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Per l’Ambiente - nel position paper “Cambiamenti climatici, salute, agricoltura e alimentazione”

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Academic year: 2022

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d o c u m e n t i

M.D. Medicinae Doctor - Anno XXV numero 8 - novembre-dicembre 2018 53

L

ultimo report dell’Intergovernati- ve “Panel of Climate Change” (ot- tobre 2018) ha ribadito la necessi- tà di contenere il riscaldamento globale entro 1.5°C rispetto ai valori pre-indu- striali e che restano solo pochi decenni per raggiungere questo obiettivo.

Gli eventi meteorici estremi ai quali or- mai assistiamo e che comportano dan- ni, vittime e costi rilevanti, sono una spia del rapido evolversi della situazione, ma anche della nostra mancata capacità di resilienza e dell’inefficienza in termini di misure di prevenzione primaria. È ormai noto alla comunità scientifica che i cam- biamenti climatici hanno numerose con- seguenze sulla salute umana e che stia- mo registrando un incremento continuo dei rischi e dei danni sanitari. Tutto que- sto si continua ad ignorare, alimentando disuguaglianze e iniquità. Dovremmo tut- ti iniziare a guardare la realtà consideran- do i cambiamenti climatici, ponendo il te- ma nella lista di priorità delle nostre agende, in qualunque settore operiamo.

Con questa finalità ISDE propone il proprio Position Paper sui “Cambia- menti climatici, salute, agricoltura e ali- mentazione”.

Il documento approfondisce diversi ar- gomenti, tra cui le conoscenze recenti sul cambiamento climatico, le cause dell’effetto serra, le conseguenze sani- tarie dei cambiamenti climatici, i benefi- ci di alberi e foreste per i cambiamenti climatici e la salute umana, la transizione dal carbone al metano, gli scenari attesi e le proposte possibili (www.isde.it).

þ Conseguenze sanitarie

Secondo l’OMS gli effetti attesi sulla salute umana, in particolare quelli se- condari al graduale e progressivo riscal- damento del pianeta, devono essere considerati tra i più rilevanti problemi sanitari da affrontare nei prossimi anni.

Ci sono relazioni ben definite tra elevata temperatura atmosferica, morbosità e mortalità e ci sono evidenze sostanziali che documentano un’aumentata mor- talità in diverse aree geografiche.

Se ipo-malnutrizione, dissenteria e ma- lattie infettive sono le conseguenze pre- valenti nelle popolazioni a basso reddito che vivono in aree remote del pianeta, chi vive in aree densamente urbanizzate è ad elevato rischio per morti premature causate da improvvise ondate di calore o da eventi meteorici estremi.

Un recente rapporto dell’OMS (Climate and Health Country profile-Italy, 2018) prevede per l’Italia, in caso di scenario ca- ratterizzato da elevate emissioni, un incre- mento delle ondate di calore con proiezio-

ni che vanno da circa 10 giorni nel 1990 a circa 250 giorni (in media) nel 2100. Viene anche previsto un incremento sia del nu- mero di giorni con fenomeni alluvionali che degli intervalli di giorni privi di pioggia (da 30 a circa, in media, 45 giorni.

In un contesto internazionale, l’Italia subi- sce le maggiori conseguenze in termini di mortalità giornaliera correlata ad eleva- te temperature, seppure con ampia va- riabilità urbana, con effetti negativi più evidenti nelle grandi città (Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli), al meri- dione e durante i mesi estivi. L’incremen- to in frequenza e intensità delle ondate di calore, associate al progressivo invec- chiamento della popolazione, avranno in futuro un significativo impatto sanitario.

Le patologie correlate agli inquinanti at- mosferici, le cui concentrazioni sono strettamente dipendenti dall’utilizzo di combustibili fossili usati per la climatizza- zione degli edifici (ad es. ossidi di azoto e carbonio) e dalla formazione di inquinanti secondari (soprattutto particolato secon- dario e ozono) prodotti dal traffico moto- rizzato sono principalmente cardiovasco- lari e respiratorie, ma anche del periodo perinatale, metaboliche e cronico-dege- nerative. Inoltre in Italia “c’è un rischio concreto di ri-emergenza di agenti infet- tivi endemici presenti in passato o di ar- rivo di patologie infettive esotiche.

Non è più una questione che riguarda solo specie animali e vegetali: i cambiamenti climatici hanno numerose conseguenze anche sulla salute umana. Lo ribadisce ISDE Italia - Associazione Medici

Per l’Ambiente - nel position paper “Cambiamenti climatici, salute, agricoltura e alimentazione”

Cambiamenti climatici e salute umana

Codice di Deontologia Medica: articolo 5

Promozione della salute, ambiente e salute globale Il medico, nel considerare l’ambiente di vita e di lavoro e i livelli di istruzione e di equità sociale quali determinanti fondamentali della salute individuale e collettiva, colla- bora all’attuazione di idonee politiche educative, di pre- venzione e di contrasto alle disuguaglianze alla salute e promuove l’adozione di stili di vita salubri, informando sui principali fattori di rischio. Il medico, sulla base delle conoscenze disponibili, si adopera per una pertinente comunicazione sull’esposizione e sulla vulnerabilità a fattori di rischio ambientale e favorisce un utilizzo ap- propriato delle risorse naturali, per un ecosistema equi-

librato e vivibile anche dalle future generazioni.

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Attraverso il presente

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QR-Codeè possibile scaricare con tablet/smartphone il Position Paper “Cambiamenti climatici, salute, agricoltura e alimentazione”

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