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Giovani! E occupabili: ecco come si crea lavoro

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Academic year: 2021

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29/11/13 Giovani! E occupabili: ecco come si crea lavoro | Alessandro Rimassa

www.huffingtonpost.it/alessandro-rimassa/giovani-e-occupabili-ecco-come-si-crea-lavoro_b_4322819.html?view=print&comm_ref=false 1/1

Giovani! E occupabili: ecco come si crea lavoro

Il lavoro, in Italia e in Europa, deve crearselo ognuno di noi. Dobbiamo cioè cambiare approccio, passare dal 'cerco lavoro' al 'creo lavoro'. Questo ho detto davanti allo European Economic and Social Committee in occasione della Employability of Young People Conference che si è tenuta questa mattina a Bruxelles, a cui sono stato invitato insieme ad altri ospiti per fornire spunti di

riflessione e azione sul tema occupazione giovanile.

Il problema occupazione è ovviamente più complesso e non lo si risolve con uno slogan, ma è dal cambio di mentalità che dobbiamo partire: startup, termine oggi tanto di moda ma di fatto radicato nel DNA italiano, non deve intendersi solo come 'fare impresa' ma come approcciare in modo diverso, proattivo, il tema lavoro. "Quando parlo davanti ai giovani nell'est e nel nord Africa sono travolta dalle domande, quando lo faccio in Europa spesso mi trovo davanti una platea assonnata" ha sottolineato Manuela Prina, membro della European Training Foundation. La mentalità, questo è tassativo, va quindi cambiata. Nel mio intervento ho toccato questi punti.

I problemi.

1. I giovani non pensano che la scelta di formazione, universitaria o accademica, debba essere fatta proiettandosi in avanti nel mondo del lavoro e studiando per fare professioni per le quali c'è richiesta; inoltre non conoscono le nuove professioni né quelle realmente più ricercate, compiendo così scelte conservatrici che li portano verso settori in continua decrescita.

2. In Italia manchiamo totalmente di racconto, storytelling, del nuovo mondo del lavoro: i grandi media non raccontano storie di successo di nuovi imprenditori e professionisti, si focalizzano sulla disoccupazione e non forniscono esempi ispirazionali, aspirazionali e motivazionali che, invece, contribuirebbero a dare indicazioni utili, oltre a forza ed energia, a chi deve affrontare la sfida nel mercato del lavoro.

3. Il sistema scolastico, nonostante le tante riforme degli ultimi anni, non è realmente connesso col mercato del lavoro: dovrebbe creare percorsi di formazione per professioni in cui c'è occupabilità e avere uffici funzionanti per inserimento in stage e career service.

Le soluzioni.

1. Creazione di un Osservatorio sulle Nuove Professioni in grado di dare indicazioni chiare sullo sviluppo del mercato del lavoro e delle professioni, insieme a operazioni di comunicazione e storytelling per far circolare le informazioni e offrire esempi e spunti. 2. Miglioramento del sistema di formazione pubblico affinché sia più collegato al mondo del lavoro, più rapido a cambiare, più capace di traghettare gli studenti verso il lavoro. E deve essere pubblico perché accedere al mondo del lavoro non può essere riservato solo a chi può frequentare università e accademie private.

3. Sviluppo di un servizio pubblico di consulenza per chi vuole intraprendere creando imprese e startup: finché non raggiungeremo una auspicabile e necessaria 'burocrazia zero', è fondamentale accompagnare gli aspiranti imprenditori tra le migliaia di

complessità del nostro attuale, e a tratti folle, sistema burocratico.

4. Concentrazione sulle caratteristiche che rendono unico il nostro Paese: l'italian factor, che è somma di creatività, innovazione e artigianalità, deve essere messo al centro del nostro sviluppo economico per far crescere i settori in cui sappiamo e possiamo continuare a distinguerci, cioè gli assi portanti del Made in Italy, cultura, turismo, enogastronomia, moda e design.

È quindi a mio avviso #facilecambiare se affrontiamo il problema occupazionale da un'altra prospettiva, sviluppando un sistema che accolga talenti, idee e progetti, un sistema in cui ci sia meno Stato e in cui, invece, lo Stato si impegni a creare un terreno fertile e garantisca libertà di fare.

Segui Alessandro Rimassa su Twitter: www.twitter.com/Rimassasonoio

29 nov em bre 201 3

Pubblicato: 25/11/2013 17:19

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