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M Innovarsi o estinguersi: il dilemma sul futuro della MG in Italia

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p r o s p e t t i v e

6 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXIV numero 8 - novembre-dicembre 2017

M

ai come in questi ultimi tempi si registra nel no- stro Paese una “crisi di sistema”, con un progressivo de- finanziamento della sanità pubbli- ca, contrapposto alla evidente dif- ficoltà degli organismi politico- amministrativi nel pianificare e re- alizzare un progetto credibile di ammodernamento del Servizio Sanitario Nazionale che lo renda economicamente sostenibile, pre- servandone al tempo stesso effi- cacia ed equità.

Stiamo assistendo viceversa ad una crescente burocratizzazione ed ingerenza della politica nella sanità, tra agenzie regionali, com- missari, manager, dirigenti e un ipertrofico apparato burocratico- amministrativo, che non solo di- stoglie risorse economiche e tem- po dalle cure mediche, ma preten- de di amministrare la sanità svuo- tando di autonomia la professione medica, limitandone la libertà di curare e assoggettandola ad algo- ritmi economicistici sulla base di una supposta “sostenibilità”.

La realtà è che si stanno sempre più riducendo i livelli reali di assi- stenza e fasce sempre più larghe di popolazione non accedono alle cure per difficoltà economiche, mettendo così a rischio uno dei diritti fondanti della nostra Costi- tuzione e di una società civile: il diritto alla tutela della salute.

In questo scenario, la Medicina Generale sta vivendo a sua volta un momento particolarmente dif- ficile. Da un lato la disciplina deve difendersi dalla applicazione di modelli gestionali che, in contro- tendenza rispetto agli orientamen- ti governativi auspicati dall’OMS e da tutti gli organismi di politica sanitaria internazionale, tendono a marginalizzare la Medicina Ge- nerale espropriandola del rappor- to fiduciario con il cittadino porta- tore di cronicità e appaltando la gestione della cronicità stessa a soggetti “terzi” non sempre ben identificati, attraverso PDTA pre- definiti a “costo fisso” (DRG ter- ritoriali) costruiti al di fuori della professione.

Un disastro annunciato. Specie in un Paese in cui mai è stato norma- to e incentivato seriamente il comparto della “sanità Integrati- va” (polizze e mutue), come da anni sta avvenendo in altri Paesi della sfera occidentale.

Dall’altro la disciplina deve deci- dere di ammodernarsi ed agire di conseguenza per affermare il suo ruolo di attore principale delle Cure Primarie e di garante per il cittadino.

¼

¼ Le forme associative

L’esigenza di attribuire al medici di medicina generale nuovi com- piti e nuove competenze, am- pliandone anche le capacità dia- gnostiche, e la necessità di dare definitivamente il via al processo di riorganizzazione e riqualificazio- ne della sanità territoriale attra- verso un forte indirizzo verso lo sviluppo di Forme Associative Complesse a crescente livello d’integrazione professionale (Ag- gregazioni Funzionali, UCCP-Uni-

Possiamo evitare l’emarginazione ed il rischio di estinzione, attuare i principi

della “medicina d’iniziativa” e dare avvio all’era della “medicina di prossimità”, a beneficio dei cittadini e a salvaguardia del Ssn. Lo possiamo fare partendo dai nostri punti di forza:

capillarità, facilità di accesso, rapporto fiduciario, conoscenza del contesto, visione olistica…

e dando un nuovo impulso alla Formazione Specifica in Medicina Generale il cui programma formativo andrà adeguato alle nuove esigenze professionali

Vincenzo Contursi

Responsabile Area Cardiovascolare e Scuola di Alta Formazione SIICP

Innovarsi o estinguersi:

il dilemma sul futuro della MG in Italia

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p r o s p e t t i v e

M.D. Medicinae Doctor - Anno XXIV numero 8 - novembre-dicembre 2017 7 tà Complesse Cure Primarie) deri-

va innanzitutto da considerazioni di carattere epidemiologico che riguardano l’attuale scenario sani- tario italiano ed europeo.

Attualmente un medico di famiglia ha in carico, nella popolazione assi- stita, circa il 6% di diabetici, il 35%

di ipertesi, il 10% di pazienti con pregressi eventi cardiovascolari (IMA, ictus, interventi di rivascola- rizzazione, arteriopatia aterosclero- tica…) il 2% con scompenso car- diaco cronico; a questo si aggiunge la crescente incidenza di malattie respiratorie e BPCO (terza causa di morte in Italia), patologie oncologi- che, malattie osteoarticolari dege- nerative, demenza senile, disturbi psichiatrici; non ultimo il problema dell’assistenza ai pazienti in fase terminale e quello delle cure pallia- tive. Senza dimenticare la gestione delle patologie acute comuni e di quelle ad alto impatto sociale (epi- demie influenzali). Il campo d’azio- ne della Medicina Generale è quin- di vastissimo, molto più di quello vantano la gran parte delle specia- lità; si estende su tutti i campi della clinica e richiede capacità gestio- nali e relazionali di prim’ordine.

¼

¼ I punti di forza su cui investire Le Cure Primarie devono evolvere rapidamente per consentire una nuova gestione del territorio, per fornire risposte adeguate alle mu- tate esigenze sanitarie dei cittadi- ni e fornire percorsi di cura miglio- ri e più appropriati, in particolare per la presa in carico globale del paziente cronico.

La Medicina Generale, partendo dai suoi punti di forza (capillarità, facilità di accesso, rapporto fidu- ciario, conoscenza del contesto, visione olistica…) deve quindi spo-

stare in alto il proprio livello profes- sionale abituandosi all’uso delle nuove tecnologie e della diagnosti- ca di primo livello, investendo cul- turalmente sul proprio futuro, sia nella Formazione Specifica in Me- dicina Generale (il cui programma formativo andrà adeguato alle nuo- ve esigenze professionali) che lun- go l’intero percorso professionale.

Nasce così l’esigenza di formare il Medico di Medicina Generale con Interessi Speciali, detto an- che semplicemente “Mmg Esper- to”, ruolo non ancora riconosciuto a livello istituzionale in Italia, ma che risponda alla necessità di ri- progettare la struttura organizzati- va dell’ambito delle Cure Primarie sviluppando un livello intermedio delle cure, oggi assente, consono al profondo cambiamento in corso dello scenario sanitario, caratteriz- zato dallo spostamento in avanti di tutti i livelli di cura verso stan- dard a sempre maggiore compe- tenza e complessità, in ragione del progresso tecnologico nelle scienze mediche da un lato e delle sempre maggiori attese di salute e di qualità di vita della popolazio- ne generale, dall’altro.

¼

¼ General Practitioner with Special Interest

Il “Medico di Medicina Generale con Interessi Speciali”, oltre a con- tinuare a svolgere principalmente le funzioni tradizionali del suo ruo- lo, sviluppa un “particolare interes- se”, e quindi competenze cliniche, in un particolare ambito (patologia ad alta prevalenza, afferente ad una specifica disciplina medica…) cui dedica parte del suo tempo la- vorativo nell’ambito delle attività associative in una logica di team multi-professionale (MMG; infer-

miere; Specialista Ambulatoriale;

…). Questo nuovo profilo profes- sionale si prefigge uno o più dei seguenti obiettivi:

• Clinici: miglioramento della qua- lità assistenziale in ambito territo- riale, relativamente a quelle pato- logie a più alta prevalenza e di maggior interesse per le Cure Pri- marie, rendendo anche più appro- priato l’accesso alle cure di secon- do livello e delocalizzando nel con- tempo alcune prestazioni (diagno- stica di primo livello) più vicino al cittadino e contribuendo alla ridu- zione delle liste d’attesa e dei rico- veri impropri.

• Gestionali: attuazione della Me- dicina di Iniziativa, attraverso l’i- dentificazione per classi di rischio o specifiche condizioni cliniche dei soggetti cui indirizzare gli in- terventi clinico-assistenziali; pro- grammazione, organizzazione e coordinamento delle attività assi- stenziali, attraverso la definizione di PDTA affidati alle Forme Asso- ciative Complesse delle Cure Pri- marie.

• Formativi: promozione della for- mazione continua e tutoraggio “in loco”, nell’ambito del proprio spe- ciale interesse, rispetto sia agli al- tri colleghi che alle altre figure del team di cure primarie quali per esempio infermieri, dietisti, fisio- terapisti, ecc…

Solo realizzando questo percorso di crescita professionale ed orga- nizzativa la Medicina Generale po- trà evitare l’emarginazione ed il ri- schio di estinzione; e sarà pronta per affrontare le sfide del prossi- mo futuro: attuare i principi della

“medicina d’iniziativa” e dare avvio all’era della “medicina di prossimi- tà”, a beneficio dei cittadini e a salvaguardia del nostro Servizio Sanitario Nazionale.

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