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TRE PRINCIPINI COMBINAGUAI

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Academic year: 2021

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TRE PRINCIPINI COMBINAGUAI

Nel paese di Letterilandia vivevano un re e una regina che erano amati da tutta la popolazione per la loro generosità e gentilezza nei confronti di tutti: Re U e la Regina A. Erano due sovrano buoni e pazienti, che non si arrabbiavano quasi mai.

Le uniche persone che riuscivano, di tanto in tanto, a far perdere loro la pazienza, erano i tre Principini: E, I e O. Erano tre bambini vivacissimi, sempre in movimento, sempre in giro a fare qualcosa, e talvolta ne combinavano delle grosse, che facevano arrabbiare persino il loro tranquillissimo papà, Re U. Ma del resto quale bambino non fa arrabbiare il suo papà di tanto in tanto?

E era il fratello più grande e la sua passione erano gli animali. A scuola era il più forte in scienze, conosceva tutti i nomi di tutti gli uccellini che d’Estate cantavano sui rami degli alberi del bosco e sapeva imitare alla perfezione il verso di qualsiasi bestia avesse mai incontrato. Passava i suoi pomeriggi all’aria aperta, passeggiando per le stradine e i sentieri, ritraendo gli animali che incontrava, avvicinandosi a loro, nutrendoli con qualche nocciolina che si portava sempre in tasca. Questa, che di per sé è una cosa molto bella, talvolta faceva arrabbiare la Regina A. Sì, perché E, nelle sue gite pomeridiane, andava a cacciarsi nei posti più impensati e assurdi, sulle cime degli alberi, sulle rocce, nei buchi del terreno o tra i cespugli, e tutte le volte o si perdeva, o si rovinava i vestiti, o si sbucciava le ginocchia. La sua mamma lo sapeva, e così prima di uscire di casa gli faceva sempre indossare un paio si pantaloni usati, vecchi e pieni di toppe.

“Tanto ormai, un buco in più o un buco in meno non fa la differenza!” pensava, e

così si arrabbiava un po’ di meno quando vedeva E tornare a casa la sera tutto

sporco di fango con i calzoni immancabilmente strappati.

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La seconda figli si chiamava I, ma e suoi compagni di classe “I l’isterica”. Povera I, aveva sempre qualcosa per cui piangere! O aveva fatto un brutto sogno, o le si era rotto il laccio delle scarpe, oppure aveva visto un uccellino con un’ala spezzata, o non era riuscita a finire tutta la sua merenda perché la mamma l’aveva preparata troppo grossa. Insomma, I era una

bambina dalla lacrima facile! Però non era cattiva, semplicemente si lasciva trasportare dai sentimenti, e quando era triste si sentiva così triste che le veniva da piangere, e quando era felice si sentiva così felice che si commuoveva e le veniva ancora da piangere. Questo le creava talvolta dei problemi perché, quando ad esempio si piange mentre si sta mangiando un tast, il pane diventa tutto molliccio e il panino non è più buono; allora si che viene da piangere per davvero!

ra stata soprannominata dai suoi fratelli e dai

L’ultima sorellina, la più piccola, ma non per questo meno vivace degli altri due, era la principessina O. Era una biondina tutto pepe che amava passare le sue giornate sulla spiaggia; era fortunata, perché il castello di Letterilandia sorgeva su una scogliera a picco sul mare, e le ci volevano solo cinque minuti per raggiungere la spiaggia andare con lei, perché lei si divertiva ugualmente, le bastava avere la compagnia di Otto, il suo fedele orsacchiotto.

Passava pomeriggi interi a tuffarsi nelle onde, costruire castelli, fare solitari

sull’asciugamano, cercare stelle marine e non si annoiava mai. Ogni tanto anche il

più vicina. Non le importava se nessuno voleva

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Re, che era una persona sensibile e, nonostante fosse il sovrano assoluto del Paese

delle Lettere, era rimasto un gran giocherellone, andava con lei e allora i due

facevano delle bellissime gare con le biglie o si divertivano a giocare a birilli sulla

spiaggia. La Regina li guardava dalla finestra della cucina del castello, che dava

proprio in quella direzione, e sorrideva, perché pensava che la sua era proprio una

magnifica famiglia!

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