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Università Degli Studi di Napoli “L’Orientale” Dottorato di ricerca in Italianistica VII ciclo N. S. (2006-2009) Dipartimento di Studi Letterari e Linguistici dell’Europa T

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Academic year: 2021

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Università Degli Studi di Napoli “L’Orientale”

Dottorato di ricerca in Italianistica VII ciclo N. S. (2006-2009) Dipartimento di Studi Letterari e Linguistici dell’Europa

TESI DI DOTTORATO della Dott.sa Antonia La Torre

TITOLO: Senso ontologico, mimesis e rappresentazione:la sceneggiatura d’autore come testo letterario. Proposte di analisi di alcuni scenari di Pier Paolo Pasolini e Cesare Zavattini

TUTOR:CH.MA PROF.SSA ELENA CANDELA COORDINATORE:CH.MO PROF.CARLO VECCE

ABSTRACT

IT.: Può un suo scenario cinematografico essere considerato in quanto opera letteraria? Oppure deve continuare ad essere ritenuto, alla stregua di un elaborato preparatorio imprescindibile dalla successiva realizzazione filmica, quale «stato transitorio1» privo di qualsivoglia «esistenza estetica2»? E quali sono i criteri se si volesse intraprendere un approccio interpretativo di tale tipologia testuale? La presente ricerca ha risposto ai suddetti interrogativi partendo dal presupposto fondamentale che uno sceno-testo d’autore acquisisce uno status di letterarietà tout court e che pertanto deve essere studiato, come fosse un romanzo o un racconto, ricercandone e valutandone le dinamiche diegetiche, la costruzione dei dialoghi, la struttura narrativa e i principali contenuti. E privilegiando al contempo una indagine linguistica che ne vagli la continua diamesia, ossia l’endemica oscillazione tra la scrittura e l’oralità, e la appartenenza alla categoria del così detto scritto-trasmesso, cioè propriamente scritto realizzato per essere recitato. Questo lavoro, allora, si è proposto di riconoscere i segni della Weltanschauung dei due autori approfonditi e ricercare in essi i segni più evidenti della loro attitudine alla referenzialità, sia essa fedele riproduzione dell’oggettività, oppure divertito intreccio di effettività e fantasia. Attraverso opportune collazioni tra diverse stesure preparatorie, si è portata così avanti una valutazione dettagliata dei testi di Pasolini e Zavattini al fine di evincere le metodologie narrative e descrittive delle sezioni didascaliche e di valutare, nella costruzione dei dialoghi, la riproduzione della oralità, secondo criteri attribuibili prevalentemente alle variazioni diatopiche e diastratiche. L’impossibilità di fornire una analisi dell’opera omnia filmica dei due autori ha reso necessaria la selezione di scenari

1 Giorgio Tinazzi, La scrittura e lo sguardo. Cinema e letteratura, Venezia, Marsilio, 2007, p. 63.

2 Erwin Panofsky, Stile e mezzo nel cinema, in Id., Tre saggi sullo stile. Il barocco, il cinema e la Rolls Royce, Milano, Electa, 1996, p. 69.

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estremamente significativi. Nei capitoli dedicati al cineasta bolognese, è stato scelto di focalizzare l’attenzione su due aspetti fondamentali del suo percorso cinematografico, e cioè l’espressione disinibita del trionfo dei sensi e delle pulsioni corporali e la dura rappresentazione della miseria che pervade la Roma sottoproletaria degli anni’60. Per tale ragione sono stati presi in esame il Decameron e Accattone. Del multiforme e caleidoscopico immaginario di Zavattini, invece, sono stati scelti scritti che rappresentino alla perfezione le due apparentemente inconciliabili tendenze che sempre coesistono nel suo far cinema: l’ortodossia neorealista, suffragata dalla celebre teoria del pedinamento e dal bisogno di un’istanza di mimesis che muova azioni e pensieri, e il suo estroverso contraltare, cioè la diafania del meraviglioso che si tinge di soavità onirica. Nella sezione a lui dedicata, così, si è analizzata lunga trafila evolutiva di Miracolo a Milano e si è condotta una analisi dello scenario di Umberto D.

EN.: Is it possible to consider a cinematographic screenplay as a literary work and not more just like a «transient state» (as Giorgio Tinazzi says in his studies on Cinema and Literature) or a text which can only be read as a technical note strictly connected to the filmic realization? And what kind of critical and interpretative approaches could we adopt to study a scenario such as a literary text? So the main purpose of this thesis is to study a screenplay realized by a literary author as a literary text (a novel, for example) and not only like a script containing only directions on the locations and gestures for the movie. This includes a linguistic approach to the texts, in order to find the techniques for speech reproduction, and also an interpretative approach to find the main characteristics of the style and of the Weltanschauung of the writer. The linguistic approach aims at investigating the screenplay as a text belonging to the linguistic category of the “scritto-trasmesso”

(written-speech), typical of the so-called “diamesia” – (derived from the Greek words dia, διά

‘through’and mesos, µέσος ‘middle’), while the interpretative one wants to study the cultural identity of the two writers and also to search, in their own style, the way they use to represent and reproduce reality. The thesis deals with screenplays written by Pier Paolo Pasolini and Cesare Zavattini. Regarding Pasolini, it seemed very important to focus the attention on two fundamental aspects: the free expression of the triumph of the senses and bodily impulses and the harsh poverty that pervades the representation of roman underclass of 60s. So the two screenplays analyzer are : Il Decameron and Accattone. While the two chosen scenarios by Zavattini, Miracolo a Milano and Umberto D., represent the neo-realist orthodoxy and the need for an instance of mimesis and also the fantasy and the magic realism that represent the style of the auctor.

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