Laboratorio di Tecniche Microscopiche Modulo: Zoologia
A.A. 2014-2015
Esercitatore - Dott.ssa Giovanna Pannunzio
Dipartimento MeSVA
Il microscopio rappresenta il mezzo diagnostico, probabilmente, tra i più impiegati nelle scienze biologiche e mediche.
MICROSCOPIO
I microscopi maggiormente impiegati in campo biologico/medico che sfruttano diverse modalità di utilizzazione della luce sono:
Microscopio a campo chiaro
Microscopio a campo scuro
Microscopio a contrasto di fase
Microscopio a fluorescenza
Stereomicroscopio o microscopio da dissezione.
MICROSCOPIO ELETTRONICO
a scansione
a trasmissione
E’ la distanza minima entro la quale due oggetti risultano separati.
POTERE DI RISOLUZIONE
DIMENSIONI BIOLOGICHE E DIVERSITÀ DELLE CELLULE
Il microscopio ottico deve compiere tre fondamentali funzioni:
1) Produrre un'immagine ingrandita del preparato.
2) Separarne i particolari.
3) Rendere quest’ultimi visibili all’occhio umano.
Essenzialmente è composto da una parte meccanica o stativo, da una parte ottica (costituita da oculari e obiettivi) e
da un apparato di illuminazione.
MICROSCOPIO
IMMAGINE AL MICROSCOPIO
I microscopi hanno ottiche che possono raggiungere ingrandimenti elevati, dai 20x fino a 1000x o anche 2000x (virtuali) nel caso di
strumenti più professionali.
Sono utilizzati per l'osservazione di cellule, funghi, batteri, polline, e comunque di vetrini preparati. Non sono adatti all'osservazione di corpi opachi o con spessore elevato.
Esistono sia monoculari (si osserva con un solo occhio), binoculari (si osserva con entrambi gli occhi) e trioculari (consentono l'aggiunta di videocamera o macchina fotografica).
L'obiettivo, posto vicino all'oggetto da osservare produce un'immagine reale, ingrandita e capovolta, che viene a sua volta osservata attraverso l'oculare; quest’ultimo riceve questa immagine nel proprio fuoco e la trasforma nell'immagine finale, che è virtuale, nuovamente ingrandita e diritta rispetto alla prima (capovolta rispetto all’oggetto).
luce oculari
obiettivo vetrino
condensatore
-Strumentazione
• Parte meccanica o stativo
• Parte ottica (oculari e obiettivi)
• Apparato di illuminazione -Preparazione di campioni
direzione della luce manopole della
messa a fuoco
MICROSCOPIA IN CAMPO CHIARO
MICROSCOPIA IN CAMPO SCURO
Nella microscopia in campo scuro, invece, viene usato un condensatore che impedisce alla luce trasmessa di illuminare direttamente il campione: questo è raggiunto dalla luce diffusa solo se obliqua e risulta stagliato su uno sfondo nero. Il potere di risoluzione è 10 volte maggiore di quello della microscopia in campo chiaro (arriva a distinguere dettagli di 0,02 micron) e consente di identificare i batteri più sottili. L’obiettivo riceve la luce diffusa o riflessa dalle strutture del campione da analizzare di modo che i microrganismi appaiono luminosi in un campo nero.
DIATOMEA
Campo chiaro Campo scuro
L’esemplare vivo è stato fotografato in campo oscuro tra frammenti di capelli.
Pediculus capitis humanus, De Geer (pidocchio del capello)
Piccolo predatore che vive in corsi d’acqua, ruscelli e sulle rive di piccoli laghi. Sospeso a testa in giù sotto il livello dell’acqua.
Immagine in campo nero
Notonecta glauca L. (ninfa di emittero acquatico)
Questa tecnica permette l’osservazione di oggetti o organismi incolori, e quindi invisibili con il normale campo chiaro, aumentandone considerevolmente il contrasto.
MICROSCOPIA A CONTRASTO DI FASE
Il principio alla base di questo tipo di microscopia è che il campione ha un indice di rifrazione differente dal mezzo circostante. L'obiettivo del microscopio a contrasto di fase amplifica questo effetto e porta alla formazione di una immagine scura su campo chiaro se l’indice di rifrazione dell’oggetto è più alto del mezzo, oppure, chiara su campo scuro se l’indice di rifrazione dell’oggetto è più basso del mezzo.
MICROSCOPIO A CONTRASTO DI FASE
Euplotes patella, Muller Paramecium caudatum, Ehrenberg
MICROSCOPIO A FLUORESCENZA
Si utilizza con dei campioni trattati in modo da essere in grado di emettere luce di una specifica lunghezza d'onda (quindi di un unico colore) quando eccitati con luce di una lunghezza d'onda inferiore. Il fenomeno di emissione si verifica se nella cellula sono presenti delle sostanze fluorescenti oppure se il campione viene trattato con composti fluorescenti in grado di emettere luce una volta eccitati.
MICROSCOPIO A FLUORESCENZA
Nel microscopio a fluorescenza la luce incidente sul campione è emessa tipicamente da una lampada a vapori di mercurio che emette radiazioni nella regione bassa del visibile e nel vicino ultravioletto. Il vantaggio dell’uso della fluorescenza è che il campo di osservazione è scuro e gli elementi fluorescenti risultano ben contrastati, inoltre l’uso di lunghezze d’onda più basse consente di superare il limite di risoluzione della microscopia ottica ottenendo immagini ad alta definizione.
MICROSCOPIO A FLUORESCENZA
Studio di morfologia nucleare: colorazione con arancio di acridina che è un colorante flurescente per gli acidi nucleici,
in particolare colora in verde il DNA e in rosso l’RNA.
MICROSCOPIO A FLUORESCENZA
Nuclei e cromosomi di un anfibio anuro colorati con il DAPI, un fluorocromo che
lega le basi AT del DNA.
MICROSCOPIO A FLUORESCENZA
Illuminatore a luce fredda basato sulla tecnologia delle fibre ottiche.
MICROSCOPIO E STEREOMICROSCOPIO
Microscopio Stereomicroscopio
oculari
tubo del corpo
obiettivi
piano portaoggetti
braccio
basamento manopole della messa a fuoco
STEREOMICROSCOPIO
• Lo stereomicroscopio, poiché ha due obiettivi e due oculari, è come se fosse costituito da due microscopi distinti, uno per ciascuno degli occhi dell’osservatore.
• Entrambi i microscopi puntano sulla stessa zona dell’oggetto in esame, ma da due angolazioni leggermente diverse.
• In questo modo si formano due immagini diverse sulle due retine; ciascun occhio osserva la stessa cosa ma da una direzione diversa.
• Questo sdoppiamento dell’immagine consente di percepire la tridimensionalità degli oggetti.
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
STEREOMICROSCOPIO
Di solito questi tipi di strumenti hanno ingrandimenti che variano da 10x a 90x, ma possono arrivare fino a 180x ed oltre nel caso di strumenti più sofisticati e per scopi professionali.
Gli stereomicroscopi sono adatti all'osservazione di insetti, foglie, pietre e comunque oggetti opachi e dotati di un certo spessore. Sono molto utili anche per osservazione di circuiti elettronici, fibre o tessuti.
Lo stereomicroscopio è quindi molto utilizzato nei settori dell’
entomologia, della botanica, della mineralogia, in numerosi campi di ricerca come anche in numerosi settori della produzione industriale.
MICROSCOPIO E STEREOMICROSCOPIO
La differenza tra il microscopio ottico “convenzionale”
chiamato anche microscopio composto e quello stereoscopico sta nel fatto che, mentre il primo osserva il campione attraverso un'unica direzione, l’altro lo osserva da due angoli leggermente diversi. In questo modo, il primo fornisce un’immagine piatta, senza volume, mentre l’altro fornisce una visione tridimensionale degli oggetti.
MICROSCOPIO E STEREOMICROSCOPIO
CONFRONTO TRA IL MICROSCOPIO OTTICO
ED ELETTRONICO
paramecium
LA MICROSCOPIA IN CAMPO ZOOLOGICO
Analisi e valutazione di caratteri morfologici a fini tassonomici (chiavi dicotomiche).
Analisi delle strutture morfologiche in relazione alla funzione e alla nicchia ecologica (caratteri adattativi).
Analisi filogenetica ovvero analisi dei caratteri filogeneticamente significativi allo scopo di individuare relazioni di parentela tra i taxa in esame.
Analisi di comunità animali.
VARIETA’ DI SPECIE NEL MONDO
ANIMALE
VERTEBRATI
INVERTEBRATI REGNO ANIMALE
INVERTEBRATI
Microinvertebrati: organismi le cui dimensioni sono raramente superiori al millimetro (es.: crostacei cladoceri, ostracodi e copepodi; idracari;
tardigradi).
Macroinvertebrati: organismi le cui dimensioni sono raramente inferiori al millimetro (es.: crostacei anfipodi e isopodi; insetti quali plecotteri, efemerotteri, tricotteri, ditteri; molluschi bivalvi e gasteropodi).
INVERTEBRATI
Phylum Artropodi
Il Phylum Artropodi comprende circa l’80% dei viventi sulla terra e sono quelli che vengono maggiormente utilizzati negli studi faunistici, in particolare gli insetti, animali con grande diversificazione adattativa, dovuta alla versatilità della struttura morfologica di base che si modifica per permettere la sopravvivenza in tutti gli ambienti.
Raccolta in campo.
Smistamento ovvero separazione della componente biotica da quella abiotica; prima separazione degli organismi a basso livello di dettaglio.
Conservazione degli esemplari animali in agenti fissanti.
In laboratorio smistamento vero e proprio del campione e prima determinazione degli esemplari a livello di ordine/famiglia/genere con l’ausilio dello stereo- microscopio attraverso l’utilizzo di chiavi dicotomiche.
Allestimento di preparati (vetrini) per l’osservazione al microscopio ottico e la diagnosi specifica attraverso l’utilizzo di chiavi dicotomiche.
Redazione di una lista faunistica (elenco dei taxa raccolti e classificati).
Studio della lista faunistica per analisi ecologiche, biogeografiche, filogenetiche ed evoluzionistiche.
ANALISI FAUNISTICA
Per la raccolta degli insetti si possono utilizzare:
Pinzette entomologiche (particolari pinzette molto
morbide che consentono di non rovinare gli esemplari).
Aspiratore per gli organismi più piccoli e veloci.
Pennellino per quelli ancora più minuti e delicati.
Retini di vario tipo, trappole luminose, ombrelli entomologici, ecc..
METODI CHE DI CAMPIONAMENTO
ASPIRATORE E PINZETTE
L’aspiratore è composto di un barattolo di vetro o plastica il cui tappo è munito di due fori attraverso i quali si fanno passare due tubetti del diametro di circa 8 mm; ponendo in bocca la canna più lunga e aspirando con forza si faranno entrare nell’altra canna e quindi nel barattolo i vari insetti che vi rimarranno prigionieri.
Pinzette entomologiche
L’operatore, prestando attenzione a tenersi di fronte il sole può iniziare a “falciare” il terreno. E’ necessario che la propria ombra non venga proiettata innanzi perché gli insetti metterebbero in atto un particolare comportamento antipredatorio che renderebbe meno proficua la cattura. La tanatosi, ossia il farsi cadere e mostrarsi morti, è una strategia che gli insetti utilizzano in caso di presenza di un possibile predatore. Gli insetti immobili a terra sono più difficili da catturare con un retino falciatore e la stima che verrebbe eseguita risulterebbe sottodimensionata rispetto la popolazione.
RETINO FALCIATORE
RETINO FALCIATORE
La raccolta a seconda delle varie specie, deve essere attuato a diverse altezze.
Alcuni lepidotteri vivono sulle cime sommitali degli alberi (canopea) e per questo occorrono retini aventi manici molto lunghi.
RETINO PER FARFALLE
ASPIRATORE E RETINO
OMBRELLO ENTOMOLOGICO
Sistema molto semplice di cattura, viene posto alla base degli arbusti o degli alberi. L’operatore si pone al di sotto della vegetazione e provoca la caduta degli animali presenti su di essa.
Solitamente la tanatosi viene messa in atto anche in questo caso dagli insetti i quali cadono sul telo, quindi l’operatore può prelevare gli animali con un aspiratore.
Le modalità per creare una trappola luminosa sono molteplici.
Esse sono legate alle caratteristiche del luogo di raccolta. Se abbiamo a disposizione energia elettrica si possono utilizzare lampade a vapori di mercurio. Nella maggior parte dei casi si opera in luoghi sprovvisti di corrente, in queste circostanze si usano, in genere, neon funzionanti con batterie a 12 V.
In genere la trappola è costituita da un secchio di plastica dal diametro di circa 30 cm, sul quale viene ancorata la fonte luminosa e posizionato un imbuto di plastica dello stesso diametro per permettere la caduta degli insetti nel secchio.
Gli insetti, attratti dalla luce cadono nel secchio sul fondo del quale viene messo un piccolo contenitore con del cotone idrofilo imbevuto di etere. Si crea in questo modo un ambiente saturo di vapori di etere che intontisce gli insetti e ne consente la cattura.
TRAPPOLE LUMINOSE
TRAPPOLE LUMINOSE
Le trappole luminose consentono di effettuare campionamenti notturni e
crepuscolari catturando gli insetti che vengono
attirati da una luce.
Trappole di questo tipo si usano per studiare la
dinamica
dell’entomofauna in una determinata località.
TRAPPOLE LUMINOSE
TRAPPOLA A CADUTA
Si tratta di semplici contenitori cilindrici aperti ad un’estremità (es. barattoli, bicchieri), che vengono piantati nel terreno coi bordi dell’imboccatura a livello del piano di campagna.
TRAPPOLA A CADUTA
Gli organismi, camminando sul terreno, vengono intercettati e cadono all’interno della trappola che contiene un liquido preservante (acido acetico, glicole etilenico o propilenico, ecc; la formaldeide risulta molto efficace ma è fortemente tossica ed è da
sconsigliare) per la
conservazione degli esemplari e per evitare fenomeni di predazione e mutilazione. Sono utilizzate per artropodi del terreno come Coleotteri Carabidi e Stafilinidi, ragni, opilioni, ecc.
VAGLIO ENTOMOLOGICO (WINKLER)
Utilizzato quando si vogliono analizzare le caratteristiche del popolamento animale del suolo.
Rimossa la parte più superficiale costituita per lo più da copertura erbacea e dalla lettiera, si raccoglie la terra che viene setacciata attraverso una rete le cui maglie misurano ½ o 1 cm.
Ciò che resta è costituito da piccole particelle e invertebrati del suolo che possono essere identificati.
Questo è un metodo di estrazione dinamico che sfrutta la reazione di fuga della fauna del suolo dalla luce e dall’essiccamento provocato da una sorgente luminosa. Gli organismi che presentano per lo più fototassia negativa, si dirigono verso il fondo cadendo nell’imbuto al fondo del quale si trova un contenitore di raccolta.
SELEZIONATORE DI BERLESE
Retino immanicato
Retino surber RETINO PER RACCOLTE DI
MACROINVERTEBRATI ACQUATICI
I macroinvertebrati sono quegli organismi facenti parte di diversi taxa di animali invertebrati aventi le dimensioni maggiori di 1 mm.
RETINO PER RACCOLTE DI
MACROINVERTEBRATI ACQUATICI
Utilizzato per la cattura di macroinvertebrati che vivono in ambiente acquatico, ha le maglie costituite da materiale alquanto resistente. Al fondo della rete si trova, in genere, un contenitore in plexiglass che può venire smontato per la raccolta del materiale campionanto.
RETINO PER RACCOLTE DI MACROINVERTEBRATI ACQUATICI
PRIMO SMISTAMENTO
DEL MATERIALE CAMPIONATO
Vaschetta di smistamento per materiale acquatico
Telo bianco per materiale terrestre
In contenitori contenenti formalina o alcool.
Questo metodo viene usato per conservare invertebrati a corpo molle (ad esempio lombrichi, bruchi, larve, ecc.).
Ciò che ci serve sono tubetti di varie dimensioni e della formalina al 7% o alcool al 70% (che non dovrebbe essere
denaturato per evitare un eccessivo indurimento degli esemplari).
CONSERVAZIONE E TRASPORTO
CONSERVAZIONE E TRASPORTO
Gli insetti terrestri, soprattutto Coleotteri, Emitteri ovvero Artropodi con esoscheletro fortemente sclerificato sono conservati in tubetti di plastica a bocca larga con tappi di sughero e con all’interno un certo quantitativo di segatura di faggio o pioppo oppure trucioli di sughero a cui va aggiunta qualche goccia di etere acetico (etile acetato) che ha la proprietà di uccidere gli insetti senza irrigidirli ed agisce anche come fungicida ed battericida.
Altri insetti, aracnidi, altri artropodi vanno conservati in flaconi con alcool 70%.
ETICHETTATURA DEI CONTENITORI
- Stazione di rinvenimento - Altitudine
- Data
- Località
- Nome raccoglitore
Smistamento vero e proprio
Preparazione
Determinazione
LABORATORIO
PREPARAZIONE DEGLI INSETTI PRIMA DI ESSERE OSSERVATI AL MICROSCOPIO
Gli esemplari disidratati per lunga permanenza nei contenitori di raccolta o per esaurimento dell’etere acetico vanno reidratati attraverso:
-Camera umida
-Bollitura (ammorbidimento rapido tenendo l’insetto per qualche minuto in acqua bollente) -Siringa (ammorbidimento rapido iniettando nel torace dell’insetto una goccia d’acqua calda)
Camera umida
La camera umida si può realizzare con un qualsiasi recipiente di materiale plastico, a tenuta, sul cui fondo viene posizionata della carta assorbente inumidita con acqua, sopra la quale poseremo l’esemplare per il tempo necessario perché si ammorbidisca. Generalmente una giornata è sufficiente, ma per gli esemplari più grandi a volte il tempo richiesto è superiore.
PREPARAZIONE DEGLI INSETTI PRIMA DI ESSERE
OSSERVATI AL MICROSCOPIO
Si prende quindi uno spillo entomologico della misura adeguata alle dimensioni dell’animale e lo si inserisce perpendicolarmente al centro della parte anteriore dell’elitra di destra, lasciandolo sporgere superiormente per circa 1-1,5 cm.
PREPARAZIONE DELL’INSETTO PRIMA DI ESSERE
OSSERVATO AL MICROSCOPIO
Dopo averlo posto su un piano di lavoro con l’aiuto di una pinzetta a punte sottili si posizionano le zampe e le antenne in modo adeguato e le si fissano con una serie di spilli i quali vengono tolti non appena l’animale è secco, sarà così pronto per essere messo in collezione.
PREPARAZIONE DELL’INSETTO PRIMA DI ESSERE OSSERVATO AL MICROSCOPIO
PREPARAZIONE DELL’INSETTO PRIMA DI ESSERE OSSERVATO AL MICROSCOPIO
I coleotteri più piccoli si preparano generalmente incollandoli su appositi cartellini con una goccia di colla entomologica ed utilizzando uno stereomicroscopio per posizionarli qualora fosse necessario.
PREPARAZIONE DELL’INSETTO PRIMA DI ESSERE OSSERVATO AL MICROSCOPIO
Colla entomologica
PREPARAZIONE DELL’INSETTO PRIMA DI ESSERE OSSERVATO AL MICROSCOPIO
Per i Lepidotteri si procede ponendo la bustina contenente l’esemplare secco nella “camera umida”.
Si inserisce uno spillo entomologico nel centro del torace della farfalla quindi si pone il corpo nel solco centrale di un apposito stenditoio.
Sulle assicelle laterali dello stenditoio abbiamo in precedenza fissato due strisce di carta pergamena sotto le quali si posizioneranno le ali.
PREPARAZIONE DELL’INSETTO PRIMA DI
ESSERE OSSERVATO AL MICROSCOPIO
Si puntano degli spilli intorno alle ali per non farle muovere e si lascia seccare l’esemplare per alcuni giorni dopodiché, tolte con cura le strisce di carta, lo si può inserire in
collezione.
PREPARAZIONE DELL’INSETTO PRIMA DI
ESSERE OSSERVATO AL MICROSCOPIO
Insieme ad ogni esemplare si mette un cartoncino su cui viene riportato:
- il nome scientifico - la data di raccolta - la località, altitudine - l'habitat
- Il raccoglitore esempio:
Cetonia aurata pisana (Heer, 1841) 20 Luglio 2009 Villa Minozzo (RE) Campo fiorito, 700 m
Legit Mario Rossi
In questo modo qualsiasi persona si trovasse a studiare la specie in questione avrà a disposizione più informazioni possibili.
ETICHETTATURA
SCATOLE ENTOMOLOGICHE
PER LA CONSERVAZIONE DEGLI INSETTI
CLASSIFICAZIONE DEI TAXA ANIMALI
Regno
Phylum
Classe
Ordine
Famiglia
Genere
Specie
Regno: Animalia Phylum: Arthropoda Classe: Insecta
Ordine: Trichoptera Famiglia: Limnephilidae Genere: Anabolia
Specie: Anabolia nervosa
CLASSIFICAZIONE DEI TAXA ANIMALI
Adulto Larva
Anabolia nervosa (Curtis, 1834)
Plecotteri
Chrysomelidae: Gastrophysa viridula (De Geer, 1775)
Coleotteri
Mantidae: Mantis religiosa Linnaeus, 1758
Mantodea
Leuctridae: Leuctra sp.
Libellulidae: Crocothemis erythraea (Brullé, 1832)
Odonati
Pyrrhocoridae: Pyrrhocoris apterus Linnaeus, 1758
Ortotteri
Emitteri
Acrididae: Chorthippus sp. Lygaeidae: Spilostethus pandurus (Scopoli, 1763)
Emitteri
CHIAVI DICOTOMICHE
Le chiavi dicotomiche consistono in un elenco di caratteri che si escludono a vicenda (bianco o nero,
presenza o assenza…). Mediante una
osservazione guidata del campione in esame si procede a successive eliminazioni, restringendo il campo delle possibilità, finché non si giunge ad una unità tassonomica come l’ordine, la famiglia o, più difficilmente, il genere attraverso l’ausilio dello
STEREOMICROSCOPIO
Macroinvertebrati
CHIAVI DICOTOMICHE PER MACROINVERTEBRATI
Larve di insetti
CHIAVI DICOTOMICHE
ORDINI
La determinazione a livello di specie prevede oltre all’analisi di caratteri morfologici esterni anche lo studio di caratteri interni, come la morfologia degli apparati genitali (edeago, spermateca, ovopositori), boccali, ecc.. In quest’ultimi casi è necessaria l’estrazione dell’elemento di interesse con stereomicroscopio o microscopio da dissezione e successiva preparazione del vetrino che sarà osservato al
microscopio ottico
DETERMINAZIONE DELLE SPECIE
Il materiale dissezionato da preparare deve essere diafanizzato. Si può utilizzare acido lattico (o KOH al 10% per gli insetti) a freddo per alcune ore, o a caldo per pochi minuti se gli animali sono delicati (Oligocheti), o per un tempo maggiore per animali di grosse dimensioni (grossi Ditteri, Tricotteri). Il materiale diafanizzato è poi lavato con acqua distillata e montato in liquido di Faure. I preparati in Faure si conservano a lungo, ma non sono permanenti. Per conservare i vetrini per un tempo illimitato bisogna disidratare gli esemplari con la serie degli alcoli, o con un passaggio in acido acetico glaciale, seguito da un passaggio in alcol butilico (o alcool etilico assoluto). Infine gli esemplari si montano in resine (Balsamo del Canada, Euparal).
DETERMINAZIONE DELLE SPECIE
Spermateca
Stili dell’ovopositore
DETERMINAZIONE DELLE SPECIE
Estrazione di strutture dell’apparato genitale maschile e femminile di coleotteri
Spiculum ventrale Edeago (visione dorsale e laterale)
Catops subfuscus, Kellner
Altica breviuscula, Weise
DETERMINAZIONE DELLE SPECIE
Apodema metafemorale di Serraphula puncticollis, Bryant
La venatura alare forma una rete più o meno fitta in funzione della ramificazione delle nervature. Il sistema delle nervature delimita areole circoscritte dette cellule alari. Il decorso delle nervature e la forma delle cellule sono importanti elementi di determinazione tassonomica in alcuni ordini, in particolare nei Ditteri e negli Imenotteri.
Ditteri
DETERMINAZIONE DELLE SPECIE
Vetrino di maschio adulto di Chironomide
Set biologico da dissezione
Microscopio da dissezione
DETERMINAZIONE DELLE SPECIE
Allestimento di preparati microscopici
DETERMINAZIONE DELLE SPECIE
CONSERVAZIONE DEI VETRINI PERMANENTI
ETICA DELLA RICERCA NATURALISTICA
Molte specie di animali come pure molte specie di piante sono protette dalla legge, pertanto ne è vietata la raccolta. Prima di partire per una spedizione di raccolta bisogna informarsi su quali sono gli organismi animali e vegetali protetti.
Nelle aree protette e nei parchi naturali è vietata la raccolta di qualunque specie animale e vegetale.
Prelievi occasionali di fauna ad invertebrati in natura indubbiamente non arrecano alcun danno alle comunità, poiché gli organismi che vi possiamo raccogliere sono solo una piccolissima frazione di quelli esistenti. Si pensi ad esempio che durante le piene possono venir trascinati all’aperto, e destinati a morte certa, migliaia di organismi per ogni metro cubo d’acqua che fuoriesce da una risorgenza carsica; un prelievo manuale raramente fornisce più di qualche decina di esemplari, ed il suo impatto sull’ecosistema è pertanto insignificante.
Pyrrhocoris apterus L.
EMITTERI
Per quanto riguarda i Vertebrati esistono precise norme di legge che ne vietano la raccolta, l’uccisione, la detenzione e commercializzazione, nonché il danneggiamento dei siti di sosta e riproduzione, per i quali, pertanto, le tecniche di studio possono riguardare solamente il censimento, la fotografia e le osservazioni sul comportamento e l’alimentazione.
La necessità di condurre le ricerche con oculatezza, evitando sia l’eccessivo o inopportuno prelievo, sia le tecniche che possano alterare l’ambiente fisico (quali scavi o manomissioni eccessive dei siti), trova la sua motivazione oltre che nelle ovvie esigenze di tutela, anche in quell’etica della ricerca che ogni studioso o semplice appassionato dovrebbe seguire nel rispetto dell’ambiente e degli organismi che studia.