I popoli antichi e l’Astronomia
Gli Anasazi in America del Nord Maya e Aztechi, in Centro America Gli Inca in America del Sud
I Sumeri I Babilonesi Gli Egizi I Cinesi
Il mondo greco
Corso di Cultura e Metodo Scientifico - a.a. 2010 - 2011
Il pensiero di Carlo Bernardini
sull’idea di Scienza
I popoli antichi e l’Astronomia
Sovente, l’osservazione degli astri e la misura dei fenomeni ad essi connessi rappresento’ il primo ’orologio’ universale, che segnava il tempo, dal giorno, alla settimana, all’anno, fino ai cicli lunari.
La relazione tra l’osservazione, la misura e la rappresentazione del moto degli astri fu un terreno fertile e prolifico sul quale si sviluppo’
la scienza, a partire dalla geometria e dalla matematica.
Ciclo giorno/notte
I cambiamenti stagionali Le fasi della luna
I passaggi delle comete Le ecclissi di sole e di luna Le maree
Le stelle cadenti
I popoli antichi e l’Astronomia
Sovente, l’osservazione degli astri e la misura dei fenomeni ad essi connessi rappresento’ il primo ’orologio’ universale, che segnava il tempo, dal giorno, alla settimana, all’anno, fino ai cicli lunari.
La relazione tra l’osservazione, la misura e la rappresentazione del moto degli astri fu un terreno fertile e prolifico sul quale si sviluppo’
la scienza, a partire dalla geometria e dalla matematica.
Ciclo giorno/notte
I cambiamenti stagionali Le fasi della luna
I passaggi delle comete Le ecclissi di sole e di luna Le maree
Le stelle cadenti
Fenomeni periodici e fenomeni sporadici
==> Tentativi di fare previsioni Fatti celesti e fatti terrestri
==> Ricerca di relazioni
Lo sviluppo della geometria astronomica, della matematica e dell’astronomia procedono
paralleli, seppur lentamente, con l’obiettivo di capire, interpretare.
Le religioni, invece, si pongono davanti alle osservazioni celesti cercando l’opportunita’ di trovarsi al cospetto della divinita’.
Il cielo, infatti, e’ sovente la sede degli dei, ed
il sole spesso il loro re.
La regione della Mesa Verde (tavola verde, montagna piatta e boscosa) era abitata dagli Anasazi già dal 6° secolo. Questi primi abitanti di cui non si conosce né l'origine né il nome con cui essi si definivano, vivevano inizialmente in
abitazioni a pozzo (pit houses) formanti piccoli villaggi. A partire dall'inizio del 12° secolo gli Anasazi iniziarono a costruire i loro villaggi all'interno di rientranza della roccia.
I popoli antichi e l’Astronomia gli Anasazi
Casa Rinconada a Pueblo Bonito
La struttura è stata allineata in modo estremamente accurato.
L’asse N-S ha un asse azimutale di 359
o56’, mentre la linea che collega due nicchie 8 e 22, ha un azimut di 89
o52’.
Mesa Verde National Park, Colorado
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La regione della Mesa Verde (tavola verde, montagna piatta e boscosa) era abitata dagli Anasazi già dal 6° secolo. Questi primi abitanti di cui non si conosce né l'origine né il nome con cui essi si definivano, vivevano inizialmente in
abitazioni a pozzo (pit houses) formanti piccoli villaggi. A partire dall'inizio del 12° secolo gli Anasazi iniziarono a costruire i loro villaggi all'interno di rientranza della roccia.
I popoli antichi e l’Astronomia gli Anasazi
Casa Rinconada a Pueblo Bonito
La struttura è stata allineata in modo estremamente accurato.
L’asse N-S ha un asse azimutale di 359
o56’, mentre la linea che collega due nicchie 8 e 22, ha un azimut di 89
o52’.
Oltre alle 28 nicchie, ci sono anche 6 cripte equispaziate.
Durante l’alba del solstizio
d’estate, un raggio di luce entra da N-E attraverso una finestra andando ad illuminare una di queste cripte.
Mesa Verde National Park, Colorado
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I popoli antichi e l’Astronomia Maya e Aztechi
Le civiltà Centroamericane, ed in particolar modo Maya (e dopo gli Aztechi), hanno rivolto il loro sguardo al cielo sia per motivi pratici, sia per motivi religiosi e rituali. Tutta l’astronomia dei popoli centroamericani è un complesso meccanismo di riti e numeri, di astronomia osservativa e di astrologia.
Nei calendari Maya, estremamente precisi, c’è traccia di un’eclissi di luna datata 13.2.3379 a.c.
Essi valutarono in 365 giorni la durata dell’anno, diviso in 18 mesi di 20
giorni, più un breve mese di 5.
pietra di Tenochtitlan
o piedra del Sol
I popoli antichi e l’Astronomia Maya e Aztechi
Le civiltà Centroamericane, ed in particolar modo Maya (e dopo gli Aztechi), hanno rivolto il loro sguardo al cielo sia per motivi pratici, sia per motivi religiosi e rituali. Tutta l’astronomia dei popoli centroamericani è un complesso meccanismo di riti e numeri, di astronomia osservativa e di astrologia.
Nei calendari Maya, estremamente precisi, c’è traccia di un’eclissi di luna datata 13.2.3379 a.c.
Essi valutarono in 365 giorni la durata dell’anno, diviso in 18 mesi di 20
giorni, più un breve mese di 5.
pietra di Tenochtitlan o piedra del Sol
I Maya utilizzavano un sistema di numerazione a
base vigesimale (tipo di numerazione avente per
base il numero 20). Un punto "." rappresentava
l'unità, mentre una barretta "_" veniva utilizzata
per rappresentare il 5; al numero venti entrava in
campo lo zero. Il numero zero era concepito
come posizione vuota : 0. 1,2,3,5,6,12,15,20
I popoli antichi e l’Astronomia gli Inca
Anche il popolo Inca, in Perù, aveva un anno di 365 giorni, con 12 mesi di 30 giorni, più un mese di 5.
Ma sorprendente è la misura dei periodi sinodici dei
pianeti conosciuti (in giorni):
Mercurio, 115.8 (115.88) Venere 584.8 (583.92) Giove 398.1 (398.88)
A Machu Pichu è ancora presente il Toreon, al
quale gli Inca, nel solstizio d’inverno, 21 giugno,
legavano simbolicamente con una catena d’oro il
sole per impedirne la fuga verso il nord. C’era
anche il princpale osservatorio dell’impero Inca.
Non sono rimaste prove dirette delle attività astronomiche degli Inca. Tuttavia alcune testimonianze dei primi Conquistadores (prima che distruggessero quasi tutto della civiltà Inca…) raccontano che le torri di Cuzco erano degli osservatori astronomici dai quali si traguardava il sorgere del sole (Inti) nei giorni dei solstizi.
A Quito, sull’equatore, le ombre a mezzogiorno svaniscono e gli Inca immaginavano che Inti (il sole) vi si fermasse sopra, e quindi ritenevano quei luoghi sacri.
I popoli antichi e l’Astronomia gli Inca
Anche il popolo Inca, in Perù, aveva un anno di 365 giorni, con 12 mesi di 30 giorni, più un mese di 5.
Ma sorprendente è la misura dei periodi sinodici dei
pianeti conosciuti (in giorni):
Mercurio, 115.8 (115.88) Venere 584.8 (583.92) Giove 398.1 (398.88)
A Machu Pichu è ancora presente il Toreon, al
quale gli Inca, nel solstizio d’inverno, 21 giugno,
legavano simbolicamente con una catena d’oro il
sole per impedirne la fuga verso il nord. C’era
anche il princpale osservatorio dell’impero Inca.
I Sumeri forse sono il popolo più antico del quale ci è pervenuta una storia documentata: già dal 4.500 a.C. si hanno tracce. Anche se dalle prime popolazioni che abitavano l’antico Iraq sud-orientale alle città-stato che fiorirono nel II millennio prima di Cristo ci sono profonde differenze.
La scrittura, forse la prima che compare nella storia, è del tipo cuneiforme. Le città principali Ur, Uruk, Eridu,
I popoli antichi e l’Astronomia:
i Sumeri
La mitologia sumera era strettamente legata ad una cosmologia nella quale i protagonisti erano il Sole e la Luna. All’inizio esisteva solo il mare primordiale, Nammu, la dea madre che generò la Montagna Cosmica, che comprendeva An, il Cielo, Ki, la Terra, uniti ed indistinti. Essi generarono Enlil, l’Aria, che separò la terra dal cielo.
Questa separazione portò ad un idea di cielo lontana e sede degli astri.
Da An nacque Zuen, la luna, incaricata di determinare il tempo.
Dalla Luna ebbero origine Venere ed il Sole, che chiamavano Inanna e Utu.
L’anno per i Sumeri cominciava con l’equinozio di primavera.
I popoli antichi e l’Astronomia:
i Babilonesi
Sorprende l’elevato livello di precisione che avevano raggiunto gli astronomi babilonesi nel misurare alcuni I periodo sinodici dei pianeti.
Porta di Ishtar
A partire dal II millennio si sviluppò il regno di Babilonia, dal nome sumero che nella lingua accadica suonava Bab-iiu, che vuol dire la Porta di Dio.
L’astronomia che si sviluppò a Babilonia fin dal II millennio a.C., fu
orientata allo studio della luna,che chiamavano Sin, (Zuen in lingua
sumera) del sole, del moto dei pianeti ed alla previsione delle eclissi.
I popoli antichi e l’Astronomia:
i Babilonesi
Sorprende l’elevato livello di precisione che avevano raggiunto gli astronomi babilonesi nel misurare alcuni I periodo sinodici dei pianeti.
Ad esempio, il mese sinodico lunare (il tempo che intercorre tra due fasi successive della luna) era stato misurato in 29.530641 g.
La misura attuale è di 29.530589 g.
Tavolette di argilla con dati astronomici:
pianeta Venere (dati di 1000 anni prima), calendario 1100-800 a.c.
Porta di Ishtar
A partire dal II millennio si sviluppò il regno di Babilonia, dal nome sumero che nella lingua accadica suonava Bab-iiu, che vuol dire la Porta di Dio.
L’astronomia che si sviluppò a Babilonia fin dal II millennio a.C., fu
orientata allo studio della luna,che chiamavano Sin, (Zuen in lingua
sumera) del sole, del moto dei pianeti ed alla previsione delle eclissi.
Gli Egizi basarono il loro calendario sul ciclo solare. Un anno di 365 giorni, 12 mesi di 30 giorni, più 5 giorni complementari (giorni epagomeni).
L’anno aveva inizio il giorno nel quale la stella Sirio sorgeva per la prima volta nell’anno, e che capitava all’inizio dei periodici (e benefici)
straripamenti del Nilo.
I testi delle piramidi descrivono la sorte del Faraone che, dopo la morte, saliva al cielo e diventava Osiride, la cui celeste forma rispondeva alla costellazione di Sahu.
Due studiosi, Otto Neugebauer e R.A.Parker hanno scoperto che si tratta della costellazione di Orione
I popoli antichi e l’Astronomia:
gli Egizi
C’è una notevole somiglianza
tra la posizione relativa delle
piramidi di Giza e le stelle della
cintura di Orione
Gli Egizi basarono il loro calendario sul ciclo solare. Un anno di 365 giorni, 12 mesi di 30 giorni, più 5 giorni complementari (giorni epagomeni).
L’anno aveva inizio il giorno nel quale la stella Sirio sorgeva per la prima volta nell’anno, e che capitava all’inizio dei periodici (e benefici)
straripamenti del Nilo.
I testi delle piramidi descrivono la sorte del Faraone che, dopo la morte, saliva al cielo e diventava Osiride, la cui celeste forma rispondeva alla costellazione di Sahu.
Due studiosi, Otto Neugebauer e R.A.Parker hanno scoperto che si tratta della costellazione di Orione
I popoli antichi e l’Astronomia:
gli Egizi
C’è una notevole somiglianza tra la posizione relativa delle piramidi di Giza e le stelle della cintura di Orione
I lati della piramide di Cheope sono orientati verso i quattro
punti cardinali con una precisione di 0.1
o. Sorprendente,
sapendo che per gli Egizi pi-greco era pari a 3.
L’interesse principale degli astronomi in Cina durante le dinastie più antiche (a partire dal III millennio a.C.), fu in particolare l’osservazione delle stelle che non tramontano mai durante l’anno (circumpolari) e l’annotazione di tutte le eclissi di sole e di luna.
La storia dell’astronomia cinese dopo il 200 avanti Cristo appare, al contrario, straordinariamente ben documentata, con fonti che continuano fino ai tempi moderni.
I popoli antichi e l’Astronomia:
i Cinesi
La più antica annotazione di macchie solari è del 28 a.C.
«il giorno yi wei del 3° mese del primo anno del regno di Ho Pin, il Sole compare giallo, ma al centro vi sono delle macchie nere, grosse come monete»
Classificazione di comete
A partire dalla dinastia Han, gli astronomi cinesi osservarono e registrarono quasi tutti i fenomeni celesti visibili ad occhio nudo:
eclissi lunari e solari, comete, novae, congiunzioni di pianeti,
occultazioni di stelle e pianeti da parte della Luna, avvistamenti di
Venere di giorno, le aurore boreali e persino macchie solari.
(IV secolo avanti Cristo) Zhang Heng spiegava nel suo Hun tian yi tu zhu:
«Il cielo è come un uovo di gallina, ed è rotondo come una pallottola di balestra; la Terra è come il tuorlo e giace sola nel suo centro. Il cielo è grande, la Terra è piccola. Nella parte
inferiore del cielo c’è l’acqua. Il cielo è sostenuto da Qi (vapore) mentre la Terra galleggia in questa acque. D’estate il vapore sale, e di conseguenza anche la Terra si innalza fluttuando, la sua distanza dal Sole diventa minore, per cui la temperatura si alza; d’inverno il vapore è piuttosto fluido, di conseguenza la Terra si abbassa e la temperatura scende».
I popoli antichi e l’Astronomia:
i Cinesi
Gli astronomi di corte cinesi riportarono nelle loro cronache di una “stella ospite” nei pressi di z (zeta) Tauri il 4 luglio 1054. La stella brillò così
luminosa da poter essere osservata anche in pieno giorno per ben 23 giorni.
Al termine di tale periodo si legge: «dal 5° mese del primo anno del regno di Zhi He, è apparsa da oriente una stella nuova non lontana dalla stella
Tianguan, questa nuova stella si è andata consumando sino ad oggi, tanto da scomparire». L’esplosione di quella stella nova ha dato vita a M1 (NGC 1952)
Mappa stellare del 1092 (proiezione quasi-
Mercatore)
Sull’idea di Scienza
Il pensiero di Carlo Bernardini, fisico.
Per intenderci, la comprensione del moto di caduta dei sassi vicino alla superficie terrestre (G:Galilei) – per esempio - avrà come generalizzazione la comprensione e la prevedibilità, almeno entro limiti eccellenti, del moto degli astri (J. Kepler, I.Newton, A. Einstein).
Naturalmente, questa provvisorietà ha i suoi vantaggi, le sue conseguenze benefiche: la
spiegazione scientifica, in quanto scaturita dall’analisi di “casi particolari”, è “generalizzabile”, quella mitologica no perché è già onnivalente e completa “per costruzione”.
Nell’antichità, gli scienziati si facevano ad alta voce domande molto semplici mentre altre le lasciavano nella mente o nei dialoghi appena sussurrati. La concorrenza delle “spiegazioni mitologiche”, come le chiama il biologo François Jacob[ era troppo forte, perché le spiegazioni mitologiche sono risposte complete ed esaustive (es.: “perché il mondo è fatto così?”, “perché Dio così lo ha creato”; ecc.) mentre le “spiegazioni scientifiche” sono sempre parziali e cariche di dubbi e provvisorietà.
Dunque, l’osservazione di fenomeni e di relazioni di causa ed effetto in ambiti particolari
dell’universo delle condizioni iniziali non è affatto un’attività trascurabile se combinata con l’intuito generalizzatore del pensiero che, così, diventa “motore scientifico della conoscenza”.
Evidentemente, l’osservazione passiva, tramutandosi in osservazione attiva allorché si esegue un predeterminato esperimento, sta alla base di ogni scienza della natura.
Questo dovrebbe essere così “ovvio” da potersi considerare come un assioma fondante
di ogni “filosofia della natura”; in questo senso, la pretesa di alcune filosofie di altro
genere, di produrre nella mente una rappresentazione dell’universo che prescinda
dall’osservazione, appare come uno scomposto delirio di onnipotenza.
Si possono individuare tre momenti nei quali l’interesse per l’Astronomia ed i successi nella conoscenza del mondo celeste hanno un
ruolo, una dimensione diversa.
Il mondo greco
Lo sviluppo dell’Astronomia nel mondo greco, non può essere distinto dal progresso
raggiunto in altre discipline, quali la Matematica, la Filosofia. Certamente non può
neanche essere visto separato dalle parallele conquiste fatte nel vicino mondo
mesopotamico, dove da due millenni l’osservazone del cielo era pratica consolidata.
Si possono individuare tre momenti nei quali l’interesse per l’Astronomia ed i successi nella conoscenza del mondo celeste hanno un
ruolo, una dimensione diversa.
Il mondo greco
Lo sviluppo dell’Astronomia nel mondo greco, non può essere distinto dal progresso raggiunto in altre discipline, quali la Matematica, la Filosofia. Certamente non può neanche essere visto separato dalle parallele conquiste fatte nel vicino mondo mesopotamico, dove da due millenni l’osservazone del cielo era pratica consolidata.
1 - Il primo periodo, cosi detto dei presocratici, vede, oltre alla scuola di Pitagora, lo sviluppo della Scuola Ionica; tuttavia, rimangono ben pochi testi, quando non
addirittura solo tradizione orale, e per lo più si risale al pensiero dei precursori attraverso citazioni, spesso molto tarde, e quindi poco attendibili.
2 - Nel secondo periodo, Aristotele e Platone, con I loro seguaci, rappresentano lo splendore del pensiero classico. Il sapere viene organizzato in una costruzione articolata, interconnessa, completa. Il mondo degli astri si collega alle cose terrene. Ed anche per questo destinata a durare due millenni.