiata è il tatto, mentre a svolgere più frequentemente la funzione di target è la sfera sensoriale del gusto; per quanto riguarda le pseudosinestesie, invece, è la sfera sensoriale della vista a donare più volte il proprio significato, mentre a riceverlo è la categoria semantica dei nomi astratti.

• Le sfere sensoriali dell’udito e dell’olfatto sono quelle che meno di tutte partecipano ai trasferimenti sinestetici, tra le sinestesie pure troviamo un solo esempio per ciascun senso, mentre nei fenomeni pseudosinestetici sono completamente assenti entrambi. Questo dato è piuttosto anomalo soprattutto per quanto riguarda la sfera sensoriale dell’udito, che sia negli studi di Day (1996), Salzinger (2010) e Salzmann (2012), risultava la sfera che maggiormente era coinvolta nei trasferimenti sinestetici.

• La sfera sensoriale del gusto si discosta dagli andamenti generali attestati in letteratura: in questo corpus il gusto è per la maggior parte dei casi un senso ricevente.

• Tra le pseudosinestesie sono molto più numerosi i trasferimenti che coinvolgono la categoria semantica dei nomi astratti (73%) rispetto alle associazioni sinestetiche tra sfere sensoriali e la sfera morale-psichica (27%).

• Sono veramente tanti gli esempi di fenomeni sinestetici che sono entrati a far parte del linguaggio quotidiano, per esempio: “brillante Präsenz” (presenza

(26)

brillante), “harmonischer Wein” (vino armonico), “hartes Training” (allenamento duro), “konkreten Tipps” (consigli concreti), “tiefere Leidenschaft” (profonda passione). Tutti questi aggettivi, con il passare del tempo, hanno perso il loro significato originale inerente alle sfere sensoriali e ne hanno acquistato uno nuovo più astratto, diventando così polisemici (Marotta 2012).

Le sinestesie lessicalizzate presenti in questo corpus sono molto poche. La pubblicità, infatti predilige inventare nuove associazioni sinestetiche, piuttosto che usare quelle che ormai sono entrate a far parte del linguaggio comune. In questo modo è più facile catturare l’attenzione della gente.

• Le categorie semantiche che per pubblicizzare i prodotti, fanno maggior uso di fenomeni sinestetici sono la categoria dei vini per quanto riguarda le sinestesie pure, e quella degli elettrodomestici in riferimento alle pseudosinestesie.

5.3 Analisi contrastiva italiano-tedesco

Poiché uno degli scopi di questa indagine è verificare se il fenomeno della sinestesia linguistica è ascrivibile a fattori condivisi da culture diverse, è opportuno sottolineare il fatto che le due lingue appartengono a due grandi famiglie linguistiche diverse: l’italiano è una lingua romanza, mentre il tedesco è una lingua germanica. Questa tesi ha minor valore, a mio avviso, se le lingue prese in considerazione fanno parte della stessa famiglia linguistica, come per esempio l’italiano e il francese, lingue prese in esame da Paissa (1995) per lo studio delle sinestesie lessicalizzate. Ad ogni modo, è vero che sia l’italiano che il tedesco sono entrambe lingue indoeuropee. Un confronto con una lingua appartenente alla famiglia linguistica afro-asiatica o sinotibetana sarebbe senza dubbio più significativo.

La prima differenza che salta subito all’occhio è la diversa grandezza dei due corpora: il corpus italiano è costituito da 63 fenomeni sinestetici, di cui 33 sono sinestesie pure e 30 sono pseudosinestesie; mentre il corpus tedesco è formato da 31 sinestesie, di cui 9 sono sinestesie pure e 22 pseudosinestesie. Il corpus italiano, quindi, è grande più del doppio rispetto a quello tedesco! Da sottolineare il fatto che i numeri delle riviste analizzate è lo stesso per tutte e due le lingue, per la precisione sono stati analizzati 78 numeri della rivista italiana “L’Espresso” e altrettanti del settimanale tedesco “Der Spiegel”.

(27)

È interessante specificare che la grafica della pubblicità tedesca non è identica a quella italiana: nei giornali tedeschi è molto frequente incontrare qualche pubblicità che occupa solamente mezza pagina, a volte per verticale, altre per orizzontale; invece nelle riviste italiane, le pubblicità occupano sempre una pagina intera. Questa differenza di disposizione, inizialmente, mi aveva fatto supporre che nei giornali tedeschi ci fosse meno pubblicità, in questa maniera sarebbe stato spiegato il numero esiguo di fenomeni sinestetici in tedesco. Tuttavia, contando il numero totale delle pagine e quello delle pagine dedicate alla pubblicità, in entrambi i casi ho ottenuto la solita percentuale, ovvero la pubblicità occupa circa il 15% di entrambe le riviste. La differenza numerica, quindi, non è ascrivibile alla diversa impaginazione della pubblicità delle due riviste.

Nel grafico 5.5 è possibile osservare le percentuali in riferimento alla quantità di sinestesie pure e pseudosinestesie all’interno dei due corpora.

ITALIANO TEDESCO

sinestesie pure pseudosinestesie

Grafico 5.5: Percentuali in riferimento al numero delle sinestesie pure e delle

pseudosinestesie nel corpus italiano e in quello tedesco

Nel corpus italiano sono appena più numerosi i fenomeni sinestetici puri (52,4%) rispetto alle pseudosinestesie (47,6%). In quello tedesco, invece i trasferimenti verso la sfera semantica dei nomi astratti e la sfera psico-emotiva (71%) sono, in modo consistente, più frequenti rispetto alle sinestesie pure (29%).

Sia in italiano che in tedesco all’interno dei fenomeni pseudosinestetici, prevalgono in maniera netta le associazioni tra le sfere sensoriali e la categoria

(28)

semantica dei nomi astratti: nel corpus italiano abbiamo una percentuale pari al 70% , mentre in quello tedesco pari al 73%.

Nelle Tabelle 5.13 e 5.14 sono conteggiati tutti i trasferimenti sinestetici che ho attestato nella mia indagine:

Vista Udito Tatto Gusto Olfatto Psichico Astratto Totale source Vista - 5 0 3 2 1 10 21 (33,3%) Udito 2 - 0 1 0 0 0 3 (4,8%) Tatto 2 2 - 4 3 0 8 19 (30,1%) Gusto 3 2 1 - 1 3 2 12 (19%) Olfatto 0 1 0 1 - 0 1 3 (4,8%) Psichico 0 0 0 5 0 - 0 5 (7,9%) Totale Target 7 (11,1%) 10 (15,9%) 1 (1,6%) 14 (22,2%) 6 (9,5%) 4 (6,3%) 21 (33,3%) 63 (100%)

Tabella 5.13: Conteggio dei trasferimenti sinestetici in italiano

Sehen Hören Tastsinn Geschmack Geruch Psychisch Abstrakt Totale source Sehen - 0 0 1 0 3 8 12 (38,7%) Hören 0 - 0 1 0 0 0 1 (3,2%) Tastsinn 3 0 - 2 0 0 7 12 (38,7%) Geschmack 0 0 0 - 1 0 1 2 (6,4%) Geruch 0 0 0 1 - 0 0 1 (3,2%) Psychisch 2 0 0 1 0 - 0 3 (9,7%) Totale Target 5 (16,1%) 0 0 6 (19,3%) 1 (3,2%) 3 (9,7%) 16 (51,6%) 31 (100%)

Tabella 5.14: Conteggio dei trasferimenti sinestetici in tedesco

Le sfere sensoriali della vista e del tatto, sia in italiano che in tedesco, sono risultate essere le fonti source più ricche di prestiti. Invece per quanto riguarda la destinazione, i risultati non coincidono: in riferimento ai trasferimenti sinestetici puri, in italiano il target più frequente è la sfera sensoriale dell’udito, mentre in

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tedesco è il gusto, seguito subito dopo dalla sfera sensoriale della vista. Possiamo affermare, quindi, che l’italiano rispecchia le tendenze generali attestate negli studi precedenti, mentre il tedesco si discosta in riferimento alla destinazione.

Riguardo alla fonte e alla destinazione privilegiate all’interno delle pseudosinestesie, l’italiano e il tedesco si comportano più o meno alla stessa maniera, ovvero entrambe prediligono le sfere sensoriali della vista e del tatto come source e la categoria semantica dei nomi astratti come target.

Le teorie sostenute dagli studi effettuati presso l’Università di Düsseldorf da Beseoglu, Fleischhauer, Werning e Petersen (2007) trovano conferma in questa indagine, sia per quanto riguarda l’italiano che il tedesco. Secondo loro se l’aggettivo deriva morfologicamente da un verbo o da un nome, l’accessibilità della sinestesia diminuisce. Infatti, in nessuno dei due corpora troviamo un fenomeno sinestetico in cui è presente un aggettivo derivato. Un’altra loro teoria riguarda la differenziazione tra aggettivi scalari e di qualità. Secondo loro le sinestesie che contengono un aggettivo di tipo scalare, risulta più accessibile rispetto a quelle con gli aggettivi di qualità. La grande maggioranza degli aggettivi sensoriali attestati in questo corpus sono di tipo scalare. I pochi esempi di aggettivi di qualità presenti in questo studio si riferiscono tutti alla sfera sensoriale della vista, infatti troviamo attributi che si riferiscono alle tonalità di colore in entrambe le lingue e l’aggettivo “rotondo” in italiano.

In entrambi i corpora sono presenti pochi esempi di sinestesie linguistiche lessicalizzate, ma ciò è dovuto principalmente all’ambito del campo di ricerca analizzato, ovvero il linguaggio pubblicitario, che come peculiarità è innovativo e sperimentale, quindi vengono predilette le associazioni d’effetto piuttosto che quelle entrate a far parte del linguaggio comune.

Le due lingue si trovano d’accordo anche per quanto riguarda la categoria semantica che maggiormente utilizza i fenomeni sinestetici all’interno delle pubblicità per quanto concerne le sinestesie pure: la categoria dei vini. Invece, si discostano riguardo alle pseudosinestesie: in italiano troviamo nuovamente la categoria dei vini, mentre in tedesco quella degli elettrodomestici. Questo dato è significativo perché rifletterebbe l’andamento dell’economia. L’ Italia è rinomata in tutto il mondo per la vasta varietà di vini che produce ed è normale che molta pubblicità sia dedicata loro. Invece, i tedeschi sono rinomati per la progettazione e la fabbricazione di oggetti tecnologici di alta qualità, come appunto gli

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elettrodomestici. Sono numerosissime le marche che producono questi prodotti che vengono esportati in tutto il mondo. Viene automatico chiedersi come mai, allora, nelle sinestesie pure in tedesco ha prevalso la categoria semantica dei vini. Probabilmente se il corpus fosse stato più vasto, e non composto solo da 9 coppie sinestetiche, gli esempi presi da pubblicità riguardanti gli elettrodomestici sarebbero stati più numerosi. Questa affermazione resta comunque solo una supposizione.

Tenendo conto della grande quantità di materiale pubblicitario analizzato, possiamo concludere affermando che i fenomeni sinestetici all’interno degli slogans pubblicitari non sono frequenti. Tra le due lingue ne fa un uso maggiore l’italiano.

Figura

Tabella 5.1: Sinestesie pure attestate nella mia indagine
Tabella 5.2: Percentuali di occorrenza dei mapping attestati
Tabella 5.3 Elenco degli aggettivi sensoriali attestati nel corpus delle sinestesie  pure
Tabella 5.4: Fenomeni pseudosinestetici attestati nella mia indagine
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