Consorzi di Bonifica Rubrica
45 Corriere Romagna di Rimini e San Marino
09/02/2019 DUE PUNTI DEBOLI CONTRO GLI ALLAGAMENTI PORTE NUOVO IN ESTATE, IDROVORA IN ATTESA
2
1 Gazzetta di Parma 09/02/2019 PONTE SUL LORNO: 140MILA EURO PER RIAPRIRLO 3
26 Gazzetta di Parma 09/02/2019 CORNIGLIO LA PULIZIA DEI CASTAGNETI NEL PROGETTO PER
VALORIZZARE IL CASTELLO
4
11 Il Gazzettino - Ed. Padova 09/02/2019 RIFATTO IL PONTE NON PIU' SICURO SU SCOLO MEDIANO 5
40 Il Mattino di Padova 09/02/2019 IL VESCOVO IN VISITA AI LUOGHI DELLA BONIFICA 6
XIII Il Tirreno 09/02/2019 UN PROTOCOLLO PER GLI INTERVENTI E LE COMPETENZE 7
7 Il Tirreno - Ed. Piombino 09/02/2019 CONTRATTO DI FIUME LA STRATEGIA PER GESTIRE IL BACINO DEL CORNIA
8
11 Il Tirreno - Ed. Pisa 09/02/2019 UNA MARI COLTIVAZIONE DI RISO PER SALVARE IL LAGO DALLE ALGHE
9
15 La Nazione - Ed. Lucca 09/02/2019 TARGA PER RICORDARE MICHELE LENCIONI 10
21 La Nuova Ferrara 09/02/2019 VIA VALLE, SPONDA SISTEMATA 11
18 La Nuova Sardegna - Ed.
Oristano/Oristano Provincia
09/02/2019 CONSORZIO DI BONIFICA: ARRIVANO I FONDI PER MURA CABONIS 12
35 La Voce di Mantova 09/02/2019 NUTRIE, DAL CONSORZIO NAVAROLO 340 GABBIE PER LA LORO CATTURA
13
32 L'Adige 09/02/2019 MALTEMPO, PERSI SEI ANNI DI ESBOSCO SCHIANTI PER OLTRE
45MILA METRI CUBI
14
35 L'Unione Sarda 09/02/2019 UN MILIONE E MEZZO PER METTERE IN SICUREZZA DIGA E RETI
IRRIGUE
15
37 Messaggero Veneto 09/02/2019 DOPO ANNI DI ATTESA PARTONO GLI INTERVENTI SUL TORRENTE MALINA
16
34 Gazzetta del Sud - Ed. Catanzaro 07/02/2019 VIABILITA' RURALE, CHIESTO UN PIANO STRAORDINARIO 17
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Emiliaromagnanews24.it 09/02/2019 PRESENTATO IL PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI FERRARESI PER IL GIORNO DEL RICORDO 2019
18
Gazzettadelsud.it 09/02/2019 SAN GIOVANNI IN FIORE, ARRIVA IL COLLAUDO PER LA DIGA RE DI SOLE
24
Gazzettadireggio.Gelocal.it 09/02/2019 DOPO LA PIENA ORA C'E' LA CONTA DEI DANNI, PER LA BONIFICA CENTRALE SONO 650MILA EURO
25
Ilpiccolo.Gelocal.it 09/02/2019 IMPIANTI SPORTIVI, CICLABILI E STRADE NEL PIANO-OPERE A BILANCIO 640 MILA EURO
27
Iltirreno.gelocal.it 09/02/2019 IL CONSORZIO: «IL CORNIA RISORSA PER LO SVILUPPO» 29
Iltirreno.gelocal.it 09/02/2019 IL SERCHIO E' DIVENTATO UNA DISCARICA E SENZA MANUTENZIONE FA PIU' PAURA
31
Larena.it 08/02/2019 STOP AGLI ALLAGAMENTI IN VIA SAN MATTEO 33
Sommario Rassegna Stampa
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Home Eventi Presentato il programma delle celebrazioni ferraresi per il ‘Giorno del Ricordo 2019’
Eventi Ferrara
Presentato il programma delle
celebrazioni ferraresi per il ‘Giorno del Ricordo 2019’
Da Roberto Di Biase - 9 Febbraio 2019 Mi piace 1 Mi piace 1
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Bologna 9 Febbraio 2019
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Cattolica 9 Febbraio 2019
BOLOGNA FERRARA FORLI CESENA MODENA PARMA PIACENZA RAVENNA REGGIO EMILIA RIMINI
sabato, 9 febbraio 2019 HOME ATTUALITA’ EVENTI NOTIZIE IN PROVINCIA REGIONE SPORT TURISMO
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Tutte le iniziative in calendario tra domenica 10 febbraio e mercoledì 6 marzo a cura dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
FERRARA – Tra domenica 10 febbraio e mercoledì 6 marzo saranno anche quest’anno diversi, in città e provincia, gli appuntamenti pubblici, i momenti di approfondimento e celebrativi e gli incontri con il mondo della scuola che si propongono di richiamare l’attenzione su una delle pagine più tragiche della nostra storia recente rimasta per lungo tempo nell’oblio. L’occasione è la celebrazione del
“Giorno del ricordo”, istituito il 10 febbraio con legge del 2004 in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati e della più complessa vicenda del confine orientale.
Promotrice del progetto, ormai attivo nella nostra città dal 2007, è come di c o n s u e t o l a s e z i o n e f e r r a r e s e dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia coordinata da Fulvio Rabar che si avvale del patrocinio di Comune e Prefettura di Ferrara e della collaborazione di Museo del Risorgimento e d e l l a R e s i s t e n z a , A s s o c i a z i o n e Nazionale Partigiani Cristiani – Sezione di F e r r a r a , I s t i t u t o d i S t o r i a Contemporanea.
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Il programma delle Celebrazioni del
‘ G i o r n o d e l R i c o r d o 2 0 1 9 ’ è s t a t o illustrato nella mattinata di martedì 5 febbraio nella residenza municipale dal vicesindaco e assessore alla Cultura M a s s i m o M a i s t o , d a l p r e s i d e n t e dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia-Comitato Provinciale di Ferrara Flavio Rabar, dalla direttrice del
Museo del Risorgimento e della Resistenza Antonella Guarnieri, dalla dirigente dell’Istituto scolastico ‘Vergani-Navarra’ Roberta Monti, dal presidente e dal docente del Conservatorio ‘Frescobaldi’ di Ferrara Francesco Colaiacovo e Achille Galassi.
“Quella del ‘Giorno del ricordo’, data importante per il nostro Paese, è una ricorrenza che sentiamo profondamente. – ha affermato il vice sindaco Massimo Maisto – Ferrara, fra le città che ospitò nella prima fase dei tragici eventi diversi esuli da quei territori, da alcuni anni si è impegnata moltissimo su questo tema. Evitando ogni polemica e grazie anche alla partecipazione della rete dell’associazionismo locale, lo vive infatti come un doveroso momento di ricordo, occasione di indagine storica e di coinvolgimento delle giovani generazioni. Cito in particolare – ha proseguito l’assessore – l’intitolazione della rotonda di corso Isonzo ai Martiri delle Foibe, la costante azione di ricerca messa in campo dal Museo del Risorgimento e della Resistenza e le molte iniziative divulgative rivolte delle scuole. Ogni anno poi, uno dei momenti più attesi delle celebrazioni è diventata l’esibizione musicale dei giovani allievi del conservatorio Frescobaldi”.
PROGRAMMA
DOMENICA 10 FEBBRAIO 2019 – ORE 1 0 . 3 0 D u o m o d i F e r r a r a – P i a z z a Cattedrale. Alla Santa Messa domenicale, celebrata da Sua Eccellenza Mons. Gian C a r l o P e r e g o A r c i v e s c o v o d i Ferrara/Comacchio, saranno ricordate le genti dell’Isaia, Fiume e Dalmazia, costrette ad abbandonare il loro suolo, o v e d a s e c o l i e r a n o p r e s e n t i , n e l secondo dopoguerra. Lettura finale della
“Preghiera per l’infoibato”, scritta da Sua E c c e l l e n z a M o n s . A n t o n i o S a n t i n , V e s c o v o d e l l a D i o c e s i d i T r i e s t e e Capodistria dal 1938 al 1975.
Domenica 10 febbraio alle 15, al cinema Santo Spirito, proiezione del firm “Red l a n d - r o s s o I s t r i a ” d i M a x i m i l i a n o Hernando Bruno a cura dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e del circolo culturale Massimiliano Kolbe.
Ingresso libero. Seguirà dibattito.
L U N E D I ’ 1 1 F E B B R A I O 2 0 1 9 – O R E
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12.00 Ferrara – Rotonda confluenza corso Isonzo – corso Piave -Via Ripagrande – Via Piangipane. Omaggio ai Martiri delle Foibe, cui è intitolata la Rotonda. Deposizione di una corona di alloro, alla presenza delle Autorità, Associazioni, Cittadinanza ed una rappresentanza di Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati di Ferrara.
L U N E D I ’ 1 1 F E B B R A I O 2 0 1 9 – O R E 16.00 – Municipio di Ferrara – Sala Arengo – P.zza Municipale, 2 Tradizionale incontro con gli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati con il Prefetto di Ferrara Dott.
MICHELE CAMPANARO ed il Sindaco Avv.
TIZIANO TAGLIANI, le Autorità e la C i t t a d i n a n z a . A c u r a d e l M a g g i o r e Gerardo Severino e dell’Appuntato Scelto Federico Sancimino, del Comitato di Studi Storici del Museo Nazionale della Guardia di Finanza, presentazione del l i b r o “ A n t o n i o F a r i n a t t i L ’ E r o e d i Parenzo”,. Antonio Farinatti, nativo di Migliaio (Ferrara), Maresciallo Capo della Guardia di Finanza e Comandante della Brigata di Parenzo, venne infoibato, insieme ad altri 80 cittadini, nell’ottobre 1943.
S A B A T O 1 6 F E B B R A I O 2 0 1 9 – O R E 16.00 Ferrara – Palazzo Bonacossi – Via Cisterna del Follo, 5 Tradizionale concerto del Conservatorio Musicale di F e r r a r a “ G i r o l a m o F r e s c o b a l d i ” , i n occasione del ‘Giorno del Ricordo 2019′.
GIOVEDI’ 21 FEBBRAIO 2019 – ORE 10.30 Ferrara – Istituto ‘Vergani Navarra’- Via Sogari, 3 Incontro con studenti dell’Istituto – che dal 1905 al 1949 fu adibito campo profughi – aperto alla partecipazione della cittadinanza. Antonella Guarnieri, Direttrice del Museo del Risorgimento e della Resistenza del comune di Ferrara illustrerà il quadro storico delle vicende in Istria, Fiume e Dalmazia durante e dopo il secondo conflitto mondiale mentre Flavio Rabar, Presidente del Comitato Provinciale di Ferrara dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, tratterà dell’esodo della popolazione italiana, dell’accoglienza ricevuta e dei campi profughi.
MERCOLEDI’ 6 MARZO 2019 – ore 21.00 – Ferrara – Casa della Patria “Pico Cavalieri”
– corso Giovecca , 165. In collaborazione con l’Associazione Culturale di Ricerche Storiche “Pico Cavalieri” serata dedicata all’Istria, Fiume e Dalmazia. Il Prof. Giovanni Stelli, Presidente della Società di Studi Fiumani di Roma, illustrerà la Storia di Fiume.
LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) GIORNO DEL RICORDO 2019
La giornata del 10 febbraio è stata istituita come “Giorno del Ricordo” con la legge n.
92 del 30 marzo 2004, al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine
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orientale.
Certamente complesse e controverse le vicende del confine orientale, già iniziate alla fine della prima guerra mondiale, con la fissazione dei confini fra l’Italia ed il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (dal 1928 Regno di Jugoslavia), che lasciava minoranze slovene e croate in Istria, Fiume e Zara e minoranze italiane nella Dalmazia. Pur prevedendo il trattato di Rapallo del novembre 1920 una tutela delle minoranze, tale aspetto non venne rispettato da entrambe le parti contraenti determinando: in Dalmazia un ridimensionamento della minoranza italiana ed in Istria, Fiume e Zara un tentativo, peraltro maldestro e non riuscito, di assimilazione di sloveni e croati. Con la seconda guerra mondiale e l’aggressione alla Jugoslavia il 6 aprile 1941, da parte di tedeschi, italiani, ungheresi e bulgari, a cui si affiancarono un significativo numero di collaborazionisti, iniziò una dura ed a volte feroce guerra partigiana, che ebbe in Tito la sua figura più rappresentativa. Dopo l’8 settembre 1943 i partigiani di Tito presero possesso di tutta l’Istria (ad eccezione delle città di Trieste, Fiume e Pola) e si ebbero moementi di grande violenza nei confronti degli italiani. In centinaia finirono nelle foibe.
Ai primo di ottobre 1943 i tedeschi costrinsero i partigiani a ritirarsi e proseguire la lotta nella clandestinità. Il 1 maggio 1945 l’esercito di Tito (perchè tale era ormai diventato) prese possesso di Trieste e via via delle altre località dell’Istria e del Quarnaro (da Zara i tedeschi si erano ritirati il 30 ottobre 1944). Si ebbero delle vendette (come del resto accade in tutti gli stati d’Europa occupati dai nazisti) ma anche la volontà di allontanare gli italiani e vennero uccisi anche membri dei Comitati di Liberazione, esponenti di partiti antifascisti che non volevano l’annessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia ed una serie di persone come commercianti, possidenti ed altri etichettati come “nemici del popolo”. Migliaia furono le vittime e la popolazione italiana cercò la salvezza nella penisola, cosa che si accentuò dopo il trattato di pace.
Circa 350.000 le persone che abbandonarono la loro terra e circa 80.000 di queste emigrarono in altre parti del mondo (Australia, Canada, Stati Uniti, Uruguay ed altri luoghi ancora). I rimanenti, la maggior parte, trovò rifugio in uno dei 109 campi profughi presenti in Italia. Con il passar del tempo gli esuli Giuliano Dalmati si inserirono perfettamente nel tessuto sociale ove si trovarono a vivere ed alcuni raggiunsero anche posizioni di prestigio: gli stilisti Ottavio Missoni e Mila Schon, il pugile Nino Benvenuti e il marciatore Abdon Pamich, gli scrittori Fulvio Tomizza e Enzo Bettiza, le attrici Alida Valli e Laura Antonelli, il cantautore Sergio Endrigo ed altri. Nella nostra provincia un ingegnere istriano, Giuseppe Di Drusco, dopo aver diretto
bonifiche in Istria (saline di Capodistria e zona paludosa dell’Arsa) diresse i lavori per la bonifica di Valle Pega; le strade della Valle portano i nomi di località istriane: Trieste, Pola, Istria, Buie, ecc., un omaggio alla sua origine, come si evince da un fascicolo del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara.
Dal trattato di pace (10 febbraio 1947) sono passati 72 anni, i testimoni diretti che al momento dell’esodo erano adulti non ci sono più, restano i più giovani ma ora anziani ed i loro discendenti, ma restano anche gli italiani che non lasciarono la loro terra, ora in netta minoranza rispetto a sloveni e croati. Dopo la dissoluzione della Jugoslavia gli italiani rimasti si sono organizzati per tener viva la storia e la cultura italiana in quelle terre. Coordinati dall’Unione Italiana, con sede a Fiume, sono presenti 6 Comunità degli Italiani in Slovenia, 43 in Croazia, ed una in Montenegro (Cattaro) che portano avanti, in modo significativo, la lingua e la cultura italiana. Sono ripresi i contatti tra gli Esuli e le Comunità, e pure con le Istituzioni di Slovenia e Croazia. Gli esuli da Pola ogni anno svolgono il loro raduno nella città, a Fiume i primi contatti, tramite la Società di Studi Fiumani che ebbe il primo incontro già nel 1989. Al Presidente della Società di Studi Fiumani, Amleto Ballarini-esule da Fiume) il 14 giugno 2016, in un affollato teatro, è stata consegnata la Targa d’Oro della città di Fiume-Rijeka dal
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Sindaco di Fiume per “il pluriennale significativo impegno nella promozione del dialogo intrapreso a Fiume e per l’immagine della città”. La Presidente della Repubblica di Croazia Kolinda Grabar Kitarovic ha pronunciato il discorso di apertura.
Si spera che si sia instaurato un clima costruttivo e continuativo di collaborazione, senza pregiudizi di ordine ideologico ed etnico, nella logica di far veramente parte di un’Europa dei Popoli.
Da rilevare che Fiume è stata designata per il 2020 capitale della cultura europea.
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San Giovanni in Fiore, arriva il collaudo per la diga Re di Sole
di Mario Morrone — 09 Febbraio 2019
Diga Re di Sole, forse arriva il collaudo! Almeno è un’ipotesi, cui il sindaco di San Giovanni in Fiore, Giuseppe Belcastro, crede, non foss’altro perché, ha detto «da ieri come Comune abbiamo assicurato la percorribilità del tragitto (sgombrando la neve che dà all’invaso) a dei tecnici, coordinati dal direttore del Consorzio di bonifica dei bacini meridionali del Cosentino, ingegner Rocco Leonetti, che è persona seria e tecnico affidabile».
Dunque, se tutto girasse nel verso giusto...sebbene le perplessità siano tante e abbastanza giustificate, ad aprile-maggio prossimi col bacino collaudato «si procederebbe – ha specificato il sindaco Belcastro – a serrare le paratoie e iniziare il riempimento». Rerstano, comunque, i dubbi.
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Dopo la piena ora c’è la conta dei danni, per la Bonifica Centrale sono 650mila euro
Castellarano, tecnici già al lavoro per interventi di sistemazione e consolidamento prima che possano arrivare altre piogge
Adriano Arati
L’enorme tappo di detriti arrivati alla bretella Castellarano-San Michele che hanno causato danni ingenti agli impianti gestiti dal Consorzio di bonifica dell’Emilia centrale
08 FEBBRAIO 2019
CASTELLARANO. Mezzo milione di danni per i due principali snodi idraulici della collina reggiana, a cui aggiungere altri 150mila euro di problemi e cedimenti in tutta la rete idrica. . Ha lasciato un segno pesante del suo violento passaggio, la piena di inizio febbraio generata dalla successione di neve fresca e di piogge battenti, una combinazione che ha portato a un enorme ingrossamento del flusso dei principali corsi d’acqua provinciali.
Il bilancio finale dei danni stilato dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ha
Tiziano Soresina
Pizzerie nel mirino, l'ombra del racket: ecco cosa c'è scritto nei
"pizzini"
Reggio Emilia, pizzo e spari contro le pizzerie: sono quattro le attività colpite, locali sotto protezione
Leonardo GrilliMuore in vacanza a Zanzibar, 65enne stroncato dall’infarto
Adriano Arati
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La traversa di Cerezzola. Anche sul versante opposto della provincia, lungo il corso dell’Enza alla traversa di Cerezzola, i problemi non sono mancati. Da una prima stima, la forza improvvisa delle acque ha lasciato un “ricordo” che necessiterà almeno di mezzo milione di euro per essere completamente cancellato con il pieno ripristino delle strutture. E non finisce qui: il bollettino dei problemi registrati agli sgrigliatori, alle chiaviche e ai piccoli snodi della rete idrica controllata dalla Bonifica parla di altri 150mila euro di danni.
La bretella del Secchia. L’attenzione è pero concentrata prevalentemente a Castellarano, nella grande bretella che rappresenta una delle principali risorse idriche per l’agricoltura reggiana e modenese. La settimana di intensissimo
maltempo ha rischiato di scardinare le protezioni di un complesso moderno e solido.
La causa è dell’enorme quantità di detriti, da rami a cespugli a veri tronchi e grovigli terrosi, trascinata a valle sino alla bretella: una grande massa che in poco tempi si è accumulata sulle paratoie di fondo della traversa e sulle chiuse dell’invaso a fianco del Secchia.Il “tappo” ha provocato un notevole innalzamento delle acque e la parziale distruzione dell’argine che separa il Secchia dal “laghetto” irriguo pensato per accumulare scorte in vista delle potenziali crisi estive.
Le paratoie hanno ceduto e ora sarà necessario un lungo intervento per tornare alla piena funzionalità. Fortunatamente, non vi sono stati invece guasti all’impianto idro-elettrico, le varie camere e la strumentazione ha tenuto e così la produzione energetica.I tecnici del Consorzio di Bonifica hanno lavorato a pieno ritmo per liberare decine di canali e di condotte. Per quanto riguarda Castellarano e Cerezzola, si sta già ragionando su come intervenire, con la consapevolezza di dover accelerare i tempi. Un’altra “botta” di piogge e maltempo potrebbe risultare ancora più
pericolosa, con le infrastrutture ancora da rimettere completamente in sesto. — mostrato tutte le ferite lasciate, a partire da quelle nella grande bretella del Secchia a Castellarano, nel complesso che collega la sponda reggiana a quella modenese all’altezza di San Michele.Un nodo cruciale sia per la gestione delle acque irrigue sia per la produzione di energia, dopo la partenza della nuova centrale idroelettrica completata nel 2018.
La piena del fiume Enza alla traversa di Cerezzola a Canossa
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Cronaca
Impianti sportivi, ciclabili e strade nel piano-opere A bilancio 640 mila euro
Verrà anche completata l’area tra il municipio vecchio e nuovo Prevista inoltre la realizzazione della centrale termica per le scuole elementari
Laura Blasich
09 FEBBRAIO 2019
. Sono 640 mila gli euro che l’amministrazione comunale di San Pier d’Isonzo ha messo a bilancio per il 2019 per la realizzazione di opere pubbliche. Si tratta di interventi che in sostanza hanno già tutti copertura finanziaria. Tramite l’Uti sono arrivati ad esempio di recente i 150 mila gli euro che saranno a disposizione per il miglioramento degli impianti sportivi. I fondi saranno impiegati per la chiusura laterale del bocciodromo con collocazione di un tendone e di un’adeguata struttura di sostegno in modo da consentire un’attività sportiva protetta dagli agenti atmosferici. Le risorse serviranno però anche a realizzare il muretto perimetrale del campo di calcio così da migliorarne la conformità alle norme di sicurezza, a sostituire i fari del campo di calcio, a ristrutturare i vecchi spogliatoi utilizzati dalla società di calcio e a coprire con struttura fissa un campo da tennis. Con contributo regionale e
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Anche San Pier d’Isonzo, però, punta a realizzare una serie di percorsi ciclabili, che si connettano fra l’altro a quelli realizzati da Turriaco. «Abbiamo chiesto alla Regione un finanziamento di 175 mila euro per creare un tracciato tra il centro del paese e Cassegliano – spiega il sindaco Riccardo Zandomeni – e un altro di 250 mila euro per una pista ciclabile lungo via Dante fino a San Zanut. L’ipotesi è che il percorso possa svilupparsi lungo il canaletto di irrigazione dismesso, che sarebbe da acquisire dal Consorzio di bonifica».
Gli interventi non a caso sono stati inseriti nella seconda annualità, quella del 2020, del Piano triennale delle opere 2019-2020 allegato al bilancio di previsione 2019.
Come lo sono il ripristino del manto stradale di via Dante, per una lunghezza di 1.800 metri, per il quale è stata quantificata una spesa di 165 mila euro (l’amministrazione ha chiesto un contributo alla Regione), e la creazione di una serie di orti sociali e la contestuale riqualificazione del tetto dell’ex scuola di Cassegliano (152.500 euro l’investimento previsto). Più ambizioso l’obiettivo per il 2021: la riqualificazione della palestra comunale con un investimento di 1,6 milioni di euro. «È una struttura ormai inadatta a realizzare qualsiasi attività e iniziativa, ma è chiaro che abbiamo bisogno di un aiuto consistente per poter pensare di avviare un’opera del genere», sottolinea il sindaco. L’amministrazione comunale intende inoltre avviare un confronto con Fvg Strade e con la Regione sui possibili interventi da realizzare lungo la Strada provinciale 1 per una limitazione della velocità del traffico, soprattutto a ridosso degli incroci. «Si possono innanzitutto collocare dei box per autovelox, ma si può anche aprire un ragionamento sulla semplificazione degli incroci tramite rotatorie», spiega Zandomeni.—
un mutuo di 73 mila euro sono stati invece reperiti i 160 mila euro necessari per completare la sistemazione dell’area compresa tra il municipio vecchio e nuovo. I 50 mila euro ricevuti tramite la Prefettura di Gorizia dal Governo saranno utilizzati per risistemare tratti stradali degradati, mentre altri 210 mila euro saranno impegnati per la realizzazione della centrale termica della scuola primaria e del piccolo impianto a biomasse che servirà a riscaldare la biblioteca.
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08 febbraio 2019 PIOMBINO-ELBA >CRONACA >IL CONSORZIO: «IL CORNIA RISORSA PER...
IL CONTRATTO DI FIUME
Il Consorzio: «Il Cornia risorsa per lo sviluppo»
Stamani vertice a Suvereto nell’iniziativa con Life Rewat per la messa a regime di tutte le potenzialità entro il 2020
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SUVERETO. Nell’ambito del Progetto Life Rewat per la gestione sostenibile della risorsa idrica del fiume Cornia, il Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa in qualità di capofila, organizza in collaborazione con i partner Regione Toscana, Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, Asa Spa, e i Comuni cofinanziatori Piombino, Campiglia e Suvereto, l’iniziativa che condurrà alla sottoscrizione del Contratto di fiume per il Cornia prevista entro giugno 2020. L’evento si tiene a Suvereto dalle ore 9,45 di questa mattina al Museo di Arte Sacra. Dopo la firma del Documento di intenti da parte delle istituzioni all’interno del bacino
idrografico, avvenuta a maggio, con questa iniziativa vengono coinvolti imprese e associazioni di categoria del settore, sulle questioni legate al Fiume Cornia
«per costruire - dicono i promotori - un nuovo punto di vista nella gestione del corso d’acqua».
I macro– temi che saranno al centro del percorso che porterà alla stipula del contratto di fiume saranno: il miglioramento qualitativo e quantitativo dei corpi idrici superficiali e sotterranei della Val di Cornia (ricarica della falda, riutilizzo acque reflue, riduzione dei consumi di risorsa nei comparti civili, agricoli ed industriali, riduzione delle perdite in rete, recupero acque piovane, ecc.); la riduzione e prevenzione del rischio idraulico del Cornia e del reticolo minore; la condivisione delle informazioni e diffusione di una cultura dell’acqua; il miglioramento della fruizione turistico ambientale dei corsi d’acqua e degli ambienti ad essi connessi.
L’evento sarà aperto dal presidente del Consorzio 5 Toscana Costa Giancarlo Vallesi. Sarà poi la volta dei saluti del sindaco di Suvereto Giuliano Parodi, del segretario dell’Autorità di bacino distrettuale Appennino Settentrionale Massimo Lucchesi e dell’assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni. Ad illustrare obbiettivi e organizzazione del percorso partecipativo si alterneranno il coordinatore del progetto Life Rewat Alessandro Fabbrizzi, i consulenti che supporteranno il processo Giancarlo Gusmaroli e Laura Leone del Centro italiano di riqualificazione fluviale – Cirf, il geologo Luca Sbrilli ed il dirigente del settore Tutela dell’acqua della Regione Marco Masi. Seguirà una tavola rotonda con gli amministratori dei Comuni firmatari del Documento di intenti (Piombino, Campiglia, Suvereto, Castelnuovo V. d.C., Massa Marittima, Monterotondo, Monteverdi, Pomarance e Sassetta), l’Assessore Fratoni della Regione Toscana, Rudy Rossetto della Scuola Superiore S. Anna e il Presidente di Asa Nicola Ceravolo.
«Si ragionerà su come coinvolgere il territorio facendo emergere le sue istanze.
L’obiettivo sarà quello di definire, alla fine del percorso, azioni concrete e condivise su un tema cruciale come quello della tutela della risorsa idrica in Val di Cornia – precisa il presidente Vallesi. Per questo abbiamo invitato a partecipare tutti i soggetti, pubblici e privati, che insistono all’interno del bacino idrografico del Fiume,
dalla sorgente alla foce e che, a vario titolo, sono interessati alle politiche di gestione della risorsa idrica e del corso d’acqua». Durante la mattinata sarà possibile aderire al processo partecipato. Per approfondimenti e adesioni consultare il sito www. liferewat. eu. —
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08 febbraio 2019 LUCCA >CRONACA >IL SERCHIO È DIVENTATO UNA DISCARICA...
Il Serchio è diventato una discarica E senza manutenzione fa più paura
Il grido d’allarme dei residenti che chiedono più interventi anche con una petizione: «Troppa vegetazione e tanti rifiuti»
di Federica Scintu
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Sono abituati a vivere schiacciati tra i fiumi e le colline. L’Oltreserchio, croce e delizia per i circa 7.000 abitanti e che anche dopo l’alluvione del 2009 hanno deciso di rimanere qui, consapevoli di trovarsi in una cassa di espansione, di avere la propria attività commerciale vincolata alla legge dettata dalla natura.
Dall’acqua che quando viene fuori dai tanti rii porta la zona di Vignola ma anche quella di Santa Maria a Colle, Nozzano e Ponte San Pietro ad allagarsi in un attimo. Dalle frane che vengono giù dalle colline a Balbano e Chiatri, che bloccano le strade con tutti i disagi che questo comporta. È un territorio fragile l’Oltreserchio, con un alto rischio idrogeologico, tenuto sotto controllo da alcune sentinelle silenziose che se ne prendono cura come possono. Sono i molti abitanti di queste parti che conoscono a menadito il territorio, tutti i suoi fiumi e tutte le sue debolezze. E per proteggersi (e proteggerle) non guardano in faccia a nessuno. Da anni infatti, attraverso diverse associazioni, chiedono una maggiore pulizia dei letti dei rii e del fiume Serchio, gigante silenzioso ma secondo loro troppo trascurato. Perché qui le inondazioni, più o meno invasive,
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Castello dopo lo straripamento del rio Dogaia: era il 2014. Ma è una situazione che in passato si è venuta a creare tante volte.
«C’è troppa vegetazione e poca pulizia nel letto del Serchio e anche nei fiumi più piccoli e questo provoca un rallentamento nel deflusso delle acque - spiegano il presidente del comitato Uniti per il Serchio, Paolo Vannucchi e un altro membro del comitato, Dante Francesconi che da anni chiedono più interventi - nel 2018 abbiamo organizzato una raccolta firme per chiedere la pulizia del Serchio: hanno aderito in 1.300 e la petizione è arrivata in Regione. Ma a breve contiamo di partire con un’altra raccolta firme sempre in merito a questo problema». Secondo il comitato infatti, oltre al problema della vegetazione «il fiume è pieno di rifiuti di ogni sorta e lo stesso vale per i rii». Si parla della Contesora ma anche del rio Certosa, rio Cerchia, rio Dogaia e rio Canabbia.
«Quando piove l’acqua sale su parecchio - aggiungono - questo significa che i rii e i canali hanno bisogno di essere ripuliti e di una manutenzione maggiore.
Invece ci sono solo interventi sporadici. Noi come comitato collaboriamo col consorzio di bonifica. Ma quando arriva l’avviso della protezione civile stiamo sempre in allerta. Basta che esondi qualche canale e noi si va sott’acqua». Per provare a limitare gli effetti nefasti che i fiumi scatenano nell’Oltreserchio a ogni pioggia abbondante e prolungata, le varie associazioni si sono messe d’accordo per tenere pulito il proprio pezzetto di rio. «Gli abitanti hanno “adottato” una parte del fiume che attraversa il territorio nel quale vivono - spiegano - e oltre a tenerlo sotto controllo provano anche a fare piccoli interventi di pulizia prendendosene cura eliminando i rifiuti o effettuando dei piccoli interventi di manutenzione».
Giuliano Angeli, residente a Nozzano, descrive invece la situazione del fosso Arduaia. «È largo tre metri ma è sempre sporco - spiega Angeli - abbiamo segnalato il problema anche perché tutte le volte che piove esonda nei campi.
Per fortuna ci sono poche abitazioni». Secondo Angeli inoltre, «le cateratte a Nozzano vengono azionate non quando servirebbe ma quando ormai è tutto già pieno». Secondo Vittorio Rovai, «il Serchio è abbastanza in sicurezza. Per fare i poggi hanno preso la terra dal padule di Bientina». Testimone dell’alluvione del
’40, Rovai non si spiega nemmeno l’importante
inondazione del 2009 che definisce «un mistero». Ma per chi vive tra la Contesora e il Certosa non serve un evento eccezionale per andare sott’acqua.
Basta un acquazzone intenso e a Vignola si va sei metri sotto il livello del Serchio. Con tutto ciò che questo comporta. —
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Soave • San Bonifacio • Caldiero • Val d'Illasi • Val d'Alpone • Zevio
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Stop agli allagamenti in via San Matteo
È cominciato un importante intervento idrogeologico per
scongiurare futuri allagamenti della zona di via San Matteo, a sud di Soave. Sono partiti in questi giorni i lavori a cura del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, all'altezza del ponte sul Tramigna, in via Risorgimento e della strada provinciale 37 «del Soave», che si percorre da Soave in direzione di San Vittore. L’opera ha l’obiettivo di alleggerire il carico d'acqua da far defluire nel collettore interrato delle acque piovane, che da via San Matteo arriva fino a Villabella di San Bonifacio, già capiente, poiché ha una grandezza di 120 centimetri. Tuttavia la sua portata è risultata insufficiente in numerose situazioni, a seguito di temporali o dopo diversi giorni continui di pioggia, che hanno causato allagamenti, per non dire esondazioni, nella zona degli impianti sportivi e delle case che si trovano in via San Matteo. Per risolvere questo annoso problema idraulico, il consorzio Alta Pianura Veneta ha messo a punto un duplice sistema, che andrà a trattenere maggiormente l'acqua nella parte nord, che scende da Colognola ai Colli, per poi convogliarla in un condotto, che la farà sfociare direttamente nel Tramigna, all'altezza del ponte di via Risorgimento. Sarà l'impresa Scaligera Scavi a occuparsi dell'approfondimento degli scoli e dei canali, che si trovano nella parte nord del paese, sul versante di Colognola-San Vittore. Quindi l'impresa scaverà il fossato che convoglia le acque piovane a nord, lungo via Risorgimento, per portarle dentro al Tramigna. «Solo nel momento in cui il torrente Tramigna non potrà OGGI IN SOAVE
Intervento del Consorzio di bonifica a Soave FOTO PECORA Tutto Schermo
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più ricevere acqua da nord, le acque di accumulo all'interno del pozzo che si trova all'altezza della cantina Bettili», illustra il progetto l'assessore ai Lavori pubblici Marco Vetrano, «inizieranno a defluire nel collettore di via San Matteo, che riuscirà a farle sfociare a Villabella, poiché il tempo di deflusso farà sì che la quantità d'acqua di prima pioggia, da scaricare nel collettore di San Matteo, sarà molto inferiore a quella che giungerebbe senza questo sistema intermedio di interruzione dei due bacini, quello più a nord e l'altro a sud», precisa l'assessore ai lavori pubblici Vetrano. Questo duplice sistema, consentirà di non far più allagare la zona più in basso del paese. Il costo dell'intervento ammonta a 74 mila euro, onere sostenuto per 24 mila euro dal Comune di Soave e per la rimanente parte di 50 mila euro grazie ad un contributo stanziato dalla Regione Veneto ed erogato a favore del consorzio Apv.
Nell'intervento è compreso il rifacimento dei cinque accessi ai fondi privati, con riposizionamento nella nuova quota del condotto che convoglia le acque piovane lungo la circonvallazione Aldo Moro, fino a via San Matteo. «Il cantiere è stato aperto lo scorso 4 febbraio e i lavori si concluderanno a inizio marzo», conferma Vetrano. «Questi non comporteranno disagi per la circolazione stradale, tranne quando l'impresa interverrà lungo la provinciale 37 del Soave, in direzione San Vittore, allorché si ricorrerà all'impiego della corsia a senso unico alternato, ma solo per alcuni giorni». Ma non è tutto, perché nel frattempo stanno per iniziare pure le opere idrauliche di rinforzo degli argini del Tramigna, necessarie alla realizzazione del bacino di laminazione nella zona di San Lorenzo, ad opera del genio civile, un’opera idraulica che è finanziata dalla Regione. •
Zeno Martini
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