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, Milano, Giuffrè Francis Lefebvre, 2020, pp. XXIII-939. A M , Manuale di diritto penale. Parte generale Recensione a A C L

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L

E IDEE DEGLI ALTRI

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NTONIO

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AVALIERE

Recensione a ADELMO MANNA, Manuale di diritto penale. Parte generale, Milano, Giuffrè Francis

Lefebvre, 2020, pp. XXIII-939.

Nel panorama estremamente ampio e variegato dei manuali relativi alla parte generale del diritto penale, il pregevole Volume dell’illustre Collega Adelmo Manna si lascia particolarmente apprezzare per alcune significative peculiari- tà.

Si tratta, invero, di un vero e proprio trattato, scritto da un insigne professore universitario, ma destinato principalmente alla preparazione postuniversitaria per il concorso in magistratura e per l’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense. Ebbene, l’innovatività dell’operazione culturale consiste, in particolare, nell’occuparsi di una fase nevralgica per la formazione ‘profes- sionalizzante’, nella quale, negli ultimi anni, tendono a prendere il sopravven- to, invece, manuali redatti anche da autorevoli magistrati. La formazione uni- versitaria e quella postuniversitaria del giurista, in rapporto alla materia pena- le, appaiono, così, caratterizzate dal rischio di una cesura artificiale tra il dirit- to penale ‘dei professori’ e quello ‘dei magistrati’. E mentre la manualistica universitaria privilegia, condivisibilmente, la ricerca di un saldo impianto teo- rico e l’orientamento ai principi nell’interpretazione e nell’elaborazione si- stematica della materia, riservando uno spazio talora limitato alla giurispru- denza, la manualistica postuniversitaria tende a porre in secondo piano tali profili fondamentali ed il relativo dibattito dottrinale, concentrandosi in ma- niera talvolta nozionistica e ridondante sull’evoluzione e sulle oscillazioni de- gli orientamenti della prassi giudiziaria.

Adelmo Manna realizza dunque un’opera di cui si avverte assolutamente la necessità, coniugando la visione teorica d’insieme dello studioso accademico con l’attenzione alla prassi. In ogni capitolo dell’opera vengono prima poste le indispensabili, solide basi dommatiche e politico-criminali, per poi affron- tare punto per punto, attraverso dei “focus” molto curati – anche con l’ausilio di valenti collaboratori -, un’analisi ragionata, documentata ed aggiornata sia delle novelle legislative che delle concrete questioni che impegnano la giuri- sprudenza.

I connotati peculiari dell’opera appaiono evidenti fin dal primo capitolo, de- dicato all’“introduzione storica al diritto penale”. Si tratta di una premessa necessaria, che molto opportunamente non viene fatta mancare in un manua-

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le ‘professionalizzante’. Allo stesso tempo, l’introduzione dà subito i suoi primi frutti nell’analisi delle più recenti tendenze culturali del diritto penale e si conclude con un “focus” legislativo relativo alle disposizioni penalistiche contenute nel recente d.l. n. 18/2020 “Misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno per le famiglie, lavoratori ed imprese con- nesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19”.

Ampio spazio viene riservato ai principi costituzionali del diritto penale, veri- ficandone immediatamente l’impatto sulla giurisprudenza. Ed un particolare rilievo viene condivisibilmente assegnato al nodo culturale, nevralgico, dell’interpretazione in diritto penale e della discussa vincolatività del prece- dente giurisprudenziale in tale materia.

L’imponente parte seconda del volume concerne la teoria generale del reato.

Essa si segnala subito per l’ampia trattazione preliminare del problema della responsabilità degli enti e dei relativi risvolti processuali. La struttura del reato viene analizzata secondo un modello quadripartito, che assegna alla punibilità il ruolo di quarto elemento del reato. Le peculiarità della fattispecie commis- siva colposa e della fattispecie omissiva vengono illustrate all’interno di una visione definita quale “temperata” della cosiddetta costruzione separata dei tipi di reato; si pone così adeguatamente in risalto, accanto alla definizione degli aspetti particolari della tipicità della condotta colposa e di quella omissi- va, anche la necessità di elementi imprescindibili e comuni ad ogni fatto tipi- co.

Dopo aver esposto compiutamente i problemi della tipicità, dell’antigiuridicità e della colpevolezza, l’illustre Autore passa a trattare il pro- blema del concorso apparente di norme e del ne bis in idem, soffermandosi particolarmente sulla giurisprudenza della Corte EDU.

Un’attenta considerazione è riservata alla punibilità ed alle cause estintive del reato; tra esse, viene analizzata diffusamente la prescrizione del reato, se- guendone l’evoluzione fino alle più recenti riforme. Ma meritano di essere poste nel debito rilievo anche le pagine relative alla collaborazione processua- le ed alle operazioni sotto copertura.

Nell’ambito della trattazione delle forme di manifestazione del reato, partico- lare interesse assumono la discussione del tema del concorso cosiddetto esterno nel reato associativo e l’analisi dell’aiuto al suicidio, vista quale forma

“anomala” di concorso di persone nel reato.

Alla dottrina della pena è dedicata l’intera terza parte del Trattato. Essa si apre con un capitolo riguardante il problema della funzione della pena, che prima affronta il relativo dibattito teorico, poi ricostruisce l’impianto generale

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del codice Rocco ed il volto costituzionale della sanzione penale, giungendo, infine, ad esaminare la spinosa ed attuale questione del sovraffollamento car- cerario.

L’esposizione relativa alle pene in senso stretto contiene, tra l’altro, una disa- mina approfondita del problema dell’ergastolo ed in particolare di quello ostativo. Nell’ambito delle misure di sicurezza, molto estesa è la riflessione, anche critica, sulle recenti forme di confisca. Alla commisurazione della pena in senso lato e in senso stretto vengono riservati ben tre capitoli; essi hanno ad oggetto, rispettivamente, le circostanze del reato – laddove speciale attenzione viene rivolta alla recidiva ed alle decisioni della Corte costituzionale su recidi- va e bilanciamento di circostanze -, il concorso di reati e la commisurazione della pena “intraedittale”. Infine, di notevole importanza è la trattazione am- pia ed articolata di un tema talora a torto trascurato, quello degli strumenti parapenali di controllo sociale, specialmente in rapporto alle misure di pre- venzione; pure in tale ambito, viene posta nel dovuto risalto l’evoluzione della giurisprudenza, interna ma anche della Corte EDU, e l’analisi si estende fino ad affrontare i recenti decreti sicurezza.

Ad uno sguardo d’insieme, l’intero Trattato appare felicemente caratterizzato da una visione generale che tiene conto di tutti i cosiddetti ‘formanti’ del dirit- to penale, ed ancor più da un’impostazione che, pur trasmettendo un’imponente mole di conoscenze, rifugge da ogni sterile nozionismo ed af- fronta in maniera consapevolmente problematica e critica gli istituti. E forse proprio in questa preziosa lezione di metodo, oltre che naturalmente nella ricchezza dei contenuti, consiste il maggior pregio dell’opera davvero origina- le di Adelmo Manna.

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