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’ ARTE, PROSPETTIVE REGIONALI E PROGETTI ( DELLE FORESTE PIEMONTESI. STATO DELL MERCATO VOLONTARIO DEL CARBONIO: LE CERTIFICAZIONI DEGLI ASSORBIMENTI DI CO

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L’Italia Forestale e Montana / Italian Journal of Forest and Mountain Environments 74 (6): 369-376, 2019

© 2019 Accademia Italiana di Scienze Forestali doi: 10.4129/ifm.2019.6.03

FABIO PETRELLA (*)(°) - MARCO CORGNATI (**) PIER GIORGIO TERZUOLO (*)

MERCATO VOLONTARIO DEL CARBONIO:

LE CERTIFICAZIONI DEGLI ASSORBIMENTI DI CO

2

DELLE FORESTE PIEMONTESI. STATO DELL’ARTE,

PROSPETTIVE REGIONALI E PROGETTI (

1

)

(*) Ricercatore I.P.L.A. s.p.a., corso Casale 476, Torino.

(**) Funzionario Regione Piemonte, corso Stati Uniti 21, Torino.

(°) Autore corrispondente; petrella@ipla.org

La Regione Piemonte ha recentemente adottato una delibera (DGR 24-4638 del 06/02/17) propedeutica allo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio in ambito forestale sulla base di un documento, le cosiddette Linee Guida, per definire il quadro generale delle pratiche selvicolturali da assumere come ordinarie in termini di indici di prelievo. Allo stato attuale è allo studio la procedura per la determinazione, contabi- lizzazione, validazione e commercializzazione dei crediti di carbonio da selvicoltura in Piemonte.

Parole chiave: crediti forestali; CO

2

. Key words: forestry credits; CO

2

.

Citazione: Petrella F., Corgnati M., Terzuolo P.G., 2019 - Mercato volontario del carbonio: le certificazioni degli assorbimenti di CO

2

delle foreste piemontesi. Stato dell’arte, prospettive regionali e progetti. L’Italia Fore- stale e Montana, 74 (6): 369-376. https://doi.org/10.4129/ifm.2019.6.03

1. I NTRODUZIONE

La sfida ecologica più importante del nuovo millennio è il controllo delle emissioni dei gas considerati responsabili dell’effetto serra in atmosfera. Al fine di minimizzare il rischio ambientale causato dai possibili cambiamenti climatici, secondo numerosi studi scientifici già in atto giocano un ruolo fondamentale la conoscenza e la gestione del carbonio e dei cicli energetici naturali e antropici ad esso collegati. Gli ecosistemi terrestri, dopo quelli marini, costituiscono un im- portante anello nel ciclo globale del carbonio e possono fungere da depositi (sink) o da sorgenti (source) di anidride carbonica a seconda delle condizioni na- turali e della gestione antropica.

1 Il contributo è stato presentato nella sessione poster del IV Congresso Nazionale di Selvicoltura, To- rino, 5-9 novembre 2018.

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Gli organismi tecnici e politici internazionali che si occupano da decenni del problema, attraverso le tappe della conferenza di Rio de Janeiro del 1992 e poi con il ben noto Protocollo di Kyoto del 1997, ratificato dall’Italia in ambito europeo e poi nazionale (legge n. 10/2002), hanno varato un complesso si- stema per il calcolo e la valutazione delle emissioni, oggetto di periodiche ve- rifiche e integrazioni con le conferenze delle parti (COP/MOP) che si tengono annualmente.

In questa ottica è di fondamentale importanza la contabilizzazione dei co- siddetti crediti di carbonio, cioè la quantificazione dei potenziali incrementi nell’assorbimento di CO

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da parte dei “sink”, che possono essere utilizzati per ridurre i costi legati al superamento delle emissioni ammesse dal Protocollo per ciascun Stato.

L’accordo di Kyoto e i successivi sviluppi hanno portato a definire e regola- mentare anche il cosiddetto “carbon trading”, il mercato dei crediti, che amplia ulteriormente le prospettive di impostazione dei Piani Energetici, da quelli inter- nazionali a quelli nazionali fino a quelli regionali e subregionali, in quanto è pos- sibile scambiare crediti con permessi di emissione.

In questo contesto, ufficialmente regolamentato dal Protocollo di Kyoto e dagli accordi internazionali ad esso seguiti, il “carbon trading” consente in un ambito locale e privato (Mercato volontario dei crediti di carbonio) di valorizzare:

 aree preesistenti a bosco/parco/verde urbano;

 aree costruite da arredare con verde urbano;

 aree libere, in abbandono/bonifica da riqualificare mediante impianti arborei o copertura vegetale in genere per mezzo della certificazione, attraverso or- ganismi accreditati, degli incrementi di assorbimento di CO

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da parte degli ecosistemi suolo-piante migliorati/creati rispetto ad una determinata “base- line” calcolata ad inizio progetto.

2. S TATO DELL ’ ARTE

A partire dal 2004, un’importante attività dell’IPLA finanziata dalla Regione

Piemonte ha avuto come obiettivo la valutazione della capacità di fissazione del

carbonio da parte dell’insieme dei boschi e dell’arboricoltura da legno piemon-

tesi, in base ai dati inventariali e cartografici del Sistema informativo forestale

regionale (SIFOR) derivati dagli studi per i Piani forestali territoriali (PFT), uni-

tamente alle informazioni pedologiche necessarie al bilancio globale del carbonio

secondo le metodologie ufficiali. L’approfondimento ha interessato le valuta-

zioni a livello di singole categorie forestali, estendendo altresì le analisi al com-

parto dell’arboricoltura da legno. Con questo lavoro si è inteso attivare il moni-

toraggio dei flussi di carbonio in funzione dei diversi tipi di interventi selvicoltu-

rali previsti in una gestione sostenibile dei boschi e degli impianti di arboricoltura

da legno, quale sistema di controllo ed integrazione dei dati inventariali degli

stock di carbonio regionali.

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Si è quindi iniziato un monitoraggio ed una sperimentazione/valutazione plu- riennale su diverse tipologie di interventi selvicolturali rappresentativi nelle 5 cate- gorie forestali più diffuse (Castagneto, Robinieto, Lariceto, Faggeta, Boschi di neo- formazione) sulle 21 regionali, che insieme rappresentano circa ¾ dei boschi pie- montesi), in modo da analizzarne gli effetti sul bilancio netto delle emissioni (ca- pacità di assorbimento di carbonio - emissioni correlate agli interventi). Ai siti fo- restali rappresentativi delle 5 categorie sono stati progressivamente aggiunti altri 14 siti di impianto di arboricoltura da legno (pioppeti clonali e impianti di latifoglie autoctone), sui quali si è applicata la stessa metodologia di campionamento.

In base ai primi risultati sono state eseguite stime che confermano il poten- ziale delle foreste piemontesi, in particolare delle faggete gestite in modo soste- nibile per ottenere assorbimenti di carbonio addizionali.

Di conseguenza si sono aperte interessanti prospettive alla gestione attiva delle foreste piemontesi per la certificazione e lo scambio delle quote di carbonio secondo i principi del protocollo di Kyoto; ciò in particolare nell’ambito delle certificazioni volontarie, in quanto la negoziazione Stato-Regioni che riguarda la contabilità nazionale, sulla base degli accordi internazionali, non ha finora pro- dotto alcun risultato utile a scala regionale.

I boschi di faggio di origine cedua abbandonati oltre il turno ordinario, se convertiti attivamente a fustaia sul territorio regionale (circa 100.000 ha accessi- bili su 140.000 totali) può portare, in circa vent’anni, ad un incremento medio di assorbimenti del carbonio pari a 1 milione di tonnellate di CO

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equivalenti.

La Regione Piemonte con l’IPLA ha intrapreso un percorso per individuare i metodi idonei per la certificazione degli assorbimenti dei boschi piemontesi, en- trando nel dibattito nazionale sul tema e contribuendo alla redazione delle Linee Guida Nazionali (Codice Forestale del Carbonio).

Allo stato attuale la Regione Piemonte ha formalmente riconosciuto, su indica- zione di IPLA, il metodo derivante dal progetto Life Carbomark come il riferimento principale per la creazione di un mercato locale del carbonio in Piemonte.

Su questa base, IPLA funge da soggetto di riferimento tecnico per le diverse iniziative in atto sul territorio piemontese, orientate alla gestione sostenibile delle foreste con ricadute positive sugli assorbimenti di CO

2

. Recentemente è stato implementato il lavoro su questo tema grazie ad un progetto riguardante la va- lorizzazione dei servizi ecosistemici in ambito urbano.

A partire dal 2014 è stato attivato un progetto regionale indirizzato a realiz- zare un mercato regionale locale del carbonio in ambito agroforestale, che ha portato come primo risultato all’apertura di un tavolo tecnico di lavoro con esperti di varie provenienze (UNITO, IPLA, Regione, consorzi e associazioni forestali, professionisti, imprese, ecc.). Il team ha redatto le Linee Guida per i

“Crediti di carbonio volontari da gestione forestale” consentendo l’adozione di una deliberazione regionale (DGR 24-4638 del 06/02/17) propedeutica allo svi- luppo del mercato volontario dei crediti di carbonio in ambito forestale.

La maggior parte dei boschi piemontesi (932.500 ha al 2016) è a netta preva-

lenza di latifoglie, spesso di origine cedua e di proprietà private frammentate

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(circa 70%); salvo alcuni casi, non vi sono strumenti di pianificazione forestale a livello di dettaglio (PFA) già sottoposti a revisioni, ovvero si tratta di piani di primo impianto.

Pertanto, al fine di costituire un riferimento consolidato per la descrizione del bosco e delle reali possibilità di prelievo con gli interventi selvicolturali, è stato necessario redigere un documento, le cosiddette Linee Guida, per definire il qua- dro generale delle pratiche selvicolturali da assumere come ordinarie in termini di indici di prelievo, ovvero la baseline, od opzione BAU (business as usual). Su questa base si può quantificare in termini oggettivi e trasparenti l’impegno vo- lontario di ulteriore conservazione di biomassa in bosco (Figura 1).

Figura 1 - Crediti di carbonio potenziali in base ai rilasci (provvigione/tempo).

A partire dai dati reali di prelievo, desunti anche dalle segnalazioni di taglio (obbligatorie dal 2011 al di fuori dell’autoconsumo), nelle Linee Guida sono con- tenute valutazioni circa le possibili pratiche selvicolturali sostenibili caratterizzate da maggiori rilasci di massa legnosa, per ciascuna forma di governo e tratta- mento. Un aspetto particolare di questa valutazione consiste nel fatto che non è sufficiente il rilascio in bosco di una maggiore quantità di massa legnosa rispetto all’ordinario: questo deve essere conforme ad un sistema selvicolturale tecnica- mente ed economicamente corretto, riconoscibile e perpetuabile nel tempo, quindi compatibile con le caratteristiche stazionali, di composizione del bosco e degli assortimenti legnosi ottenibili.

I parametri di impegni aggiuntivi devono essere selvicolturalmente motivati e coerenti, tenendo conto anche di perdite di carbonio che si possono determinare, ad es. a livello del suolo e della lettiera in casi di scoperture significative a seguito dei tagli.

Le Linee Guida ipotizzano i parametri per gli impegni aggiuntivi, in alcuni

casi riferendosi ad un cambio di sistema selvicolturale in senso più conservativo,

definito nell’ambito del regolamento forestale regionale (es. dal ceduo al governo

misto, alla fustaia) o facendo riferimento ad esperienze gestionali maturate sul

territorio piemontese (es. intensità effettive di prelievo nei tagli di avviamento e

nei tagli a scelta colturali).

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3. P ROSPETTIVE

La deliberazione di approvazione delle Linee Guida fa anche riferimento alla definizione di procedure tecniche oggetto di una successiva determinazione del Settore competente: quest’ultimo passaggio è in corso di realizzazione. Nel pe- riodo successivo alla deliberazione sono state messe a punto le pratiche che con- sentiranno di completare l’iter amministrativo regionale per la creazione di un mercato volontario del carbonio delle foreste piemontesi.

Il testo procedurale contiene i criteri suggeriti da Regione Piemonte per:

 documentare la correttezza e quantificare i crediti di carbonio generabili da un progetto di miglioramento gestionale di una proprietà forestale;

 ottenere la validazione del documento di progetto;

 registrare i crediti validati presso apposito registro regionale, comprese le loro successive transazioni;

 stipulare contratti di compravendita dei crediti validati di carbonio in ambito di mercato volontario.

Figura 2 - Schema per determinare i crediti di carbonio (GHG) derivanti da progetti di migliora- mento della gestione forestale.

In figura 2 è illustrato lo schema completo delle interazioni necessarie per giungere alla generazione di crediti, per la quale i passaggi procedurali possono essere riassunti nella seguente sequenza:

 creazione del Documento di Progetto (DDP);

 rispetto dei requisiti previsti dallo standard di riferimento;

individuazione della baseline secondo le Linee Guida Regionali;

 quantificazione delle rimozioni addizionali di CO

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/crediti di C rispetto alla

baseline secondo le Linee Guida Regionali e al Codice del Carbonio Nazionale;

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 processo di validazione e verifica, condotto da Enti Terzi sulla base della con- formità del DDP ad una norma o standard di riferimento riconosciuto (es.

UNI ISO 14064-2/3);

 transazione dei crediti, che possono essere ceduti con le seguenti modalità:

ex ante: il credito viene ceduto prima della esecuzione degli interventi sel- vicolturali da cui deriva, sulla base del DDP validato; l’effettiva genera- zione dei crediti deve comunque essere verificata a posteriori sulla base di un apposito piano di monitoraggio previsto in sede di validazione;

ex post: i crediti sono ceduti dopo che sono stati generati, cioè a seguito degli interventi selvicolturali corrispondenti. Questo rappresenta l’approc- cio di norma adottato nei mercati internazionali dei crediti di carbonio da gestione forestale;

 registro dei crediti. È necessario che i crediti scambiati nel mercato volontario siano unici e vengano ritirati dal mercato una volta effettuata la transazione, per impedire che gli stessi crediti vengano remunerati più volte. Per garantire la trasparenza e la tracciabilità dei progetti e dei crediti, tutte le transazioni devono essere contabilizzate, oltre che nell’eventuale Registro dell’Ente Cer- tificatore, in un apposito Registro, in corso di studio.

4. C ONCLUSIONI

L’esperienza di Carbomark ha avuto il merito di creare il primo mercato ita- liano locale dei crediti di carbonio su basi metodologiche di indubbio valore tec- nico-scientifico: purtroppo il volume degli scambi è stato ridotto trattandosi di un progetto pilota realizzato a scala regionale (Regione Veneto e Regione Auto- noma Friuli Venezia Giulia) nell’ambito di un Progetto LIFE. Si tratta comunque di un modello replicabile che mira, per la prima volta, a gestire sia la domanda che l’offerta, individuando impegni sia per il compratore (calcolo e riduzione delle emissioni) sia del venditore (gestione sostenibile delle foreste e incremento degli assorbimenti di carbonio).

La replicabilità di tale esperienza anche in altri ambiti territoriali e una mag- giore volontà nel comprendere le potenzialità di tale mercato da parte sia dei venditori-compratori che delle stesse amministrazioni regionali risultano fonda- mentali per una concreta prosecuzione e sviluppo.

In questo senso è anche evidente che un’analisi costi-benefici può portare ad indicazioni positive soltanto se si riesce ad innescare un’economia di scala im- portante, visto che comunque il mercato implica dei costi relativi alla riduzione del profitto dovuto a minori prelievi (pari al 10-15% circa del volume previsto nell’ambito delle gestioni prese in considerazione dalle Linee Guida) e al costo di certificazione, stimabile intorno al 10% del valore totale dei crediti di carbonio.

Per quanto riguarda il Piemonte, è auspicabile sia prossima la conclusione del

lungo lavoro di creazione e definizione di un mercato regionale volontario. La

Determinazione della Direzione Foreste di Regione Piemonte sarà l’atto conclu-

sivo di questo processo, ma anche la tappa iniziale per realizzare poi nella pratica

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quanto tracciato formalmente: sono previsti eventi promozionali e seminari per incentivare e accompagnare il mercato nella sua fase più delicata, dopo la gesta- zione, la nascita e la crescita iniziale.

SUMMARY

Voluntary carbon market: the certifications of CO

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absorption of the Piedmont forests.

State of art, regional perspectives and projects

The Piedmont Region has recently adopted a resolution (DGR 24-4638 of 06/02/17) in preparation of the forestry carbon credit voluntary market on the basis of a document, the so-called Guidelines, with the aim to define the general framework of silvicultural practices to be assumed as ordinary in terms of wood logging indices. At present, the procedure for the determination, accounting, validation and marketing of carbon credits from forestry in Piedmont is under study.

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO

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Punti 4.2.2 e 5 concernenti il ruolo della gestione forestale sostenibile nel supportare la bio- diversità e la lotta ai cambiamenti climatici.

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Progetto 388 “Carbomark” - programma LIFE 2007-2013.

Programma quadro per il settore forestale (PQSF) - proposto dal Ministero delle Politiche agri-

cole alimentari e forestali (Mipaaf) e il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e

del mare (Mattm), sul mandato del comma 1082, art.1 della legge 27 dicembre 2006, n. 226 -

in particolare il par. 4.2.4. concernente clima e sequestro del carbonio.

Riferimenti

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