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La distanza del cielo di Federico Platania

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Academic year: 2022

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La distanza del cielo di Federico Platania

Sarà in libreria da giovedì 25 marzo La distanza del cielo – Un atlante beckettiano, il nuovo romanzo di Federico Platania, un libro in cui la storia del protagonista si intreccia alle vicende umane e letterarie dello scrittore irlandese Samuel Beckett.

Federico Pacifici è considerato uno dei massimi esperti di Samuel Beckett. Il giorno precedente a un convegno, mentre si trova in visita a Cooldrinagh, la casa di Dublino in cui lo scrittore nacque e trascorse la sua infanzia, riceve una telefonata che lo costringe a una partenza improvvisa.

Comincia così un viaggio attraverso i principali luoghi beckettiani, un percorso che lo obbligherà a fare i conti con alcuni eventi drammatici della sua vita, in primo luogo l’improvvisa scomparsa della figlia, di cui non ha più notizie da anni.

In questo viaggio le vicende di Federico Pacifici si alterneranno a quelle dello scrittore irlandese, in un percorso fisico e biografico in cui la vita di Samuel Beckett esce dalle pagine e si intreccia con quella del protagonista, in un’intima parabola di risoluzione personale.

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Federico Platania (Roma, 1971) è l’ideatore e il curatore del sito samuelbeckett.it, divenuto negli anni punto di riferimento per gli appassionati italiani dello scrittore irlandese. Dopo aver partecipato a saggi collettivi e aver tenuto interventi su Beckett all’Accademia di Belle Arti di Macerata, all’Accademia di Brera e al San Patrizio Livorno Festival, in La distanza del cielo rielabora la grande quantità di informazioni raccolte negli anni.

Federico Platania ha esordito con la raccolta di racconti Buon lavoro (Fernandel, 2006), a cui sono seguiti i romanzi Il primo sangue (Fernandel, 2008), Bambini esclusi (Fernandel, 2012) e Il Dio che fa la mia vendetta (Gallucci, 2013).

LA DISTANZA DEL CIELO Un atlante beckettiano Autore: Federico Platania Pagine: 168

ISBN: 9788832207286

Libro € 13,00 – ebook € 6,49 Collana: Fernandel

Per info e contatti:

http://www.fernandel.it

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Manicomio di Mark Robson

Manicomio (Bedlam) di Mark Robson (Usa/1946) Durata: 79′ Genere: drammatico, orrore, thriller

Londra, XVIII secolo. George Sims (Boris Karloff) gestisce il manicomio di Bedlam, ma con metodi a dir poco disumani. Nell Bowen, indignata, vuole rendere di dominio pubblico ciò che accade ma il diabolico dottore la dichiara pazza e la tiene prigioniera. Ma essendo quest’ultima amica di un lord, gli eventi sfuggiranno di mano allo scienziato…

Distribuito dalla RKO Pictures, prodotto da Val Lewton, è il quarto film diretto dal sopracitato regista, che è anche co- sceneggiatore insieme a Val Lewton. Su tutti spicca nel cast l’icona del brivido Boris Karloff, nel ruolo del diabolico dottore. Il ruolo della giovane Nell Bowen è affidato ad Anna

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Lee (1913 – 2004).

Si tratta dell’ultimo film del terrore prodotto da Val Lewton, il quale morirà prematuramente a soli 47 anni nel 1951.

Recensione selezionata su Horror GHoST, iscriviti gratuitamente al gruppo:

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American Highways: l’omonimo singolo

L ’ o m o n i m o s i n g o l o r a c c o n t a l a s t o r i a d i un’amicizia. Un’avventura sulle autostrade americane, la metafora che individua nelle lunghe distese d’asfalto il sogno musicale degli American Highways.

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Il nuovo omonimo singolo del duo composto da Giovanni (chitarrista e compositore) e Federico (cantante e compositore) è infatti un mix di avventura, amicizia, musica country e rock vecchio stile, nato da una serie di riff molto diversi tra loro che, uniti, hanno dato luce alla magia.

Ad accompagnare il brano un videoclip in cui gli ingredienti sono pickup, fuoristrada, falò con amici e riprese con il drone, insieme a tanta energia positiva e spensieratezza.

American Highways è un augurio di buon auspicio, affinché le nostre strade non si dividano mai, unendo le nostre emozioni alle radici del progetto.

Gli American Highways nascono artisticamente nel 2016 nel trevigiano.

Il duo sin dall’inizio della formazione ricerca le classiche sonorità country oltreoceano, sentendo il bisogno di renderle allo stesso tempo più moderne.

Nascono circa una trentina di idee, di cui circa un terzo viene scelto per il disco di prossima uscita.

Vari sono anche i live tra Veneto, Trentino e Friuli, supportati da una solida band di musicisti, tra cui l’apertura ai “Creedence Clearwater Revived” davanti ad un pubblico di cinquemila persone.

Nel giro di poco tempo, si prestano ad una serie di interviste, tra cui WCN Radio, network di stampo americano, che chiede alla band di comporre un Jingle per la propria trasmissione.

Ad oggi gli American Highways hanno pubblicato i singoli Country Goes On e l’ultimissimo American Highways.

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ASCOLTA “AMERICAN HIGHWAYS”!

Spotify: http://spoti.fi/37tlcIc YouTube: https://bit.ly/2ZxEoQF iTunes: http://apple.co/3uczwhY Deezer: http://bit.ly/3k1srMJ Amazon: https://amzn.to/3uf8CpK

Roman Polański incontra Brian De Palma

Roman Polański, con alcuni film degli anni ’60 e ’70, ha esercitato una notevole influenza sui registi delle generazioni successive, in particolare sugli autori dell’horror americano. John Carpenter in un’intervista ha indicato Chinatown come uno dei suoi film preferiti, il finale di Non aprite quella porta, diretto da Tobe Hooper nel 1974, ricorda per certi versi quello di Che?, di due anni precedente, L’angelo della vendetta (1981), di Abel Ferrara, sembra quasi un rifacimento non dichiarato di Repulsion. In L’ululato (1980), di Joe Dante, la comunità di licantropi è simili alla setta demoniaca di Rosemary’s Baby. Senza contare ovviamente William Friedkin, che nel 1973 ha contribuito a rinnovare il cinema horror girando L’esorcista, e che ha sempre indicato proprio in Rosemary’s Baby un titolo imprescindibile. Polański è stato d’altra parte il primo regista europeo a praticare…..

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Il vecchio e il mare diventa un fumetto

A 70 anni dalla sua scrittura, l’adattamento a fumetti

del grande classico di Ernest Hemingway.

Il vecchio e il mare è un classico intramontabile, da leggere e rileggere più volte nel corso della propria vita. È la storia di un vecchio pescatore che lotta contro la sfortuna, l’età e forse contro il nemico più grande: la solitudine.

Andrea Laprovitera e Ludovico Lo Cascio lo hanno tradotto in immagini, con una sceneggiatura asciutta e un tratto lineare che mette a fuoco il protagonista e i suoi sentimenti. Dal romanzo del Premio Nobel per la letteratura, vincitore del

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Premio Pulitzer, un graphic novel dal potente bianco e nero scandito dai silenzi e dai tempi lenti del mare.

La lenza si alzò lentamente e regolarmente e poi la superficie dell’oceano si sollevò davanti alla barca e il pesce uscì.

Uscì senza fine e l’acqua gli ricadde dai fianchi. Era lucente nel sole e la testa e la schiena erano di un rosso scuro e nel sole le strisce sui fianchi apparivano larghe, di un lavanda leggero. La spada era lunga come una mazza da baseball e appuntita come un’alabarda e il pesce si alzò in tutta la sua lunghezza dall’acqua e poi vi rientrò, dolcemente, come in un tuffo, e il vecchio vide la grande lama falcata della coda andare sott’acqua e la lenza incominciò a filare. «È mezzo metro più lungo della barca».

Ambientato sull’isola di Cuba, il romanzo presenta pochissimi personaggi. Manolin, un giovane ragazzo che rappresenta la speranza, il marlin (l’enorme pesce che verrà catturato) e il vecchio, profondamente segnato di una vita dura e piena di sacrifici.

Tutto in lui era vecchio, ad eccezione dei suoi occhi che erano rimasti del colore del mare. La sua lotta con il pesce afferma il suo orgoglio e il suo coraggio, che sembravano già persi da tempo, ma anche la notevole forza che dimostra combattendo quasi a mani nude con i pescecani.

Il pesce catturato ha una notevole rilevanza nel romanzo. Si tratta di un marlin enorme, lungo circa 5 metri e mezzo, «con delle strisce color viola che la cingevano; e accanto a lei, nuotavano due remore grigie, che non si allontanavano mai».

Nei suoi movimenti è calmo e infonde nel marinaio un senso di nobiltà; sembra che, nonostante la situazione, tra i due si sia instaurato un rapporto quasi paritetico.

Uno splendido ed elegante volume, che torna a distanza di anni in formato brossurato. Un fumetto dal potente bianco e nero, scandito dai silenzi e dai tempi lenti del mare. L’ultima sfida di un uomo.

Dal romanzo premio Pulitzer di Hemingway.

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«L’uomo non è fatto per la sconfitta.

Un uomo può essere distrutto ma non sconfitto.» (Ernest Hemingway)

IL VECCHIO E IL MARE

Autori: Laprovitera Andrea, Lo Cascio Ludovico Editore: Edizioni NPE

Collana: Nuvole in Tempesta

Formato: 18,6×26 cm, brossura con alette b/n, pag.90 ISBN9788836270477

Prezzo: € 12,00

Info e contatti:

https://www.edizioninpe.it

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Swallowed EP di Synne Sanden

Swallowed è un lavoro a quattro mani dell’artista e vocalist Synne Sanden e del compositore di musiche per film Øyvind Blikstad. L’EP è composto da 5 brani, scritti dai due assieme e poi prodotti da Øyvind Blikstad. “Skeleton”, scritta da Synne e remixata da Øyvind Blikstad, è stata la scintilla che ha acceso il fuoco della collaborazione. Avendo realizzato di essersi trovati benissimo a lavorare assieme, i due artisti hanno naturalmente voluto creare altro. Il r i s u l t a t o f i n a l e è u n s u g g e s t i v o s o u n d d a l s a p o r e cinematografico, con testi che toccano nel profondo. Per quest’EP Øyvind Blikstad ha coniugato potenti arrangiamenti orchestrali a elementi sonori oscuri e suoni prodotti con strumenti fatti in casa, il tutto intrecciato all’espressiva voce di Synne. Un affresco sonoro che si spinge in profondità e cresce da toni teneri e dolenti a esplosioni di magnifiche energie.Il nucleo di questo lavoro racconta di relazioni distruttive, dell’essere fatti a pezzi da qualcun’altro e della guarigione dalle ferite dopo essersi lasciati alle spalle il rapporto malato. I 5 brani sono pervasi da un senso di vulnerabilità, rabbia e forza, un’esperienza emotiva che lascia col fiato sospeso dall’inizio alla fine

S y n n e S a n d e n è u n ’ a r t i s t a d i p o p s p e r i m e n t a l e e d espressivo Norvegese, che ama scrivere di temi scomodi e scabrosi.La rivista norvegese Gaffa scrive: ”Synne è riuscita a trovare il proprio mezzo espressivo, sia musicalmente che nelle liriche.” Le sue ispirazioni sono Björk, Radiohead, Portishead e diverse tradizioni musicali, ma soprattutto il proprio universo emozionale. Avventurosa e senza compromessi nelle sue composizioni, nell’uso della voce, nel lavoro di produzione e nella cura dell’immagine, Synne è tanto esplosiva quanto delicata, giocosa quanto oscura, ruvida quanto

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sensibile. Nella sua arte esprime una vasta scala di stati d’animo, sia in studio che ogni volta che sale sul palco, Il suo ultimo album, Imitation, è stato pubblicato a fine 2019.

Il tema principale è il desiderio di essere qualcun’altro, attraverso un’impietosa auto-analisi sulla disistima, il senso di inferiorità, l’invidia e il desiderio di crescita. L’album è stato prodotto da Thomas Dybdahl, Bugge Wesseltoft, Lars Fremmerlid e la stessa Synne. Sia su disco che dal vivo, Synne dà briglia sciolta alla propria vita interiore, attraverso affascinanti composizioni, pericolose ed eccitanti come fuochi d’artificio, ma senza mai perdere il controllo della performance.

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Grizzly, l’orso che uccide di William Girdler

Grizzly, l’orso che uccide (Grizzly) di William Girdler (Usa/1976)

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Durata: 87′ Genere: Orrore

Nel parco di Yellowstone vengono ritrovati i corpi mutilati di due turisti. In principio scettici gli investigatori scoprono che il responsabile è un orso dalle dimensioni enormi…

Diretto sulla scia de Lo squalo di Steven Spielberg forse il film che piu si avvicina e non solo a livello di stile, tensione e colpi di scena al regista di Indiana Jones ma che riesce anche a creare una sensazione di “mai visto prima” che riesce solo a poche pellicole. Venne girato in Georgia e con un cast di attori poco conosciuti mentre come orso fu usato un kodiac cresciuto in cattività. Con un sequel diventato un caso in quanto mai distribuito dopo essere stato filmato. Una curiosità: La locandina del film venne disegnata da Neal Adams. Nel cast troviamo: Christopher George, Andrew Prine e Richard Jaeckel.

Recensione selezionata su Horror GHoST, iscriviti

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gratuitamente al gruppo:

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Freak memories di Bruno Panebarco

“Freak memories” è una raccolta stupefacente di racconti e riflessioni su arte e musica. Va letto ascoltando i pezzi nominati strada facendo, va letto ascoltando musica progressive rock d’annata o grunge.

Ci sono in Freak memories, per esempio, storie di rapinatori pronti a qualsiasi cosa pur di procurarsi una dose di eroina.

Sono per lo più storie di “disperati”, di personaggi border line che non “trovano pace” finché non si fanno un “buco”.

Persone dedite agli eccessi, persone sempre in giro o in viaggio: per esempio in viaggio in una Napoli o in una Amsterdam alquanto caotiche e piene di personaggi che mirano a diverse forme di trasgressione. Infatti, Freak memories è anche raccolta di storie “on the road”, a tratti hippie e sfrontate. Amori clandestini, amori che hanno la “consistenza”

del solo sesso promiscuo, del solo soddisfacimento della libido.

Il mondo delineato in Freak memories è un mondo alterato, distorto, il mondo come viene percepito da personaggi che vivono alla giornata con qualche espediente criminale. Sballi assurdi, sballi in condizioni misere e disagiate sono spesso i

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protagonisti dei racconti. Bruno Panebarco parla degli

“ultimi”, di coloro che sono ai margini di una società perbenista che rifiuta in toto personaggi del genere.

C’è un futuro per questi personaggi? Forse si, forse no. Ma quello che conta è che con le loro vite “sgangherate” ci attirano nel loro assurdo mondo pieno di istinti primordiali e pulsioni per niente represse e ci ricordano che nelle nostre vite “borghesi” siamo diventati per lo più “grigi e apatici”, persone che non desiderano andare oltre il “consentito”…

FREAK MEMORIES di Bruno Panebarco

Editore: Ass. Culturale Il Foglio Collana: Narrativa

Data di Pubblicazione: gennaio 2014 ISBN: 8876065261

Ean: 9788876065262 Pagine: 145

Reparto: Narrativa contemporanea Formato: brossura

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