UNIVERSITA’ DI PISA
FACOLTA’ DI SCIENZE POLITICHE
INDIRIZZO POLITICO – SOCIALE
TESI DI LAUREA
La collaborazione in
“emergenza”.
Come sviluppare competenze collaborative
da utilizzare in contesti anche “fuori dai
margini”.
Relatori:
Prof. Giuseppe Sica
Dott. Raffello Elvio Martini
Candidato:
ANNO ACCADEMICO 2004-2005
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PISA
FACOLTA’ DI SCIENZE POLITICHE
Indirizzo Politico – Sociale
Tesi di Laurea
La collaborazione in
“emergenza”.
Come sviluppare competenze collaborative
da utilizzare in contesti anche “fuori dai
margini”.
Relatori:
Prof. Giuseppe Sica
Dott. Raffello Elvio Martini
Candidato:
Andrea PAOLINELLI
Indice
Riassunto Analitico pag. 7
Prefazione pag. 10
CAPITOLO 1: Quadro della ricerca
1.1 Cosa s’intende per Sociologia dell’Educazione. pag. 13
1.2 Cosa s’intende per “Emergenza”. pag. 15
1.3 Cosa s’intende per Collaborazione. pag. 18
1.4 Quale contesto di ricerca. Stato dell’arte “in e da” Haria–2. pag. 21
CAPITOLO 2: Organizzarsi per l’emergenza
2.1 Presupposti educativi macrosociali. pag. 26
2.2 Gli addetti ai lavori: un’organizzazione potenziale. pag. 29 2.3 Un’urgenza latente da progettare.
pag. 37
CAPITOLO 3: Il gruppo guida, descrizione dei processi
collaborativi
3.1 Descrivere l’ambiente operativo: il “gruppo guida” e il software. pag. 50
3.2 Come creare le condizioni. pag. 56
3.2.1 Creare fiducia, aumentare la consapevolezza. L’intesa. pag. 58
3.2.2 Migliorare la comunicazione. pag. 63
3.2.3 Formazione degli organi preposti. Haria–2 lo sviluppo del software.
pag. 67
CAPITOLO 4: Le competenze collaborative. (come svilupparne i
processi)
4.1 Tecniche metodologiche formative pag. 72
4.1.1 Comunicazione: crescere nella consapevolezza. (Saper Essere)
pag.
72
4.1.2 Formazione: competenze relazionali. (Saper Stare) pag. 76 4.2 Tecniche scientifiche: il software. (Saper Fare)
pag. 87
5. Conclusioni critiche
pag. 90
6.1 – Schemi dell’introduzione di V. Cesareo per Autori Referenziali e tematica di Sociologia dell’Educazione corrispondente pag. 95
6.2 – Comunicare in condizioni di Emergenza. 24/06/04 Provincia di Pisa
Seminario attivo pag. 98
6.3 – Convegno Cittadinanza & Sicurezza – Quale ruolo per l’autorità
pag. 137
6.4 – Progetto del piano pag. 141
6.5 – Mappa Logoterapica pag. 142
6.6 – Modello semplificato di relazione evento–comportamento pag. 143
6.7 – Struttura delle relazioni tra variabili pag. 144
6.8 – Modello della comunicazione del rischio
pag. 145
6.9 – Genealogia dell'analisi delle reti sociali pag. 146
6.10 – Storia di un progetto pag. 147
7. Bibliografia ragionata
pag. 1487.1 – Per una migliore comprensione su cosa s’intende per Sociologia dell’Educazione connesso al tema della Formazione:
7 7.1.1. – Sul gruppo e sui problemi organizzativi pag. 149
8 7.1.2. – Sulla collaborazione, in particolari i temi di Competenze relazionali, Comunicazione, Consapevolezza, Motivazione, Tecniche
pag. 156
7.1.3. – Sullo sfondo (argomenti correlati, dizionari, vario) pag. 159
7.2 – Per una migliore comprensione su cosa s’intende per Emergenza: 7.2.1 – nella cultura civile e approfondimenti sull’organizzazione
pag. 164
7.2.2 – nel diritto pag. 169
8. Indice analitico
pag. 181Riassunto analitico
Gli uomini vivono in società. Un campo di analisi vasto, complesso, un universo di pianeti1. Le modalità per studiarlo molteplici, intersecanti,
interdisciplinari: una “rete”.
Gli uomini vivono in una società e interagiscono per ottenere dal “sistema società” il massimo profitto “personale”. Il tutto avviene in un determinato “spazio vitale reale o virtuale”, quello dove i nostri affari vengono svolti. Ed è qui che l’uomo cerca un equilibrio vantaggioso, o certamente positivo per ciò che “rappresenta”. Ma non può fare tutto da sé. Il mondo oggi è ormai ad un grado di complessità che è utile, efficace, efficiente collaborare per tendere a sviluppare l’eccellenza2 e non solo.
Collaborare diventa poi fondamentale in alcune situazioni, come quelle stra–ordinarie, dove “lo stato di non normalità”, diventa “emergenza”. La riflessione ci porterà attraverso una lettura della normalità su ciò che è possibile fare, quello che succede mentre comunichiamo e come meglio
1 L’ampia metafora richiama l’impianto sistemico di Lanzara G.F., 1981, Comportamento ed
evoluzione del sistema scolastico Italiano – un’analisi sistemica –“, Milella, Lecce, passim cap. 1°.
Per la rilevanza dei confini di sistema cfr. Churchmann C.W., 1971, Introduzione all’analisi per
sistemi, Etas Kompass, Milano; ed anche Lanzara G.F. – Pardi F., 1980, L’interpretazione della complessità. Metodi sistemico e scienze sociali., Guida Editori, Napoli, cap. 2°.
2 Penso sia utile inserire qui la codifica riportata da Spaltro E., 1999, Il gruppo – Sintesi e schemi di
psichica plurale, Edizioni Pendragon, Bologna p. 65.
EFFICIENZA “corrisponde al rapporto tra prodotto e costo […]” ed “è fortemente influenzata dal sentimento del potere – cioè dalla percezione di essere attivi – nei confronti del metro di valutazione […]” di prodotto e costo, cioè l’efficienza è influenzata dalla dimensione soggettiva dell’individuo. (E=K P/C)
EFFICACIA “è il rapporto tra risultato raggiunto e obiettivo fissato. Sempre con il sentimento del potere. La realizzazione di obiettivi non prefissati non conta, e questo è un grande limite […]”. (E=K P’/C’)
ECCELLENZA è il rapporto in cui “il risultato raggiunto viene commisurato al massimo risultato possibile […] ovviamente un concetto soggettivo. L’eccellenza è strettamente connessa all’idea di qualità della vita, cioè al bilancio soggettivo prodotto/costo che ogni individuo compie nel suo operare. Sempre presente il sentimento del potere” (E’=K P’/C’’). E non solo. Questo concetto viene ancora ripreso più avanti sottolineandone sei dimensioni critiche.
Si veda anche Caretti P. – De Siervo U., 1996, Istituzioni di diritto pubblico, G. Giappichelli editore, Torino, pp. 367–68 per i primi due concetti (efficacia = rapporto tra risultati conseguiti e obiettivi prestabiliti; efficienza = rapporto tra risultati conseguiti e risorse impiegate).
porci in dinamica, ricavando dalla sinergia interdisciplinare, o meglio
transdisciplinare3, lo stimolo a non disperdere energie.
Per far questo, proporrò dopo aver chiarito cosa s’intenda per emergenza e per collaborazione ed aver fatto un quadro generale della ricerca nel primo capitolo, un’analisi sull’organizzazione nell’emergenza: quali presupposti educativi macrosociali, quale specificità potenziale per gli addetti ai lavori nella nuova figura professionale del Disaster Manager, quale urgenza di una progettazione oltre la pianificazione attraverso ad esempio la tecnica logoterapica ed infine quale sviluppo fiduciario di comunità spinga le motivazioni.
Non solo. Nel capitolo terzo, mi misurerò con altre scoperte di ricerca sulla necessità di un gruppo guida e su come creare l’idea della partecipazione, quale mezzo per ricostruire un’intesa spesso dispersa, facendo accenno allo sviluppo ed all’efficacia del software Haria–2 sempre più innovativo e da noi implementato.
Infine, per completare la visione globale della ricerca mi sono sentito in dovere di accennare all’evoluzione di tecniche di gruppo, personalmente sperimentate, che centrano le competenze collaborative, proponendo così una formazione partecipata.
3 Cfr. http://www.hyperborea.com/sica/ e Sica G. (a cura di), 1997, La formazione attraverso la
psicologia di comunità nell’emergenza, Andrea Vallerini Editore, Pisa, pp. 7 e 116, per cui i tre
Saperi (Sapere, Saper Fare, Saper Essere, di cui tratteremo più avanti), secondo la matrice e/o il
contesto applicativo possono essere: Monodisciplinare:
effettivamente intesa come unica disciplina dall'organizzazione accademica in ambito universitario perché dotata di un proprio statuto scientifico.
Multi-Pluridisciplinare:
sommatoria di discipline che non interagiscono metodologicamente se non attraverso un'organizzazione informativa a stella.
Interdisciplinare:
quando gli eterogenei competenti devono contestualmente ed interattivamente agire scientificamente come in un'équipe.
Transdisciplinare:
Si conosce sé stessi. Si sviluppa cioè la consapevolezza graduale di ciò di cui sentiamo di aver bisogno e anche di cosa possiamo mettere a
servizio degli altri e per noi stessi. L’educazione deve essere vissuta,
elaborata, come strada maestra per un’auto consapevolezza di cammino
con…, ma curando il “peso” delle relazioni.
Per essere collaborativi, per diventare gruppo integrato e integrante in
situazioni rischiose, questo “essere sé stessi” è immerso in un “essere sé
stessi con gli altri” e va saputo gestire. Ecco la Maratona, lo psicodramma, lo stare in rete, l’educazione dei piccoli, ma anche tecniche relazionali come il Focus Group ed il T–Group.
Prefazione
Molto è stato il riflettere su come elaborare tutto ciò che concerneva la tematica dell’emergenza, una tematica affascinante, di cui ho fatto molta ricerca e che mi ha fatto approfondire tutto un mondo, di cui quotidianamente discutiamo, ma di cui in realtà sottovalutiamo le responsabilità, non conoscendo bene né i risvolti, né le complessità.
Ancora più arduo è stato poi mettere a fuoco la centralità della collaborazione e del sistema cooperativo preventivo all’evento, tralasciando così tutto un altro aspetto in cui mi sono formato, e che ho affrontato e sperimentato in prima persona, ma che mi avrebbe certamente preso uno spazio di almeno un’altra tesi.
Ripartendo dunque dallo scopo e dalla finalità di questo scritto alla fine anche molto specialistico, che è principalmente quello di dare lettura della complessità dell’argomento e sollecitare un convinto incipit alla culturalizzazione del rischio, si è venuto a delineare uno schema lavorativo ed espositivo di ciò che è concretamente riferibile all’urgenza della massa
in pericolo (che non è certamente tutto ciò che concerne la parola
“emergenza”), ma con uno stile precedente al disagio, attraverso una
formazione personale e di gruppo, grazie ad un team di formatori che
porti ad un supporto educativo soprattutto agli addetti ai lavori, eventualmente da rivisitare ciclicamente.
Quello che poi dovrebbe stimolare questa tesi, grazie all’utilizzo del
software HARIA–2 implementato, è una collaborazione con una serie di
periodiche esercitazioni mirate, che, possono essere verificate in una centrale operativa, con la partecipazione della popolazione, a questo punto,
anche solamente una/due volte l’anno, per un’eventuale correzione da apportare al piano di emergenza verificato.
Infine, solo alcuni ringraziamenti doverosi ed una sottolineatura.
Il primo ringraziamento di cuore per la collaborazione va al prof. Sica per il materiale e la supervisione generale di tutta la tesi specialistica sull’argomento, e naturalmente anche al dr. Martini per l’interesse mostrato in itinere ed in particolare per il sostegno metodologico dei cap. 2.4 e per i processi collaborativi del cap.3.
In seconda battuta un grazie sentito anche a tutti coloro che con il loro contributo, anche indiretto, mi hanno aiutato nella ricerca e spinto a riflettere ed a maturare una posizione critica positiva sull’argomento. Mi riferisco, oltre ai relatori già citati, al dr. Torti, a tutta l’associazione EPII–GN4, ai miei
compagni di strada Massimiliano, Paolo, alla Protezione Civile di Lucca nelle persone del dr. Santini e nella dr.ssa Gianfranca, a chi mi ha aiutato per la versione online, Enza, Alessia e Fabio, ed a chi mi ha sostenuto dall’esterno come i miei familiari, Valentina, Emanuele e i miei amici.
Da ultimo, volevo segnalare che, per esigenze di spazio e lettura, già
apparentemente innaturale del testo, solo per le citazioni dai dizionari riportati in tutta la tesi, ho fatto riferimento alla notazione internazionale, ma senza riportarne stilisticamente i capoversi; come pure mi scuso anticipatamente per non aver riportato nelle citazioni della Bibliografia
4 Emergency Psychology International Institute - Gianpaolo Nicolai – of studies and researches
through a continuous training for and by environment, ossia l’Istituto Internazionale per la psicologia dell’emergenza «Gianpaolo Nicolai» di studi e ricerche attraverso la formazione permanente per e con l’ambiente è “nato il 25 gennaio 2003 per iniziativa di un gruppo di psicologi da tempo impegnati in attività operative, di studio e di ricerca nel campo della gestione delle emergenze. L’Istituto promuove studi e ricerche in aree che, a diversi livelli, comportano la gestione di emergenze, ossia di eventi causati da disastri naturali, ma anche da eventi bellici o atti terroristici, senza dimenticare micro
emergenze ambientali, quali incidenti stradali, conflitti di genere, conflitti sociali, specie in
Ragionata il numero delle pagine totali dell’opera menzionata, rendendola omogenea per difetto, essendo in alcuni casi un testo ritenuto importante, ma a me non più disponibile.