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ANTONIO DE PELLEGRINI. _ r _ É zzs. Di GIACOMO DA SACILE IN VENEZIA PRESSO LA TIPOGRAFIA EMILIANA 1920 SF, 405 / 34

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(1)

ANTONIO DE PELLEGRINI

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Di GIACOMO DA SACILE

IN VENEZIA

PRESSO LA TIPOGRAFIA EMILIANA 1920

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PADOVA, 10 MARZO 1920

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Nipote carissimo !

Ben so che, di fronte alle imprese compiute dat prodi nostri soldati nell'ultima guerra, sono poca cosa le gesta d'altri tempi.

Pur tuttavia a mostrarti che proprio in Friuli, anzi non lungi dalla' tua Aviano, s ebbe anche in passato qualche bell'esempio di valoroso guerriero

l offro la stampa di alcuni cenni. storici su Giacomo Mammalucco condottiere della sic blica veneta.

Colgo poi quest occasione per esprimere a te

e alla tua diletta Teresa i voti più. sinceri di felicità che ben meritate.

i Porcia, 10 marzo 1920

| Il tuo

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Di Giacomo da Sacile detto Mammalucco —

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È noto ‘nella storia della milizia veneta. Gerolamo da Sacile, valoroso condottiere che prese parte alla

‘ guerra di Cipro e trovò nella difesa di Famagosta morte. |

gloriosa insieme a Marc’ Antonio Bragadin. Poco cono- sciuto invece è ùn altro guerriero friulano al suddetto

quasi contemporàneo, che, sebbene non nato nella cit- tadina ricordata, pur tuttavia figura nei documenti col.

«nome di Giacomo da Sacile.

| Questo. condottiere di cavalleria aveva | sortito i natali in Malnisio, non lungi da Aviano, da BORN pani tadini. La

Nella tremenda invasione dei Turchi del 1499 i

— territorio di Aviano softrì forse più degli. altri incendi — e stragi: si contarono ben 1965 tra morti e prigionieri.

e di quest'ultimi fu anche il giovane Giacomo di Malnisio.

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| creda

Giunto quale schiavo. dei Turchi in levante, venne

acquistato da alcuni mercanti che lo trasportarono, al‘

Cairo. Colà, abiurata la religione cristiana e datosi alle

armi, divenne ben presto esperto nel cavalcare e nel maneggiar l'arco, tanto che potevasi considerare UD +.

vero mammalucco, perchè dei GiAnizzen. aveva appreso »

1 arte con perfezione. “+

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‘ Allorchè il Sultano. conobbe le rare doti militari sì di Giacomo, lo volle al suo servizio e se lo tenne ca- rissimo, creandolo anche caschì, grado corrispondente I a

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il valore e l’agilità di > Mammalucco furono

| in Rodi levati alle stelle, mi

all'insaputa dell’ ambascia

‘valleria, ma costituit

che mal si prestavano con ani

Dovendo poi il detto Tangavardi quale oratore

di dargli per compagno Giacomo Ma che ardeva dal d

parve vero di se

Durante il via

principe spedire il suo fido |

a Venezia, stimò opportuno

mmalucco. A costui, esiderio di rivedere patri lari, non

guire l’ ambasciatore. ea

ggio fecero sosta a Ro omo ed uno stradiota degli stradioti e dei mammalucchi.

Non potendosi mettere d’ acco fra i due un singolare combatti

anche dei magistrati del luogo. —

— Saliti a cavallo i due giovani si Scagliano animo-

Samente uno contro l’altro armati di lancia e spada.

Ma Giacomo disarma

ben presto lo Stradiota e con

forte spinta lo getta dal cavallo che riduce in suo po-

di c qui sorse circa il valore

rdo a parole, seguì

mento alla presenza

._ Ripreso quindi il viaggio e giunti a Venezia, mentre

Tangavardi attendeva. a disimpegnare il suo ufficio presso la Signoria, Giacomo

potè conoscere e far sua

una giovane della Città,

gì a Porcia

| | | cette poi ras- Segnarsi a partir solo per l’ oriente, mentre il Mam- malucco rimase in patria ed offerse j SUOI servigi a Venezia, che di buon 8&rado lo n

© precisamente capo di leggieri. — La repubblica possedeva in

quell'epoca molta ca- a in gran p arte d’ uomini d’arme, mali grossi e col peso delle armi alla dife

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nelle esercitazioni di cavalleria.

. periodo.

© una pagina grazione,

dei mammalucchi. Naturalmente a ciò si prestava assai bene Giacomo da Sacile, ch’ era stato da sei a sett'anni in levante e che, per quello che s'è detto, era maestro

Per eifetto adunque della parte 27 settembre 1507 egli entrò agli stipendi della repubblica quale condot

| tiere, con ducati dieci al mese, in ragione, di paghe otto all'anno e con l'obbligo di tener due cavalli ed un famiglio ©.

La ducale 3 ottobre dello stesso anno® stabiliva il luogo in cui Giacomo doveva esercitare il suo ufficio ch'era nella Patria del Friuli e precisamente in Porcia ® dove il luogotenente aveva l’incarico di provvederlo di stanze e di tasse secondo il solito, affinchè potesse istruire i suoi uomini nella mz/izza. alla mammalucca Ciò rilevasi da alcuni documenti che pubblichiamo

estratti dall’ Archivio di Stato di Venezia. Ma oltre che

‘ nel registri del Senato e nelle ducali ai luogotenenti chi scorre i Diari del Sanudo dal 1508 al 1511, s'im-

batte non di rado in questo tipico comandante di leg-

| giceri, che da umili origini seppe assurgere ad un posto . notevole nella milizia veneta e combattere con onore nelle lotte che la repubblica ebbe a sostenere in questo

. Lo stesso Giovanni Partenopeo, nella sua cronaca della guerra del Friuli contro i tedeschi‘, La dedica

(4) Doc. IL

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(*) Poco fuori di - Porcia v'è ancor oggi un linbio: ‘piano di

| proprietà della Marchesa Gherardini che si addita col nome el ma- maluch, appunto perchè colà GIRONA. da Sacile recavasi ad istruire

i suoi soldati.

(*) TASSINI: La guerra del Friuli contro î Tedeschi (1508- 1513).

— Cronaca di Giovanni Partenopeo, Udine, Del Bianco, 1916, pag. 9.

(10)

“una meraviglia Il vederlo a cavallo.

. > maestria, che la gente stava atton

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Ma particolarmente scrisse di questo condottiere

il chiaro umanista conte Giacomo di Porcia, che ebbe

| agio di conoscerlo da vicino e forse ospitarlo nel suo

castello, in un opuscolo ancora inedito dal titolo:

In laudem Jacobi Mamalichi® "n |

Negli scritti di questi autori andremo ora spigo-.

lando qua e là alcune notizie. I

| «Il citato Partenopeo, dopo aver parlato della ras- segna dell'esercito passata da Bartolomeo Alviano non . lungi da Tricesimo ed espresso il suo entusiasmo per

— le milizie venete che venivano contrapposte alle te-

desche, seguita così descrivendo il valore del Mam-

-malucco. |. o E i

._ « Non mi pare qui luori di posto raccontare le pro-

dezze ch'io vidi di un cavalleggero nativo di Porcia LA

‘ nella giurisdizione dei conti dello stesso nome. Costui da fanciullo era stato portato via in levante dai Turchi,

che anni addietro avevano invaso la Patria facendo.

‘grandi prede di roba «e di persone ed aveva imparato —

a cavalcare, a saettare ed altri simili esercizi, dei quali |

molto si diletta la cavalleria turca; in tali esercizi e giuochi egli aveva acquistata .sì grande abilità, che era ederli

Mentre questo cor-

| reva'a briglia sciolta, il cavaliere con somma prestezza

balzava ‘ora sulle spalle, ora sul groppone dell’ animale ed in luogo delle redini pareva si ser

| attaccate al lato opposto : e questi v

guiva con tanta frequenza e prest

visse di correggie olteggiamenti ese- eZza e con. tanta I ita a. contemplarlo .ad ogni balzare ch'egli faceva ora alla testa ora alla ©

| coda del cavallo lanciato a. gran galoppo: di più nel

(!) Bibl. comun. di San Daniele: Racc. F

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E a Malnisio (°) Qui erra il cronista : abbiamo già notato che Giacomo in quel di Aviano. El ge (e nacque se ontanini, mss., cod. 216:

(11)

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correre egli sacttava con tanta precisione da colpire nel segno meglio che se fosse stato a pie’ fermo : sal- tava giù da ‘cavallo e risaliva con tanta velocità, che.

pareva piuttosto un volo. che un salto; talora stava

in groppa inginocchiato o in piedi ed armeggiava con

lo scudo e con la lancia; oppure tenendo in. bocca la.

spada nuda, fingeva di combattere con l’arco e le saette,

o si lasciava andar lungo disteso sul dorso del cavallo

sempre a gran corsa. Tutte queste prodezze egli fa-

ceva con incredibile agilità quasi a trastullo, di modo

| che la gente non finiva di far le meraviglie e di go- “i | I

dersi lo spettacolo ». I SA

. Questa descrizione corrisponde perfettamente a i quella che del Mammalucco fa l’ umanista Porcia nello

scritto sullodato.

Il Porcia poi aggiunge circa la destrezza nel tirar d'arco un dato di fatto sul nostro Giacomo e dice che

una sua freccia lanciata dal castello arrivava. talvoltà fino alla chiesa di S. Giorgio, ciò che non si sarebbe certamente ottenuto con una balestra o con altro istru-

mento bellico. "ca Sue Sn

Seguendo ancora quest'ultimo scrittore, “veniamo ta compiute da Giacomo da Sacile durante la”

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guerra della lega di Cambrai. se ERI Più volte venne egli alle mani con tedeschi e fran-

ando vittoria ed. uccidendo anche parecchi

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fra le altre suc imprese vogliamo ricordare

nemici, ma

la seguente. Un giorno mentre faceva incursione con altri cavalleggieri nel campo nemico, rimase segregato dai compagni e venne assalito da quattro soldati in

luogo angusto. I Ne CEE

Costoro presero 4 scagliargli dei sassi, ma Giacomo,

irritato, li rincorse e ad uno ad uno tutti quattro li uccise.

Sempre primo alla pugna era 1 ultimo a ritirarsi . ed animava costantemente i compagni accorrendo anche

dove era più grave il pericolo. i Ta sl sei

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(12)

Allorchè nel Cremonese, non lungi dall’ Adda, si trattò d’ispezionare le forze nemiche passando il fiume e nessuno dei veneti osava farlo, Giacomo solo si of-

ferse alla bisogna: quindi poste le mani addosso ad un

cavaliere francese, Io condusse A str al compagni fra la gioia e gli applausi.

A sua volta però, poco dopo, egli venne preso dai nemici e condotto a’ Mantova; ma il marchese

Francesco lo accolse onorevolmente e lo colmò di doni

quando potè avere da lui le solite prove di agilità c di coraggio.

In seguito i veneziani trovarono modo di’ riscat- tarlo con altro prigioniero e di adibirlo in servizi di

maggior conto aumentandogli anche condotta e stipendi ©.

Così dopo Agnadello vediamo il Mammalucco in-

tento quale capo di stradioti a ricuperare alcuni luoghi dei veneziani. Nel maggio del 1510, per ordine del

Gradenigo, lo troviamo insieme al Greco (altro con- dottiere) . a Montagnana allo scopo di spingere quelli

del luogo ad arrendersi e poco dopo a Marostica ®.

Ma lasciamo la parola al Sanudo.

« 1510, 8 giugno. — Di Marostega, di sier Vincenzo Baffo podestà. Come quella mattina venne l’inimico mezzo mio appresso ct li è da zercha 100 cavalli e Jacomo Mamalucco uscì fuora, prese doi morti et

doi altri. so 63) ),

« 1510, 14 giugno. - Mandano lettere haute di

Bassan zercha quello fo fatto heri per nostri contra inimici che si aproximavano a Marostega e dil conte.

Piero Monochovich e Jacomo Mamalucco, quali det- tono dentro et preseno 16 ct vadagnarono 10 cavalli.

i quali erano ussiti molto grossi... ».

—__—_—_——_——

(4) Doc. Ti e IV.

(*) Sanupo : Z Diari, vol. X, col. 371.

(8) Id., id., col. 544, 545.

(4) Id., id., col, 567.

(13)

|

si vallo:

«1510, 15 e 16... - Da Udine di sier Antonio

Zustignan. Dil zonzer di stradioti Francesco Sbroia- vacca, Zenon, Detrico, Jacomo Mamalucco e altri,

sichè la' patria è assicurata per li diti cavali zonti, nè

dubitano più et inimici vanno al Sono con le. sue braverie © »,

« 1510, 13 settembre. — Di sier Alvise Mocenigo

el cavalier provedador zeneral, date a Cividal de Bellun.

Come ha cressuto a Jacomo Mamalucho di cavalli 12 . aveva prima cavalli 13, sichè l’habi 25 cet merita assal.

e starà a Feltre” ». !

« 1511, agosto. - I nemici a Verona, zoè Mercurio Bua capo de stradioti prese Jacomo Mamalucho e lo lassò su la fede de far contracambio o tornar: el qual tornado in Verona senza poter. haver el cambio, Mercurio el vestì di seda dicendo: tu è valente homo e di fede etc. Item diti inimici par prendano soldati e li lassano dicendo: fate cussì vui »,

Per il suo carattere forte adunque e grazie alla generosità del condottiere Mercurio Bua potè ancora Giacomo da Sacile far ritorno all'esercito veneto; ma poco appresso imbattutosi in una frotta di sensi fu da questi con Mazze ferrate percosso e gettato da ca-

Combattè egli a piedi per qualche tempo con grande accanimento, se non che poi vista la mala pa- rata, spiccò un salto e corse a nascondersi in un vicino terreno paludoso ed inaccessibile al cavalieri nemici.

Ma circondando questi il luogo, solo tre giorni appresso

potè ridursi in Padova. Per tali disagi e fatiche fu colto

dalle febbri e condotto a Venezia, dove poco dopo si

(*) Sanupo: Z Diari, vol. X, col. 813.

(2) Id., id,, vol. XI, col. 344.

(£) Id., id., vol. XII, col. 338.

(14)

‘popolo ©. |

| Era il 5 settembre del 1511. Della fine di questo

singolare condottiere friulano così parla anche il Sanudo. | N

« In questo zorno fu sepolto qui a Santa Croxe i | RN.

a la Zuecha Jacomo Mamalucho, qual era ai nostri i stipendi. Questo fo moro: vene qui con Tangavardi e

perchè era di Friul, volse tornar a la fede di Cristo

| e si fece cristian: e perla Signoria per essere valente

homo, li fo dato cavalli e provision: questi soto Ve-

“rona da Mercurio Bua fo preso et lassato, poi ammalò:

ora è morto Ma,

#

AntonIo De PELLEGRINI .

(1) Tacont com, PuruzisARow, op; mMSss. In lande Jacobi Ma- GW di

. ‘maluchi, cit. 00

6. SANUDO : I Diari, vol. XI, col, 163.

È

ie ||. spense con grande dolore e mestizia del Senato e del

(15)

la virtù et strenuità sua. Et parti

cristiana, supplicando che li

| tenir do cavali e

el qual Jacomo haver debia soto

| habiano de stipendio ducati tre

î hano lì stratioti- nostri, da esser pagati

eee ei meraalina di Lebez TA gl.

DOCUMENTI

E agi

I

Arch. di Stato in Venezia. — Senato sad reg. al, li 45.

1507. Die XXVII septembris.

È restato da Tangavardi quale era ambasador de lo Il mo Sior Soldan a la Signoria nostra Jacomo da Sacil subdito nostro, quale za 6 in 7 anni fo preso da turchi et per sorte sua pervene al .Cayro, dove se fece moro et se esercitò a la militia de Mamaluchi et fece

tal functo che de lì fo facto Casc

to esso Tangavardi se apresentò a nostra dicendo haverse ‘ocultato per ritornar a la fede

sia provisto al viver suo, offerendose | insegnar la soprascripta militia, ne la quale le molto perito come e sta certificà la Signoria nostra et sia da acceptar el detto Jacomo cum allegro animo et darli el modo sì de poter viver come de in- struir et disciplinar persone in questa militia, quale’ e per ritornar È

in benefitio del stato nostro. |

L'anderà parte che per sucionià: de. gusto Conseglio el pre- dicto Jacomo da Sacil sia tolto a li stipendi] nostri cum ducati X zoè diexe al mese, a rason de page 8 al anno, cum obligation - de t uno fameglio per li quai cavali aver debia le.taxe naria : el qual stipendio li sia pagato de ‘li danari de’

ation et redution da la Camera nòstra de Vicenza:

a la Signori

et la ‘biava ordi la limitation excans

a soprascripta militia come el se ha offerto far et

a disciplinare ne | |

al mese: ‘et la biava per uno. come.

danari a la predicta Camera nostra .de Vicenza. n

De parte 174 Ò Ra

Non syncere 0 De non 8.

hì et ‘hera molto honorato mediante.

de sì homeni diexe, li .quali l'habia co

i de la sorte de li soprascripti “

(16)

IL

Arch, detto. — ‘Luogotenente della Patria del F riuli.

Ducali, filza 274, vol. M, pag. 12.

1507

Pro Domino Jacobo Mamaluco de Sacilo

Leonardus Lauredanus Dei gratia Dux Venetiarum etc. Nobilibus et sapientibus viris Andreae Lauredano de suo mandato Locum- tenenti Patriae Forijulij et successoribus suis fidelibus dilectis sa- . lutem et dilectionis affectum.

Habiamo conduto cum el nostro Conseglio de Pregadi a li Stipendi] nostri el strenuo Jacomo da Sacil presente exibitore cum ducati X al mese a rason de page VIII al anno; cum obbligation de tenir do cavalli et un fameglio et cum le taxe de epsi cavalli et.

la biava soto el qual volemo siano diese homini da esser per lui Insegnadi ne la militia a la mamalucha, ne la qual lui è perito per esser stato alcuni anni al Caiero: et perchè volemo che li sia provisto de le stantie et tasse sue, habiamo statuito che quelle li siano resposte in quella Patria nostra. Per tanto vi dicemo che li fazate responder le tasse et stantie sue in Porcia per li suoi do ca- valli et fameglio justa el consueto. Et insuper sicome el vi apresen- terà li homini et cavalli fino al numero de X ut supra, li farete scriver et cusì come ‘li acceptarete, cusì li farete provveder de li suo aloza- menti in Porcia apresso el capo suo, aziò li possa instruir li vinti come è intention de la Signoria nostra: mandando poi a nui la in- scriptione,

Has autem lectas presentanti restituite.

Datae ‘in nostro Ducali Palatio die III octobris MDVII, indic- tione XI

IL

Arch. detto. —- Senato Terra, reg. 16, c. 158 1508

Quod conducta Jacobi Mamaluchi augeatur ad numerum XXV equitum cet habeat ducatos X singulis mensibus pro stipendio eius pRSOREE

MDVII, Die secundo februarij.

Merentur probitas et strenue operationes fidelissimi nostri Jacobi Mamaluchi ut illi in ea parte maxime satisfiat qua ostendit ardens

(17)

suum desiderium exercendi se et socios in rara militia sua ad utile.

et commodum nostri dominij et propterea vadit pars quod prenomi- nato Mamalucho redintegretur sua conducta, que erat viginti et au-

‘geatur ad numerum viginti quinque equitum et habeat pro stipendio

«persone sue ducatos decem singulis mensibus.

De parte 165 De non l Non sincere 0

IV.

Arch. detto. — Luogotenente della Patria del Friuli, Ducali, filza 274, reg. M, p. 431.

1509

Pro Jacobo de Sacilo stipendiario.

Leonardus. Loredano Dei gratia Dux Venetiarum etc. Nobili et sapienti viro Joanni Paulo Gradinico de suo mandato locumtenenti o Patriae Forijulij fideli dilecto salutem et dilectionis affectum.

Habiando accresciuto al strenuo Jacomo da Sacil cavalli dodese

si che in tuto l’habi de conducta cavalli vinti, vi comandemo adunque che appresentandovi essi cavalli dodese che siano sufficienti et cum boni, homini, quelli dobiate scrivere dandoli prestissima ex- pedicione, azò volantissime el se ne vadi in. Veronese cum la com- pagnia sua: solicitandolo quanto poreie a spagarse, azò Dio el -

possi esser in Veronese. |

Ne mandereti copia de la scriptione che li fareti: le presente

‘ — veramente lecte le fareti al presentante restituere.

Datae in nostro Ducali Palatio, die nona Apitia; indictione duo-

decima, 1509. |

(18)

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